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Roma, nasce Termini tv: il "trait d'union" tra video-operatori, fotografi, giornalisti e professionalità di altro tipo

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Tempo di lettura 4 minutiMission: riprendere le scene di vita d'ogni giorno nei suoi aspetti più comuni.

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di Simonetta D'Onofrio

 

ROMA – La vita così com’è, tanti individui raggruppati insieme, di diverse etnie, che transitano in una stazione. In altre parole azioni di vita quotidiana, che spaziano dal tema dell’amore, a un incontro, a una problematica da risolvere, come ricercare un’occupazione, raccontate e condivise in una community di amici, di partecipanti o di semplici cittadini che “frequentano” una stazione. In questo caso stiamo parlando di Termini, la principale stazione ferroviaria della città eterna e che ne costituisce il più importante scalo ferroviario.

 

In questo contesto nasce il canale online “TerminiTV”, direttore responsabile Francesco Conte, che ha come mission riprendere le scene di vita d'ogni giorno nei suoi aspetti più comuni. Uno spazio geografico, Termini, che potrebbe essere configurato come un “non luogo” , un “atopos”, per la natura transitoria insita in esso, viene raccontato attraverso le storie di coloro che vivono, orbitano o semplicemente passano nella zona di Termini. Concetto perno del progetto è quello di migrazione come fenomeno che accomuna tutti gli esseri umani e che viene ben rappresentato dall’immagine di una stazione in cui si parte o si arriva ma che a volte diventa anche una casa temporanea per coloro che vi giungono alla fine di un lungo viaggio. Per questo,

 

TerminiTV si apre anche alle storie che provengono da altre stazioni, italiane e non. La stazione rappresenta una sorta di piazza, uno spazio pubblico che viene poco a poco privatizzato semre di più. L’esplorazione dell’area di Termini, come contenitore delle più svariate realtà sociali, diventa uno strumento utile alla rappresentazione di una “realtà esemplare”, globalizzata. Si tratta di un esperimento unico di collaborazione tra video-operatori, fotografi, giornalisti e professionalità di altro tipo che non mira al sociale in un senso esclusivo, ossia dedicandosi unicamente a coloro che vivono fenomeni di emarginazione, ma che, al contrario, pretende di raccontare un territorio e, attraverso questo, la società tutta in un modo inclusivo. TerminiTV non parla esclusivamente di migrazione e di immigrati, ma più in generale di viaggio, quello fatto dai pendolari quotidianamente, il viaggio per raggiungere un amore, una solitaria avventura o un viaggio nel tempo ricordando una Roma che non c’è più.

 

TerminiTV è un progetto di narrazione multimediale (video, foto, social network, etc.) con un’identità comunitaria, ma non su base etnica o nazionale. La tematica della migrazione viene trattata anche attraverso la scuola di danza Termini Underground, dove giovani ballerini provenienti da tutto il mondo rappresentano la nuova Roma, contemporanea e pienamente multiculturale.

Abbiamo incontrato Francesco Conte, direttore responsabile del canale TV e autore del progetto e gli abbiamo rivolto alcune domande.

Dott. Conte come nasce l'idea del progetto "Termini.TV"? Cosa propone agli utenti?

L'idea nasce dal raccontare un luogo spesso sottovalutato, di passaggio, o associato solo a microcriminalità e pericoli, la stazione appunto. Siamo partiti da Termini perché è stato il primo posto in cui sono arrivato a Roma, essendo marchigiano. Ho pensato "chissà in quanti ogni giorno arrivano qui, ed è la prima volta che mettono piede in Italia". Si sente nell'aria questa sensazione, l'ansia dei viaggiatori, l'entusiasmo, la paura. E' un posto pieno di adrenalina, la sensazione più vicina al viaggio che si possa avere in città. Non potendo viaggiare tanto come in passato, ho pensato che avrei viaggiato attraverso le storie degli altri. Anche quando non sono piacevoli, e si tratta piuttosto di migrazioni che di viaggi.

L'esperienza di "Maker Fair", la fiera dell'innovazione tecnologica che si è tenuta la scorsa settimana a Roma, cosa ha prodotto?

Il Maker Faire è stata per noi un'opportunità di conoscere realtà ben più strutturate che fanno della tecnologia il loro core business. Spesso però hanno la tecnologia, e non i contenuti. In quel senso possiamo inserirci anche in ambiti ben più tecnologici del nostro. Dopotutto noi facciamo solo una web tv, ma l'unica al mondo nel suo genere. Che cosa abbiamo noi di "making"? Il fatto che da una semplice idea siamo riusciti a creare una realtà editoriale che cresce rapidamente, anche senza editori né budget.

Mi ha parlato tanto del "Flah mob" che avete in programma per fine ottobre nei pressi della stazione Termini. Di cosa si tratta concretamente?

Il Flash mob del 29 ottobre è un'occasione per vedere quanti siamo, per misurare il nostro pubblico, non in quanto semplici spettatori, ma come piccola comunità. TerminiTV si configura come "community media", come una sorta di televisione online di quartiere, dove il quartiere è liquido e in continuo mutamento, una stazione enorme con una storia altrettanto grande alle spalle, Termini appunto. Nel flash mob chiediamo a tutti i partecipanti di filmarsi in simultanea, tra le 18 e le 19, per raccontare la propria esperienza di Termini. Che deve dire il video?
Semplice, raccontarci la propria esperienza di Termini, un episodio.. un amore, un addio, un furto, un incontro speciale, un viaggio, inviandoci poi il video, che sarà poi inserito in una video installazione al Macro di Roma, chiamata Reaction Roma.

Cosa si aspetta da questa iniziativa? Per il futuro?

TerminiTv è nato come un collettivo di videomaker e giornalisti, una sorta di coworking dove vari freelance si uniscono e creano contenuti originali che altrove non troverebbero spazio. Per il futuro, mi immagino una sorta di agenzia capace di seguire le news con approfondimenti, specialmente riguardo al tema migrazioni. Inoltre, stiamo preparando proposte di format a stazioni – soprattutto straniere, purtroppo, vista l'insensibilità mostrata verso di noi dai vertici di Trenitalia a Termini – in cui i racconti di TerminiTV potranno far parte della stazione stessa come un'opera multimediale fruibile dai passeggeri. Trasformeremo le stazioni in musei, e iniziamo con la mostra al Macro con Reaction Roma, dal 11 novembre al 3 dicembre, in cui Termini diventerà un oggetto di ricerca e approfondimento. Sono già oltre 300 i video realizzati, un archivio che avrà sempre più valore col passare del tempo, una testimonianza della società attraverso il racconto di chi incontriamo in stazione. E' importante sottolineare che è vero che siamo partiti da Termini, ma non ci fermiamo lì, visto che già ora abbiamo video da molte parti d'Italia e del mondo, da New York a Taipei, da Parigi a Catanzaro, da Lisbona a Trieste, dall'Ungheria a Buenos Aires.
 

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