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Scienza e Tecnologia

Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & The Envisioned Land, un nuovo inizio

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Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & The Envisioned Land è a tutti gli effetti un nuovo punto di partenza per il brand “Atelier” su Pc, Xbox, PlayStation e Switch. Dopo il successo dei tre capitoli di Ryza, il nuovo titolo della saga si discosta dal tradizionale genere slice-of-life per abbracciare una trama decisamente più dark con meccaniche del tutto nuove, tra cui un aggiornato sistema di sintesi, un’esplorazione molto più open world rispetto a quanto visto in passato e combattimenti action in tempo reale. Il risultato è un’esperienza che cerca di innovare la saga senza stravolgerne le radici, seppur con alcuni limiti. La componente narrativa di Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & The Envisioned Land si distingue in maniera netta da quella dei titoli precedenti, con Gust che ha scelto di concentrarsi più sull’introspezione e sulla malinconia. La storia si svolge in un mondo in cui l’alchimia è ritenuta responsabile del crollo dell’Impero, e tocca alla protagonista, ultima praticante di questa arte, unirsi all’ordine di Eustella per svelare i misteri del regno ormai caduto in rovina. La narrazione nel complesso è piuttosto altalenante, dato che si passa da momenti di grande intensità emotiva ed enfasi a lunghe fasi di transizione molto più lente, un problema che persiste per gran parte del titolo, eccezione fatta per le sequenze finali. Alcuni dei personaggi principali brillano particolarmente, ma tutto ciò finisce inevitabilmente per oscurare i personaggi più deboli, la cui crescita risulta spesso affrettata, con cambi improvvisi di idee e carattere che appaiono innaturali e che compromettono una graduale progressione narrativa. I villain, invece, si distinguono per originalità sia nel carattere che nel design, contribuendo in modo efficace a creare dramma e tensione nella storia, sviluppando così i nodi narrativi in maniera assolutamente naturale. Tuttavia, la loro presenza talvolta risulta troppo sporadica, attenuando quel senso di preoccupazione e paura per il futuro che dovrebbe rimanere uno degli elementi costanti in game. Di grande pregio, come appena accennato qualche riga più in alto, è la componente esplorativa della produzione. Uno degli elementi più curati di Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & The Envisioned Land è l’esplorazione di un mondo molto vasto e pregno di misteri da svelare. Le mappe offrono ambientazioni variegate costituite da rovine, torri d’avvistamento fatiscenti, labirinti intricati e templi. Buona l’idea del sistema “Pioneering Effort”, che propone obiettivi regionali, che vanno dalla ricerca di santuari alla sconfitta di mini-boss, che premiano il giocatore con dei bonus al loro completamento. Queste missioni incoraggiano i giocatori ad esplorare attentamente ogni angolo del mondo di Atelier Yumia, anche se alcuni puzzle e luoghi da scoprire risultano talvolta ripetitivi. L’ingresso di nuove meccaniche d’esplorazione, come l’utilizzo di una motocicletta per spostarsi e di un fucile per interagire con l’ambiente, dona freschezza all’esperienza complessiva pur evidenziando, in alcune zone, una qualità degli asset grafici compromessa da texture sbiadite o ambienti riciclati. Il sistema di sintesi, elemento iconico della saga Atelier, si basa sulla raccolta dei materiali nel mondo di gioco e sulla loro rarità. A seconda dei materiali utilizzati è possibile personalizzare gli attributi degli oggetti creati nei vari nuclei alchemici con cui poi, attraverso diversi tipi di combinazioni, generare altri manufatti unici. Inoltre, nel gioco è possibile usufruire dell’automatizzazione delle sintesi. Tale opzione è stata pensata proprio per chi non è particolarmente interessato a personalizzare i vari attributi e preferisce concentrarsi su altri aspetti del gameplay.

Parlando sempre di novità, uno fra i cambiamenti più evidenti in Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & The Envisioned Land è rappresentato dal combat system in tempo reale. A differenza del classico sistema a turni, coloro che giocano devono gestire attentamente le abilità e i relativi cooldown, alternando attacchi ravvicinati e a distanza per sfruttare al meglio le debolezze nemiche. Questo sistema, che ricorda alla lontana il combattimento ATB di Final Fantasy VII Remake e integra elementi d’azione che rendono le battaglie più adrenaliniche e dense d’azione. Nonostante l’approccio innovativo però il combattimento non è esente da alcuni difetti: le abilità dei personaggi appaiono piuttosto omogenee, portando in certi momenti a una semplificazione degli scontri. A volte, poi, i boss risultano sorprendentemente facili da sconfiggere rispetto ai nemici comuni, riducendo il livello di sfida all’osso. Tenendo presente che i nemici sono in genere vulnerabili agli attacchi fisici o in alternativa a quelli magici, e possono essere facilmente storditi per alcuni secondi, sulla carta il combat system vorrebbe premiare uno studio attento dell’avversario, nonché un accurato impiego delle risorse belliche a propria disposizione. Tuttavia all’atto pratico la situazione è alquanto differente. Complici un livello di sfida tarato verso il basso (quantomeno a difficoltà Normale) e la sorprendente velocità di level up di Yumia e soci, durante la nostra prova non abbiamo mai percepito la reale necessità di abusare dello stordimento e delle debolezze degli avversari. Dal momento che i personaggi possono curarsi anche da soli, utilizzando a propria discrezione gli appositi oggetti preventivamente riposti nell’inventario, abbiamo invece notato che per vincere la maggior parte delle battaglie è sufficiente ricorrere al “button mashing” più sfrenato. Peccato perché un sistema di combattimento più complesso e una crescita meno rapida dei personaggi avrebbe sicuramente giovato all’intera esperienza di gioco. Un’altra novità offerta da Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & The Envisioned Land è il sistema di “base building”. Tale feature, come suggerisce il nome, permette ai giocatori di personalizzare il proprio quartier generale. Pur non essenziale per l’avanzare della storia, questa funzione aggiunge un tocco di caratterizzazione all’esperienza, consentendo di allestire ed organizzare a proprio gusto gli spazi personali. Oltre a questo, la Trait Blending Station offre la possibilità di fondere frammenti per potenziare il proprio equipaggiamento, favorendo la sperimentazione e la costruzione di vere e proprie build personalizzate. Sebbene queste funzionalità arricchiscano il gameplay, in alcuni casi risultano marginali rispetto all’azione principale, ma sono in ogni caso un’interessante aggiunta.

La grande novità di Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & The Envisioned Land va però individuata nel cosiddetto “Energy Core”, uno strumento che consente alla protagonista di immagazzinare il mana liquido e di sfruttarne il potere per compiere azioni che altrimenti le sarebbero precluse. Per portare un esempio pratico, i “tacchi alchemici” indossati dalla fanciulla utilizzano la suddetta energia per rendere possibili salti poderosi, arrampicate improbabili, e non per ultimo attutire i danni da caduta che altrimenti manderebbero KO l’intero party. Indispensabile sia per muoversi velocemente che per risolvere i piccoli enigmi ambientali che proteggono forzieri e strutture nascoste, come i santuari in cui Yumia può potenziare il nucleo, l’energia non è però una risorsa illimitata, tant’è che ogni azione o addirittura la semplice permanenza in zone non ancora bonificate ne consuma gradualmente una piccola percentuale. Di tanto in tanto si rende quindi necessario rientrare alla base più vicina per ricaricare velocemente il nucleo e prepararsi all’esplorazione successiva. Data la straordinaria varietà garantita dalle attività proposte, almeno la scoperta del mondo di gioco non annoia mai, anzi incoraggia l’utente a setacciare ogni singolo anfratto del mondo di gioco per scoprirne i vari segreti. Dal punto di vista tecnico, ci si trova di fronte al punto più alto della serie Atelier: le ambientazioni sono vaste e caratterizzate da fenomeni atmosferici che ne delineano colori e atmosfera in continua trasformazione, mentre i modelli in cel shading dei personaggi appaiono estremamente ben fatti, e finalmente arricchiti da un comparto animazioni in grado di evitare il tipico effetto “pupazzetto dallo sguardo inanimato” che era ancora possibile avvertire in alcuni recenti videogiochi sviluppati da Gust. La direzione artistica potrebbe invece essere avvertita come forse un po’ troppo generica, specie se ci si spinge al confronto con altri titoli open world in stile anime del momento; tuttavia, è doveroso riconoscere i passi avanti compiuti da Gust sul piano prettamente tecnico. Sulla configurazione di prova da noi utilizzata, una Xbox Series X, il titolo si è comportato bene in ogni momento per tutte le circa 50 ore di gioco necessarie al completamento dell’avventura. Tirando le somme, Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & The Envisioned Land rappresenta, come detto in apertura, un punto di svolta per la serie, proponendo un’esperienza più ambiziosa rispetto ai capitoli precedenti. La formula open world solamente tentata in passato è riuscita finalmente a concretizzarsi seguendo la strada spianata dai titoli gacha più in voga del momento e la decisione di rendere la narrazione e il gameplay della serie maggiormente in linea con ciò che ci si aspetterebbe da un classico JRPG non può che incontrare sicuramente le preferenze di un pubblico più vasto. Rimane un peccato che il livello di difficoltà medio rimanga veramente basso, speriamo che presto il bilanciamento possa essere rivisto con patch o che esso venga ricalibrato nei capitoli successivi. Un titolo interessante, da provare e gustare dall’inizio alla fine.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 8
Gameplay: 8
Longevità: 8

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise