Trapani, colpo alla mafia: 25 arresti. Anche ex deputato regionale Ruggirello

I carabinieri del Comando Provinciale di Trapani stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 25 esponenti della mafia trapanese. Il provvedimento, emesso dal gip di Palermo, su richiesta della dda, ipotizza le accuse di associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, estorsione, danneggiamento.

Tra gli arrestati ci sono due esponenti politici. Si tratta dell’ex deputato regionale del Pd Paolo Ruggirello, accusato di associazione mafiosa, e dell’ex assessore comunale di Trapani Ivana Inferrera, indagata per voto di scambio politico-mafioso.

Secondo gli inquirenti, i due politici si “offrivano” ai mafiosi, proponendosi come “punti di riferimento” per i clan e arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione della campagna elettorale. Ruggirello, 52 anni, trapanese, eletto all’Ars due volte, è stato deputato questore.   Si è candidato alle ultime elezioni politiche ma non ce l’ha fatta.

Nell’ambito dell’indagine, i militari hanno individuato una “cellula” di Cosa nostra nell’isola di Favignana e sequestrato beni per circa 10 milioni di euro.




TRAPANI, COLPO ALLA MAFIA: ARRESTATI I FAMILIARI DEL BOSS LATITANTE MATTEO MESSINA DENARO

Redazione

Trapani – Un duro colpo all’organizzazione mafiosa capeggiata dal latitante Matteo Messina Denaro e’ stato inferto questa mattina dalle forze di polizia ancora impegnate in un’imponente operazione disposta dalla Procura Distrettuale Antimafia Di Palermo nei confronti dei vertici operativi del mandamento di Castelvetrano. le indagini hanno confermato il ruolo dirigenziale tuttora rivestito dal latitante Matteo Messina Denaro all’interno del mandamento e nella provincia mafiosa, accertandone la funzione di direzione tra le varie articolazioni dell’organizzazione e di collegamento con le altre strutture provinciali di cosa nostra.

Sono stati raggiunti dal provvedimento restrittivo anche familiari del latitante, tra cui il nipote Francesco Guttadauro, la sorella Patrizia Messina Denaro, e i cugini Giovanni Filardo, Cimarosa Lorenzo e Mario Messina Denaro.

Le indagini hanno accertato l’esistenza di un articolato circuito imprenditoriale, che assicurava di fatto il controllo quasi monopolistico nel settore dell’edilizia e relativo indotto, mediante la gestione e la realizzazione di importanti commesse, tra cui opere di completamento di aree industriali, parchi eolici, strade pubbliche e ristoranti. L’organizzazione era, infatti, in grado di monitorare costantemente le opere di maggiore rilevanza del territorio, intervenendo nella loro esecuzione con una fitta rete di societa’ controllate in modo diretto o indiretto da impreditori mafiosi ed elementi di spicco del sodalizio.
con riferimento all’attività di sostegno economico al circuito familiare del latitante, e’ emersa la contiguità e il ruolo di responsabilità decisionale raggiunto in seno al sodalizio mafioso da Patrizia Messina Denaro e da Francesco Guttadauro, rispettivamente sorella e nipote del ricercato.
E’ stata inoltre accertata la diffusa pressione estorsiva esercitata sul territorio anche ai danni di imprese concorrenti e perfino di privati cittadini che avevano ereditato una rilevante somma di denaro. 
Nel quadro delle complessive attivita’, la Guardia di Finanza sta  procedendo, congiuntamente ai Carabinieri  e alla Polizia di Stato, al sequestro preventivo (art 321 cpp; art 12 sexies d.l. 306/92) di complessi aziendali  riconducibili al latitante intestati a prestanome, costituiti da società operanti nel settore dell’edilizia, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro.