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Fertility day, bufera su opuscolo "razzista". Lorenzin lo ritira e apre indagine

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di Paolino Canzoneri

Bufera sul Fertility Day "parte seconda". Questa volta a suscitare indignazione polemiche e rabbia è la copertina di uno degli otto opuscoletti della campagna di promozione coadiuvata dalla nostra Ministra della Salute Beatrice Lorenzin. In copertina in modo iconografico si evidenziano uno stile di vita sano e fertile con visi di persone giovani felici, sorridenti, belli e biondi in una foto rassicurante e illuminata da una bellissima giornata di sole, mente in contrapposizione si evidenzia il suo opposto con una immagine dal colore seppiaceo di un interno al chiuso pieno di fumo con dei ragazzi dalle capigliature che ricordano vagamente gli hippy degli anni 70, una ragazza con le trecce che fuma quasi sicuramente uno spinello, un ragazzo di colore al suo fianco, il tutto in una cornice claustrofobica in netta antitesi con l'altra a rappresentare le buone abitudini da promuovere e quelle cattive da abbandonare. Traspare subito, e non ci vuole certo un grande sforzo, che una copertina cosi, una dualità cosi marcata e cosi diversa porti a pensare che ci sia un messaggio razzista perchè il colore della pelle viene associato ad un qualcosa di negativo messo ad arte in una condizione altrettanto negativa, disagevole e ci si chiede perchè un giovane ragazzo di colore sorridente sano e bello non possa essere anch'egli incluso nell'immagine positiva e solare senza che vengano in mente beceri presupposti razzisti "ariani" che si possano ripresentare gradevoli come conati di vomito per certi imbecilli, ignoranti di storia e malati di patologie croniche dal tanfo "nostalgico". Un imbarazzo che si ripresenta all'indomani delle precedenti polemiche nate il 28 luglio quando il Consiglio dei ministri approvò la proposta Lorenzin di istituire il 22 settembre di ogni anno quale giorno nazionale dedicato all'informazione sulla fertilità e parallelamente avviò una campagna di comunicazione basata sull'invito alle coppie di mettere al mondo più figli visto il numero in costante regressione delle nascita in Italia, i dati stessi dell'Istat prefigurano una situazione agghiacciante con una costante diminuizione dei nuovi nati di oltre 15 mila in meno nel 2015, minimo storico dall'Unità d'Italia. Le polemiche partite dalle immagini utilizzate nel supporto cartaceo dell'opuscolo creato e diffuso a promozione dell'iniziativa ritraevano una ragazza con una clessidra in mano come a voler creare una pressione psicologica derivata dal tempo che scorre veloce e dal numero degli anni di fertilità a disposizione che ovviamente non   è infinito. L'evidente pioggia di critiche che si sono avventate sull'iniziativa della Lorenzin e la presa di distanze del presidente del Consiglio Matteo Renzi: "Non ne sapevo nulla e non conosco nessuno dei miei amici che fa un figlio perchè vede un cartellone pubblicitario", portarono la Lorenzin ad un mesto ritiro dell'immagine della clessidra creando un evidente imbarazzo per lo scivolone. Stavolta però sembra che le polemiche si siano raddoppiate perchè si avverte un senso di "dolosa recidività" nella scarsa capacità di saper essere efficaci nei messaggi senza scadere nel cattivo gusto o nel razzismo e sopratutto si ha la percezione che i collaboratori della ministra siano poco esperti oppure troppo "reindirizzati" verso talune vie preferenziali imposte dalla ministra stessa o da chissa cos'altro. La Lorenzin risponde alle polemiche con una frase netta: "ll razzismo e' negli occhi di chi guarda, noi pensiamo alla prevenzione. Quello nella foto per noi non è un 'nero' ma un ragazzo come gli altri. La nostra è una società multietnica. Un anno e mezzo fa passavamo per eroi per aver portato gli aiuti ai profughi sbarcati a Lampedusa. Oggi siamo considerati razzisti". Putroppo per lei in poche ore si è pure scoperto che l'immagine utilizzata nel poco felice opuscolo e precisamente quella riguardante "le cattive abitudini" sia stata già utilizzata in diverse altre occasioni e questa ulteriore tegola in testa ha portato la Lorenzin a revocare l'incarco al direttore della comunicazione. Appare evidente come una certa confusione prevalga negli Uffici della ministra che ha disposto accertamenti per sbrogliare una matassa confusa e poco chiara. Polemiche a mai finire si solo levate sui social anche da personaggi di spicco come il giornalista e scrittore Saviano: "Parliamo di stili di vita. Il Ministero della Salute invita a frequentare giovani ariani (ragazzi biondissimi, sullo sfondo l'azzurro del mare) e ad abbandonare le cattive compagnie, i ragazzi neri, capelli afro che fumano. Ma chi sono i consulenti della comunicazione della ministra Lorenzin? I creativi che immaginano di poter proporre simili campagne? Dopo la débâcle del Fertility Day, la ministra ci riprova con una comunicazione razzista (e non più sessista): nero uguale cattivo e biondo uguale buono. Siamo ancora a questo?". Più colorito è il commento del giornalista e conduttore televisivo Mentana: "Qualcuno ha deciso di sabotare il ministero della salute. La contrapposizione tra coppie da spot del dentifricio (a colori) e nero con drogate (virati seppia) per contrapporre gli stili di vita è da tribunale di Norimberga della pubblicità regresso". Oggi alla Camera i deputati di Sel-Sinistra hanno presentato una mozione che chiede al governo di prendere le distanze da questa campagna "nata" con parecchi problemi e condotta in modo aggressivo e incompetente. Il capogruppo dello schieramento politico di sinistra ha affermato: "Chiediamo che venga cancellata definitivamente la campagna pubblicitaria aggressiva e ricattatoria, fatta di slogan e cartoline come 'Sbrigati, non aspettare la cicogna' per affermare il principio della libertà nelle scelte procreative delle donne. La campagna di comunicazione ministeriale sulla fertilità ha mostrato chiaramente non tanto l'intento di informare, ma piuttosto quello di promuovere un'ideologia di parte. Che va nella direzione di scelte di governo volte a svuotare la sentenza della Corte Costituzionale che ha superato il divieto di fecondazione eterologa, ignorare le difficoltà che molte donne incontrano nel ricorrere alla legge sull'interruzione volontaria di gravidanza, spingere verso una condanna mondiale della maternità surrogata intesa addirittura come crimine contro l'umanità".

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Castelli Romani

Frascati: eletti i presidenti delle Commissioni Affari Istituzionali e Bilancio

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Eletti ieri i presidenti della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate del Comune di Frascati, rispettivamente Maria, detta Emanuela, Bruni e Roberto Mastrosanti.

Una nuova elezione che segue le dimissioni, sembrerebbe senza alcuna motivazione, di Anna delle Chiaie e Marco Lonzi.

La Commissione Affari Istituzionali, da Statuto del Consiglio Comunale, spetta di diritto alle opposizioni che siedono a Palazzo Marconi che oggi erano rappresentate dalla stessa Emanuela Bruni, Roberto Mastrosanti, Anna delle Chiaie e Matteo Angelantoni con la sola assenza di Marco Lonzi.

Maria, detta Emanuela, Bruni

All’unanimità dei presenti viene eletta la dottoressa Bruni, già candidata sindaco nel 2021 del centro destra Frascatano: un curriculum vitae che spazia dalla carriera giornalista, a ruoli istituzionali – la prima donna a presiedere il cerimoniale di Palazzo Chigi – ed, attualmente, consigliere del CdA del MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.

Roberto Mastrosanti

Per la Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate viene eletto, sempre all’unanimità dei presenti compresi i capogruppo dei partiti di maggioranza di Palazzo Marconi, l’avvocato Roberto Mastrosanti, già sindaco della città: una regola non scritta, ma sempre rispettata dall’assise tuscolana, attribuisce sempre alle opposizioni tale presidenza in virtù del fatto che trattasi, pur sempre, di una commissione di controllo.
Si ricuce così il rischio di un blocco dell’attività politica del Consiglio Comunale.
A caldo il commento del commissario cittadino di Forza Italia, nonché membro della segreteria provinciale, il dottor Mario Gori: “Eletti due consiglieri comunali con grande esperienza Amministrativa ed Istituzionale, oltre che stimati professionisti, che, sicuramente, eserciteranno le loro funzioni nell’interesse della collettività”. Si aggiunge poi, nella serata, dalle pagine Facebook, il commento della Lega Frascati che oltre ad augurare un “buon lavoro” ai neoeletti scrive: “su queste commissioni parta un percorso di costruzione di una alternativa politico-amministrativa all’attuale giunta a guida PD”.

Ai neo presidenti auguriamo un buon lavoro.

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Ambiente

ANBI, trasparenza e sicurezza lavoratori: Consorzi di Bonifica bresciani primi firmatari protocollo con Prefettura

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Massimo Gargano: “E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano”
 
“E’ un impegno concreto non solo per la trasparenza nell’utilizzo di risorse pubbliche, ma anche per il controllo sull’osservanza rigorosa delle disposizioni in materia di collocamento, igiene, sicurezza sul lavoro, tutela dei lavoratori sia contrattualmente che sindacalmente: temi di drammatica attualità e su cui ribadiamo la nostra, massima attenzione in tutta Italia.”
 
Ad affermarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), annunciando la  firma del Protocollo di Legalità per la Prevenzione dei Tentativi di Infiltrazione della Criminalità Organizzata negli Appalti Pubblici tra il Prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà ed i Presidenti dei locali Consorzi di bonifica, Luigi Lecchi (Cdb Chiese) e Renato Facchinetti (Cdb Oglio Mella).
 
I due enti consortili sono impegnati nella realizzazione di importanti opere per la gestione dell’acqua, grazie alle risorse pubbliche, stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.), nonchè da fondi nazionali e regionali; da qui l’esigenza di salvaguardare la realizzazione delle opere da possibili tentativi di infiltrazione da parte di gruppi legati alla criminalità organizzata, in grado di condizionare le attività economiche.
 
Come strumento efficace, per conseguire gli obbiettivi di tutelare la trasparenza nelle procedure concorsuali di appalto, è stato esteso l’obbligo di acquisire le informazioni antimafia prima della sottoscrizione dei contratti, che vedranno l’inserimento di precise clausole nel merito.
 
“Mai come ora devono essere rafforzati gli strumenti di prevenzione antimafia ed anticorruzione salvaguardando, al contempo, l’esigenza di assicurare certezza e celerità nell’esecuzione dei lavori pubblici” dichiara il Prefetto, Laganà.
 
La sottoscrizione del Protocollo di Legalità nasce su iniziativa dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) e vede i Consorzi di bonifica bresciani tra i primi firmatari.
 
“L’atto sottoscritto a Brescia conferma l’impegno dei Consorzi di bonifica ed irrigazione per la trasparenza e la prevenzione dei tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata: ora sono ampliate le informazioni antimafia nei bandi di gara e viene rafforzata la vigilanza sulla sicurezza dei lavoratori. E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano” dichiara Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
 
Con il Prefetto, i Presidenti dei Consorzi di bonifica “Chiese” ed “Oglio Mella” hanno condiviso anche la necessità di proseguire gli investimenti dedicati alle infrastrutture idriche, indispensabili all’intera provincia sia per l’irrigazione, sia per la salvaguardia di un territorio idrogeologicamente fragile.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Politica

Pescara, convention FdI: Meloni annuncia candidatura alle europee

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Il colpo di teatro arriva solo alla fine: perché la candidatura in tutte le circoscrizioni era oramai più che scontata ma lei chiede anche di scrivere sulla scheda “solo Giorgia, il mio nome di battesimo” perché “io sarò sempre e solo una di voi, una del popolo”.

Lo dice Giorgia Meloni dopo quasi un’ora di comizio, tra una battuta e l’altra pure sulle sue condizioni, “sull’ottovolante” per gli otoliti.


Lanciando non solo la campagna elettorale di Fratelli d’Italia per le europee ma anche la sfida a pesare il suo consenso personale, dopo un anno e mezzo alla guida del governo.
La premier dal palco vista mare di Pescara chiama il suo popolo al plebiscito su di sé (‘Giorgia Meloni detta Giorgia” sarà la dicitura sulla lista che consentirà di indicare come preferenza solo il nome) mentre in platea la ascoltano “l’alleato fedele” Antonio Tajani, Lorenzo Cesa e Maurizio Lupi.

Matteo Salvini, come annunciato all’ultimo, non c’è e fa solo una comparsata, collegato per strada, da Milano. “Ci ha preferito il ponte”, dice lei a metà tra lo scherzo e la punzecchiatura. Per poi infilarsi in 73 minuti di discorso in cui ripercorre la storia di Fratelli d’Italia, ricordando che alle scorse europee “mancammo di pochissimo il quorum del 4%” mentre ora il partito punta almeno a confermare quel 26% conquistato il 22 settembre scorso, che ha portato la destra al governo. Ora, è l’Europa a essere “a un bivio” e tutti “devono essere pronti a fare la loro parte” sprona parlamentari e militanti la premier, che è anche presidente di Fdi e di Ecr, quei conservatori europei che, è convinta, saranno “strategici e fondamentali” nella prossima legislatura Ue. L’impresa, “difficile ma non impossibile”, per Meloni, è quella di replicare a Bruxelles “il modello italiano” di una “maggioranza che metta insieme le forze del centrodestra” per “mandare all’opposizione la sinistra anche in Ue”.


“Mai con la sinistra” è il mantra, che serve a spazzare via, almeno per ora, le ipotesi di cedimenti dopo il voto, quando ci sarà da sedersi al tavolo delle trattative per i nuovi vertici europei. Anche perché – è il concetto che ripete da inizio anno la Meloni – un conto sono gli accordi per la Commissione, altro è una maggioranza stabile al Parlamento europeo.


Intanto, archiviata la conferenza programmatica (quello che ironicamente anche nel ‘fantacongresso’ che circola tra i Fratelli d’Italia viene definito il ‘Giorgia beach party”, che dava parecchi punti in classifica a chi lo pronunciava) ora “c’è la campagna elettorale”. E i dirigenti del partito già hanno iniziato a organizzare i prossimi appuntamenti. Non essendo “la leader del Pd so che il partito mi aiuterà”, ha detto Meloni lanciando una delle tante stilettate a Elly Schlein, cui tuttavia dà il ruolo di avversaria. E se “Giorgia”, come ha detto lei stessa dal palco, in giro andrà poco perché vuole restare concentrata sull’attività di governo, toccherà alla sorella, Arianna Meloni, uscire di più dalle retrovie di qui al voto dell’8 e 9 giugno (un appuntamento per la responsabile della segreteria e delle tessere sarà quasi sicuramente al Sud, in Salento).


Per il resto la premier sfodera il classico armamentario da comizio, attacca Schlein chiamandola direttamente per nome ma anche il Movimento 5 Stelle quando parla del Superbonus come della “più grande patrimoniale al contrario” fatta in Italia. E poi la natalità che deve diventare centrale, la difesa delle origini “guidaico-cristiane” dell’Europa, il cambio di passo già impresso a Bruxelles sulle politiche green, sull’auto, sui migranti. E l’ennesima difesa di Edi Rama (e un attacco a Report) “linciato da quella che poi chiamano Telemeloni, solo perché ha aiutato l’Italia”.

Alla fine il saluto con Ignazio La Russa (che si è perso l’Inter per sentire la premier ma ha la partita “registrata” e poi corre a vedersi il secondo tempo) e niente pranzo sul lungomare, dove pure la aspettavano. Non sta bene, sempre gli otoliti, dicono i suoi. “Se mi vedete sbandare – scherza lei dal palco – non vi preoccupate, cerco di stare ferma e ce la faccio”. Prima della frase più attesa: “Ho deciso di scendere in campo per guidare le liste di Fdi in tutte le circoscrizioni elettorali, se sopravvivo….”. 

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