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Roma, blitz antidroga dei Carabinieri: 12 arresti nelle piazze dello spaccio

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ROMA – Anche in occasione del ponte di Ferragosto, prosegue senza sosta l’attività antidroga da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, che ha consentito, nelle ultime ore, di eseguire diversi blitz nella Capitale, dal centro storico alle periferie, e di arrestare 12 persone.

I Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca, ad esito delle verifiche nelle note piazze di spaccio del quartiere, hanno arrestato 7 persone: un cittadino tunisino di 33 anni, già noto alle forze dell’ordine e sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla PG, è stato trovato in possesso di 11 dosi di cocaina e 540 euro; un 68enne romano trovato in possesso di 9 dosi di hashish e 95 euro; altre due persone, una donna italiana di 35 anni – in cerca di acquirenti – e un 24enne egiziano – che fungeva da vedetta – sono stati trovati in possesso di 26 dosi di cocaina, 2 dosi di eroina e 520 euro in contanti; altre due persone  un 43enne romano e un 32enne romano, che fungeva da vedetta, sono stati trovati in possesso di 16 dosi di cocaina e 255 euro. Dagli accertamenti dei Carabinieri è anche emerso che il 32enne doveva trovarsi agli arresti domiciliari presso la sua abitazione per precedenti reati e si era allontanato senza motivo o autorizzazione. È stato arrestato anche con l’accusa di evasione.

Un 68enne di zona è stato invece sorpreso a cedere alcune dosi eroina ad un giovane, identificato e segnalato all’Ufficio Territoriale del Governo di Roma, quale assuntore. La successiva perquisizione a casa del 68enne ha permesso ai Carabinieri di rinvenire 8 involucri contenenti in totale 85 g di eroina, 5 involucri contenenti 44 g di cocaina e 29.746 euro, ritenuti provento di attività illecita.

In via Casal Tidei, zona San Basilio, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato un 34enne sorpreso a cedere due dosi di cocaina ad un acquirente. Nelle sue tasche, i militari hanno rinvenuto e sequestrato ulteriori 38 dosi della stessa droga e 1.250 euro in contanti. L’acquirente è stato identificato e segnalato alla Prefettura.

Nel corso di un normale controllo in via di Val Fiorita, un 29enne romano è parso molto nervoso e quindi i Carabinieri della Stazione Roma Eur hanno deciso di approfondire i controlli. L’uomo è stato perquisito e trovato in possesso di 97 g di hashish e 1.020 euro.

In via Valsugana, invece, I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Parioli hanno arrestato un 37enne italiano che ad esito di un controllo dopo essere stato fermato alla guida della sua autovettura, è stato trovato in possesso di 11 dosi di cocaina e 940 euro.

Gli stessi Carabinieri, poco dopo in via Panama, hanno arrestato anche un 63enne albanese trovato in possesso di 16 g di cocaina occultati all’interno di una piccola intercapedine sotto il volante della sua autovettura.

I Carabinieri del Nucleo Roma Scalo Termini hanno infine arrestato un 65enne originario di Palermo ma residente a Roma bloccato in via Marsala dopo aver ceduto alcune dosi di hashish ad un giovane. L’uomo è stato trovato in possesso di una chiave, risultata poi essere di un garage a lui in uso in zona Magliana che i militari hanno deciso di perquisire. Al suo interno sono stati trovati 4 smartphone di dubbia provenienza, che sono stati sequestrati. Oltre che per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, è accusato anche di ricettazione.

Tutti gli arresti sono stati convalidati.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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