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Cronaca

Sorrento, dalle urne al carcere: l’ascesa e il crollo di Massimo Coppola, sindaco delle “mazzette rosse”

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Eletto con il sostegno del Pd e di tre liste civiche, è accusato di induzione indebita. Avrebbe ricevuto oltre 100mila euro da un imprenditore in cambio di favori negli appalti pubblici

Sorrento è sotto shock dopo l’arresto del sindaco Massimo Coppola, 48 anni, avvocato ed eletto nel 2020 con un cartello di liste civiche. La sua candidatura ha rappresentato un’alleanza tra forze civiche locali e il centrosinistra, risultando vincente al ballottaggio con il 60,55% dei voti . Sebbene non sia iscritto ufficialmente al Partito Democratico, il suo mandato è sostenuto da questa formazione politica insieme alle liste civiche menzionate . Classe ‘77, avvocato, Coppola aveva vinto il turno di ballottaggio con 5.461 preferenze, pari al 60,55 per cento dei voti, sostenuto dalle liste civiche Sorrento Adesso, Nuova Sorrento e Viviamo Sorrento e dal Pd, contro lo sfidante Mario Gargiulo, appoggiato dalle liste civiche La Grande Sorrento, Sorrentocisto, Con Noi per Sorrento, L’Onda ed Il Ponte, che ha totalizzato 3.558 preferenze, pari al 39,45 per cento dei voti.

Coppola è stato bloccato nella serata di lunedì 20 maggio dai militari della Guardia di Finanza della compagnia di Massa Lubrense, mentre riceveva una mazzetta da 6.000 euro in contanti durante una cena in un ristorante del centro, a cui aveva preso parte dopo un evento sportivo.

Con lui è stato arrestato anche Francesco Di Maio, collaboratore di fiducia del sindaco e membro dello staff comunale. I due sono accusati dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, diretta dal procuratore Nunzio Fragliasso, del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità, un reato che si colloca tra la concussione e la corruzione.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’imprenditore che ha consegnato il denaro aveva già versato nel tempo circa 66.000 euro ai due indagati, in relazione all’appalto per il servizio di refezione scolastica 2023–2026, un contratto del valore complessivo superiore ai 4,5 milioni di euro. Ulteriori 50.000 euro sarebbero stati versati in relazione a un altro appalto per il miglioramento dell’asilo nido comunale nel triennio 2022–2025.

Al momento dell’arresto, i finanzieri hanno rinvenuto 4.500 euro in contanti nelle tasche del sindaco e 1.500 euro addosso al suo collaboratore. Il denaro, secondo le accuse, era stato appena consegnato dall’imprenditore che ha poi formalizzato la denuncia, collaborando con le forze dell’ordine nella ricostruzione dei fatti.

L’indagine, che si trova in una fase avanzata, resta tuttavia aperta. La Procura sta accertando l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti e l’esistenza di ulteriori episodi simili. Intanto, il Comune di Sorrento si ritrova senza guida, e nel palazzo municipale si respira un clima di grande tensione.

Nelle prossime ore si attende l’udienza di convalida dell’arresto dinanzi al giudice per le indagini preliminari. La notizia ha rapidamente fatto il giro della Penisola sorrentina, suscitando sconcerto tra cittadini e amministratori locali. Alcuni consiglieri comunali di opposizione hanno già invocato la sospensione da ogni incarico e la nomina di un commissario straordinario, mentre in ambienti vicini all’amministrazione si attende con cautela l’esito delle verifiche giudiziarie.

“È una vicenda dolorosa per la città – ha commentato un esponente della minoranza –. Ci auguriamo che venga fatta piena luce al più presto e che le istituzioni siano tutelate nella loro integrità”. Anche dalla Prefettura di Napoli si attendono nelle prossime ore valutazioni formali per eventuali provvedimenti amministrativi a carico dell’ente locale.

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