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Angela Carretta
Spesa low cost per 26 milioni di italiani che vanno a caccia dei prezzi piu’ bassi facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount, ma anche sperimentando canali alternativi senza rinunciare alla qualità come gli acquisti di gruppo, quelli on line o dal contadino. Questa l’analisi di Coldiretti/Swg , cha scatta la fotografa gli effetti sul 65% di famiglie italiane, che ritiene insufficiente il proprio redditoAncora secondo Bankitalia.
Circa due italiani su tre – sottolinea la Coldiretti – tagliano sulla spesa con il 62% che confronta con piu’ attenzione del passato i prezzi, il 56% che fa lo slalom tra le corsie alla ricerca delle offerte speciali 3 per 2 e degli sconti, e oltre la metà (51%) che va a caccia dei prodotti a basso prezzo. La crisi aguzza l’ingegno? Sicuramente si, per Coldiretti che assistei assiste a una proliferazione di forme innovative e curiose di risparmio con la diffusione dei gruppi di acquisto solidali (Gas) che coinvolgono il 18,6%degli italiani, vale a dire quasi 7 milioni di persone, di cui quasi 2,7 milioni in modo regolare, secondo l’analisi Coldiretti/Censis. Ma si sta anche verificando il boom degli acquisti e dei confronti dei prezzi sul web o addirittura il carpooling della spesa con un numero crescente di persone che di fronte al caro benzina si mettono in auto assieme per dividere i costi e andare a fare la spesa nei punti piu’ convenienti, dalle aziende agricole ai mercati degli agricoltori, dai mercati all’ingrosso agli ipermercati fino ai discount.
Una strategia che sicuramente ha contribuito al contenimento dell’inflazione. C’è da ricordare la rivoluzione nel mercato di vini e degli alimenti determinata dal web dove oltre il 29% degli italiani dichiara di fare ricerche per confrontare prezzi, qualità dei cibi, secondo l’analisi Coldiretti/Censis. Si tratta di un numero non lontano da 15 milioni di persone nel complesso e in particolare sono oltre 5,7 milioni a farlo regolarmente. Conclude Coldiretti citando il boom degli acquisti diretti dal produttore al quale si rivolge regolarmente ormai ben il 14% degli italiani, il 48% qualche volta, il 27% raramente e solo l’11% mai.