San Savino, gommista subisce 38 furti: spara e uccide uno dei ladri all’interno dell’azienda. Indagato per eccesso di legittima difesa

AREZZO – Eccesso di legittima difesa: questo il reato per cui è indagato il titolare di una rivendita di gomme di Monte San Savino (Arezzo) che intorno alle 4 ha sparato e ucciso uno dei ladri scoperti all’interno della sua azienda dove dormiva dopo aver subito 38 furti in pochi mesi. L’uomo avrebbe raccontato al pm Andrea Clausani di essersi svegliato per i rumori e di aver sparato d’istinto due o tre colpi di pistola. Il 29enne moldavo si è poi accasciato nel cortile dell’azienda. L’altro malvivente è riuscito a fuggire.

L’uomo avrebbe raccontato al pm Andrea Clausani di essersi svegliato per i rumori e di aver sparato d’istinto due o tre colpi di pistola. Il 29enne moldavo si è poi accasciato nel cortile dell’azienda. L’altro malvivente è riuscito a fuggire.

Il commerciante è stato accolto da applausi e grida a voce alta “bravo Fredy, bravo Fredy” da amici e conoscenti che erano davanti alla sua azienda, quando alle 12.30 è rientrato, accompagnato in auto, e ha ripreso la sua attività.

I carabinieri e le altre forze dell’ordine stanno cercando in tutto l’Aretino il complice del moldavo ucciso. Secondo la ricostruzione dei carabinieri erano almeno due le persone entrate intorno alle 4 nel perimetro dell’azienda di Pacini. All’interno del capannone sarebbe poi riuscito a entrare uno solo, il 29enne. Si cerca anche l’auto con cui i due erano arrivati sul posto: per questo potrebbero tornare utili alcune telecamere della zona. Nell’azienda di Pacini i carabinieri hanno sequestrato il piccone usato per rompere un vetro dell’ingresso e la pistola con cui il commerciante ha sparato, un’arma regolarmente detenuta.

Immediato il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini: – “Dopo il Decreto Sicurezza, arriverà in Parlamento la nuova legge sulla Legittima Difesa. Io sto con chi si difende, entrare con la violenza in casa o nel negozio altrui, di giorno o di notte, legittima l’aggredito a difendere se stesso e la sua famiglia. La mia solidarietà al commerciante toscano derubato 38 volte in pochi mesi: conti su di noi”.




Arezzo, donna scomparsa: indagato amico

AREZZO –  L’uomo che avrebbe trascorso la prima notte con Susy Paci, la 49enne di Subbiano (Arezzo) di cui non si hanno più notizie dal 23 gennaio arrivata a Napoli in treno lo stesso giorno, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati.

Il provvedimento, secondo fonti vicine agli inquirenti che indagano ad Arezzo, sarebbe stato preso nei confronti del 45enne napoletano già sentito nei giorni scorsi dai pm del capoluogo campano che seguono l’inchiesta. I magistrati avrebbero disposto anche un decreto di sequestro, sempre secondo le stesse fonti (le indagini sono blindate), del cellulare e forse di altro materiale informatico.
Due sarebbero le ipotesi di reato: sequestro di persona e occultamento di cadavere. Il tutto in attesa delle risposte che devono arrivare da facebook, instagram e twitter: ai colossi dei social la polizia postale ha chiesto di mettere a disposizione i dati dell’intensa attività che la donna scomparsa, sposata e madre di due figli di 19 e 17 anni, aveva su tutti social.




Arezzo: uccide il marito disabile col mattarello

AREZZO – Al culmine di una lite, ha colpito il marito alle spalle con il mattarello, preso da un cassetto della cucina, e gli ha fracassato la testa uccidendolo. Poi ha tentato il suicidio ingerendo dei sonniferi. E’ accaduto la scorsa notte in una casa alla periferia di Terranuova Bracciolini (Arezzo) nel giorno in cui in paese era in pieno svolgimento la festa del Perdono con migliaia di persone per le strade.

 

A scoprire il corpo dell’uomo in una pozza di sangue è stata la figlia della coppia quando è rincasata. La vittima è un 62enne, pensionato, personaggio noto a Terranuova, dove era stato presidente della locale sezione Avis. Il pm di turno della Procura di Arezzo, Angela Masiello, ha disposto l’autopsia. La moglie, 58 anni, impiegata, è stata arrestata e portata dai carabinieri nel carcere di Arezzo. La donna ha confessato il delitto. Dopo l’omicidio, ha assunto farmaci, una manciata di sonniferi per suicidarsi, ma l’arrivo dei sanitari del 118 ha impedito il peggio ed è stata salvata dalle cure dei medici all’ospedale.

 

All’origine della tragedia familiare potrebbe esserci la condizione di estrema fragilità fisica dell’uomo, che era rimasto vittima anni fa di un ictus, tanto che l’uomo aveva bisogno di continua assistenza, a causa dei gravi problemi di deambulazione. Forse nel pomeriggio è scoppiato un primo litigio, a cui ne sarebbe seguito un altro in serata, quando la figlia era già uscita di casa per partecipare alla festa del Perdono. Ed è stata proprio la giovane, 25 anni, che rientrata a casa ha scoperto la scena agghiacciante del padre con la testa fracassata e la madre distesa sul divano dopo aver assunto i sonniferi e ha dato l’allarme chiamando




Arezzo: uccide il marito con un matterello

TERRANUOVA BRACCIOLINI – Ha ucciso il marito colpendolo alla testa con un matterello al culmine di una lite. A dare l’allarme è stata la figlia 25enne. E’ accaduto poco prima delle 23 di lunedì a Terranuova Bracciolini (Arezzo), quando la figlia ha chiamato il 118 dicendo che i padre era a terra “con la testa fracassata” . I sanitari del 118 sono accorsi dandole intanto indicazioni per eventuali tentativi di rianimazione. Al loro arrivo hanno trovato il corpo dell’uomo, 62 anni, tra il bagno e il corridoio. Sul divano la donna, che poi avrebbe anche confessato il delitto. Già nel pomeriggio ci sarebbe stata una lite tra i coniugi.




Cassazione: no agli psicologi in classe senza l’ok dei genitori

AREZZO – Su richiesta di due insegnanti di una scuola elementare di Arezzo, il direttore aveva autorizzato la psicologa a stare in classe con gli allievi per esaminarne il comportamento e scrivere una relazione clinica, in particolare su un ragazzino ‘vivace’. Il tutto senza che i genitori fossero informati e acconsentissero. Accogliendo il ricorso di padre e madre del minore, la Cassazione ha annullato l’archiviazione del gup, per violenza privata, nei confronti di tutta l’equipe scolastica e stabilito che il consenso è imprescindibile.

Uno dei contesti in cui il contributo dello psicologo è sempre più necessario e prezioso è indubbiamente la scuola: luogo affettivo e sociale in cui i ragazzi crescono e vivono oltre che “imparare” e in cui il loro disagio può quindi prendere forma e spazio, ma anche sistema con le proprie regole, obiettivi e organizzazione al cui interno devono trovare collocazione – alla ricerca di un sano e complesso equilibrio – i diversi membri di cui è composta e che le gravitano attorno (alunni, docenti, dirigenti, personale ata, genitori, etc.), nonché istituzione profondamente colpita da anni di politiche disattente.

A fronte di un bisogno crescente dello psicologo a scuola, la sua presenza è lasciata per lo più alla sensibilità e disponibilità dei dirigenti scolastici (che possono attivarsi per finanziarne progetti e iniziative con i fondi per l’autonomia o partecipando a qualche bando regionale, europeo, etc.): in altre parole la figura dello Psicologo Scolastico – diversamente da altri Paesi – in Italia non è prevista come obbligatoria e questo fa sì che la sua presenza sia spesso spot e quindi meno efficace, oppure legata a un’urgenza. E’ facile che in questi casi ci sia una totale “delega all’esperto”, chiamato per risolvere (quasi miracolosamente!) specifiche problematiche: lo psicologo deve analizzare e trasformare tale richiesta per far uscire i committenti (docenti, dirigenti, genitori) dalla posizione passiva in cui si trovano. In altre parole, un cambiamento è possibile solo se c’è una reale disponibilità a mettersi in moto, riprendere potere e responsabilità, rivedere i propri modelli organizzativi e comunicativi lasciandosi guidare dall’”esperto”, il cui ruolo è quello di catalizzatore e non di attore protagonista




Arezzo, uccide il padre e poi chiama i carabinieri

 

AREZZO – Diciottenne uccide il padre a fucilate durante una lite poi chiama i carabinieri e si costituisce. E' accaduto la notte scorsa in una villetta alle porte di Lucignano, in provincia di Arezzo. La vittima aveva 51 anni ed era un fabbro. In base ad una prima ricostruzione, si tratterebbe di un delitto d'impeto ma i carabinieri, intervenuti con il sostituto procuratore Laura Taddei, non esclude alcuna ipotesi. Da chiarire i motivi che hanno fatto degenerare la discussione in tragedia.




Arezzo, Banca Etruria: tutti assolti

 

Redazione


AREZZO – Sono stati assolti l'ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari, l'ex dg Luca Bronchi e il direttore centrale Davide Canestri imputati per ostacolo alla Vigilanza. Lo ha deciso il gup del tribunale di Arezzo Annamaria Lopresti.

I pm Roberto Rossi e Julia Maggiore avevano chiesto due anni e 8 mesi per Fornasari e Bronchi e due anni per Canestri. Bankitalia, unica parte civile ammessa, aveva chiesto un risarcimento danni per 320 mila euro.

"Il fatto non sussiste" è la formula usata dal gup Annamaria Loprete per quanto riguarda l'operazione relativa alla cessione di immobili, in particolare quelle della società Palazzo della Fonte, una di quelle sulle quali gli ispettori di Bankitalia avevano segnalato possibili criticità di rilevanza penale nel bilancio 2012. "Il fatto non costituisce reato" è invece la formula usata dal gup per il capo d'imputazione relativo ai presunti crediti deteriorati. L'accusa era sostenuta dal procuratore della repubblica di Arezzo Roberto Rossi e dal pm Julia Maggiore. L'ex dg e il direttore centrale erano presenti alla lettura della sentenza mentre Fornasari, che aveva assistito alla prima parte dell'udienza di stamani è stato chiamato dal suo avvocato Antonio D'Avirro che gli ha comunicato l'assoluzione.

Difensore Fornasari, ex presidente commosso – "Era chiaramente commosso e contento". Così l'avvocato Antonio D'Avirro difensore dell'ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari riferisce i primi sentimenti espressi da quest'ultimo quando il legale lo ha chiamato per comunicargli la sentenza di assoluzione dalle accuse mosse a lui e all'ex dg Luca Bronchi e al direttore centrale Davide Canestri dalla procura di Arezzo nell'ambito del primo filone d'inchiesta su Banca Etruria quello in cui il procuratore Roberto Rossi aveva ipotizzato l'accusa di ostacolo alla Vigilanza. "E' stata riconosciuta l'estrema correttezza di Fornasari – ha proseguito D'Avirro – subentrato in un momento di grande difficoltà per la banca che però ha sempre lavorato nell'interesse dell'Istituto con estrema correttezza". Soddisfatto anche Stefano Lalomia, uno dei difensori di Canestri per il quale "questa era la soluzione che ci aspettavamo perché anche nel corso delle udienze avevamo dimostrato la correttezza e il lavoro fatto per la banca dai nostri assistiti". All'uscita né Bronchi né Canestri hanno voluto rilasciare dichiarazioni anche se entrambi hanno dimostrato la loro soddisfazione. "Voglio ricordare – ha detto l'avvocato Antonio Bonacci che insieme al collega Carlo Baccaredda, assisteva l'ex dg – che il processo è stato fatto sulle carte dell'accusa e che noi avevamo accettato il rito abbreviato proprio perché convinti della correttezza poi dimostratasi nel corso del processo.




AREZZO: RUMENO UBRIACO MINACCIA LA MOGLIE COL MACHETE E AGGREDISCE I CARABINIERI

Redazione

Arezzo – I Carabinieri della Stazione di Bibbiena (AR),insieme a quelli di Talla (AR),  hanno arrestato un 38enne Rumeno residente in Casentino, pregiudicato, per minaccia, resistenza e oltraggio a Pubblico Ufficiale.
I Militari dell’Arma, nella notte del 27 dicembre scorso, intervenivano in via Gramsci di Bibbiena (AR), dove il rumeno, in evidente stato di agitazione dovuta all’assunzione eccessiva di alcolici, aggrediva e minacciava con un “machete” la ex convivente, una 43enne anch’essa residente in Casentino.

L’uomo veniva immediatamente disarmato dai Carabinieri ed accompagnato nella Caserma di Bibbiena dove, a causa del suo stato psicofisico, continuava a minacciare e ad oltraggiare i Militari dell’Arma.




AREZZO, CONTROLLO DEL TERRITORIO: 2 ARRESTI E 4 DENUNCE DEI CARABINIERI

Redazione

Arezzo – I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Arezzo  hanno tratto in arresto un a 39enne, marocchino, pregiudicato, residente ad Arezzo, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal  Tribunale di Arezzo.
Nel pomeriggio di ieri una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile, a seguito di servizi di controllo del territorio, fermavano l’extracomunitario in una via del centro di Arezzo, nei confronti del quale i militari dell’Arma accertavano che lo stesso doveva scontare   una pena di 4 mesi di reclusione per porto illegale di armi e oggetti atti ad offendere, reati commessi nell’anno 2011. L’arrestato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Arezzo.

I Carabinieri della Stazione di Subbiano unitamente ad una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Arezzo, hanno tratto in arresto una 44enne, originaria del basso Casentino, per lesioni personali colpose, fuga e omesso soccorso a seguito di investimento di persona.
Nella notte tra il 4 il 5 agosto i Militari dell’Arma, a seguito di accertamenti identificavano e rintracciavano immediatamente la donna che poco prima in Capolona (AR), alla guida della propria autovettura, aveva investito un 83enne in sella alla propria bicicletta, dandosi alla fuga. I Carabinieri accertavano inoltre che la 44enne, dal controllo effettuato con etilometro, risultava con un tasso di alcol superiore a 1,50 g/l.
L’Anziano uomo a seguito delle lesioni riportate nell’incidente è ricoverato presso l’ospedale di Siena in “prognosi riservata”.
L’arrestata su disposizione dell’Autorità Giudiziaria si trova agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

I Carabinieri della Stazione di Camucia hanno denunciato in stato di libertà  un 50enne, un 44enne e un 58enne, tutti di nazionalità marocchina, residenti in Valdichiana, per tentata rapina impropria in concorso.
I militari dell’Arma a seguito di indagini accertavano che i tre extracomunitari il 26 giugno scorso, dopo essersi introdotti nel piazzale di un deposito di autodemolizioni sito in località “Catenara” del comune di Cortona (AR), di proprietà di un 68enne e di un 34enne, anch’essi della Valdichiana,   approfittando della distrazione dei titolari tentavano di asportare parti di ricambio di alcune autovetture che si trovavano nel predetto deposito. I tre uomini durante la loro azione venivano sorpresi dai proprietari e per darsi alla fuga aggredivano i predetti titolari dell’Autodemolizione”, i quali riportavano lievi lesioni accertate dai sanitari dell’ospedale di Cortona.

I Carabinieri della Stazione di Mercatale di Cortona hanno denunciato in stato di libertà un 49enne marocchino, residente in Valdichiana, per ricettazione.
Verso le ore 16,00 di ieri 5 agosto, i Militari dell’Arma a seguito di perquisizione personale eseguita nei confronti dell’extracomunitario, rinvenivano e sequestravano una carta di credito bancaria, che dai successivi accertamenti risultava rubata in quanto ne aveva denunciato il furto un 19enne della provincia di Perugia.
 




BALLOTTAGGI: IL PD PERDE VENEZIA, AREZZO E MATERA

Le comunali 2015 vedono il centrosinistra prevalere di misura sul centrodestra in 8 comuni capoluogo contro 7. Nelle precedenti elezioni il centrosinistra vinse 9-7. Venezia, Arezzo e Matera al centrodestra, Lecco, Macerata e Mantova al centrosinistra. In laguna e nella città toscana si consumano i due "ribaltoni" piùclamorosi col Pd e tutto il centrosinistra che esce sconfitto. A Venezia cambia la giunta dopo 22 anni. Il candidato di centrodestra Luigi Brugnaro, sostenuto da Fi, Ncd, liste civiche, ha ottenuto al ballottaggio oltre il 53% dei voti. Il centrodestra strappa al centrosinistra anche il comune di Arezzo: Alessandro Ghinelli (sostenuto da Fi, Lega, Fdi, civica) ha ottenuto il 50,8% dei voti.

Pd ko anche a Matera dove Raffaello De Ruggieri, sostenuto da Forza Matera e civiche, ha ottenuto al ballottaggio il 54,51% dei voti mentre Salvatore Adduce (Pd, Api, Sel e civiche) si è fermato al 45,49%. Il centrosinistra ha invece confermato al ballottaggio il sindaco di Lecco – Virginio Brivio (Pd, liste civiche) ha ottenuto il 54,38% dei voti – e quello di Macerata: Romano Carancini, sostenuto da Pd, Udc, Idv, Sinistra, ha ottenuto il 59,11% dei voti. A Matova è il Pd a strappare il sindaco al centrodestra: Mattia Palazzi (Pd, Sel, civiche) ha ottenuto al ballottaggio il 62,56% dei voti.

Il centrodestra vince due a uno in Calabria. Due a uno per il centrodestra. Al secondo turno delle amministrative in Calabria hanno vinto Paolo Mascaro a Lamezia Terme (con il 59,96 per cento) e Giuseppe Pedà a Gioia Tauro (con il 57,16 per cento), entrambi preferiti già al primo turno; a Castrovillari è stato rieletto sindaco Domenico Lo Polito, sostenuto da una coalizione di centrosinistra, ma solo per un pugno di voti. La percentuale finale è di 50,06 per cento, solo undici i voti di differenza dal suo contendente Giuseppe Santagada che rispetto al primo turno ha fatto una rimonta eccezionale arrivando fino al 49,94 per cento e sfiorando il colpaccio. Il centrodestra avanza dunque a Lamezia Terme e Gioia Tauro, in passato amministrati dal centrosinistra. "La Calabria -commenta la coordinatrice regionale di Forza Italia, Jole Santelli- dopo solo sei mesi ha ribaltato il suo giudizio politico rispetto al Pd di Renzi e di Oliverio. È un segnale che ha una valenza che va ben oltre quella regionale e che se travolge il Pd calabrese e il presidente Oliverio, è una sconfitta politica di Matteo Renzi e del suo governo".

A Chieti Di Primio (Ncd) si conferma sindaco. Umberto Di Primio (Ncd) si conferma sindaco di Chieti battendo al turno di ballottaggio il suo avversario Luigi Febo (Pd). Le operazioni di scrutinio si sono concluse nel corso della notte. Di Primio,47 anni, avvocato, era sostenuto da sei liste di centrodestra mentre il suo avversario, Febo, 49 anni, architetto, da sette liste di centro sinistra compresa quella di "Giustizia sociale" con la quale si era apparentata. Al turno di ballottaggio hanno votato il 50,52% degli elettori mentre al primo turno l'affluenza era stata del 66,45%. Chieti è stata la sola città abruzzese interessata a questo turno di voto .

L'affluenza alle urne. Si sono chiusi ieri sera alle 23 i seggi in 65 comuni dove si è votato per il ballottaggio. Oggi fino alle 15 si potrà votare solo nei comuni siciliani, tra cui il capoluogo Enna. I dati definitivi sull'affluenza (65 comuni su 65) indicano che ha votato il 47,11% degli aventi diritto. Al primo turno era andato alle urne il 62,91%. Circa due milioni di votanti sono stati chiamati alle urne per il turno di ballottaggio per l'elezione dei sindaci di 65 comuni, di cui 11 capoluoghi di provincia (Lecco, Mantova, Rovigo, Venezia, Arezzo, Fermo, Macerata, Chieti, Trani, Matera, Nuoro), che ha riguardato 2.160.550 elettori, di cui 1.036.159 maschi e 1.124.391 femmine.




AREZZO, GIALLO GUERRINA PISCAGLIA: IL MOVENTE SAREBBE DA RICERCARE NELLA RAPPORTO DELLA DONNA CON IL PRETE

di Angelo Barraco

Arezzo – Per il gip di Arezzo, Piergiorgio Ponticelli, il movente che avrebbe spinto Padre Graziano ad uccidere Guerrina Piscaglia è dovuto alla morbosità della Piscaglia verso il prete. Il prete forse avrebbe avuto paura che sarebbe nato uno scandalo per questa relazione che lui ha sempre negato, ma che la donna avrebbe minacciato di rivelare e di rendere pubblica sostenendo persino di essere incinta e che il figlio fosse proprio di Padre Graziano. Vi sono certamente le prove oggettive che dimostrano la tresca tra la donna e il prete, vi è la prova oggettiva di tutto ciò. La speranza è che questo caso, attualmente senza un corpo da analizzare e che possa dare risposta, finisca nel limbo del processo nullo come nel caso Ragusa. Ci auguriamo che da questo momento le indagini saranno mirate e che non ci sarà la fretta di imbastire un processo senza dati oggettivi poiché un processo senza dati oggettivi è un processo nullo, e ne abbiamo avuto la prova nel caso Ragusa e nel processo contro Logli. Quali saranno adesso i prossimi passi a livello investigativo? Ci saranno posizioni che verranno rivalutate e rianalizzate? Ricordiamo che Padre Graziano, unico indagato per la scomparsa di Guerrina Piscaglia avvenuta il 1 maggio 2015 è stato arrestato il 23/04/2015. L’arresto è avvenuto a poche ore dalla possibile libertà del prete congolese. Per il Prete, l’accusa nei suoi riguardi è cambiata da favoreggiamento ad omicidio e occultamento di cadavere.  Padre Graziano è stato arrestato a Roma, i Carabinieri si sono presentati di fronte al portone del convento dei Premostratensi in Viale Giotto, quartiere Aventino e hanno notificato al frate il provvedimento del giudice. Il Frate poi è salito nell’auto dei Carabinieri e si sono diretti ad Arezzo. La misura cautelare era stata richiesta il 23 febbraio 2015 dal procuratore della Repubblica di Arezzo, Roberto Rossi e dal sostituto procuratore della Repubblica Marco Dioni. La misura cautelare è stata ritenuta un’esigenza perché vi era il pericolo di fuga dell’indagato e l’inquinamento probatorio. Ricordiamo che il 24 aprile scadeva il divieto di espatrio per Padre Graziano. Gli elementi contro Padre Graziano sono: Quando Guerrina è già scomparsa, dal cellulare della donna partono due sms; uno rivolto ad un prete nigeriano che vive a Roma e un altro prete di Can Raffaello. Il numero del prete nigeriano che vive a Roma però lo poteva avere soltanto Padre Graziano. Quando a Padre Graziano gli viene chiesto come mai Guerrina aveva il numero del prete nigeriano e Padre Graziano è rimasto in silenzio. Padre Graziano successivamente parla con Padre Faustino, parlando di un’altra persona, un certo Signor Francesco.