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Roma, associazione Big Mama: “Mamme che supportano altre mamme”

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ROMA – Da Gennaio a Roma in via Raffaele Battistini, 63/65 in zona Monteverde l’Associazione Big Mama tenderà una mano amica e concreta alle donne. Sono oramai decenni che statistiche e analisi demografiche denunciano inesorabilmente il calo delle nascite del “belpaese” in corsa verso un alzamento pericoloso dell’età della popolazione italiana. Come se non fosse già preoccupante questo, l’inasprimento della corsa forsennata verso una estremizzazione di un capitalismo sottomesso e subordinato al “dio danaro” impone ritmi di produzione e servizi sempre meno consapevoli che dietro alla forza lavoro ci sta l’essere umano con le sue esigenze e la sua natura di essere umano. Negare alla donna la maternità ricattandone il posto di lavoro od ostacolarne la sua assenza per l’accudimento dei figli sono forme di violenza che creano scompensi psicologici importanti che non possono essere tollerati in una società che si reputa civile e moderna. Lasciare che la donna “si arrangi” anche quando le manca l’appoggio del marito o compagno, tende pericolosamente a lenire l’integrità e la dignità della donna stessa in una fase della vita delicata e importante. Una sudditanza umiliante e innaturale che può contare sull’aiuto e supporto concreto dell’Associazione Big Mama di Roma in grado di garantire assistenza psicologica e reinserimento tramite nuove mansioni lavorative che col tempo infondano coraggio e valorizzazione dell’essere donna oggi.

Una associazione ubicata in via Raffaele Battistini 63/65 in zona Monteverde pronta a conoscere, ascoltare e tendere la mano per ricominciare a vedere un futuro che abbia rispetto della dignità della donna e della sua natura di essere umano.  “La natura vuole, dalla donna, amore e dedizione materna ” disse lo scienziato tedesco Paul Julius Möbius. Un concetto semplice nella forma ma complesso nella sostanza, che racchiude l’intima concezione assolutistica che se cerne nel processo della creazione e della crescita di un seme che fisiologicamente abbandona la protezione materna dopo nove mesi, per  donarsi agli occhi del mondo. Una fase tanto delicata quanto complessa che racchiude emozioni contrastanti: la certezza di aver dato alla luce una creatura che percorrerà passi incerti verso un futuro tutto da scoprire e la rassegnazione dettata dalle circostanze avverse e imposte da un mondo poco avvezzo e comprensivo alle necessità venutesi a creare dalla maternità stessa. Molte donne non hanno genitori o parenti che possano accudire i loro figli durante le ore di lavoro ed ecco che giunge in aiuto Big Mama, che le aiuta in diverse fasi importanti e spesso difficili. “Chi si accinge a diventare un buon capo, deve prima essere stato sotto un capo” disse Aristotele ma in molti casi il datore di lavoro è poco comprensivo dinnanzi alle esigenze altrui e non appena si viene a creare la situazione in cui il dipendente deve assentarsi per motivi strettamente legati alla sua salute o gravidanza, al suo rientro viene accolto con una pacca sulla spalla, una stretta di mano e una porta in faccia e come detto poc’anzi, vi è una ingiusta negazione alla maternità

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Ne parliamo con la ideatrice del progetto nonché Presidente dell’associazione Big Mama, Michela Donvito. Come e quando è  nata questa idea?

Intanto è nata dalla mia esperienza personale, sono mamma di due splendide bambine che per realizzare il sogno di diventare madre ha dovuto lasciarne altri chiusi nel cassetto. Purtroppo le mamme che lavorano, che vivono in una grande città come Roma e sono lontane dalla famiglia possono incontrare molte difficoltà durante i primi mesi di vita dei figli e molte sono costrette a fare una scelta. È  pensando proprio  a quelle mamme che non possono contare su nonni e parenti vari, che è nato il progetto, in primo luogo siamo delle mamme che supportano altre mamme in un momento della vita che può essere molto delicato: l’arrivo di un bambino può rompere gli equilibri di una coppia, può dare forti emozioni non sempre facili da gestire da sole, o può semplicemente far sorgere mille dubbi sulla gestione del neonato. Insomma, le paure possono essere molte e, se non si ha una mamma o un’amica “nelle vicinanze”, è tutto più difficile. Big Mama vuole essere una grande mamma che  abbraccia tutte le mamme, ed in fondo c’è una grande mamma in ognuna e noi vi aiutiamo a cercarla.

Come materialmente l’Associazione Big Mama pensa di muoversi? Quali sono le vostre iniziative ?

Ai  nostri associati saranno proposti  progetti, un punto di aggregazione, un centro di ascolto, cercheremo insieme il modo affinché chi è in difficoltà possa reinventarsi ad esempio attraverso percorsi mirati e in base alle proprie predisposizioni personali e ai propri talenti. Non vogliamo forzare la mano ma aiutare a trovare la propria strada. Cerchiamo di proporre percorsi formativi non scontati al passo con i tempi, analizzando soggettivamente le possibilità di sbocco lavorativo in base alle proprie propensioni. Cerchiamo di fare una selezione dei nostri corsi. A breve partiremo, in collaborazione con professionisti qualificati, per esempio, con laboratori di oreficeria, che partono dalla creazione del gioiello fino a mettere in condizione il corsista di crearsi una vera e propria attività. Poi, per citarne altri gemmologia, sartoria e modellismo, wedding Planner. Tutte professioni ricercate, appaganti e al passo con i tempi. Inoltre vogliamo offrire un luogo accogliente e sicuro dove poter lasciare i propri figli magari in occasione di un colloquio di lavoro a tutti coloro che, in una grande città come Roma, non hanno nessuno a cui affidarsi. I bambini giocheranno tranquillamente e verranno intrattenuti con laboratori creativi a seconda delle fasce d’età curati da una nostra associata, professionista,  anche lei mamma. Partiamo dunque dall’abc, dal semplice aiuto per la compilazione di un curriculum, forniamo informazioni sulle normative vigenti, idee su come trovare e far crescere la propria attività, dal social marketing al semplice uso dei pc. Inoltre vogliamo essere un punto d’incontro per le famiglie straniere che si trovano spaesate o anche loro sole. L’idea è anche quella di creare un network di assistenti famigliari come badanti, baby sitter e collaboratori domestici, che si autopropongono o vengono segnalati da altre.  Si crea in questo modo un circolo virtuoso tra la domanda e l’offerta di lavoro. A questo aspetto solidale si affiancherà anche quello di un aiuto fattivo con una rete di specialisti che forniranno informazioni ed assistenza, ognuno mettendo a disposizione le proprie competenze e formazione specifica. A tal proposito verrà istituito anche uno sportello di consulenza legale oltre che mediazione familiare di cui si occuperà l’avvocato e criminologa Orietta Giulianelli.

Dottoressa qual è Il suo ruolo nell’associazione? E cosa farà concretamente per aiutare le mamme e le famiglie?

Sono un avvocato civilista iscritta all’ Ordine di Roma, esperta in diritto del lavoro e nel diritto di famiglia. Ho conseguito il titolo di Curatore Speciale del Minore nei procedimenti civili diventando quello che sinteticamente può definirsi un “avvocato dei bambini”. Nel 2014 ho conseguito presso l’Università La Sapienza di Roma il diploma in scienze criminologico-forensi e sono perciò anche quello che comunemente si dice, una criminologa. Quando la Presidente mi ha parlato del suo progetto di fondare un’associazione che ponesse l’attenzione sulla figura materna e le problematiche ad essa riferibili e che rappresentasse una risorsa sociale per le stesse, per i loro figli e, perchè no, per i padri, proponendomi di farne parte, ho accolto con interesse ed entusiasmo questa opportunità. Sono riandata con la memoria alla mia personale esperienza di madre professionista, alle difficoltà a tratti quasi insormontabili che ho dovuto affrontare nel conciliare  la mia attività lavorativa con l’esperienza più creativa ed appagante che abbia avuto la fortuna di provare, la nascita di mia figlia oggi ventitreenne. Ricordo ancora le corse, il profondo disagio nello staccarmi da lei, i sensi di colpa per non essere sempre presente e dall’altra parte i clienti che mi toglievano il lavoro, questo a riprova che spesso la maternità viene pagata “a duro prezzo” da ogni donna, sia disoccupata, sia lavoratrice, sia dipendente, sia professionista, insomma il fenomeno è democraticamente trasversale. Ho deciso perciò di mettere volentieri a disposizione  le mie competenze legali e criminologiche ed ho accettato di rendermi disponibile in uno spazio di ascolto per tutti gli associati che avranno necessità di un supporto o semplicemente di un confronto. Lo sportello legale da me gestito, che avrà una cadenza settimanale, sarà aperto a coloro che abbiano quesiti sia nel settore lavorativo che in quello familiare. Saranno offerte consulenze su problematiche che, a mero titolo esemplificativo, riguardino le malversazioni, i torti subiti sul posto di lavoro (mobbing, bossing, licenziamenti, ecc) ed avranno spazio di ascolto tutti i portatori di difficoltà riconducibili alla famiglia e relative sia ai rapporti con i componenti del primo nucleo sociale, la famiglia appunto, sia relative al delicato compito di educazione dei figli. Non saranno trascurati pertanto i purtroppo noti fenomeni del bullismo e di cyberbullismo, le manifestazioni dei disagi infantili ed adolescenziali, questi ultimi ovviamente trattati anche con il supporto di una psicologa. Come criminologa ed esperta nei colloqui di prima accoglienza delle donne che hanno subito violenza, si valuterà in sede associativa se istituire uno sportello di ascolto per le vittime anche di stalking dando però un taglio diverso, che oltre a prestare soccorso promuova la crescita della consapevolezza femminile. Organizzeremo anche eventi, seminari, corsi formativi aventi ad oggetto le suddette problematiche rivolti sia a semplici ascoltatori sia a persone impegnate nel settore sociale. Insomma  il progetto è ambizioso  e suscettibile di sviluppo anche in relazione alle istanze che raccoglierò dai dialoghi con gli associati. Vi aspettiamo perciò da gennaio a Roma presso la sede dell’Associazione Big Mama, via Raffaele Battistini, 63/65 (zona Monteverde) per ascoltarvi e conoscerci.

Angelo Barraco – Paolino Canzoneri

 

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Il maternage: una pratica educativa di crescita individuale

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La relazione madre-figlio rappresenta il primo legame affettivo di un neonato.

Come afferma Bowlby, è in questa fase che la madre mette in atto una serie di comportamenti come, coccolare il proprio bambino, contenerlo e nutrirlo affinché si possa instaurare un attaccamento sicuro o insicuro.

Nell’ambito psicologico il maternage è un complesso di atteggiamenti ed azioni implicati nel rapporto madre-figlio. Tali comportamenti possono creare relazioni di dipendenza o di indipendenza. Da questi atteggiamenti il bambino costruisce il proprio io nonché la propria personalità.

Nell’ambito psicoterapico il maternage è considerato una tecnica per curare le psicosi avvenute nella prima infanzia. In questo caso il rapporto di cura si crea tra terapeuta e paziente. Il maternage, come cura del paziente da parte del terapeuta, è stato individuato da Racamier, Sechehaye e anche da Winnicott nel secolo scorso.

Il maternage nell’accezione complessa del termine è considerato un approccio, una filosofia di vita basata sulla condivisione emotiva tra due soggetti sia nell’ambito familiare, educativo che terapeutico.

Il termine maternage sottintende il prendersi cura dell’altro con delicatezza, con gentilezza e con rispetto. La tecnica del maternage è un cammino sia per il bambino che per l’adulto, è come dire “sono qui con te”, è una sorta di “formula magica”.
Il soggetto che si prende cura dell’altro funge da contenitore emotivo.
Lo studio del maternage analizza differenti pratiche diffuse nel mondo, in funzione dei modelli di riferimento definiti in base al livello di contatto: il maternage ad alto contatto, caratterizza le società tradizionali, mentre il maternage a basso contatto è tipico dei paesi industrializzati.

Tale affermazione pone in evidenza le differenziazioni culturali. Ad esempio, pensiamo ai bambini africani rispetto a quelli svedesi: i primi, per usanze e tradizioni hanno maggior contatto con la propria madre, mentre i secondi, data la frenesia quotidiana, hanno un minor coinvolgimento nelle cure materne.
È proprio in base alle attenzioni che si danno ad un soggetto che si riceveranno altrettante risposte differenti.

Il maternage è una tecnica di cura e di empatia, deve essere svolta nel modo più attento e sensibile possibile. In questo atteggiamento sono implicate le emozioni di entrambi i soggetti.
Tuttavia, un comportamento adeguato crea momenti di simbiosi unici, in particolare nel rapporto madre e figlio nei primissimi anni di vita. È un rapporto di esclusività che deve dar vita a sicurezza, serenità, fiducia e bidirezionalità relazionale: una sorta di gioco di sguardi che coinvolge i due soggetti in un rapporto sano, equilibrato e disposto a proseguire nel tempo.

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La nuova sede romana dei corrispondenti dei media esteri dall’Italia rinnova memorie berlusconiche

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La nuova sede romana dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, ASEI, inaugurata in presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, ha dato occasione ai media italiani ed esteri che hanno descritto l’evento di rinnovare memorie, di vario genere, sul trentennio berlusconiano attraversato dall’Italia, poiché la stessa sede era stata la residenza romana del magnate e politico italiano per molti anni. Si è ricordato, nelle descrizioni mediatiche, l’allergia di Berlusconi ai contatti con i corrispondenti, le occasioni di numerosi incontri politici, e poco politici, che avvenivano tra le museali stanze del secentesco palazzo Grazioli, proprietà di una famiglia nobiliare romana.
Non sono mancate citazioni pruriginose sulle vicende personali del presidente del Consiglio dell’epoca, che sono state una manna per i cronisti di cronaca nera o rosa, e che forse sarebbe ora di riporre negli scaffali della storia politica e del costume italiana.
Come scritto da taluni, la nuova sede al primo piano del palazzo, che assomiglia indubbiamente più ad un museo che ad una struttura per lavoro, ha subìto importanti ed autorizzati rifacimenti che la recedono senza dubbio unica in Europa, e forse nel mondo, come centrale operativa dei circa 400 corrispondenti della antica Associazione, fondata nel 1912 da un manipolo di corrispondenti basati a Roma a quel tempo, e in cui è attivo dal 1989 il giornalista tarantino Gianfranco Nitti, come corrispondente di media finlandesi.
Dopo il rituale saluto al Presidente Mattarella dalla Presidente dell’Associazione, la turca Esma Çakir, il capo dello Stato italiano, che aveva fatto un rapido giro nella sede, ha ringraziato per l’invito a essere presente in un momento così significativo: l’inaugurazione della nuova sede dell’Associazione Stampa. Nel formulare gli auguri, dicendosi lieto di vedere una così bella nuova sede, anche come socio onorario, Mattarela ha detto di apprezzare tale condivisone, ricordando come, oltre un secolo fa, sia iniziata la storia dell’Associazione, Come ricordato dal Presidente, era il momento in cui l’Europa attraversava la ‘belle époque’, poi travolta, dopo due anni, dalla terribile condizione della Grande Guerra. Fino a due anni fa, l’Europa viveva non in una belle époque, ma in una ‘époque de paix’, che si spera di riuscire a difendere, preservare e ripristinare appieno. È una storia importante quella dell’Associazione, con i corrispondenti esteri che si sono moltiplicati, insieme agli strumenti dell’informazione che cambiano continuamente in questa epoca. Tutto questo non ha visto cambiare lo spirito della presenza dei corrispondenti a Roma, in Italia. Mattarella ha detto di aver sempre accompagnato questo lavoro, questa attività, con due impegni: l’indipendenza di giudizio e la conoscenza approfondita dell’Italia. Queste attività integrative dell’Associazione – come conoscere meglio la cultura italiana, il cinema, la cucina, lo stile di vita italiano e lo sport – sono fondamentali per interpretare e raccontare l’Italia in maniera autentica. Il ruolo della libera stampa è decisivo, essendo il presidio indispensabile della libertà delle persone. Il Presidente ha evidenziato come la Repubblica italiana esprime riconoscenza verso i corrispondenti dei media esteri augurando buona fortuna per la loro attività, consapevole che il mondo è sempre più integrato e interconnesso, richiedendo rapporti collaborativi.
Hanno fatto eco a Mattarella il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, con interventi di apprezzamento e di sostegno all’Associazione. È giusto ricordare che quest’ultimo ha la competenza sulla concessione della sede all’Associazione, sede che è messa a disposizione dallo Stato italiano, il che costituisce probabilmente un unicum nel mondo. Urso ha detto, tra l’altro, che “sin dall’inizio della legislatura abbiamo migliorato il contesto per l’internazionalizzazione economica del nostro paese e per gli investimenti esteri. In questi mesi gli investimenti esteri sono notevolmente cresciuti ed è notevolmente cresciuto, più di ogni altra borsa, l’indice di borsa italiana”. Si sono poi susseguiti interventi degli sponsors che hanno collaborato all’allestimento della nuova sede.



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L’amore ai giorni nostri…

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Oggi l’amore ha subito numerose variazioni. Rispetto al passato i sentimenti d’amore sono diventati più labili e superficiali.

Questo mutamento è dovuto anche ai nuovi sistemi tecnologici: dichiararsi con un messaggio whatsapp, lasciarsi con una telefonata e via dicendo…

L’amore oggi è come giocare a scacchi, l’essere umano vuole premeditare ogni mossa avversaria con lo scopo di risultare il più forte. Oggi è difficile riconoscere i propri sentimenti, mentre è diventato più facile fingere l’indifferenza.

L’aspetto che fa la differenza è legato anche all’incapacità emotivo-relazionale e affettivo-empatica. Non si piange più sulle spalle degli amici quando si soffre per amore, ma ci si chiude in sé stessi. Quando i nostri sentimenti sono feriti e quando le nostre aspettative vengono meno, cadiamo in pianti, urla e disperazione.

Un tempo questo scenario era maggiormente accettato dalla società, ma oggi purtroppo non lo è più: viviamo in un mondo fatto di solitudine, sensi di colpa e inquietudine.
Oggi l’amore è “liquido”, afferma Bauman, cioè è immaturo; è un amore scisso tra il desiderio di emozionarsi e la paura di legarsi. L’amore viene narrato come qualcosa di passeggero, futile, da non prendere troppo sul serio.

Il romanticismo non esiste più, al suo posto c’è la volgarità. Il corpo delle donne è uno strumento da usare e gettare via. La sessualità e il desiderio temporaneo del corpo dell’altro hanno la maggiore rispetto ai concetti legati all’amore e al sentimento duraturo e profondo.
I termini come matrimonio e procreazione sono fortemente messi alla prova: i giovani si sposano meno e temporeggiano sull’avere figli.

Questo fenomeno, in Italia, sta vedendo un calo della natalità e un progressivo aumento della popolazione anziana. L’amore rompe i propri schemi e riproduce il degrado della nostra società.

La nostra generazione pensa che la non curanza ed il disinteresse siano i concetti chiave di una relazione. Non è così; lo sforzo, l’interesse, la fedeltà, lo sono.
Oggi, cambiare le prospettive sul concetto di amore risulta molto difficile se non irraggiungibile. Sarebbe opportuno dare maggiore attenzione alle relazioni anche se questo a volte significa sacrificare il proprio orgoglio, bisognerebbe osservare le persone attorno a noi e non lasciarle andare facilmente.

Prima di arrenderci di fronte ad una difficoltà, dovremo assicurarci di aver lottato fino in fondo. Ognuno di noi dovrebbe custodire l’amore e farne qualcosa di prezioso. Bisognerebbe riconoscere il proprio modo di amare e fortificarlo ogni giorno di più.
Il pianto, il dolore e la vulnerabilità fanno parte dell’amore e in parte contribuiscono a renderlo magico.

Resistere alle tentazioni, al giorno d’oggi, è molto difficile, ma dovremo scindere il desiderio sessuale dal sentimento vero.

La società vulnerabile e superficiale dei nostri giorni non lascia il tempo di riflettere e meditare, è tutto più veloce e rapido. La cura e la parsimonia di avere una relazione stabile e continuativa, ricca di valori è un ideale che si sta sempre più allontanando.
Sarebbe adeguato essere più stabili sentimentalmente per garantirci una società meno legata alla “materia” e più aperta ai valori e ai sogni.

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