Connect with us

In evidenza

Viterbo, scacco alla mafia: maxi operazione dei carabinieri. In manette 13 persone

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 7 minuti
image_pdfimage_print

VITERBO – Dalle prime luci dell’alba, i Carabinieri del Comando Provinciale di Viterbo – con l’ausilio del Raggruppamento Aeromobili CC di Pratica di Mare (RM), di unità cinofile per la ricerca di armi e droga nonché Squadre della C.I.O. (Compagnia Intervento Operativo) dell’8° Reggimento “Lazio” sono impegnati in diverse località della Tuscia per l’esecuzione di un provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di tredici persone.

L’ordinanza applicativa della misura cautelare personale (11 in carcere, 2 agli arresti domiciliari) scaturisce da un’indagine, convenzionalmente denominata Operazione Erostrato, avviata nel mese di dicembre 2016, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Viterbo, prima sotto la direzione della Procura della Repubblica di Viterbo e poi, configurandosi delitti di competenza della Procura Distrettuale, sotto la Direzione Distrettuale Antimafia. Più precisamente, il 18 aprile del 2017, a seguito di due incendi appiccati consecutivamente a Grotte Santo Stefano, a seguito dei quali veniva, prima, distrutta l’autovettura di un Carabiniere in servizio proprio al citato Nucleo Investigativo e, poi, a Capodimonte, con le stesse modalità, veniva resa inservibile la macchina e danneggiata pesantemente l’abitazione del titolare di un compro oro.

Le investigazioni, risultate molto complesse, hanno permesso di accertare l’esistenza a Viterbo di un sodalizio criminale – facente capo al calabrese TROVATO Giuseppe e all’albanese REBESHI Ismail – che presenta le precipue caratteristiche dell’associazione di tipo mafioso di cui all’art. 416 bis del codice penale. Nel caso di specie, i membri dell’organizzazione criminale hanno agito in accordo tra loro per la commissione di un numero potenzialmente indeterminato di reati coinvolgenti diversi settori, compreso quello economico, attraverso metodi propriamente mafiosi:
 la tradizionale attività estorsiva praticata dai predetti;
 la condizione di totale assoggettamento dei sodali piegati ad un contesto gerarchizzato;
 il clima di omertà e paura della popolazione, non sempre disposta a denunciare le vessazioni subite, talvolta pronta a ritrattare dichiarazioni accusatorie e più spesso costretta a subirle, determinandosi a mutare piuttosto le proprie abitudini di vita.
L’associazione di tipo mafioso
Il sodalizio, attraverso il ricorso sistematico alla violenza, ha come obiettivo quello di conseguire il “controllo del territorio” nella città di Viterbo per quanto riguarda alcuni settori economici ed attività illecite. Il metodo mafioso, cui ricorrono i sodali, per l’appunto, è finalizzato:
a. al controllo di attività economiche e segnatamente riguardanti:

  • il commercio di preziosi usati, i cosiddetti Compro Oro. A tale settore, in particolare, è interessato uno dei “capi”, il calabrese TROVATO Giuseppe, titolare a Viterbo di tre Compro Oro;
  • i locali notturni frequentati da stranieri, cui è direttamente interessato l’altro capo dell’organizzazione, l’albanese REBESHI Ismail
  • il settore dei traslochi, cui è interessato LAEZZA Gabriele, essendo il padre titolare di una ditta di traslochi;
    b. alla commissione di diversi delitti come:
  • il controllo del mercato degli stupefacenti, nel cui ambito REBESHI riveste uno storico ruolo di vertice;
  • il “recupero credito”;
  • forme diverse di estorsione (costrizione di soggetti a desistere da azioni giudiziarie nei confronti di persone vicine al sodalizio oppure l’offerta di protezione).

Inoltre, diverse persone si sono rivolte all’associazione criminale, alla quale hanno chiesto l’intervento di alcuni sodali per tentare di risolvere controversie di natura privatistica.

Il programma criminoso

L’organizzazione criminale – frutto della fusione tra la metodologia mafiosa “calabrese”, importata a Viterbo da TROVATO e l’inclinazione spiccatamente violenta della criminalità albanese, propria di REBESHI – persegue il proprio programma attuando sistematicamente una strategia basata sulle intimidazioni e violenze, capace di diffondere a Viterbo – ove si è radicata – un comune sentire nella comunità, caratterizzato dalla percezione di forte timore e da una soggezione di fronte alla forza prevaricatrice del gruppo. Tale forza intimidatrice è stata espressa all’esterno dell’organizzazione con concreti atti, tipici delle organizzazioni mafiose storiche, passando:
da un “semplice”, ma efficace, atteggiamento non violento ma minaccioso, appostandosi, ad esempio, nei pressi di attività commerciali delle vittime;
all’intervento “bonario” di uno dei due capi dell’associazione, TROVATO Giuseppe, per la risoluzione, grazie alla propria fama criminale, di controversie tra privati; all’invio di messaggi minatori, corredati di proiettili; alla collocazione di teste di animali mozzate nell’autovettura di una delle vittime, ovvero dinanzi a negozi o discoteche, “attenzionati” dal sodalizio; alla pianificazione di rapine nei confronti di un soggetto che non si è immediatamente sottomesso al volere dei sodali; ai numerosi attentati incendiari che hanno interessato le vittime delle attenzioni violente dell’associazione. Proprio tali atti rappresentano la caratteristica principale del violento modus operandi dell’associazione; fino ad arrivare all’esplosione di diversi colpi di arma contro la vetrina di un negozio compro oro, per costringerlo a chiudere.

Il ricorso sistematico alla violenza

L’associazione gode diffusamente, nella città di Viterbo, di una propria fama criminale, conferita non solo dalle azioni criminali di cui molti, nella locale comunità, ne hanno piena conoscenza, ma anche dalla caratura criminale di TROVATO Giuseppe, la cui figura si caratterizza di quell’alone evocativo di ‘ndranghetista, e di REBESHI Ismail, noto per i suoi trascorsi giudiziari. Con riferimento al personaggio TROVATO, come già si è avuto modo di dire, ha importato dalle sue zone d’origine, nel viterbese, una metodologia mafiosa, condivisa da tutti i sodali dell’organizzazione. Un metodo che TROVATO certamente ha mutuato da un agguerrito clan ‘ndranghetista, ossia quello della famiglia Giampà di Lamezia Terme , al quale risulta molto vicino e legato anche da rapporti di parentela con alcuni importanti esponenti.

La fama criminale e i collegamenti con la ‘ndrangheta

Dal mese di gennaio 2017 a oggi, gli investigatori hanno ricostruito una cinquantina di atti intimidatori, realizzati spesso dal sodalizio, con il medesimo modus operandi. Di seguito alcuni di detti violenti episodi che dimostrano anche un accanimento ossessivo nei confronti delle vittime per costringerle a sottostare alla volontà del sodalizio:

dal mese di gennaio 2017 a giugno 2018, ad un commercialista di Viterbo e alla sua famiglia, per motivi non ancora chiariti, sono state incendiate, nottetempo, in circostanze diverse, due autovetture e danneggiata una terza, inviata una lettera minatoria con proiettili all’interno e fatto ritrovare la carcassa di un animale;

dal mese di aprile a novembre 2017, al titolare di un negozio compro oro a Viterbo, sono state incendiate, nottetempo, in circostanze diverse, due autovetture, fatta ritrovare una testa di agnello sgozzato nella sua autovettura ed imbrattata la vetrina dell’esercizio;
dal mese di settembre a novembre 2017, alla titolare di un negozio compro oro di Viterbo, sono state incendiate, nottetempo, in circostanze diverse, due autovetture, apposti lumi funebri e fatte scritte minatorie sul vetrina dell’attività commerciale, collocate sulla serranda del negozio tre teste di maiali con proiettili conficcati sulla fronte e tentato di incendiare lo stesso negozio;
nel mese di aprile 2017, a Capodimonte, è stata incendiata l’autovettura del titolare un negozio compro oro a Viterbo. Le fiamme hanno interessato anche l’abitazione della vittima;

dal mese di marzo 2017 a febbraio 2018, a Viterbo, nottetempo, in circostanze diverse, sono state incendiate tre autovetture, appartenenti ad altri gestori di compro oro;
nel mese di febbraio 2017, è stata danneggiata l’autovettura di una ex dipendente di uno degli indagati;
nel mese di ottobre 2017, i titolari di una discoteca sono stati intimiditi con la collocazione di cinque teste di agnello mozzate all’ingresso del locale, con messaggi minatori, il danneggiamento di autovettura e altro;
a luglio 2017, in una zona residenziale di Viterbo, è stata incendiata l’autovettura di un avvocato;
il 3 settembre 2017, è stato tentato il furto in danno di un importante negozio compro oro e, esattamente un anno dopo, contro il medesimo esercizio, sono stati esplosi diversi colpi di arma da fuoco;
nel mese di ottobre 2017, dinanzi ad una discoteca, è stata incendiata l’autovettura del titolare di una società specializzata nella sicurezza anche di locali notturni;
nel mese di dicembre 2017, sono stati predisposti due tentativi di rapina in danno del titolare di un ristorante di Viterbo, azioni non portate a termine per l’intervento dei Carabinieri;
il 31 dicembre 2017, a Viterbo, sono state incendiate due autovetture di un pregiudicato di origini campane;

nel mese di gennaio 2018, a Viterbo, sono state incendiate dodici autovetture che si trovavano parcheggiate nel parcheggio di un rivenditore di auto;
nello stesso mese di gennaio, a Viterbo, sono stati incendiati i furgoni di una ditta di traslochi;
nel mese di maggio 2018, a Viterbo, è stato vittima di un violento pestaggio un pregiudicato del posto;
durante lo stesso mese di maggio, a Viterbo, è stata incendiata l’autovettura di un parente di un direttore di ufficio postale.

Diversi altri azioni violente sono state ricostruite e tante altre i Carabinieri, intervenuti preventivamente, sono riusciti a evitare che fossero portate a termine.

Gli atti intimidatori

Le indagini – come già accennato per l’incendio dell’autovettura di un militare in servizio al Nucleo Investigativo di Viterbo, “reo” di aver partecipato ad alcuni fasi salienti delle operazioni di polizia giudiziaria che hanno portato all’arresto per droga di alcune persone vicine ad uno dei capi dell’organizzazione, REBESHI Ismail – hanno evidenziato il profondo rancore nutrito da tutti i componenti del sodalizio nei confronti di appartenenti alle Forze dell’Ordine, segnatamente all’Arma dei Carabinieri e alla Polizia di Stato. Tale astio è sfociato in azioni concrete come dimostra:

l’incendio dell’autovettura appartenente ad un secondo Carabiniere, avvenuto in una notte del mese di giugno 2017, quando il mezzo era parcheggiato nei pressi della sua abitazione. Il movente di tale gesto, sintomatico in un profondo odio verso i tutori della legge, è stato individuato nell’impegno profuso dal militare nel cercare informazioni utili ad individuare gli autori dell’incendio del veicolo del collega avvenuto nel precedente mese di aprile;

la predisposizione di un attentato incendiario ai danni dell’autovettura di un agente della Polizia di Stato in servizio presso la Questura di Viterbo, non portato a compimento per l’intervento preventivo dei Carabinieri che, nel mese di novembre 2017, hanno provveduto a sequestrare due bottiglie incendiarie destinate allo scopo. L’agente era ritenuto “responsabile” di aver proceduto a controlli e verifiche amministrative sui punti vendita di compro oro gestiti da TROVATO Giuseppe per recare un nocumento a quest’ultimo e, contestualmente, avvantaggiare la concorrenza;

i propositi violenti nei confronti di altro militare dell’Arma dei Carabinieri ed appartenenti alla Polizia di Stato, ritenuti “responsabili”, di svolgere indagini nei confronti dei componenti dell’associazione o effettuare ripetuti controlli. Detti propositi si sono concretizzati, talvolta, anche attraverso appostamenti e pedinamenti nei confronti delle Forze dell’Ordine per studiare abitudini di vita, i luoghi di privata dimora e le autovetture in uso per colpirli.
Le azioni ed i propositi violenti contro appartenente alle Forze di Polizia

Gli indagati sono:

  1. TROVATO Giuseppe, detto “Peppino”, quarantatreenne originario di Lamezia Terme, da anni trasferitosi a Viterbo, dove gestisce tre compro oro, con un ruolo di vertice nell’associazione oggi smantellata;
  2. REBESHI Ismail, detto “Ermal”, cittadino albanese di trentasei anni, domiciliato a Viterbo, dove gestisce una rivendita di autovettura ed un locale notturno, anche questi con ruolo di vertice nel sodalizio;
  3. PATOZI Spartak, detto “Ricmond”, cittadino albanese di trentuno anni, residente a Vitorchiano (VT), operaio, partecipe dell’associazione;
  4. DERVISHI Sokol, detto “Codino”, cittadino albanese di trentatré anni, residente a Viterbo, operaio, partecipe dell’associazione;
  5. GURGURI Gazmir, detto “Gas”, cittadino albanese di trentacinque anni, residente a Canepina (VT), operaio, partecipe dell’associazione;
  6. LAEZZA Gabriele, detto “Gamberone”, trentunenne, residente a Viterbo, residente a Viterbo, operaio, partecipe dell’associazione;
  7. OUFIR Fouzia, detta “Sofia”, cittadina marocchina di trentaquattro anni, residente a Viterbo, compagna e dipendente di TROVATO, partecipe dell’associazione;
  8. GUADAGNO Martina, trentunenne residente a Viterbo, dipendente di Trovato, partecipe dell’associazione;
  9. FORIERI Luigi, detto “Gigi”, cinquantunenne residente a Caprarola, titolare di un bar, partecipe dell’associazione;
  10. PATOZI Shkelzen, detto “Zen”, cittadino albanese di trentaquattro anni, residente a Viterbo, operaio, partecipe dell’associazione;
  11. PAVEL IONEL, cittadino romeno di trentacinque anni, concorrente in alcuni delitti-fine;
  12. PECCI Manuel, ventinovenne residente a Viterbo, titolare di un centro estetico, concorrente in un delitto-fine;
  13. ERASMI Emanuele, cinquantenne residente a Viterbo, artigiano, concorrente in un delitto-fine.

Le ipotesi delittuose contestate

Gli indagati ed i ruoli

I tredici indagati soggetti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso ed estorsioni, danneggiamenti, danneggiamento seguito di incendio, incendio, furto, tentativi di rapina, favoreggiamento personale, lesioni personali, illecita concorrenza con violenza o minaccia, detenzioni di armi comuni da sparo, con l’aggravante di aver commesso tali delitti per agevolare l’associazione mafiosa e/o avvalendosi del metodo mafioso”.

Gli indagati dopo le formalità di rito sono stati associati presso le Case Circondariali di Viterbo e Civitavecchia (per le donne), ad eccezione di PECCI ed ERASMI sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Presso la Casa Circondariale di Viterbo, i Carabinieri, unitamente a personale del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria hanno eseguito alcune perquisizioni anche in quell’Istituto.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cultura e Spettacoli

Frascati: Torna il salotto letterario di “Libri in Osteria”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Mancano davvero pochi giorni al ritorno di Libri in Osteria giunta alla Quinta Edizione
Si tratta di una intuizione geniale di Emanuela Bruni, noto giornalista, già assessore alla Cultura del Comune di Frascati ed attualmente nel cda del MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo
Nella splendida cornice di piazza dell’Olmo, sede di una delle più antiche osterie di Frascati – l’Osteria dell’Olmo, appunto – questa iniziativa nel corso degli anni è divenuta uno dei salotti letterali più importanti dei Castelli Romani e della stessa Capitale.
Decine e decine di scrittori e di scrittrici che hanno raccontano i loro libri, le loro storie, i loro pensieri.
Abbiamo incontrato l’ideatrice di questa importante rassegna che è svolta, da sempre, in collaborazione con la libreria Ubik Cavour di Frascati e con il patrocinio del Comune.

nella foto Emanuela Bruni, lo scrittore Girolamo Grammanico e Francesco Collacchi

Emanuela ma come ti è venuta l’idea di coniugare un bel libro con il tipico prodotto della città tuscolana, cioè il celeberrimo vino Frascati?
In un giorno di fine lockdown con la voglia di incontrarci nuovamente in presenza e riflettendo su come farlo rispettando le distanze di sicurezza, tornando a casa dopo aver comprato un libro nella libreria Cavour, attraversando piazzetta dell’Olmo è scattata l’idea. Semplice e facile: recuperiamo la tradizione! Del resto da Goethe a Neruda, sui tavoli delle osterie frascatane accanto a un buon bicchiere di vino si sono intessuti trame e versi, racconti e cronache di tanti importanti scrittori e artisti, per secoli. Francesco Collacchi della Libreria Ubik di Frascati e Remigio Sognatesori titolare dell’Osteria dell’Olmo hanno sposato subito la proposta ed eccoci qui, ancora dopo 4 anni! Tanti sono stati gli autori che sono venuti a chiacchiere con noi sui tavoli di legno del nostro “spartano salotto” e anche quest’anno il programma e ricco e vario. Passeremo dai noir allo Sport, dalla storia del Novecento all’Antica Roma, dalle saghe familiari ai romanzi ambientati ai giorni nostri. Con noi ci saranno autorevoli penne del giornalismo nazionale e della narrativa insieme a giovani esordienti come ormai nostra tradizione.

ph di Corrado Spagnoli – l’Osteria dell’Olmo

“Quanta vita e quante storie ancora da raccontare. Luogo dell’anima e del cuore”
Questa è una frase, accompagnata da una splendida foto dell’Osteria dell’Olmo, di uno dei più accaniti fan della tua splendida iniziativa: il presidente del Consiglio Comunale di Frascati, Corrado Spagnoli.
Questa piazza è uno dei cuori pulsanti della città tuscolana e grazie alla tua iniziativa è tornato ad essere uno dei centri culturali più importanti della città.
Ti sei “assunta” una grossa responsabilità … cosa ti ha spinto a farlo?

Il centro storico sta perdendo la sua caratteristica di cuore pulsante della città durante le ore del giorno e del pomeriggio per lasciare spazio solo alla movida notturna. Cercare di far vivere la città tutto il giorno è anche un modo per sostenere le attività diurne e far vedere il centro storico in una luce diversa. Per questo vorremmo anche realizzare dei momenti speciali di narrazione delle tradizioni popolari per raccontare come a Frascati la vita è anche frutto di un passato vicino che ancora può insegnarci ad esempio la socialità, la bellezza, la capacità di percepire gli odori dei nostri forni o dei tigli che a giugno inondano l’aria di dolci profumi fioriti. Insomma in una parola riscoprire la bellezza del vivere Slow, almeno per qualche ora!
Libri in Osteria si dice che porti bene agli autori: finalisti al premio Strega, vincitori del premio Alda Merini e così via discorrendo… una sorta di talismano magico per scrittori e scrittrici.
Ti fa sorridere o è frutto di una scelta saggia da parte tua e degli altri organizzatori?

Mi fa sorridere ma allo stesso tempo piace a me e anche Francesco Collacchi e Remigio Sognatesori pensare di portare fortuna. A parte le facili battute dietro ogni edizione di Libri in Osteria però c’è una precisa scelta. Quella di far conoscere libri ed autori che hanno tanto da dire e raccontare senza necessariamente essere pubblicati dai giganti dell’editoria. Tentiamo di scegliere libri di contenuto che non siano frutto di marketing televisivo e commerciale. Guardiamo insomma alla qualità del testo nei contenuti e nella scrittura più che alla notorietà!

Mi raccomando non mancate … il primo appuntamento è mercoledì 22 maggio alle ore 18,00 quando arriverà la Vespa Ubik in tour con a bordo Andrej Longo autore del libro “La forma dei sogni” … non poteva iniziare meglio.

Un grazie davvero immenso ad Emanuela Bruni, alla libreria Cavour- Ubik di Frascati e all’Osteria dell’Olmo.

Continua a leggere

Ambiente

Anbi, concorso fotografico “Obiettivo Acqua”: vincono Lazio e Toscana

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 3 minuti

image_pdfimage_print

Sono la toscana Pamela Doretti (con lo scatto “Splash” nella categoria “colore”) ed il romano Franco Tulli (con lo scatto “L’impero dell’Acqua” nella sezione “bianco e nero”) i vincitori della 5° edizione del Concorso Fotografico Nazionale “Obiettivo Acqua”, organizzato da ANBI, Coldiretti e Fondazione Univerde.
Oltre 800 sono state le opere concorrenti a testimonianza del crescente successo del contest, che ha, come protagoniste, diverse sfaccettature della risorsa idrica.
“Non bisogna dare per scontata la disponibilità d’acqua ed il concorso serve a ricordare la vitale funzione della risorsa – ricorda Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e elle Acque Irrigue (ANBI) – E’ altresì necessario riprendere una politica di programmazione degli interventi per uscire dalla logica degli stati d’emergenza e va trovato un giusto equilibrio fra agricoltura ed ambiente, facce imprescindibili di una realtà chiamata territorio.”
“Senza acqua non può esserci nè qualità, né quantità in agricoltura; non solo: l’acqua è elemento determinante per la bellezza dei nostri territori – afferma Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti – Per questo occorre programmare investimenti per efficientare le infrastrutture idriche esistenti e realizzarne di nuove, consapevoli che la gestione dell’acqua è fondamentale anche per la manutenzione del suolo: servono bacini di accumulo, che abbinino prevenzione idrogeologica e disponibilità irrigua. In questo, chiediamo più coraggio alla politica.”
“Il concorso fotografico Obiettivo Acqua ci ricorda la necessità di dare impulso ad azioni concrete per la conservazione e la gestione sostenibile degli ecosistemi, che devono continuare a prosperare – aggiunge Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente di Fondazione UniVerde – Dobbiamo essere più responsabili nei confronti dei paesaggi d’acqua dolce, tutelarli dalle frammentazioni, dalla cementificazione e dal degrado causato dagli inquinamenti. L’uso insostenibile dei territori sta portando molti ecosistemi pericolosamente vicini al collasso: è ancora possibile passare a pratiche più sostenibili per la qualità dell’acqua, ripristinando anche la salute del suolo; i paesaggi con un ciclo idrologico funzionante forniscono acqua e cibo, sostengono la biodiversità e contribuiscono alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici.”
Alla premiazione sono intervenuti anche Nazario Palmieri, Generale Comandante Carabinieri Tutela Forestale e Parchi; Aldo Mattia, Componente Commissione Ambiente Territorio Camera; Vincenzo Gesmundo, Segretario Generale Coldiretti; Francesca Salvemini, Capo Segreteria Tecnica Ministero Ambiente Sicurezza Energetica.
Durante la cerimonia conclusiva, svoltasi a Roma in Palazzo Rospigliosi, sono state assegnate anche 9 menzioni speciali: “Le forme dell’acqua” al lavoro dell’umbro Fulvio Sudati per l’immagine “Rugiada”; “Un tesoro per l’uomo” al toscano Flavio Vieri per la fotografia “Sentieri curvi”; “Crisi climatica: difendere l’acqua – difendersi dall’acqua” al romagnolo Massimo Cavallari per lo scatto “Alluvione Maggio 2023: cascina nelle campagne di Lugo completamente isolata”; “Acqua fonte di cibo” dalla Fondazione Campagna Amica all’emiliana Donatella Drovandi per lo scatto “I prati di Sara”; “A due ruote lungo l’argine” dalla F.I.A.B. (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) al lombardo Marco Carè per l’opera “Tramonto sull’argine dell’Oglio”; “Scatti d’acqua, lo scorrere perpetuo da ANBI E.R. alla romagnola Elena Ghini per l’immagine “Alluvione in Romagna – Maggio 2023”; “Come ti cucino il Consorzio: acqua dolce, dal canale alla tavola” da ANBI Liguria al genovese Vittorio Ricci per la fotografia “Val Gargassa”; “Lombardia, una regione disegnata dall’acqua” da ANBI Lombardia al bresciano Andrei Domanin per lo scatto “Lago di Garda”; “Myacqua” da ANBI Marche alla pesarese Paula Castelli per l’opera “Nell’acqua, sull’acqua”.
“La cultura dell’acqua è uno dei tasselli della strategia ANBI per incentivare l’adattamento alla crisi climatica e che si fonda anche su nuove infrastrutture idriche, efficientamento di quelle esistenti ed investimenti in innovazione – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – La nostra azione non si ferma e sabato prossimo, 18 Maggio, in tutta Italia inizierà la Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione.”

Ufficio Comunicazione:
Fabrizio Stelluto (tel.cell.393 9429729)
Alessandra Bertoni (tel.06 84432234 – cell. 389 8198829)

Informativa Privacy – Ai sensi del Regolamento (UE) 2016/679 si precisa che le informazioni contenute in questo messaggio sono riservate e ad uso esclusivo del destinatario. Qualora il messaggio in parola Le fosse pervenuto per errore, La preghiamo di eliminarlo senza copiarlo e di non inoltrarlo a terzi, dandocene gentilmente comunicazione. Grazie.
Privacy Information – This message, for the Regulation (UE) 2016/679, may contain confidential and/or privileged information. If you are not the addressee or authorized to receive this for the addressee, you must not use, copy, disclose or take any action based on this message or any information herein. If you have received this message in error, please advise the sender immediately by reply e-mail and delete this message. Thank you for your cooperation.



Continua a leggere

Costume e Società

Sergio Leone: un’icona del “sogno americano” del cinema

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Sergio Leone è stato uno dei più grandi registi italiani del XX secolo, noto soprattutto per aver rivoluzionato il genere western e per aver contribuito a definire il “sogno americano” del cinema. La sua influenza si estende ben oltre i confini nazionali, raggiungendo un pubblico internazionale e influenzando generazioni di cineasti.

Nato a Roma nel 1929, Leone ha trascorso la sua infanzia immerso nel mondo del cinema, grazie al suo rapporto privilegiato con suo padre, il regista Vincenzo Leone. Tuttavia, è stato il suo lavoro come assistente alla regia su film come “Quo Vadis” e “Ben-Hur” a plasmare la sua visione cinematografica e a prepararlo per il successo che lo avrebbe atteso.

Il grande colpo di fortuna per Leone è arrivato con il suo primo film da regista, “Per un pugno di dollari” (1964), il primo della celebre trilogia del dollaro. Con questo film, Leone ha ridefinito il genere western, introducendo un nuovo stile visivo e narrativo che ha affascinato il pubblico di tutto il mondo. La sua abilità nel creare tensione attraverso lunghi silenzi, primi piani intensi e musiche iconiche ha trasformato il western in un’esperienza cinematografica completamente nuova.

Ma cosa c’entra tutto questo con il sogno americano? In realtà, molto. Il sogno americano non è solo una questione di geografia, ma anche di aspirazioni e possibilità. Sergio Leone incarnava perfettamente quest’idea, anche se in modo non convenzionale. Pur essendo italiano, ha saputo catturare l’essenza del west americano e ha portato la sua visione unica al grande schermo, conquistando il pubblico e la critica di entrambi i lati dell’Atlantico.

Leone ha continuato a consolidare il suo status di regista di culto con film come “Per qualche dollaro in più” (1965) e “Il buono, il brutto, il cattivo” (1966), entrambi appartenenti alla sua trilogia del dollaro. Questi film hanno elevato il genere western a nuove vette di popolarità e hanno ispirato una generazione di cineasti, da Quentin Tarantino a Martin Scorsese.

Ma non è solo il successo commerciale che rende Leone un’icona del sogno americano del cinema. È anche il suo spirito pionieristico, la sua audacia nell’affrontare nuove sfide e il suo inconfondibile stile artistico che lo distinguono. Anche quando i suoi film non sono stati immediatamente accolti con favore dalla critica, Leone ha perseverato, rimanendo fedele alla sua visione e alla sua passione per il cinema.

In conclusione, Sergio Leone è stato molto più di un regista di successo. È stato un innovatore, un visionario e un’icona del sogno americano del cinema. Attraverso il suo lavoro, ha dimostrato che il talento e la determinazione possono superare qualsiasi confine geografico o culturale, e che i sogni possono diventare realtà, anche nel selvaggio west del cinema.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti