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Pachino, lotta alla pedofilia: l’impegno dell’insignito Ancri Don Fortunato Di Noto

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PACHINO (SR) – Lotta alla pedofilia sempre in primo piano. Don Fortunato Di Noto, presidente dell’Associazione Meter, da anni in prima linea nella individuazione e segnalazione alle forze dell’ordine dei reati a sfondo sessuale con vittime minori nominato Vicario Episcopale per il disagio sociale e la fragilità La nomina è stata annunciata dal Vescovo della diocesi di Noto, Mons. Antonio Staglianò, durante la cerimonia di inaugurazione del nuovissimo Polo formativo ed educativo di Meter Onlus a Pachino (Siracusa), il comune dell’estremo Sud più vicino all’Africa Il Vescovo ha chiarito, alle autorità della Provincia aretusea e di altre città siciliane e alle oltre 500 persone intervenute alla cerimonia, di aver nominato Vicario Episcopale per il disagio sociale e la fragilità don Fortunato Di Noto, per dare una risposta concreta alle esigenze delle persone che versano in una condizione di fragilità. D’ora in avanti le problematiche complesse di bambini, persone vulnerabili e fragili, potranno essere gestite oltre che dall’Ufficio diocesano per la fragilità, anche da un “Vicario Episcopale.”

Il Polo per la formazione ed educazione, si legge in una nota, “è uno spazio armonico multidisciplinare dotato di sale attrezzate ed equiparate ad alti standard tecnici e funzionali. Una superficie interna di oltre 1.500 mq ed un’area esterna di 10.500 mq con una chiara attività di servizi correlati e strutturati tra di loro per dare risposte di aiuto a tutte le esigenze sociali ed ecclesiali. Le attività formative del Polo sono seguite dalle figure professionali di Meter e si avvalgono anche di collaboratori di enti statali e privati di notevole importanza. Il Polo si erge per formare risorse umane di alto profilo, per arginare e rispondere alle problematiche sociali nell’ambito dell’infanzia, dell’adolescenza e della famiglia. Le attività sono studiate ed elaborate per tutti gli interessi sociali”.

Per Meter onlus il Polo “è un ulteriore incoraggiamento ad andare avanti con vigore e forza sulla strada intrapresa. Grazie alla generosità della Congregazione religiosa Suore Adoratrici del Beato Francesco Spinelli, Meter prosegue l’importante impegno intrapreso a beneficio del territorio siciliano, nazionale e internazionale, per l’infanzia, l’adolescenza, le famiglie, le comunità ecclesiali, civili e sociali”. Per l’occasione il presidente del Senato della Repubblica Pietro Grasso, quello della Camera dei Deputati Laura Boldrini, l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, l’ambasciatore Polacco presso la Santa Sede, Janusz Kotański, hanno espresso a don Fortunato Di Noto parole di stima per l’opera che sarà a servizio dell’infanzia e delle famiglie. A Don Fortunato di Noto, insignito dal Presidente della Repubblica della benemerenza di “Cavaliere al Merito della Repubblica” son pervenute le felicitazioni anche dall’ANCRI (Associazione Nazionale dei Cavalieri al Merito della Repubblica) di Catania, con gli auspici per un fecondo ministero pastorale in risposta ai bisogni dei bambini, degli ultimi e dei deboli

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Ieri e oggi, salutarci anche se non ci si conosce: esiste ancora questo status di gentilezza verso “l’estraneo”?

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Non è necessario avere una deontologia sociologica per rispondere che oggi a differenza di ieri è difficile incontrare persone che si salutano anche se non si conoscono l’una con l’altra.

Un tempo, in particolare nel periodo del boom economico e successivamente (dagli anni ’70 in poi), era consuetudine salutarsi per strada o all’interno di un locale anche se non ci si conosceva.


Questa testimonianza ci arriva dalle parole dei nostri nonni o comunque da persone che hanno vissuto l’ultimo ventennio del secolo scorso. Le persone di “ieri” dichiarano che, soprattutto nei paesi, quasi tutti si conoscevano e si salutavano quando ci si incontrava nei bar o nei negozi non solo come atto di gentilezza, ma come momento celebrativo di “quell’”incontro. I giovani, gli adulti e gli anziani che si incontravano avviavano veri e propri discorsi, si scambiavano pensieri e ridevano insieme. Vigeva “la legge” del convivere e del condividere tutti assieme.


Oggi è evidente che la società è cambiata, le persone si isolano, parlano solo con chi conoscono e a volte faticano a salutare amici, conoscenti o addirittura persone della propria famiglia. La società si isola perché non vuole parlare di sé a chi non conosce o dispensare pensieri che ritengono poco interessanti.


I giovani, ma anche gli adulti “sono amici” della loro “compagnia” nonché quelle persone con cui si esce da sempre per mangiare una pizza, per fare un aperitivo o semplicemente per scambiarsi consigli e pareri. Sono quegli amici di cui ci fidiamo e con cui si sono condivisi momenti di gioia, di tristezza, di malinconia e di angoscia; istanti di vita che solo quell’amico/a possono capire.


La società del XXI secolo è molto “attaccata” alla presenza dei cellulari, dei pc e da tutte le nuove comunicazioni tecnologiche: chat, web, videochiamate, social network, selfie e internet. I giovani sono sempre più distaccati dai propri genitori e spesso non hanno tempo di parlare, ma prediligono trascorrere le proprie giornate al cellulare e sui social.
Oggi, di concerto, anche gli adulti sono dipendenti dalle tecnologie e spesso si “perdono” in momenti di pura solitudine, tralasciando il presente.


Questa situazione comporta un’inversione relazionale: si passa dal salutarci senza conoscersi al “negare” quasi la presenza di un’altra persona.


Si è sorpassato il limite massimo della convivialità e della comprensione altrui; ci si è lasciati travolgere dalla chiusura emotiva piuttosto che dalla volontà di andare oltre, pensando non solo a noi stessi, ma anche agli altri.

L’emotivo è caduto, lasciando spazio all’egocentrismo.

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Rai Yoyo, per la gioia di grandi e piccini torna “L’Albero Azzurro”

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Tremila puntate per “L’Albero Azzurro”. Da lunedì 6 maggio il programma per bambini più longevo della tv italiana torna in una rinnovata edizione e per l’occasione viene promosso in prima serata “L’Albero Azzurro”. Appuntamento dal lunedì al giovedì, alle ore 20.50, su Rai Yoyo e RaiPlay.
 
Unico nel panorama televisivo italiano “L’Albero Azzurro” è il programma che ha saputo conquistare i cuori di intere generazioni: 32 edizioni, 34 compleanni dalla prima trasmissione del 1990, e ben 2099 puntate andate in onda fino a ora sono la forza di un progetto editoriale e di un brand Rai che ha da sempre saputo rinnovarsi nel segno di una evoluzione dei linguaggi e dell’estetica senza mai tradire l’intuizione originale e il significato poetico di un luogo speciale per i più piccoli. Quella di lunedì 6 maggio sarà la puntata numero tremila: un record per un programma dedicato ai bambini.
 
In occasione dei 70 anni della Tv, L’Albero Azzurro trova una nuova collocazione alle 20.50, regalando 15 storie originali ai bambini prima di andare a dormire. È un cambiamento che trasforma lo spazio luminoso dell’Albero Azzurro con una magica e suggestiva nuova luce. Le avventure di Dodò e dei suoi amici si aprono a una dimensione più intima, dove, attraverso storie coinvolgenti e qualche brivido, sono indagate le emozioni e le paure dei cuccioli. Il momento è speciale, al limite della giornata, prima o dopo il sonno, o dopo un momento intenso di attività. Le avventure ci accompagnano nel mondo fantasmatico che si delinea tra la coscienza e l’immaginazione, alla ricerca di parole e comportamenti che fanno ritrovare sicurezza e allontanano i timori.
 
Sempre nel segno del divertimento, Dodò (che ha la voce di Paolo Carenzo ed è animato da Emanuele Buganza) e i suoi amici Zarina e Ruggero incontrano creature buffe e bizzarri personaggi, fanno viaggi speciali e sogni incredibili guidati dalla stella più splendente, scoprendo così che anche i suoni provenienti dalle zone sconosciute o buie, molto spesso, possono essere più amichevoli che paurosi. A condurre il gioco sono sempre Laura Carusino e Andrea Beltramo, che con il loro sguardo attento rappresentano i rassicuranti ruoli di adulti di riferimento. Laura e Andrea proteggono, sostengono, invitano all’autonomia, aiutano ad affrontare con gioia e leggerezza, ma anche con chiarezza e verità, le piccole e “grandi” conquiste di ogni giorno.
 
In un ideale percorso di crescita, le avventure del nostro beniamino Dodò partono dalla “sua” casa, il set con l’albero azzurro, un nido che accoglie e disegna uno spazio colorato e rassicurante per tutti i bambini. L’innesco di trama è sempre un “problema” che impedisce al cucciolo di rilassarsi, che sia la paura del buio o dei mostri, la paura di fare brutti sogni o di lasciare andare un giocattolo rotto, fino ad arrivare a paure più complesse come la paura che i grandi litighino o quella di diventare grandi. Il passaggio segna l’ingresso nell’immaginario di Dodò.
 
Un nuovo set che porta la firma di Franco Bottara mette in scena il mondo del fantasmatico dove il problema e la paura vengono affrontati e risolti con l’aiuto di personaggi spaventosamente buffi e travestimenti capaci di suscitare stupore. Laura e Andrea danno vita a personaggi di fantasia in grado di tradurre le emozioni dei cuccioli e di aggiungere una nota comica e sdrammatizzante a situazioni che altrimenti potrebbero risultare troppo minacciosi. In questo modo, il format mantiene e rinforza il suo modo tipico di strizzare l’occhio a un tipo di ironia e di estetica che aggiunge una nota di contemporaneità e comicità che piace anche ai più grandi.
 
A problema risolto, si torna all’Albero. L’ultimo passaggio è quello della canzone che aiuta a ricomporre il conflitto e a spostare il focus del bambino dalle proprie paure individuali a un rituale condiviso e rassicurante…. Cantando, anche gli ultimi timori si dissolvono. Il corredo musicale è in linea con questa edizione speciale, proponendo qualche sano antidoto contro la paura, rime scaccia fantasmi e nuovi arrangiamenti per le canzoni già in repertorio. All’Albero Azzurro la cosa importante è stare insieme e rinnovare un modo autentico per crescere.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Friuli Venezia Giulia, prosegue con successo il Festival delle Dimore Storiche

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Prosegue con successo con la seconda edizione il Festival delle Dimore Storiche organizzato da ADSI FVG (Associazione delle Dimore Storiche): quattro giorni per conoscere la storia del Friuli Venezia Giulia, visitando e vivendo il ricco patrimonio artistico ed architettonico della regione che spesso resta nascosto dietro siepi e cancelli.
 
Dal 25 al 28 aprile, con l’apertura straordinaria delle dimore e dei parchi, è stato realizzato un ricco programma di eventi organizzati grazie all’iniziativa dei proprietari: degustazioni, concerti, presentazioni di libri, esercizi di cucina..
 
Sono 21 le dimore private, ancora oggi abitate, che hanno aperto le porte e proprio i proprietari hanno fatto da guida per raccontarne non solo storia e caratteristiche architettoniche, ma anche aneddoti e curiosità dei luoghi che si tramandano da generazioni.
 
“È una grande soddisfazione poter organizzare il secondo Festival dopo la sfida della prima edizione: il nostro obiettivo era proprio quello di renderlo un appuntamento annuale; – sottolinea il presidente di Adsi Fvg Raffaele Perrotta –lavorando da mesi per costruire un programma ricco e vario in modo da attrarre sia chi vive sul territorio sia chi arriva da fuori regione e da oltre confine. Si tratta di un’occasione unica per far conoscere un patrimonio unico in Europa per storia, per valore culturale ed artistico.”
 
Sono sedici le dimore ad aver aperto in provincia di Udine: partendo dalla Carnia con Palazzo De Gleria (Comeglians), scendendo nelle colline a nord della città con Casa Asquini (Fagagna), La Brunelde Casaforte d’Arcano (Fagagna), Villa del Torso Paulone (Brazzacco di Moruzzo), Villa Gallici Deciani (Cassacco), Villa Schubert (Marsure), passando per il centro di Udine con Palazzo Orgnani,  Palazzo Pavona Asquini e Villa Garzoni, fino ad arrivare a sud con Casa Foffani (Clauiano), il Folador di Villa Rubini (Trivignano), Villa Iachia (Ruda), Villa Lovaria (Pavia di Udine), Villa Pace (Campolongo Tapogliano), Villa Ritter de Zahony (Monastero di Aquileia), Villa Vitas (Strassoldo di Cervignano del Friuli).          
 
Tre dimore invece nel goriziano, Villa Attems Cernozza di Postcastro (Lucinico), Villa del Torre (Romans d’Isonzo) e Villa Marchese de Fabris (San Canzian d’Isonzo), e due nel pordenonese, il Palazzo d’Attimis Maniago (Maniago) e Palazzo Scolari (Polcenigo).
 
Il programma è risultato ricco e variegato con oltre 40 eventi comprendenti aperitivi in villa e degustazioni, cene, presentazioni di libri, mostre d’arte e fotografiche, concerti, conferenze, spettacoli teatrali.
 
Per la visita guidata alle dimore era richiesta un’offerta minima di 10 euro a persona: i fondi raccolti serviranno a sostenere ulteriori progetti di valorizzazione del patrimonio culturale privato ADSI FVG e del territorio circostante. Bambini e ragazzi fino a 17 anni entravano gratis.
 
Il programma completo delle aperture e degli eventi con luoghi, orari e prezz disponibile su: bit.ly/3VryIWM, oppure consultando i profili social (Instagram e Facebook del Festival).
Privo di virus.www.avast.com



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