Regione siciliana, Asu-Pip: l’assessore Ippolito incontrerà l’Inps ed il Ministero del Lavoro

PALERMO – “I diritti di Asu e Pip non si toccano! Lo scorso 5 febbraio, immediatamente dopo aver appreso del parere negativo espresso dalla Direzione Generale dell’Inps alla proroga della convenzione per l’erogazione di sussidi ai lavoratori coinvolti, ho chiesto al Ministero del Lavoro e allo stesso Istituto un urgente incontro istituzionale per verificare le condizioni necessarie ed utili per l’idonea soluzione della problematica, garantendo l’erogazione di sussidi dovuti per legge, indispensabili per il sostentamento delle persone coinvolte e delle loro famiglie in difficoltà”. Lo ha detto l’assessore regionale del Lavoro Mariella Ippolito intervenendo sulla decisione che nelle ultime ore ha adottato la direzione generale dell’Inps.

“Intanto – ha continuato l’esponente del Governo Musumeci – il 6 febbraio, ho acquisito dal dirigente del Dipartimento del Lavoro tutta la documentazione relativa alle precedenti interlocuzioni con la Direzione Regionale dell’Inps, la quale aveva prospettato la disponibilità alla prosecuzione dei rapporti convenzionali, che negli anni hanno consentito e garantito il corretto pagamento, nel rispetto di tutte le condizioni di legge, dei sussidi che interessano quasi 9.000 lavoratori. A riprova di questa possibilità, già nel mese di gennaio avevamo infatti erogato le risorse necessarie per il pagamento del sussidio dello stesso mese. A questo punto, forti delle nostre ragioni, non permetteremo ai soggetti implicati direttamente o indirettamente in questa vicenda di scaricare le proprie responsabilità sul Governo Regionale. Invito inoltre certe organizzazioni sindacali a non esasperare gli animi dei loro iscritti reali o, a maggior ragione, di quelli potenziali. Con estrema lucidità – ha concluso l’assessore Ippolito -, va chiarito che una gestione diretta dei servizi di pagamento, in assenza del complessivo sistema informativo istituzionalmente in possesso dell’Inps, sarebbe impraticabile per la Regione”. Della vicenda è stata informata anche la Prefettura di Palermo.




Regione siciliana, polemiche stipendi Ars: si dimette l’assessore con delega ai rifiuti Vincenzo Figuccia

PALERMO – Inizia nel peggiore dei modi la nuova giunta del Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci che ieri ha perso l’assessore Udc ai rifiuti Vincenzo Figuccia dimessosi con un lapidario sms inviato dopo un polemico scontro con il presidente dell’Ars Miccichè. Il giovane assessore eletto con il resto della giunta solamente il 29 Novembre era entrato in polemica martedì scorso contestando vivacemente la decisione di Miccichè di non bloccare il tetto degli stipendi dei funzionari dell’Ars.

Lo scontro aveva suscitato delle preoccupazioni all’interno degli assetti della giunta da subito a favore di Miccichè isolando Figuccia

Un documento suggerito da Miccichè stesso e redatto da Alessandro Aricò (Diventerà Bellissima); Giuseppe Milazzo (Forza Italia); Margherita La Rocca Ruvolo (Udc); Antonio Catalfamo (Fratelli D’Italia); Carmelo Pullara (Popolari e Atuonomisti) invitava il giovane assessore ad “occuparsi di rifiuti evitando di alimentare polemiche strumentali che non erano all’ordine del giorno”.

Il presidente stesso Nello Musumeci ha assunto un tono perentorio utilizzando addirittura un motto fascista “Lavorare e tacere” fomentando in poche parole la decisione di dimissioni di Figuccia avvenuta poche ore dopo e rilasciando poche parole che dicono tutto: “Oggi più che mai sento di essere un uomo libero e da tale condizione continuo a portare avanti le mie idee, rimanendo fedele al mandato degli elettori che mi hanno votato per tutelare la posizione dei cittadini, di chi soffre, di chi vive una condizione di difficoltà economica e di chi è lontano dai palazzi dorati”.

Non sono mancate le polemiche del PD che ironizza parlando di “perdita di pezzi in luna di miele”. Non è certamente un buon inizio e la delega ai rifiuti, da sempre una delle più difficili e rognose, potrebbe essere assegnata ad un tecnico in via provvisoria. Figuccia stesso incalza la sua posizione con ferma convinzione: “La mia maggioranza è la gente che ha creduto in un’azione di cambiamento e di discontinuità. Ci sono tante aspettative verso questo governo, che sono certo non verranno disattese, ma non posso non tenere conto degli accadimenti politici, consumatisi nelle ultime ventiquattro ore, che ledono la dignità dei cittadini siciliani, consegnano un’immagine inopportuna e distorta e che rendono impossibile la prosecuzione del mandato di assessore all’energia e ai servizi di pubblica utilità, conferitomi dal presidente Musumeci”. E riguardo alle sue dimissioni: “Si tratta di una decisione maturata dopo profonda e attenta riflessione, ponderata su aspetti di carattere politico e supportata da valutazioni di natura tecnica e personale. Per queste ragioni ho deciso di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni, rimanendo garante e anello di congiunzione fra i cittadini e i luoghi deputati a legiferare per il cambiamento”. Conclude il giovane assessore ottimista verso il suo futuro e quello della Sicilia intera: “Continuerò a lavorare per le reali priorità di questa terra, in linea con i percorsi concreti che il presidente Musumeci sono certo sarà capace di creare con il conforto, il sostegno e la condivisione dei siciliani che meritano di sognare e, soprattutto, di avere un futuro migliore”.
Paolino Canzoneri




Regione siciliana: indagato il neo eletto Luigi Genovese per riciclaggio

Indagato Luigi Genovese, neoeletto di Forza Italia in Sicilia. Il suo nome appare nell’ordinanza di sequestro della Guardia di Finanza per beni di valore pari a 100 milioni di euro: azioni, beni mobili ed immobili, società di capitali e conti correnti. ”Sto’ già valutando insieme al mio legale di fiducia le iniziative da assumere in sede giudiziaria. – ha detto Genovese dopo aver appreso la notizia dell’inchiesta coordinata dal procuratore De Lucia e dall’aggiunto Ardita – Certo di dimostrare la linearità e la regolarità della condotta mia e dei miei congiunti, – ha proseguito Genovese – nella gestione dei beni di famiglia. Anche se la tempistica di questo provvedimento può apparire sospetta, voglio credere che non vi sia alcuna connessione con la mia recente elezione all’Assemblea Regionale Siciliana. Non consentirò nessuna eventuale strumentalizzazione in chiave politica”.

Le accuse promosse dai giudici del tribunale di Messina sono precise

Luigi Genovese “è il prestanome e beneficiario dell’operazione del padre compiuta per sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi e sul valore aggiunto” da addizionarsi agli “interessi e sanzioni amministrative comminate dalla commissione Tributaria”. È infatti allo studente ventunenne Luigi che il padre Francantonio ha intestato parte del suo patrimonio. Sotto il torchio giudiziario anche la moglie, Chiara Schirò, già condannata qualche mese fa a 2 anni e due mesi nell’ambito dello scandalo per la formazione professionale, il nipote Marco Lampuri e la figlia Rosalia.

La nuova famiglia Malavoglia però si regge salda all’operato di Padron ‘Ntoni (Francantonio), primo segretario Pd in Sicilia, deputato del partito renziano e approdato finalmente a Forza Italia solo dopo essere stato condannato in primo grado per associazione per delinquere, riciclaggio, truffa, frode fiscale, peculato inverso la Regione Sicilia tramite enti gestiti personalmente o dai suoi famigliari. È da inserirsi in questa truffa da 20 milioni di euro, la messa in accusa del figlio Luigi.

 

Lo storico naufragio che ha dato il via alla catastrofe è iniziato quando le autorità hanno chiesto al fisco elvetico i nominativi degli italiani con polizze assicurative sospette

La Guardia di Finanza di Milano, proprio nell’analizzare i documenti di provenienza svizzera, sono incappati in 16 milioni di fondi esteri schermati da una polizza accesa attraverso un conto presso la società Credit Suisse Life Bermuda Ltd. Il parlamentare è perciò accusato di aver riportato nella penisola 6 milioni di euro in modo da non essere rintracciabili.

Dal 2016 gli Genovese vengono inseguiti dall’Agenzia delle Entrate al fine di verificare le discrepanze tra redditi e patrimonio, svelando così una complessa attività di riciclaggio per eludere e frodare il fisco. Ciò è stato orchestrato servendosi di enti a loro correlati i quali hanno realizzato operazioni di trasferimenti immobiliari e finanziari per aggirare la rete del fisco con lo scopo di allontanare dal vortice del ciclone i 16 milioni e per sottrarsi al versamento delle imposte e delle sanzioni amministrative di 25 milioni di euro, nate dallo scandalo della formazione professionale.

 

Subito dopo Luigi si rende complice del padre per rendere nullo il pignoramento effettuato da Riscossione Sicilia sulle quote di Francantonio che nel mentre si era sbarazzato di tutto il patrimonio finanziario per sfuggire all’aggressione dell’Agenzia delle Entrate. Il deputato ha partecipato come custode delle quote alle assemblee dove si è deciso di azzerare il valore delle proprie azione (svariati milioni) e il subentro del figlio Luigi nella società Gefin con la sottoscrizione di aumenti di capitale, resi possibili con un versamento di denaro bonificatogli nei giorni precedenti dal padre, a dimostrazione delle finalità illegittime ed illecite.

 

I giudici così riassumono l’accaduto: “Dapprima artificiosamente (gli indagati N.D.A.) determinavano un aumento di capitale, rispetto al quale Francantonio Genovese rinunciava a sottoscrivere le quote, affinché in esisto ad esso il figlio, benché privo di risorse economiche proprie sottoscrivesse i nuovi titoli acquisendo il 51,61 per cento del capitale”. In ultimo i giudici fanno riferimento ad indizi gravi, plurimi e convergenti sottolineando il rischio di una possibile correlazione con somme sparite ed a successivi introiti da ricercare nel passato della famiglia.

 

Questa serie di politici immischiati nei putridi olezzi del malaffare non si concludono qui. Purtroppo, finora, i Genovese occupano il quarto posto a livello cronologico in Sicilia. A 18 giorni dalle elezioni del 5 novembre in Sicilia, erano finiti indagati Riccardo Savano (FI) accusato di truffa e appropriazione indebita, Edy Tamajo (Sicilia Futura) per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e Cateno De Luca (Udc) per evasione fiscale. Se il futuro della Sicilia dovrà ancora scontrarsi con le magagne giudiziarie di chi la governa, non resterà nemmeno più la speranza, rinomata per essere l’ultima a morire, dei giovani siciliani. L’Italia tutta necessiterebbe di una rivoluzione di chiarezza e trasparenza, le basi di una democrazia salda e potente.

 

Gianpaolo Plini




Regionali Sicilia: Commissione antimafia domani a Palermo per setacciare gli incandidabili

PALERMO – Prevista per domani a Palermo una missione della Commissione Parlamentare con il compito preciso e rigoroso di controllare le liste per le elezioni regionali siciliane.

Scopo primario della missione è quello di esaminare attentamente coloro che per determinate ragioni vengono definiti “impresentabili”. Le “liste pulite” difatti non devono comprendere elementi incandidabili per la legge Severino oppure coloro che pur essendo candidabili devono successivamente essere sospesi per gli effetti della legge stessa o perchè si sono resi responsabili di reati previsti dal codice di autoregolamentazione delle candidature votato da tutti i partiti.

La missione a Palermo, prevista per domani, a 24 giorni dalla data delle elezioni dovrebbe scongiurare l’ipotesi che un ritardo del controllo da parte della Commissione possa causare che i nomi vengano fuori solo dopo il 5 novembre a votazioni svolte. La recente esclusione del gruppo Noi Siciliani capeggiato da Franco Busalacchi ha presentato insieme alla candidata Lucia Pinsone un ricorso depositato al Tar per l’esclusione della lista dovuta alla mancanza di sigilli dell’amministrazione in diversi moduli di sottoscrizione al listino regionale. La candidata si è spinta oltre rincarando con una precisa denuncia al Tar per chiedere l’immediata sospensione delle elezioni. La risposta immediata dall’ufficio elettorale non si è fatta attendere e sono state evidenziate le norme che regolano il sistema elettorale siciliano disciplinato dalla normativa elettorale risalente al 1951 prevedono comunque verifiche sulle cause di eventuali incandidabilità.

La corsa verso le Regionali a poco meno di tre settimane piene lancia le ultime frecciatine e accuse nelle voci dei gruppi opposti che non se le mandano a dire. Per fare un quadro riepilogativo della corsa alle elezioni da destra a sinistra non si risparmiano le polemiche acerbe e la commissione capeggiata dalla presidente Rosy Bindi potrebbe davvero stravolgere uno scenario mai apparso definitivo e chiaro. Il Movimento 5 Stelle nelle parole del premier Luigi Di Maio in un comizio di ieri nella Capitale aveva affermato ironicamente che per battere Cancellieri si erano “svuotate le carceri”.

Cancellieri stesso aveva sfidato il leader del centrodestra Nello Musumeci invitandolo ad un confronto pubblico e in una recente intervista aveva dichiarato: “Musumeci è il Crocetta del centrodestra. Come lui, è uno specchietto per le allodole: serve solo a nascondere ciò che è dietro di lui. Io ogni settimana sto presentando un assessore. Lui perché non lo sta facendo? Semplice: perché gli assessori non li sceglierà lui. Saranno Miccicchè, Cuffaro e Genovese a sceglierli e a piazzare i loro uomini”. Il candidato Claudio Fava della lista Cento Passi per la Sicilia in un comizio ha criticato Musumeci e non di meno il M5S: “I grillini affrontano tematiche che possono portare voti, come quella del cosiddetto abusivismo di necessità. Necessità come quella della casa del sindaco Cinque Stelle di Bagheria. Non basta fare un post su Facebook bisogna andare nei luoghi dove si fa la politica e vivere le piazze”. E Fava non risparmia neanche il candidato del centrosinistra Fabrizio Micari, rettore dell’Università di Palermo, dandogli del “miserabile” e accusandolo di aver usufruito dei database universitari per effettuare un invito al voto in larga scala.

A meno di tre settimane dal voto la campagna ha già assunto toni forti e il setaccio della commissione Antimafia prevista da domani a Palermo senza dubbio sarà foriera di ulteriore novità, polemiche e accuse in ogni fronte.

Paolino Canzoneri




TRAFFICO DI IMMIGRATI: ECCO IL BUSINESS MESSO SU DAI CIRCENSI E DALLA REGIONE SICILIANA

Redazione
 
Palermo – Circo come spettacolo ricreativo? Non proprio, poiché il luogo comune che abbiamo tutti quanti del circo non corrisponde alla scoperta fatta dalla Polizia di Palermo che ha scoperto l’esistenza di un’organizzazione  internazionale che faceva finte assunzioni di lavoro nei circhi per i clandestini, favorendo così l’ingresso in Italia di tantissimi stranieri. Sono in corso da martedì diversi provvedimenti di fermo nei confronti dei soggetti coinvolti nell’organizzazione, ovvero circensi e dipendenti pubblici corrotti.  
 
L’operazione è stata denominata “Golden Circus” e ha portato a portato a diversi fermi, inoltre dietro l’organizzazione c’era un giro d’affari di 7 milioni di euro. Nell’operazione sono stati coinvolti noti circensi ed è emerso inoltre che l’attività che gravitava attorno al business dell’immigrazione si basava sulla corruzione di dipendenti pubblici.
 
Le indagini hanno potuto appurare che solo nell’ultimo periodo, grazie a questa rete di corruzione e tendoni da circo, sono entrati nel nostro paese un centinaio di immigrati. Secondo quanto emerge, per ogni lavoratore assunto il circense guadagnava dai 2000 ai 3000 euro. Una parte di questo denaro veniva spedito in Italia tramite un sistema chiamato “Hawala”. Secondo quanto emerge, i circensi fingevano di reclutare attrezzisti, assistenti, ballerini per i circhi che avevano luogo in tutta Italia. Ma chi sono i personaggi “noti” coinvolti nella vicenda? Lino Orfei, Alvaro Bizzarro, Darvin Cristiani, gestore del circo di Praga. Accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma anche i titolari dei circhi Sotto il tendone del circo immigrati clandestini e affari milionari, Coliseum Sandra Orfei, Città di Roma, Smart Shane, Kumar, Vienna Roller, Caroli, Wigliams Brother, Jonathan, Apollo, De Blais, Meraviglioso, Aris Martini, Martini Cirque D'Europe, acquatico Denji show, acquatico splash.