Arce, delitto Serena Mollicone: la perizia dei Ris conferma le accuse a Marco e Franco Mottola

-La perizia dei Ris ora è contenuta in un’informativa consegnata alla Procura di Cassino nella quale in sostanza si ribadisce ciò che era emerso dall’atto istruttorio: per la morte di Serena Mollicone, uccisa il 1 giugno del 2011, le indagini conducono a Marco Mottola e al padre Franco, allora comandante della stazione dei carabinieri di Arce.

I due, con la moglie di quest’ultimo Anna sono infatti da tempo iscritti nel registro degli indagati per omicidio volontario in concorso e occultamento di cadavere. Altri due carabinieri sono indagati per favoreggiamento.

Secondo quanto emerso dalla perizia dei Ris Serena Mollicone sarebbe stata colpita negli alloggi della caserma al culmine di una lite. Successivamente il cadavere sarebbe stato spostato nel boschetto dell’Anitrella dove poi è stato trovato. La perizia medico-legale infatti indica una compatibilita’ tra lo sfondamento della porta dell’alloggio della caserma dei carabinieri di Arce e la frattura cranica riportata da Serena Mollicone.




Arce, 25enne nigeriano richiedente asilo politico aggredisce con coltello un connazionale

ARCE (FR) – Nella mattinata di ieri, in Ceprano, i Carabinieri della locale Stazione, al termine di una rapida attività d’indagine, deferivano in stato di libertà per lesioni personali un 25enne nigeriano, incensurato, domiciliato ad Arce, richiedente asilo politico. Lo stesso nel corso della serata precedente, all’interno di un’abitazione di quel centro, dove si festeggiava un matrimonio, al culmine di un’accesa discussione nata per futili motivi, aggrediva con un’arma da taglio un suo connazionale, provocandogli delle ferite all’orecchio, al collo ed all’addome.

Il ferito, solo a notte fonda si recava presso il pronto soccorso dell’ospedale di Frosinone per le cure del caso, dove veniva dimesso con una prognosi di 15 giorni. In poche ore i militari riuscivano ad individuare l’aggressore, che nel frattempo aveva fatto perdere le proprie tracce e a recuperare, in prossimità dell’abitazione dove si erano svolti i festeggiamenti, un seghetto per legno a doppia dentatura avente lama della lunghezza di circa 2,5 cm, trovato proprio vicino ad alcune macchie di sangue e sottoposto a sequestro.




SERENA MOLLICONE: I SUPERCONSULENTI E GLI ACCERTAMENTI NELLA CASERMA DEI CARABINIERI DI ARCE

di Angelo Barraco
 
Arce (FR) – La macchina investigativa in merito al misterioso delitto di Serena Mollicone, avvenuto nel giugno del 2001 ad Arce, si è avviata e sono stati eseguiti  accertamenti nella caserma dei Carabinieri di Arce in via Magni.Sono stati nominati dalla Procura di Cassino due nuovi consulenti tecnici: il Capitano dei RIS di Roma Rapone e l’anatomopatologa Cattaneo di Milano.
 
Il GIP Lanna ha deciso di non archiviare il caso lo scorso gennaio e ha dato l’incarico ai seguenti consulenti nominati dalla Procura: Capitano Cesare Rapone dei RIS di Roma, Cristina Cattaneo, anatomopatologa e direttrice del laboratorio del LABANOF di Milano. Il conferimento è stato dato dal sostituto procuratore Beatrice Siravo. In tale circostanza presenziava anche il legale della famiglia Mottola, non erano presenti invece i tre indagati. Era presente invece Guglielmo Mollicone.
 
Gli accertamenti tecnici sono iniziati alle ore 13 e sono terminati alle 18.30 circa e si sono svolti nel piano soprastante la caserma, precisamente in un appartamento inutilizzato e posto sotto sequestro. Gli accertamenti non si sono concentrati nei locali della caserma e nemmeno nei locali che all’epoca dei fatti era abitato dalla famiglia Mottola. L’appartamento in questione è un alloggio a servizio della caserma. Le analisi eseguite sul posto sono state effettuate con le più sofisticate tecniche investigative e ciò lo dimostra anche il tempo che gli esperti hanno impiegato all’interno della struttura. Analisi accurate e attente, si attendono adesso i referti di laboratorio che daranno risposta in merito a quanto analizzato all’interno dell’alloggio e passeranno circa due-tre mesi. Il pool investigativo che si è costituito per la ricerca della verità sulla morte di Serena Mollicone avanzerà la richiesta di sottoporre Arce ad una mappatura genetica, l’intento è di sottoporre molte persone di Arce all’esame del DNA, ma la richiesta che verrà avanzata non riguarderà tutta la popolazione ma categorie specifiche di soggetti. 

La scomparsa, le indagini. Serena Mollicone, la giovane studentessa di Arce  è morta a 18 anni nel giugno del 2001 e il suo cadavere fu rinvenuto nel bosco dell’Anitrella. Ma come si sono svolte le indagini in questi anni? Le indagini sul caso hanno avuto alti e bassi. Il 24 settembre 2002, la Procura di Cassino iscrisse nel registro degli indagati il carrozziere di Rocca D’Arce, Carmine Belli. Un indizio che inizialmente destò sospetti sull’uomo fu il rinvenimento del nastro adesivo. Il Belli aveva un nastro adesivo simile a quello che teneva mani e piedi di Serena legati, ma la comparazione delle impronte digitali ha portato esito negativo,  nell’ottobre del 2006, la Cassazione ribadì che il carrozziere era estraneo ai fatti. La svolta arriva però nell’aprile 2008, con la morte di Santino Tuzi, brigadiere dei carabinieri che in precedenza era stato ascoltato come persona informata sui fatti e aveva riferito che il giorno della scomparsa di Serena, aveva visto quest’ultima in caserma dai Mottola. Santino Tuzi successivamente però si suicida e tale morte è tutt’ora avvolta da una fitta cortina di mistero, perché Tuzi si uccide? Il 27 giugno 2011 vengono iscritte nel registro degli indagati cinque persone e sono: l’ex Maresciallo dei Carabinieri di Arce Franco Mottola, suo figlio Marco, un altro Carabiniere, Francesco Suprano, il fidanzato di allora di Serena Michele Fioretti e la madre del giovane, Rosina Partigianoni. Poco tempo fa il Procuratore Mario Mercone e gli investigatori del Reparto Operativo Provinciale dei Carabinieri hanno interrogato un uomo, l’uomo in questione non è stato iscritto nel registro degli indagati ma è stato ascoltato come persona informata sui fatti, vi erano inoltre accertamenti sulla busta e si parlava dell’isolamento di un DNA che presto avrebbe portato al nome dell’assassino, poi cos’è successo? Un caso che sembra avere la risposta dietro l’angolo ma ad ogni passo qualcosa non torna e tutto riparte da capo, si azzera e si annulla. Allo stato attuale le cose sono cambiate, gli ingranaggi investigativi si sono mossi seguendo una dinamica da sempre scritta e delineata da chi ha urlato a gran voce giustizia e verità per Serena. 



ARCE: GIP: "IL CASO DI SERENA MOLLICONE NON VIENE ARCHIVIATO"

Redazione

Arce – Il caso dell'omicidio di Serena Mollicone non sarà archiviato, le indagini per trovare gli autori del delitto proseguiranno. È quanto ha deciso il Gip del tribunale di Cassino, Angelo Valerio Lanna, che ha accolto la richiesta di opposizione presentata dalla famiglia di Serena, dal papà Guglielmo e dallo zio Antonio. «È una notizia positiva per noi- ha detto Dario De Santis, legale della famiglia Mollicone, all'agenzia Dire- È molto positiva per le indagini che devono proseguire». Nello specifico l'archiviazione «è stata disposta nei confronti degli indagati noti, nei confronti dei quali non è stata fatta opposizione» mentre le indagini proseguiranno, quindi l'opposizione è stata accolta, nei confronti dei tre noti «verso cui avevamo proposto opposizione. Il Gup ha deciso che proseguiranno le indagini anche verso gli ignoti. È molto positivo anche per tutti coloro che non vogliono che la morte di Serena non resti senza colpevole». Si farà, quindi, il prelievo del Dna sui circa 6mila abitanti di Arce (si partirà dagli uomini, poi eventualmente le donne, non è da escludere anche sugli abitanti dei paesi limitrofi, a partire da Rocca d'Arce), ma con modalità operative a discrezione della Procura della Repubblica: «Il Gip- ha confermato De Santis- ha menzionato tra le indagini possibili quella sul Dna e sulle impronte. I tempi? Saranno brevi, il giudice ha stabilito un termine di sei mesi ulteriori». Un risultato quindi «positivo per noi. Ci siamo battuti ottenendo un risultato totalmente positivo». Serena Mollicone, 18enne di Arce, è scomparsa l'1 giugno del 2001: due giorni dopo è stata ritrovata morta in un bosco, in località Anitrella, a una decina di chilometri da casa




ARCE: SVENTATA TRUFFA PER MEZZO MILIONE A MONOPOLI

Redazione

Arce (FR) – Una tecnica raffinata e ingegnosa quella messa in atto dalla banda. Partite a seguito della denuncia sporta del responsabile della sicurezza della società che gestisce, per conto dei Monopoli, l’attivazione e la conduzione del gioco lecito, le indagini, portate a termine dagli agenti della Polizia di Stato, hanno permesso di fare piena luce sulla vicenda e di denunciare per il reato di ricettazione e truffa 4 persone. Ad insospettire il dirigente, un insolito ed anomalo movimento di denaro introdotto in alcuni apparecchi “videolottery” di una sala giochi di Arce, nella provincia di Frosinone, nelle giornate del 3 e 4 ottobre scorso.
In particolare, a fronte dell’emissione di tickets vincenti per un valore di 436.000,00 euro, non era stato incassato il corrispettivo adeguato.
Le indagini, affidate agli agenti del Commissariato Aurelio, diretti dal dr. Alfredo Matteucci, sono state minuziose ed hanno consentito di ricostruire l’intera vicenda.
I poliziotti, dopo aver appurato che i tickets venivano emessi dalle macchine sia in caso di vincita ma anche, come in questo caso, a fronte di un credito vantato dal giocatore, si sono insospettiti ed hanno orientato gli accertamenti proprio verso questa direzione.
Si è scoperto infatti, che i truffatori, con la probabile complicità di un basista, in possesso delle chiavi, dopo aver aperto la cassettiera degli apparecchi, ne prelevavano il contenuto e lo reinserivano nuovamente nelle macchine, proseguendo in questa manovra fino al raggiungimento della somma di 5.000 euro per i quali il giocatore richiedeva un tickets. Il ripetersi di queste operazioni, ha consentito alla banda di accumulare ticket per un valore di 436.000,00 euro.
I buoni, non riscuotibili direttamente dal gestore, in quanto pari o superiori alla somma di 5.000 euro, vengono normalmente cambiati presso la Concessionaria per conto dei Monopoli di via Cornelia, a Roma.
Ed è proprio presso questa sede che gli investigatori del Commissariato e del Reparto Volanti hanno atteso che le persone andassero a riscuotere i tickets per chiedere spiegazioni ed inchiodarli.
Nella giornata di ieri, infatti, in 4 si sono presentati presso gli uffici della concessionaria, dove ad attenderli hanno trovato i poliziotti che, dopo averli identificati, hanno spiegato loro il motivi per il quale li stavano attendendo e li hanno accompagnati in ufficio.
Ritirati e sequestrati i buoni in loro possesso, per tutti i componenti della banda è scattata la denuncia.




ARCE: FIACCOLATA IN MEMORIA DI TUTTI I MIGRANTI MORTI IN MARE

Redazione

Ad Arce, sabato 2 maggio, ore 20,30, fiaccolata dal titolo “Cercavano la felicità”,organizzata dalla Fondazione “Migrantes” della Diocesi di Sora,Cassino,Aquino,Pontecorvo, in memoria di tutti i migranti che hanno perso la vita nel mare. Questa la riflessione di suor Antonella Piccirilli:
”Tu leggi, e io lo intravedo nel tuo sguardo, stai ironizzando: bel proclama, si può passare l’annuncio con il megafono multimediale, così anche noi diciamo la nostra… e giù, il tuo cervello comincia la danza: a che serve girare per le strade di un paese con una candela in mano? Che voce hanno un centinaio di persone – fossero anche diecimila o centomila -davanti ad una nazione intera, ad un continente, di fronte al mondo schiacciato dalla tempesta delle guerre e della fame e della sete di dignità e di futuro? A noi che siamo troppo sazi –come dice la Scrittura- dello scherno dei gaudenti, del disprezzo dei superbi, e che ci domandiamo come faremo ad arrivare a fine mese, che non conosciamo l’orizzonte del nostro domani… a noi, a che serve una fiaccolata a favore dei troppi figli dell’umana famiglia che la guerra e la fame spingono oltre i loro confini e che il mare inghiotte vorace? Non sarà forse soltanto la ripetizione dell’antico gesto di quel saggio greco che andava in giro con la lanterna e ripeteva: “Cerco l’uomo!” e se girasse ora con la sua lanterna magari sarebbe arrestato per accattonaggio? Che dire, che dirti? Ti sussurro piano per non invadere la tua giornata: lascia aperte le domande, e fanne ancora altre, e mettiti a cercare, perché le risposte alle domande della vita sono nascoste. Stanno dentro l’anima di chi ce la fa a fermarsi, con umiltà, nella fragilità, riconoscendo la propria debolezza, tremolante come fiamma di una candela nella notte. E chissà, quelle candele in cammino aiutano a riflettere, cioè a cercare luce che si riflette come specchio, per capire, per non addormentarci, per tenere deste le domande, per non accomodarci sulle tiepide risposte scontate dei giornali, degli amici, dei media, degli altri. Per non diventare anche noi come i tanti, troppi Pilato della storia, che arriva a dire: ecce homo, e poi rifiuta il Signore della vita e lo condanna a morte. Tutti quei crocifissi, che entrano ogni giorno silenziosi nel ventre gravido di sangue dell’annientamento e della morte, non hanno finito il loro compito: parlano ancora, e gridano, attraverso il tremolio della fiammella che tieni tra le dita.”




ARCE: SVOLTA NELLE INDAGINI SULL'OMICIDIO DI SERENA MOLLICONE

di Angelo Barraco

Arce (FR) – Il Procuratore Mario Mercone e gli investigatori del Reparto Operativo Provinciale dei Carabinieri hanno interrogato un uomo, l’uomo in questione non è stato iscritto nel registro degli indagati ma è stato ascoltato come persona informata sui fatti. Vi sono inoltre ulteriori accertamenti da parte dei Ris, sulla busta che ha portato la morte per soffocamento di Serena, al momento però, su questo punto, si mantiene il massimo riserbo. La voce che circola è quella del ritrovamento e dell’isolamento di un DNA che presto potrebbe dare un nome e un volto all’assassino.

Ricordiamo che Serena Mollicone è morta a 18 anni nel giugno del 2001 e il suo cadavere fu trovato nel bosco dell’Anitrella in provincia di Frosinone

Le indagini sul caso hanno avuto alti e bassi. 24 settembre 2002, la Procura di Cassino iscrisse nel registro degli indagati il carrozziere di Rocca D’Arce, Carmine Belli. Un indizio che inizialmente destò sospetti sull’uomo fu il rinvenimento del nastro adesivo. Il Belli aveva un nastro adesivo simile a quello che teneva mani e piedi di Serena legati, ma la comparazione delle impronte digitali ha portato esito negativo,  nell’ottobre del 2006 la Cassazione ribadì che il carrozziere era estraneo ai fatti. La svolta arriva però nell’aprile 2008, con la morte di Santino Tuzzi, brigadiere dei carabinieri che in precedenza era stato ascoltato come persona informata sui fatti e aveva riferito che il giorno della scomparsa di Serena, aveva visto quest’ultima in caserma dai Mottola. Santino Tuzzi si suicida. Il 27 giugno 2011 vengono iscritte nel registro degli indagati cinque persone e sono: l’ex Maresciallo dei Carabinieri di Arce Franco Mottola, suo figlio Marco, un altro Carabiniere, Francesco Suprano, il fidanzato di allora di Serena Michele Fioretti e la madre del giovane, Rosina Partigianoni. Costoro dovranno essere sottoposti ad esami del DNA per con gli elementi trovati sugli indumenti di Serena, sul nastro adesivo e sul filo di ferro usato per legare il corpo.
Attendiamo novità, vi terremo aggiornati.

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05/01/2014 ARCE: ESITO NEGATIVO PER LE IMPRONTE DIGITALI. L'ASSASSINO DI SERENA E' ANCORA IN LIBERTA'
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ARCE: ESITO NEGATIVO PER LE IMPRONTE DIGITALI. L'ASSASSINO DI SERENA E' ANCORA IN LIBERTA'

Redazione

Frosinone – Nessuna nuova per la famiglia di Serena Mollicone. Hanno dato esito negativo anche gli accertamenti comparativi sulle impronte digitali per scoprire l'assassino di Serena, la studentessa scomparsa il primo giugno 2001 e ritrovata uccisa, legata e imbavagliata, due giorni dopo nel boschetto di Fonte Cupa ad Anitrella, nelle vicinanze di Arce dove la ragazza viveva. La relazione consegnata dai Ris di Roma al procuratore capo di Cassino Mario Mercone, titolare dell'inchiesta, ha fornito lo stesso risultato dei nuovi test del Dna svolti su 272 persone e consegnati alla procura prima di Natale. Dopo oltre 12 anni di indagini, dunque, l'assassino della diciottenne di Arce non ha ancora un nome e un volto. Per la morte della studentessa sono indagate con l'ipotesi di omicidio volontario e occultamento di cadavere sei persone, tutte scagionate dagli accertamenti scientifici svolti finora. Ora per la loro posizione, come lasciano capire gli inquirenti, si va verso l'archiviazione.A dicembre era stata concessa una proroga e il fatto aveva acceso ancora di più le speranze nel padre di Serena, Guglielmo Mollicone. Era stato chiesto un mese di proroga in quanto gli uomini del Ris stavano comparando tra le impronte dattiloscopiche e le tracce di Dna rinvenuti sul corpo di Serena Mollicone e i campioni prelevati a oltre 200 persone entrate nella rosa dei sospettati per la morte l’occultamento di cadavere della diciottenne di Arce. Adesso staremo a vedere che cosa dirà il legale della famiglia Mollicone. 

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ARCE, GIALLO SERENA MOLLICONE: IL MISTERO DEL BOSCO S'INFITTISCE

Redazione

Arce (FR) – Hanno chiesto un mese di proroga gli uomini del Ris che stanno effettuando le comparazioni tra le impronte dattiloscopiche e le tracce di Dna rinvenuti sul corpo di Serena Mollicone e i campioni prelevati a oltre 200 persone entrate nella rosa dei sospettati per la morte l’occultamento di cadavere della diciottenne di Arce.
Il capo della procura di Cassino Mario Mercone ha concesso al Ris fino al prossimo 7 gennaio, data in cui si potrà sapere se qualcuno dei prelievi avrà dato esito positivo.
“Questa proroga è un buon segno”, ha dichiarato Guglielmo Mollicone, il padre di Serena, “vuol dire che gli inquirenti –a distanza di 12 anni- hanno in mano degli elementi che stanno valutando. Questo mese in più servirà sicuramente a mettere insieme altre prove a carico di chi ha ucciso e portato il corpo di Serena nel bosco di Fontecupa”.
La storia della studentessa di Arce è diventata un libro firmato da Pino Nazio che verrà presentato sabato 7 dicembre alle 20 a Roma, al Palacongressi dell’Eur, nell’ambito della rassegna “Più libri, più liberi”. All’incontro, oltre all’autore, saranno presenti Guglielmo Mollicone, l’ex-sovrintendente della Polizia che ha indagato sul caso, Giuseppe Pizzo, coordinati dal giornalista Mauro Valentini.
Serena Mollicone scomparve da Isola Liri il primo giugno del 2001. Due giorni dopo, una squadra della protezione civile trovò il corpo della studentessa in un boschetto. Aveva le mani e i piedi legati, un sacchetto di plastica le avvolgeva la testa, e una ferita vicino all’occhio provocata da un colpo violento che non poteva averla uccisa. Serena era morta dopo una lenta agonia ed era stata portata nel bosco poche ore prima del ritrovamento. La caccia all’assassino e ai suoi complici è ancora aperta.

Quello scritto da Pino Nazio”, ha commentato Guglielmo Mollicone, “è il primo libro sulla storia di Serena, sulla sua personalità, sulla sua vita, sulle orribili vicissitudini che l’hanno inghiottita. Finalmente un libro che va incontro alla verità, e non favorisce depistaggi come è stato per tutti quelli pubblicati finora. Nessuno degli autori precedenti ha rappresentato veramente ciò che era Serena e ciò che ha significato per la comunità di Arce. È come se la morte di Serena avesse liberato energie, in un paese dove i giovani morivano di droga e dove imperava la corruzione. Una morte che è stata una sorta di purificazione collettiva”.

Pino Nazio (Roma, 1958) è sociologo, giornalista e autore televisivo.
Dal 1992 è stato inviato del programma di Raitre “Chi l'ha visto?”, ha diretto per sette anni i canali satellitari di Unire Tv, ha ideato e realizzato per la tv oltre mille servizi, spot, documentari e reportage, in Italia e all’estero. Ha scritto saggi sulla comunicazione: “Le parole della tv”, “Il manuale del giornalista televisivo” e “Chi è della tv”.
Nel 2010 ha pubblicato per Sovera “Il bambino che sognava i cavalli – 779 giorni ostaggio dei Corleonesi”, nel 2012 “Il segreto di Emanuela Orlandi – Papa Wojtyla, la tomba del boss e la banda della Magliana”.

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CASALESI NELLA TRAPPOLA DIA: CONFISCATI BENI PER 90 MILIONI TRA LAZIO E CAMPANIA

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Redazione

Frosinone – La Dia mette in ginocchio i Casalesi. Beni per un valore di 90 milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli in Lazio e Campania ad aziende e personaggi che ruotano attorno al clan dei Casalesi.

La confisca è stata disposta dal Tribunale di Frosinone ed è una delle più grosse ai danni delle organizzazioni camorristiche che operano nel Lazio. Fra i beni confiscati sono presenti società, mobili registrati, beni, immobili, due ditte individuali, 28 terreni, 26 fabbricati, 19 veicoli, molti di lusso e 114 conti correnti, rapporti finanziari e depositi. I beni erano stati sequestrati già il 15 marzo del 2011, a Gennaro De Angelis, 69 anni, Aladino Saidi, 35 anni e ad Antonio Di Gabriele, 67enne.

Le zone colpite oggetto di confisca sono Castrocielo (Frosinone), Cassino (Frosinone), Campoli Appennino (Frosinone), Sora (Frosinone), Arce (Frosinone), Rocca di Mezzo (L’Aquila), Gaeta (Latina), Arpino (Frosinone) e Roma. Gennaro De Angelis, familiare di Schiavone, ha rappresentato per un lungo periodo di tempo il punto di riferimento del clan dei Casalesi nel basso Lazio. Numerosi i capi d’accusa rivolti contro l’uomo e cioè: estorsione, truffa, riciclaggio, ricettazione e, soprattutto, import da altri Paesi UE di autovetture, con l’evasione dell’Iva.

La confisca di beni conclude l'operazione «Verde Bottiglia», che prende il nome da una Jaguar di quel colore regalata al boss Francesco Schiavone, soprannominato «Sandokan», appassionato di quel tipo di vetture di lusso.