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Editoriali

AD OGNI COSTO

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A QUALSIASI COSTO

DI ROBERTO RAGONE

Ormai non si tratta più della volontà degli Italiani: i mezzi adottati da Renzi & Co. per far passare la ‘schiforma’ costituzionale non conoscono limiti. Menzogne – a quelle ci siamo abituati – intimidazioni, donazioni, spese folli – 4 milioni che sarebbero bastati, ad esempio, per la promessa stabilizzazione del precariato nei Conservatori, compresa nella legge di stabilità, e saltata, a favore di un folle invio di corrispondenza da parte dei sindaci, a tutti, a propaganda del SI’, al limite dello stalking, promettendo ‘più soldi al nostro comune’, – ma non si chiama ‘voto di scambio’? – calpestando la legge . La carica ha i suoi privilegi, nessuno lo denunzierà, avallando il detto che ‘se davanti alla legge siamo tutti uguali,  ci sono alcuni che sono più uguali degli altri’.  Perfino la Lorenzin ha fatto la sua parte, garantendo cure più efficaci ai malati di cancro, nel caso di approvazione della riforma. Siamo ai guaritori! Un’Italia più forte nei confronti dell’odiatissima Unione Europea, anche questo è uno degli slogan adottati da un Renzi alla frutta, in pieno marasma, tallonato da Napolitano – che va perfino a Porta a Porta per fare propaganda – dalla Merkel, e dai suoi referenti esteri, che possiamo intuire. Tanto fervore avrebbe dovuto già suscitare legittimi dubbi negli Italiani: qui non si tratta più di ciò che si promette  in maniera ormai riconosciuta ingannevole, ma sotto c’è ben altro, e tutti dovremmo metterci in allarme. In realtà quella che il ragazzo di Rignano – ma, a proposito i boy-scout non dovrebbero dire sempre la verità? – definisce ‘un’accozzaglia’,  è formata dai più eminenti e prestigiosi costituzionalisti che l’Italia possa annoverare, e il NO è espresso nel merito, e non per mandare a casa il suo governo: che rimanga pure, purchè sia messo in condizioni di non nuocere. Mentre Berlusconi, pur di mettere il piedino nella stanza dei bottoni, e di tagliare fuori il M5S, è pronto ad allearsi, lui centrodestra, con un centrosinistra eventualmente sconfitto: non gli è bastata la fregatura del primo Nazareno. Il che, in altri ambiti, si chiamerebbe con un brutto nome, che riguarda le lucciole dei marciapiedi. Ma tant’è, questa classe politica ci ha abituati a tutto. Come mai Obama, Merkel, Schauble, Moscovici, Schultze e Juncker si preoccupano tanto del nostro benessere, o, per lo meno, come mai fanno finta di preoccuparsene proprio ora, quando invece le loro decisioni hanno sempre causato disastri all’Italia, come alla Grecia? A che tende tutto questo fervore di opere? La Commissione Antimafia ha chiesto l’acquisizione dei documenti che riguardano un presunto caso di voto di scambio nei confronti del governatore De Luca: perché Renzi lo vuole Commissario per la Sanità in Campania, pur essendo per l’ennesima volta indagato? È chiaro che il suo radicamento sul territorio è molto forte, infatti è stato eletto con percentuali di oltre il 70%: dipenderà dalla sua bravura, o dalle fritture di calamari e gamberi che promette in propaganda elettorale? È chiaro che Renzi lo sostiene in ragione del numero di voti che può procurare, mettendo da parte ogni altra questione, etica o morale, mentre continua ad erogare denaro alla Campania per appalti pubblici: ha già superato, a quanto pare, gli undici miliardi di euro. Forse De Luca gli ha fatto un’offerta tanto vantaggiosa, da non poter essere rifiutata? Insomma, questa riforma deve passare ad ogni costo. Mentre aspettiamo di conoscere il risultato del voto degli Italiani all’estero, esposto ad ogni possibilità di brogli, ma che potrebbe, con i suoi quattro milioni di voti circa, ribaltare un eventuale risultato negativo in Italia, dove i più hanno aperto gli occhi. Nel frattempo l’Italia vera, quella di tutti i giorni, si sveglia ogni mattina più povera e meno sicura, nonostante i comunicati dell’Istat, evidentemente falsati nei risultati da un’indagine orientata anch’essa a favorire il governo Renzi. Pare infatti che gli Italiani ‘molto soddisfatti’ siano in netto aumento rispetto all’anno scorso, e che i posti di lavoro a tempo indeterminato abbiano superato i 500.000. Roba da non credere! Infatti non ci crede nessuno: basta guardare intorno, o in casa propria, per capire che si tratta di fandonie. Dopotutto il famoso detto a proposito delle statistiche racconta che se io mangio un pollo, statisticamente un altro ne ha mangiato metà. Ma la realtà non cambia. La statistica smentisce se stessa per definizione. Uno studio della Confcommercio, invece, rivela che l’equazione ‘più immigrati, più crimini’ è esatta, a dispetto di tutti i buonisti dell’accoglienza ad ogni costo. Quindi non è razzismo quello di chi vuole più tutela dei confini e delle città. Alla quale tutela non possono provvedere i soldati, messi per strada con un fucile d’assalto: i delinquenti sanno molto bene che non possono usarlo in un teatro urbano; oltre al fatto che correrebbero il rischio di essere perseguiti quando dovessero ferire o peggio ancora uccidere qualcuno. Quindi massimo riserbo anche sulle regole d’ingaggio. Intanto Renzi non ha ancora spiegato, come riporta in prima pagina il quotidiano ‘La Verità’, perchè si sia fatto pagare per tre anni l’affitto da un imprenditore, Carrai,  che riceveva appalti dal Comune di Firenze.  Un appartamento in via degli Alfani, 8, vista tetti, preso in affitto per mille euro al mese, e ceduto in comodato gratuito a Renzi, pare per incontri a sfondo ‘politico’ con Maria Elena Boschi, dei quali pare anche che Alfonso Signorini, direttore di ‘Chi’, abbia alcune foto, come riferisce l’ex impiegato al Comune di Firenze Alessandro Maiorano. Prosegue intanto la campagna denigratoria contro il M5S, reo d’aver clonato firme di ignari cittadini. Chi scrive in passato ha fatto parte di una sezione di partito politico: se andassimo a controllare tutte le firme raccolte dai partiti, e in particolare dalle sezioni ad essi facenti capo, scopriremmo, senza sorpresa, che nessuno è immune da ‘scorciatoie’. Però, di Grillo e dei suoi si parla ad ogni piè sospinto, come se le firme fossero vitali per la sopravvivenza di un partito, o di un Movimento. So di almeno un caso in cui qualcuno s’era inventato anche un falso notaio, dato che le firme andavano apposte in sua presenza. Purtroppo per loro, anche in questo caso i Grillini hanno peccato di ingenuità: dovevano sapere che, dato il clima, sarebbero stati super controllati, fermo restando che ciò che hanno commesso è e rimane una irregolarità: ma, alla fine, una tempesta in un bicchier d’acqua. Altri partiti, in passato, sono stati beccati nella stessa condizione, e anche peggio, a proposito di tessere fantasma per partecipare ad un congresso, senza che succedesse granchè, e senza che nessuno si autosospendesse. Oltreoceano, contro ogni previsione della Casta internazionale, Donald Trump inanella un successo via l’altro, e la sua popolarità aumenta ogni giorno. Ha già riconosciuto le risoluzioni di Parigi sul riscaldamento globale, la Obamacare – assistenza medica gratuita –, sconfitto il TTIP, con gran disdoro della velenosa Merkel,  e cavalca verso un’America ‘Great Again’, come nei suoi programmi. L’Italia rimane nelle peste, con questo governo, con questa classe politica e con questa ‘accozzaglia’ di gente che non vuole governare, ma solo riempirsi le tasche: ma gliel’hanno detto che le casse da morto, le tasche, non le hanno?

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Castelli Romani

Frascati: 8 settembre 1943, il giorno del dolore e della rinascita

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Esistono giorni che non solo diventano parte della Storia ma portano dentro di sé ricordi, emozioni e purtroppo anche lutti ed antiche paure.
L’ 8 settembre per noi che siamo nati a Frascati e per tutti quelli che vivono la bellezza di questa città questo giorno è nel contempo triste ma la riprova della forza piena che vive dentro Frascati.
Fu una ferita insanabile quell’8 settembre del 1943 quando alle 12,08 una pioggia di bombe dilaniò la città provocando la morte di centinaia di persone.

piazza San Pietro dilaniata dalle bombe

Ma la voglia di rinascere, la voglia di ricominciare, la voglia di spazzare via i dolori di una guerra rinacque proprio in quel giorno.
Credo che Frascati debba onorare di più questo ricorrenza affinché non diventi e resti la solita passerella di commiato.
Deve divenire vera “giornata della memoria della Città”.
Bisogna far si che l’8 settembre rappresenti per tutti il giorno si del dolore ma anche il giorno in cui Frascati ed i frascatani ritrovarono la forza di risorgere dalle sue ceneri come “araba fenice”.
Ho voluto riportare nella copertina di questo mio pensiero il quadro di un grande frascatano, Guglielmo Corazza, memoria vivente di quel giorno.
Quei colori e quelle immagini debbono divenire il monito a tutti noi degli orrori della guerra, della stupidità della guerra.
Perché Frascati pagò con il sangue dei suoi figli e delle sue figlie e questo non deve più accadere in nessuna altra parte del mondo.

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Editoriali

Affaire Sangiuliano: dimissioni e polemiche, il governo Meloni nella bufera

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Giustino D’Uva (Movimento Sociale Fiamma Tricolore): “Evidente è il declino inevitabile di quest’Esecutivo, destinato a finire sempre peggio, tra siparietti tragicomici e rinnegamenti indebiti”

L’affaire Sangiuliano ha scosso il governo Meloni, provocando la prima defezione tra i suoi ministri. Gennaro Sangiuliano, alla guida del Ministero della Cultura, ha rassegnato le dimissioni a seguito delle polemiche sorte attorno a una presunta relazione extraconiugale con Maria Rosaria Boccia, che ha generato una serie di accuse riguardanti l’uso improprio di fondi pubblici e l’accesso a documenti riservati.

L’ex direttore del Tg2, dopo ore di polemiche e smentite, ha deciso di farsi da parte, spiegando in una lettera a Giorgia Meloni la sua scelta di lasciare per non “macchiare il lavoro svolto” e per proteggere la sua onorabilità. Nonostante le assicurazioni fornite a più riprese dallo stesso Sangiuliano, secondo cui nessun denaro pubblico sarebbe stato speso per la consulenza di Boccia, la pressione mediatica e politica è diventata insostenibile.

Le reazioni della maggioranza: una difesa d’ufficio

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso solidarietà nei confronti di Sangiuliano, definendolo un “uomo capace e onesto”, sottolineando i successi ottenuti in quasi due anni di mandato. In particolare, Meloni ha ricordato i risultati raggiunti nella promozione del patrimonio culturale italiano, come l’aumento dei visitatori nei musei e l’iscrizione della Via Appia Antica tra i patrimoni dell’UNESCO. Tuttavia, anche la premier non ha potuto evitare di accettare le “dimissioni irrevocabili” di Sangiuliano.

Alessandro Giuli, presidente della Fondazione MAXXI, è stato rapidamente nominato come nuovo ministro della Cultura, suggellando una transizione-lampo che, secondo alcune voci, era già in preparazione da tempo. Giuli, una figura vicina alla destra romana e storicamente legato a Meloni, rappresenta un tentativo di dare stabilità al ministero, ma la scelta non ha fermato le critiche, né ha dissipato le ombre sul governo.

L’opposizione attacca: “Il governo Meloni è allo sbando”

Le reazioni dell’opposizione non si sono fatte attendere. Il Partito Democratico ha definito l’affaire come un altro esempio di un esecutivo privo di coerenza e in preda a scandali interni. Elly Schlein, segretaria del PD, ha parlato di un “governo ossessionato dalla propria immagine” e ha criticato la gestione del caso: “Il problema non è solo il gossip, ma l’incapacità di affrontare le questioni in modo trasparente e senza proteggere chi si trova in difficoltà”.

Dal Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte ha affermato che “questo episodio mostra come la maggioranza sia più attenta alle proprie dinamiche interne che ai reali problemi del Paese”, accusando la premier di “non aver saputo tenere sotto controllo i suoi ministri” e di “anteporre le proprie relazioni personali agli interessi istituzionali”.

Il commento più severo è arrivato da Giustino D’Uva, esponente del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, che ha lanciato un duro attacco al governo: “Indipendentemente dalle eventuali implicazioni giudiziarie ed etiche, l’affaire di Sangiuliano e Boccia è indice del pressapochismo che connota pressoché tutta la compagine governativa. Il governo Meloni è un’accozzaglia di buontemponi e incompetenti, per i quali il gossip costituisce il massimo impegno politico. Ciò che è evidente è il declino inevitabile di quest’Esecutivo, destinato a finire sempre peggio, tra siparietti tragicomici e rinnegamenti indebiti”.

Il rischio di un effetto domino

L’affaire Sangiuliano mette a nudo fragilità interne e potrebbe avere ripercussioni più ampie di quanto non appaia a prima vista. I partiti di opposizione sono pronti a capitalizzare su questo caso per sottolineare le divisioni e la mancanza di trasparenza dell’esecutivo. Alcuni osservatori politici temono che questo possa essere solo il primo di una serie di scossoni che potrebbero minare la stabilità del governo.

Il futuro di Giorgia Meloni e della sua squadra dipenderà dalla capacità di gestire questo e altri potenziali scandali che potrebbero emergere. Ma l’episodio dimostra come il confine tra gossip e politica possa diventare estremamente sottile, e quanto questo possa essere dannoso per la credibilità di un governo, soprattutto se non si affrontano con chiarezza e decisione le situazioni critiche.

In definitiva, il caso Sangiuliano non è solo un episodio personale, ma il simbolo di un esecutivo che sembra sempre più vulnerabile alle proprie contraddizioni interne, in un contesto politico che richiede, invece, risposte concrete e unitarie.

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Editoriali

Come ristorarsi dopo le fatiche quotidiane

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La pedagogia del benessere si occupa delle persone in contesti si salute psico-fisica. Ognuno di noi dopo una giornata di lavoro, commissioni, studio necessita di uno o più momenti di ristoro.


n questi termini si può parlare di pedagogia del benessere sia fisico che mentale.
La pedagogia del benessere è un ramo della pedagogia tradizionale che si occupa, mediante alcune tecniche, di far star bene le persone.

In che senso la pedagogia del benessere parla di ristoro?

Ebbene sì, il pedagogista o lo psicologo non ricevono i clienti nello loro studio e non c’è un rapporto duale, ma il benessere lo si ritrova insieme ad altri soggetti, all’interno di un gruppo, facendo passeggiate, yoga o mindfulness.
Nell’ultimo decennio è nato un forte interesse per queste nuove pratiche fisiche, ma anche mentali.

Lo stare bene insieme ad altri, durante una passeggiata o in una seduta di mindfulness, giova non solo al gruppo, ma soprattutto all’individuo nella sua singolarità. Le strategie individuate dalla pedagogia del benessere sono, in Italia, molto utilizzate; basta pensare ai corsi di yoga o di mindfulness. Quest’ultimi vengono svolti sia nelle palestre, ma anche all’aperto (es. dopo che è piovuto) poiché l’ambiente esterno, l’aria o il venticello sono condizioni di rilassamento.
L’obiettivo della pedagogia del benessere è anche scaricare lo stress quotidiano ed evitare disturbi psicotici quali l’ansia o la depressione. A favore di questo obiettivo è utile sia la palestra per allenare il corpo, ma anche una palestra per esercitare la mente.

La salute mentale è fondamentale per affrontare la vita e le fatiche di tutti i giorni; pertanto “avere il vizio” di utilizzare tecniche di “tonificazione della mente” è sicuramente un’abitudine sana. La pedagogia del benessere professa anche obiettivi di tipo alimentare per promuovere, non tanto il fisico filiforme quanto la salute fisica intesa come consapevolezza di quanti grassi, proteine e zuccheri dobbiamo assumere in una giornata.

Il benessere del corpo è proporzionale a quello della mente e viceversa. Il prendersi cura di noi stessi aiuta a prevenire difficoltà future e soprattutto a vivere esperienze positive. Da sempre lo slogan “prevenire è meglio che curare” è uno degli scopi della pedagogia del benessere.
Non tutti seguono questi consigli, perciò sarebbe opportuno dare un’architettura decisiva alla figura del pedagogista del benessere senza confonderlo con un personal trainer o un nutrizionista. È opportuno parlare di più di questo tipo di pedagogia per promuovere la conoscenza.

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