ROMA, MANIFESTAZIONE UGL: TUTTI CONTRO LE FALSE PROMESSE E LA RIDUZIONE DELLE TUTELE

 

I lavoratori e i vertici dell’UGL ribadiscono il no allo smantellamento, pezzo dopo pezzo, dello Statuto dei Lavoratori, no al demansionamento e ai controlli a distanza:” Tutto questo e il resto, che si nasconde dietro allo specchietto per le allodole dell’abolizione dell’art.18, porterà ad un vero e proprio annullamento dei diritti di chi lavora”

 

di Cinzia Marchegiani

Roma – Una manifestazione di rabbia, sofferta vede la partecipazione dei lavoratori scendere sulle strade di Roma per gridare la crisi profonda dettata soprattutto dalle istituzioni che non riescono ad affrontarla e si nascondono dietro le riforme per aggredire ancora di più il mondo del lavoro e dei suoi diritti. Il vice segretario generale dell’Ugl, Giancarlo Favoccia, dal palco di piazza SS Apostoli dove si è concluso il comizio finale della manifestazione Ugl Corteo per il Lavoro 2014 denuncia ciò che si sta attuando: “Quella di oggi a Roma è una piazza unita, che sta gridando a gran voce ‘basta’ alle false promesse di questo Governo. Non si può continuare a far finta che non stia succedendo nulla di grave abbassando sempre la testa, l’abolizione dell’art.18 non porterà nuova occupazione. Questa è stata la prima di una lunga serie di manifestazioni che l’Ugl ha intenzione di portare avanti in questo inverno che qualcuno definisce caldo, ma che invece per noi, per i lavoratori e per i pensionati sarà freddissimo”.
Anche l’intervento di Paolo Capone, segretario nazionale dell’Ugl Sanità, in rappresentanza di tutte le Federazioni accusa l’incapacità del governo di gestire questa crisi senza risparmiare i lavoratori e lo dice apertamente: “Il nostro sindacato oggi ha scelto di essere in piazza perché il Governo continua a prenderci in giro: fa finta di cancellare le Province e il Senato, invece ci impedisce di votare rappresentanti di espressione territoriale. Vuole farvi credere che annullando i diritti si creerà più lavoro. A tutto questo diciamo no, e oggi siamo qui per ribadirlo con tutta la nostra forza”.
Tante bandire UGL tante uomini e donne dal volto sgomento, tanti anni si lotte e battaglie vedono ad oggi depredare con slogan elettorali scelte senza anima e senza lungimiranza. Sono padri e madri di famiglie, sono giovani che non vendono futuro all’orizzonte ma solo un involuzione dei diritti e una decadenza dello Stato.

Il segretario confederale, Stefano Conti da cui era partito l’annuncio di questa importante manifestazione, presente al corteo precisa che da tutta Italia, dalle città e paesi lontanissimi da Roma, sono arrivati lavoratori, pensionati e giovani a dimostrazione che il nostro è un sindacato vivo e unito e ricorda:” Noi non abbiamo paura delle riforme dettate da quell’Europa che continua a imporre i suoi diktat, ai quali il governo Renzi si sottomette sempre. Ecco perché questo non è più e non può essere il momento di dialogare”.

Sembrano scene del lontano dopoguerra, lavoratori senza più uno straccio di tutela ricordano ai propri governanti l’attacco al mondo del lavoro senza precedenti. “Siamo in questa piazza, proprio vicino a palazzo Chigi – spiega il segretario confederale Ermenegildo Rossi – perché vogliamo ribadire il nostro no allo smantellamento, pezzo dopo pezzo, dello Statuto dei Lavoratori, no al demansionamento e ai controlli a distanza. Tutto questo e il resto, che si nasconde dietro allo specchietto per le allodole dell’abolizione dell’art.18, porterà ad un vero e proprio annullamento dei diritti di chi lavora”.

E l'immagine che viene fuori da questa protesta sindacale lascia un sola riflessione, quando un governo pensa a tutelare la propria conservazione e non quella dei diritti dei suoi cittadini, significa che non solo ha fallito, ma specula sulle necessità del popolo. No si può pensare di attendere il futuro, quando il presente già non esiste più.