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Cultura e Spettacoli

Roma, proiezione al Tufello di ” Qualcos’altro che ancora non c’è”: ci sarà anche il ministro Bianchi

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Mercoledì 13 luglio alle 20:30 il Ministro Patrizio Bianchi siederà con gli studenti e le studentesse dell’Istituto di Istruzione Superiore Donato Bramante di Roma, nel quartiere Tufello, per assistere alla proiezione del film “Qualcos’altro… che ancora non c’è”, realizzato dagli alunni sotto la guida della società Alveare Producecinema srl (di seguito Alveare Cinema) grazie ai fondi del Piano Nazionale “Cinema e Immagini per la Scuola”, promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione.

Alla proiezione saranno presenti anche Silvia Costa, già Sottosegretario di Stato nel governo Ciampi, deputata alla Camera, europarlamentare dal 2009 al 2019, da tempo sostenitrice e amica di Alveare Cinema, e Giovanni Caudo, Presidente del Terzo Municipio – Montesacro, mentre veniva girato il film.

All’evento sono stati invitati anche Nicola Borrelli, Responsabile del Programma “Cinema e Immagini per la Scuola” del Ministero della Cultura; Bruno Zambardino, Responsabile degli Affari Europei della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, Paolo Marchionne, attuale Presidente del Terzo Municipio e Paolo Masini, Presidente dell’Associazione culturale Roma BPA, già Assessore alla Scuola del Comune di Roma con la giunta del Sindaco Ignazio Marino.

Il lungometraggio, girato in 4K, è stato ideato e implementato all’interno del progetto scolastico e PCTO “Sa.rà. un MUSICAL”, grazie ai 50mila euro vinti nel 2018 dall’IIS Bramante in partnership con Alveare Cinema, che hanno permesso agli studenti del Liceo Artistico, indirizzo Multimediale e Audiovisivo, di realizzare un film sul disagio seguito al lockdown da COVID-19.

Sessanta studenti che oggi hanno tra i 13 e 23 anni, supervisionati dalle produttrici Valeria Doddi e Paola Rota e dal regista Paolo Bianchini, si sono divisi i ruoli cinematografici in base alle loro attitudini e si sono cimentati nella sceneggiatura (insieme ai professionisti di Anac, Alessandro Rossetti e Alessandro Occhipinti), nella regia, nella recitazione, nella fotografia, nella fonica e nella produzione, portando a termine un prodotto di 100’ di cui sono anche i protagonisti.

All’inizio “Qualcos’altro… che ancora non c’è” avrebbe dovuto trattare le vicende del Nuovo Cinema Palazzo di San Lorenzo, un cinema occupato in fase di sgombero, ma il suo focus è stato cambiato in corso d’opera con l’avvento della pandemia, che l’8 marzo 2020 ha stravolto le vite degli Italiani con l’introduzione del confinamento forzato nelle proprie abitazioni. Mutato il tema del racconto, i protagonisti delle singole storie sono emersi con prepotenza dalle pagine dello script, hanno preso corpo, hanno affrontato le circostanze e hanno fatto della pandemia il fil rouge di una nuova narrazione, realizzata attraverso le proiezioni delle vite dei sette protagonisti. Le conseguenze sociali del COVID-19, tra fasi di pandemia acuta, isolamento e aperture, sono diventate, dunque, leva per un’auto-analisi che, peraltro, ha sventato tra i ragazzi un reale tentativo di suicidio.

Scritto durante il lockdown in tre mesi e girato in quattro settimane, “Qualcos’altro… che ancora non c’è” è stato ideato in modo che ogni studente avesse tre giorni a disposizione per ultimare le riprese aiutato, tra gli altri, da professionisti come il direttore della fotografia Daniele De Caro Carella, il montatore Claudio di Mauro, Davide di Donatello nel 2001 per “L’ultimo bacio”, il tutor per l’audio in presa diretta Matteo Orsini, quello per la scenografia Ciro Paduano e quella per i costumi, Laura Panza.

Il film è stato proiettato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il 5 settembre 2021 nella Sala Laguna, all’interno delle Giornate degli Autori / Isola Edipo – Cinema, Arti, Attualità, raccogliendo il favore della critica e del pubblico.

Da anni Alveare Cinema collabora con l’Istituto Bramante alla formazione di ragazze e ragazzi che vivono un quartiere “complicato”, dove la pandemia ha rallentato e ostacolato la crescita e lo sviluppo della generazione Z, facendo in alcuni casi precipitare i giovani in stati di apatia, ansia, depressione.

Il rapporto del 2021 “COVID-19 e Adolescenza” del Centro Nazionale di Documentazione e Analisi dell’Infanzia e dell’Adolescenza mostra i dati raccolti dal Policlinico Umberto I di Roma che parlano di circa un 20% di giovani che hanno contratto il COVID e che riportano effetti nel lungo periodo, nonché problemi di tipo psicologico come ansia, depressione, paura di quello che è successo o potrà succedere. La ricerca condotta dalla Fondazione Soleterre e dall’Unita’ di Ricerca sul Trauma dell’Università Cattolica di Milano “Impatto della pandemia sulla qualità della vita e sulla salute mentale degli adolescenti”, diffusa a gennaio del 2022, rivela inoltre che il 17,3% dei giovani tra i 14 e i 19 anni, – su un campione di 150 travolti dalla pandemia – pensa che sarebbe meglio morire o dice di volersi far del male. Il 2% lo pensa quasi ogni giorno e il 15,3% più della metà dei giorni.

Decidere di realizzare il lungometraggio a dispetto delle circostanze ha dunque rappresentato per i suoi autori uno spiraglio di speranza. Lo dice anche l’analisi del film realizzata dalla Professoressa Maria Rita Mancaniello, Pedagogista dell’Adolescenza presso l’Università degli Studi di Firenze, la quale ha sottolineato come questo sia stato una sorta di supporto psicopedagogico per affrontare le difficoltà.

“Alveare Cinema è ormai ‘maggiorenne’”, afferma il regista Paolo Bianchini, “ed è nata per una scelta radicale: parlare con i giovani, dalle elementari in su, e offrire gli strumenti per creare racconti a coloro che devono continuare a camminare sulla strada della vita, dove tutte le generazioni si incontrano. Abbiamo vissuto l’impasse del lockdown seguendo un principio con cui vivo: quello dell’acqua. Il fluido si adegua al recipiente che lo accoglie e continua a camminare nonostante gli ostacoli, aggirandoli. Ecco, durante il lockdown ho incitato a seguire questo istinto, questa energia che guida la nostra vita e vuole andare verso il mare. Infatti, dopo un primo sbandamento, chiusi nelle rispettive stanze, incontrandoci online, ci siamo detti di continuare raccontando proprio ciò che stavamo vivendo. Ognuno degli autori ha quindi portato il personaggio in casa propria e ne ha fatto un film autobiografico, che però è parte anche di una biografia collettiva. Si è trattato, per i nostri studenti e le nostre studentesse, di una forma di psicoterapia contro il dolore dell’isolamento e contro l’incognita del futuro”.

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Castelli Romani

“Firmitas, utilitas, venustas”: a Frascati il convegno per la rinascita di un’architettura umana

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Villa Falconieri dal 26 al 28 aprile

“Tutte queste costruzioni devono avere requisiti di solidità, utilità e bellezza.
Avranno solidità quando le fondamenta, costruite con materiali scelti con cura e senza parsimonia, poggeranno profondamente e saldamente sul terreno sottostante; utilità, quando la distribuzione dello spazio interno di ciascun edificio di qualsiasi genere sarà corretta e pratica all’uso; bellezza, infine quando l’aspetto dell’opera sarà piacevole per l’armoniosa proporzione delle parti che si ottiene con l’avveduto calcolo delle simmetrie”

Vitruvio nel “De Architectura” sviluppa un concetto costruttivo che può essere racchiuso in tre semplici parole “Firmitas, utilitas, venustas” – solidità, funzione, bellezza – e partendo proprio da queste tre espressioni l’accademia Vivarium Novum di Frascati, nell’incantevole cornice di Villa Falconieri dal 26 al 28 aprile, terrà un Convegno dal titolo “Firmitas, utilitas, venustas: per la rinascita di un’architettura umana”.

Iniziativa estremamente lodevole patrocinata da School of Architecture della Notre Dame University, dal movimento internazionale New traditional architecture, dall’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, dal FAI – Fondo per l’ambiente italiano – Delegazione di Roma, dall‘Ordine degli architetti PPC di Roma e provincia, dall’Ordine degl’ingegneri di Roma, da Pulchria, dallo Studio ACAM, dal Festival dell’innovazione di Frascati.

Un “nuovo approccio della concezione architettonica” si legge nelle parole del Comunicato stampa diffuso in occasione di questo convegno che evidenzia, inoltre, la necessità di individuare “criteri e approcci architettonici e urbanistici rispondenti alle reali necessità materiali e spirituali dell’uomo, che da un lato aspira a proporzione ed equilibrio, dall’altra richiede socialità piena e vitale desiderosa di spazi da condividere con altri” – prosegue il comunicato stampa.

L’architettura deve tornare ad esprimere armonia con i luoghi ed, assieme alla solidità, offrire spazi capaci di rispondere ai bisogni sociali delle persone.

Lo scopo di Accademia Vivarum Novum punta ad una profonda “riflessione che possa approdare ad un rinnovamento delle pratiche culturali, artistiche e architettoniche, affinché esse pongano la naturale disposizione umana verso l’armonia e la bellezza al centro del loro operato, perseguendo inoltre un’idea di continuità, piuttosto che di rottura, coi paesaggi naturali e culturali costruiti attraverso i secoli”.

Un rinascimento architettonico che porti di nuovo l’Uomo al centro di ogni arte.

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Cultura e Spettacoli

Venezia, 60esima Biennale d’Arte: al padiglione della Finlandia la mostra “I piaceri che scegliamo”

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La ministra finlandese della Scienza e della Cultura, Sari Multala, accompagnata dall’ambasciatore di Finlandia in Italia, Matti Lassila, presenzia all’inaugurazione
 
 
È aperta da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024, la 60esima Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, a cura di Adriano Pedrosa e prodotta dalla Biennale di Venezia. La pre-apertura ha luogo nei giorni 17, 18 e 19 aprile, la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà il 20 aprile 2024.
 
Prima dell’apertura del 20 aprile, la ministra finlandese della Scienza e della Cultura, Sari Multala, accompagnata dall’ambasciatore di Finlandia in Italia, Matti Lassila, presenzia all’inaugurazione, nel Padiglione Aalto, della mostra finlandese alla 60a Biennale d’Arte di Venezia il 17 aprile; visita. tra gli altri, anche i padiglioni dei paesi nordici, dei Paesi Bassi, dell’Ucraina, degli Stati Uniti e dell’Islanda.
 
Il Padiglione Finlandia presenta una mostra dal titolo The pleasures we choose, “I piaceri che scegliamo”. Commissario: Raija Koli, Frame Contemporary Art Finland; Curatore: Yvonne Billimore & Jussi Koitela; Espositore: Pia Lindman, Vidha Saumya, Jenni-Juulia Wallinheimo-Heimonen
 
Sede: Giardini
 
“Gli artisti finlandesi hanno preso parte alla Biennale di Venezia sin dalla sua ideazione. L’importanza della Biennale di Venezia sull’arte contemporanea europea e sugli artisti e professionisti dell’arte finlandesi non può essere sottovalutata. In questi tempi in cui ci sono così tanti gravi conflitti nel mondo, l’arte e la cultura, insieme alla cooperazione internazionale e allo scambio di idee, svolgono un ruolo sempre più importante”, dichiara la ministr Multala.
 
Il Ministro Multala ha in programma di presenziare anche all’inaugurazione della mostra presso il Padiglione Nordico
 
Quest’anno, la Svezia è responsabile della mostra del Padiglione, intitolata “The Altersea Opera”; Commissari: Gitte Ørskou, Moderna Museet, Leevi Haapala, Kiasma Museum of Contemporary Art / The Finnish National Gallery, Ruben Steinum, Office for Contemporary Art Norway (OCA); Curatore: Asrin Haidari; Espositori: Lap-See Lam con Kholod Hawash e Tze Yeung Ho. Sede: Giardini
La Biennale di Venezia è la più antica biennale d’arte contemporanea al mondo.  Si tiene ogni due anni e riunisce nel parco dei Giardini della Biennale mostre provenienti da diversi paesi.  La mostra al Padiglione finlandese è stata commissionata e prodotta da Frame Contemporary Art Finland.  La Biennale sarà aperta al pubblico dal 20 aprile al 24 novembre 2024.
 
Sfumando i confini tra arte, architettura e critica sociale, il Padiglione della Finlandia riunisce tre artisti per i quali arte, vita e attivismo si intrecciano. Incorporato come un progetto collettivo, The Pleasures We Choose si è evoluto attraverso lo scambio di esperienze condivise e individuali per creare aree di diverse “occupazioni” in cui i visitatori sono incoraggiati a rivalutare e (ri)considerare le aspettative della società. Le opere di Lindman, Saumya e Wallinheimo-Heimonen sono profondamente informate dalle loro esperienze incarnate di squilibri strutturali, ambientali e sociali. Articolate attraverso un’ampia gamma di materiali e processi – tra cui disegno, ricamo, scultura e guarigione – le loro opere celebrano il piacere personale come potente mezzo per reinventare il mondo come lo conosciamo.
In seguito all’avvelenamento da mercurio, l’artista Pia Lindman sperimenta una maggiore sensibilità del sistema nervoso e una consapevolezza dei microsegnali all’interno del suo corpo. Traduce questi segnali in immagini visive, melodie, parole e colori e li incorpora in opere d’arte che le consentono di esplorare le sfumature di diversi ambienti e situazioni sociali.
 
Spesso impegnato con l’intricata relazione tra presenza umana e ambiente, il lavoro di Vidha Saumya sfida le norme dell’estetica, del genere, del mondo accademico e dello stato-nazione. Nel suo lavoro, gli spettatori incontrano un’interazione tra desiderio, intimità e (casa)terra, controbilanciata dalle esigenze eteronormative di utilità, tempo e (s)posizionamento.
L’opera di Jenni-Juulia Wallinheimo-Heimonen porta alla luce la varietà di forme di discriminazione e violenza a cui sono sottoposte le persone con disabilità. Le sue realtà intricate celebrano un mondo in cui una diversità di corpi umani ha conquistato il diritto di scegliere una vita piacevole rispetto alla mera esistenza.
 
“ I piaceri che scegliamo rifiutano l’eccezionalismo dell’arte e il mito che l’artista sia separato dal mondo, al contrario sono proprio le esperienze che richiamano l’attenzione sulla convivenza – mettersi in fila, scendere in strada, ricevere cure mediche , respirando la stessa aria tossica che ci spinge a dare vita a nuovi futuri collettivi ”, spiegano i curatori Yvonne Billimore e Jussi Koitela.
 
Presentate nel Padiglione Aalto della Finlandia, le opere degli artisti sono collegate concettualmente e materialmente attraverso interventi architettonici progettati da Kaisa Sööt . Ripensando il padiglione e il tipo di arte, corpi ed esperienze che può supportare, la mostra introduce un’“architettura di accesso” che considera l’accesso e le esigenze corporee attraverso i registri, incoraggiando al contempo esperienze multisensoriali.
 
“È stato meraviglioso testimoniare il processo di collaborazione e gioia tra artisti e curatori”, afferma Raija Koli , direttrice di Frame e commissaria della mostra. “Siamo felici di condividere questo progetto significativo con il pubblico nella prossima mostra”.  La mostra è accompagnata da una pubblicazione edita da K. Verlag .
 
Privo di virus.www.avast.com



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Cultura e Spettacoli

Viterbo, a palazzo Scacciaricci si presenta il Movimento “SpazioTempismo”

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Saranno per la prima volta uniti nell’opera artistica il Tempo, lo Spazio e la
rappresentazione multi-prospettica del soggetto con l’evidenza della continuità del
trascorrere del flusso dell’intervallo tra una prospettiva e l’altra. L’idea di
SpazioTempismo nasce nel 2010 da un’intuizione di Enzo Trifolelli che supportato poi
da Giampiero Ascoli, intraprendendo studi e ricerche, hanno ampliato e sviluppato il
tema dello Spazio e del Tempo che nella storia dell’arte ha radici profonde,
concretizzando il nuovo concetto e strutturando l’omonimo Movimento artistico.
Nell’ambito del Festival ViterboImmagine2023 lo SpazioTempismo ha avuto la sua
affermazione con l’esposizione di 34 opere di 24 artisti.
L’inaugurazione – con ingresso libero – si aprirà alle 18,00 presso Il Palazzo
Scacciaricci, una Torre-Loggia che sovrasta il caratteristico portico della Piazza S.
Pellegrino, nel suggestivo quartiere medievale, nel cuore del centro storico di Viterbo.
Enzo Trifolelli verrà introdotto da Silvio Merlani titolare della Galleria Chigi e, dopo
una breve ma interessante descrizione del concetto di SpazioTempismo, aprirà un
confronto con i presenti: artisti, appassionati dell’arte e non solo, sul nuovo concetto
e Movimento Artistico “SpazioTempismo”, per approfondire i temi inerenti.
Nella splendida cornice dell’evento, è previsto anche l’intervento della Critico d’Arte
Barbara Aniello che parlerà delle opere esposte e del Concetto SpazioTempistico.
All’esposizione saranno presenti molte opere realizzate con il Concetto dello
SpazioTempismo da alcuni dei seguenti artisti: Emanuela Artemi, Luciana Barbi,
Sergio Barbi, Simona Benedetti, Carlo Benvenuti, Nello Bordoni, Stefano Cianti, Alessia
Clementi, Pippo Cosenza, Raffaela Cristofari, Daniele Del Sette, Francesca Di Niccola,
Paola Ermini, Sheila Lista, Gino Loperfido, Francesca Mazzone, Matilde Mele, Arialdo
Miotti, Francesco Persi, Cecilia Piersigilli, Enzo Trifolelli, Tullio Princigallo, Rita

Sargenti, Alessandro Scannella, Giampietro Sergio, Paolo Signore, Carla Sozio, Jennifer
Venanzi, Alessio Zenone.
All’inizio dell’incontro saranno distribuite delle piccole brochure che illustrano il
concetto e che, assieme al link web (QR code), conducono alla più ampia descrizione
dell’idea. Sulla brochure web sono presenti anche immagini di opere in pittura,
scultura, Digital Art, installazioni e altorilievi.
La Mostra sarà visitabile, con ingresso libero, dal 20 aprile fino al 5 maggio 2024 dal
martedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30 e sabato, domenica e festivi dalle 10,00 alle
12,30 e dalle 16,00 alle 19,30.
Gli organizzatori dell’Evento e fautori del Movimento Artistico “SpazioTempismo”
invitano tutti i lettori a visitare la Mostra per ammirare le opere in SpazioTempismo
esposte.

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