Nemi, scuola. Studenti al freddo: il gruppo consiliare “Ricomincio da Nemi” interroga il sindaco

NEMI (RM) – Freddo a scuola a Nemi, dove ormai da giorni si protrae il malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento delle scuole dell’infanzia, elementari e medie del plesso “Marianna Dionigi”. Questo quanto si apprende dal gruppo consiliare “Ricomincio da Nemi” che sulla questione ha presentato un’interrogazione urgente al sindaco.

 

Una situazione già denunciata nel 2013

Un impianto di riscaldamento, quello delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di Nemi che ha sempre e puntualmente presentato problemi tanto che i piccoli studenti nel 2013 fugavano ogni dubbio immortalando la rigidità di quei numeretti impressi nel display digitale, fotografando quindi i 14 o 15 gradi non sufficienti per stare a proprio agio nell’ambiente scolastico. Ancora oggi, dopo ben 4 anni da quella situazione emergenziale del 2013, dove addirittura la dirigente scolastica Laura La Manna aveva sollecitato la questione all’ufficio tecnico del Comune e al sindaco di Nemi chiedendo che venissero rispettati i parametri imposti dalla legge riguardo le temperature, citando quindi il decreto 412 del ‘93”. E dove la dirigente scolastica non aveva ricevuto però, alcuna risposta scritta né dall’ufficio tecnico e neppure dal sindaco.

 

L’appello delle famiglie rimasto inascoltato

Le famiglie, i rappresentanti di classe e di istituto hanno più volte richiesto l’intervento dell’amministrazione comunale per risolvere la situazione di disagio dovuta alla temperatura all’interno dei locali che è nettamente inferiore a quella raccomandata, tanto da indurre diversi genitori a prelevare i propri figli da scuola. E ora il gruppo consiliare di opposizione “Ricomincio da Nemi 2017” ha presentato una interrogazione urgente al sindaco per chiedere quali sono stati i tentativi di parziale rimedio posti in essere dall’Amministrazione Comunale per fornire un adeguato riscaldamento dei locali scolastici, se e con quale criteri e modalità sono stati programmati i lavori di riparazione o rifacimento dell’impianto di riscaldamento, mirati alla definitiva risoluzione del problema. Nell’interrogazione si chiede inoltre al primo cittadino di rispondere sulle ragioni che hanno indotto l’Amministrazione Comunale di Nemi a sottacere la situazione verso le famiglie degli alunni e quali azioni saranno intraprese dall’Amministrazione comunale per gestire l’eventuale protrarsi del disservizio.




Nemi, dimensionamento scuola: ne prendi un po’ dal Grembo, un po’ dallo SPRAR e il gioco è fatto

Scuole di Nemi a rischio dimensionamento per l’anno scolastico 2018/2019

 

NEMI (RM) – E’ infatti arrivata al Comune di Nemi la nota della Città Metropolitana di Roma Capitale, inviata a tutti i comuni di competenza dell’Ente sovracomunale, in cui viene richiesto agli amministratori di formulare una proposta articolata riguardante le istituzioni scolastiche della scuola d’infanzia, primaria e della scuola secondaria di 1° grado, funzionanti nel proprio territori.

 

Gli amministratori comunali di Nemi, in riscontro alla richiesta della Città Metropolitana di Roma Capitale hanno deliberato durante la sessione di Giunta comunale dello scorso 23 ottobre, l’intenzione del Comune di Nemi di voler mantenere l’attuale condizione scolastica invariata anche per il prossimo anno 2018/2019 e per gli anni futuri, con almeno la presenza di una sezione per ogni classe. Oggi a Nemi ci sono due sezioni della scuola dell’Infanzia, una sezione per ogni classe della scuola primaria e una sezione per ogni classe della scuola secondaria di primo grado.

Diverse i motivi secondo i quali non bisognerebbe cambiare nulla alla scuola di Nemi

mantenendo così una situazione di fatto in bilico ormai da anni. Un equilibrio precario a cui nessun amministratore ha ancora messo mano e che causa, ogni anno, quella condizione di instabilità, incertezza e insicurezza sul futuro dell’istituzione scolastica nel piccolo paese castellano. Perché dunque lasciare tutto come sta? Perché, ribadiscono gli attuali amministratori, c’è la presenza sul territorio comunale di una Casa Famiglia all’interno della quale sono ospitati minori che vengono assegnati alla struttura – Il Grembo – anche ad anno scolastico iniziato, ai quali ospiti va’ garantita l’istruzione nella struttura scolastica di Nemi.

E ancora si legge tra le cause “le condizioni di particolare isolamento del Comune di Nemi in quanto gran parte della zona residenziale si trova sopra i 600 metri; che i tempi di percorrenza per raggiungere con i mezzi pubblici l’altra sede scolastica ubicata nei Comuni limitrofi sono difficoltose per via della carenza funzionale del sistema di trasporto pubblico locale; che il sistema di percorrenza prevede per alcuni residenti anche tripli collegamenti nel sistema di trasporto pubblico”.

Ma non è tutto. Oltre ai minori del Grembo bisogna tenere conto dei migranti

Gli amministratori comunali infatti, mettono nero su bianco di aver aderito allo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), tema quest’ultimo sul quale a Nemi, di recente, sono state presentate dai consiglieri di minoranza interrogazioni e mozioni perché sostanzialmente non si trova traccia di questa adesione e c’è poca informazione a riguardo. Lo scorso 6 ottobre, infatti Patrizia Corrieri e Carlo Cortuso di “Ricomincio da Nemi 2017” hanno reso noto di essersi rivolti al Prefetto di Roma e di aver appreso da questi la notizia che il Comune di Nemi non ha presentato ancora domanda di adesione allo SPRAR. Ma dal 6 ottobre alla data della delibera sono trascorsi 17 giorni e potrebbe essere che in questo lasso di tempo gli amministratori comunali abbiano presentato domanda.

 

Quest’ultimo passaggio potrebbe di fatto essersi concretizzato perché lo stesso Comune, tra le motivazioni per cui lasciare invariata la scuola ha scritto che ha aderito allo SPRAR e pertanto, nei prossimi mesi, si troverà ad ospitare famiglie con figli in età scolare che necessariamente dovranno essere inseriti nelle scuole di Nemi, determinando così “un incremento degli iscritti che al momento non è quantificabile”. Da evidenziare il fatto che il sindaco Alberto Bertucci, durante la trascorsa campagna elettorale parlava di 2 o 3 famiglie di immigrati al massimo: possibile che tale esiguo numero di migranti possa ribaltare la situazione precaria della scuola di Nemi?

In ultimo gli amministratori comunali chiedono che il Comune di Nemi venga considerato quale comune montano

Un escamotage che con gli anni si è visto che non funziona ma forse al livello mediatico fa ancora notizia quando si indicono sedute straordinarie per “salvare la scuola”. Infatti, per poter essere riconosciuti come comune montano è necessario che la sede legale dell’Ente locale sia collocata sopra i 600 metri dal livello del mare. E purtroppo per Nemi l’altitudine del centro, dove è situata la sede comunale, si trova a 521 metri sopra il livello del mare (dato Istat), ben al di sotto del requisito richiesto per poter essere riconosciuto come Comune montano. Perciò non è proceduralmente possibile ottenere questo riconoscimento nonostante una piccola parte del territorio si trovi sopra i 600 metri, come per esempio la zona dei Corsi.

 

Comunque, qualora succedesse un miracolo e madre natura dovesse innalzare la sede comunale al di sopra dei 600 metri, Nemi potrebbe vedersi derogare il numero minimo degli iscritti per classe ed evitare la formazione di pluriclassi. Insomma il futuro della scuola di Nemi è nelle mani di futuri ipotetici nuovi iscritti che deriverebbero anche dal centro per disagiati sociali Il Grembo e dai figli dei migranti.

 

Intanto, da quando anche quest’anno si è votata la mozione per la scuola (all’unanimità) non si sono viste massicce campagne di sensibilizzazione, appuntamenti, conferenze pubbliche. Nulla. Insomma se la scuola di Nemi fosse un’eccellenza a saperlo sarebbero soltanto gli stessi nemesi che la vedono colare a picco anno dopo anno.

Ivan Galea




NEMI: A SCUOLA TRA RATTI, GATTI E FREDDO INTERVIENE LA ASL RMH

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Per fugare ogni dubbio e non allarmare i genitori che mandano i propri figli a scuola a Nemi abbiamo voluto sentire direttamente il responsabile del dipartimento Asl che ha effettuato un sopralluogo l'8 gennaio, il giorno dopo la scoperta che animali erano entrati nella scuola a causa di due finestre lasciate distrattamente aperte durante il periodo delle vacanze natalizie. Il plesso della scuola media di Nemi è allo stato agibile. A verificare l’agibilità è stato il dipartimento di Prevenzione, Servizio Igiene e Sanità Pubblica della Asl RmH a seguito dell’episodio rilevato il 7 gennaio, quando, come già detto, sono entrati degli animali nella scuola e hanno defecato all’interno dell’edificio: “Quando siamo arrivati per il sopralluogo al fine di verificare l’agibilità del plesso – dichiara il dottor Daniele Gentile della Asl RmH – molto era stato già prontamente pulito con la candeggina. Abbiamo comunque rilevato la presenza di feci di ratto presenti nell'edificio a causa di questo evento straordinario. E’ naturale che se distrattamente, e questo può umanamente accadere, vengono lasciate le finestre aperte, gli animali entrano e lasciano escrementi ovunque. E in questo caso erano presenti anche feci di ratti. Comunque – conclude – ci sono delle prescrizioni strutturali della Asl rispetto la scuola media di Nemi. C’è anche il problema della caldaia mal funzionante che preoccupa forse di più di un evento episodico come quello dell’ingresso degli animali nel plesso e infine abbiamo indicato la necessità di un intervento di derattizzazione ai fini preventivi”.

Il problema della caldaia lo abbiamo iniziato a segnalare il 2 febbraio 2013 quando denunciavamo il fatto che gli alunni facevano lezione in classe sopportando temperature molto rigide che oscillavano tra i 14 e i 17 gradi, allegando addirittura delle fotografie con i gradi rilevati all'interno dell'edificio scolastico. Addirittura il 24 febbraio 2013 abbiamo denunciato che i seggi elettorali presso l'edificio scolastico di Nemi erano ghiacciati e gli agenti di polizia che hanno vigilato i seggi, hanno passato l'intera notte all'agghiaccio.

Adesso, ciò che si rileva è il fatto che la scuola di Nemi sembra avere bisogno di un maggiore monitoraggio. I problemi sono svariati ma vanno risolti sia per garantire l'incolumità dei bambini che la frequentano sia perché non dev'essere un luogo dal quale fuggire ma un istituto scolastico dove poter mandare i propri figli in sicurezza.

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NEMI SCUOLA: ALUNNI LASCIATI AL FREDDO. TEMPERATURE CHE OSCILLANO TRA I 14 E I 17 GRADI

Chiara Rai

Nemi (RM) – Tanto freddo da presentarsi a scuola con maglioni pesanti e bardati di giacconi, guanti e sciarpe rigorosamente indosso finché il calore di tutti gli studenti insieme risollevi le basse temperature che si trovano in classe durante il lungo orario scolastico.

Il lunedì è più dura degli altri giorni, soprattutto al piano inferiore dell’edificio  principale di Nemi, il primo che si incontra, quello, per capirci, dove ci sono le classi delle elementari e delle medie. Passato un mese, dall’inizio dell’anno scolastico, sono iniziate le lamentele e diverse rimostranze da parte di qualche genitore.

A Nemi, già a ottobre c’è un clima rigido, tanto che la cittadina rientra all’interno del decreto 412 del 93 che regolamenta tra l’altro, il riscaldamento da mantenere per legge negli edifici pubblici dei diversi Comuni italiani. Nemi addirittura è un caso a parte. Per la cittadina la classificazione climatica porta la lettera “E” che consente l’accensione dei riscaldamenti a partire dal 15 ottobre e per 14 ore al giorno con temperatura di venti gradi più due. Ciò al fine di garantire il benessere degli individui.

Il clima rigido di questi giorni e il freddo che persiste nelle classi è stato immortalato con delle fotografie che non lasciano spazio a dubbi di sorta: le temperature, in diverse ore della mattinata e in diversi giorni della settimana, variano dai 14 ai 15 gradi e raramente toccano i 17 gradi di temperatura.

Eppure prima delle rimostranze la scuola era una vera e propria ghiacciaia, le temperature erano ben al di sotto di quelle attuali. Ma ai piccoli studenti 14 o 15 gradi non sono sufficienti per stare a proprio agio nell’ambiente scolastico. Per questo è nata l’idea di fugare ogni dubbio, immortalando la rigidità di quei numeretti impressi nel display digitale. Se è vero che l’accensione dei termosifoni avviene alle 7 del mattino, com’è possibile che alle 9 e 17 minuti ci siano 14, 5 gradi all’interno del plesso?

Il dirigente scolastico Laura La Manna, raggiunta al telefono, ricorda di aver sollecitato la questione all’ufficio tecnico del Comune e al sindaco di Nemi tramite lettera datata 4 dicembre: “Ho scritto una lettera molto dettagliata e ferma – ha detto La Manna – dove ho chiesto che venissero rispettati i parametri imposti dalla legge riguardo le temperature, citando il decreto 412 del ‘93”. Il dirigente scolastico non ha ricevuto però, alcuna risposta scritta ne dall’ufficio tecnico e neppure dal sindaco. Il coordinatore scolastico del plesso di Nemi le ha però comunicato che di recente la temperatura è stata alzata rispetto ai mesi scorsi. Eppure questa settimana, si sono toccati addirittura i 14 gradi e i bambini battono ancora i denti.

Dispiace dover arrivare a denunciare un simile accaduto, se non fosse per il nutrito reportage di fotografie con impresse le temperature (date, giorni e addirittura il registro di classe) sicuramente non sarebbe stata una denuncia così incisiva, dispiace perché in realtà la scuola di Nemi al livello didattico organizzativo funziona. Non solo ma è diretta anche egregiamente con un team di docenti preparati e un dirigente scolastico vigile. Gli studenti sono costantemente seguiti, si fa informatica e attività sportiva. Insomma, basterebbe che il Comune controllasse nuovamente l’impianto  di riscaldamento e se quest’ultimo risultasse funzionante, cercare di capire il perché nonostante funzioni, non si riesca a raggiungere una temperatura più elevata rispetto ai gradi che compaiono nelle fotografie, autentiche testimonianze di queste ultime giornate di gennaio.

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