Resident Evil Village, l’ottavo capitolo della saga horror di Capcom è finalmente arrivato

Resident Evil Village è l’ottavo capitolo della serie survival horror per eccellenza. Il titolo è disponibile su Pc ma anche sulle console di casa Microsoft e Sony. Dopo lo straordinario successo del suo predecessore (qui la nostra recensione di Resident Evil VII) Capcom rilancia con il seguito della saga che migliora ulteriormente la formula proposta nel precedente capitolo. Questo nuovo capitolo cerca di rivoluzionare ulteriormente il gioco per creare un ibrido perfetto tra quel capolavoro di Resident Evil 4 ed il nuovo corso della serie. Chiunque abbia giocato a Resident Evil 7 sa bene che la famiglia Winters ne ha viste di cotte e di crude: mani mozzate, torture inverosimili e una miriade di letali abomini. Ethan Winters però riesce nell’intento di salvare sua moglie Mia, e con l’aiuto di Chris Redfield vengono mandati in Europa dell’Est per ricominciare una nuova vita. Ethan è provato da ciò che ha vissuto nella casa dei Baker, e spesso vorrebbe parlarne con sua moglie Mia, che invece tenta di smorzare il discorso per evitare che brutti ricordi possano rovinare la serenità ritrovata. Nonostante il loro rapporto sia spesso messo alla prova da ciò che è accaduto, i due si amano davvero e mettono al mondo la piccola Rose, una figlia tanto desiderata capace di rendere la loro vita molto più bella. La famiglia Winters, quindi, vive completamente fuori dal mondo, allontanata da qualsiasi forma di civiltà e tenuta sotto stretto controllo dalla BSAA (Bioterrorism Security Assessment Alliance), dove si trova anche Chris Redfield. La società segreta sta lavorando per le Nazioni Unite con lo scopo di nascondere le prove della muffa batteriologica e della composizione delle bio-armi, oltre che sorvegliare le mosse di un’altra società intenta a recuperare e sfruttare il potere della muffa. Nel mondo, quindi, nessuno sa dei Baker o di ciò che è successo in quella casa, ma soltanto che c’è stata una fuga di gas tossico prodotto da alcune piante nella foresta vicina, causando la morte della famiglia Baker e di altri che si trovavano nei paraggi. Sembrava andare tutto bene in casa Winters, ma una sera qualcuno irrompe in casa e porta distruzione e dolore: Ethan è sconvolto da ciò che è successo, ma l’entrata in uno strano villaggio gli darà risposte ad innumerevoli domande. La trama di Resident Evil Village s’infittisce all’interno di questo agglomerato di case che non colpisce di certo per originalità: basta aver visto pellicole come The Village o anche aver giocato Resident Evil 4 per capire che l’idea alla base è quella di creare un’atmosfera surreale.

Il villaggio è un perfetto secondo protagonista di Resident Evil Village, esattamente come lo era la casa dei Baker, ed ospita un enorme castello gotico dalle torri altissime, ma non mancano anche una foresta fitta di alberi e altri luoghi misteriosi: tutti posti che bisognerà esplorare e conoscere per proseguire nella storia, scoprendo un po’ alla volta il velo di mistero che copre la storia. La prima cosa che salta all’occhio è il fantastico world design del titolo, che risulta perfettamente bilanciato, lavorato con una notevole cura per i dettagli e impreziosito di piccoli riferimenti che rendono ogni singola zona ben identificabile: raramente infatti ci si perderà tra le varie stradine o vicoletti, sia perché è presente una mappa che indica l’esatta posizione in cui ci si trova, sia perché il design delle ambientazioni è pensato per far sì che ogni luogo diventi familiare in poco tempo. Ancora meglio quando si entra nel castello Dimitrescu, dove si fa la conoscenza della seducente quanto pericolosa Lady Dimitrescu e delle sue tre figlie. Il castello è arredato in maniera impeccabile e gioca molto con le luci e i riflessi: qui il ray-tracing, sulle console di nuova generazione, dona una marcia in più all’intera produzione rendendo gli ambienti di gioco estremamente belli da vedere. Di grande pregio anche il doppiaggio in lingua italiana, unica pecca alcune frasi del protagonista durante i momenti più concitati che a volte appaiono fuori contesto e fanno sorridere. Con Resident Evil Village, dal punto di vista estetico Capcom ha lavorato benissimo e ha cercato di prendere il meglio di Resident Evil 7 per inserirlo in un’idea più vicina a Resident Evil 4. L’ibrido tra i due è decisamente voluto e bastano davvero pochi minuti per rendersi conto di trovarsi in una formula che riprende idee del passato per ammodernarle al meglio. Altro parallelo con RE4 è rappresentato dalla presenza costante del Duca, un venditore misterioso che ricorda il mercante mascherato conosciuto da Leon. S Kennedy nel quarto capitolo della saga. Lungo le strade che bisognerà percorrere per completare l’avventura si trovano spesso delle casse da distruggere che contengono munizioni o altri elementi per la fabbricazione di nuovi strumenti, esattamente come accadeva in passato, ma non mancano anche oggetti utili alla risoluzione di enigmi ambientali o per ottenere ricche ricompense. Insomma, senza dilungarsi troppo, Resident Evil Village omaggia Resident Evil 4 con innumerevoli richiami, sia in termini di atmosfera che in termini di gameplay, e riuscirà a sorprendervi diverse volte, costituendo al contempo una grossa rivoluzione rispetto al precedente titolo della serie nonostante ne recuperi molti elementi. Per quanto riguarda il combattimento, Resident Evil Village mantiene intatte le meccaniche introdotte con il suo predecessore senza apportare sostanziali modifiche. Il sistema di mira è volutamente instabile e traballante per rendere le operazioni di puntamento difficili da eseguire e incrementare il senso di tensione derivante dagli scontri anche coi nemici più comuni. C’è un tasto dedicato alla guardia che può essere utilizzata per assorbire una parte dei danni in arrivo, uno rapido per utilizzare gli oggetti di cura e i quattro direzionali a cui è possibile assegnare le armi per passare da una all’altra con estrema facilità. Come se non bastasse, gli sviluppatori hanno deciso di automatizzare alcuni movimenti come il superamento degli ostacoli o la rottura di vasi e casse. Si tratta, in buona sostanza, di una formula ideata con l’obiettivo di mantenere fluida l’azione di senza essere costretti a spezzarne il ritmo per accedere continuamente all’inventario. Quest’ultimo viene gestito in modo analogo a quello di Resident Evil 4: una valigetta da riorganizzare manualmente per assicurarsi di avere sempre spazio per portare con sé armi, strumenti e accessori utili alla sopravvivenza. Gli scontri coi boss, dal canto loro, sono tra i più cinematografici di sempre e, per quanto siano sempre abbastanza semplici e di facile lettura, riescono a regalare momenti alquanto ispirati, sia dal punto di vista artistico che da quello del puro gameplay. Davvero niente male.

Detto questo però veniamo ai lati negativi. Resident Evil Village, infatti, non è assolutamente esente da difetti. Tali mancanze fanno storcere il naso ai fan più incalliti del brand mentre chi si è avvicinato alla serie dal settimo capitolo potrebbe non notarle. Iniziamo col dire che in quest’ultimo capitolo i rompicapo sono a dir poco elementari, infatti la soluzione sarà nel 90 per cento delle volte nella stessa stanza in cui ci si trova. Davvero un duro colpo per chi era abituato ad avere a che fare con i capitoli che hanno reso celebre la serie. Altro punto a sfavore è l’incredibile quantita di oggetti e di armi che si possono trovare. Nel corso della nostra prova infatti non abbiamo mai avuto la sgradevole sensazione di sentirci in pericolo a causa della mancanza di munizioni o di oggetti curativi, e questo a nostro avviso per un gioco del genere è un male. Ultimo aspetto che ci ha fatto storcere il naso è la lunghezza dell’avventura. Al livello normale ed esplorando qualsiasi angolo di gioco noi abbiamo impiegato circa nove ore e mezza, un po pochino rispetto al passato. Insomma, la sensazione che abbiamo avuto è quella che Capcom abbia deciso di recidere quasi totalmente il cordone con il passato per abbracciare una tipologia di gioco più action che survival horror. Peccato perché le ambientazioni offerte, il level design e la trama avrebbero offerto una validissima base per un’avventura in “vecchio stile”. Tirando le somme, vale la pena acquistare e giocare a Resident Evil Village? La risposta, nonostante i lati negativi da noi evidenziati, è comunque si. Diciamo questo in quanto se l’avventura viene vissuta come un gioco del tutto nuovo e non si pensa ai legami con i capitoli più datati, allora la produzione risulta essere di altissimo livello. Diciamocelo chiaramente, esplorare le location di gioco è una vera gioia per gli occhi e i nuovi nemici sono veramente interessanti da affrontare. Detto questo però se si è appassionati della serie, il rischio che si corre è quello di rimanere delusi facendo paragoni con il passato. Il nostro consiglio? Resident Evil Village va vissuto come un’esperienza nuova e interpretandolo in questa maniera si potrà godere pienamente di tutto ciò che il gioco ha di buono ha da offrire.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise