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Cronaca

Slovacchia, dalla Regione di Trnava la prima iniziativa antimafia internazionale

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Nel nome del giornalista investigativo di Aktuality, Ján Kuciak e della sua compagna Martina Kusnirova, archeologa, assassinati a Velka Maca, il 21 febbraio 2018, è indetta la Prima Conferenza Internazionale contro tutte le mafie in Slovacchia.

Il Presidente della Regione di Trnava Viskupic, le famiglie Kuciak-Kusnirova con l’avvocato Roman Kvasnica, con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Bratislava, promuovono l’11 e il 12 novembre presso il Teatro di Trnava, due giorni di studio, impegno e riflessione sul tema delle mafie, argomento dell’ultima inchiesta mai conclusa di Ján Kuciak, pubblicata postuma. Dopo gli omicidi di Ján Kuciak e Martina Kusnirova, niente è più come prima in Slovacchia: sono state scoperchiate frodi, corruzione, e le pressioni sui piccoli agricoltori delle terre a Ovest della Slovacchia, uno di loro è stato assassinato.

Imputato come mandante degli omicidi di Ján e Martina è l’imprenditore Marian Kocner, oggi in carcere, già accusato di frode fiscale. Con Kocner, sono accusate altre quattro persone come gruppo di fuoco. La società civile è scesa in piazza reclamando pulizia da ogni corruzione e illegalità. I cittadini slovacchi chiedono trasparenza della gestione della vita pubblica. Il giornalismo libero è vaglio della democrazia e Jan ha svolto il ruolo principe di sentinella pagando con la sua vita e quella della sua compagna che avrebbe dovuto sposare. Erano due ragazzi di soli 27 anni che credevano in una Slovacchia europea.

Da molti anni la ndrangheta si è radicata indisturbata in Slovacchia dove Nino Vadalà ha costruito una rete di aziende e società, godendo di amicizie politiche. Oggi Vadalà è stato condannato a 9 anni e 4 mesi di carcere in Italia per essere un narcotrafficante internazionale. Anche su questo stava indagando Ján Kuciak quando è stato assassinato.

Al centro della Conferenza la partecipazione straordinaria del Procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo d’Italia, Federico Cafiero De Raho, per la prima volta in Slovacchia, con una lunga esperienza giudiziaria, in passato anche Procuratore di Reggio Calabria, coordinatore di tutte le inchieste delle Procure italiane. Sarà presente come relatore il fondatore nel 1994 dell’Associazione ‘Libera contro le mafie’ Don Luigi Ciotti, minacciato dalla mafie e scortato: leader della protesta civile contro la corruzione e l’illegalità in Italia e nel mondo. Libera coordina 1600 associazioni per diffondere la cultura della legalità opponendosi e denunciando ogni attività mafiosa. Don Ciotti è stato il primo in Italia a riutilizzare i beni confiscati alle mafie per destinarli a fini sociali e al servizio dei giovani.

L’avvocata Enza Rando Vice Presidente di Libera spiegherà come si tutelano le vittime di mafie e i familiari all’interno del processo giudiziario. L’inviata speciale del TG1 Maria Grazia Mazzola, che con le sue rivelazioni ha fatto luce sulle complicità di Vadalà in Slovacchia, la giornalista investigativa che ha pubblicato e denunciato le foto del pedinamento di Ján Kuciak, è tra le promotrici della Conferenza. Maria Grazia Mazzola, esperta di mafie da trent’anni, minacciata dalla mafia per le sue inchieste, modererà la Conferenza e sarà relatrice. Tra gli interventi gli eurodeputati slovacchi Lucia Nicholsonovà, Lukas Kyselica, il Caporedattore di Aktuality Peter Bardy, la giornalista investigativa di Dennik N, Monika Todova, il giornalista minacciato Adam Valcek del quotidiano SME. Saranno presenti e interverranno i piccoli agricoltori con Frantisek Oravec che testimonierà della mafia dei colletti bianchi sulle terre a ovest della Slovacchia. Saranno due giorni di dibattito e relazioni per rafforzare la democrazia in Slovacchia e onorare la memoria di Ján Kuciak e Martina Kusnirova.

Le mafie da anni si sono radicate in Europa: manca una legislazione comune agli Stati membri che renda efficace il contrasto globale. All’avanguardia è l’Italia che dopo numerosi omicidi e l’eliminazione del deputato del PCI Pio La Torre e del Prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, approvò la legge del 13 settembre 1982 che introdusse il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. L’articolo 416 bis del codice penale italiano ha scardinato numerose organizzazioni mafiose in Italia e in Europa ma necessita la collaborazione degli Stati dell’Unione. L’auspicio è che anche la Slovacchia abbia una legge antimafia.

Il programma:

#ALLFORJAN: Verità e Giustizia

Mária e Jozef Kuciak e  Zlata Kušnírová

NEL NOME DI JÁN E MARTINA

     “SLOVACCHIA CONTRO TUTTE LE MAFIE”

col sostegno delle testate giornalistiche

AKTUALITY.SK  SME  DENNÍK N  TÝŽDEŇ

organizza e promuove il Presidente della Regione di Trnava

JOZEF VISKUPIČ

 con la  Partecipazione speciale del

Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo

FEDERICO CAFIERO DE RAHO

e

Il Presidente e Fondatore dell‘Associazione ‘LIBERA CONTRO LE MAFIE’

DON LUIGI CIOTTI

Vincenza Rando

Vice Presidente di Libera contro le mafie

modera e promuove

l’inviata speciale del  TG1 RAIUNO

MARIA GRAZIA MAZZOLA

Comitato promotore e coordinamento: Eva Kempná

Luogo: Teatro di Ján Palárik di Trnava

L´11 E 12 NOVEMBRE 2019

13,30  Apertura della Conferenza

Introduzione delle famiglie Kuciak-Kušnírová

DOPO GLI OMICIDI DI JAN E MARTINA NIENTE E‘ STATO PIU‘ COME PRIMA IN SLOVACCHIA

Presidente della Regione Jozef Viskupič

Saluti dell’Ambasciatore d‘Italia in Slovacchia Gabriele Meucci

modera M.G. Mazzola

Avvocati dei familiari delle vittime

Daniel Lipšic

Roman Kvasnica

L’inchiesta sugli omicidi di Ján e Martina: due eroi per la verità contro le mafie.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO: Come le mafie si sono radicate in Slovacchia e in  Europa. Urge una legislazione antimafia europea

DON LUIGI CIOTTI: Il ruolo della società civile contro la corruzione e le mafie

VINCENZA RANDO: La tutela dei familiari delle vittime di mafia e la costituzione di parte civile nel processo

MARIA GRAZIA MAZZOLA: L’ultima inchiesta di Ján Kuciak, chi ha coperto in Slovacchia l’impero del narcotrafficante Antonino Vadalà legato alla ndrangheta?

Dibattito e domande col Procuratore De Raho e Don Ciotti

E con relatori

CHIUSURA PRIMA SESSIONE appr. alle ore 19:00

 12 novembre 2019

9.00 Apertura seconda sessione Genitori Kuciak-Kušnírová

Presidente della Regione Jozef Viskupič

modera M.G. Mazzola

Piccoli agricoltori: František Oravec. Eurofond e mafie dei colletti bianchi sulle terre slovacche.

Lucia Ďuriš Nicholsonová: La Tutela dei giornalisti investigativi in Slovacchia e in Unione Europea.

Lukáš Kyselica: La Polizia deve aiutare e proteggere.

Interventi dei giornalisti: Peter Bárdy Aktuality.sk, Monika Tódová DENNÍK N, Adam Valček SME

IL GIORNALISMO INVESTIGATIVO IN SLOVACCHIA

La ricerca della verità sugli omicidi di Jan e Martina e il tentativo del bavaglio“

Dibattito e domande con relatori

Ore 13,30 chiusura conferenza: Genitori e Roman Kvasnica

Presidente della Regione Jozef Viskupič

M.G. Mazzola

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Cronaca

Guidonia Montecelio, botte tra ladri e padrone di casa: arrestato topo d’appartamento. E’ caccia al complice

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I Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme hanno arrestato in flagranza di reato un 23enne georgiano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata in concorso.
Lo scorso pomeriggio, a Guidonia Montecelio, località Villanova, due soggetti si sono introdotti in un appartamento di via D’Azeglio, di proprietà di un pensionato, in quel momento in vacanza all’estero. Sul cellulare del figlio dell’uomo, che vive a casa con lui, è arrivato il segnale d’allarme dell’impianto di videosorveglianza.
Il giovane nel visionare il filmato delle telecamere in tempo reale, ha effettivamente notato la presenza di 2 persone che si stavano introducendo nell’abitazione, così ha deciso di precipitarsi a casa, chiedendo aiuto anche ad alcuni amici. Arrivati presso l’abitazione, il figlio del proprietario assieme agli amici hanno notato la coppia vista poco prima nel video dell’impianto di video sorveglianza, allontanarsi con in mano dei borsoni pieni di refurtiva, tra cui orologi e gioielli. Ne è nata una violenta colluttazione, durante la quale uno dei due è riuscito a scappare.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme, allertati tramite 112 dal proprietario di casa, che sono riusciti a bloccare definitivamente il 23enne, che è stato arrestato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria condotto presso il carcere di Roma Rebibbia, mentre sono ancora in corso le indagini per rintracciare il complice.



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Torvaianica, non si ferma all’alt dei Carabinieri: arrestato dopo un rocambolesco inseguimento

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I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un 41enne romeno, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Più nel dettaglio, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, impegnati in un servizio perlustrativo, nel transitare a Torvajanica sul Lungomare delle Meduse hanno deciso di eseguire un controllo di un’autovettura di grossa cilindrata condotta dal 41enne che viaggiava con a bordo due connazionali. L’uomo, sprovvisto di patente di guida, di documenti d’identità e di assicurazione, si dava improvvisamente alla fuga, dando inizio ad un inseguimento lungo la via Pontina e la via Nettunense, venendo poi bloccato ed arrestato a Campo di Carne.



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1943/1944, “linea Gustav”teatro di feroci combattimenti: Medaglia d’Oro al Valor Civile per la Provincia di Frosinone

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“Territorio di rilevante importanza strategica, in quanto posto a ridosso della ‘Linea Gustav’ e attraversato dalla via Casilina, maggiore arteria di collegamento tra la Capitale ed il Sud del Paese, dal 10 settembre 1943 fu teatro di una violenta occupazione militare e subì devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio e culturale. La popolazione, oggetto di feroce barbarie e costretta allo sfollamento, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, incrollabile fermezza ed amore patrio”. 1943/1944 – Provincia di Frosinone.
 
È questa la motivazione con la quale stamattina, presso il salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale di Frosinone, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha fissato sul gonfalone della Provincia di Frosinone, la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Alla cerimonia di conferimento, dall’alto profilo istituzionale, accolti dal Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano, hanno preso parte il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Prefetto di Frosinone Ernesto Liguori, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e lo storico e giornalista Paolo Mieli. Presenti in sala anche le massime autorità civili, militari e religiose, gli amministratori provinciali e tantissimi sindaci del territorio.
 
A scandire i vari momenti della cerimonia è stata la presentatrice Valeria Altobelli che ha anche letto una testimonianza di Giuseppina Capuano, nata ad Aquino il 19-10-1905 e residente a Piedimonte San Germano in via Petrone, defunta il 16 aprile 2009, tratta dal libro ‘Tra le pieghe della memoria’ di Elena Montanaro.
 
 
IL PRESIDENTE DI STEFANO: “UN TRIBUTO AI NOSTRI VALOROSI CITTADINI”
 
“La Medaglia D’Oro al Merito Civile è un segno tangibile dell’ammirevole coraggio e della straordinaria resilienza dimostrata dalla nostra provincia durante i terribili eventi legati alla seconda guerra mondiale. Le ferite del passato hanno modellato il nostro presente, ma non hanno mai minato la nostra determinazione e la nostra speranza nel futuro” ha detto il Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano.
 
“Quando ogni pilastro era stato raso al suolo, abbiamo trovato la forza di ricostruire, quando il destino sembrava contro di noi, abbiamo trovato la forza di resistere. Il conferimento di questa alta onorificenza su cui ho l’obbligo morale e istituzionale di ringraziare, per l’impegno profuso, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ci insigne di un compito ancora più importante: quello di impegnarci solennemente ad assicurare che le sofferenze patite non siano vane, che le vite perdute non siano dimenticate, e che le lezioni apprese siano tramandate alle future generazioni”, ha aggiunto.
 
“Questa medaglia rappresenta un tributo ai nostri valorosi cittadini, che hanno dimostrato con la loro forza d’animo che la vita e la speranza possono risorgere anche dalle ceneri della distruzione. In questo giorno solenne, giuriamo di onorare il passato, di abbracciare il presente e di costruire un futuro che rifletta la forza e la dignità che ha sempre contraddistinto il nostro territorio” ha concluso il Presidente di Stefano.
 
 
IL SINDACO MASTRANGELI: “LA NOSTRA POPOLAZIONE HA SUBITO L’IMMANE DRAMMA DELLE VIOLENZE”
 
Il primo cittadino della città capoluogo di Provincia ha ripercorso brevemente quei drammatici momenti. “La nostra è stata una popolazione civile che ha vissuto sulla propria pelle anche l’immane dramma delle violenze ad opera dei goumiers francesi su donne, uomini e bambini” ha spiegato in un passaggio il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ricordando le ‘marocchinate’. Inoltre ha anche sottolineato “l’altissimo prezzo pagato dalla Città di Frosinone nel corso del sanguinoso conflitto bellico”. 
 
 
LO STORICO PAOLO MIELI: “NON DIMENTICHIAMO QUANTA DIGNITÀ LE NOSTRE FAMIGLIE ABBIANO AVUTO NEL RESISTERE”
 
Una attenta e puntuale lectio magistralis, quella tenuta dallo storico e giornalista, professor Paolo Mieli, ringraziato più volte dal Ministro e dal Presidente della Provincia per la sua presenza. Mieli ha raccontato delle “violenze subite da questa provincia” e delle “marocchinate”, evidenziando come “far passare la storia delle sofferenza di questa area solo per le violenze subite dai liberatori è stato un trucco per omettere le sofferenze degli otto mesi che hanno preceduto la liberazione”, che “sono il motivo della medaglia”. “Se potessi vivere in un mondo in cui tutti si comportano come si comportarono i cittadini di questo territorio né sarei lieto” ha ancora detto, mettendo in evidenza la dignità e la resistenza del popolo ciociaro e raccomandando di “non dimenticare quanta dignità le nostre famiglie abbiano avuto nel resistete, nel non farsi abbattere”.
 
 
IL MINISTRO PIANTEDOSI: “L’INTERA CIOCIARIA FU, IN VIRTÙ DELLA SUA VALENZA STRATEGICA, PESANTEMENTE SEGNATA E COLPITA”
 
“Sono lieto di poter consegnare questa medaglia alla Provincia di Frosinone – ha detto fra l’altro il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi -. Un importante riconoscimento voluto  a tributo delle ingenti perdite umane, delle immani sofferenze, delle privazioni, dei diffusi fenomeni di distruzione e devastazione che questo territorio ha dovuto patire durante il secondo conflitto mondiale”.
 
“Un conferimento, quello alla Provincia – ha aggiunto il titolare del Viminale in un altro passaggio – a cui tengo particolarmente, nella consapevolezza che l’intera Ciociaria fu, in virtù della sua valenza strategica, pesantemente segnata e colpita nel corso dei tragici eventi bellici”.
 
“Rievocare le pene sofferte dal popolo ciociaro da parte dei nazifascisti, e anche dalla parte di truppe aggregate degli alleati, deve servire a riconoscere il merito di una comunità che, nonostante le immani sofferenze patite, scelse di proiettarsi e credere nel futuro oltre ogni rivendicazione, senza cedere a tentazioni divisive. I ciociari, come il resto degli italiani, compirono enormi sforzi per contribuire, una volta conclusa la tragedia della seconda guerra mondiale, alla rinascita del nostro paese” ha concluso il Ministro dell’Interno.
 
CENNI STORICI
 
La Linea Gustav è stata una linea difensiva tedesca che si estendeva lungo l’Italia centrale durante la seconda guerra mondiale. Costruita nel 1943-1944 in risposta all’inasprimento dell’offensiva alleata in Italia, la Linea Gustav era uno dei principali ostacoli che l’Asse doveva superare per avanzare verso il nord e liberare il Paese dall’occupazione tedesca.
 
La linea si estendeva approssimativamente da Pescara sulla costa adriatica fino a Grosseto sulla costa tirrenica, attraversando montagne, fiumi e terreni difficili. Era costituita da una serie di fortificazioni, bunker, trincee, campi minati e ostacoli naturali, progettati per rallentare e bloccare l’avanzata delle forze alleate.
 
La battaglia per superare la Linea Gustav è stata estremamente feroce e ha visto pesanti combattimenti tra le forze tedesche e alleate. Gli Alleati hanno lanciato diverse offensive lungo la linea, tra cui la battaglia di Monte Cassino, una delle più celebri e sanguinose della guerra. Questa battaglia, in particolare, ha coinvolto scontri durissimi e pesanti perdite su entrambi i fronti, con gli Alleati che hanno cercato di sfondare le difese tedesche per avanzare verso Roma e il nord Italia.
 
Nonostante le difficoltà e le perdite, gli Alleati sono riusciti a rompere la Linea Gustav nell’ambito dell’operazione Diadem nel maggio 1944. Questo successo ha permesso loro di avanzare verso Roma, liberata il 4 giugno 1944, e di continuare la loro campagna per la liberazione dell’Italia settentrionale.
 
L’avanzata alleata per liberare l’Italia dopo aver superato la Linea Gustav ha rappresentato un momento cruciale nella guerra in Europa, portando alla caduta del regime fascista e alla fine dell’occupazione tedesca nel Paese. Tuttavia, la campagna per la liberazione dell’Italia è stata lunga e difficile, e ha comportato ingenti perdite umane e materiali su entrambi i lati.
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com



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