VOLKSWAGEN: GRANDI AZIONISTI VERSO UNA CAUSA DA 40 MILIARDI

Redazione

I grandi azionisti della Volkswagen sono intenzionati a fare causa, chiedendo 40 miliardi di euro, alla casa automobilistica per lo scandalo dei motori diesel che ha coinvolto il marchio. Lo riporta il Sunday Telegraph citando Quinn Emanuel, il legale famoso per le sue vittorie in importanti class action, chiamato a seguire il caso.

Quinn Emanuel, che ha vinto cause per quasi 50 miliardi di euro per clienti e rappresentanti di importanti gruppi, come Google, Sony e Fifa, è stato contattato – riporta il giornale britannico – dal gruppo Bentham (fondo specializzato nel finanziamento delle grandi cause legali) per preparare un'azione legale a favore degli azionisti di Volkswagen che hanno visto sfumare miliardi di euro in borsa a seguito dello scandalo. Quinn Emanuel e Bentham – prosegue – stanno contattando i maggiori investitori di VW, compresi i fondi sovrani del Qatar e della Norvegia, per chiedere loro di unirsi all'azione legale. "Stimiamo perdite degli azionisti fino a 40 miliardi di euro", ha spiegato Richard Oriente, co-managing partner di Quinn Emanuel a Londra. L'azione legale dovrebbe partire in Germania in base al Securities Trading Act, ha lasciato intendere Quinn Emanuel che spera di presentare la prima tranche di azioni legali entro febbraio. Lo studio legale sosterrà – secondo quanto riporta il Sunday Telegraph – che l'atteggiamo di Volkswagen nella vicenda dei motori diesel, costituisce una grave responsabilità nella gestione da parte del management. Oriente ha aggiunto che i danni potrebbero essere calcolati a partire dal 2009 – quando VW ha iniziato il montaggio dei dispositivi per i suoi motori – sostenendo che se gli investitori avessero saputo della vicenda non avrebbero tenuto o scambiato azioni VW




VOLKSWAGEN: 2 MILIONI DI AUDI CON LE EMISSIONI TRUCCATE

Redazione

Berlino – La casa automobilistica Audi –controllata da Volkswagen- ha ammesso che ci sono in circolazione circa 2,1 milione di autovetture Audi diesel manipolate con un dispositivo che altera i dati sulle emissioni in laboratorio. Nel mondo ci sono circa 11 milioni di autovetture Volkswagen truccate e un rapporto della Transport  & Enviroment ha stabilito che le nuove auto europee producono un’emissione di gas tossici pari al 40% superiore rispetto alle prove effettuate in laboratorio. Ma i rapporti stabiliscono anche che sono anche altre case automobilistiche europee tendono a truccare i dati che riguardano l’emissione del diesel. Secondo T&E il gap sono cresciute le emissioni di biossido di azoto e anidride carbonica e invita le autorità europee a verificare quali sono le case automobilistiche che sono maggiormente responsabili dell’inquinamento. Fonti vicine al gruppo Volkswagen rendono noto intanto che sono stati sospesi i capi dei settori Ricerca & Sviluppo di marchi come VW, Porsche e Ausi. Graziano Delrio, a cui gli veniva posta la domanda in merito in merito ad una class action  anche in Italia ed Europa in seguito a quanto accaduto ha risposto: “e' possibile, non si puo' prevedere, certamente e' possibile”. 
I giudici della Bassa Sassonia, intanto, hanno aperto un'indagine sull'ex Ceo di Volkswagen, Martin Winterkorn. Lo scrive la Bloomberg.
Nel frattempoIl ministero dei Trasporti tedesco smentisce di essere stato a conoscenza del 'defeat device', il software incriminato che consentiva a Volkswagen di truccare i test sulle emissioni, prima che esplodesse lo scandalo. Lo ha detto un portavoce secondo quanto riferisce l'agenzia Bloomberg.
 
Entro 10 giorni le vetture diesel del marchio devono essere 'pulite' dal software illegale ed in linea con gli standard di emissioni. L'ufficio automobilistico federale tedesco (KBA) ha dato tempo fino al 7 ottobre al gruppo di Wolfsburg per rispettare i parametri nazionali. Se il termine non verrà rispettato, annuncia la Bild nella sua edizione domenicale, la KBA ritirerà il permesso alla circolazione, vietando di fatto alle auto coinvolte di essere vendute o anche solo di viaggiare nel Paese. Mentre Volkswagen Italia blocca le vendite delle auto ferme nei concessionari, prosegue quindi il pugno duro del governo Merkel nei confronti della casa automobilistica, colpevole, secondo il Financial Times, di una truffa così grave da superare "la madre di tutti gli scandali", ovvero la statunitense Enron che fallì nel 2011 per spericolate operazioni finanziarie. E' di ieri l'annuncio della volontà dell'esecutivo di rendere più facili le class action per i consumatori tedeschi a partire dal 2016, ma in Europa le posizioni non sono però così decise: il Guardian pubblica un report con cui il Dipartimento britannico per l'ambiente, alimentazione e affari agricoli aveva consigliato ai membri britannici del Parlamento Ue di votare contro le nuove norme Ue in materia di controlli, che prevedono ispezioni a sorpresa con test su strada e non più in laboratorio.



VOLKSWAGEN: IN ITALIA UN MILIONE DI AUTO COINVOLTE. LA UE SAPEVA GIÀ DUE ANNI FA

Redazione

Dati shock e adesso è corsa alla conta dei danni: In Italia i motori diesel truccati della Volkswagen potrebbero essere circa un milione. Lo ha detto il viceministro ai Trasporti, Riccardo Nencini, a margine del
meeting dei Centri di revisione auto. "Una previsione di massima indica circa un milione di veicoli coinvolti. Sono in corso controlli per verificare il danno provocato anche in Italia", ha spiegato.

I consumatori vanno all'attacco e preannunciano una class action. In particolare, Altroconsumo ha stilato un elenco in sei punti di richieste

La Commissione Ue aveva avvertito già due anni fa del rischio di manipolazione dei test sulle emissioni da parte delle case automobilistiche: a lanciare l'allarme, un rapporto del 2013 del suo Joint Research Centre che evidenziava i problemi posti dal defeat device, il dispositivo al centro dello scandalo Volkswagen. Lo scrive il Financial Times, notando come né le autorità a Bruxelles, dotate di poteri limitati, né quelle degli Stati nazionali si siano attivate fino allo scandalo di questi giorni.

Suzuki mette una pietra sopra all'alleanza, mai decollata, con Volkswagen per le auto ibride ed elettriche. La casa giapponese annuncia di aver venduto la quota rimanente di azioni Volkswagen in suo possesso. Separatamente Porsche, in un'email, fa sapere di aver acquistato da Suzuki l'1,5% di Volkswagen.

Scandalo delle emissioni truccate dalla Volkswagen: il board di Volkswagen ha nominato l'ex numero uno di Porsche, Matthias Mueller, nuovo Ceo dopo l'addio di Martin Winterkorn: 'Saremo all'altezza delle nostre responsabilità'. Ma il titolo registra un altro tonfo in Borsa. Intanto si registra l'inversione ad U di Bild su Bmw: non ci sono prove di manipolazioni. E L'Ue corre ai ripari, dal primo gennaio 2016 cambieranno i test di omologazione. Secondo gli analisti lo scandalo potrebbe aiutare Marchionne Il presidente della Bundesbank: 'Compromesso il Made in Germany'. E il premier Renzi: 'E' una truffa, sia punita severamente'

Mueller nominato Ceo – Il consiglio di amministrazione di Volkswagen ha nominato l'ex numero uno di Porsche, Matthias Mueller, nuovo Ceo dopo l'addio di Martin Winterkorn. Volkswagen ha di fronte una "sfida senza precedenti" ma "possiamo superare e supereremo questa crisi". Sono le prime parole del nuovo Ceo del gruppo tedesco, Matthias Mueller, che sottolinea come Vw "sarà all'altezza delle proprie responsabilità".
 

“La vicenda Volkswagen e’ realmente un disastro morale e politico che potrebbe avere gravi ripercussioni sul settore dell’automotive italiano. L’Ugl non puo’ restare inerme e chiede al Governo di aprire un confronto serio e propositivo per proteggere il comparto della componentistica italiano”. Ad affermarlo è Antonio Spera, segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, in riferimento allo scandalo legato alla casa tedesca sulla falsificazione dei test delle emissioni.
“Con la vicenda Volkswagen riportiamo l’attenzione sul difficile rapporto fra industria e ambiente, tema che – continua Spera – abbiamo affrontato anche nella prima tappa del Sud Act a Bari. La Svizzera ha deciso gia’ di bloccare la vendita delle auto Vw equipaggiate del dispositivo fraudolento e non possiamo di certo restare tranquilli”.
 




VOLKSWAGEN: NOMINATO L'EX NUMERO UNO DI PORSCHE MATTHIAS MUELLER

Redazione

Germania – Cambio di guardia e nuovi intenti ma la vergogna della Germania rimane come un onta, soprattutto da parte di chi ha sempre scimmiottato gli italiani. Scandalo delle emissioni truccate dalla Volkswagen: il board di Volkswagen ha nominato l'ex numero uno di Porsche, Matthias Mueller, nuovo Ceo dopo l'addio di Martin Winterkorn: 'Saremo all'altezza delle nostre responsabilità'. Ma il titolo registra un altro tonfo in Borsa. Intanto si registra l'inversione ad U di Bild su Bmw: non ci sono prove di manipolazioni. E L'Ue corre ai ripari, dal primo gennaio 2016 cambieranno i test di omologazione. Secondo gli analisti lo scandalo potrebbe aiutare Marchionne

Mueller nominato Ceo – Il consiglio di amministrazione di Volkswagen ha nominato l'ex numero uno di Porsche, Matthias Mueller, nuovo Ceo dopo l'addio di Martin Winterkorn. Volkswagen ha di fronte una "sfida senza precedenti" ma "possiamo superare e supereremo questa crisi". Sono le prime parole del nuovo Ceo del gruppo tedesco, Matthias Mueller, che sottolinea come Vw "sarà all'altezza delle proprie responsabilità".

Vw: scandalo è "disastro morale e politico" – Un danno enorme causato "da un piccolo gruppo": lo dice Volkswagen al termine del cda che ha nominato il nuovo ceo Mathias Mueller. Il gruppo comunica anche che, dopo le teste cadute nei giorni scorsi, sono stati sospesi alcuni dipendenti.

Sono 2,8 milioni i veicoli circolanti in Germania coinvolti nello scandalo dei test truccati da parte del gruppo Volkswagen, e fra questi vi sarebbero anche vetture di cilindrata 1.200, inferiore a quanto finora pensato, nonché alcuni furgoni. Lo ha dichiarato il ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt, aggiungendo che le manomissioni sono senza dubbio "illegali".

Auto Bild, nessuna prova manipolazione emissioni – ''Mai avuto l'intenzione di accusare BMW di manipolare i livelli di emissioni". Così Auto Bild smentisce se stesso. La testata tedesca precisa che ''i valori rilevati delle emissioni della Bmw X3 testata non sono per nulla prova di falsificazione o dell'esistenza di un sistema di manipolazione come rilevato nei veicoli di VW''.




VOLKSWAGEN: MANIPOLATI I VEICOLI ANCHE IN EUROPA

di A.B.
 
Lo scandalo della Volkswagen ha coinvolto definitivamente anche l’Europa, a riferirlo è stato il Ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt che a Fox News ha riferito “Siamo stati informati che anche in Europa i veicoli con motori diesel 1.6 e 2.0 sono stati manipolati” e ha precisato inoltre che il numero di veicoli coinvolti non è ancora chiaro. Invece Massimo Nordio, a.d. Volkswagen Italia, scrive al ministro Galletti che i veicoli dotati di motore Diesel EU6 che si trovano attualmente in Europa “inclusi quelli in vendita sul mercato italiano, sono tutti rispondenti alla normativa europea per i gas di scarico EU6” invece su altri motori ci sono controlli in corso. Alle dimissioni di Winterkorn i mercati hanno reagito immediatamente e il titolo è balzato al 9% e ha chiuso a +5% e ha recuperato 3,3 miliardi. 
 
La vicenda porta con se uno strascico di dimissioni. Si dimettono Wolfgang Hatz di Porsche e Ulrich Hackenberg di Audi che lasciano il consiglio di amministrazione Volkswagen. Intanto la Francia ha già avviato le procedure di controllo avviando test su un campione di cento auto. Ad annunciarlo è il ministro dell’Ambiente, Segolene Royale. Se i proprietari daranno il loro consenso si potrà controllare il livello di emissione. Ma lo scandalo non si ferma poiché sarebbe coinvolta la Bmw e secondo alcune indiscrezioni la concessionaria invio delle lettere ad aprile in cui invitava i clienti USA a portare “le auto ai concessionari per ottimizzare le emissioni”. 

Il coinvolgimento della Bmw ha avuto le sue conseguenze poiché ha portato le borse a picco, malgrado la casa auto ha smentito le voci. Berlino comunque concordera' nei prossimi mesi nuovi test sulle emissioni delle auto europee, da effettuare su strada Intanto spuntano voci di un coinvolgimento di altre case automobilistiche nello scandalo. Il quotidiano tedesco Bild, citando dati del Icct, (International Council on clean transportation), scrive che alcuni modelli di Bmw avrebbero violato le norme sui tetti di emissione dei gas di scarico. A seguito di questi rumors, Bmw ha perso in borsa fino al 10% e continua la seduta in ribasso. La casa auto ha pero' smentito. Oggi invece Volkswagen farà i nomi dei responsabili. Alcune fonti sostengono che la compagnia non sceglierà soltanto il sostituto di Martin Winterkoun che si è dimesso qualche giorno fa con una liquidazione, si presume, di 28,6 milioni di euro. 
 
Intanto Ue. Tutti i 28 stati facciano indagini – "Incoraggiamo tutti gli stati membri a compiere le necessarie indagini e a riferire alla Commissione Ue", che "discuterà con loro come coordinarle al meglio e faciliterà lo scambio di informazioni". Così la portavoce dell'esecutivo comunitario al mercato interno Lucia Caudet sullo scandalo Volkswagen. "Accogliamo con favore le indagini avviate in Germania, Francia e Italia". Il tutto è partito con un’inchiesta negli Usa per violazione delle norme antismog. Come finirà? Chi pagherà tutto ciò se ci sono delle responsabilità?  



SCANDALO VOLKSWAGEN: SPUNTA FUORI ANCHE IL MARCHIO BMW

Redazione

Lo scandalo Volkswagen contagia l'Europa e spunta anche il nome della Bmw, il cui titolo va a picco in borse sulle voci di un possibile coinvolgimento gia' smentito dalla casa auto. In Italia l'ad Volkswagen, Massimo Nordio, annuncia che sono in corso verifiche anche sulle auto del nostro Paese. In risposta a una lettera inviata dal ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, assicura anche che i nuovi modelli sono a norma. L'Ue continua a chiedere "un quadro completo della situazione" e invita tutte le autorita' nazionali a indagare e a riferire a Bruxelles". Il governo tedesco ammette che le manipolazioni sui dati delle emissioni di auto diesel Volkswagen hanno avuto luogo anche in Europa. Il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrint precisa pero' di non sapere quanti degli 11 milioni di veicoli VW interessati si trovino nel Vecchio continente.
Berlino comunque concordera' nei prossimi mesi nuovi test sulle emissioni delle auto europee, da effettuare su strada Intanto spuntano voci di un coinvolgimento di altre case automobilistiche nello scandalo. Il quotidiano tedesco Bild, citando dati del Icct, (International Council on clean transportation), scrive che alcuni modelli di Bmw avrebbero violato le norme sui tetti di emissione dei gas di scarico.
A seguito di questi rumors, Bmw ha perso in borsa fino al 10% e continua la seduta in ribasso. La casa auto ha pero' smentito.
Domani comunque Volkswagen fara' i nomi dei responsabili dell''affaire'. Secondo due fonti della compagna il consiglio di supervisione dell'azienda tedesca non si limitera' ad annunciare il successore di Martin Winterkorn alla testa del gruppo ma iniziara' anche a rivelare chi sono i responsabili della manipolazione tecnologica che ha infangato la reputazione del colosso dell'auto. Per Winterkorn si parla di una liquidazione di 28,6 milioni di euro, ma potrebbe raccogliere una buonuscita ancora piu' alta, intorno ai 60 milioni di euro. Infine spunta una lettera di Volkswagen of America Inc.ai clienti californiani. Si avvisavano i proprietari di vetture diesel Audi e Volkswagen di una generica "azione di richiamo per problemi di emissioni" dei gas di scarico. Nel pomeriggio, l'agenzia Standard & Poor's fa sapere che potrebbe tagliare il rating di Volkswagen. Ma lo scandalo Volkswagen, sottolinea con preoccupazione il presidente dell'Aci Angelo Sticchi Damiani, potrebbe "avere un forte effetto di freno per la ripresa del mercato dell'auto, anche in Italia". Secondo Sticchi Damiani, contattato telefonicamente, "esiste il timore fondato che quello che sta accadendo possa frenare quel vento, seppure debole, di ripresa, che sembrava essere tornato a soffiare su un settore fermo da anni. Tutti questi elementi di disturbo ovviamente preoccupano". La responsabile Ue per l'industria Elzbieta Bienkowska chiarisce la posizione della Commissione sulla vicenda Volkswagen: "Il nostro messaggio e' chiaro – dichiara – tolelranza zero sulle frodi e rispetto rigoroso delle regole Ue". In particolare, sottolinea, "e' necessario che ci sia piena chiarezza e test efficienti sulle emissioni inquinanti".
La Commissione, si ricorda in una nota, chiede alle autorita' nazionali di "indagare sulle implicazioni" dell'indagine Usa "sulle auto in vendita in Europa" e di "garantire che gli standard di emissioni inquinanti siano pienamente rispettati".




VOLKSWAGEN: AD APRILE AVEVA MANDATO LETTERA A PROPRIETARI AUTO USA

di Angelo Barraco
 
Per la Volkswagen è tempo di scandali che alzano polveroni non dovuti alla potenza dei motori sull’asfalto, ma della negligenza dell’azienda nell’aver truffato tutti gli acquirenti. L’Ad dell’azienda si è dimesso ieri dicendo: “Serve un nuovo inizio ma non ho mai fatto niente d'illegale”. Intanto Bruxelles è in prima linea e ha chiesto a tutti i paesi Ue di avviare indagini, intanto Berlino riferisce che non sapeva di tutto ciò. Emergono inoltre nuovi dettagli che riguardano l’emissione, emerge una lettera che ad aprile è stata inviata ai proprietari di auto in Usa dove la Volkswagen ha richiamato i suddetti in merito a problemi di emissione. Si chiedeva loro portare l’auto per istallare un nuovo software che assicurasse che le emissioni fossero ottimizzate per renderle efficienti. Intanto l’azienda potrebbe scegliere il nuovo amministratore delegato già venerdì e i due nomi in lista sono: Matthias Mueller e Herbert Diess ex dirigente della Bmw. Altro candidato è Sascha Gommel, il capo di Skoda.
Per quanto riguarda l’Italia, Massimo Nordio, a.d. Volkswagen Italia, scrive al ministro Galletti che i veicoli dotati di motore Diesel EU6 che si trovano attualmente in Europa “inclusi quelli in vendita sul mercato italiano, sono tutti rispondenti alla normativa europea per i gas di scarico EU6” invece su altri motori ci sono controlli in corso. Alle dimissioni di Winterkorn i mercati hanno reagito immediatamente e il titolo è balzato al 9% e ha chiuso a +5% e ha recuperato 3,3 miliardi. 



SI DIMETTE L'A.D DELLA VOLKSWAGEN WINTERKORN

di Giuseppa Guglielmino

La bufera nella casa automobilistica tedesca non si esaurisce. L'a.d della Volkswagen Winterkorn si dimette, dopo scandalo Usa sulle emissioni di veicoli diesel. "Serve un nuovo inizio. Nel quadro di questo nuovo inizio l'ad Martin Winterkorn ha proposto le sue dimissioni e il presidio lo ha accettato". Lo ha detto il presidio del Consiglio di sorveglianza di Volkswagen. Nel rassegnare le sue dimissioni Winterkorn ha dichiarato di non essere a conoscenza di comportamenti illeciti. "Aldilà dei danni economici non ancora calcolati", il presidio di Volkswagen ha citato "la perdita di fiducia di tanti clienti".

Volkswagen accelera in Borsa a Francoforte dopo le dimissioni rassegnate dall'A.d.. Il titolo segna un rialzo del 9,1% a 115 euro.

Fino a 11 milioni di auto truccate. I timori per una multa da 18 miliardi di dollari, il titolo in borsa in picchiata e 24 miliardi di euro bruciati in due giorni. Ma aldilà dei numeri, che tentano di dare la portata dello scandalo Volkswagen, il danno effettivo è per ora semplicemente incalcolabile. Il gruppo è il marchio simbolo dell'affidabilità tedesca: in gioco c'è il buon nome del made in Germany, e quindi le prestazioni dell'export della locomotiva d'Europa in tutto il mondo. Anche la cancelliera Angela Merkel è intervenuta, chiedendo che sia chiarito tutto nella "massima trasparenza". Berlino si muove: il ministero dei Trasporti ha istituito una commissione di inchiesta che sarà nella sede legale di Vw già in settimana, e giovedì il caso approderà nel Bundestag. Ma potrebbero esserci risvolti anche politici, dal momento che secondo die Welt on line una risposta parlamentare del dicastero di Alexander Dobrindt ai Verdi del 28 luglio scorso dimostra che l'esecutivo tedesco fosse al corrente delle tecniche per truccare i dati sull'antismog. E anche Bruxelles, stando alla stessa fonte, ne era a conoscenza.

L'agenzia Fitch mette il rating di Volkswagen sotto osservazione con implicazioni negative. Lo afferma Fitch, mettendo in guardia sull'eventualità che il rating possa quindi essere tagliato. Fitch cita i danni alla reputazione derivanti dallo scandalo delle violazioni delle norme anti smog.

Berlino, accuse a governo false e inadeguate – "Le accuse sono false e inopportune". Ha risposto così il ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt in uno statement a Berlino, alle accuse secondo cui il governo tedesco sapesse delle manipolazioni dei dati antismog. "Ho appreso delle manipolazioni lo scorso weekend dalla stampa", ha risposto a proposito del caso Volkswagen.

Ue, tutti i 28 stati facciano indagini – "Incoraggiamo tutti gli stati membri a compiere le necessarie indagini e a riferire alla Commissione Ue", che "discuterà con loro come coordinarle al meglio e faciliterà lo scambio di informazioni". Così la portavoce dell'esecutivo comunitario al mercato interno Lucia Caudet sullo scandalo Volkswagen. "Accogliamo con favore le indagini avviate in Germania, Francia e Italia".

La Commissione Ue ha "tolleranza zero per le frodi". Così la portavoce dell'esecutivo comunitario Lucia Caudet, sottolineando che Bruxelles era al corrente che in generale i test in laboratorio sulle emissioni auto potevano non fornire una rappresentazione accurata come quelle in condizioni di guida reali: per questo dal primo gennaio 2016 si passerà ai test su strada.

Software ingannevoli vietati dal 2007 – La Commissione Ue "era consapevole del concetto dei software ingannevoli ed è per questo che li ha vietati nel 2007" con il regolamento Euro 6, così come allo stesso modo è "al corrente che i test di laboratorio possono non fornire un'accurata rappresentazione" del livello di emissioni e per questo ha introdotto i test su strada da inizio 2016. Così la portavoce Lucia Caudet sullo scandalo Volkswagen e quanto riportato da 'Die Welt', ricordando che "sono le autorità nazionali ad essere responsabili per l'applicazione delle norme Ue".

Gli interventi sull'operato di Volkswagen si moltiplicano: la Ue ha affermato di star seguendo la questione in modo serio; nei singoli paesi si avviano inchieste – anche in Italia il ministero dei Trasporti ne ha avviata una, e ha chiesto spiegazioni- i consumatori sono ovunque sul piede di guerra e perfino l'Onu si è detto preoccupato. "I nuovi veicoli Euro6 diesel attualmente distribuiti in Europa "sono conformi alle leggi e agli standard di inquinamento", ha intanto assicurato Volkswagen spiegando che il gruppo "sta lavorando il più velocemente possibile" per chiarire quanto accaduto. Gli occhi di tutti sono puntati sulla seduta del consiglio di sorveglianza di domani. E sul ceo, Martin Winterkorn, che ha chiesto ancora una volta oggi scusa. Facendo capire che – desolazione a parte – non intende rinunciare al suo posto. Lo scenario è disastroso: le azioni ordinarie della Volkswagen ieri hanno perso il 16,8% nel listino di Francoforte. E oggi prosegue il crollo: a pochi minuti dall'avvio delle contrattazioni i titoli ordinari della casa di Wolfsburg cedono il 7,9%, a 105,5 euro, mentre quelli privilegiati perdono l'8,2% a 100 euro.




VOLKSWAGEN: I TEDESCHI SCIVOLANO SULLE NORME ANTISMOG

Redazione

I tedeschi hanno pensato sempre di essere superiori e poi, invece, scivolano sulla qualità. Serve un'inchiesta europea su tutti i costruttori, compresi quelli francesi" dopo lo scandalo Volkswagen "per rassicurare i cittadini". Lo ha detto il Ministro delle Finanze francese, Michel Sapin.

Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier chiede un chiarimento veloce sullo scandalo che ha colpito Volkswagen, oggetto di un'inchiesta negli Usa, per aver violato le norme antismog. "Spero che si faccia velocemente chiarezza sulla quantità dei dati che sono stati influenzati tecnicamente", ha detto. Per Steinmeier è importante che si sappia velocemente "chi è responsabile", questo è "nell'interesse della stessa Volkswagen".

Volkswagen ammette di aver violato le norme antismog in Usa e il titolo affonda in borsa, perdendo fino al 22% sul listino di Francoforte. Si tratta del crollo più forte mai registrato dal 2008, e il costo per i soci del colosso dell'auto tedesca alla fine è di 12,9 miliardi. Una drammatica giornata sul mercato azionario che riflette bene anche il 'trauma' nazionale e che si conclude prima delle indiscrezioni che vogliono gli Usa pronti ad avviare un'azione penale nei confronti del gruppo di Wolfsburg. Sono tanti i tedeschi esterrefatti, nell'apprendere di questo eclatante aggiramento delle norme.

A fine giornata le azioni ordinarie di VW hanno perso il 17,14% a 133,7 euro, mentre le privilegiate il 18,6% a 132,2 euro. Dai 76,4 miliardi di venerdì scorso la capitalizzazione di borsa è scesa a 63,33 miliardi. Il crollo arriva all'indomani del mea culpa della compagnia di Wolfsburg, che ha confermato di aver utilizzato un sofisticatissimo software per aggirare i dati sulle emissioni antismog sul mercato americano: proprio l'anello debole delle ottime prestazioni del marchio.

La scorsa sera le scuse dell'ad Martin Winterkorn, che ancora una volta – dopo esser sopravvissuto alla guerra di potere con il patron Ferdinand Piech – rischia di perdere il posto: "Sono personalmente desolato del fatto di aver deluso la fiducia dei nostri clienti e dell'opinione pubblica – ha detto -. Per il consiglio di amministrazione e per me personalmente questi eventi hanno la più alta priorità. Vw non consente violazioni di regole e leggi di alcun tipo. Lavoriamo con le istituzioni competenti per poter chiarire nel modo più trasparenze veloce ed esaustivo possibile i fatti".

Mercoledì il colosso tedesco riunirà in emergenza il consiglio di sorveglianza per decidere la linea da tenere. L'indignazione però è generale: la Casa Bianca si dice "abbastanza preoccupata" per le azioni del gruppo. E mentre il governo tedesco non ha voluto commentare, in Italia Rete Consumatori ha già annunciato una class action ed il Codacons si è detto pronta ad azioni collettive e richieste di danni miliardarie, se si riscontreranno anomalie anche sul mercato italiano. Un calcolo teorico – in base alla cifre disponibili – porta poi Spiegel on line a concludere che Vw potrebbe essere chiamata a pagare fino a 18 miliardi di dollari di sanzioni (se si seguisse il criterio di dover versare 37.500 dollari per ogni auto venduta).

La collaborazione mostrata da Winterkorn dovrebbe però ridurre di molto l'importo: secondo alcuni analisti Vw potrebbe essere chiamata a pagare 1 miliardo di dollari. È chiaro che l'emersione di queste violazioni mette nuovamente a rischio le sorti di Winterkorn, che secondo alcuni osservatori tedeschi dovrebbe presentare le sue dimissioni: sia che fosse a conoscenza di quanto avveniva o no; in entrambi i casi si tratta di buone ragioni per fare un passo indietro. C'è però chi ritiene che l'opera di Winterkorn sia stata talmente importante per la casa tedesca che gli si darà la chance di chiarire ogni responsabilità. Lo scandalo arriva a pochi mesi dai tentativi dell'ex presidente del consiglio di sorveglianza Ferdinand Piech di fare fuori l'ad di Vw. Piech si è dimesso lo scorso aprile decretando la vittoria del potente top manager.