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Linguaggi e immagini violente, emulazione e aggressività

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Quali effetti possono avere il linguaggio e le scene di violenza sulle condotte aggressive di alcuni giovani? Che il linguaggio e le scene di violenza incrementano l’aggressività e le esperienze emotive negative, soprattutto in età infantile, non sono solo numerose ricerche condotte sul tema a confermarlo.

Ne è fortemente convinto anche il prefetto Francesco Tagliente, specializzato in Criminologia, che nel corso degli oltre 45 anni di servizio ha avuto l’opportunità di coniugare il sapere del mondo accademico con il fare nei vari settori di cui si è occupato da poliziotto, dirigente delle “volanti” e della “sala operativa”, dell’ufficio ordine pubblico del Ministero, questore di Roma e Firenze e prefetto di Pisa.
Per un approfondimento a tutto campo dell’argomento Tagliente ha condiviso con il Direttore Generale di Italia 7, Fabrizio Manfredini di dedicare a questo tema una puntata speciale del programma Monitor condotto da Gaetano D’Arienzo, andata in diretta dalle ore 21.30 di martedì 16 novembre. Per riflettere pubblicamente sul tema, Tagliente e Manfredini hanno ritenuto importante mettere insieme il mondo della comunicazione, dei genitori, della scuola, delle scienze comportamentali, delle Autorità di pubblica sicurezza, della Polizia postale, della Magistratura, dell’Avvocatura penale e del Garante per la privacy.
Nel corso della trasmissione il conduttore Gaetano d’Arienzo ha affrontato con gli ospiti tema della incidenza della comunicazione anche sulla sicurezza reale, delle conseguenze possono determinare il linguaggio e le immagini di violenza, sul ruolo dei genitori e della scuola

Il Questore di Livorno Roberto Massucci ha sottolineato che “È necessario ed una responsabilità degli adulti far diventare lo slogan giovani al centro azioni a supporto del percorso di maturazione dei ragazzi.
È indubbio, e non è certo un tema nuovo, che la fase giovanile sia contraddistinta da una potente energia che rischia di esprimersi in maniera disordinata e, talvolta, pericolosa per gli stessi ragazzi. C è però un elemento di novità in questo processo: oggi i campi di espressione della regia giovanile si sono moltiplicati e conseguentemente sono aumentati i rischi.
Tutto ciò significa che tutti coloro che esprimono aree di interesse giovanile debbono mettere in campo azioni a supporto di comportamenti corretti e consapevoli. È questo lo spirito con cui, a Livorno, è nato il progetto #sceglilastradaGIUSTA al quale hanno aderito numerose scuole secondarie di primo grado della provincia. Un progetto nel quale la Questura insieme all’Ufficio scolastico provinciale ha messo insieme le risorse istituzionali, culturali, sportive, esponenziali della disabilità, della musica tutte unite in un insieme che, durante tutto l’anno scolastico, intende offrire strumenti di discernimento e consapevole scelta ai ragazzi. Il progetto è inserito nei piani di studio degli istituti scolastici aderenti e durerà l’intero anno scolastico.”

Daniele Grassucci, giornalista e direttore di Skuola.net ha detto che “Skuola.net ha chiesto a 4.000 giovani dagli 11 ai 24 anni di raccontare come passano il proprio tempo libero: tra le attività preferite le ragazze spicca guardare le serie tv, mentre tra i ragazzi prevale la pratica di attività videoludiche. Solo una generazione fa era impensabile che questi passatempi se la giocassero alla pari o potessero addirittura superare attività sociali come le uscite con la comitiva o la pratica dello sport. E questo ci dà la misura di che impatto possano avere su questa generazione i contenuti e i messaggi che vengono veicolati attraverso le serie tv, i videogiochi o anche i social network. Non si possono demonizzare questi strumenti – perché da sempre i comportamenti emulativi caratterizzano gli adolescenti e i giovani – ma gli adulti devono comprendere non possono più pensare di lasciare campo libero a chi in questi settori trae un enorme vantaggio economico lasciando alla collettività il costo sociale di pericolosi effetti collaterali.”

Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti e alte professionalità della scuola Lazio (ANP), ha chiarito che “La scuola italiana ha, fondamentalmente, due necessità. Essere sburocratizzata e svincolata da mille lacciuoli che la stanno soffocando. Uno per tutti l’infernale meccanismo dell’algoritmo ministeriale per l’assegnazione dei docenti stabili alle classi. Lo scorso anno la procedura si è conclusa a marzo, con la scuola iniziata a settembre. Inoltre si debbono aprire le metaforiche finestre per far circolare diffusamente, dal nord al sud dell’Italia, aria di cultura contemporanea: musica, cinema, arte, danza, sport, letterature straniere e molto altro. Non bastano episodi di eccellenza che pur esistono. La democrazia impone livelli omogenei di offerta culturale e formativa.”

Silvia Calzolari, psicologo clinico e forense, ha sottolineato che “Indubbiamente non si deve cadere nella tentazione di facili equazioni deterministiche ma molti studi comparativi evidenziano che la pandemia ha favorito o incrementato alcuni disturbi psico-comportamentali nella fascia 6-18 anni. In particolare i disturbi del sonno determinati dalla connessione notturna, il cosiddetto Jet lag domestico, durante il quale si concentrano anche le condotte più devianti o anomale in soggetti che prima non le presentavano. Le motivazioni alla base sono date dalla perdita di punti di riferimento è dal senso di vuoto insopportabile, che spingono o al ritiro (hikikomori) o all’agito spesso connotato da rischio o violenza. La prevenzione passa da un incremento della consapevolezza da parte degli adulti e da strategie che tengano di conto del punto di vista dei giovanissimi”

Il neuroscienziato Pietro Pietrini, psichiatra già direttore della Scuola IMT Alti Studi Lucca ha affermato che “L’adolescenza è un’età critica, nella quale l’individuo si trova a costruire un “io” separato da quello dei genitori, una propria personalità. Processo, questo di acquisizione di una propria identità, che già di per se stesso è sovente fonte di turbamento e difficoltà, che si possono manifestare in diversi ambiti della vita del ragazzo o della ragazza. Ma l’adolescenza è anche il periodo della vita nella quale possono esordire i disturbi psichici, dalle patologie ansiose a quelle depressive, ai disordini della personalità fino alle vere e proprie psicosi. Abuso di alcool, di sostanze, comportamenti autolesivi possono essere segni dell’esordio di una sottostante patologia psichica. Molto spesso, tuttavia, comportamenti anomali vengono interpretati come semplice espressione del turbamento adolescenziale. Non sempre, anzi, quasi mai, questo è il caso. Il ricorso frequente all’alcol, alle sostanze, la messa in atto di comportamenti autolesivi, come il tagliarsi (il c.d. cutting), sono sovente indici di disturbi d’ansia, disturbi dell’umore o disturbi di personalità che, se non riconosciuti e trattati, rischiano di compromettere anche gravemente la vita della persona. Quanti abbandoni scolastici sono dovuti all’insorgenza di un disturbo che potrebbe essere facilmente trattato e curato? Quanto è invalidante un disturbo d’ansia, come gli attacchi di panico o la fobia sociale, che portano il giovane a coartare la propria vita di relazione e le proprie attività? Purtroppo, i giovani che arrivano ad atti estremi sono solo la punta dell’iceberg di una assai più vasta popolazione di persone che soffre, anche gravemente, per la presenza di disturbi psichici nei confronti dei quali ancora oggi esiste un forte stigma e una profonda ignoranza. Dobbiamo acquisire consapevolezza per contrastare le cause del disagio giovanile e prevenirne le conseguenze.

Per l’Avvocato Guido Scorza, componente Garante per la protezione dei dati personali “La riflessione che ci si propone è preziosa. Il punto di partenza è che benché l’ecosistema digitale si presenti come una sconfinata prateria dove chiunque può andare dappertutto, online non tutto è per tutti, né può esserlo.
Dobbiamo fare lo sforzo di immaginare l’ecosistema digitale – pur consapevoli che è molto di più di questo – come un gigantesco parco attrazioni nell’ambito del quale ci sono attrazioni adatte a tutte le età e attrazioni riservate a un pubblico adulto o, almeno, più grande di una certa età. Se un bambino più piccolo dell’età minima per fare un giro su una certa attrazione o più basso dell’altezza minima sale a bordo, ad esempio, di una montagna russa le cui cinture di sicurezza sono progettate per trattenere solo utenti adulti, i rischi per lui sono ineliminabili. Se un infratredicenne entra in un’app riservata agli ultra tredicenni e se un minorenne guarda un contenuto audiovisivo riservato ai maggiorenni, i rischi ai quali vanno incontro sono ineliminabili e c’è poco che si possa fare ex post per contrastarli.
E’ per questo che a parte lavorare in tutte le direzioni possibili nella dimensione educativa e culturale è, ormai, divenuto imprescindibile fare in modo che i più piccoli non possano accedere a piattaforme e servizi che non sono disegnati per loro. E occorre farlo attraverso sistemi di riconoscimento dell’età e non di riconoscimento dell’identità. Ad esempio, si potrebbero utilizzare gli stessi algoritmi di intelligenza artificiale che i gestori delle piattaforme usano per suggerire ai loro utenti i contenuti che potrebbero loro interessare di più per identificare l’età dei più piccoli, tenerli fuori alla porta o metterli fuori dalla porta di determinate piattaforme. La tecnologia, insomma, può aiutarci a difenderci dalla tecnologia.”

Alessandra Belardini, Dirigente del Compartimento Polizia Postale per la Toscana “Il “dato” oggi è alla base di qualsiasi forma di comunicazione e si presta spesso, sulla Rete, ad essere oggetto di furto digitale. Ma purtroppo siamo noi stessi con imprudenza e troppa istintività a consentire l’impossessamento criminoso di profili o di immagini personali che recano in maniera indissolubile effetti permanenti. Bisogna dunque riflettere e far riflettere i nostri ragazzi su piccole regole di protezione che salvano da rischi inimmaginabili.”

Il conduttore D’Arienzo, cogliendo l’occasione della partecipazione dell’Avvocato penalista Massimo Biffa, del Foro di Roma, ha puntato l’attenzione dei telespettatori sulla vicenda occorsa al Signor Ennio Di Lalla, l’ottantaseienne romano, balzato agli “onori” delle cronache per essere la sua casa stata occupata da una donna rom e per aver atteso più di 20 giorni, per rientrare nella disponibilità del proprio appartamento.
Tale situazione ha accresciuto nella collettività un senso di forte insicurezza e timore per la tutela dei propri diritti; ciò, forse, anche a causa del “modo” in cui la notizia è stata veicolata dalla Stampa, che ha immediatamente denunciato l’esistenza di un vuoto di tutela sul punto.

L’Avv. Massimo Biffa, in proposito, ha evidenziato come “l’ordinamento italiano rende penalmente rilevanti condotte del tipo di quella commessa dalla giovane donna rom e come la Polizia Giudiziaria, in forza di specifiche disposizioni di legge, avrebbe potuto tempestivamente (anzi: immediatamente) intervenire in vista della tutela del Signor Di Lalla.In vicende come questa, l’art. 55 c.p.p. attribuisce alla Polizia Giudiziaria il compito, tra gli altri, di impedire che i reati vengano portati a conseguenze ulteriori. Tale attività può essere svolta dalla Polizia Giudiziaria anche di propria iniziativa, ossia prima dell’intervento del Pubblico Ministero. Peraltro l’occupazione abusiva di un immobile è un reato permanente; un reato, dunque, che si protrae sino alla cessazione della condotta delittuosa Da qui, lo stato di flagranza si è instaurato al momento dell’ingresso della donna Rom all’interno dell’immobile del Signor Di Lalla, protraendosi sino a che la donna non ha liberato l’immobile.”
Sul punto il conduttore ha chiamato in causa il prefetto Tagliente chiedendogli se il reintegro del Signor Di Lalla nel diritto di proprietà a distanza di 20 giorni o più dalla consumazione del reato, costituisce una disfunzione nel momento applicativo delle disposizioni in materia penale. Tagliente ha premesso che bisogna distinguere i casi di sicurezza pubblica da quelli di polizia giudiziaria e che sicuramente, nella vicenda della casa romana occupata, ci sono situazioni e condizioni, soggettive e oggettive, che la stampa non ha riportato.

Il prefetto Tagliente in chiusura della trasmissione ha rinnovato la sua gratitudine all’editore Giovanni Sciscione e al D.G. Fabrizio Manfredini per la sensibilità istituzionale dimostrata nell’ospitare la puntata di approfondimento di Monitor, magistralmente condotta Gaetano D’Arienzo su un tema di così tanta rilevanza sociale. E’ stata una ulteriore occasione per promuovere il valore della cultura della sicurezza condivisa. Ha concluso con i saluti a tutti gli ospiti del programma e i telespettatori anche da parte del presidente dell’Ancri Tommaso Bove, Il presidente dell’Associazione nazionale insigniti al Merito della Repubblica di cui Tagliente è delegato alle relazioni istituzionali.

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Castelli Romani

Frascati: eletti i presidenti delle Commissioni Affari Istituzionali e Bilancio

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Eletti ieri i presidenti della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate del Comune di Frascati, rispettivamente Maria, detta Emanuela, Bruni e Roberto Mastrosanti.

Una nuova elezione che segue le dimissioni, sembrerebbe senza alcuna motivazione, di Anna delle Chiaie e Marco Lonzi.

La Commissione Affari Istituzionali, da Statuto del Consiglio Comunale, spetta di diritto alle opposizioni che siedono a Palazzo Marconi che oggi erano rappresentate dalla stessa Emanuela Bruni, Roberto Mastrosanti, Anna delle Chiaie e Matteo Angelantoni con la sola assenza di Marco Lonzi.

Maria, detta Emanuela, Bruni

All’unanimità dei presenti viene eletta la dottoressa Bruni, già candidata sindaco nel 2021 del centro destra Frascatano: un curriculum vitae che spazia dalla carriera giornalista, a ruoli istituzionali – la prima donna a presiedere il cerimoniale di Palazzo Chigi – ed, attualmente, consigliere del CdA del MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.

Roberto Mastrosanti

Per la Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate viene eletto, sempre all’unanimità dei presenti compresi i capogruppo dei partiti di maggioranza di Palazzo Marconi, l’avvocato Roberto Mastrosanti, già sindaco della città: una regola non scritta, ma sempre rispettata dall’assise tuscolana, attribuisce sempre alle opposizioni tale presidenza in virtù del fatto che trattasi, pur sempre, di una commissione di controllo.
Si ricuce così il rischio di un blocco dell’attività politica del Consiglio Comunale.
A caldo il commento del commissario cittadino di Forza Italia, nonché membro della segreteria provinciale, il dottor Mario Gori: “Eletti due consiglieri comunali con grande esperienza Amministrativa ed Istituzionale, oltre che stimati professionisti, che, sicuramente, eserciteranno le loro funzioni nell’interesse della collettività”. Si aggiunge poi, nella serata, dalle pagine Facebook, il commento della Lega Frascati che oltre ad augurare un “buon lavoro” ai neoeletti scrive: “su queste commissioni parta un percorso di costruzione di una alternativa politico-amministrativa all’attuale giunta a guida PD”.

Ai neo presidenti auguriamo un buon lavoro.

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Ambiente

ANBI, trasparenza e sicurezza lavoratori: Consorzi di Bonifica bresciani primi firmatari protocollo con Prefettura

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Massimo Gargano: “E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano”
 
“E’ un impegno concreto non solo per la trasparenza nell’utilizzo di risorse pubbliche, ma anche per il controllo sull’osservanza rigorosa delle disposizioni in materia di collocamento, igiene, sicurezza sul lavoro, tutela dei lavoratori sia contrattualmente che sindacalmente: temi di drammatica attualità e su cui ribadiamo la nostra, massima attenzione in tutta Italia.”
 
Ad affermarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), annunciando la  firma del Protocollo di Legalità per la Prevenzione dei Tentativi di Infiltrazione della Criminalità Organizzata negli Appalti Pubblici tra il Prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà ed i Presidenti dei locali Consorzi di bonifica, Luigi Lecchi (Cdb Chiese) e Renato Facchinetti (Cdb Oglio Mella).
 
I due enti consortili sono impegnati nella realizzazione di importanti opere per la gestione dell’acqua, grazie alle risorse pubbliche, stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.), nonchè da fondi nazionali e regionali; da qui l’esigenza di salvaguardare la realizzazione delle opere da possibili tentativi di infiltrazione da parte di gruppi legati alla criminalità organizzata, in grado di condizionare le attività economiche.
 
Come strumento efficace, per conseguire gli obbiettivi di tutelare la trasparenza nelle procedure concorsuali di appalto, è stato esteso l’obbligo di acquisire le informazioni antimafia prima della sottoscrizione dei contratti, che vedranno l’inserimento di precise clausole nel merito.
 
“Mai come ora devono essere rafforzati gli strumenti di prevenzione antimafia ed anticorruzione salvaguardando, al contempo, l’esigenza di assicurare certezza e celerità nell’esecuzione dei lavori pubblici” dichiara il Prefetto, Laganà.
 
La sottoscrizione del Protocollo di Legalità nasce su iniziativa dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) e vede i Consorzi di bonifica bresciani tra i primi firmatari.
 
“L’atto sottoscritto a Brescia conferma l’impegno dei Consorzi di bonifica ed irrigazione per la trasparenza e la prevenzione dei tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata: ora sono ampliate le informazioni antimafia nei bandi di gara e viene rafforzata la vigilanza sulla sicurezza dei lavoratori. E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano” dichiara Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
 
Con il Prefetto, i Presidenti dei Consorzi di bonifica “Chiese” ed “Oglio Mella” hanno condiviso anche la necessità di proseguire gli investimenti dedicati alle infrastrutture idriche, indispensabili all’intera provincia sia per l’irrigazione, sia per la salvaguardia di un territorio idrogeologicamente fragile.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Politica

Pescara, convention FdI: Meloni annuncia candidatura alle europee

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Il colpo di teatro arriva solo alla fine: perché la candidatura in tutte le circoscrizioni era oramai più che scontata ma lei chiede anche di scrivere sulla scheda “solo Giorgia, il mio nome di battesimo” perché “io sarò sempre e solo una di voi, una del popolo”.

Lo dice Giorgia Meloni dopo quasi un’ora di comizio, tra una battuta e l’altra pure sulle sue condizioni, “sull’ottovolante” per gli otoliti.


Lanciando non solo la campagna elettorale di Fratelli d’Italia per le europee ma anche la sfida a pesare il suo consenso personale, dopo un anno e mezzo alla guida del governo.
La premier dal palco vista mare di Pescara chiama il suo popolo al plebiscito su di sé (‘Giorgia Meloni detta Giorgia” sarà la dicitura sulla lista che consentirà di indicare come preferenza solo il nome) mentre in platea la ascoltano “l’alleato fedele” Antonio Tajani, Lorenzo Cesa e Maurizio Lupi.

Matteo Salvini, come annunciato all’ultimo, non c’è e fa solo una comparsata, collegato per strada, da Milano. “Ci ha preferito il ponte”, dice lei a metà tra lo scherzo e la punzecchiatura. Per poi infilarsi in 73 minuti di discorso in cui ripercorre la storia di Fratelli d’Italia, ricordando che alle scorse europee “mancammo di pochissimo il quorum del 4%” mentre ora il partito punta almeno a confermare quel 26% conquistato il 22 settembre scorso, che ha portato la destra al governo. Ora, è l’Europa a essere “a un bivio” e tutti “devono essere pronti a fare la loro parte” sprona parlamentari e militanti la premier, che è anche presidente di Fdi e di Ecr, quei conservatori europei che, è convinta, saranno “strategici e fondamentali” nella prossima legislatura Ue. L’impresa, “difficile ma non impossibile”, per Meloni, è quella di replicare a Bruxelles “il modello italiano” di una “maggioranza che metta insieme le forze del centrodestra” per “mandare all’opposizione la sinistra anche in Ue”.


“Mai con la sinistra” è il mantra, che serve a spazzare via, almeno per ora, le ipotesi di cedimenti dopo il voto, quando ci sarà da sedersi al tavolo delle trattative per i nuovi vertici europei. Anche perché – è il concetto che ripete da inizio anno la Meloni – un conto sono gli accordi per la Commissione, altro è una maggioranza stabile al Parlamento europeo.


Intanto, archiviata la conferenza programmatica (quello che ironicamente anche nel ‘fantacongresso’ che circola tra i Fratelli d’Italia viene definito il ‘Giorgia beach party”, che dava parecchi punti in classifica a chi lo pronunciava) ora “c’è la campagna elettorale”. E i dirigenti del partito già hanno iniziato a organizzare i prossimi appuntamenti. Non essendo “la leader del Pd so che il partito mi aiuterà”, ha detto Meloni lanciando una delle tante stilettate a Elly Schlein, cui tuttavia dà il ruolo di avversaria. E se “Giorgia”, come ha detto lei stessa dal palco, in giro andrà poco perché vuole restare concentrata sull’attività di governo, toccherà alla sorella, Arianna Meloni, uscire di più dalle retrovie di qui al voto dell’8 e 9 giugno (un appuntamento per la responsabile della segreteria e delle tessere sarà quasi sicuramente al Sud, in Salento).


Per il resto la premier sfodera il classico armamentario da comizio, attacca Schlein chiamandola direttamente per nome ma anche il Movimento 5 Stelle quando parla del Superbonus come della “più grande patrimoniale al contrario” fatta in Italia. E poi la natalità che deve diventare centrale, la difesa delle origini “guidaico-cristiane” dell’Europa, il cambio di passo già impresso a Bruxelles sulle politiche green, sull’auto, sui migranti. E l’ennesima difesa di Edi Rama (e un attacco a Report) “linciato da quella che poi chiamano Telemeloni, solo perché ha aiutato l’Italia”.

Alla fine il saluto con Ignazio La Russa (che si è perso l’Inter per sentire la premier ma ha la partita “registrata” e poi corre a vedersi il secondo tempo) e niente pranzo sul lungomare, dove pure la aspettavano. Non sta bene, sempre gli otoliti, dicono i suoi. “Se mi vedete sbandare – scherza lei dal palco – non vi preoccupate, cerco di stare ferma e ce la faccio”. Prima della frase più attesa: “Ho deciso di scendere in campo per guidare le liste di Fdi in tutte le circoscrizioni elettorali, se sopravvivo….”. 

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