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Editoriali

Anguillara Sabazia, disamina politica tra Genoveffo, Anastasio e… Cenerello

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Da fine maggio sono iniziati i tavoli del centrodestra, tavoli difficili, animati da personalismi e da tanti protagonisti non disposti a fare il famoso passo indietro per il bene del Paese e dopo due mesi tondi tondi di riflessioni e pensieri, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno deciso di convergere sulla candidatura dell’avvocato Angelo Pizzigallo, figlio del pediatra Antonio Pizzigallo che dal ’95 è sulla scena politica di Anguillara. Una persona stimata da tanti senza dubbio ma certamente non un volto nuovo della politica.

Chi alla scorsa tornata elettorale aveva fatto l’ennesimo passo indietro “per il bene di Anguillara”, parliamo di Sergio Manciuria, a questo giro si è sfilato senza se e senza ma

La ragione predominante, secondo chi scrive s’intende, è stata che Pizzigallo quando nel 2016 chiese a Manciuria di sostenerlo promise altrettanto “per la prossima tornata elettorale” con una stretta di mano e di amicizia come si fa tra persone legate da una reciproca stima personale che tutt’ora rimane in piedi, non abbiamo dubbi, nonostante lo strappo. Le parole hanno un peso e Manciuria, nonostante non fosse entrato in consiglio comunale ha fatto una strenua opposizione ai pentastellati, ha messo la faccia su tante questioni senza risparmiarsi e come abbiamo sempre sostenuto anche pubblicamente, insieme a Silvio Bianchini sono stati le voci strenue e solitarie di opposizione e presenza costante ad Anguillara. Bianchini e Manciuria, senza se e senza ma.

La politica delle vecchie logiche di partito che decide dall’alto cosa deve avvenire in un campo già martoriato dai danni dei Cinque Stelle

Ma torniamo alla disanima politica. Pizzigallo (senior) che promise pieno sostegno a Sergio Manciuria ha probabilmente perso la memoria o attuato il principio molto in auge in alcuni ambienti per cui in amore e in politica tutto è concesso e il “tradimento” è una delle varianti più presenti.

Dunque Pizzigallo Junior è il candidato ufficiale del centrodestra mentre “Cenerentola Manciuria” è stato lasciato fuori da qualsiasi analisi ma, come insegna la celebre novella, potrebbe essere proprio lui a finire dritto al gran ballo del principe anche se non è il figlio legittimo della politica ma un civico che ha scelto di correre con la sua AnguillaraSvolta e lasciare da parte quelli che definisce i “riciclati”, la “politica delle vecchie logiche di partito che decide dall’alto cosa deve avvenire in un campo già martoriato dai danni dei Cinque Stelle”.

Manciuria a Falconi: “Ci vediamo al ballottaggio”

Immediate le reazioni, anche inaspettate da parte di persone che avrebbero dovuto obbedire come soldati per spirito di politica e di appartenenza. Parliamo del giovane e valente Antonio Fioroni, colui che in tempi non sospetti, per pura coerenza e onestà intellettuale, ha lasciato la maggioranza pentastellata e si è seduto all’opposizione non condividendo più le azioni dell’amministrazione Anselmo perché totalmente opposte al programma elettorale con cui i pentastellati erano arrivati al governo della città. Fioroni, tempo dopo, si è avvicinato a Fratelli d’Italia, il suo ingresso (non sappiamo se poi veramente effettivo) era stato festeggiato alla Pisana dai vertici regionali del partito della Meloni. Ebbene Fioroni, dopo pochi minuti dall’ufficializzazione di Pizzigallo Junior è uscito con un post inequivocabile su Facebook, condividendo la candidatura a sindaco di Sergio Manciuria: “Per me è una questione di rispetto della parola d’onore che cercherò di affrontare con cuore, competenza e coraggio, rimettendomi alle decisioni degli elettori e non sottostare alle vecchie logiche politiche – impostate solo per stare insieme per vincere e non per fare squadra – di coloro che i problemi di Anguillara li hanno letti sui giornali lasciando ad altri l’onere di provare a risolverli”.

Altri fermenti, altri auguri sono arrivati a Manciuria ma probabilmente per spirito di cordialità politica e stima: Giovanni Chiriatti (purgato dai Cinque Stelle nonostante abbia contribuito in maniera determinante alla vittoria della Anselmo) anche lui coerente con le idee e distante dai pseudo pentastellati che hanno malgovernato Anguillara.

E gli auguri a Manciuria sono arrivati anche da Francesco Falconi, l’avvocato che ha ufficializzato qualche giorno fa la sua scesa in campo con una lista civica. Emblematico il riscontro agli auguri di Falconi da parte del presidente di Anguillara Svolta: “Ci vediamo al ballottaggio”.

I Cinque Stelle è assai probabile che non riusciranno a fare una lista e non si presenteranno alla imminente tornata elettorale. Ed è anche probabile che, anche se rimasti una manciata disallineata e disorganizzata, riservino colpi di scena mettendosi a stampella di candidati insospettabili.

Nel centrosinistra forse aspettavano le mosse del centrodestra

Anche da quelle parti si nota paralisi e confusione. Ci sarebbero le persone valide da candidare e con ottime possibilità di vincere ma per strani influssi astrali le carte jolly non vengono ancora calate e probabilmente non verranno calate. Ancora non c’è alcuna ufficializzazione ma soltanto un gran parlare.

Cronaca

Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Editoriali

19 luglio 1992: un maledetto pomeriggio

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Lo ricordo come allora quel tragico 19 luglio 1992.
Un caldo improponibile, come quello di questi giorni.
Ma era sabato e con gli storici amici del paese l’appuntamento era fisso: “… ci vediamo più tardi al chiosco, verso le 5, e poi decidiamo dove passare pomeriggio e serata …“.
E cosi facemmo!
Arrivammo un po’ alla spicciolata (cellulari, WhatsApp ed altro sarebbero arrivati anni dopo).
Per ultimo, ma non per questo meno importante, uno dei nostri amici, all’epoca cadetto alla scuola sottufficiali dei Carabinieri.
Lo sguardo basso, ferito oserei dire.
Il passo lento, non era il suo solito passo.
Gli occhi lucidi che facevano presagire che qualcosa di grave era successo.
“Hanno ammazzato pure Paolo”, furono le sue uniche indimenticabili parole.
In un momento i nostri sorrisi, la nostra voglia di festeggiare quel sabato si ruppe.
Non erano passati neanche due mesi dell’attentato di Capaci in cui Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta erano stati ammazzati per ordine della Mafia ed ora anche Paolo Borsellino e la sua scorta erano lì dilaniati dall’ennesimo atto vigliacco di Cosa Nostra.
Giovanni e Paolo incarnavano i sogni di quella nostra generazione pronta a scendere in piazza per dire “NO ALLA MAFIA”.
Una generazione che aveva fatto dell’impegno politico e sociale la propria stella polare.
Quei due uomini seppero farci capire quanto l’impegno dovesse essere sempre animato da uno spirito di sacrificio personale.
Ci fecero capire che per cambiare il mondo il primo impegno era mettersi in gioco.
Quel pomeriggio i nostri sogni di ragazzi che volevano un mondo migliore saltarono in aria come quella maledetta bomba in via d’Amelio.
Ma capimmo, anni dopo, che dalla loro morte sarebbe germogliato quel seme che avrebbe fatto crescere la pianta rigogliosa della legalità.
Oggi a più di 30 anni dalla loro morte tengo in mente due loro pensieri:

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

L’ importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza (Giovanni Falcone)
La paura è umana, ma combattetela con il coraggio (Paolo Borsellino)


Ecco paura e coraggio … le loro vite, il loro impegno, il loro sacrificio ci hanno insegnato che possono convivere e farci essere grandi uomini.

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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