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Seggiano di Pioltello, treno deragliato: 3 morti 46 feriti

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MILANO – E’ stata sequestrata la scatola nera del treno di Trenord deragliato ieri mattina alle 6.57 a Seggiano di Pioltello, alle porte di Milano. Il convoglio, con a bordo circa 350 persone, in maggioranza pendolari, era partito da Cremona e diretto a Milano Porta Garibaldi. Il bilancio di quanto accaduto è di tre donne morte e 46 feriti, di cui 4 in codice rosso, nessuno in pericolo di vita.

‘Mamma aiuto, il treno sta deragliando…’. Sono le ultime parole di Giuseppina Pirri, 39 anni, di Cernusco sul Naviglio, al telefono con la madre alle 6.55 di stamattina. ‘Poi è caduta la linea e c’è stato solo silenzio’, ha raccontato il padre, Pietro. ‘Mia moglie le ha detto scappa ma poi non ha sentito più niente. Sono andato là e era ancora incastrata dentro al treno. Poi mi hanno detto che non ce l’ha fatta’, ha aggiunto ricordando che la figlia ‘si lamentava sempre perché i treni erano spesso rotti e sempre pieni’, ha raccontato il padre in lacrime fuori dall’obitorio. Giuseppina è una delle tre donne morte nel convoglio di Trenord. Le altre due sono Pierangela Tadini, 51enne originaria di Caravaggio ma residente a Vanzago (Milano), viaggiava con la figlia Lucrezia di 18 anni, che si è salvata ma è rimasta ferita; e Ida Maddalena Milanesi, 62 anni, anche lei di Caravaggio, medico, specializzata in radiologia, neurologia e neurologia oncologica, dirigente dello staff di radioterapia dell’istituto Neurologico Besta di Milano.

Sequestrati anche i vagoni, l’intera area del deragliamento, i documenti su manutenzione e i lavori in quel tratto di binari. I pm hanno chiesto una superconsulenza a due esperti ingegneri che si sono anche già occupati di disastri ferroviari. Per svolgere tutti gli accertamenti, saranno iscritti nel registro degli indagati, come atto dovuto, i responsabili legali e della sicurezza di Rete Ferroviaria Italiana e, forse, anche alcuni responsabili di Trenord. Al momento il fascicolo è a carico di ignoti per disastro ferroviario colposo.

Il video di una telecamera di sorveglianza mostrerebbe che il treno, quando parte dei vagoni erano già fuori dai binari, ha anche attraversato la stazione di Pioltello lasciando una scia di scintille. Nelle immagini anche un uomo sulla banchina che si allontana spaventato. Secondo le prime ricostruzioni, la causa della tragedia sarebbe il ‘cedimento strutturale’ di un pezzo di binario di 23 centimetri trovato e sequestrato vicino alla rotaia, un chilometro prima della stazione di Pioltello. In quel punto, 3 carrozze sono uscite dai binari, ma il convoglio ha continuato la marcia finchè uno dei vagoni fuori asse ha colpito un palo della trazione elettrica e si è accartocciato. La ricostruzione corrisponde alla scena vista dai primi soccorritori, con le carrozze centrali del convoglio deragliate e intraversate a un angolo di circa 90 gradi l’una dall’altra. All’interno sono rimaste intrappolate a lungo molte persone, poi liberate dai soccorritori, mentre una spola di ambulanze e elicotteri trasportavano in ospedale i feriti

“Il sistema ferroviario italiano è certamente uno dei più sicuri al mondo ma vogliamo la verità, la si accerti rapidamente, perché è inaccettabile morire mentre si va al lavoro”, ha detto il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che al termine della riunione in prefettura a Milano sull’incidente ferroviario, ha spiegato che è stata “attivata la commissione d’inchiesta” ministeriale. Fra i presenti all’incontro, il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, l’ad di Fs, Renato Mazzoncini, l’ad di Trenord, Cinzia Farisè, e il capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli.

“Oggi è il momento del rispetto e del cordoglio e della vicinanza alle famiglie – ha detto il ministro -. Ho sentito dire molte volte in queste ore del tema degli investimenti sulla sicurezza: vi posso garantire che gli investimenti in sicurezza sono aumentati del 340% negli ultimi tre anni. È la nostra priorità in particolar modo nelle reti dei pendolari”. Quella in cui è deragliato il treno Cremona-Milano, è “una linea fra le più frequentate e quindi più monitorate, a maggior ragione bisogna capire perché è accaduto”. Delrio ha ringraziato tutta la macchina dei soccorsi per “l’elevata efficienza: in meno di venti minuti sono arrivati sul posto”.

Delrio aveva fatto un sopralluogo a Pioltello con il capo della protezione civile Borrelli. ‘Il diritto alla mobilità deve partire dalla sicurezza delle persone come garanzia imprescindibile’, ha detto Delrio, mentre il sindaco di Milano Sala ha invitato a ‘moltiplicare gli sforzi sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e nei trasporti’. Su investimenti e sicurezza si accende la polemica. ‘In questi anni è stata data maggiore attenzione all’alta velocità che non ai treni dei pendolari’, ha detto il presidente del Consiglio regionale lombardo Cattaneo.

‘Accertare le responsabilità, dobbiamo essere severi nel garantire la sicurezza’, ha detto il premier Gentiloni.

“Profondamente rattristato per il grave incidente ferroviario avvenuto a Pioltello”, Papa Francesco “esprime la sua sentita partecipazione al dolore di quanti sono stati colpiti dal drammatico evento – ha scritto il card. Pietro Parolin, segretario di Stato a nome del Papa in un telegramma inviata all’arcivescovo di Milano – e, mentre assicura fervide preghiere di suffragio per coloro che sono tragicamente scomparsi, formula vivi auspici di pronta guarigione per i passeggeri rimasti feriti ed invia di cuore la benedizione apostolica”.

 

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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