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Cronaca

Ponte sullo stretto, dagli Stati Generali dell’Export un si all’unanimità

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Oggi la terza e conclusiva giornata. A tirare le fila del dibattito sarà il ministro degli Esteri Luigi Di Maio

Tutti d’accordo per il Ponte sullo Stretto. Dagli Stati Generali dell’Export di Marsala, giunti alla seconda giornata, arriva un appello forte e unanime per realizzare una delle infrastrutture di cui si parla da decenni e che più hanno diviso la politica e l’opinione pubblica.

Dal sottosegretario al Mims Cancelleri al vice presidente della regione Siciliana Armao fino all’ad di Trenitalia Corradi, c’è un’intesa esplicita: il progetto del ponte fra Reggio Calabria e Messina deve essere realizzato nei tempi giusti e con le necessarie compatibilità, ma è necessario

“Il ponte è ineludibile – scandisce Gaetano Armao, che è anche assessore all’economia della giunta Musumeci – ne abbiamo parlato col ministro Giovannini e da questa scelta non si scappa. E’ una infrastruttura strategica, non solo logistica: fa parte del corridoio scandinavo-mediterraneo che uno degli assi previsti dal piano dei trasporti europeo”.

Annuisce e conferma il sottosegretario Giancarlo Cancelleri. Che poi insiste su un punto cruciale per la sfida dell’export: “Il governo deve ascoltare gli imprenditori che lavorano con i mercati esteri, con tavoli di confronto e occasioni di scambio. E se ora c’è l’occasione del Pnrr, è vero anche che non è solo più un tema di fondi o di finanziamenti da far arrivare, ma di come spendere bene questi soldi, con progetti virtuosi”.

“Il nostro sistema delle ferrovie è tra i migliori nel mondo – dice l’ad di Trenitalia Luigi Corradi – e ora con i nostri treni e il nostro know how siamo in Francia, Spagna, Grecia, Gran Bretagna. Portiamo all’estero un pezzo di Italia, anche a bordo del Frecciarossa che presto unirà Milano a Parigi: nelle carrozze ristorante si mangerà italiano!”

Il presidente di Aeroporti di Roma Claudio De Vincenti si sofferma sui giorni difficili di Alitalia-Ita: “Siamo impegnati per facilitare al massimo il passaggio alla nuova Ita, è una crisi difficilissima che si è trascinata per decenni e ora c’è una compagnia nuova, che deve partire nel miglior modo possibile a partire dal 15 ottobre”

“La gestione del dossier Alitalia è frutto di 40 anni di politiche sbagliate – dice Paolo Barletta, investitore e partner imprenditoriale di Chiara Ferragni – ma è una storia che ci fa capire come pubblico e privato devono poter lavorare insieme, per le porte e per l’accoglienza, è un punto fondamentale per un paese come il nostro a forte vocazione turistica”

“La dogana non è solo blocchi e controlli – sostiene il Direttore dell’ADM Marcello Minenna – ma è anche strumento per le aziende. Ad esempio attraverso lo sportello unico doganale o i nostri laboratori chimici: noi siamo una garanzia contro la contraffazione del Made in Italy

Il tema Brexit al centro del dibattito, dalle parole del presidente di Coldiretti Ettore Prandini al fondatore di Eataly Oscar Farinetti nonché nell’intervento del presidente dei Giovani di Confindustria Riccardo Di Stefano: “La nostra associazione svolge diverse attività di supporto alle imprese sulla Brexit: una formazione tecnico specialistica sulle tematiche doganali, per prepararsi ad affrontare tutte le procedure previste dal nuovo assetto delle relazioni fra Ue e Uk; e un vero e proprio “help desk” per le imprese, che finora ha processato oltre 250 richieste di supporto da aziende dei settori agroalimentare, macchinari, piastrelle ecc.”

“Abbiamo voluto lavorare sul tema del movimento, della mobilità di merci e persone – ha detto Lorenzo Zurino, presidente del Forum Italiano dell’Export e ideatore degli Stati Generali – e vogliamo ripetere alle istituzioni e alla politica che gli imprenditori che lavorano con i mercati esteri chiedono una cosa prima di altre: di essere ascoltati”.

Oggi la terza e conclusiva giornata degli Stati Generali dell’Export di Marsala. A tirare le fila del dibattito sarà il ministro degli Esteri Luigi Di Maio

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Femminicidio nel cuore della notte: marito uccide la moglie davanti ai figli

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Una lite finita in tragedia: i bambini sotto shock

Un altro tragico caso di femminicidio scuote la comunità di San Felice a Cancello, nel Casertano, dove stamattina si è consumato un terribile delitto familiare. Erano circa le 5 del mattino quando un uomo di origine albanese, 30 anni, ha strangolato sua moglie, una connazionale di 24 anni, davanti agli occhi atterriti dei loro due figli, di appena 4 e 6 anni.

Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, il dramma si è verificato al culmine di una lite scoppiata per ragioni ancora da chiarire. La tensione è rapidamente degenerata in violenza estrema, con l’uomo che ha afferrato la moglie fino a toglierle la vita, mentre i due piccoli assistevano impotenti alla scena. L’allarme è stato dato da alcuni vicini, svegliati dalle urla provenienti dall’abitazione.

Subito dopo il delitto, i carabinieri sono intervenuti prontamente, fermando l’omicida che non ha opposto resistenza. L’uomo è stato portato in caserma e attualmente si trova sotto custodia, in attesa dell’interrogatorio da parte del magistrato della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che dovrà chiarire i dettagli dell’accaduto.

La vittima, una giovane madre di appena 24 anni, era arrivata in Italia insieme al marito in cerca di una vita migliore. Tuttavia, la loro relazione era segnata da tensioni e conflitti, come confermato da alcuni conoscenti della coppia. Al momento, non risulta che la donna avesse mai sporto denuncia per violenze domestiche, ma il contesto familiare verrà esaminato attentamente dagli inquirenti.

I bambini, testimoni involontari di questa brutale tragedia, sono stati presi in carico dai servizi sociali. La comunità locale è sotto shock, mentre si moltiplicano i messaggi di cordoglio e solidarietà verso i piccoli orfani e i parenti della vittima. Le autorità locali hanno già espresso l’intenzione di avviare una raccolta fondi per sostenere i bambini e garantire loro assistenza psicologica adeguata.

L’episodio si inserisce in un quadro allarmante di violenza domestica che continua a colpire il Paese. Solo nel 2024, secondo i dati del Viminale, sono stati registrati più di 80 femminicidi, un numero in crescita rispetto agli anni precedenti. Le vittime sono spesso donne giovani, con figli, che vivono in contesti di disagio e solitudine. Le istituzioni stanno cercando di intervenire con misure più incisive, ma il fenomeno resta radicato e difficile da contrastare.

Le associazioni femministe e i centri antiviolenza della zona hanno lanciato un nuovo appello affinché si rafforzino le politiche di prevenzione e protezione per le donne che vivono situazioni di pericolo. Tuttavia, casi come quello di San Felice a Cancello dimostrano che spesso le denunce non vengono fatte in tempo, o addirittura non vengono fatte affatto, per paura di ritorsioni o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.

Il femminicidio di San Felice a Cancello ha subito riacceso il dibattito pubblico sulla necessità di azioni più concrete per prevenire la violenza di genere. Personalità politiche locali e nazionali si sono espresse sull’accaduto. Il sindaco di San Felice a Cancello ha dichiarato: “Siamo di fronte a una tragedia inaccettabile. Dobbiamo lavorare tutti insieme, come comunità, per non permettere che simili orrori continuino a ripetersi.”

Nel frattempo, la vicenda sarà seguita con attenzione nei prossimi giorni, mentre si attendono ulteriori sviluppi sul fronte delle indagini e delle decisioni giudiziarie.

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Omicidio dell’imprenditore Vincenzo Urso: giustizia dopo 15 anni di indagini

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I killer condannati a ergastolo e 21 anni di carcere

Vincenzo Urso, imprenditore di Altavilla Milicia, fu assassinato il 25 ottobre 2009, vittima di un’oscura vicenda legata alla mafia locale. La sua impresa di movimento terra faceva concorrenza alle attività gestite da clan mafiosi, un ostacolo che pagò con la vita. Dopo anni di indagini, i Carabinieri di Bagheria, Termini Imerese e Vercelli, supportati dalla Procura Generale di Palermo, hanno arrestato due uomini, già noti alle forze dell’ordine, identificati come gli esecutori materiali del delitto.

Gli investigatori hanno ricostruito la dinamica dell’omicidio, determinando che i killer furono ingaggiati per una somma di 20.000 euro, in seguito a ordini provenienti dalla famiglia mafiosa di Altavilla Milicia. Le operazioni antimafia “Argo” e “Reset” avevano già smantellato la cosca, portando all’arresto del capo clan Francesco Lombardo e di suo figlio Andrea, ma solo grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia è stato possibile ottenere ulteriori prove decisive.

Le ultime novità hanno visto la Suprema Corte confermare le condanne per i due responsabili: uno sconterà l’ergastolo, l’altro una pena di 21 anni. Questo epilogo rappresenta un passo avanti per la giustizia, offrendo finalmente una risposta alla famiglia di Urso e alla comunità di Altavilla Milicia, segnate da anni di dolore e incertezze.

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Roma, 17enne in fuga su scooter rubato si schianta contro un muro e muore

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Privo di casco, Edoardo è stato trasportato d’urgenza in ospedale, ma non ce l’ha fatta

Lunedì pomeriggio, Roma ha assistito a una tragedia che ha lasciato un’intera comunità sotto shock. Edoardo Clementi, 17 anni e senza precedenti penali, ha perso la vita dopo essere fuggito su uno scooter rubato. La fuga è terminata con un violento schianto contro un muro in via Riva Ostiense, fatale per il giovane. Privo di casco, Edoardo è stato trasportato d’urgenza in ospedale, ma non ce l’ha fatta.

Le indagini sono state avviate immediatamente. I carabinieri di Garbatella hanno raccontato che, vedendo lo scooter SH fermo, hanno cercato di fermare il mezzo con due ragazzi a bordo. Uno di loro è fuggito a piedi, mentre Edoardo ha tentato una fuga disperata in sella allo scooter. Pochi istanti dopo, è avvenuto l’incidente fatale.

L’incidente ha sollevato molte domande e preoccupazioni da parte dei cittadini. “È devastante pensare a quanto sia fragile la vita di un ragazzo così giovane,” ha dichiarato una residente di Ostiense. “Mi chiedo perché un giovane senza precedenti si sia trovato in una situazione del genere. Cosa lo ha portato a fuggire?” Un altro cittadino, intervistato in piazza, ha aggiunto: “C’è un problema sociale che va oltre questo tragico incidente. I giovani sembrano essere sempre più esposti a situazioni rischiose, e spesso si trovano soli nel prendere decisioni sbagliate.”

Le testimonianze degli amici sui social sono strazianti. Molti lo ricordano come un ragazzo sorridente e gentile. Un video pubblicato da Edoardo su TikTok pochi giorni prima della sua morte, con il messaggio “Nonostante tutto sempre con il sorriso”, ha toccato profondamente chi lo conosceva. “Non riesco a credere che non ci sia più,” scrive un amico. “Riposa in pace, mister.”

Il tragico destino di Edoardo Clementi ha anche riacceso il dibattito sulla sicurezza stradale e sulla necessità di maggiore prevenzione tra i giovani. La mancanza del casco, la guida pericolosa e la fuga disperata sono elementi che, secondo molti cittadini, mettono in luce la necessità di un intervento educativo.

“Non è solo una questione di controllo delle forze dell’ordine, ma anche di responsabilità sociale. I giovani devono capire il valore della vita e i rischi a cui si espongono,” ha commentato un attivista per la sicurezza stradale. “È terribile pensare che Edoardo abbia perso la vita in circostanze che, con una maggiore consapevolezza, avrebbero potuto essere evitate.”

Il destino di Edoardo Clementi, avvolto da domande irrisolte, ha toccato il cuore di Roma. Una giovane vita spezzata, una comunità in lutto, e una città che riflette sul proprio futuro.

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