ROMA, CASO FEDERICA PUMA: L'ONOREVOLE GIUSEPPE BERRETTA PRESENTA UNA INTERPELLANZA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

DI FRONTE A QUESTE URLA DISPERATE, ALLA RABBIA DI UNA BAMBINA CHE SI SFOGA CON LA SUA MAMMA PERCHE' NON CAPISCE IL MOTIVO PER IL QUALE NON PUO' STARE CON LEI, CON LA PERSONA CHE L'HA MESSA AL MONDO E CHE LA VUOLE CON SE'. E' NECESSARIO MUOVERSI PER PRESERVARE IL DIRITTO ALLA FAMIGLIA, QUESTO CASO, IL PEGGIORE DEGLI INCUBI PER UN GENITORE NON PUO' AVERE UNA ORRENDA CONCLUSIONE. LA REDAZIONE DE L'OSSERVATORE LAZIALE E' SOLIDALE CON LA MAMMA DI BEATRICE E SI STRINGE ATTORNO ALLO STRAZIANTE E TERRIBILE MOMENTO CHE STA VIVENDO.

 

Berretta (Pd) al Ministro della Giustizia: "Quali interventi normativi intenda introdurre al fine di evitare il ripetersi di simili casi, in cui pare evidente un eccessivo margine di discrezionalità in merito all’allontanamento dei minori dal contesto familiare"

 

A.P.

Continua la battaglia di Federica Puma per poter riavere la piccola Beatrice affidata dal giudice Carmela Cavallo alla casa famiglia “Il Ciliegio” di Roma. Dopo la lettera a Clio Napolitano, dopo le innumerevoli iniziative intraprese dalla Puma, l’Onorevole Giuseppe Berretta (Pd) interpella il Ministro della Giustizia.

Ecco il testo dell'interpellanza:
“Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della Giustizia, per sapere – premesso che:
in data 14 dicembre 2011, il Presidente del Tribunale per i Minorenni di Roma, Carmela Cavallo, convocava presso il Tribunale la signora Federica Puma e la propria figlia minore, Beatrice Grottesi di anni 7;
senza alcun preavviso e senza ascoltare la minore, il giudice Cavallo, con decreto numero 7809 disponeva l’allontanamento della bimba dalla madre, per collocarla presso la Casa Famiglia “Il Ciliegio” di Roma;
con tale provvedimento la minore veniva allontanata dai propri familiari, dai propri affetti e dalla propria scuola;
il decreto motivava l’allontanamento della minore su “una conflittualità tra i genitori” rappresentata dagli assistenti sociali;
da quanto emerso dalla stampa locale, che ha dato ampia eco al caso, l’intera vicenda appare in modo totalmente diverso da quello che viene rappresentato nel decreto;
in particolare i genitori della piccola Beatrice non hanno mai convissuto dalla nascita della figlia;
entrambi i genitori sono stati sottoposti a due perizie psichiatriche svolte nel 2005 e nel 2008, entrambe le perizie riscontrano nel padre della minore, Alfonso Grottesi Alfonso un “disturbo di personalità di stampo narcisistico dovuto a vuoto empatico ed affettivo da curare in strutture cliniche idonee”;
sono numerose le relazioni delle forze dell’ordine che presentano il signor Grottesi, come soggetto ingestibile, il padre è pertanto risultato, in più occasioni, inidoneo ad accudire la minore, cosa che non ha mai mostrato di voler fare: non è comparso, seppur convocato, presso il Tribunale dei minorenni di Roma, e non ha mai richiesto di vedere la figlia nella Casa Famiglia;
secondo la signora Puma, il padre preferirebbe che la figlia restasse in Casa Famiglia, privata della possibilità di un costante rapporto affettivo con la madre, per destinarla all’adozione a terzi;
la madre e il contesto parentale materno, nel quale Beatrice è cresciuta, sono risultati sani e in grado di accudirla;
dalle relazioni redatte dalla Direttrice della scuola precedentemente frequentata dalla minore si evincerebbe che la bambina era ben curata e amata dalla madre e trascurata dal padre;
le relazioni delle assistenti sociali che inizialmente avevano gestito il caso Puma – Grottesi, sembrano mutare a seguito delle numerose denunce presentate dal signor Grottesi;
a seguito delle denunce del signor Grottesi le assistenti sociali vengono sostituire da altre che, ribalteranno completamente le relazioni, inquadrando il caso in un conflitto tra i genitori;
la tesi presentata dalle assistenti sociali di “conflittualità genitoriale”, appare discutibile considerato che il signor Grottesi è risultato essere affetto da grave patologia, arrivando, durante una udienza, a disconoscere la figlia;
considerato il forte stato di malessere della minore che costantemente chiede di poter tornare a casa dalla sua mamma e alla sua precedente scuola;
-: se è a conoscenza della vicenda su esposta;
quali urgenti ed opportune iniziative, nell’ambito delle sue competenze, intenda adottare al riguardo e se in particolare non intenda promuovere iniziative volte ad accertare la regolarità delle procedure seguite nel caso succitato;
quali interventi normativi intenda introdurre al fine di evitare il ripetersi di simili casi, in cui pare evidente un eccessivo margine di discrezionalità in merito all’allontanamento dei minori dal contesto familiare. On.le Giuseppe Berretta”

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