Nemi, più rifiuti e meno residenti: chi paga?

NEMI (RM) – Un aumento di quasi l’8% in soli tre anni della quantità di rifiuti urbani non differenziati raccolti nel comune di Nemi e trasportati in discarica. La piccola cittadina, situata nel cuore del parco regionale dei Castelli Romani ha visto aumentare i propri rifiuti indifferenziati dalle 1.532,960 tonnellate del 2013 alle 1.649,340 tonnellate del 2016, registrando quindi un aumento assoluto pari a 116,38 tonnellate di rifiuti. E la popolazione di Nemi, nel periodo 2013/2016, se rapportata alla produzione di rifiuti non è affatto aumentata, anzi è diminuita. Infatti al 31 dicembre del 2013 il paese delle Fragole contava 1967 unità e 844 famiglie per scendere successivamente alle 1910 unità di popolazione residente e 818 famiglie al 31 dicembre del 2016.

Come spiegare allora il sostanzioso aumento della produzione di rifiuti indifferenziati?

Occorre considerare diversi fattori, primo fra tutti quello della mancanza di raccolta differenziata sull’intero territorio comunale che ancora oggi non è decollata a causa di scelte sbagliate riguardo l’individuazione di un sito idoneo per la collocazione di un’isola ecologica indispensabile per far partire una raccolta virtuosa dei rifiuti, come accade nella restante area castellana, raccolta virtuosa che a Nemi viene effettuata su una piccola parte del territorio comunale nella misura di circa il 4%. E così, la cittadina delle fragole per molti incivili si trasforma in “un’isola felice” dove andare a gettare rifiuti di ogni genere per sfuggire, probabilmente, al censimento del proprio comune di appartenenza, quindi evadere la tassa sui rifiuti.

E Nemi offre tanti angoli dove poter gettare indiscriminatamente la mondezza abusiva

Uno di questi si trova in via della Radiosa, alle spalle dello stadio comunale, dove esiste un’area recintata, provvista di cassonetti, utilizzata per lo scarico e il carico dei rifiuti cittadini. Un’area che non dovrebbe esistere in quel posto in quanto nelle immediate vicinanze è presente un pozzo di acqua che serve la popolazione. E la legge, quella che dovrebbe essere uguale per tutti, vieta espressamente qualsiasi attività legata ai rifiuti in presenza di pozzi di acqua. Ma ad oggi, nonostante tutte le Autorità competenti siano al corrente di questa situazione di degrado, quest’area prosegue ad ospitare un’attività di gestione dei rifiuti e con i suoi cancelli spalancati in alcune ore della giornata sembra invitare gli incivili ad abbandonarci la mondezza. E la società incaricata dal Comune di Nemi del servizio per la raccolta, lo spazzamento e smaltimento dei rifiuti la Lazio Ambiente S.p.A. intanto sembra arrancare nello svolgimento delle proprie manzioni

Nel recente passato sono emerse, infatti, per detta degli stessi amministratori comunali delle pesanti criticità

La mancanza di operatori durante determinati periodi di tempo, il mancato ritiro dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata che non viene regolarmente eseguita, il mancato svuotamento dei cassonetti da 2400 litri per la rottura del camion di carico laterale, non prontamente rimpiazzato e/o sostituito e il mancato passaggio della spazzatrice per la pulizia ordinaria delle strade. Criticità queste che hanno comportato un pubblico disservizio stimato in 13.500,00 euro.

Ma anche il Comune sembra arrancare con i pagamenti

Lo scorso dicembre la società Lazio Ambiente S.p.A. risultava creditrice nei confronti dell’Ente locale della somma di 135.289,71 Euro per le ultime fatturazioni e per una fattura del marzo del 2015 che pare, per detta degli amministratori, non essere mai pervenuta. Una questione, tra disservizi e mancati pagamenti che si è conclusa con un atto di transazione.

Un fenomeno quello dell’abbandono dei rifiuti che grava interamente sulle spalle dei nemesi

Pur diminuendo, tra il 2013 e il 2016, come popolazione, i cittadini di Nemi hanno visto aumentare il carico dei rifiuti conferiti in discarica. Un problema annoso dunque per l’unico paese dei Castelli Romani che non attua la differenziata sull’intero territorio comunale e che nonostante qualche proclama elettorale non è riuscito ancora ad associarsi con altro Comune per far partire la raccolta virtuosa.

Rifiuti, foto trappole e casse comunali

E intanto, senza troppa pubblicità che potrebbe essere un buon deterrente, si contrasta il fenomeno dell’abbandono rifiuti con qualche foto trappola, che porta il vantaggio di rimpinguare le casse comunali grazie alle sanzioni amministrative. Monnezza come risorsa per fare le multe?

L’ordinario, lo straordinario e l’assuefazione

Storie ormai di normale dis-amministrazione per le quali l’assuefazione la fa da padrona e ciò che dovrebbe essere l’ordinario lo si confonde con lo straordinario e viceversa.
Probabilmente fra altri 4 anni ci troveremo ancora a scrivere di proclami e progetti per il futuro, di navi che affiorano dal lago portando Nemi alle cronache mondiali, di altri gemellaggi, chissà se con New York, di parcheggi multipiano, di completamento edifici scolastici e chi più ne ha più ne metta.

“Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori”. Così è scritto sul Palazzo della Civiltà Italiana dell’EUR a Roma. Visti i fatti manca: “d’ingenui”.




Nemi: rifiuti, discariche abusive e foto trappole. Chi ci guadagna?

NEMI (RM) – Ancora rifiuti di ogni genere, inclusi ingombranti, in via della Radiosa a Nemi presso un’area recintata adiacente lo stadio comunale che ha tutta l’aria di una discarica abusiva. Una situazione di degrado aggravata dal fatto che il sito in questione non deve esistere per legge in questo luogo, perché nelle immediate vicinanze – 60 metri circa – è presente un pozzo d’acqua che serve la popolazione. E la legge – quella scritta – vieta espressamente qualsiasi attività legata ai rifiuti nei pressi di pozzi d’acqua.

Una questione per la quale era intervenuto il Garante regionale del Lazio, l’avvocato Paola Perisi

Parisi avrebbe dovuto effettuare, lo scorso 27 aprile 2017, un sopralluogo a Nemi insieme al sindaco. Ma l’appuntamento venne poi disdetto a causa di “sopraggiunti impegni” del primo cittadino e da allora tutto tace. Probabilmente, in questi ultimi 8 mesi – dal 27 aprile ad oggi – sia il Garante che il primo cittadino di Nemi non sono riusciti a concordare un nuovo appuntamento per poter finalmente verificare questa situazione di evidente degrado ambientale, che rischia a tutt’oggi di mettere a repentaglio la salute della cittadinanza.

 

Foto trappole, sanzioni e poca pubblicità

E’ pur vero che riguardo il fenomeno dell’abbandono rifiuti l’amministrazione comunale di Nemi ha cercato di porre un qualche rimedio facendo attivare in via sperimentale un sistema di “foto trappole” grazie alle quali sono stati sanzionati diversi trasgressori. Ma è pur vero che questa attività sanzionatoria e di video controllo, a differenza di altre amministrazioni comunali, è stata poco pubblicizzata, con il risultato che gli incivili ignari delle foto trappole proseguono nella loro attività di abbandono rifiuti e il Comune di Nemi vede ingrassare le proprie casse grazie alle sanzioni.

L’isola (ecologica) che non c’è

In via della Radiosa, proprio dove esiste l’area recintata adibita all’attività gestionale dei rifiuti – carico e scarico – sarebbe dovuta sorgere l’isola ecologica di Nemi, dopo il fallimento relativo la scelta di un primo sito, ma in sede di conferenza di servizi il gestore idrico Acea ha espresso chiaramente il proprio diniego. Una situazione, dunque, quella di Nemi, che riguardo il capitolo raccolta differenziata arranca, anche se durante l’ultima campagna elettorale era stato sbandierato una sorta di accordo con la città di Ariccia. Accordo che avrebbe permesso, finalmente, di far decollare la raccolta differenziata su tutto il territorio comunale. Ma come dice il detto “passato il santo finita la festa” e anche di questo accordo non si è saputo più nulla.

 

Una situazione gestionale dei rifiuti a rischio?

E mentre sulle cronache locali ogni tanto si legge di operazioni effettuate dai Guardia Parco regionali o dai carabinieri forestali relative a sequestri di discariche abusive e di persone denunciate, per questa situazione denunciata più volte a tutti gli organi istituzionali competenti ancora non si muove paglia.

Forse il sequestro di quest’area metterebbe definitivamente in ginocchio il sistema di raccolta dei rifiuti della piccola cittadina delle fragole? Ma anche quest’ultima riflessione non può in alcun modo trovare giustificazioni di fronte ad un possibile pericolo inquinamento falda acquifera del pozzo d’acqua situato nei paraggi della discarica impunita.

Il clima di antipolitica e di sfiducia nelle istituzioni che si respira ormai da tempo a livello nazionale ha bisogno di far tornare i cittadini a credere in uno stato di diritto dove le leggi vengono applicate per tutti. Iniziamo a dare qualche esempio.

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NEMI, VIA DELLA RADIOSA IN CONDIZIONI DI PERICOLO DA OLTRE UN MESE

Alberto De Marchis
Nemi (Rm) – Circa un mese che in via della Radiosa,  l'arteria a senso unico di circolazione che sfocia sulla via Dei Laghi, versa in condizioni di pericolo. Qualcuno ha addirittura rubato le grate per le lo scolo dell'acqua e ciò ha provocato e continua a provocare disagi alla viabilità. L'incuria, ormai domina il paesaggio nemese e intanto molti residenti lamentano il mancato intervento in via di somma urgenza da parte del Comune che per garantire la sicurezza di persone e mezzi sarebbe dovuto intervenire tempestivamente. 
 




NEMI, UN EDIFICIO S'INGRASSA E SI TRASFORMA: PRIMA E DOPO. E' TUTTO REGOLARE?

Il terreno boscato immortalato dalle foto con un andamento che seguiva la collina è stato stravolto. Stravolti i piani di campagna e smossi almeno mille metri cubi di terra.

 

Chiara Rai

Nemi prima e Nemi dopo. Questa volta si è voluto accostare due immagini alla volta per far meglio capire cosa è accaduto. Prima di tutto occorre localizzare queste foto riferite a un villino in via Dei Laghi. Localizzato tra via della Radiosa e via Dei Laghi. Come si evince dalle foto un telo scuro avvolge la proprietà, probabilmente per rimanere al riparo da occhi indiscreti. Quello che possiamo documentare con certezza è che ci sono stati dei lavori continui da giugno 2011 a oggi. Anche lì una ruspa di piccole dimensioni ha smosso terreno, in un territorio protetto pieno di vincoli a partire da quello idrogeologico.  Proprio quel telo ha incuriosito l’interesse di qualche cittadino. Abbiamo ricevuto segnalazioni, immagini, qualcuna ne abbiamo scattata anche noi della redazione dopo aver accertato lo stato dei fatti. A giugno 2011 i 3mila metri quadri di terra iniziano a subire un mutamento. Ci sono evidenti movimenti di terra come si evince dalle foto. C’è una parte di terreno ricoperta da vegetazione, arbusti compresi, che pian piano viene “spellicciata”, sfoltita.  C’è una piccola tettoia di colore chiaro che si appresta a diventare un corpo unico con l’edificio. L’abitazione stessa appare “incicciottita”. Appaiono dei muretti, nel terreno, che prima non c’erano e si può notare il cemento fresco dei muretti appena sorti. C’è una recinzione con dei paletti in legno che è stata sostituita da un muro. Senza entrare nel merito delle concessioni edilizie regolarmente rilasciate, ci chiediamo se per questi lavori è stata rilasciata qualche concessione. Sono stati richiesti pareri? Il Comune era al corrente di questi ampliamenti? E il Parco? Ha rilasciato nulla osta?  Il terreno boscato immortalato dalle foto con un andamento che seguiva la collina è stato stravolto. Stravolti i piani di campagna e smossi almeno mille metri cubi di terra. Si poteva fare? Probabilmente il telo oscurante è stato messo per tutelare la privacy del proprietario. Ma è alquanto singolare che appare un telo oscurante e iniziano dei lavori con ruspa in azione.

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