Connect with us

Roma

ROMA. L’ESERCITO ITALIANO ALLA ”NOTTE DEI MUSEI”

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti L’Esercito Italiano, custode di un notevole patrimonio storico, ha voluto aderire a questa iniziativa mettendo a disposizione il Museo storico della Fanteria e quello dei Granatieri.

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Redazione

L’Esercito Italiano anche quest’anno parteciperà alla “ Notte dei Musei”,  prestigioso evento culturale che dal 2005 si svolge con  successo in tutta Europa a cui  la città di Roma aderisce  per il quarto  anno consecutivo. Le gallerie  statali, civiche, private, le accademie, gli istituti e le case di cultura, le chiese, i palazzi storici di Roma,  saranno aperti straordinariamente e gratuitamente dalle 20 di sera fino alle 2 di notte. L’Esercito Italiano, custode di un notevole patrimonio storico,  ha voluto aderire a questa iniziativa mettendo a disposizione il Museo storico della Fanteria e quello  dei Granatieri. I Musei storici dell'Esercito raccolgono vive testimonianze del valore di molte generazioni di italiani che, lungo un arco temporale che racchiude tutta la nostra storia, hanno contribuito alla nascita della nazione italiana. All’interno di queste infrastrutture è a disposizione del visitatore un patrimonio di memorie e di tradizioni che merita di essere conosciuto e riaffermato per la riscoperta di eventi ancora presenti nelle azioni di oggi. Per lo specifico evento sarà quindi garantita l’apertura gratuita del  Museo storico della Fanteria, situato in un’area adiacente la basilica di S. Croce di Gerusalemme, i cui reparti espositivi, ricchi di  interessanti  plastici, uniformi, oggetti dei fanti di tutte le epoche,  sono dislocati in ordine cronologico su 35 sale e 5 gallerie. Il materiale esposto  segue  l'evoluzione storica della Fanteria, il Risorgimento, le Specialità dell'Arma, le Specialità Coloniali, 1^ e 2^ Guerra Mondiale, la Guerra di Liberazione, le Guerre Coloniali, i Corpi di Spedizione. L’altra struttura museale aperta sarà  quella del  Museo storico dei Granatieri, più antica specialità dell’Esercito Italiano, nelle cui sale  potrà essere ammirata una vasta rassegna di armi, mappe, prede belliche, documenti e vessilli a partire dal 1659, anno di costituzione della specialità. Per tale occasione, nella suggestiva location offerta dall’abside del Tempio Romano di Venere e Cupidine situato  all’interno del parco del Museo della Fanteria, si esibirà, la Banda dell’Esercito. Costituita nel 1964, la Banda dell'Esercito accentra i compiti e le funzioni di rappresentanza delle disciolte bande presidiarie minori. La formazione musicale si compone di centodue elementi, tutti diplomati al conservatorio e reclutati per concorso diretto. La Banda dell’Esercito, oltre a partecipare a molteplici manifestazioni e cerimonie militari di alta valenza istituzionale, svolge anche un'apprezzata attività, sia in Italia sia all'estero, con un programma musicale ricco e articolato.  

Sedi museali aperte gratuitamente:
– Museo storico della Fanteria, Piazza Santa Croce in Gerusalemme n. 9;
– Museo storico dei Granatieri , Piazza Santa Croce in Gerusalemme n. 7.
 

Cronaca

Intrighi e tensioni al Vicariato di Roma: il futuro della Diocesi tra cambiamenti e polemiche

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Domani, l’11 novembre, è prevista la prima riunione dei neo-eletti dei Consigli, tra i quali spiccano figure già note nel panorama romano: ecco i nomi

Roma, 10 novembre 2024 – Nelle ultime settimane, la gestione interna del Vicariato di Roma ha attirato un’attenzione sempre più forte, in un clima di crescente malcontento e interrogativi non risolti. A sollevare nuove perplessità è stato il silenzio del giornalista Federico Tulli, che, dopo una visita al Vicariato e un incontro con Don Renato Tarantelli, ha pubblicato un reportage che ha suscitato perplessità. Nonostante avesse richiesto in precedenza di visionare il bilancio consuntivo 2023, Tulli ha preferito concentrarsi su temi già noti, omettendo di approfondire aspetti finanziari che avrebbero potuto fare luce sui complessi meccanismi economici della Diocesi. Così, ormai sembrerebbe che piuttosto che insistere sulle richieste che aveva fatto in precedenza di visionare il bilancio consuntivo dell’anno 2023 del VICARIATO DI ROMA e della DIOCESI DI ROMA (CHE A QUESTO PUNTO PUBBLICHIAMO NOI: CLICCA QUI) abbia pensato bene di scrivere notizie fritte e rifritte che appaiono, a nostro umile parere, prive di approfondimenti.

In questo contesto si inseriscono anche le vicende passate dell’attuale Vicario di Roma, Mons. Baldassare Reina. Le sue scelte di gestione del seminario di Agrigento, soprattutto riguardo a seminaristi con orientamenti omosessuali, hanno sollevato dubbi per via di presunti metodi severi e controversi, suscitando reazioni contrastanti già quando fu nominato a capo della Diocesi romana. Sorprende che, nonostante la presenza di un ufficio comunicazioni diretto da Padre Giulio Albanese e di diversi giornalisti, questi episodi non siano stati approfonditi pubblicamente, pur essendo ormai ben noti tra le mura del Vicariato.

All’inizio del 2023, sotto la guida di Reina, è iniziata una riorganizzazione che ha portato all’allontanamento di figure di spicco, come Mons. Dario Gervasi, già ausiliare del settore sud di Roma. Questa decisione, apparentemente motivata da un piano di ristrutturazione interna, lascia il settore sud senza una figura di riferimento, in attesa di un nuovo coordinatore. Intanto, si parla di ulteriori cambiamenti all’interno dell’Ufficio giuridico, dove i vescovi dei settori nord ed est potrebbero essere rimpiazzati.

Parallelamente, le recenti elezioni online per il Consiglio dei Prefetti e il Consiglio Presbiterale della Diocesi di Roma hanno suscitato malumori tra i partecipanti. Le procedure e le modalità delle elezioni, supervisionate dalla cancelliera del Vicariato Maria Teresa Romano, hanno generato confusione e disapprovazione. Romano ha commesso errori nella selezione degli elenchi elettorali, il che ha portato molti elettori a disertare il voto. I nominati finali sembrano essere stati scelti tra coloro che hanno mostrato maggior allineamento con la linea del Vicariato e, di fatto, con il nuovo corso avviato da Reina.

Domani, l’11 novembre, è prevista la prima riunione dei neo-eletti dei Consigli, tra i quali spiccano figure già note nel panorama romano. Si ritroveranno in Vicariato, nella sala riunioni del terzo piano, sia con i nuovi eletti del consiglio dei prefetti sia con i nuovi eletti del consiglio presbiterale, ecco alcuni nomi di coloro che sono stati “scelti”:

Mons. Pietro BONGIOVANNI, Padre Sergio CAVICCHIA, Mons. Francesco PESCE, don Carlo PURGATORIO, don Danilo SPAGNOLETTI, don Diego CONFORZI, don Massimo TELLAN, don Stefano SPARAPANI, don Giuseppe PETRIOLI, don Luigi LANI, don Concetto OCCHIPINTI, don Stefano Charles CASCIO, don Marco SIMEONE, don Fabio FASCIANI, don Giovanni Vincenzo PATANE’, don Angelo COMPAGNONI, don Roberto CASSANO, don Alessandro ZENOBBI, don Giacomo PAVANELLO, don Simone CAROSI, don Antonio GRANIO, don Tommaso MAZZUCCHI, Padre Giulio ALBANESI, don Emanuele ALBANESE, don Alessandro CASERIO, don Pier Luigi STOLFI, Mons. Andrea CELLI e don Giuseppe REDEMAGNI e altri…

Tra questi spiccano nuovamente coloro che hanno fatto la storia passata del Vicariato di Roma quali don Pier Luigi STOLFI e Mons. Andrea CELLI quest’ultimo famoso per aver guidato per tanti anni l’ufficio giuridico del Vicariato di Roma e aver gestito insieme alla sua addetta Emanuela SANTELLI tutto il patrimonio immobiliare della diocesi di Roma e degli enti collegati. In particolare ricordiamo i molto discussi contratti di locazione con la società “WELLINGTON POLO FASHION s.r.l”, alla quale venne concesso in locazione una fetta importante del palazzo di lungotevere Vallati senza richiedere garanzie e ad un canone di locazione molto inferiore ai valori di mercato e a concedere altri appartamenti ai signori DI DOMENICO e SAFDIE persone di riferimento della suddetta società sempre nello stesso palazzo.

La scelta di alcuni esponenti e le continue epurazioni stanno contribuendo a delineare un nuovo assetto interno che, tra riorganizzazioni e sospetti di favoritismi, sembra rispecchiare il consolidamento di un gruppo di potere in cui la figura di Mons. Reina si distingue in posizione centrale.

Continua a leggere

Castelli Romani

Monte Compatri: controversie e interrogativi sull’isola ecologica di Pantano

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Dignità dei lavoratori e trasparenza gestionale sotto la lente dei cittadini e delle istituzioni

Nel cuore di Monte Compatri, l’isola ecologica di via Santa Maria Le Quinte, località Pantano, è al centro di accese discussioni. Tra container temporanei, condizioni lavorative discutibili e voci su possibili utilizzi non autorizzati da parte della Tekneko s.r.l., emergono interrogativi sul rispetto della dignità dei lavoratori e la trasparenza nell’uso dei fondi pubblici. La comunità attende risposte dalle istituzioni, mentre il dialogo sulla gestione del servizio di igiene urbana si fa sempre più urgente

Nel cuore di Monte Compatri, il tema dell’isola ecologica in via Santa Maria Le Quinte, località Pantano, continua a sollevare un polverone di voci e preoccupazioni.
Da qualche giorno, un piccolo container si è aggiunto ai già esistenti allestimenti, utilizzati come spogliatoi e docce per i lavoratori della Tekneko s.r.l., la società appaltante del servizio di raccolta rifiuti.
Ma ad un osservatore attento, è evidente che la situazione solleva più interrogativi che certezze.
Secondo alcune voci emerse, i dipendenti che si occupano della raccolta si trovano a dover affrontare non poche difficoltà: si cambiano in un container e, per lavarsi, sono costretti a uscire, attraversare un piazzale all’aperto e accedere a un ulteriore container adibito a docce.
Un percorso poco pratico, che stride con le buone pratiche di gestione dei servizi, soprattutto quando si parla della dignità dei lavoratori.
La vicenda si infittisce ulteriormente se si considera la precedente richiesta della Tekneko s.r.l., datata 7 maggio 2024, con nota prot. 13340, nella quale si richiedeva la “deolocalizzazione del centro logistico” situato in via Fontana delle Cannetacce.

L’azienda sosteneva di voler ottimizzare la gestione del Servizio di igiene urbana, promettendo nel contempo “moduli prefabbricati ad uso igienici, spogliatoi e uffici”.

Una delibera della Giunta Comunale di Monte Compatri, datata 9 maggio 2024, la numero 64, ha dato seguito a tale richiesta, ma a oggi ciò sembra più un miraggio che una concreta realtà.
Le “voci” dalla comunità non si limitano solo ai container.
Si “vocifera”, infatti, di mezzi dedicati alla raccolta dei rifiuti del vicino comune di Colonna, sempre gestiti da Tekneko, che “parcheggerebbero” i loro mezzi su un piazzale sterrato dell’isola ecologica di Monte Compatri.
È lecito, ancora una volta di più, interrogarsi se esista una vera e propria autorizzazione che legittimi questa pratica e, di conseguenza, se i diritti degli operai e la loro sicurezza siano adeguatamente tutelati.
Il 6 novembre, abbiamo deciso di fare richiesta agli uffici competenti, inoltrando una PEC al vicesindaco, Nicoletta Felici. con copia al sindaco, Francesco Ferri, al responsabile dell’ufficio ambiente, e alla comandante della Polizia Locale, elencando cinque questioni cruciali, che rimangono finora senza risposta.
Questa la pec inviata al protocollo del comune di Monte Compatri


Oltre a quest’ultima questione, i dubbi si allungano come un’ombra, sollevando interrogativi sulla dignità e il benessere dei lavoratori stessi.
Così, ci si chiede: le promesse di miglioramento delle condizioni lavorative preannunciate dall’azienda, con lo spostamento del centro logistico, sono state mantenute, o sono rimaste solo parole al vento?
È doveroso ricordare che il servizio di raccolta rifiuti, finanziato con i soldi dei contribuenti di Monte Compatri, deve rispondere a standard di efficienza e sostenibilità.
Gli amministratori pubblici hanno il compito di garantire che le risorse siano utilizzate al meglio, per il bene della collettività e il rispetto dei diritti dei lavoratori.

foto del piazzale dove sono parcheggiati i mezzi Tekneko

Finché non ci saranno risposte chiare e trasparenti, il dubbio rimarrà e la necessità di chiedere conto di quanto avviene all’interno dell’isola ecologica diventerà sempre più urgente e legittima.
Il nostro impegno nel richiedere e diffondere queste informazioni non si fermerà qui.
I cittadini di Monte Compatri meritano di sapere come vengono gestiti i loro soldi e come vengono trattati coloro che si prendono cura della loro città.

in copertina foto dell’isola ecologica di Monte Compatri

Continua a leggere

Castelli Romani

Monte Compatri caso Tekneko: intervista a 360° al consigliere Marco de Carolis

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 7 minuti
image_pdfimage_print

Dopo la pubblicazione dei recenti articoli che hanno approfondito il caso Tekneko a Monte Compatri, la nostra redazione ha ricevuto una comunicazione dall’avvocato Marco de Carolis, consigliere comunale e già sindaco della cittadina dei Castelli Romani, dove ha espresso la sua disponibilità a rilasciare un’intervista per discutere le questioni sollevate e fornire la sua prospettiva sul tema.
Ultimamente, si è scatenato un acceso dibattito sui social media tra il consigliere de Carolis e il sindaco di Monte Compatri, Francesco Ferri.

Le schermaglie virtuali tra i due esponenti politici hanno catturato l’attenzione degli utenti, mettendo in luce divergenze di opinioni e strategie riguardo alla gestione della città e questo scontro, che ha sollevato un vivace confronto di idee, testimonia le tensioni politiche in atto a Monte Compatri e il crescente utilizzo dei social come piattaforma di espressione e discussione pubblica.

Innanzitutto, grazie per la sua disponibilità ed iniziamo questa nostra intervista con una domanda estremamente diretta: come commenta la decisione di Tekneko di inquadrare sette lavoratori con un Contratto FISE Assoambiente? È un passo sufficiente per proteggere i lavoratori?

Grazie a voi per l’attenzione mostrata sull’argomento, per questo vi sono veramente grato.
Registriamo indiscutibilmente un atto di buona volontà della ditta appaltatrice, seppur tardiva.
Il dato incredibile di questa vicenda è che la decisione è giunta dopo che il Consiglio Comunale del 15 ottobre, ovvero quando la maggioranza Ferri aveva rigettato la mia mozione, che appunto chiedeva l’inquadramento contrattuale degli 11 dipendenti della ditta Tekneko secondo il Contratto FISE ASSOAMBIENTE.
In quella seduta consigliare l’Assessore all’Ambiente, Nicoletta Felici, ha affermato che il richiesto inquadramento non si poteva fare e la maggioranza ha quindi bocciato la mia Mozione.
Dopo neanche 15 giorni la mia proposta viene invece accolta dalla predetta ditta appaltatrice che ha deciso invece di inquadrare i dipendenti secondo il Contratto Collettivo FISE ASSOAMBIENTE, proprio come richiesto dal sottoscritto.
Peccato che lo abbia fatto con un livello che ritengo non aderente a quello previsto nel contratto di appalto per quanto mi risulta.
L’altro aspetto invece onestamente non è comprensibile riguarda i 4 lavoratori che invece sono stati esclusi dall’adeguamento contrattuale.

Riguardo ai quattro operatori ecologici che rimangono esclusi da questa formazione contrattuale, perché secondo lei, non sono stati considerati e quali azioni intende intraprendere in Consiglio Comunale per garantire i loro diritti?

Ripeto non conosco i motivi di questa “discriminazione” degli operatori ed è proprio per questa ragione che proporrò una nuova mozione per chiedere al Consiglio Comunale di pronunciarsi, affinché l’assessore preposto e il Sindaco finalmente facciano quello che avrebbero dovuto fare da tempo.
Contrariamente a quanto affermato dal Sindaco, che ha pubblicamente riferito, mentendo spudoratamente ai suoi concittadini sui social, di aver lavorato per l’inquadramento contrattuale per poi essere smentito clamorosamente dai COBAS, rilevando che in realtà il Ferri non ha mosso un solo dito per aiutare i lavoratori.
Quando un sindacato che ha seguito la vicenda dall’inizio svela le menzogne di un sindaco c’è poco da fare, eticamente la figuraccia è grave e le dimissioni sarebbero un atto dovuto e basti pensare che in America il presidente che mente viene sottoposto ad un procedimento
(impeachment n.d.s.) che può condurre alla sua rimozione forzata – naturalmente il tutto con le dovute proporzioni sotto ogni profilo -, parallelismo per meglio comprendere quanto poco etico sia mentire spudoratamente alla propria comunità per coloro che rivestono un ruolo istituzionale.

Alcune voci raccolte in paese ci hanno informato che è stata sporta una segnalazione all’Ispettorato del Lavoro riguardo le condizioni nel cantiere di Monte Compatri: Lei ne è al corrente? e comunque, a suo avviso, quali misure possono migliorare la situazione attuale?

In verità ignoro chi abbia eseguito la segnalazione all’Ispettorato del Lavoro del cantiere di via Fontana delle Cannetacce a Monte Compatri.
Comunque è evidente che se tutto il Centro Logistico della ditta appaltatrice e del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è stato trasferito definitivamente in un altro sito e precisamente nell’Isola Ecologica nella frazione Pantano Borghese, i problemi presumibilmente esistevano ed erano di una certa gravità.

Con Tekneko che ha vinto un appalto a Colonna, sempre alcune voci, dicono che il Centro di Raccolta di Monte Compatri venga utilizzato anche come spogliatoio per i dipendenti del comune limitrofo nonché come deposito mezzi. Non pensa, se la notizia fosse vera, che possano sorgere ulteriori problematiche?

Non conosco se ciò accada, ma l’attuale spogliatoio è nato per ospitare soltanto i dipendenti che operano sul cantiere di Monte Compatri – e onestamente già mi sembra piuttosto striminzito – e non può essere adibito ad ulteriori operai.
Così come non riesco a comprendere come le docce possano essere separate dagli spogliatoi.
Infine vorrei sapere se la ditta appaltatrice, il cui personale è a servizio del Comune di Colonna, sia stata autorizzata ad utilizzare beni strumentali, macchinari, in uso normalmente, o meglio dovrebbe esserlo, sul cantiere del Comune di Monte Compatri, proprietario dell’Isola Ecologica, oppure conoscere dove lo spogliatoio a servizio dei dipendenti sul territorio di Colonna sia stato collocato.

Marco Cianti il lavoratore licenziato dopo essere stato vittima di un incidente sul lavoro il 24 aprile scorso

Il licenziamento di Marco Cianti, che ha subito un grave incidente sul lavoro il 24 aprile scorso, ha suscitato preoccupazione. Ha un’idea delle cause e ci possono essere stati abusi da parte della società appaltante?

Ritengo che il licenziamento di Marco Cianti sia una vera e propria ingiustizia.
Marco si era limitato a chiedere un diverso inquadramento contrattuale, quello che lo scorso 31 ottobre è stato accordato a quasi tutti di dipendenti dalla stessa ditta appaltatrice.
Questo dimostra che la richiesta fosse assolutamente legittima.
Subito dopo, il lavoratore ha subito un malore mentre svolgeva una mansione che probabilmente non doveva essergli assegnata, ma è stato completamente ignorato, prima dalla ditta di cui era dipendente, poi dall’Amministrazione Comunale che lo ha abbandonato a se stesso.
Quando finalmente è stato in grado di riprendere il lavoro, è stato oggetto di una serie di comportamenti che sono al vaglio dell’autorità giudiziaria, per quelle che sono le mie notizie e mi auguro che presto Marco possa avere giustizia.
Anche le denunce rispetto alle carenze del luogo di lavoro sono state ritenute fondate dall’Ispettorato di Lavoro.
Quindi Marco aveva ragione, ma è stato licenziato.
Spero che la giustizia restituisca a Marco ciò che gli è stato indebitamente strappato, quel lavoro che permette a lui e la sua famiglia di sopravvivere decorosamente.

Secondo i Cobas, l’amministrazione guidata dal sindaco Ferri, esce malconcia da questa situazione ed è accusata di “indifferenza”. Cosa ne pensa di queste critiche?

Assolutamente legittime.
In questo caso parlano i fatti concreti: il Ferri è rimasto assolutamente indifferente quando Marco ha subito l’infortunio che poteva costargli la vita.
Il Sindaco di Monte Compatri (Francesco Ferri n.d.s.) ha ignorato completamente il disagio di Marco e della sua famiglia.
Questo comportamento inaccettabile è avvenuto nonostante il dipendente abbia richiesto un incontro decine di volte con telefonate, messaggi, posta certificata.
Tutto inutile, il Ferri si è sempre rifiutato di incontrarlo, dimostrando uno scarso senso delle istituzioni e macchiando la carica che indebitamente riveste.
Quando Marco è stato licenziato, poi, il Sindaco non si è degnato di contattarlo, neppure per esprimere solidarietà ad un lavoratore che non sapeva quale sarebbe stata la sua sorte e quella del suo nucleo famigliare.
Insomma un comportamento indecente per un Sindaco, ma prima ancora per un uomo che è anche padre. E pensare che una volta il PD era il partito dei lavoratori … qualcosa, nel tempo, dev’essere andato storto …

Anche lei è stato criticato dai Cobas per la sua frase sulla “maggiore sensibilità”.
Ci spiega cosa intendeva e su quali basi si fonda questa affermazione?

Fino a quel momento avevamo assistito ad un atteggiamento di assoluta chiusura dell’Amministrazione Comunale e della ditta appaltatrice, pertanto l’apertura dell’azienda mi è sembrata significativa, anche se non sapevo che alcuni dipendenti fossero rimasti fuori dall’inquadramento contrattuale FISE e, come ho detto, questa forma di discriminazione non la trovo assolutamente condivisibile.

È preoccupato per l’assegnazione dei livelli contrattuali, in particolare il livello J? Può non garantire le adeguate mansioni? Come intende affrontare questa questione dei dipendenti in questione?

Il livello J prevede, se non erro, soltanto lo “spazzamento”, mentre in realtà i dipendenti assicurano il servizio nel suo complesso e quindi non mi sembra sia pertinente all’attività realmente svolta dai dipendenti in questione.
Poi il capitolato e il contratto di appalto prevedeva dei livelli dei dipendenti, tra i quali non mi risulti che sia annoverato il livello J.
Affronterò l’argomento utilizzando gli strumenti che la norma mette a disposizione dei Consiglieri di minoranza.

Lei in Consiglio Comunale ha fatto riferimento al numero di operai che debbono essere utilizzati per questo servizio. Ma è possibile verificare la questione e a chi sarebbe in capo il controllo di questa situazione?

Il contratto di Appalto prevede che i dipendenti utilizzati per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sul territorio del Comune di Monte Compatri debbano essere complessivamente 22.

I Cobas segnalano sinistri stradali frequenti con i mezzi di Tekneko.
Ritiene che la società mostri scarsa attenzione, o ci sono tensioni interne al cantiere?

Effettivamente si sono verificati degli incidenti che hanno coinvolto mezzi e dipendenti della società Tekneko s.r.l. ma quali ne siano le cause non sono in grado di saperlo, né spetta a me indagare, certo è innegabile che questi si sono verificati con una certa frequenza.

Tante manifestazioni di solidarietà sono arrivate per Marco Cianti.
Come interpreta questo supporto e crede che possa influenzare le decisioni dell’amministrazione?

Questo vuol voler dire che Marco svolgesse responsabilmente il proprio lavoro con dedizione e scrupolo e non meritava il trattamento che gli è stato riservato, sia dalla ditta di cui era dipendente che dall’Amministrazione Comunale.
Mi auguro soltanto che presto possa ritrovare al più presto lui e la sua bella famiglia quella serenità che gli è stata strappata.

Nel suo ultimo post su Facebook, ha promesso ulteriori azioni a tutela dei lavoratori di Tekneko, ci può anticipare qualcosa?

Dopo che ho avuto notizia che quattro dei dipendenti della Tekneko S.r.l. non hanno ricevuto l’inquadramento contrattuale FISE ASSOAMBIENTE ho immediatamente scritto una ulteriore Mozione da proporre al primo Consiglio Comunale utile, affinché solleciti la ditta appaltatrice a garantire che tutte le forze lavorative impiegate sul territorio comunale abbiano lo stesso trattamento contrattuale.
Mi aspetto che il Sindaco faccia finalmente il Sindaco e la smetta di comportarsi in modo infantile, assecondando i suoi interessi piuttosto che quelli della nostra comunità.

Infine, con la scadenza del contratto di appalto tra pochi mesi, crede che Tekneko, sotto i riflettori, decida di ritirarsi da questo appalto?

Perché dovrebbe farlo? Mi auguro invece che questo non accada e che quanto avvenuto sia da stimolo a fare di più e soprattutto meglio.

Un’intervista che porta alla luce una situazione di conflitti, ingiustizie e opportunità perdute.
Un affresco complesso di una realtà lavorativa che meriterebbe un’attenzione assai più responsabile e proattiva da parte di chi è chiamato a governare e garantire i diritti dei cittadini.
L’invito è chiaro: basta promesse, è tempo di agire.
Ancora un grazie alla disponibilità del consigliere comunale, l’avvocato Marco de Carolis.

Desideriamo sottolineare la nostra totale disponibilità ad accogliere dichiarazioni o commenti da parte dell’amministrazione e della società Tekneko.
Riteniamo fondamentale dare voce a tutte le parti coinvolte e garantire una copertura completa e equilibrata delle questioni in discussione.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti