M5s, congelata la cacciata di Di Maio dopo il no all’invio di armi in Ucraina

E’ durata oltre quattro ore la riunione del consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle per discutere delle critiche di Luigi Di Maio al no all’invio delle armi in Ucraina.

Il leader, Giuseppe Conte, si è detto molto rammaricato ma per momento resta congelata un’eventuale espulsione del ministro degli Esteri.

Ribadita la linea sulla risoluzione che dovrà essere votata al Senato domani, in concomitanza con le comunicazioni del premier Mario Draghi prima di partire per Bruxelles. Il Movimento continuerà nella mediazione con il resto della maggioranza sulla risoluzione unitaria, senza riferimenti alle armi ma ribadendo la richiesta di una de-escalation militare. Per questa mattina è attesa una nota ufficiale sull’incontro. Che bollerà come “immotivate” le critiche dell’ex capo politico, ribadite anche prima dell’inizio della riunione. Ma senza prendere iniziative sulla sua cacciata.




Di Maio lascia la guida M5S. Altri due deputati se ne vanno

“Il mio compito di capo politico finisce qui”, un annuncio che arriva prima della chiusura della campagna elettorale per le regionali di domenica. La sua leadership era iniziata il 30 settembre 2017. E mentre oggi danno il loro addio al Movimento due nuovi deputati, domani il leader M5s presenterà a Roma la nuova squadra di facilitatori regionali scelti dalla Rete per fare da raccordo tra il territorio e la direzione nazionale del Movimento: potrebbe quella essere l’occasione in cui il ministro degli esteri e leader del Movimento fornirà un chiarimento sulle sue intenzioni. Che appaiono legate strettamente alla stessa esistenza di questi nuovi organismi: la durata in carica dei facilitatori nazionali e regionali è infatti connessa alla permanenza di Di Maio al vertice.

Intanto il Movimento continua a perdere pezzi. I deputati M5s Michele Nitti e Nadia Aprile hanno lasciato il Movimento e formalmente fatto richiesta di aderire al gruppo Misto.

“Non posso nascondere che i fatti che mi hanno visto protagonista nell’ultimo periodo mi hanno seriamente scossa – ha detto in una nota Nadia Aprile, Parlamentare uscente del Gruppo M5S alla Camera -. La situazione in cui mi sono trovata è dipesa esclusivamente da un’inesorabile deriva autoritativa del MoVimento e dalla mancata considerazione in cui sono stata tenuta come Parlamentare e come persona”. “Dopo aver riflettuto a fondo” e ritenendo “illegittimo ed infondato il procedimento a mio carico ho deciso di non continuare più a militare nel MoVimento”.

“Basta andare sul sito tirendiconto.it per vedere che la deputata Nadia Aprile ha effettuato la sua ultima restituzione a dicembre 2018, mentre per Michele Nitti le restituzioni sono ferme ad Aprile 2019. Per tale motivo i due, che oggi hanno annunciato di lasciare il gruppo M5S alla Camera, andavano incontro ad un provvedimento disciplinare”. Lo sottolineano fonti del M5S in merito all’addio al Movimento dei deputati Nitti e Aprile.

‘La maggioranza alla Camera è solida, non abbiamo nessun timore. La nostra stretta sul termine delle rendicontazioni ha prodotto qualche movimento di persone verso il Misto. La maggioranza è solida sia alla Camera che al Senato, non vedo preoccupazioni”. Lo dichiara il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, interpellato dai cronisti fuori da Palazzo Chigi.

Con i due nuovi passaggi salgono a 14 i deputati ex M5s che siedono al Misto: per formare un nuovo gruppo ne servono 20. In totale in questa legislatura sono 31 i parlamentari eletti con il M5s e passati ad altri gruppi, per scelta personale o perché espulsi.




Bufera M5s, Di Maio chiede voto iscritti su Rousseau sul suo ruolo

“Non sono mai scappato dai miei doveri e se c’è qualcosa da cambiare nel MoVimento lo faremo – dice Luigi Di Maio dal blog delle stelle -. Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato”.

“La vita, per ognuno di noi, è fatta di diritti e doveri. Non scappa nessuno – prosegue Di Maio -. Non mi sono mai sottratto ad alcuna responsabilità, in questi anni ci ho sempre messo la faccia. A differenza di alcuni, ma assieme a tanti anche di voi, sono sei anni che non mi fermo e credo di aver onorato sempre i miei doveri, rendendone sempre conto a tutti gli iscritti e gli attivisti del MoVimento”.

“A differenza di alcuni, ma assieme a tanti anche di voi, sono sei anni che non mi fermo e credo di aver onorato sempre i miei doveri, rendendone sempre conto a tutti gli iscritti e gli attivisti del MoVimento”. “Non mi sono mai risparmiato in nessuna campagna elettorale – va avanti il capo politico dei Cinquestelle – Ce l’ho messa sempre tutta anche quando nessuno ci credeva. Avevo promesso a tutti di portare il MoVimento al Governo da candidato premier e ci siamo riusciti”, sottolinea.

Il voto, come si legge sul blog delle stelle, sarà domani dalle 10 alle 20: “Confermi Luigi Di Maio come capo politici del M5S?” È questa la domanda a cui gli iscritti su Rousseau sono chiamati a rispondere per confermare o meno il capo politico.

“Stasera c’è una riunione dei gruppi parlamentari. Parlerò in riunione”: si è limitato a rispondere così il presidente della Camera, Roberto Fico, alla domanda sulla richiesta di voto da parte di Luigi Di Maio.
E intanto, a Palazzo Chigi, incontro tra il premier Giuseppe Conte ed il vicepremier Matteo Salvini. Il faccia a faccia tra i due è durato circa due ore.




Luigi Di Maio, la piscina e… il bagno “galeotto” del 2013

Ancora polemiche sul vicepremier Luigi Di Maio nella vicenda dei presunti abusi edilizi in un terreno di proprietà della sua famiglia a Mariglianella (Napoli) e dell’utilizzo di lavoratori in nero da parte dell’impresa edile del padre Antonio.

In un nuovo video delle Iene il leader del M5s nuota in una piscina che sarebbe una pertinenza abusiva

La piscina sarebbe uno dei quattro fabbricati individuati dal programma tv grazie a un drone nel terreno dell’azienda Di Maio, che non risulterebbero dalle mappe catastali. La casa con piscina, a Mariglianella, viene fatta vedere al ministro e lì, afferma di ricordare Di Maio, ci sarebbe stata una stalla. Ma in una foto del 2013 si vede Di Maio che si fa un bagno – continuano le Iene – in quella stessa piscina con fabbricato abusivo alle sue spalle “in bella evidenza”. Intanto il padre del vicepremier, Antonio Di Maio, difende il figlio con un video su Facebook.

Antonio Di Maio non figura mai come dirigente della sua azienda

Al centro dell’inchiesta del programma televisivo finisce poi un altro aspetto della vicenda: Antonio Di Maio non compare mai dal 2006 nell’assetto proprietario dell’azienda, né come socio né come amministratore, nonostante ne sia proprietario. Dal 2006 al 2013 la proprietaria, affermano le Iene, è la madre del vicepremier Paolina Esposito, che tra il 2006 e il 2013 è anche insegnante, e quindi secondo la legge non poteva essere dipendente pubblico e proprietaria di un’azienda, continua la trasmissione. Poi sono subentrati i figli, tra cui l’attuale vicepremier. Le Iene ipotizzano che l’aver intestato la ditta prima alla moglie e poi a figli sarebbe stato un modo per difendere i beni dell’impresa da Equitalia. Un avvocato interpellato dalla trasmissione afferma che Luigi Di Maio potrebbe incorrere nel reato di elusione fraudolenta.

Di Maio padre: “Luigi non sapeva, non ha colpe”

Intanto Antonio Di Maio ribadisce: suo figlio Luigi non era a conoscenza dei lavoratori impiegati in nero nella sua azienda. In un video pubblicato sulla propria pagina Facebook, Antonio Di Maio legge una lettera in cui spiega: “Sentivo il dovere di scrivere. Mi dispiace per mio figlio Luigi che stanno cercando di attaccare ma, come ho già detto, lui non ha la minima colpa e non era a conoscenza di nulla”. Antonio Di Maio chiede “scusa per gli errori commessi, chiedo scusa alla mia famiglia per i dispiaceri che hanno provato, e chiedo scusa anche agli operai che hanno lavorato senza contratto per la mia azienda anni fa”. E poi spiega: “Ho sbagliato a prendere lavoratori in nero, ma l’ho fatto perché in quel momento non trovavo altre soluzioni a una situazione difficile”. E sulla questione della titolarità dell’azienda, Antonio Di Maio afferma che “non esiste nessuna elusione fraudolenta” ed Equitalia ha iscritto “ipoteca legale su due terreni e un fabbricato di mia proprietà a Mariglianella”. Quella avviata dalla moglie a proprio nome sarebbe “una nuova attività di impresa che ha pagato regolarmente le tasse”, afferma Antonio Di Maio, e non un modo per eludere i debiti con Equitalia. Luigi Di Maio avrà ancora voglia di “andare avanti”, dice ancora il papà nel video su Facebook. “Non potendo attaccare l’onestà, la trasparenza e il coraggio di Luigi, ecco che sono partiti attacchi spropositati contro la sua famiglia pur di screditarlo”.

Pd all’attacco: “Di Maio ancora sbugiardato”

Il Pd è partito subito all’attacco: “Prestanome per far eludere il fisco al padre. Titolare di un’azienda che ha assunto in nero. Quella che per lui era una stalla è invece la casa abusiva con piscina dove faceva il bagno. Ancora una volta Di Maio sbugiardato in diretta televisiva. Ora basta. #DiMaioBugiardo”, scrive su Twitter il deputato del Pd Luciano Nobili. “Bugie, costruzioni abusive, lavoro nero, cartelle esattoriali scomparse, irregolarità nell’intestazione dell’impresa. E Di Maio che ha perso la memoria su tutto. Venga in Parlamento, è sempre più urgente. #dimaiobugiardo”, rincara sempre su Twitter il capogruppo al Senato Andrea Marcucci. Su Facebook, la vicepresidente del Senato ed esponente M5s Paola Taverna interviene sulla polemica e dice di essere “stanca di leggere notizie sui nonni, fratelli, padri e prozii! Mi disgusta il voyeurismo fino alla settima generazione a prescindere da chi sia la vittima”, scrive Taverna.




M5s, bufera su Di Maio: sequestrati terreni al padre

All’interno della proprietà del padre del vice premier, Luigi Di Maio, a Mariglianella, in provincia di Napoli, sono state sequestrate aree dove erano stati depositati rifiuti inerti. Lo fa sapere il comandante della Polizia municipale di Mariglianella al termine di un sopralluogo avviato nella mattinata di oggi alla presenza di tre agenti della Polizia municipale stessa, dei responsabili dell’ufficio tecnico comunale e di un rappresentante della famiglia Di Maio.




M5s, bufera su Di Maio: alle Iene operaio denuncia lavoro a nero nell’azienda del padre del vice premier

“Ho lavorato due anni in nero, mi pagava Antonio Di Maio”. Lo denuncia alle ‘Iene’ un ex operaio, Salvatore Pizzo (di Pomigliano d’Arco), che punta il dito sul padre del vicepremier e capo politico del MoVimento 5 Stelle, Antonio Di Maio. Il servizio racconta anche di un incidente sul lavoro subito dall’operaio e per il quale – sostiene Pizzo – il padre di Di Maio gli avrebbe chiesto “di non dire che mi ero fatto male nel suo cantiere. Mi consigliò di dire che mi ero fatto male in casa”.

I fatti, viene precisato nel servizio, risalgono a “un periodo antecedente di due anni a quando Luigi Di Maio è diventato proprietario al 50% dell’azienda di famiglia”. Di Maio, incalzato dall’inviato delle Iene, assicura l’intenzione di fare luce su quanto denunciato. “Io non gestisco direttamente l’azienda. E tra il 2009 e il 2010 non ero socio. A me questa cosa non risulta ma il fatto è grave, verificherò”, afferma il vicepremier.

Nel servizio Di Maio spiega che “io e mio padre per anni non ci siamo neanche parlati, non c’è stato un bel rapporto, adesso è migliorato un po’. Non sapevo di lavoratori in nero. A me non risulta ma il fatto è grave, non mi ricordo di questo operaio ma ce ne sono stati tanti. A quell’epoca avevo 24-25 anni, io nell’azienda di famiglia ho aiutato mio padre come operaio ma non gestivo le cose di famiglia. Devo verificare questa cosa, verifichiamo tutto assolutamente”.
“Se è andata così – conclude il leader del M5S – mi dispiace per quella persona. Sono sempre andato avanti nella convinzione che nella mia famiglia si rispettassero le regole, se è successo qualcosa sul luogo di lavoro con mio padre questa persona ha il dovere di dirlo, non solo a voi ma a tutte le autorità. Gli chiederò spiegazioni e vi farò sapere”.




Di Maio: “Deficit Francia al 2,8%, anche noi siamo un Paese sovrano”

“Ci siamo riuniti stamattina per la manovra economica, continueremo nel pomeriggio, stiamo curando tutti i dettagli sino a quando delibereremo la nota aggiuntiva al Def” ha detto il premier, Giuseppe Conte, in conferenza stampa a Palazzo Chigi facendo il punto sulla manovra e annunciando il prosieguo del vertice con i due vicepremier Di Maio e Salvini, i ministri Giovanni Tria, Paolo Savona e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. “Sulla manovra ci sono sempre progressi, mi hanno chiesto se c’è la fumata bianca…E’ tutta una fumata bianca che esce dal mio ufficio…”. Fonti vicine al governo precisano che “sulla manovra si è arrivati a un punto importante e sono stati fatti passi in avanti decisivi”.

Intanto la Francia prevede per l’anno prossimo un taglio delle tasse pari a 24,8 miliardi di euro, nel tentativo di dare impulso all’economia e creare più posti di lavoro. Per finanziare la misura, il deficit pubblico del Paese dovrebbe aumentare dal 2,6% del Pil di quest’anno al 2,8% l’anno prossimo, comunque sotto al 3%. Il vicepremier di Maio non si lascia sfuggire l’occasione di commentare duramente con un post su instagram. “La Francia per finanziare la sua manovra economica farà un deficit del 2,8%. Siamo un Paese sovrano esattamente come la Francia. I soldi ci sono e si possono finalmente spendere a favore dei cittadini. In Italia come in Francia”.

E sempre sul social Di Maio lancia un filo diretto con i suoi follower sulla “manovra del popolo” che “aiuta gli ultimi e fa la guerra ai potenti”.  “Dentro – scrive – ci saranno il reddito di cittadinanza, il superamento della Fornero e i soldi per i truffati delle banche”. E ad un follower che gli chiede se ci saranno tagli alla sanità risponde: “Ti garantisco che non ci saranno tagli ai servizi sanitari. Neppure un taglietto. La salute dei cittadini è la cosa più importante. Dobbiamo allontanare i dirigenti politicizzati, eliminare gli sprechi e fare nuove assunzioni”.

Il vicepremier annuncia poi per fine mese il Dl Fisco, carcere per gli evasori. “Le sanzioni per chi dichiara il falso sono pesantissime. Non ci sarà nessuna pietà per chi cerca di fregare lo Stato e gli altri cittadini. In ogni caso, i furbi non vanno premiati e infatti a fine settembre nel decreto fiscale verrà previsto il carcere per chi evade”. Lo dice il vicepremier Luigi Di Maio, rispondendo su Instagram a una domanda sul rischio che i lavoratori in nero possano prendere il reddito di cittadinanza che il M5S vuole inserire nella prossima manovra.

“Manterremo le promesse a i conti in ordine” ha detto Luigi Di Maio, parlando della Manovra al termine dell’incontro all’Ilva di Genova. “Possiamo andare fin dove dobbiamo finanziare misure”, ha aggiunto.




Manovra di bilancio, Di Maio: “Nessun aumento dell’Iva”

Mentre è in corso il pressing sul deficit in vista della manovra il vicepremier Luigi Di Maio ribadisce la compattezza del governo sulle misure da prendere e smentisce l’ipotesi di aumento dell’Iva. “E’ una fake news, – dice a Radio 24 – non è assolutamente vero, perché in questo governo non si permetterà ai soldi di uscire dalla porta e entrare dalla finestra, non vogliamo fare il gioco delle tre carte”.

“Questo – ha evidenziato il vicepremier – è un governo compatto, che sta mettendo insieme le risorse, che ci sono, per mantenere le promesse fatte agli italiani perché il M5s non ha dimenticato le promesse fatte in campagna elettorale. Siccome i soldi ci sono le cose si possono realizzare: io ho detto che un governo serio trova le risorse, perché sennò è meglio tornare a casa, è inutile tirare a campare”. “All’interno del Mef – ha proseguito Di Maio – si stanno tenendo tavoli tecnici da giorni, con parti politiche e tecniche, l’obiettivo è mettere insieme le risorse per fare quello che abbiamo detto: si può fare molto dai tagli, ma se c’è bisogno di un po’ deficit per migliorare la vita italiani ricordiamoci sempre che è questo il primo punto, fermo restando il valore dell’incremento del deficit e quello che può succedere a livello di spread e di mercati. E’ per questo che non aumentiamo il deficit per regalare bonus, ma per un piano credibile”.
“La legge di bilancio deve esser amica degli italiani dopo tanti anni di lacrime e sangue se per farlo serve un po’ di deficit non dobbiamo avere paura di sforare il 2% a meno che il 2% non sia diventato un tabù, però ce lo dovevamo dire prima”, ha ribadito.

Infine una stoccata agli evasori. “Chi evade il fisco – dice Di Maio – deve andare in galera, sta nel contratto quindi si deve fare”. “Siamo tranquillissimi – ha aggiunto – nel gestire la pace fiscale, che non è un condono. La pace fiscale aiuta chi è in difficoltà, il condono aiuta i furbetti. Basta mettere una soglia a misura di persone in difficoltà”. Per quanto riguarda la pace fiscale, ha spiegato Di Maio, “tecnicamente si tratta del meccanismo di saldo e stralcio, quindi di una procedura attiva presso la pubblica amministrazione su soldi dichiarati”. Si è poi detto “d’accordo che 1 milione di euro sia una soglia troppo alta” e assicurato che “non vedremo scudi fiscali”, perché “è chiaro che non vogliamo far rientrare capitali mafiosi o corrotti dall’estero”.




Di Maio avverte l’Ue:  ci aiuti con i migranti o blocchiamo i contributi dell’Italia all’Europa

“Se domani, dalla riunione della Commissione europea, non esce nulla sulla Diciotti e la redistribuzione dei migranti, allora io e il Movimento 5 stelle non saremo più disposti a dare all’Unione europea 20 miliardi ogni anno”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, precisando di parlare come capo politico del Movimento. “Ce ne prendiamo una parte”, ha aggiunto il vicepremier in un video postato su Facebook, “e non siamo disposti, se non ci aiutano, a votare una legge di bilancio che prevede il finanziamento di 20 miliardi all’Unione europea”.




Lobby contro il decreto dignità? M5S: “Fare pulizia nella Ragioneria dello Stato e al ministero dell’Economia”

“Nella relazione” al decreto dignità “c’è scritto che farà perdere 8mila posti di lavoro in un anno. Quel numero, che per me non ha alcuna validità, è apparso la notte prima che il dl venisse inviato al Quirinale. Non è un numero messo dai miei ministeri o altri ministri”. La verità è che “questo decreto dignità ha contro lobby di tutti i tipi”. Lo dice Luigi Di Maio in un video su Facebook commentando l’ipotesi di una contrazione dei posti di lavoro con il dl dignità.

“Fare pulizia” nella Ragioneria dello Stato e al ministero dell’Economia. E’ l’intento annunciato da fonti qualificate M5s dopo la vicenda della relazione tecnica al dl dignità. La tabella “spuntata di notte” sugli 8000 posti in meno viene ritenuta un episodio “gravissimo”: il sospetto è che ci siano responsabilità di uomini vicini alla squadra dell’ex ministro Pd Padoan. E l’idea è uno spoil system per “togliere dai posti chiave chi mira a ledere l’operato di governo e M5s. Abbiamo bisogno di persone di fiducia, non di vipere”, dicono.

Le relazioni tecniche – ribattono fonti Mef – sono presentate insieme ai provvedimenti dalle amministrazioni proponenti, così anche nel caso del decreto dignità, giunto al Mef corredato di relazione con tutti i dati, compreso quello sugli effetti sui contratti di lavoro della stretta anti-precari. Le stesse fonti specificano che la Ragioneria generale dello Stato prende atto dei dati riportati nella relazione per valutare oneri e coperture.




Il Ministro Di Maio al lavoro con un messaggio di impegno ed ottimismo

Il neo Ministro per lo Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha incontrato oggi nel grande salone d’ingresso del Ministero in via Veneto a Roma gran parte dei dipendenti del suo dicastero.

Avendo alle spalle la suggestiva vetrata di Mario Sironi, denominata “Carta del Lavoro”, una delle più grandi mai realizzate dal maestro Sironi, che decora, dal 1927, lo scalone d’onore, ha detto che per lui sarà un piacere lavorare insieme e conoscere quante più persone… “Ci sono tante aspettative e dopo 85 giorni si parte”. Citando il necessario passaggio parlamentare della fiducia. Di Maio ha affermato di conoscere molte delle potenzialità del ministero, avendo seguito, durante l’opposizione, molte questioni di competenza, ed ha quindi dichiarato di aver molte aspettative dal lavoro che prevede di fare nel Ministero dello Sviluppo Economico che in quello del Lavoro. Si è detto consapevole delle difficoltà che avrà nell’affrontare i singoli dossier sul tavolo, ma, con l’aiuto dello staff, spera di poter contribuire, per la sua parte, al percorso di cambiamento dell’Italia in settori come l’energia, le comunicazioni, le varie crisi industriali. Ha ribadito l’interesse ad unire, dal punto di vista politico, le materie inerenti la parte imprenditoriale e quella dei lavoratori, e valuterà se fondere o meno i due ministeri.

Di Maio ha lodato la professionalità a lui nota del personale del ministero