Nemi, scempio di alberi in via De Sanctis: il sindaco costretto a pagare

NEMI (RM) – Due ingiunzioni di pagamento a carico del sindaco di Nemi da parte della Regione Lazio per non aver pagato le sanzioni amministrative inerenti due verbali redatti nel 2015 dal Corpo Forestale dello Stato Comando Stazione di Velletri per un totale di 1.083,00 euro.

I due verbali, rispettivamente i numeri 31 e 32 ambedue emessi il 14 aprile del 2015 sono inerenti a “l’utilizzazione boschiva senza nulla osta del Parco Regionale” in località “via Riccardo De Santis.

Taglio di alberi senza autorizzazioni

Il sindaco di Nemi nel 2015 ha autorizzato il taglio degli alberi in via Riccardo De Sanctis, dove era presente una vera e propria macchia boschiva, senza aver richiesto le regolari autorizzazioni agli Enti sovracomunali.

Dunque, senza alcuna relazione di un esperto agronomo del Parco Regionale dei Castelli Romani o della Forestale si è proceduto all’abbattimento di alberi e non alla loro manutenzione come invece indicato nell’ordinanza comunale”.

Inutile lo scritto difensivo prodotto dal Comune, che è stato convocato e sentito in Regione Lazio, come non sono state ritenute sufficienti le successive giustificazioni pervenute alla Regione per Pec lo scorso 23 febbraio 2020, ad integrazione delle memorie difensive.

Le due ingiunzioni sono dello scorso 26 febbraio 2020 con termine perentorio di pagamento entro 30 giorni dalla notifica. Avrà pagato il sindaco? E di nuovo a rimetterci sono le tasche dei cittadini.




NEMI: SINDACO MULTATO DALLA FORESTALE PER IL TAGLIO DEGLI ALBERI

Redazione
Nemi (RM)
– Piovono due sanzioni amministrative al sindaco di Nemi Alberto Bertucci per un importo di circa 2 mila e 300 euro per aver tagliato gli alberi in via De Sanctis, a Nemi alta, senza le regolari autorizzazioni.

Il Corpo Forestale di Velletri ha inviato le multe in Comune. Inoltre la Procura della Repubblica di Velletri valuterà se vi sono anche reati penali perseguibili. Di fatto è stato acclarato che mancavano persino le preventive autorizzazioni dell’Ente Parco Regionale dei Castelli Romani.

E così viene definitivamente fugato ogni dubbio sulla palese incapacità di gestione dell’amministrazione comunale rispetto alla semplice manutenzione del verde pubblico.

In poche parole il sindaco Alberto Bertucci ha agito senza attenersi alle più elementari regole regionali e del Parco dei Castelli Romani in materia provocando un ulteriore carico oneroso sulle già tartassate casse comunali di Nemi reduci da pesanti debiti fuori bilancio.

E’ un risultato concreto quello che Assotutela con il suo responsabile Roma nord e Castelli Romani Ivan Galea incassa sulla storia degli alberi tagliati a Nemi su via De Sanctis: “Avevamo ragione e i fatti smentiscono le parole senza concretezza che l’amministrazione di Alberto Bertucci nella persona del sindaco ha sparato per difendersi da questa incresciosa storia alla fine della quale a rimetterci sono sempre i cittadini. Ma le bugie hanno le gambe corte e quell’ordinanza tanto decantata non è stata sufficiente a tamponare un’azione scriteriata che si è conclusa con delle sanzioni”.

Fu proprio Assotutela a lanciare l’allarme e rendersi conto che il taglio degli alberi era avvenuto senza un nulla osta del Parco Regionale dei Castelli Romani e in barba alla legge regionale 39 del 2002: “Se il sindaco avesse rispettato il regolare iter – aggiunge Ivan Galea – probabilmente il taglio sarebbe stato anche autorizzato, anche se a nostro parere si sarebbe potuto potare e non troncare definitivamente la vegetazione che fa parte del nostro patrimonio naturalistico che abbiamo il dovere di difendere, ma invece Bertucci ha voluto agire senza curarsi delle conseguenze che adesso pesano come macigni e palesano ancora una volta l’incapacità di amministrare anche le attività più semplici e di esempi ce ne sono in abbondanza”.

Chi pagherà adesso per gli errori commessi? Speriamo che almeno il primo cittadino renda conto alla cittadinanza e ammetta di aver sbagliato a non raccogliere le preventive autorizzazioni agendo in maniera superficiale”.

Questo è solo l’inizio di una lunga serie di chiarimenti che ancora aspettiamo su numerose questioni. Una fra tante è il caso della casetta riferita al consigliere di maggioranza Elio Frison che ha smontato in pochi giorni beneficiando dell’assenza di controlli la sua piccola abitazione sul lago di Nemi in una zona dove non è possibile costruire. Anche qui – conclude Galea – capiremo fino fondo dove sono stati smaltiti i materiali relativi lo smontaggio della costruzione e se quindi sono state applicati i regolamenti i materia di smaltimento. Le leggi sono uguali per tutti e vanno rispettate soprattutto dagli amministratori che devono dare il buon esempio”.




NEMI, TAGLIO DEGLI ALBERI IN VIA DE SANCTIS: LA FORESTALE MULTA IL SINDACO ALBERTO BERTUCCI

 

LEGGI ANCHE: NEMI: SCEMPIO DI ALBERI MOZZATI. ASSOTUTELA PRESENTA UN ESPOSTO E INTERVIENE LA FORESTALE

 

Redazione
Nemi (RM)
– Piovono due sanzioni amministrative al sindaco di Nemi Alberto Bertucci per un importo di circa 2 mila e 300 euro per aver tagliato gli alberi in via De Sanctis, a Nemi alta, senza le regolari autorizzazioni.

Il Corpo Forestale di Velletri ha inviato le multe in Comune. Inoltre la Procura della Repubblica di Velletri valuterà se vi sono anche reati penali perseguibili. Di fatto è stato acclarato che mancavano persino le preventive autorizzazioni dell’Ente Parco Regionale dei Castelli Romani.

E così viene definitivamente fugato ogni dubbio sulla palese incapacità di gestione dell’amministrazione comunale rispetto alla semplice manutenzione del verde pubblico.

In poche parole il sindaco Alberto Bertucci ha agito senza attenersi alle più elementari regole regionali e del Parco dei Castelli Romani in materia provocando un ulteriore carico oneroso sulle già tartassate casse comunali di Nemi reduci da pesanti debiti fuori bilancio.

E’ un risultato concreto quello che Assotutela con il suo responsabile Roma nord e Castelli Romani Ivan Galea incassa sulla storia degli alberi tagliati a Nemi su via De Sanctis: “Avevamo ragione e i fatti smentiscono le parole senza concretezza che l’amministrazione di Alberto Bertucci nella persona del sindaco ha sparato per difendersi da questa incresciosa storia alla fine della quale a rimetterci sono sempre i cittadini. Ma le bugie hanno le gambe corte e quell’ordinanza tanto decantata non è stata sufficiente a tamponare un’azione scriteriata che si è conclusa con delle sanzioni”.

Fu proprio Assotutela a lanciare l’allarme e rendersi conto che il taglio degli alberi era avvenuto senza un nulla osta del Parco Regionale dei Castelli Romani e in barba alla legge regionale 39 del 2002: “Se il sindaco avesse rispettato il regolare iter – aggiunge Ivan Galea – probabilmente il taglio sarebbe stato anche autorizzato, anche se a nostro parere si sarebbe potuto potare e non troncare definitivamente la vegetazione che fa parte del nostro patrimonio naturalistico che abbiamo il dovere di difendere, ma invece Bertucci ha voluto agire senza curarsi delle conseguenze che adesso pesano come macigni e palesano ancora una volta l’incapacità di amministrare anche le attività più semplici e di esempi ce ne sono in abbondanza”.

Chi pagherà adesso per gli errori commessi? Speriamo che almeno il primo cittadino renda conto alla cittadinanza e ammetta di aver sbagliato a non raccogliere le preventive autorizzazioni agendo in maniera superficiale”.

Questo è solo l’inizio di una lunga serie di chiarimenti che ancora aspettiamo su numerose questioni. Una fra tante è il caso della casetta riferita al consigliere di maggioranza Elio Frison che ha smontato in pochi giorni beneficiando dell’assenza di controlli la sua piccola abitazione sul lago di Nemi in una zona dove non è possibile costruire. Anche qui – conclude Galea – capiremo fino fondo dove sono stati smaltiti i materiali relativi lo smontaggio della costruzione e se quindi sono state applicati i regolamenti i materia di smaltimento. Le leggi sono uguali per tutti e vanno rispettate soprattutto dagli amministratori che devono dare il buon esempio”.




NEMI: LA FORESTALE, IL CENTRO RAPACI E LA STORIA DEL FALCO DI PALUDE

 

Protagonista di questa straordinaria storia è un magnifico esemplare di falco di palude che è stato raccolto in stato di shock e con scarsa attività motoria dalle mani del Corpo Forestale dello Stato di Velletri e affidato al Centro Rapaci di Nemi affinché venisse curato e poi liberato in volo.

 

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di Ivan Galea

Nemi (RM) – Era impaurito il falco di palude che, come si può notare dalle immagini e dalle riprese fatte da L’Osservatore d’Italia è un bellissimo esemplare di uccello denominato “Circus aeruginosus”.

Si tratta di è un uccello stanziale ed è possibile osservarlo in Europa, Asia, ed Africa. In Italia ci sono nidificazioni sparse, si trovano nei canneti in prossimità di acquitrini e paludi. I nuclei più folti sono nella Pianura Padana, nel Salento, Calabria e in Sardegna. In questo determinato periodo, il falco di palude migra dall'Africa verso il centro Europa.

Si tratta di un animale molto raro e quello che è stato ritrovato è nello specifico una femmina adulta e perciò c’è anche l'importanza di restituirla in natura in modo che si riproduca. Si capisce che è femmina dalla caratteristiche striature di colore bianco che sorgono in età adulta nelle femmine. Il primo anno di vita è tutta bruna il bianco inizia ad uscire dal secondo anno in poi. Al momento della liberazione le cornacchie hanno operato un vero e proprio mobbing nei confronti del falco evidentemente per difendere il territorio: probabilmente avevano delle nidificazioni in atto da difendere da un possibile predatore quale potrebbe essere per l'appunto il falco di palude.

Ma veniamo ai fatti. Il falco di Palude è stato trovato circa 15 giorni fa da un appartenente al Corpo della Forestale su segnalazione di un cittadino. La Forestale di Velletri è intervenuta tempestivamente e ha quindi provveduto ad affidare l’uccello alle cure del Centro Rapaci di Nemi, perché di fatto è l'unico centro specializzato nell'area dei Castelli Romani. Nel Lazio i centri ufficiali risultano essere tre e uno di questi è appunto quello di Nemi.

L'animale inizialmente si presentava sotto shock e con poca attività motoria.  Il titolare del centro rapaci di Nemi l’ha quindi isolata dagli altri rapaci e ha iniziato ad applicare al falco la terapia di riabilitazione e grazie agli strumenti della falconeria si è riusciti a ristabilirla ed a farla rientrare in quella che viene definita "la grande voliera" ovvero la natura.

Tante le competenze assunte dal Corpo Forestale dello Stato, che come si potrebbe invece pensare, non si occupa solo di boschi ma anche, come del resto in questo specifico caso, di recupero degli animali feriti o di attività nel settore dell'agroalimentare e ancora attività di contrasto a discariche abusive, cave edilizie in aree protette e abusivismo edilizio.

La mancanza di centri pubblici

Il fatto è che questa tipologia di animali selvatici sono a tutti gli effetti patrimonio dello Stato e la competenza di gestione competerebbe all'ex Provincia di Roma – ora Città Metropolitana – la quale però non è dotata di strutture pubbliche idonee per il recupero e cure degli animali alle quali appoggiarsi e perciò, spesso e volentieri, la Forestale di Velletri si rivolge al Parco Nazionale del Circeo per l’assistenza. Il Comandante del Corpo Forestale di Velletri ha voluto ringraziare vivamente per la disponibilità le strutture private che collaborano senza compensi e con la massima dedizione per sostenere questa fondamentale attività di recupero degli animali selvatici e in questo specifico caso il Centro Rapaci di Nemi.




NEMI: SCEMPIO DI ALBERI MOZZATI. ASSOTUTELA PRESENTA UN ESPOSTO E INTERVIENE LA FORESTALE


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Redazione

Nemi (RM) – “E’ una vergogna lo scempio che si è compiuto a Nemi in via De Sanctis dove dimorano tutti resti dei tronchi di alberi mozzati”. Inizia con duri toni la nota inviata  da Ivan Galea, coordinatore Assotutela Roma nord e Castelli Romani. “E’ ancora più vergognoso il silenzio di chi dovrebbe urlare allo scandalo.

E mentre tutto tace viene inflitta una ferita insanabile al patrimonio naturalistico di Nemi. Ricordo – continua Galea – che siamo in una zona protetta e piena di vincoli tra i quali quello idrogeologico: chi garantisce che questa grossa destabilizzazione non comprometta l’assetto del territorio con gravi conseguenze che potrebbero scaturirne? E’ stato interpellato un agronomo? Le immagini che abbiamo scattato – aggiunge – parlano chiaro: la vegetazione è stata barbaramente eliminata. Come AssoTutela, abbiamo provveduto a presentare una denuncia al Corpo Forestale dello Stato di Velletri che è prontamente intervenuto sul luogo dello scempio e che dovrà constatare le responsabilità in merito a chi ha autorizzato questo barbaro taglio di alberi che costituivano insieme alla restante vegetazione un angolo di "macchia mediterranea" andata oramai distrutta". Parliamo di alberi ultradecennali che sono stati letteralmente mozzati".

Il coordinatore AssoTutela dichiara poi che ad oggi sull'Albo Pretorio online del Comune di Nemi non è presente nessuna ordinanza che autorizzi il taglio degli alberi. "Il Comune di Nemi aveva richiesto alla Forestale di Velletri un sopralluogo congiunto per verificare lo stato di salute degli alberi – dichiara ancora Galea – ma il sopralluogo congiunto non è mai avvenuto. Come si è potuto quindi procedere ad un taglio indiscriminato in assenza di sopralluogo? – Il coordinatore conclude poi la nota – seguiremo da vicino l'evolversi di questa ennesima vicenda di malagestione del patrimonio pubblico collettivo al fine di identificarne i responsabili.  

 




NEMI: C'E' UNA (AUTO) STRADA NEL BOSCO… CHI OPERA LO SFREGIO?

 

L’auspicio è che chi è tenuto a vigilare controlli che non accada nulla di grave.

 

di Chiara Rai 

Nemi (RM) – Non si può non rimanere incantanti dai sentieri che attraversano l’incantevole paese di Nemi, una perla incastonata nel verde dei Castelli Romani a pochi passi da Roma. L’etimologia della parola “Nemi” rievoca stranamente lontane assonanze celtiche. La sua radice infatti è la stessa di “nemeton”, termine con cui gli antichi Celti esprimevano il concetto di “bosco sacro” e in senso più generale di luogo sacro.

Prendendo uno qualunque dei vicoli che partono dal Corso, in salita, si entra nella parte più tranquilla del paese. Dopo qualche giro fra le case, si arriva sulle cosiddette Coste, che fra ville e orti portano nel bosco della Principessa, con una visuale sul lago e sui tetti del paese sempre più ampia man mano che si sale.

Il castagneto è la forma di vegetazione più diffusa a Nemi, rappresentato prevalentemente da boschi cedui periodicamente soggetti a taglio ogni 18-20 anni. Sebbene nel sito oggetto della nostra attenzione la varietà di essenze vegetali richiami perlopiù le tipologie presenti nella macchia mediterranea.

Partendo dal Belvedere Ceyrat, nel sentiero che porta a Pontecchio la tranquillità del bosco sembra interrompersi. A segnalare che c’è un rischio di danno ambientale e idrogeologico è proprio Vairo Canterani, leader di "Nemi per Sempre", che in passato ha segnalato altre situazioni ambientali a rischio come ad esempio il caso delle “ville nel Parco”. Stavolta Canterani si ferma a questi sentieri, uno in particolare immortalato dalle nostre fotografie.

Il sentiero, generalmente, è una via stretta in mezzo al bosco di larghezza non superiore a 2 metri, a fondo naturale e tracciata dal frequente passaggio di uomini e animali. Nel sentiero che porta a Pontecchio c’è però una ruspa o trattore o braccio meccanico. Insomma c’è un macchinario da scavo: “siamo in luogo con una pendenza estrema – afferma Vairo – dove è facile che si creino delle vie false per l’acqua che incontrollatamente rischia di disperdersi e imbibire parti di costone che rischia di franare rovinosamente a valle”. Vairo asserisce di non mettere assolutamente in discussione la legittimità degli operatori del bosco autorizzati al taglio ma piuttosto pone l’attenzione ad una maggiore cautela dell’ambiente naturale protetto dove non dovrebbero operare delle ruspe o simili e dove non si dovrebbero creare vere e proprie strade laddove si operano i tagli al bosco ceduo.

“Vorrei porre l’accento – prosegue Canterani – su due fattori importanti che sono il rischio idrogeologico e quello ambientale”. A tale proposito Canterani ricorda che quando era sindaco di Nemi emise una ordinanza che sostanzialmente disponeva che gli addetti al taglio degli alberi in un territorio di tali pendenze avrebbero dovuto trasportare il legname con animali da traino quali asini o buoi. “Sul sentiero in questione – dice Vairo – ci sono dei cartelli che riguardano l’autorizzazione al taglio ma non certo alla realizzazione di queste vie per le quali è necessario il nulla osta del Parco in quanto ci troviamo in zona altamente protetta. Allora mi chiedo perché si debba permettere che delle zone di tale pregio vengano sfregiate in questa maniera. Qui i principi facevano le passeggiate, i romantici si ispiravano per le loro produzioni artistiche basti pensare a Turner e a Lord Byron che immortalò Nemi nel suo Child Harold's Pilgrimage.

Per questi motivi Canterani chiede se la Forestale, l'Ente regionale Parco dei Castelli Romani e il Comune di Nemi siano al corrente di cosa stia succedendo in questo sentiero, se vi siano delle autorizzazioni in merito diverse dal semplice taglio perché, come si evince dalla immagini, una ruspa o simile macchinario è passato di lì e certamente quella è un area dove le ruspe non possono operare perché si tratterebbe di sbanco, azione assolutamente vietata in un ambiente a protezione speciale.

Questi sfregi al bosco sacro a Diana non sono consentiti: “Il Comune è al corrente di questi movimenti? Gli amministratori non hanno paura delle conseguenze che potrebbero riversarsi su una strada fino a due anni fa chiusa al transito e per’altro tutt’oggi oggetto di piccoli movimenti franosi?”. Fin’ora l’unica voce che ha rotto il silenzio rispetto a questa situazione che si profila come una ferita alla macchia nemese è quella di Vairo Canterani, l’auspicio è che chi è tenuto a vigilare controlli che non accada nulla di grave.