CASTELLI ROMANI, SANITÀ: TRA TAGLI E SPRECHI IL CONVEGNO DI ARICCIA DEGLI AMICI DI BEPPE GRILLO

Redazione

Ariccia (RM) – La sanità tra tagli e sprechi: cosa succede ai Castelli Romani e cosa si aspettano i cittadini. Questo è il titolo del convegno che si è svolto ad Ariccia, sabato scorso presso la Casa delle Associazioni, organizzato dagli Amici di Beppe Grillo di Ariccia.

Il tema della Sanità, uno dei pilastri del nostro WELFARE, si impone come particolarmente cruciale nei territori dei Castelli Romani, interessato da profonde riorganizzazioni strutturali. Ad Ariccia, in particolare, è oramai in chiusura la storica struttura dello Spolverini, mentre procedono i lavori per la costruzione del nuovo Ospedale dei Castelli che dovrebbe far chiudere la maggior parte degli altri Ospedali limitrofi.

Mentre i Cittadini sono sempre più nella forbice dei tagli dei Servizi sanitari imposti dalla riduzione dei finanziamenti nazionali, il Sistema sanitario regionale viene accusato di sprechi ed inefficienze, con costi crescenti sempre più a carico dei Cittadini.

Il convegno si è interrogato su tali temi e,  grazie al contributo dei relatori, ha delineato uno scenario non rassicurante per i Cittadini dei Castelli.

In particolare, il Portavoce del Movimento 5 Stelle alla Regione, Davide Barillari ha testimoniato del perdurare del “mercato delle vacche” nella Sanità laziale, sia per quanto riguarda le nomine delle posizioni apicali, sia per quanto riguarda l’effettiva erogazione dei servizi ai Cittadini. Le pratiche elettoral-clientelari presiedono infatti alle decisioni di riorganizzazione dei servizi sul nostro territorio, dove più che ai effettive razionalizzazioni, si assiste a “rimescolamenti”
costosi e in larga parte inutili della allocazione degli stessi, secondo pure logiche campanilistiche.

In questo quadro, è inserita anche la realizzazione del nuovo Ospedale dei Castelli che, purtroppo, a detta dei relatori e di interventi del pubblico intervenuto, si avvia ad essere l’ennesimo spreco di risorse pubbliche, senza nessun reale beneficio per i Cittadini castellani, che continueranno a dirigersi verso gli ospedali di Roma per la soluzione di problemi seri. La mancanza di un collegamento strutturale del nuovo Ospedale con una Università o un Centro di ricerca, non lo configura infatti come un “grande Ospedale” in grado di dare risposte alle esigenze di una sanità moderna del territorio, ma semplicemente come un “ospedalone”, con un DEA di primo livello, in grado prevalentemente solo di smistare altrove i malati.

In tal senso, la Cittadina Teresa Fani ha portato la sua testimonianza e la sua specifica conoscenza sulla vicenda dello “Spolverini”, cancellato dai giochi della politica locale in cambio dell’ (in)utile nuovo Ospedale.

L’intervento scritto dal Dott. Giangrande, pediatra di base di Albano Laziale,
ha portato utili stimoli per possibili miglioramenti a basso costo della medicina di base e di quella specialistica, al di fuori di logiche corporative di settore.

Infine, il Portavoce del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, Piernicola Pedicini
ha portato il suo contributo al convegno con un collegamento in streaming avente per oggetto l’operato del Gruppo dei Cinque Stelle in Europa, che si gioca principalmente sui temi delle normative e della tutela dei Cittadini consumatori, anche in campo sanitario.

Il convegno si è concluso con la certezza di non aver esaurito gli importanti temi nell’arco delle sole tre ore disponibili e, pertanto ci si è lasciati con l’impegno ad un secondo appuntamento, da svolgere nei prossimi mesi, nella Piazza di Corte ad Ariccia.
 




CASTELLI ROMANI: COME CAMBIA LA SANITA' OSPEDALE PER OSPEDALE

di Chiara Rai

Castelli Romani – Novantasei posti letto tagliati ai Castelli Romani e litorale nel distretto Asl RmH: il Nuovo Ospedale dei Castelli con il cantiere fermo da due mesi, lo Spolverini di Ariccia defraudato della fisiatria, Marino Laziale con una nuova e imponente veste di polo oncologico e Frascati potenziata così come Genzano che si attesta come “polo rosa”.

Poco dopo l’approvazione della rete ospedaliera, l’azienda sanitaria diretta da Fabrizio D’Alba approva l’atto aziendale con tutti i sindaci favorevoli tranne il primo cittadino di Ariccia Emilio Cianfanelli e con l’assenza di Nemi, Pomezia e Anzio.

La strada verso la razionalizzazione continua con tagli e spostamenti: le unità operative complesse quali la diagnostica, l’oncologia, gastroenterologia e altre passano da 105 a 84 mentre un drastico calo di 185 unità, lo registrano le unità operative semplici e quindi tutto ciò che è senologia, prestazioni diagnostiche e terapeutiche che passano da 294 a 112 unità.

Fatto sta che dopo la prima fumata nera per mancanza di numeri legali, subito dopo la ventata della riorganizzazione di Nicola Zingaretti, anche la RmH trova la quadra tra contestazioni e plausi.

Al Regina Apostolorum di Albano i posti letto passano da 210 a 194 con 16 in meno. L’ospedale San Giuseppe di Marino Laziale da 120 posti letto passa a 80 perdendone 40, l’ospedale di Ariccia perde tutti e 34 i posti letto che aveva, Velletri da 69 a 67, Pomezia da 105 a 101. Gli ospedali riuniti di Anzio e Nettuno non perdono nulla: ne restano 177.

A Frascati crescono i posti letto da 143 a 162 e il sindaco Alessandro Spalletta si ritiene “quasi pienamente soddisfatto”: si è riusciti a conservare chirurgia e ortopedia. Arriva inoltre la terapia intensiva e aumenta la specializzazione della medicina generale, perché il vecchio reparto diventerà una grande area medica con ben 52 posti letto ordinari.

Il San Giuseppe di Marino Laziale scippa l’oncologia a Frascati assumendo un ruolo di “spoke”, ossia di centro ospedaliero a media intensità di intervento. Di fatto Marino Laziale perde i 98 posti letto ordinari per acuti ma ne acquista 52 in day hospital acuti, 25 post acuzie e 3 in Dh post – acuzie.

L’ex sindaco di Marino Laziale attuale consigliere regionale FI, Adriano Palozzi si dice molto soddisfatto per la rinascita del San Sebastiano quale “comprensorio meridionale di Roma, polo oncologico e ospedale diurno”.

A Genzano i dirigenti della Asl Fabrizio D’Alba e Narciso Mostarda confermano la necessità di mantenere la vocazione materno infantile. Si sta infatti lavorando sull’attivazione di una collaborazione con il Policlinico Tor Vergata Bambin Gesù di Roma per le pediatrie specialistiche, cercando di creare così un polo pediatrico a gestione mista.

L’ospedale Spolverini di Ariccia, l’unico nosocomio pubblico per la riabilitazione del centro sud e isole, perde “recupero e riabilitazione” che finisce a Marino Laziale nonostante siano stati impiegati per la struttura ariccina circa 8 milioni di euro per il reparto fisiatrico.

Il destino è quello di rimanere un contenitore con ambulatori vari e uffici amministrativi, ma il sindaco di Ariccia, Emilio Cianfanelli, non ci sta e promette azioni legali in quanto questo depauperamento baipassa totalmente l’accordo di programma del 2007 con il comune di Ariccia che prevede che queste specialità approdino 15 mesi prima dell’apertura nel Nuovo Ospedale dei Castelli.

Quest’ultimo, con i lavori fermi da due mesi vive un momento critico dopo un avvio in quarta con l’appalto dei 68 milioni di euro che si esaurisce ad Aprile 2016. Vanno appaltati gli altri 76 milioni già previsti e per questo il primo cittadino di Ariccia intende convocare il collegio in questi giorni e qualora la direzione appaltante dovesse palesare inerzia, il collegio, come dice la legge, potrà decidere di sostituirla.




SANITA' NEL LAZIO, SEL: "L'ULTMO CHIUDA LA PORTA"

"Per carenza di personale infermieristico, l’azienda RM H non è in prospettiva in grado di sopperire alla mancanza di personale visto che la Regione nonostante puntuali sollecitazioni non intende rispondere alle richieste della Direzione della ASL RM H"

"Lentamente, ma inesorabilmente ritardando i rinnovi dei contratti e non predisponendo un adeguato turn-over del personale nella ASL RM H, la Regione Lazio ha avviato nei fatti la progressiva consunzione delle strutture sanitarie fino a che a l’ultimo dipendente, non resterà che chiudere la porta."

 

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Sel Lazio Welfare-Lavoro

 

"Il piano di rientro sanitario, gestito dal Commissario Renata Polverini, sul territorio dei Castelli Romani, con una popolazione di oltre 400.000 assistiti, continua a produrre ulteriori disagi. Dopo l’ennesima sentenza del TAR Lazio che definisce immotivata la scelta di spostare dal San Raffaele di Velletri alla sede di Montecompatri un significativo numero di posti accreditati a danno del Distretto H5, giunge l’ennesimo piano di accorpamento di alcuni reparti dei principali nosocomi dei Castelli.

E’ il caso della pediatria di Anzio-Nettuno che, anche se temporaneamente scongiurata la chiusura estiva, evidenzia come, per carenza di personale infermieristico, l’azienda RM H non è in prospettiva in grado di sopperire alla mancanza di personale visto che la Regione nonostante puntuali sollecitazioni non intende rispondere alle richieste della Direzione della ASL RM H. Situazioni analoghe, al limite del rischio chiusura, della pediatria e ostetricia di Velletri e Marino e di punte di eccellenza come la radiologia interventistica. 
Questi sono gli effetti dei tagli lineari voluti dalla Polverini che nei prossimi mesi potrebbero portare anche i PO di Albano, Frascati, Marino, Genzano e Velletri a subire ulteriori processi di accorpamento e/o chiusura di reparti, il tutto non per una riduzione di domanda, ma per la carenza cronica di personale su una pianta organica largamente sottoutilizzata e un autentico esercito di personale con contratti di lavoro a termine (tempo determinato e a progetto) più adeguatamente indicato con il termine PRECARIO.

Ancora una volta questo conferma che la massiccia precarizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego e in particolare nel settore sanitario rende precario tutto il sistema ben al di sotto degli standard minimi stabiliti dalla legge. Come si vede quindi al di là delle previsioni stesse del Piano Sanitario, lentamente, ma inesorabilmente ritardando i rinnovi dei contratti e non predisponendo un adeguato turn-over del personale nella ASL RM H, la Regione Lazio ha avviato nei fatti la progressiva consunzione delle strutture sanitarie fino a che a l’ultimo dipendente, non resterà che chiudere la porta. Per queste ragioni il Coordinamento Sanità di SEL Regionale e Castelli dell’Area Metropolitana di Roma chiede fin da ora che gli oltre 300 contratti a temine per personale medico e infermieristico in scadenza nei prossimi mesi siano oggetto di una accurata pianificazione dei rinnovi a garanzia della qualità dei servizi gestiti dalla ASL RM H. "
 




ALBANO SANITA', IL SINDACO MARINI SU PROROGA CONTRATTI: "QUESTA MISURA E' UN PALIATIVO"

Redazione

«Accogliamo con piacere e soddisfazione la notizia che la Regione Lazio ha preso atto della necessità di prorogare i contratti in scadenza di quattro medici che occupano ruoli chiave in strutture fondamentali per i Castelli: stiamo parlando di due dirigenti medici di Chirurgia d’Urgenza presso i presidi di Pronto Soccorso di Albano e Velletri; il direttore medico del reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Villa Albani di Anzio e il direttore medico di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Anzio. Si è scongiurata, dunque, un’interruzione di servizi che avrebbe creato disagi enormi in tutta la provincia».

Il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini commenta così la notizia che di fatto tampona quella che è una vera e propria emergenza. Il Primo Cittadino è stato tra i firmatari, con altri sei Sindaci, di un atto di diffida inviato alla Presidente Polverini che è anche Commissario ad acta della Sanità della Regione Lazio.

«Questa misura è un palliativo, ma non risolve assolutamente il problema – ricorda Marini – considerando che ancora molti contratti sono in scadenza, circa 400. Chiediamo alla Regione Lazio di fare chiarezza sulle reali volontà sul futuro dell’area sanitaria ASL RMH, sia in termini di strutture mediche che di personale sanitario. Mi auguro che prevalgano senso di responsabilità e soluzioni immediate – conclude Marini – perché non possiamo correre il rischio di un’interruzione delle attività assistenziali, in particolare dei Pronto Soccorso».