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Esteri

Strage in Siria, gas sui bambini: la città in mano ai ribelli

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Tempo di lettura 3 minuti Il portavoce del ministero:"Le attività militari russe hanno registrato ieri un attacco delle forze aeree siriane su depositi di armi e una fabbrica di munizioni "

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SIRIA – Una città in mano ai ribelli nel nord della Siria è stata esposta ad agenti tossici provenienti da un arsenale ribelle colpito da un bombardamento aereo siriano: così il ministero della Difesa russo parla di quanto accaduto ieri nella provincia di Idlib, dove sono morte decine di persone. Mosca smentirebbe così da parte sua l'ipotesi che il regime di Damasco abbia volutamente eseguito un attacco chimico.

Il portavoce del ministero, il generale maggiore Igor Konashenkov, ha detto stamattina che le attività militari russe hanno registrato ieri un attacco delle forze aeree siriane su depositi di armi e una fabbrica di munizioni nella periferia orientale della città di Khan Sheikhoun. Konashenkov ha aggiunto che armi chimiche prodotte dalla fabbrica sono state utilizzati in Iraq e lo stesso tipo di armi erano state usate precedentemente dai ribelli ad Aleppo, dove si erano riscontrate sintomatologie simili a quelle osservate nelle immagini arrivate ieri da Khan Sheikhoun.

Bambini e adulti stesi per strada, seminudi, con gli occhi sbarrati nello sforzo sovrumano per continuare a respirare, mentre vengono innaffiati con getti d'acqua. Altri con la schiuma alla bocca, o mentre vengono intubati dai medici. Le immagini che arrivano da Khan Sheikhun sono come quelle della Ghuta orientale, nell'estate del 2013. Un altro attacco chimico in Siria, che ha provocato decine di morti, e che gli attivisti e i governi occidentali imputano al regime di Assad. A differenza di quello avvenuto alle porte di Damasco, dove 1.400 persone furono uccise dal gas Sarin caricato su missili terra-terra, l'attacco di oggi è "venuto dal cielo", ha detto l'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura, invocando "una chiara individuazione della responsabilità". Ma, come insegna l'esperienza degli ultimi anni, non sarà un'impresa facile, anche se già domani il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà in seduta di emergenza. La Russia ha immediatamente affermato che al momento dell'attacco nessun suo aereo militare era impegnato in raid sulla provincia nord-occidentale di Idlib, dove è situata Khan Sheikhun, controllata da gruppi di insorti e da qaedisti dell'organizzazione Fatah al Sham. Il comando delle forze armate di Damasco, invece, ha atteso diverse ore prima di diffondere un comunicato in cui respinge le accuse e afferma che "i responsabili dell'uso di agenti chimici sono i terroristi e chi li sostiene". Rimane incerto il numero delle vittime. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) sono almeno 58, tra cui 11 bambini. Ma il bilancio potrebbe aggravarsi perché ci sono altri 160 intossicati, alcuni dei quali in gravi condizioni. Nessuna notizia precisa nemmeno sul tipo di gas che sarebbe stato usato. Un membro di un centro di informazione dell'opposizione della zona, Mohammed Hassoun, citato dall'agenzia Ap, ha detto di aver sentito da alcuni medici che potrebbero essere stati utilizzati diversi agenti, tra cui il Sarin, già impiegato per l'attacco di quattro anni fa sulla Ghuta orientale. Abu Hamdu, capo del servizio di difesa civile dell'opposizione a Khan Sheikhun, ha detto che ore dopo l'attacco anche un ospedale da campo in cui venivano curate le vittime è stato bombardato, ma non si hanno notizie di morti o feriti. La Russia e la Turchia, gli sponsor del cessate il fuoco in vigore in Siria dal 30 dicembre, si sono immediatamente consultate al massimo livello. I presidenti Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan hanno avuto una conversazione telefonica e, secondo fonti presidenziali di Ankara, "Erdogan ha detto che un tale attacco disumano è inaccettabile". Tuttavia, entrambi hanno insistito sulla necessità di preservare la tregua. Durissime, come sempre in queste occasioni, le reazioni dei governi europei e di quello americano. "Ovviamente c'è una primaria responsabilità del regime", ha sottolineato l'Alta rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha detto che l'Italia sarà in prima linea al Consiglio di sicurezza dell'Onu e alla Conferenza di Bruxelles sulla Siria, anch'essa in programma domani, "nel chiedere con forza che vengano individuati i responsabili". Contraddittoria la reazione degli Usa. La Casa Bianca non ha dubbi che l'attacco sia stato compiuto dal governo di Bashar al Assad, ha detto il portavoce Sean Spicer, addossando la responsabilità anche all'amministrazione di Barack Obama, che "non fece nulla" contro Damasco per l'uso di armi chimiche in passato. Ma allo stesso tempo lo stesso Spicer ha detto che Washington non è pronta a parlare di un prossimo passo sulla Siria

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Esteri

Trump in vantaggio su Biden: ecco gli ultimi sondaggi

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Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden nei sette principali Stati in bilico.

Lo rivela l’ultimo sondaggio del New York Times. Si tratta in particolare di Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Il margine più stretto è in Michigan, dove il tycoon ha il 42% delle preferenze contro il 40% del presidente, e in Pennsylvania (43% contro 40%). 

Quasi i due terzi dei democratici ritengono che Joe Biden dovrebbe ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca e consentire al partito di nominare un altro candidato. E’ quanto rileva un sondaggio di Ap-Nord Center for Public Affairs Research. 

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Cronaca

Libano, visita del Cardinale Parolin alle strutture umanitarie dell’Ordine di Malta

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Spirito di vicinanza e comunione d’intenti al centro del ciclo ravvicinato di incontri tra il Governo dell’Ordine di Malta e la Santa Sede iniziato con l’arrivo del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, in Libano per visitare le opere assistenziali del Sovrano Ordine di Malta, e che si è concluso il 27 giugno proprio in concomitanza con il vertice di Stato in Vaticano tra Papa Francesco e il Gran Maestro dell’Ordine, Frà John Dunlup.
 
Nel corso della visita in Libano, Parolin ha celebrato una solenne Santa Messa in memoria di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Ordine in Libano, Maria Emerica Cortese e di alte cariche dello Stato. Il Segretario di Stato si è successivamente recato in alcuni dei centri umanitari gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine e ha partecipato ad alcune attività caritative.
 
La visita è stata fortemente voluta dal Governo del Sovrano Ordine di Malta proprio per rafforzare lo spirito di comunione e collaborazione con la Santa Sede. Promuovere il viaggio in Libano del Segretario di Stato il Cardinale Parolin, contestualmente alla visita ufficiale del Gran Maestro dal Santo Padre, testimonia l’attenzione a sostegno dei tanti progetti umanitari che l’Ordine porta avanti nel mondo.  Da oltre 70 anni, l’Ordine di Malta è in prima linea nel fornire assistenza sanitaria di base e servizi di sostegno sociale alla popolazione di tutto il Libano. Dal 2020 l’Ordine ha focalizzato il suo impegno su progetti “agro-umanitari” riconoscendo nell’agricoltura un fattore cruciale nell’affrontare le principali questioni umanitarie e in particolare, dopo la crisi economica del 2019 che ha colpito il Paese, per garantire la sicurezza alimentare, promuovere la ripresa economica e sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili del Libano. Oggi l’azione umanitaria dell’Ordine di Malta si inserisce nel contesto di una crisi socio economica che vede l’80% della popolazione vivere in una condizione di povertà multidimensionale e in una situazione che, a causa del conflitto Israelo-Palestinese, ha gettato il Paese in uno stato di continuo allarme.
 
Alla luce delle pressanti sfide umanitarie, il programma agro-umanitario è la testimonianza dell’impegno dell’Ordine di Malta nel Paese che attraverso un’ampia rete di iniziative mira a dotare le comunità degli strumenti e delle risorse necessarie per resistere e riprendersi efficacemente dagli shock avversi. Attualmente l’Ordine di Malta gestisce sei Centri agro-umanitari in tutta la nazione e l’attuale copertura di terreni agricoli riguarda il 69,26% del territorio libanese, con l’obiettivo di arrivare al 75% entro la fine di quest’anno.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Uk, svolta a sinistra: Starmer chiede unità

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Il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, è diventato primo ministro e ha esortato il Paese a unirsi a un “governo di servizio”. Nel suo discorso inaugurale, Starmer ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni politiche e sociali per affrontare le sfide che il Regno Unito deve affrontare. Ha evidenziato la necessità di collaborazione tra partiti politici, settori economici e comunità per costruire un futuro più prospero e giusto per tutti i cittadini.

Starmer ha delineato le priorità del suo governo, che includono il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la promozione dell’istruzione e della formazione, la lotta al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Ha anche promesso di affrontare le disuguaglianze economiche e sociali, investendo in infrastrutture e servizi pubblici essenziali.

Il nuovo primo ministro ha chiesto a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo progetto comune, mettendo da parte le differenze ideologiche e lavorando insieme per il bene comune. Ha concluso il suo discorso con un appello all’unità nazionale e alla solidarietà, invitando tutti a contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il Regno Unito.

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