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Cronaca

Scandalo cyberspionaggio: un'esperto informatico ci spiega che cos'è "Eyepiramide"

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Tempo di lettura 4 minuti Fabio Calvani: "Che cosa è EYEPIRAMIDE ( occhio della piramide ) , è un software maligno ( malware ) che si installa sui supporti informatici , quali pc , tablet e cellulari"

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di Angelo Barraco
 
Roma – Pochi giorni fa è scoppiata una bufera sul cyberspionaggio e sarebbero stati violati gli account e dati personali di politici di spicco, di massimi esponenti delle istituzioni, imprenditori e persino dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Una vicenda che ha travolto l’intera nazione e che ha portato all’arresto di Giulio Occhionero, ingegnere nucleare di 45 anni e Francesca Maria Occhionero, la sorella. I due fratelli sono stati interrogati e si sono fermamente difesi: “Non abbiamo mai rubato dati né svolto attività di spionaggio” aggiungendo “Gli indirizzi mail sono pubblici e alla portata di tutti e non c'è alcuna prova di sottrazione di dati da parte nostra”. I reati contestati ai due soggetti sono:  procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche. Dalle indagini svolte dal Cnaipic si è appurato che i due soggetti utilizzavano una rete di computer (botnet) che al loro interno contenevano un malware denominato “Eyepyramid”, che avrebbe dato loro la possibilità di acquisire notizie riservate di svariati soggetti. La Polizia ha inoltre appurato che vi è stato un tentativo di accesso alla posta elettronica dell’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, di Mario Monti e di Mario Draghi. Un’inchiesta che avuto il suo incipit a seguito di una segnalazione di una email giunta ad un’amministrazione di spicco che conteneva il sopracitato virus Eyepyramid. Da questo elemento precipuo gli inquirenti hanno avviato le attività investigative che hanno condotto direttamente ai due soggetti. Sarebbero stati inoltre spiati gli account di Fabrizio Saccomanni, ex Governatore della Banca d’Italia; Piero Fassino, Mario Canzio, Paolo Bonaiuti, Ignazio La Russa, Fabrizio Cicchitto, Vincenzo Fortunato. I fratelli Occhionero disponevano di un database con un elenco di 18.327 username, e 1.793 di essi avevano una  password ed erano suddivise in 122 categorie e denominate “Nick”. Ma che cos’è Eyepiramide?  Come funzione? Lo spiega in esclusiva per L’Osservatore D’Italia Fabio Calvani,  Responsabile divisione informatica del Crime Analysts Team ; Docente in qualità di esperto in data recovery  presso Univ.Niccolò Cusano ; Amministratore Unico ALMAEL SECURITY , vice presidente dell’associazione Culturale MAVEL.
 
“E’ notizia di pochi giorni , viene scoperto un sistema di monitoraggio di email appartenenti a personaggi pubblici , politici e chi più ne ha più ne metta . Che cosa è EYEPIRAMIDE ( occhio della piramide ) , è un software maligno ( malware ) che si installa sui supporti informatici , quali pc , tablet e cellulari , dei malcapitati presi di mira . Come funziona ? Molto semplice , da una mail inviata , spesso con indirizzo mittente a noi conosciuto , all’interno della quale troviamo un allegato , che possa essere un file PDF una file ZIP o una foto formato JPEG . Aprendo questo file il malware inizia ad installarsi nel nostro supporto informatico , ed il gioco è fatto . Da quel momento siamo nelle mani del malfattore , avrà accesso a tutte le nostre informazioni che abbiamo riportato sul nostro supporto informatico , avrà accesso a nostra insaputa alla telecamera e al microfono dello stesso .E’ possibile ora immaginare di quali conseguenze si possano avere . Ora il sistema di spionaggio scoperto dalle nostre Forze dell’ Ordine , è un sistema molto più complesso di come descritto sopra , in quanto si tratta di un sistema assai più complesso nella sua architettura , e atto non a trafugare i nostri codici di accesso dei nostri conti correnti , ma bensì a trafugare informazioni sensibili sia per la sicurezza dello stato , che informazioni sensibili atte a ricattare i malcapitati del gesto . Infatti qui si parla di un sistema organizzato tecnologicamente assai bene , che prevede un cospicuo investimento in denaro .Infatti come riportato dalle notizie si tratta di un sistema BOTNET  , che altro non è  che una rete formata da dispositivi informatici collegati ad internet  e infettati da malware, controllata da un'unica entità, il botmaster. A causa di falle nella sicurezza  o per mancanza di attenzione da parte dell'utente e dell'amministratore di sistema, i dispositivi vengono infettati da virus informatici o trojan i quali consentono ai loro creatori di controllare il sistema da remoto. I controllori della botnet possono in questo modo sfruttare i sistemi compromessi per scagliare attacchi distribuiti del tipo distributed denial of service   (DDoS) contro qualsiasi altro sistema in rete oppure compiere altre operazioni illecite, in taluni casi agendo persino su commissione di organizzazioni criminali. I dispositivi che compongono la botnet sono chiamati bot (da roBOT) o zombie . E’ chiaro che questo tipo di architettura nasce con scopi atti  trafugare notizie sensibili sia su persone che organizzazioni statali .
Di seguito una breve descrizione dell’architettura botnet , dei suoi usi legali e illegali e delle sue peculiarità tecniche . 

Applicazioni legali
Le botnet legali sono usati per il calcolo distribuito che è un campo dell'informatica che studia sistemi distribuiti. Un sistema distribuito è un sistema software in cui i componenti si trovano su computer in rete tali che per comunicare e coordinare le loro azioni si passano messaggi. I componenti interagiscono tra loro per raggiungere un obiettivo comune. Tre caratteristiche significative dei sistemi distribuiti sono: concorrenza dei componenti, la mancanza di un orologio globale, e fallimento indipendente dei componenti. il C&C può essere presente nel calcolo distribuito, ma nessun computer zombie è presente in questo tipo di sistema.
 
Applicazioni illegali
Le botnet a volte compromettono i computer in cui le difese di sicurezza sono state violate e il controllo è ceduto a terzi. Ogni dispositivo compromesso, noto come "bot", viene creato quando un computer viene penetrato da software malware (malicious software). Il controllore di una botnet è in grado di dirigere le attività di questi computer compromessi attraverso canali di comunicazione formati da protocolli di rete basati su standard, come IRC e Hypertext Transfer Protocol (HTTP). Le botnet sono sempre affittate da criminali informatici per una varietà di scopi.
 
Ora tutto quello detto in precedenza fa capire perfettamente due cose :
La prima , quando ci arrivano mail che reputiamo “ strane “ è buona regola cestinarle immediatamente , non facciamoci prendere dalla curiosità e cerchiamo sempre di essere “ connessi “ su quello che stiamo facendo. La seconda , ma non meno importante , è che Internet è il mezzo o sistema meno DEMOCRATICO esistente oggi". 

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Guidonia Montecelio, botte tra ladri e padrone di casa: arrestato topo d’appartamento. E’ caccia al complice

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I Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme hanno arrestato in flagranza di reato un 23enne georgiano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata in concorso.
Lo scorso pomeriggio, a Guidonia Montecelio, località Villanova, due soggetti si sono introdotti in un appartamento di via D’Azeglio, di proprietà di un pensionato, in quel momento in vacanza all’estero. Sul cellulare del figlio dell’uomo, che vive a casa con lui, è arrivato il segnale d’allarme dell’impianto di videosorveglianza.
Il giovane nel visionare il filmato delle telecamere in tempo reale, ha effettivamente notato la presenza di 2 persone che si stavano introducendo nell’abitazione, così ha deciso di precipitarsi a casa, chiedendo aiuto anche ad alcuni amici. Arrivati presso l’abitazione, il figlio del proprietario assieme agli amici hanno notato la coppia vista poco prima nel video dell’impianto di video sorveglianza, allontanarsi con in mano dei borsoni pieni di refurtiva, tra cui orologi e gioielli. Ne è nata una violenta colluttazione, durante la quale uno dei due è riuscito a scappare.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme, allertati tramite 112 dal proprietario di casa, che sono riusciti a bloccare definitivamente il 23enne, che è stato arrestato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria condotto presso il carcere di Roma Rebibbia, mentre sono ancora in corso le indagini per rintracciare il complice.

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Torvaianica, non si ferma all’alt dei Carabinieri: arrestato dopo un rocambolesco inseguimento

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I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un 41enne romeno, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Più nel dettaglio, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, impegnati in un servizio perlustrativo, nel transitare a Torvajanica sul Lungomare delle Meduse hanno deciso di eseguire un controllo di un’autovettura di grossa cilindrata condotta dal 41enne che viaggiava con a bordo due connazionali. L’uomo, sprovvisto di patente di guida, di documenti d’identità e di assicurazione, si dava improvvisamente alla fuga, dando inizio ad un inseguimento lungo la via Pontina e la via Nettunense, venendo poi bloccato ed arrestato a Campo di Carne.

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1943/1944, “linea Gustav”teatro di feroci combattimenti: Medaglia d’Oro al Valor Civile per la Provincia di Frosinone

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“Territorio di rilevante importanza strategica, in quanto posto a ridosso della ‘Linea Gustav’ e attraversato dalla via Casilina, maggiore arteria di collegamento tra la Capitale ed il Sud del Paese, dal 10 settembre 1943 fu teatro di una violenta occupazione militare e subì devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio e culturale. La popolazione, oggetto di feroce barbarie e costretta allo sfollamento, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, incrollabile fermezza ed amore patrio”. 1943/1944 – Provincia di Frosinone.
 
È questa la motivazione con la quale stamattina, presso il salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale di Frosinone, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha fissato sul gonfalone della Provincia di Frosinone, la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Alla cerimonia di conferimento, dall’alto profilo istituzionale, accolti dal Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano, hanno preso parte il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Prefetto di Frosinone Ernesto Liguori, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e lo storico e giornalista Paolo Mieli. Presenti in sala anche le massime autorità civili, militari e religiose, gli amministratori provinciali e tantissimi sindaci del territorio.
 
A scandire i vari momenti della cerimonia è stata la presentatrice Valeria Altobelli che ha anche letto una testimonianza di Giuseppina Capuano, nata ad Aquino il 19-10-1905 e residente a Piedimonte San Germano in via Petrone, defunta il 16 aprile 2009, tratta dal libro ‘Tra le pieghe della memoria’ di Elena Montanaro.
 
 
IL PRESIDENTE DI STEFANO: “UN TRIBUTO AI NOSTRI VALOROSI CITTADINI”
 
“La Medaglia D’Oro al Merito Civile è un segno tangibile dell’ammirevole coraggio e della straordinaria resilienza dimostrata dalla nostra provincia durante i terribili eventi legati alla seconda guerra mondiale. Le ferite del passato hanno modellato il nostro presente, ma non hanno mai minato la nostra determinazione e la nostra speranza nel futuro” ha detto il Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano.
 
“Quando ogni pilastro era stato raso al suolo, abbiamo trovato la forza di ricostruire, quando il destino sembrava contro di noi, abbiamo trovato la forza di resistere. Il conferimento di questa alta onorificenza su cui ho l’obbligo morale e istituzionale di ringraziare, per l’impegno profuso, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ci insigne di un compito ancora più importante: quello di impegnarci solennemente ad assicurare che le sofferenze patite non siano vane, che le vite perdute non siano dimenticate, e che le lezioni apprese siano tramandate alle future generazioni”, ha aggiunto.
 
“Questa medaglia rappresenta un tributo ai nostri valorosi cittadini, che hanno dimostrato con la loro forza d’animo che la vita e la speranza possono risorgere anche dalle ceneri della distruzione. In questo giorno solenne, giuriamo di onorare il passato, di abbracciare il presente e di costruire un futuro che rifletta la forza e la dignità che ha sempre contraddistinto il nostro territorio” ha concluso il Presidente di Stefano.
 
 
IL SINDACO MASTRANGELI: “LA NOSTRA POPOLAZIONE HA SUBITO L’IMMANE DRAMMA DELLE VIOLENZE”
 
Il primo cittadino della città capoluogo di Provincia ha ripercorso brevemente quei drammatici momenti. “La nostra è stata una popolazione civile che ha vissuto sulla propria pelle anche l’immane dramma delle violenze ad opera dei goumiers francesi su donne, uomini e bambini” ha spiegato in un passaggio il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ricordando le ‘marocchinate’. Inoltre ha anche sottolineato “l’altissimo prezzo pagato dalla Città di Frosinone nel corso del sanguinoso conflitto bellico”. 
 
 
LO STORICO PAOLO MIELI: “NON DIMENTICHIAMO QUANTA DIGNITÀ LE NOSTRE FAMIGLIE ABBIANO AVUTO NEL RESISTERE”
 
Una attenta e puntuale lectio magistralis, quella tenuta dallo storico e giornalista, professor Paolo Mieli, ringraziato più volte dal Ministro e dal Presidente della Provincia per la sua presenza. Mieli ha raccontato delle “violenze subite da questa provincia” e delle “marocchinate”, evidenziando come “far passare la storia delle sofferenza di questa area solo per le violenze subite dai liberatori è stato un trucco per omettere le sofferenze degli otto mesi che hanno preceduto la liberazione”, che “sono il motivo della medaglia”. “Se potessi vivere in un mondo in cui tutti si comportano come si comportarono i cittadini di questo territorio né sarei lieto” ha ancora detto, mettendo in evidenza la dignità e la resistenza del popolo ciociaro e raccomandando di “non dimenticare quanta dignità le nostre famiglie abbiano avuto nel resistete, nel non farsi abbattere”.
 
 
IL MINISTRO PIANTEDOSI: “L’INTERA CIOCIARIA FU, IN VIRTÙ DELLA SUA VALENZA STRATEGICA, PESANTEMENTE SEGNATA E COLPITA”
 
“Sono lieto di poter consegnare questa medaglia alla Provincia di Frosinone – ha detto fra l’altro il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi -. Un importante riconoscimento voluto  a tributo delle ingenti perdite umane, delle immani sofferenze, delle privazioni, dei diffusi fenomeni di distruzione e devastazione che questo territorio ha dovuto patire durante il secondo conflitto mondiale”.
 
“Un conferimento, quello alla Provincia – ha aggiunto il titolare del Viminale in un altro passaggio – a cui tengo particolarmente, nella consapevolezza che l’intera Ciociaria fu, in virtù della sua valenza strategica, pesantemente segnata e colpita nel corso dei tragici eventi bellici”.
 
“Rievocare le pene sofferte dal popolo ciociaro da parte dei nazifascisti, e anche dalla parte di truppe aggregate degli alleati, deve servire a riconoscere il merito di una comunità che, nonostante le immani sofferenze patite, scelse di proiettarsi e credere nel futuro oltre ogni rivendicazione, senza cedere a tentazioni divisive. I ciociari, come il resto degli italiani, compirono enormi sforzi per contribuire, una volta conclusa la tragedia della seconda guerra mondiale, alla rinascita del nostro paese” ha concluso il Ministro dell’Interno.
 
CENNI STORICI
 
La Linea Gustav è stata una linea difensiva tedesca che si estendeva lungo l’Italia centrale durante la seconda guerra mondiale. Costruita nel 1943-1944 in risposta all’inasprimento dell’offensiva alleata in Italia, la Linea Gustav era uno dei principali ostacoli che l’Asse doveva superare per avanzare verso il nord e liberare il Paese dall’occupazione tedesca.
 
La linea si estendeva approssimativamente da Pescara sulla costa adriatica fino a Grosseto sulla costa tirrenica, attraversando montagne, fiumi e terreni difficili. Era costituita da una serie di fortificazioni, bunker, trincee, campi minati e ostacoli naturali, progettati per rallentare e bloccare l’avanzata delle forze alleate.
 
La battaglia per superare la Linea Gustav è stata estremamente feroce e ha visto pesanti combattimenti tra le forze tedesche e alleate. Gli Alleati hanno lanciato diverse offensive lungo la linea, tra cui la battaglia di Monte Cassino, una delle più celebri e sanguinose della guerra. Questa battaglia, in particolare, ha coinvolto scontri durissimi e pesanti perdite su entrambi i fronti, con gli Alleati che hanno cercato di sfondare le difese tedesche per avanzare verso Roma e il nord Italia.
 
Nonostante le difficoltà e le perdite, gli Alleati sono riusciti a rompere la Linea Gustav nell’ambito dell’operazione Diadem nel maggio 1944. Questo successo ha permesso loro di avanzare verso Roma, liberata il 4 giugno 1944, e di continuare la loro campagna per la liberazione dell’Italia settentrionale.
 
L’avanzata alleata per liberare l’Italia dopo aver superato la Linea Gustav ha rappresentato un momento cruciale nella guerra in Europa, portando alla caduta del regime fascista e alla fine dell’occupazione tedesca nel Paese. Tuttavia, la campagna per la liberazione dell’Italia è stata lunga e difficile, e ha comportato ingenti perdite umane e materiali su entrambi i lati.
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com

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