Bilancio Acqualatina, Formia vota contro. Marciano: “Casse piene, rubinetti vuoti”

FORMIA (LT) – Nell’assemblea dei soci di oggi il Comune di Formia ha votato contro il bilancio di Acqualatina. “Con il 70% di perdite nella rete idrica – spiega l’Assessore Claudio Marciano – e i disagi che la popolazione è costretta a vivere ogni giorno a causa dei disservizi, l’utile di 18 milioni di euro descritto in bilancio è onestamente poco credibile, tanto più che la maggior parte dei crediti non sono fatturati e andranno a ingrossare il relativo fondo di svalutazione. Gli scontri sulla destinazione di tali utili lasciano quindi il tempo che trovano. Il voto contrario del Comune di Formia è sulla gestione industriale”.

“Il problema non è solo l’emergenza idrica – prosegue l’Assessore -. Gli investimenti sono insufficienti e anche quelli previsti non vengono realizzati. A questo si aggiungano i ritardi nell’espletamento delle gare, i contenziosi, la scarsa capacità di prevenzione dei rischi. Acqualatina non funziona. Su tutti i fronti ha dimostrato di avere competenze molto deboli”.

Il bilancio è stato comunque approvato. “Il socio privato ha votato a favore – spiega l’Assessore Marciano – e lo stesso hanno fatto altri Comuni, su alcuni dei quali pesa il dictat del pegno delle azioni di Depfa. Rispettiamo la loro posizione ma crediamo sia sbagliata perché a questa Azienda andava dato un netto segnale di sfiducia. Prendiamo atto, inoltre, che molte realtà hanno preferito non esserci. Dei 40 comuni che compongono l’Ato meno di 10 hanno preso parte all’assemblea. Tra gli assenti anche realtà che vivono gli effetti dell’emergenza idrica e che forse avrebbero dovuto far sentire la propria voce”.

Per quanto riguarda la crisi idrica, Formia ha ribadito la sua posizione. “Restiamo disponibili a sostenere le azioni che sono già in corso per ridurre i disagi sulla popolazione e vigileremo perché vengano mantenuti gli impegni presi – rende noto Marciano -. Nella conferenza dei sindaci in programma il 29 giugno lavoreremo per la definizione di un piano di investimento diverso che proponga soluzioni a breve termine in grado di prevenire situazioni come quelle che siamo stati costretti a vivere nelle ultime settimane. Contestualmente, affronteremo il tema della compensazione economica per gli utenti danneggiati dalla crisi idrica e quello relativo al management che deve necessariamente cambiare. Acqualatina sopravvive solo grazie al regime di monopolio. Dovesse conquistarsi clienti sul mercato, forse non ne avrebbe neanche uno”.

La convinzione è che “il gestore debba fare molto di più”. “L’impegno attuale per il recupero delle perdite è insufficiente. Tre squadre sono poche, ne servirebbero almeno il doppio. I 5 milioni di euro di investimenti che Acqualatina avrebbe appaltato per la riparazione della rete idrica devono essere raddoppiati e il piano di investimenti deve guardare anche al sud della provincia, senza che questo ricada sulle tariffe. Tra l’altro, 5 milioni di euro è esattamente il costo degli oneri fiscali che l’azienda sostiene ogni anno per il mutuo Depfa. La metà di questo costo è legato alla permanenza del contratto di copertura del mutuo che, ad oggi, porta solo perdite”.

Parallelamente, conclude Marciano, “ci impegneremo con gli altri Comuni dell’Ato a chiudere il percorso di ripubblicizzazione del servizio. A breve incontreremo Veolia e, in quella sede, verificheremo la possibilità di acquisire le quote del socio privato”.




FORMIA, BILANCIO ACQUALATINA: IL COMUNE VOTA CONTRO

Redazione

Formia (LT) –  “Il Comune di Formia ha votato contro il bilancio di Acqualatina, assieme alle altre amministrazioni comunali che già ad ottobre del 2013 avevano aderito all’appello per la ripubblicizzazione del servizio ”. Il Sindaco di Formia Sandro Bartolomeo e l'Assessore con delega all’Acqua Pubblica Claudio Marciano prendono posizione all’indomani dell’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio 2013 di Acqualatina.

“Il Sindaco di Latina – spiegano – ha proposto di ripartire una parte dei presunti utili di quest'anno per abbassare le future tariffe: purtroppo la sua proposta non è stata minimamente presa in considerazione da parte del Presidente della società Addessi, che infatti non l'ha nemmeno messa ai voti. Rispetto al merito, valuteremo nella sede opportuna, e cioè la conferenza dei Sindaci dell'ATO 4. Potremmo essere favorevoli, ma chiederemmo a Latina un po' più di coraggio e coerenza: respinga con noi e gli altri Comuni per la ripubblicizzazione dell'acqua l'aumento del 20% sulle bollette 2014 proposto dai dirigenti di Acqualatina.”

“Quanto al bilancio – spiegano -, le ragioni del nostro dissenso sono tante e le abbiamo ribadite in diverse occasioni. Primo: non tiene conto dell’enorme mole di debiti che la società ha accumulato con gli enti locali. Il fronte principale è quello dei mutui destinati agli investimenti sulla rete idrica per i quali ogni anno i Comuni anticipano milioni di euro. Acqualatina spesso non rimborsa la quota dovuta. Secondo: non descrive la quota che la società si rifiuta di concedere per la copertura dei finanziamenti come compensazione dei servizi erogati. Queste forme compensative sono spesso arbitrarie e producono contenziosi con i Comuni, ed è il caso di Formia. Acqualatina deve inoltre un milione e mezzo l’anno all’Ato per il pagamento del canone di concessione. Dal 2003 al 2005, grazie a un regalo fatto dall'ATO, il canone è stato usato da Acqualatina per ripianare i suoi debiti. Negli anni seguenti il canone non è stato versato e non ci risulta sia stato utilizzato per pagare il capitale sociale del socio pubblico, come promesso, né che sia stato utilizzato interamente per pagare i tanti debiti contratti dalla società con i Consorzi di Bonifica, che ammontano a diversi milioni di euro”. Un altro fronte è quello della qualità del servizio offerto dal gestore. “La carta dei servizi di Acqualatina e il disciplinare – sostengono Sindaco e Assessore – prevedono standard e penali nel caso questi ultimi non vengano raggiunti. In bilancio non c’è somma destinata al pagamento di queste penali, malgrado purtroppo i disservizi siano all’ordine del giorno”.

Piani non rispettati anche in relazione agli investimenti. “Ogni anno Acqualatina investe in media 3 milioni di euro in meno delle previsioni ma l’Autorità d’Ambito ha sempre un occhio di riguardo e non applica penali. Allo stesso modo, nel bilancio non v’è traccia del mutuo di 90 milioni di euro contratto con la Depfa Bank. Un peso che grava sulle spalle di tutti, con tutto quello che ne consegue in termini di interessi, assicurazione e consulenza. Dal 2007 ai prossimi anni quando il debito sarà estinto, solo i costi del mutuo ammonterebbero a diversi milioni di euro. Resta da capire se questi 90 milioni siano stati davvero spesi per gli investimenti sulla rete. Se sì, a Formia non hanno prodotto alcun effetto positivo, come dimostrano le continue crisi idriche che coinvolgono il territorio cittadino”.

Voce “personale” e appalti: “Si era annunciata una diminuzione dei costi che invece risultano in leggero aumenta. I debiti verso i fornitori sono altissimi. Le aziende storiche del territorio si rifiutano di partecipare, per la scarsa capacità di liquidità della società, come dimostrano tutti gli indicatori”.

Di fronte a queste criticità, spiegano Bartolomeo e Marciano, “a poco serve annunciare di aver chiuso il bilancio di esercizio (peraltro presentato ben oltre i termini) con 8 milioni di ricavi. Andando ad esaminarne la struttura, si capisce che di quegli 8 milioni due vengono bruciati dai debiti pregressi e gli altri sono vincolati al Fondo Nuovo di Investimenti, corrispondenti al 6% di aumento applicato alle tariffe del 2012. Circa 4 milioni sono una tantum derivanti da nuovi allacci che fino all’anno scorso non potevano essere computati tra gli utili della società ma erano vincolati alle spese d’investimento. Se la società non avesse avuto due milioni di euro di debito da bruciare non avrebbe dovuto chiedere l’aumento del 6% per finanziare una piccola quota di investimenti. Insomma, la sostanza non cambia: scarsi servizi, scarsi investimenti, alchimie contabili, ritardi nel pagamento dei mutui anticipati dai Comuni e canoni di concessione mai pagati. Di fronte a questo panorama desolante, il terzo punto all’ordine del giorno relativo alla concessione di eventuali benefit al cda, è stato rinviato. Se non altro per senso del pudore”.