Governo, debiti con il fisco. Più tempo per pagare: la rateizzazione massima passerà gradualmente da 72 a 120 rate

“Il governo continuerà a lottare contro i furbetti, mentre c’è tutta la volontà di aiutare chi vuole pagare ma è impossibilitato a saldare per intero il proprio debito con il fisco”. Lo assicura il viceministro dell’Economia Maurizio Leo in una nota in cui annuncia l’ok del cdm ai decreti legislativi sulla riscossione e sui giochi. “Per questo aiuteremo i contribuenti aumentando la rateizzazione massima – aggiunge -, che passerà gradualmente da 72 a 120 rate”.

Piani di rateizzazione più lunghi, dalle attuali 72 fino ad un massimo di 120 rate mensili, per saldare i debiti con il fisco.

Lo prevede la bozza del decreto legislativo per il riordino della riscossione atteso in Consiglio dei ministri.

Questa possibilità riguarda chi “documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà”, con modalità diverse per somme superiori o inferiori a 120mila euro. Per chi invece si limita solo a dichiarare di essere in temporanea obiettiva difficoltà e deve fino a 120mila euro, le rate aumentano progressivamente ogni biennio fino ad arrivare ad un massimo di 108 rate mensili dal 2029.

 Le nuove norme scattano dal 2025: alle richieste di rateizzazione presentate fino al 31 dicembre 2024, infatti, si precisa nella norma, continuano ad applicarsi le attuali disposizioni. 

 Sempre dal 2025 le cartelle non riscosse entro 5 anni saranno cancellate automaticamente. La bozza del decreto legislativo per il ricordino della riscossione introduce infatti il “discarico automatico” per le quote affidate all’Agenzia delle entrate-riscossione “non riscosse entro il 31 dicembre per quinto anno successivo”.

L’Agenzia può anche procedere al “discarico anticipato” per le quote affidate dal 2025 per cui abbia rilevato “la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale” o “l’assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti”. 

Ok del cdm al decreto riscossione, più veloce ed efficiente

“Sono già dieci i decreti di attuazione della riforma fiscale presentati in Cdm, dei quali otto approvati in via definitiva”. Così il viceministro dell’Economia Maurizio Leo al termine del Cdm. “In particolare – spiega -, oggi il governo ha approvato in prima lettura il decreto sulla riscossione. Si tratta di un importante intervento su una materia complessa e delicata, che ha tre obiettivi: snellire l’attuale magazzino di debiti fiscali, attualmente a 1.200 miliardi; evitare che in futuro se ne crei un altro della medesima entità; rendere la riscossione più veloce ed efficiente, in linea con i principali Paesi europei”.

Cartelle non riscosse stralciate automaticamente in 5 anni

Dal 2025 le cartelle non riscosse entro 5 anni saranno cancellate automaticamente. La bozza del decreto legislativo per il ricordino della riscossione atteso oggi in Cdm introduce infatti il “discarico automatico” per le quote affidate all’Agenzia delle entrate-riscossione “non riscosse entro il 31 dicembre per quinto anno successivo”. L’Agenzia può anche procedere al “discarico anticipato” per le quote affidate dal 2025 per cui abbia rilevato “la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale” o “l’assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti”.

Commissione per ridurre il magazzino del non riscosso

Una commissione ad hoc per trovare le soluzioni per ridurre il magazzino delle cartelle non riscosse. Lo prevede la bozza del decreto legislativo per il riordino della riscossione atteso oggi in Cdm. La commissione “procede all’analisi del magazzino” e successivamente relaziona al ministro dell’Economia “proponendogli le possibili soluzioni, da attuare con successivi provvedimenti legislativi, per conseguire il discarico di tutto o parte” del magazzino entro: il 31 dicembre 2025 per i carichi affidati dal 2000 al 2010, il 31 dicembre 2027 per quelli affidati dal 2011 al 2017 e il 31 dicembre 2031 per quelli dal 2028 al 2024.




Il nuovo Fisco: arrivano le semplificazioni e il Garante nazionale del contribuente

Dichiarazioni dei redditi più semplici da compilare e con un nuovo calendario per l’invio, Statuto dei contribuenti equiparato alla Costituzione e un Garante che tutelerà i cittadini di fronte all’amministrazione fiscale.

Sono alcune delle novità contenute nei due nuovi decreti legislativi che il governo ha varato con l’obiettivo di rendere sempre più disteso il rapporto tra fisco e contribuente, tanto che uno dei provvedimenti vieta all’Agenzia delle entrate di inviare comunicazioni durante le ferie estive e quelle natalizie.

Dopo i due dlgs della settimana scorsa, con l’anticipo della riforma dell’Irpef e le norme sulla fiscalità internazionale, il governo va avanti sulla strada che ridisegna “il rapporto tra fisco, cittadini e imprese mediante un riequilibrio delle relazioni con l’amministrazione finanziaria. Si va verso un rapporto paritario che tiene conto sia delle esigenze di tutela del contribuente sia delle esigenze del contrasto all’evasione fiscale”, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi.

Le semplificazioni arrivano per la precompilata di dipendenti e pensionati. Ci sarà un nuovo meccanismo di interazione con il contribuente, non più basato sui campi del modello dichiarativo, ma direttamente sulle informazioni a disposizione dell’Agenzia delle entrate, che dal 2024 saranno proposte al contribuente in una apposita area riservata del sito dell’Agenzia e potranno essere direttamente confermate o modificate mediante un percorso guidato e con un linguaggio semplificato. In sostanza non servirà più consultare le istruzioni per la compilazione della dichiarazione. Inoltre, cambia il calendario degli adempimenti fiscali: l’anno prossimo le dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche e delle società dovranno essere inviate entro il 30 settembre e non più entro il 30 novembre. Mentre, a partire del 2025, si anticipa ancora e quelle telematiche si potranno inviare a partire dal 1° aprile e sempre entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo di imposta. I sostituti di imposta e gli intermediari potranno presentare la dichiarazione tra il 1° aprile e il 31 ottobre di ciascun anno. Per allentare ancora di più la pressione sul fisco, c’è poi un periodo, ad agosto e a dicembre, in cui i contribuenti saranno lasciati tranquilli e non avranno adempimenti.

“Tutto nella logica della certezza e della semplicità del sistema tributario”, ha detto il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, che ha firmato i due provvedimenti. Sulle sanzioni, ha spiegato, si interverrà “in tempi molto rapidi”, ma per ora c’è solo un riferimento al “principio di proporzionalità” che dovranno rispettare. Lo Statuto del contribuente invece si rafforza dal punto di vista legislativo: le sue disposizioni “si conformano alle norme della Costituzione rilevanti in materia tributaria, ai principi dell’ordinamento dell’Unione Europea e alla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo”. Ciò significa che, in caso di dubbi interpretativi di una norma tributaria, valgono le disposizioni dello Statuto. Arriva poi il Garante nazionale del contribuente, scelto dal ministro dell’Economia con un mandato di quattro anni rinnovabile una sola volta. Le semplificazioni riguardano anche le imprese con la riorganizzazione e razionalizzazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale, che ridurranno gli oneri burocratici connessi con la compilazione dei modelli Isa. Infine, sale da 50mila a 70mila euro la soglia di esonero per il visto di conformità, lo strumento che garantisce la corretta applicazione delle norme fiscali.




Fisco, decreto: ecco le principali novità

Esenzione IMU prima casa solo per una abitazione a famiglia anche se i coniugi risiedono in due comuni diversi

Le famiglie non potranno più sdoppiarsi in due case per evitare di pagare l’Imu. Parlamento e governo hanno deciso un giro di vite: l’esenzione sarà valida solo per un’abitazione a famiglia, anche se i coniugi risiedono in due comuni diversi.

Un compromesso che parzialmente risponde a una sentenza della Cassazione ancora più restrittiva e che stabiliva il pagamento dell’Imu per entrambe le abitazioni qualora i coniugi fossero residenti in due immobili differenti. Si poteva fare di più, è la convinzione di Confedilizia che avrebbe preferito rimanesse la possibilità di esentare entrambe le abitazioni nei casi in cui siano motivi di lavoro a dividere le famiglie.

La novità arriva con il decreto fiscale, dopo una maratona notturna, per cui è attesa la fiducia in Senato. Sbloccato anche il bonus per i genitori separati, approvato in primavera ma rimasto congelato a causa di difficoltà nella sua applicazione: la modifica porta la firma di Salvini e prevede un assegno da 800 euro al mese che va a chi non riceve il mantenimento perché l’altro genitore si trova in difficoltà economiche a causa del Covid. Stanziati in tutto 10 milioni nel 2021, ora per renderlo davvero operativo occorrerà attendere un dpcm.

TASSE – Slitta al 9 dicembre (al 14 con i 5 giorni di tolleranza) la rottamazione-ter e il saldo e stralcio, previsto a fine novembre. Proroga di due mesi, al 31 gennaio, per l’Irap per chi lo scorso anno ha goduto di un esonero che non spettava, misura per le imprese medio-grandi che hanno superato i limiti per gli aiuti di Stato. Più tempo (da 150 a 180 giorni) anche per le cartelle sospese per l’emergenza Covid.

TRASPORTI – Cancellati i limiti sulla massima portata consentita per i trasporti eccezionali su strada. Prorogata di altri 12 mesi la durata delle concessioni di aree demaniali nei porti.

COVID – Estese al 2021 le norme per l’applicazione della malattia ai dipendenti privati per quarantena precauzionale, per i lavoratori fragili e in caso di ricovero ospedaliero.

LAVORO – Via libera alla possibilità di cumulare l’assegno di invalidità con un reddito da lavoro fino a 4.931,29 euro. Torna una scadenza, il 30 settembre 2022, per l’utilizzo da parte delle aziende di lavoratori in somministrazione assunti a tempo indeterminato dalle Agenzie per il lavoro. Si rinforza la figura del preposto alla vigilanza della sicurezza.

AUTISMO – Sgravi per le startup che assumono lavoratori con disturbo dello spettro autistico per due terzi del personale.

SANITÀ – Estesa alle strutture sanitarie private accreditate la possibilità fino 2022 di assumere specializzandi a tempo determinato con part time.

ENTI LOCALI – Stanziati 990 milioni per il 2021, inclusi 600 milioni per le spese sanitarie delle Regioni legate al Covid. P.A – Regioni e enti locali possano utilizzare le graduatorie di concorsi banditi da altre pubbliche amministrazioni. CHIESA – Non deve pagare la tassa sui rifiuti per basiliche e altri edifici.

SCUOLA – I dirigenti scolastici non hanno responsabilità civile, amministrativa e penale se richiedono interventi per la sicurezza.

CONTANTE – Confermato l’abbassamento da 2.000 euro a 1000 da gennaio, si rialza a 3.000 quello per le operazioni dei cambiavalute. SPORT – Federazioni, enti, associazioni e società possono pagare in 9 rate contributi e assicurazioni obbligatorie in scadenza a dicembre.

PAGAMENTI – Rinviato al 2023, l’obbligo per ospedali, farmacie e ambulatori di trasmissione telematica dei dati relativi ai corrispettivi giornalieri. Posticipata a luglio 2022 l’abolizione della fatturazione elettronica per vendita di beni e prestazioni transfrontalieri (esterometro).




Fisco, riscossione cartelle prorogata a fine maggio: tutti gli aggiornamenti

Proroga al 31 maggio 2021 della sospensione delle attività di riscossione e della notifica delle cartelle. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che è in corso di definizione il provvedimento normativo che differirà alla fine del mese prossimo il termine di sospensione delle attività di riscossione, attualmente fissato al 30 aprile 2021 dal Decreto Sostegni.

La sospensione, introdotta a partire dall’8 marzo 2020 dall’art. 68 del Decreto Cura Italia, ricorda il Mef, riguarda tutti i versamenti derivanti dalle cartelle di pagamento, dagli avvisi di addebito e dagli avvisi di accertamento esecutivi affidati all’Agente della riscossione, nonché l’invio di nuove cartelle e la possibilità per l’Agenzia di avviare procedure cautelari o esecutive di riscossione, come fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti. Restano sospese, inoltre, le verifiche di inadempienza che le pubbliche amministrazioni e le società a prevalente partecipazione pubblica devono effettuare prima di disporre pagamenti di importo superiore a cinquemila euro.

Nuovo rinvio di un mese per le cartelle esattoriali, pagamenti Irap per chi ha avuto un esonero che non spettava lo scorso anno che slittano a settembre. E un nuovo pacchetto di aiuti che tra fondo perduto e costi fissi potrà contare su circa 38 dei 40 miliardi di scostamento approvati dal Parlamento la scorsa settimana. Archiviata la proposta di Recovery Plan da inviare in Europa, il governo torna a concentrarsi sui danni all’economia dell’emergenza Covid e conta di chiudere entro la prossima settimana il nuovo decreto per le imprese. Nonostante le riaperture, infatti, le difficoltà della crisi non sono ancora superate: per prima cosa si eviterà di fare arrivare già da lunedì milioni di cartelle ai contribuenti rimaste ferme dall’inizio della pandemia per un altro mese, fino alla fine di maggio, per poi riprendere le attività della Riscossione in modo graduale, evitando di pesare su chi ancora stenta a ripartire.

La Lega avrebbe spinto fino all’ultimo per fare di più: “ci sono 30 milioni di cartelle esattoriali che rischiano di partire da domani, sarebbe un massacro”, dice Salvini. Ma il compromesso raggiunto in maggioranza prevedrebbe che dal prossimo mese si proceda con gli invii in modo diluito e con particolare attenzione alle attività che hanno avuto perdite consistenti (si ipotizza sopra il 30% soglia per ottenere anche gli indennizzi).

In materia fiscale, peraltro, via XX settembre ha già assicurato che arriverà un’altra proroga, quella per saldare l’Irap non versata “per effetto dell’errata applicazione delle previsioni di esonero” del decreto Rilancio (una misura che interesserà chi ha superato i limiti per gli aiuti di Stato previsti dal Temporary Framework Ue, in genere imprese medio-grandi). Va ancora limato, invece, il nuovo meccanismo per i ristori che dovrebbe prevedere un doppio binario: calcolo delle perdite – e quindi dei contributi – basato sul fatturato, come accaduto finora, e indennizzi che arriveranno in automatico e in tempi rapidissimi. Oppure prendendo in considerazione anche i costi fissi come emergono dai dati di bilancio, procedura che darebbe una fotografia più fedele dell’effettivo calo degli utili ma che richiederebbe di ripartire daccapo con un nuovo procedimento di calcolo, e una nuova domanda, che inevitabilmente avrebbe tempi più lunghi. La scelta, però, potrebbe spettare all’impresa. Sul tavolo ci saranno 22 miliardi (i fondi necessari a coprire due mesi di chiusure anti-Covid). Il resto delle risorse andranno a coprire una serie di altre misure per le imprese – dalla proroga dei sostegni alla liquidità al credito di imposta sugli affitti, ai fondi per l’esonero della Tari durante i mesi di chiusura – e per nuovi aiuti alle famiglie – da due o tre nuove mensilità di Reddito di emergenza a garanzie e incentivi sui mutui per l’acquisto della prima casa per gli under 35. In tutto sul piatto ci saranno circa 38 miliardi visto che il Fondo extra Recovery assorbe nel 2021 circa 1,7 miliardi, come emerge dalle bozze del decreto che distribuisce i finanziamenti approvato dal Consiglio dei ministri insieme alla versione finale del Recovery. Tra le voci del Fondone anche il Superbonus: con il decreto non solo si completano le coperture (4,7 miliardi che sommati ai fondi del Recovery portano la cifra a 18.51 miliardi), ma si fanno delle prime modifiche per condomini e case popolari, in attesa della proroga generalizzata al 2023. In particolari i condomini potranno beneficiare della detrazione al 110% per le spese sostenute in tutto il 2022 senza bisogno di essere arrivati già al 60% dei lavori a giugno (mentre per le case popolari c’è la proroga a tutto il 2023, legata all’avanzamento dei lavori).




Salvini: chiudere cartelle Equitalia sotto i 100mila euro. Fisco, scoperti mille grandi evasori

“Chiudere sa subito tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Ora tocca al governo – aggiunge – semplificare il sistema fiscale e ridurre le tasse”.

Il ministro dell’Interno ha partecipato alle celebrazioni del 224° anniversario della Fondazione della Guardia di Finanza e ha ringraziato il Corpo per i risultati raggiunti. “Dodicimila evasori totali sconosciuti al fisco e grandi evasori che hanno rubato una media di 2 milioni di euro a testa – ha detto – onore alla Guardia di Finanza che li ha scovati, ora tocca al governo ridurre le tasse e semplificare il sistema fiscale”.

Due miliardi e 300 milioni, più di due milioni a testa: è quanto hanno sottratto al fisco i mille grandi evasori scoperti dalla Guardia di Finanza dal 1 gennaio del 2017 al 31 maggio di quest’anno. I Finanzieri hanno anche individuato quasi 13mila evasori totali e contestato 23mila reati fiscali.

Dei 2,3 miliardi evasi dai grandi evasori, che non sono piccoli artigiani, commercianti o imprenditori ma soggetti che si avvalgono di una rete di connivenze e spesso anche della consulenza di studi tributari, più della metà – 1,3 miliardi – sono però già stati confiscati acquisiti in via definitiva al patrimonio dello Stato.

I dati di quasi un anno e mezzo di attività sono stati resi noti in occasione della festa del Corpo: da gennaio 2017 sono stati scoperti anche 12.824 evasori totali, soggetti del tutto sconosciuti al fisco, che hanno evaso 5,8 miliardi di Iva. I finanzieri hanno inoltre portato alla luce quasi 23mila reati fiscali – il 67% dei quali riguardano emissione di fatture false, dichiarazioni fraudolente e occultamento di documenti contabile – e denunciato 17mila persone, di cui 378 arrestate. Infine, sono 30.818 i lavoratori in nero impiegati da 6.361 datori di lavoro.

Ridurre al minimo invasività controlli – Ridurre al minimo l’invasività dei controlli e montare sulla buona fede dei cittadini. È questa la nuova linea d’azione della Guardia di Finanza indicata del Comandante generale Giorgio Toschi Nel corso delle Celebrazioni del 224/esimo anniversario del corpo. Toschi ha sottolineato che il corpo intende “sostenere convintamente il cambiamento nei rapporti tra amministrazione finanziaria e contribuente”. E per questo punta a ” un approccio fondato sulla semplificazione fiscale, sulla buona fede e sulla cooperazione tra le parti teso ad eliminare le misure che penalizzano i cittadini onesti, favorendo invece l’adeguamento spontaneo agli obblighi tributari e riducendo al minimo, dove possibile, l’invasività dei controlli”.




Agenzia delle Entrate più clemente? Così dicono…zero cartelle a Natale

Agenzia delle Entrate-Riscossione sospende l’invio delle cartelle a Natale. Dal 23 dicembre al 7 gennaio 2018 era prevista la spedizione di circa 320 mila atti; ne resteranno “congelati” circa 305mila ed i casi cosiddetti inderogabili che saranno comunque notificati, per la maggior parte con la pec. Il provvedimento, su indicazione del presidente Ernesto Maria Ruffini, si legge in una nota ” per non creare inutili disagi durante le festività natalizie evitando il recapito di richieste di pagamento in questo periodo particolare dell’anno”.

Per evitare sorprese, spiega la nota, i contribuenti possono utilizzare i servizi di Agenzia delle entrate-Riscossione, alternativi allo sportello, che consentono di avere sempre sotto controllo la propria situazione debitoria, di essere avvisati prima dell’arrivo di una cartella oppure di verificare direttamente dal proprio pc, smartphone e tablet, o anche da uno sportello bancomat abilitato, l’esistenza di eventuali richieste di pagamento. Con il servizio “SMS – Se Mi Scordo”, infatti, i contribuenti possono richiedere di ricevere messaggi sul cellulare o posta elettronica per essere informati dell’arrivo di una nuova cartella e se all’Agenzia delle entrate-Riscossione è stata affidata la riscossione di una somma a loro carico, ma anche per avere un promemoria di ciascuna delle rate della Definizione Agevolata (per chi ha aderito alla cosiddetta rottamazione delle cartelle), oppure per avere una segnalazione in caso di rischio di decadenza da un piano di rateizzazione in corso perché non si è in regola con i relativi pagamenti. Il servizio “SMS – Se Mi Scordo” può essere attivato dal portale agenziaentrateriscossione.gov.it accedendo all’area riservata con le proprie credenziali (SPID, pin e password dell’Agenzia delle entrate, pin dell’Inps e Carta Nazionale dei Servizi). Sempre nell’area riservata del portale di Agenzia delle entrate-Riscossione, e anche sulla app Equiclick per smartphone e tablet, è disponibile il servizio “Controlla la tua situazione-Estratto conto” che consente di tenere sempre sotto controllo cartelle, avvisi e procedure di riscossione.




ISTAT, SCENDE LA PRESSIONE DEL FISCO E IL DEFICIT-PIL

Redazione

Il potere d'acquisto delle famiglie è aumentato dell'1,1% nel primo trimestre del 2016 rispetto al precedente trimestre. Lo rileva l'Istat, spiegando che sull'aumento si riflette anche la dinamica dei prezzi: il "deflatore implicito dei consumi delle famiglie è sceso in termini congiunturali dello 0,3%", ricorda l'Istituto. Su base annua la capacità di spesa sale del 2,3%, il rialzo maggiore dal secondo trimestre del 2007, ovvero prima del deflagrare della crisi.

La spesa per consumi finali delle famiglie nel primo trimestre del 2016 è rimasta ferma a livello congiunturale mentre è cresciuta dell'1,6% su base annua.

Nel primo trimestre del 2016 la pressione fiscale è stata pari al 38,9%, segnando una riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Il deficit-Pil dell'Italia nel primo trimestre del 2016 scende al 4,7%, "in miglioramento" di 0,5 punti percentuali su base annua. Lo rileva l'Istat. Dalle tabelle dell'Istituto risulta essere il valore più basso, in base a confronti tendenziali (gli unici possibili), dal 2000, quando si attestò al -3,0%.

La propensione al risparmio delle famiglie, ovvero il rapporto tra quanto messo da parte e il reddito disponibile (al lordo), nel primo trimestre 2016 risulta all'8,8%, con rialzi di 0,8 punti percentuali sul trimestre precedente e di 0,7 punti su base annua. Lo rileva l'Istat. "L'aumento congiunturale della propensione al risparmio deriva da una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici (0,8%) a cui ha corrisposto una stabilità della spesa per consumi finali", spiega l'Istituto di statistica.




FISCO, SCUOLA E SANITÀ IN UN UNICO PIN: ECCO LA NUOVA IDENTITÀ DEL CITTADINO ITALIANO

Redazione

Un'unica password che apre a una nuova identità del cittadino, un'identità digitale. L'acronimo scelto è Spid, sistema pubblico d'identità digitale. E dopo annunci, decreti, sperimentazioni è arrivato il debutto. Per cominciare, sono accessibili online 300 servizi, dal fisco alla sanità, con un pool di una decina di amministrazioni. Chiunque vuole potrà fare richiesta per ottenere la 'chiave'. L'obiettivo dell'Esecutivo è coprire 10 milioni di utenti entro l'anno prossimo.

Dal 15 marzo, esattamente tra una settimana, Tim, Poste Italiane e Infocert renderanno disponibili le prime identità digitali, per cui è stata scelta la sigla Spid, attraverso cui poter accedere con una sola password ai servizi online della pubblica amministrazione e non solo. E' quanto è emerso in occasione della conferenza stampa di lancio del pin unico che si è tenuta al ministero della Pubblica amministrazione. Entro giugno, fa sapere l'Agenzia per l'Italia Digitale "saranno oltre 600 i servizi che permetteranno l'accesso tramite Spid".

Ecco le principali 'avvertenze' per Spid.

LA PASSWORD UNICA PER TUTTI GLI 'SPORTELLI' ON LINE. Una sola identità che rimpiazza i diversi codici esistenti, per entrare via web, senza fare code, nei servizi pubblici ma anche in quelli privati (la sfida è fare in modo che il sistema si estenda a tutti). Basta inserire il nome utente e una password composta da minimo otto caratteri, con alcune condizioni: almeno un numero e un simbolo speciale (%, #, $), mai segni uguali consecutivi, sia lettere minuscole che maiuscole. La password va aggiornata ogni sei mesi. Sarà comunque il gestore dell'identità digitale, a dettagliare gli standard.

I SERVIZI ON LINE, DAL FISCO ALLA SANITA'.
I servizi a cui si può accedere sono quelli pubblici: dal pagamento della Tasi al bollo auto. Anche le prestazioni sanitarie o il fascicolo dell'Inps sono gestibili via web, tramite pc, tablet o smartphone. Le indiscrezioni parlano per ora di 114 servizi dell'Istituto nazionale di previdenza (riscatto della laurea, richiesta degli assegni familiari), a cui si aggiungono 103 servizi dell'Inail (consultazione Cud, richiesta bollettini) e molti dell'Agenzia delle Entrate. Ci sono poi sei Regioni già pronte con alcuni servizi locali: Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Toscana (con la possibilità di saldare tributi, mensa scolastica e ticket sanitari via web). Ma fanno sapere dall'Agid, l'Agenzia per l'Italia digitale, altre amministrazioni sarebbero pronte martedì ad annunciare la propria partenza. Tra i Comuni a fare da apripista sarà Firenze.

TRE LIVELLI DI SICUREZZA, ANCHE UNA SORTA DI 'SMART CARD'. Le regole per l'attuazione dell'identità digitale sono state sottoscritte anche dal Garante della Privacy, proprio per assicurare la riservatezza. Con questo obiettivo sono stati disegnati tre livelli di sicurezza, a seconda del servizio. Al livello base serve solo il Pin unico (username e password), al secondo gradino si affianca una "one time password" (usa e getta, come quelle degli home banking), al terzo si aggiunge una sorta di "smart card", un supporto fisico (è il caso di operazioni come il trasferimento di fondi o lo scambio di documenti con dati sensibili).

LA 'FACCIA' DI SPID, LA STESSA PER TUTTE LE AMMINISTRAZIONI.
A un solo Pin si associa anche un unico link, un 'bottone' telematico contraddistinto da un logo, la sigla Spid in blu e bianco. Non sarà solo una questione di grafica, Agid ha lavorato affinché il sistema fosse semplice e accessibile per tutti i cittadini, partendo dal fatto che spesso i servizi digitali non vengono sfruttati proprio perché difficili e poco chiari. Il Governo sta anche lavorando a costruire un mega portale, un'interfaccia per tutta la P.a digitale e il progetto ha già un nome: Italia login. D'altra parte Spid è la punta di diamante di un nuovo corso in cui rientrano anche l'Anagrafe unica i pagamenti elettronici e il domicilio digitale.

COME OTTENERE IL PIN, E' GRATIS MAIL O RACCOMANDATA. Lo Spid arriva per raccomanda o per mail. Ma l'invio non sarà automatico, si deve fare richiesta al gestore dell'identità digitale: un'operatore dedicato, accreditato dalla P.a. e iscritto in un apposito albo (per ora Tim, Poste e Infocert). Per ottenere lo Spid occorre dare dati anagrafici: nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita, codice fiscale, estremi del documento d'identità, mail, numero di cellulare. Tutto sarà poi sottoposto a verifica (a vista o per vie digitali). L'Agid, l'Agenzia per l'Italia digitale che guida le operazioni, assicura che lo Spid é a costo zero (esclusa la "smart card").

LE TAPPE, PARTENZA IN RITARDO, ORA DI CORSA. La prima password doveva essere rilasciata dopo l'estate e si puntava ad avere già 3 milioni di utenti a settembre dello scorso anno, poi c'è stato un rinvio. D'altra parte è stata necessaria una lunga fase di test per far sì che l'operazione fosse conclusa con tutte le rassicurazioni del caso. Marzo dovrebbe essere il mese giusto, vista la presentazione in calendario, annunciata dal ministro della P.A. Marianna Madia. Martedì è prevista una conferenza stampa a palazzo Vidoni con tutti i principali attori, tra gli altri, oltre al ministro, Antonio Samaritani (Agid), Tito Boeri (Inps), Marco Patuano (Tim) e Francesco Caio (Poste). L'intento è quello di accelerare per arrivare entro il 2017 ad avere tutti i servizi pubblici online.




GIGI D’ALESSIO SCORTATO DALLA POLIZIA: “NON SAPEVO CHE FOSSE ILLEGALE”

di Ch. Mo.

Napoli – “Non sapevo che fosse illegale”: così il cantante partenopeo Gigi d’Alessio ha risposto alle domande degli inquirenti in merito all’episodio della scorta abusiva. Circa due settimane fa, l’inchiesta che ha portato all’arresto di 16 persone, ha coinvolto lo stesso D’Alessio in un episodio che ha dell’incredibile: doveva presentare il nuovo cd alla Fnac del Vomero ma, visto il traffico cittadino, la “civetta” della polizia lo fece accomodare nella vettura per accompagnarlo, insieme al suo manager, a destinazione. Peccato però, che quella civetta si sarebbe dovuta trovare coinvolta in un operazione antirapina a Marcianise.

Due giorni fa, il sostituto procuratore Antimafia, Luigi Landolfi, ha depositato i verbali delle dichiarazioni del cantante, del suo manager e della compagna Anna Tatangelo. Gli agenti sono finiti sotto accusa per aver usato una macchina di servizio per accompagnare senza alcuna autorizzazione il cantante e di essersi registrati in commissariato, in quelle stesse ore, come impegnati in un servizio antirapina.

Le dichiarazioni del cantante.La sera dell'11 dicembre del 2013, io ed il mio manager alloggiavamo presso l'hotel Vesuvio, in via Partenope , a Napoli. Albano arrivò con un'Alfa 156 assieme ad un suo collega e ci informò che non saremmo mai riusciti ad arrivare in tempo se ci avessero fatto da staffetta anticipando la nostra auto nel traffico, come facevano di solito, quindi ci disse che dovevamo salire in macchina con loro”. Ma, continua, “ Non credevo che fosse illegale. Conoscevo Alessandro Albano da tempo, sapevo che era un poliziotto e non avevo motivi per diffidare di lui”.


In realtà, il sovrintendente e il suo autista avevano messo a registro in commissariato un'attività sotto copertura, per poi prendere contatti telefonici col nipote del cantante, farsi dare direttive sul luogo in cui incontrare D'Alessio e partire alla volta di Napoli. A ricostruire la vicenda è stata la Procura di Caserta diretta dal Vice questore Alessandro Tocco.

Il precedente. Anche Anna Tatangelo, ha dichiarato in sede di Riesame di essere stata lo scorso 15 settembre a Marcianise per un concerto durante i festeggiamenti patronali, ed anche in quel caso, Albano fece da “accompagnatore”. Entrambi, D'Alessio e la compagna, hanno poi sottolineato che Albano non ha mai fatto parte del loro staff. 




GIGI D’ALESSIO NEI GUAI: ECCO DI COSA E’ ACCUSATO

di Ch. Mo.

Roma – Un indagine a sua insaputa lo hai visto coinvolto improvvisamente: si parla di lui, Gigi D’alessio, storico cantante napoletano diventato poi conosciuto in tutta la nazione. La Procura di Roma lo ha accusato di aver sottratto all’erario circa un milione di euro. A stabilire l’esosa cifra sarebbero stati gli uomini della Guardia di Finanza in seguito ad un accertamento e alle indagini tuttora in corso.


“È giusto che la magistratura faccia le verifiche che riterrà opportune. Resto, come è naturale che sia, a disposizione dell'Autorità giudiziaria” ha commentato il cantante napoletano subito dopo che gli era stato notificato l’atto. “ Sono convinto che l'atto che mi è stato notificato sia un atto a tutela, che mi consentirà di dimostrare, nelle opportune sedi, la mia totale estraneità a fatti che, ancora oggi, non mi sono chiari e noti, dal momento che attengono a una vicenda che non riguarda direttamente il mio impegno artistico e quindi la mia attività”, ha poi concluso.


Ancora una volta una voce storica di Napoli finisce nel mirino della magistratura: dopo neomelodici arrestati per guida in stato di ebrezza e possesso di stupefacenti (Raffaello) ; cantanti accusati solo perché si sono esibiti alle cerimonie dei figli dei boss (Sal Da Vinci), ora, anche D’Alessio finisce nel mirino del fisco.




FISCO, BERNAUDO "SOS PARTITE IVA": BENE LEGA SU 'SOLVE ET REPETE'. SUPPORTI LA NOSTRA PROPOSTA

Redazione
 
 Prima paga e poi richiedi (quando hai ingiustamente pagato). E' possibile che sia ancora in vigore questa clausola? "Alla Lega diciamo benvenuta! Finalmente una forza politica presente in Parlamento si occupa dei barbari ed incostituzionali metodi di riscossione del fisco italiano". Così in una nota Andrea Bernaudo, presidente del movimento SOS partita IVA, commentando la mozione presentata da Armando Siri (Lega Nord) che mira alla revisione del "solve et repete" dall'ordinamento tributario.

 "Occorre restituire dignità ai contribuenti produttivi italiani, oggi trattati da presunti evasori. A questo punto chiediamo alla Lega di fare propria la nostra proposta di legge per l'abolizione del "solve et repete" dall'ordinamento tributario, già ddl al Senato, ma ferma lì da ben nove mesi perché insabbiata dalla paralisi politica che ha aggredito Forza Italia. Il centro-destra deve ripartite dai diritti dei contribuenti italiani, e unirsi compatto per l'abolizione del "solve et repete" che rappresenta una questione di civiltà giuridica, oltre che politica"


La clausola Si tratta di una clausola che le parti possono inserire nei contratti con prestazioni corrispettive, per effetto della quale, se uno dei soggetti non esegue la propria prestazione,l’altro non può rifiutare la propria, ma deve in ogni caso eseguirla. Successivamente, perdurando l’inadempimento della controparte, colui che ha adempiuto potrà richiedere quanto ha dato. Solve et repete in sostanza vuol dire: prima paga e poi richiedi (quando hai ingiustamente pagato). La possibilità di inserire la detta clausola è prevista dall’art. 1462 c.c., ma con limitazioni: essa non ha effetto per le eccezioni di nullità, di annullabilità e di rescissione del contratto; la parte che solleva queste eccezioni, cioè, non potrà mai essere tenuta ad effettuare, prima, la propria prestazione. Inoltre, nei casi in cui la clausola è efficace, il giudice, se riconosce che concorrono gravi motivi, può sospendere la condanna dellaparte ad eseguire la prestazione, imponendo, se del caso, una cauzione. Nel diritto tributario il principio del solve et repete significava che il contribuente non poteva adire il giudice per sentir dichiarare non dovuta un’imposta richiestagli se prima non l’aveva pagata: prima egli doveva, cioè, pagare l’imposta e poi doveva richiedere, tramite il giudice, quanto indebitamente pagato. Il principio serviva ad assicurare più facilmente alla Pubblica Amministrazione le entrate tributarie ed era attuato in varie leggi, che però sono state tutte dichiarate incostituzionali, a partire dalla sentenza 29.3.1961 n. 21 della Corte Costituzionale, per contrasto con gli arti. 3, 24, 113 Cost. Il principio, perciò, non trova oggi più attuazione nel diritto tributario.