Salute
Contagi da coronavirus, oltre quota 1000 nelle ultime 24 ore: il Lazio supera la Lombardia
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4 anni fail
Non si ferma il boom dei contagi per il Covid: sono 1.071 i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore in Italia. Era dal 12 maggio che non si superava quota mille. Sono 3 i morti, dato in calo a fronte dei 9 registrati venerdì. In calo i tamponi: 77 mila, oltre 5mila in più rispetto a ieri. Questi i dati del ministero della Salute.
In calo le terapie intensive, +825 in isolamento a casa – Sono in calo (-5) le terapie intensive legate al Covid, mentre i ricoveri con sintomi sono cresciuti (+5). I contagiati in isolamento domiciliare sono 825, dato che rappresenta anche l’incremento degli attuali positivi (17.503). Sono i dati forniti dal ministero della Salute. I guariti oggi sono 243 (ieri erano stati 274) per un totale di 205.203.
Lazio prima per contagi e ricoverati, superata la Lombardia – Dai dati diffusi sabato, il Lazio è la regione che regista il maggior numero di contagiati (215) e di ricoverati con sintomi (265), superando la Lombardia (rispettivamente 185 casi e 148 malati) che ha però il maggior numero di terapie intensive (14) ma non registra alcun decesso. Secondo i dati del ministero della Salute, il Veneto con 160 nuovi casi è al terzo posto seguito a distanza dall’Emilia Romagna con 80 nuovi contagi. Soltanto la Valle d’Aosta oggi registra zero nuovi casi, mentre il Molise ne registra uno e tre la Basilicata.
“A Civitavecchia da ieri sera attivo anche il drive-in al porto (piazzale della Pace). I viaggiatori di rientro da Grecia, Spagna, Croazia, Malta e Sardegna possono recarsi in ognuno dei drive-in regionali presenti sul territorio per effettuare il test”. Lo comunica l’Unità di Crisi COVID-19 della Regione Lazio.
A Bergamo zero nuovi casi,prima volta da inizio pandemia – Bergamo ha accolto con sollievo il fatto che oggi in città e provincia non si siano registrati nuovi casi di positività al coronavirus. Non accadeva dalla fine di febbraio, da quando la pandemia ha iniziato a mettere in ginocchio la bergamasca, che è presto diventata una delle province più colpite nel mondo dal virus. Proprio a Bergamo tra metà marzo e metà aprile si erano poi registrati i picchi di contagiati anche di svariate centinaia ogni giorno con centinaia di vittime, tra l’altro poi risultate essere anche più di quelle ufficiali. Il picco massimo si era registrato il 23 marzo con 715 nuovi casi e 251 vittime. Da alcune settimane i casi erano limitati, al massimo di qualche decina. Ma non si era mai registrato il numero zero. L’attenzione nella provincia resta comunque alta, soprattutto nei confronti di chi arriva dall’estero, con l’effettuazione di test alla fiera di Bergamo per chi arriva in volo dall’aeroporto di Orio al serio.
Iss, indice Rt potrebbe essere sottostimato – L’indice di contagiosità Rt “potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale” in quanto il suo valore attuale, pari a 0,83 relativamente al periodo compreso fra il 30 luglio e il 12 agosto 2020, è stato calcolato “sui soli casi sintomatici”. Lo rileva l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel bollettino settimanale sull’evoluzione dell’epidemia pubblicato oggi. L’indice pari a 0,83, rileva l’Iss, “indica che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da Stato estero (categorie non mutualmente esclusive), il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro Paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane”. Nel documento si rileva quindi che “n questo particolare momento dell’epidemia l’indice di trasmissione (Rt) calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l’indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto l’Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza”.
Bonaccini non condivide l’ipotesi avanzata dal collega campano De Luca di replicare il blocco degli spostamenti tra le regioni. “In questo momento mi pare di no. Dopodichè si segue sempre l’evoluzione del virus e poi si discute tra Regioni e Governo. Insomma in questo momento mi pare di no. Bisogna sempre tenere monitorata la situazione perché quelli che parlano il giorno dopo mi hanno sempre fatto abbastanza pena”. Sulla stessa linea il governatore Toti: “Chi parla di rischio riapertura delle scuole – sostiene il presidente della Liguria, Giovanni Toti – credo non faccia il bene di questo Paese. In questo momento non c’è un’emergenza clinico-sanitaria nei nostri ospedali. I contagiati aumentano: credo che sia fisiologico in un periodo in cui la gente va in giro, ci sono state le ferie, si è riaperto il Paese. Dobbiamo essere capaci di gestirli senza tornare a terrorizzare questo Paese. Il lockdown – prosegue – non era indispensabile in tutto il paese. Alcune regioni se l’avessero anticipato avrebbe fatto bene invece abbiamo aspettato decisioni uniformi del Governo nazionale perché questo era l’indirizzo e la pressione. In altri luoghi se non si fosse proprio fatto non sarebbe cambiato granché. Questo – ha concluso – è quello che fa la Germania in un piano per le pandemie elaborato tempo prima dal governo centrale, ha poi lasciato ai Lander la più ampia autonomia. Vale per l’economia e vale per la legislazione per quanto mi riguarda”.
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25 Aprile 2024Tempo di lettura 3 minuti
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Facoltà di Medicina, al via il libero accesso. Bernini: “Formeremo 30mila medici superando numero chiuso”
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24 Aprile 2024
Ci si potrà iscrivere liberamente, senza passare attraverso test, al primo semestre di Medicina e chirurgia, Medicina veterinaria e Odontoiatria e protesi dentaria.
È quanto prevede la riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina. Verranno individuate le discipline in area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria che devono essere superate per l’ammissione al secondo semestre. Nel caso di mancata ammissione, verranno riconosciuti i crediti formativi utili per potere cambiare facoltà. Le nuove norme dovrebbero scattare nel 2025.
Ministro Bernini: “Formeremo 30mila medici superando numero chiuso”
“Trasparenza, equità, merito: è su questi principi che il governo e il ministero dell’università vogliono riformare l’accesso a Medicina, combinando le legittime aspirazioni degli studenti alle necessità del sistema sanitario. Sappiamo che nei prossimi anni potremo formare almeno 30mila futuri nuovi medici, ai quali dobbiamo garantire una preparazione di qualità, attenta soprattutto alle opportunità che le nuove tecnologie offrono in campo medico”. Lo ha spiegato il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. “Stiamo lavorando ad una riforma strutturata che superi il numero chiuso e punti all’eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze. Siamo sulla buona strada. Sono davvero orgogliosa del percorso che anche il Parlamento ha avviato, all’insegna dell’ascolto, della massima collaborazione e dell’unità di intenti”.
Ordine medici: “Nettamente contrari a stop al numero chiuso”
La riforma non incontra però il gradimento dei medici. “Siamo nettamente contrari, e questa non è assolutamente una norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Produrremo solo dei disoccupati”, ha spiegato il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, commentando l’adozione da parte del Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato del teso base per lo stop al numero chiuso.
Medici Anaao: “Stop numero chiuso colpo grazia a formazione medica”
Anche il sindacato dei medici ospedalieri ha espresso forti perplessità. “Lo stop al numero programmato a Medicina dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando ed è il colpo di grazia alla formazione medica”, ha dichiarato Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed. “Abolire il numero programmato – ha proseguito Di Silverio – è una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di visione futura o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo. Tutto questo in netto contrasto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro della Salute sulla difesa del Ssn”.
“In Italia esiste il numero programmato e invece di investire in programmazione si aprono le porte a 70mila giovanissimi studenti, confondendo il diritto allo studio con il diritto all’iscrizione alla Facoltà. Ma non resteremo in silenzio. Chiameremo a raccolta tutti gli studenti e gli specializzandi, tutta la categoria – ha annunciato Di Silverio – promuovendo raccolta firme e manifestazioni in tutta Italia affinché tutti abbiano la consapevolezza che questo è il colpo di grazia alla formazione medica, alla professione e soprattutto al sistema di cure pubblico”.
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Covid, Università di Amsterdam: preoccupazione per nuove varianti del virus
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20 Aprile 2024
Ha avuto il Covid con elevata carica virale per 613 giorni, da febbraio 2022 a ottobre 2023, ed è stato ufficialmente riconosciuto come il paziente al mondo rimasto più a lungo positivo all’infezione SARS-CoV-2.
Dalla sua vicenda, seppur rara nella sua cronicità, è stata avviata una ricerca scientifica dall’Università di Amsterdam che verrà presentata a fine aprile a Barcellona e che mostra l’evoluzione Sars-CoV-2 nel suo organismo. L’uomo, un 72enne dei Paesi Bassi fortemente immunocompromesso per un tumore del sangue, è morto per una ricaduta della sua patologia ematologica, dopo aver convissuto per 20 mesi con la malattia e aver sviluppato nel suo corpo diverse varianti. Questo ha evidenziato in conclusione come “l’infezione prolungata negli ‘eterni positivi’ consenta al virus di accumulare cambiamenti genetici, generando potenzialmente nuove preoccupanti varianti”. Così era già accaduto per la “nascita” di Omicron.
Secondo i medici, il paziente aveva una grave carenza di globuli bianchi e un sistema immunitario indebolito dal cancro. Il suo organismo non ha potuto così affrontare il Covid e il virus è mutato innumerevoli volte all’interno del suo corpo, tanto che, alla fine, si è parlato anche di una supervariante, che non ha contagiato nessuno perché l’uomo ha affrontato la malattia, e i diversi ricoveri, sempre in isolamento.
“Il caso del 72enne positivo al Covid per 613 giorni sottolinea il rischio di infezioni persistenti da SARS-CoV-2 negli individui immunocompromessi”, affermano gli autori dello studio. “Sottolineiamo – aggiungono – l’importanza di continuare la sorveglianza genomica dell’evoluzione del SARS-CoV-2 negli individui immunocompromessi con infezioni persistenti”.
Il paziente dei record, che era stato ricoverato ad Amsterdam, non era riuscito a sviluppare una forte risposta immunitaria ai vaccini Covid prima di ammalarsi con la variante Omicron nel febbraio 2022. Un’analisi dettagliata presso il Centro di Medicina Sperimentale e Molecolare dell’Università di Amsterdam di campioni raccolti da più di due dozzine di suoi tamponi naso e gola ha rilevato che il coronavirus aveva sviluppato in lui una resistenza a sotrovimab, il trattamento, cioè, con anticorpo monoclonale. “Successivamente il 72enne ha sviluppato oltre 50 mutazioni, alcune con una maggiore capacità di eludere le difese immunitarie”, riferiscono gli scienziati.
Gli scienziati che studiano i dati genomici raccolti da campioni di acque reflue hanno riportato prove di individui nella comunità che diffondono coronavirus fortemente mutati per più di quattro anni. Tali infezioni persistenti potrebbero anche far sì che i malati manifestino sintomi Covid a lungo termine, conclude la ricerca.
Fino a oggi ci sono stati altri casi di “eterni positivi”. Tra i più noti quelli di un uomo con il Covid per 505 giorni.