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Cronaca

Siracusa, morto l'anziano picchiato e bruciato vivo in casa: fermato un 18enne

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Tempo di lettura 3 minuti E’ stato emesso un secondo provvedimento di fermo per un altro giovane che allo stato attuale risulta irreperibile

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di Angelo Barraco
 
Siracusa – Svolta nelle indagini sulla morte dell’80enne Giuseppe Scarso, picchiato e bruciato vivo nella sua casa l’1 ottobre scorso. Ben quattro giorni dopo la morte dell’uomo, gli inquirenti hanno fermato il 18enne siracusano Andrea Tranchida, accusato di omicidio in concorso. E’ stato emesso un secondo provvedimento di fermo per un altro giovane che allo stato attuale risulta irreperibile. Secondo gli inquirenti sarebbero stati proprio i due giovani a fare irruzione all’interno dell’abitazione di Giuseppe Scarso la notte del 1 ottobre, prima lo avrebbero barbaramente picchiato e poi lo avrebbero cosparso di liquido infiammabile. Un’aggressione feroce e senza precedenti, che non ha lasciato scampo ad un uomo mite e  malato di epilessia e per tale ragione viveva con una pensione sociale, una persona che amava passeggiare in bici poiché impossibilitato ad utilizzare altri mezzi a causa del suo problema di salute che gli procurava delle cadute e dei ricoveri per piccoli traumi. Un uomo che nell’ultimo periodo si accompagnava con il bastone anche quando camminava in bici, forse perché temeva ulteriori attacchi da parte di quegli ignoti aggressori che gli avevano precedentemente cagionato danni alla salute e lo avevano indotto ad istallare anche delle grate in ferro alle finestre, i cui vetri però erano stati rotti dalle pietre lanciate da alcuni vandali. I suoi aggressori non si sono fermati dinnanzi ad un uomo che ha cercato, nel suo piccolo, di lottare contro volti coperti dall’ignoto che hanno agito senza scrupolo e con infima brutalità.
 
Il 28 settembre ignoti si introducono all’interno della sua abitazione, cospargono di liquido infiammabile il pavimento e danno fuoco. Scarso riuscì a sopravvivere spegnendo l’incendio e il giorno dopo si recò presso i Carabinieri per sporgere denuncia. Ma quello che successe dopo lo si vede solamente nei film horror, un gruppo di tre uomini a volto coperto fa nuovamente irruzione a casa dell’uomo e cosparge il suo petto e il suo orecchio di liquido infiammabile e da fuoco. L’uomo si salva e se la caverà con qualche ustione ma il dramma si verifica il primo ottobre, l’ultima azione di un gruppo intento a portare a compimento una brutale missione, poiché cospargono il suo volto e la testa di alcool.
 
Un omicidio che ha fatto piombare nel baratro dell’incertezza, del dubbio e della paura una comunità che aveva costruito le sue fondamenta nel quieto vivere.  L’atarassia apparente secerne  al suo interno innesti di elementi discostanti che non hanno avuto come obiettivo la crescita e lo sviluppo sociale mediante l’interazione coadiuvata con la comunità, ma hanno tergiversato nei confronti di una persona anziana e impossibilitata nel reagire una tale violenza da riportare alla mente le trame incresciose del celebre film di Stanley Kubrick “Arancia Meccanica” del 1971. Ma non stiamo parlando di un film dove la violenza e lo squallore immortalato su pellicola può essere vanificato cambiando canale, spegnendo la tv o chiudendo semplicemente gli occhi, ciò che si prospetta dinnanzi i agli italiani è lo specchio di una società che sembra aver smarrito definitivamente la capacità di saper comunicare con il prossimo e laddove vi è un problema la violenza sembra essere divenuta l’unica arma risolutiva.
 
 
L’informazione e lo sviluppo progressivo della società consumistica in cui viviamo spinge molti soggetti ad accantonare letteralmente quelli che sono i valori che costituiscono la base delle relazioni umane e della crescita sociale, fomentando nelle menti un nichilismo radicato che vanifica ogni margine di sviluppo culturale e sociale. La morte di Giuseppe Scarso dimostra quanto  imprevedibile e misera sia l’esistenza di soggetti che non provano la benché minima esitazione nel cagionare la morte ad una persona indifesa che ha avuto la forza di rialzarsi malgrado degli uomini incappucciati abbiano tentato altre volte di ucciderlo.  “Chi è incapace di vivere in società, o non ne ha bisogno perché è sufficiente a sé stesso, deve essere o una bestia o un dio. Aristotele, Politica, IV sec. a.e.c.”.

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Ambiente

ANBI, trasparenza e sicurezza lavoratori: Consorzi di Bonifica bresciani primi firmatari protocollo con Prefettura

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Massimo Gargano: “E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano”
 
“E’ un impegno concreto non solo per la trasparenza nell’utilizzo di risorse pubbliche, ma anche per il controllo sull’osservanza rigorosa delle disposizioni in materia di collocamento, igiene, sicurezza sul lavoro, tutela dei lavoratori sia contrattualmente che sindacalmente: temi di drammatica attualità e su cui ribadiamo la nostra, massima attenzione in tutta Italia.”
 
Ad affermarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), annunciando la  firma del Protocollo di Legalità per la Prevenzione dei Tentativi di Infiltrazione della Criminalità Organizzata negli Appalti Pubblici tra il Prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà ed i Presidenti dei locali Consorzi di bonifica, Luigi Lecchi (Cdb Chiese) e Renato Facchinetti (Cdb Oglio Mella).
 
I due enti consortili sono impegnati nella realizzazione di importanti opere per la gestione dell’acqua, grazie alle risorse pubbliche, stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.), nonchè da fondi nazionali e regionali; da qui l’esigenza di salvaguardare la realizzazione delle opere da possibili tentativi di infiltrazione da parte di gruppi legati alla criminalità organizzata, in grado di condizionare le attività economiche.
 
Come strumento efficace, per conseguire gli obbiettivi di tutelare la trasparenza nelle procedure concorsuali di appalto, è stato esteso l’obbligo di acquisire le informazioni antimafia prima della sottoscrizione dei contratti, che vedranno l’inserimento di precise clausole nel merito.
 
“Mai come ora devono essere rafforzati gli strumenti di prevenzione antimafia ed anticorruzione salvaguardando, al contempo, l’esigenza di assicurare certezza e celerità nell’esecuzione dei lavori pubblici” dichiara il Prefetto, Laganà.
 
La sottoscrizione del Protocollo di Legalità nasce su iniziativa dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) e vede i Consorzi di bonifica bresciani tra i primi firmatari.
 
“L’atto sottoscritto a Brescia conferma l’impegno dei Consorzi di bonifica ed irrigazione per la trasparenza e la prevenzione dei tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata: ora sono ampliate le informazioni antimafia nei bandi di gara e viene rafforzata la vigilanza sulla sicurezza dei lavoratori. E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano” dichiara Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
 
Con il Prefetto, i Presidenti dei Consorzi di bonifica “Chiese” ed “Oglio Mella” hanno condiviso anche la necessità di proseguire gli investimenti dedicati alle infrastrutture idriche, indispensabili all’intera provincia sia per l’irrigazione, sia per la salvaguardia di un territorio idrogeologicamente fragile.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Cronaca

Guidonia Montecelio, botte tra ladri e padrone di casa: arrestato topo d’appartamento. E’ caccia al complice

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I Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme hanno arrestato in flagranza di reato un 23enne georgiano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata in concorso.
Lo scorso pomeriggio, a Guidonia Montecelio, località Villanova, due soggetti si sono introdotti in un appartamento di via D’Azeglio, di proprietà di un pensionato, in quel momento in vacanza all’estero. Sul cellulare del figlio dell’uomo, che vive a casa con lui, è arrivato il segnale d’allarme dell’impianto di videosorveglianza.
Il giovane nel visionare il filmato delle telecamere in tempo reale, ha effettivamente notato la presenza di 2 persone che si stavano introducendo nell’abitazione, così ha deciso di precipitarsi a casa, chiedendo aiuto anche ad alcuni amici. Arrivati presso l’abitazione, il figlio del proprietario assieme agli amici hanno notato la coppia vista poco prima nel video dell’impianto di video sorveglianza, allontanarsi con in mano dei borsoni pieni di refurtiva, tra cui orologi e gioielli. Ne è nata una violenta colluttazione, durante la quale uno dei due è riuscito a scappare.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme, allertati tramite 112 dal proprietario di casa, che sono riusciti a bloccare definitivamente il 23enne, che è stato arrestato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria condotto presso il carcere di Roma Rebibbia, mentre sono ancora in corso le indagini per rintracciare il complice.

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Cronaca

Torvaianica, non si ferma all’alt dei Carabinieri: arrestato dopo un rocambolesco inseguimento

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I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un 41enne romeno, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Più nel dettaglio, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, impegnati in un servizio perlustrativo, nel transitare a Torvajanica sul Lungomare delle Meduse hanno deciso di eseguire un controllo di un’autovettura di grossa cilindrata condotta dal 41enne che viaggiava con a bordo due connazionali. L’uomo, sprovvisto di patente di guida, di documenti d’identità e di assicurazione, si dava improvvisamente alla fuga, dando inizio ad un inseguimento lungo la via Pontina e la via Nettunense, venendo poi bloccato ed arrestato a Campo di Carne.

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