BERLUSCONI: NO DELLA PROCURA DI MILANO ALLA LIBERAZIONE ANTICIPATA

Redazione

L'ex Cav incassa il primo no, però non  è vincolante. Infatti, la procura di Milano ha espresso parere contrario alla richiesta di liberazione anticipata avanzata dai legali di Silvio Berlusconi nell'ambito dell'affidamento in prova ai servizi sociali per un anno concesso in seguito alla condanna definitiva per Mediaset. Il parere della procura non e' vincolante. Nei prossimi giorni spetterà al giudice Beatrice Crosti, del Tribunale di sorveglianza, decidere se concedere la liberazione anticipata. Il leader di Forza Italia era stato condannato il 1 agosto 2013 per frode fiscale dalla Cassazione a 4 anni di reclusione di cui 3 coperti da indulto. Aveva poi chiesto al Tribunale di sorveglianza di poter scontare l’anno residuo di pena in prova ai servizi sociali, richiesta accolta dai giudici il 15 aprile dello scorso anno. L’ex premier era stato assegnato alla struttura per anziani «Sacra Famiglia» di Cesano Boscone. La richiesta di liberazione anticipata si basa sullo sconto di 45 giorni previsto dalla normativa per i condannati che hanno dimostrato buona condotta durante l’esecuzione della pena.




BERLUSCONI TRANQUILLIZZA RENZI SU RIFORME

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Tre giorni fa, alla riunione dei senatori, l'ultimo scontro: da una parte Verdini e Romani, dall'altra Renato Brunetta. Quando il capogruppo di FI alla Camera il giorno dopo ha cercato di rinviare il voto sulle riforme c'e' stata, secondo quanto riferito da fonti parlamentari, una telefonata tra Silvio Berlusconi e l'ex ministro della Funzione Pubblica. Anche in quella circostanza il Cavaliere si e' limitato ad invitare l'esponente azzurro a non deviare dalla linea del 'Patto del Nazareno'. Io vado avanti per questa strada, se non va bene posso sempre essere sostituito, e' stata la risposta.

Ma e' oggi che per la prima volta l'ex premier ha espresso pubblicamente la sua irritazione per i continui distinguo da parte di Brunetta. Lo ha invitato a cambiare atteggiamento e se Brunetta rimanda la 'querelle' all'appuntamento di mercoledi' prossimo e' perche' i malpancisti sono convinti di poter ampliare l'area dei 'frondisti' e sbarrare la strada al percorso individuato dal premier Matteo Renzi. La richiesta e' nota: posticipare il passaggio alle Camere della legge elettorale e del pacchetto costituzionale a dopo l'elezione del presidente della Repubblica. Ma gia' ieri sera Berlusconi ai suoi aveva ribadito la sua intenzione di rispettare i patti, convinto che il Renzi concordera' proprio con gli azzurri un nome per la sostituzione di Napolitano.

Questa mattina Verdini avrebbe fatto sentire la sua voce, ribadendo al Cavaliere – dicono fonti parlamentari di FI – che non possono esserci due linee. Da qui la decisione di Berlusconi di mettere fine alle polemiche. Io non c'entro nulla, ha fatto sapere ai suoi Raffaele Fitto. Ma lo scontro di oggi potrebbe portare anche a delle conseguenze in settimana visto che la riunione di gruppo alla Camera si potrebbe trasformare, spiega un esponente di FI di primo piano, in una sorta di sfiducia a chi guida i deputati. Una 'mossa' che Berlusconi ha sempre negato di voler compiere ma che non e' esclusa alla luce della 'delegittimazione' odierna. FI vuole a tutti i costi essere sul tavolo delle trattative sul Quirinale: i nomi di Amato e Mattarella – le ipotesi al momento piu' accreditate per il Colle – agli azzurri vanno benissimo.

Per ora il Capo dell'esecutivo non scopre le carte, ha fornito solo il metodo e tratteggiato un identikit che lascia in gioco tutti i papabili al Quirinale emersi in questi giorni. Alla direzione del Pd non c'e' stato uno scontro tra la minoranza e la maggioranza del partito, ma l'annunciata fuoriuscita di Sergio Cofferati potrebbe pesare sul clima interno al partito. Nel centrodestra Alfano e Berlusconi hanno concordato di vedersi martedi' o mercoledi' per portare avanti un patto di responsabilita' che veda proprio FI, Pd e l'area popolare capaci di arrivare all'individuazi9one di una figura entro il quarto scrutinio. Da questo patto verrebbero esclusi la Lega e il Movimento 5 stelle, con Salvini e Grillo che per ora si sfilano anche se anche loro vogliono essere della partita




QUIRINALE, SERRACCHIANI: "SENZA BERLUSCONI NON SI PUO' ELEGGERE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA"

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"Vedremo cosa si vota, e se io sono immediatamente in condizione di partecipare". Giorgio Napolitano si e' gia' insediato a Palazzo Giustiniani e le sue poche battute con i cronisti confermano che il ruolo del Presidente emerito non sara' quello di semplice spettatore del confronto politico. Si parla di legge elettorale ma tanto quella, in agenda al Senato, quanto la riforma costituzionale, alla Camera, finiscono per risentire del capitolo aperto proprio dalle dimissioni dell'inquilino del Colle.

Le opposizioni tornano anche oggi a chiedere un 'time out' che accantoni il voto sulle riforme fino all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica e, infatti, alla Camera i lavori procedono a rilento. Frutto dell'ostruzionismo M5S ma anche delle barricate FI a sostegno di una sessione 'quirinalizia' sgombra da altri argomenti sul tappeto.

E la partita del Quirinale si annuncia, ovviamente, serrata. "E' opportuno scegliere qualcuno dal fronte dei moderati", chiede Maurizio Gasparri che apertamente dice "vogliamo una persona che ci rappresenti". "Senza Berlusconi non si puo' eleggere il nuovo Presidente della Repubblica", conviene dal Pd Debora Serracchiani. Vero e' che l'Ncd Fabrizio Cicchitto mette i puntini sulle i e avverte: "Siccome i numeri in questa materia hanno valenza politica, per eleggere il nuovo Presidente non possono bastare ne' un partito solo (Pd) ne' due partiti (Pd e FI). Sarebbe addirittura auspicabile che fra Ncd-Udc e FI ci fosse una qualche intesa, in modo da condizionare piu' efficacemente Renzi e Pd".

E', come sempre in queste circostanze, il tempo delle parole pubbliche e delle trattative riservate, e ognuno fa i conti con le esigenze tattiche nei rapporti con gli altri partiti ma anche in casa propria, con le rispettive correnti.

Vedi Silvio Berlusconi, che vorrebbe riannodare i fili del dialogo con Raffaele Fitto, forte di un pacchetto di voti di almeno una quarantina di parlamentari, in un partito dove l'ala 'anti Nazareno' non molla. Prova ne sia il duro scontro di ieri sera, nel corso di un vertice 'azzurro' a palazzo Grazioli, tra Renato Brunetta e Denis Verdini. Oggetto del contendere, la riforma elettorale, con Verdini, vistosamente irritato spiegano alcuni dei presenti, a legarla all'accordo con il Pd, viatico per essere coprotagonisti della partita Quirinale. E' finita, dicono le stesse fonti, con parole grosse tra i due.
  "Dal dibattito e' emersa un'apertura al confronto e sono state accolte molte proposte alternative. E' ovvio che non si puo' accettare che richieste continue di modifica siano un modo per bloccare la riforma", avverte il governo, con il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi.




BERLUSCONI VUOLE VOTARE LE RIFORME INSIEME AL PD, IL 15 FEBBRAIO SARA' UN UOMO LIBERO

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 "Con questa sinistra andiamo d'accordo per le riforme istituzionali, che sono le nostre del 2005 e che loro hanno abrogato con un referendum nel 2006. Votare insieme queste riforme non significa confondere i ruoli, noi siamo all'opposizione e alternativi a questa sinistra". Lo ha detto Silvio Berlusconi, intervenendo telefonicamente ieri sera ad una iniziativa dei giovani calabresi di Forza Italia e diffusa oggi dall'ufficio stampa del partito. Berlusconi e' poi tornato sulle sue vicende personali, ricordando che "tra meno di due mesi, quando avro' superato le conseguenze della sentenza ingiusta che mi ha colpito e che ha limitato la mia liberta', dal 15 di febbraio, tornero' libero e alla guida di Forza Italia e lavorero' per trasformare la maggioranza dei moderati in una maggioranza politica organizzata e consapevole, in grado di vincere tutte le prossime elezioni". "Stiamo attraversando un momento molto difficile per una crisi economica che non accenna a risolversi – ha aggiunto Berlusconi – perche' il governo Renzi – il terzo governo eletto senza andare a votare – si regge grazie a 148 deputati incostituzionali e in Senato su 32 senatori Ncd, che erano stati eletti con Forza Italia per opporsi alla sinistra e che, invece, adesso la sostengono facendo la stampella. Questo governo non e' in grado di applicare la giusta ricetta liberale della riduzione delle tasse sulle famiglie, le imprese e nessuna sulla casa e ha presentato una legge di cui non si conosce praticamente nulla – ha criticato l'ex premier riferendosi alla legge di Stabilita' – E' una cosa incredibile che e' capitata e che il governo e' stato capace di far capitare".
  "Noi – ha continuato il leader azzurro – siamo credibili sul tema delle tasse perche' lo abbiamo gia' realizzato quando eravamo al governo. Tutto questo lo possiamo ottenere con una flat tax al 20%, uguale per famiglie e imprese, che e' il solo modo per rilanciare lo sviluppo, quello sviluppo che la sinistra non e' in grado di realizzare", ha concluso Berlusconi.




QUIRINALE, BERLUSCONI: "NON IMPORTA SE CANDIDATO E' DI SINISTRA"

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"Noi guardiamo alla persona. Non ha importanza se e' di quella parte o di quell'altra. Non va giudicata dal fatto se ha radici in un'area o in un'altra. Si deve trattare di una persona seria, accettata da tutti". Lo ha detto in una intervista alla Repubblica, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. "Noi – spiega – in parlamento abbiamo circa 150 grandi elettori. Vogliamo concorrere dopo di che, vedremo se e cosa il leader Pd ci dira'. Noi stiamo partecipando all'approvazione delle riforme. Noi non ci sottrarremo ne' sulle modifiche alla Costituzione ne' sulla nuova legge elettorale. Quindi pensiamo di poter contribuire anche sul capo dello Stato".




LA STRATEGIA DI BERLUSCONI

di Maurizio Costa

Roma – Dopo il proscioglimento per il processo Ruby, Berlusconi è pronto al contrattacco. Il silenzio degli ultimi mesi e il servizio sociale a Cesano Boscone non hanno placato gli ideali di politica dell'ex Cavaliere. Ritornare a sedere in Parlamento sarà una sfida difficile, visto che la legge Severino obbliga Berlusconi a stare fuori da qualsiasi carica elettiva fino al 2019 a causa della condanna del processo Mediaset.
Ma l'ex premier non si demoralizza ed è pronto a rovesciare le carte in tavola e a tornare sul carro (dei vincitori?). Le sue mosse saranno studiate e, secondo le indiscrezioni, Berlusconi potrebbe tornare in campo già dal prossimo anno.
Prima di tutto, Berlusconi dovrà sbrigliare il nodo della legge Severino. Niente di più facile. L'ex Cav vorrebbe trattare con Renzi, mettendo sul piatto anche il patto del Nazareno, per poter aggirare o cancellare le legge che lo tiene fuori dalla politica che conta. Con i suoi legali, l'ex premier sta cercando una qualsiasi via di fuga per scampare alla legge che lo rende incandidabile. Nel caso in cui la Corte di Strasburgo dovesse accogliere il ricorso presentato contro la sentenza definitiva sui diritti Mediaset, Berlusconi potrebbe annullare la legge Severino. Un ritorno all'Europa che salverebbe l'ex premier dall'oblio.
Non solo il privato. Berlsuconi vuole ricucire un grande centrodestra, tornando da "salvatore della Patria", e il primo passo per farlo è quello di tornare all'inizio, a quell'Angelino Alfano che ha voluto crearsi il suo Nuovo Centrodestra. I rapporti tra i due si sono addolciti, tanto che il Ministro dell'Interno avrebbe chiamato Berlsuconi per congratularsi dopo l'assoluzione dalle accuse del processo Ruby. Inoltre, Alfano, in un'intervista al Messaggero, ha dichiarato di voler costituire una grande area moderata: "Sta a Berlusconi – ha detto il Ministro – decidere se essere protagonista del campo dei moderati o se relegarli nell’ininfluenza a causa di una posizione estremista". Alfano ha anche aggiunto: "Forza Italia deve decidere con chi ricominciare a ricostruire e noi vogliamo costruire un grande partito con i centristi e i moderati nel nome del Ppe."
Parole al miele, che rappresentano il ritorno del figliol prodigo, o forse proprio il contrario: il ritorno del padre prodigo.
Il resto della politica italiana che fa? Renzi sembra ammutolito da questa mossa berlusconiana. D'altronde, il premier avrebbe le mani legate: far saltare il patto del Nazareno o accomodare le richieste dell'ex Cav? Rischiare o andare sul sicuro? Berlusconi chiede la neutralizzazione della legge Severino, ma questa mossa metterebbe Renzi in cattiva luce, facendolo passare, come molti già affermano, come l'ombra di Berlusconi. Matteo Salvini, invece, leader del Carroccio, non apre al centrodestra e al nuovo asse Alfano-Berlusconi, dichiarando che: "Oggi il centrodestra non esiste, quindi non potrei candidarmi per un soggetto che non esiste." Freddo e lapidario, come a dire che la Lega Nord non scenderà a compromessi.
Una cosa è certa: il ritorno di Berlusconi sconvolgerà, e non poco, le sorti della politica nazionale.




BERLUSCONI E CONFALONIERI, PROCESSO MEDIATRADE: ASSOLTI

Redazione

Milano – Vittoria per l'ex Cav. Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, imputati a Milano nel processo Mediatrade, sono stati assolti. La Procura nei loro confronti aveva chiesto rispettivamente 3 anni e 2 mesi e 3 anni e 4 mesi di carcere. I giudici hanno dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione del reato di frode fiscale per l'anno 2005, mentre per gli altri anni l'assoluzione è arrivata con la formula "perché il fatto non costituisce reato". La decisione del collegio è arrivata dopo cinque giorni di camera di consiglio. Nessuno dei dieci imputati è stato condannato. Il tribunale di Milano ha invece deciso o di assolverli oppure di dichiarare il non luogo a procedere o per prescrizione del reato o per carenza di giurisdizione. "E' una sentenza molto importante e ovviamente siamo soddisfatti, perché è stata riconosciuta la totale estraneità di Pier Silvio Berlusconi rispetto alle accuse". Lo ha detto l'avvocato Niccolò Ghedini commentando la sentenza. "Secondo noi doveva finire così, con un'assoluzione, anche il processo a carico di Silvio Berlusconi", ha aggiunto rispondendo a chi ha chiesto se si potevano paragonare il caso Mediaset, per il quale l'ex premier è stato condannato in via definitiva, a quello Mediatrade. L’innocenza del presidente Fedele Confalonieri e del vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi nel processo Mediatrade è stata stabilita oggi dal Tribunale di Milano. Confermata quindi la totale estraneità dei vertici della società dalle accuse contestate. Dopo cinque anni dall’apertura delle indagini e cinque giorni consecutivi di camera di consiglio, i giudici della Seconda Sezione penale di Milano sono arrivati a conclusioni ben meditate che coincidono con la posizione sempre sostenuta da Mediaset: nessun reato.




BERLUSCONI: ERANO I TEMPI DEL GIAGUARO!

di Angelo Parca

Non so, questo Silvio Berlusconi in Tv prorio non mi convince. Ha perso la grinta è meno imprevedibile e più pacato. E’ meno Cav. Sì pare proprio che rinunciando al titolo avesse rinunciato ad un’armatura. Lo smalto e l’ironia di quando ha spolverato la sedia a Travaglio sembra un lontano ricordo. Adesso c’è un vecchietto di 77 anni che, volenti o nolenti, ha fatto un pezzo di storia della politica italiana ed ha finito la sua carriera ai servizi sociali. Il suo tempo è terminato. Purtroppo, quello che spaventa è che all’orizzonte non c’è nulla di nuovo e tutto il vecchio che avanza è pronto a fagocitarsi i “buoni” propositi di Matteo Renzi, una matricola al Governo, cui presto faranno capire che bisogna chinare il capo.

Del resto il fiorentino lo ha detto che o gli fanno fare ciò che vuole o torna da dove è venuto. Forse già rimpiange la fascia da primo cittadino, certo fare il capo del Governo è altra storia perché certi parassiti in poltrona sono difficili da scrostare via. A dare la notizia al premier che non passerà nulla al sentato riguardo la riforma dello stesso è proprio l’ex senatore Silvio, sì proprio lui, il pregiudicato che aspetta giustizia dall’Europa.

E se da un lato in maniera se vogliamo paranoica, nostalgica e autolesionista si prende coscienza di quanto Silvio sia ormai giunto al capolinea, dall’altro non rimangono che poche stringate riflessioni con un contorno di zero idee e zero carisma e zero democrazia.

Angelino Alfano dovrebbe tornare a fare il proprio mestiere. Non piace alla massa e non sarà in grado di cavalcare l’onda senza aggrapparsi ad una tavola da surf più grande del suo salvagente: quello che gli tirò Letta quando Silvio sperò fino all’ultimo di non aver perso il suo fido delfino.

Su Renzi è già detto, l’unica speranza è che riesca a far saltare il sistema. La domanda è: fino a che punto vuole che salti?

Poi c’è Grillo che aldilà dei buonissimi prpositi e impegno civico dei militanti Cinque Stelle che ci credono, dovrebbe iniziare davvero ad “uscire dal blog” cercando fuori quella democrazia che ben poco è riuscito a conseguire dentro il web, nella cosidetta rete. Ho paura che la rivoluzione che tanto sbandiera si possa rivelare come una grande bolla di sapone: quando scoppia non rimane nulla, tranne che le speranze infrante degli italiani e dei militanti che l’hanno seguito. Vorrei tanto sbagliarmi. Grillo comunque prenderà consensi alle Europee.

giorgia Meloni non sarà una forza politica capace di camminare con le proprie gambe. Idem Ncd. Forza Italia darà ancora un discreto risultato, ben lontano dagli anni d’oro perché ormai non ci crede quasi più nessuno. Renzi rimarrà ancora in piedi con una buona scia di fans. Fino a quando non lo decideranno loro… loro chi? I Matusa. 




BERLUSCONI VUOLE FARE STRIKE: "ELECTION DAY" E CAPOLISTA ALLE EUROPEE

Redazione

Non si arrende neppure adesso che non è condannato in via definitiva. Silvio Berlusconi torna a chiedere il voto anticipato: "Puntiamo all'election day per il 25 maggio e vinceremo grazie ai nuovi coordinatori e ai numerosi club che stanno nascendo in tutto il Paese", ha detto il leader di Forza Italia nel corso della riunione con i responsabili regionali del partito a Roma. "Spero di essere capolista in tutte le regioni alle Europee", ha aggiunto Berlusconi.

"In Italia – ha ribadito – siamo già oltre 6mila. Ma cresceremo ancora e arriveremo a 12mila". All'incontro partecipano anche Marcello Fiori, coordinatore dei club Forza Silvio, e i coordinatori Francesco Amoruso (per la Puglia), Nazario Pagano (per l'Abruzzo) e Catia Polidori (designata come commissario per l'Umbria). Tre nomine delle sei ancora mancanti per completare il puzzle dei responsabili regionali.

"Sono convinto – ha poi spiegato – che i ricorsi presentati alla Corte Ue saranno accolti, me lo hanno assicurato i miei avvocati internazionali per cui potrò candidarmi alle elezioni europee come capolista nelle circoscrizioni". Il Cavaliere avrebbe inoltre fatto sapere di aver ricevuto "offerte" di candidatura da alcuni Paesi tra cui la Romania, la Bulgaria, Malta e forse la Spagna: Io però – ha chiosato – voglio candidarmi in Italia.

Sulla legge elettorale ha poi aggiunto: "E' giusto incontrare Renzi, lo farò prima che la riforma vada in Aula. Noi siamo per lo spagnolo ma dobbiamo trovare il modello che ha maggiore condivisione e che viene fatto più in fretta in modo che si vada a votare".




RENZI BUTTA GIU' LE CARTE E VANNO IN ONDA LE TELENOVELAS

di Chiara Rai

Renzi ha preparato la ricetta a pochi giorni dall’elezione a segretario Pd. Modello spagnolo, Mattarellum corretto e doppio turno di coalizione come per i sindaci. Il primo piace tanto a Silvio e alla sua ciurma mentre ad Angelino e Letta piace il modello sindaco d'Italia.

I movimenti sono strani, ma direi non troppo complicati da decifrare. Letta e Alfano fanno finta di nulla mentre Renzi, Berlusconi e pentastellati, dal canto loro, spingono sull’acceleratore per andare a elezioni anticipate. Non ci vuole uno stratega per capire che il Cavaliere disarcionato fa il filo a Renzi per comprensibile convenienza e che sul modello spagnolo proposto dal sindaco di Firenze potrebbero trovare quell’intesa sfiorata più volte ma sempre smentita.

Pur di andare al voto si fa fronte comune col nemico amico e poi ognuno a casa a propria, almeno per salvare l’apparenza. Perché la verità è che siamo di fronte all’ennesima corsa per la potrona dove chi vi siede sopra non si scrosta facilmente.

Una corsa che se ne infischia dell'oceano di crisi in cui gli italiani stanno affogando. E intanto vanno in scena le telenovelas: Angelino avrebbe rotto il suo paradisiaco amore per l'ex premier per restare in vetta ma a questa storiella più di qualche italiano comune mortale non ci ha creduto. Pur di non lasciare i consensi a Grillo si sono separati ma al momento buono potrebbero fare muro e tornare alla ribalta.

Una manovra che se la facesse Casini o quel che rimane di Fini perderebbero completamente la faccia promiscua e non solo loro ma anche chi di plastiche, mandati e prese per i fondelli ne sa qualcosa.

Il comico genovese non sa più come reagire perché vede Renzi come un pericoloso antagonista ed in realtà lo è perché non produce solo slogan ma oggi ha fatto parlare tutti i giornali per la prontezza di riflessi.

Due titani che vorrebbero profumare di acqua di colonia di neonato in fasce si trovano spiazzati e, come già detto, sono due facce della stessa medaglia: incandidabili tutti e due, che sparano cartucce finché possono.




LAZIO, ZINGARETTI: UNA LETTERA FIRMATA DALLE NUOVE BRIGATE ROSSE CON MISCELA VELENOSA

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Lazio – Il mondo politico esprime solidarietà a Zingaretti per l'atto intimidatorio subito. Si tratta di una lunga missiva scritta a mano e che porta alla fine la firma delle Nuove Br con tanto di stella a 5 punte. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione Garbatella e quelli del nucleo investigativo di via In Selci. Secondo gli investigatori potrebbe essere opera di un mitomane, ma le indagini sono appena iniziate. A finire in ospedale due persone: la lettera è stata toccata da due impiegate che lavorano nella segreteria. Indagini sono state attivate anche per capire il tipo di sostanza contenuta nella busta. Sulla vicenda indaga anche la Procura di Roma che ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato.

La lettera  è giudicata dagli investigatori "poco attendibile". Nel testo, minacce ai politici ('Colpiremo i senatorì, 'Berlusconi ha rischiato') e una descrizione della presunta pericolosità della polvere contenuta nella missiva indicata come una "miscela di zucchero e veleno".