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ROMA, PIAZZA DEL POPOLO: LA CHIESA DEGLI ARTISTI BRILLERA' "DI LUCE PROPRIA"

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Tempo di lettura < 1 minutoL’installazione site specific di Emanuela Fiorelli e Paolo Radi dal titolo “Di luce propria” rimarrà esposta fino al 28 Aprile

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Redazione
 
Roma – Nell’ambito del progetto “Una porta verso l’Infinito. L’uomo e l’Assoluto nell’arte”, oggi, domenica 14 aprile alle 18.30, sarà inaugurata nella basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti a piazza del Popolo, l’installazione site specific di Emanuela Fiorelli e Paolo Radi dal titolo “Di luce propria” . L’installazione sarà esposta fino al 28 aprile. 

“Di luce propria”  è il titolo dell’installazione site specific di Emanuela Fiorelli e Paolo Radi che sarà inaugurata domenica 14 aprile, alle ore 18.30, nella basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti a piazza del Popolo, per rimanere esposta fino al 28 aprile

L’evento sarà il secondo della sezione “Installazioni” del progetto “Una porta verso l’Infinito. L’uomo e l’Assoluto nell’arte”, curato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali del Vicariato di Roma in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura, che in tre differenti momenti dell’Anno liturgico, coinvolge diversi artisti a elaborare un lavoro capace di dialogare con lo spazio sacro della basilica.

«L’opera – spiega Silvia Marsano, consulente per le Arti visuali del progetto “Una porta verso l’Infinito” – è stata pensata dai due artisti per il Tempo di Pasqua ed è una riflessione sul senso etimologico di questo periodo dell’Anno Liturgico, nel suo valore di “passaggio” dalla morte alla vita, dal vizio alla virtù e alla libertà della salvezza, attraverso la purificazione». In essa «i due artisti dialogano con la magnificente architettura della basilica ritagliando all'interno dello spazio sacro spazi interiori propri, atemporali, sospesi».

I visitatori si troveranno immersi in una doppia installazione che coinvolgerà sia il centro della chiesa che le sei cappelle laterali. L’obiettivo: rappresentare l’umana ricerca dell’Assoluto che, conclude Silvia Marsano, «per Emanuela Fiorelli si scopre attraverso una traccia, una trama essenziale, per Paolo Radi si percepisce solamente, ma non si vede mai».

 

 

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