Bari, la violenza nelle mura domestiche e maltrattamenti in famiglia: Stati Uniti e Italia a confronto

 
di Angelo Barraco – Paolino Canzoneri
 
 
Bari – Le associazioni Penelope Italia Onlus, Penelope Puglia Onlus e Gens Nova Onlus in collaborazione con l'I.P.A. (International Police Association) hanno organizzato un Convegno Internazionale dal nome "La violenza nelle mura domestiche e maltrattamenti in famiglia: Stati Uniti e Italia a confronto". L'evento vedrà il coinvolgimento di altre realtà associativa del territorio regionale e nazionale ed è previsto per sabato 27 maggio, alle ore 09:00 a Bari presso la Sala Convegni dell'Hotel Excelsior in Via Giulio Petroni n. 15. I relatori previsti per l'evento saranno il dott. Michael F. Pietruszka, Giudice Dipendente della Suprema Corte di Giustizia di New York; l’avv. Antonio Maria Lascala, avvocato Penalista del Foro di Bari e Presidente nazionale dell’associazione Penelope Italia Onlus e Gens Nova Onlus. All’evento parteciperà anche il Gen. Nicola Marzulli, Comandante del Corpo di Polizia Locale di Bari. Data la rilevanza sociale dell’evento l’ingresso è libero e gratuito. 
 
Il numero delle donne che annualmente subiscono violenza da parte del marito o del compagno putroppo è ancora altissimo. La condizione di sottomissione e coercizione costringe le donne a subire un isolamento da parte di amici o parenti e troppo spesso la violenza stessa non è solo fisica ma anche sessuale, psicologica ed economica. Una catena di maltrattamenti e brutalità reiterate nel tempo che nascono e si sviluppano tragicamente per lo più in ambito familiare ma che, con il passare degli anni, vedono sempre più vittime di ogni livello sociale rifiutare di sopportare e tollerare quel clima. Dire basta con forza ad una vita che non è vita. Il Convegno sarà sede e occasione di confronto tra Italia e Stati Uniti sul tema. Parteciperanno inoltre i rappresentati  di Penelope provenienti da altre regioni d’Italia. 
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo parlato il Prof. Avv. Antonio Maria La Scala, Avvocato Penalista del foro di Bari e Presidente Nazionale dell’Associazione Penelope Italia Onlus e Gens Nova Onlus, che in questi anni ha intrapreso delle importanti battaglie, una su tutte contro il femminicidio.
 
– Di cosa si parlerà in questo confronto tra Italia e Stati Uniti in merito alla violenza nelle mura domestiche e maltrattamenti in famiglia?
Questo è il terzo incontro in tre anni che l’Associazione Gens Nova Onlus –che è l’altra mia Associazione- fa le istituzioni americane. Due anni fa venne un giudice delle Corte federale dell’ Oklahoma, l’anno scorso venne il responsabile della banca dati dell’FBI, colui che ha creato e gestito per 21 anni a Quantico la banca dati del DNA perché era da poco entrata in vigore a giugno 2016 anche in Italia la banca dati del DNA, quindi per fare il confronto. Quest’anno la tematica è molto attuale, quella delle violenze domestiche, abbiamo invitato il Giudice dello Stato di New York della contea di Buffalo che si occupa prevalentemente di maltrattamenti in famiglia e violenze domestiche. E’ importante perché nell’ambito di questa collaborazione che l’Associazione Gens Nova Onlus e Penelope Italia Onlus hanno con le istituzioni americane è un’ulteriore controllo per capire se loro potrebbero fornire qualche strumento che adoperano già negli Stati Uniti e che noi come Associazione possiamo proporre in Italia. 
 
– Ci sarà anche un confronto dal punto di vista giurisprudenziale quindi…
Si, giuridico e giurisprudenziale. Loro ad esempio sui maltrattamenti in famiglia hanno una cosa che noi non abbiamo ovvero l’udienza di pericolosità, cioè se una donna fa un esposto, loro fanno un udienza velocissima. Il Giudice chiama le due persone, le esamina e studia la credibilità o meno per poter dare seguito alle indagini successivamente. E’ una sorta di udienza filtro che viene fatta nell’immediatezza, ancor prima di una causa. Il problema nella violenza domestica è che la donna fa la denuncia, ma prima che si trasforma in condanna definitiva passano anni. 
 
– Voi in passato avete dato un importante impulso per l’introduzione di leggi. Questo incontro può portare ad eventuali introduzioni di nuove norme?
Vogliamo sapere da loro che strumenti hanno diversi dai nostri affinché noi possiamo eventualmente proporli a livello nazionale. Abbiamo avuto sicuramente un forte impulso per la banca dati del DNA, era una legge del 2009 che è stata resa esecutiva solo a giugno 2016, 7 anni dopo, grazie anche a Penelope. Ho fatto una proposta di legge e molti tabella sono stati trasfusi nel disegno di legge approvato il 2 febbraio alla Camera dei Deputati all’unanimità; che prevede l’ergastolo per l’omicida, il sequestro dei beni dell’omicida in attesa di giudizio,  un fondo per risarcire i figli vittime del femminicidio,  la possibilità che la sentenza di condanna per omicidio dichiari il marito indegno all’eredità della moglie in automatico e non come accade oggi tramite una separata causa civile. Nella mia proposta che è stata accolta, se il Giudice dovesse condannare per femminicidio con la stessa sentenza si applica la pena accessoria dell’indennità all’eredità quindi non si deve fare una causa civile ma in automatico viene dichiarato indegno, nel frattempo con il rinvio a giudizio vengono sequestrati i beni così il patrimonio dell’assassino è congelato. Nel frattempo, con la richiesta di rinvio a giudizio, la Procura o i familiari possono chiedere il sequestro conservativo dei beni del presunto assassino.

L’Avvocato La Scala ci ha spiegato inoltre che pochi giorni fa, al Viminale, hanno presentato la relazione semestrale luglio-dicembre 2016 ed è emerso che in Italia ci sono 44mila persone scomparse. Una cifra spaventosa con un aumento notevole rispetto agli anni scorsi. Molte scomparse di donne sono quasi sicuramente riconducibili al femminicidio. Negli Stati Uniti le persone scomparse sono oltre 100mila, rapportato ai 51 Stati. Però hanno ottenuto un grosso risultato grazie alla banca dati del DNA, dando nome e cognome a 2/3 dei cadaveri non identificati. Hanno strumenti certamente più efficaci e tempestivi rispetto ai rispettabilissimi strumenti utilizzati in Italia poiché negli USA la scomparsa viene considerata sin da subito come un dato penalmente rilevante, in Italia invece succede l’esatto contrario poiché la si considera come allontanamento volontario e quindi si viene a creare un ritardo nelle indagini che non porta all’immediata individuazione del soggetto. 



Madalina Pavlov: richiesta di archiviazione della Procura, ecco cosa succede

 
 
di Angelo Barraco
 
 
REGGIO CALABRIA – E’ di pochi giorni fa richiesta di archiviazione da parte della Procura sul caso di Madalina Pavlov, la ragazza di 21 anni che viveva a Reggio Calabria con la madre e la sorella e che il 21 settembre del 2012 muore misteriosamente precipitando dal palazzo di Via Bruno Buozzi. La notizia ha gettato nello sconforto la famiglia che in tutti questi anni ha lottando per arrivare alla verità che si cela dietro la strana morte di Madalina e le innumerevoli zone d’ombra che ancora oggi non hanno trovato una risposta. La famiglia è difesa dall’Avvocato Antonio Petrongolo, che ha presentato un atto di opposizione alla richiesta di archiviazione e richiesta di prosecuzione delle indagini. L’opposizione presentata dall’Avvocato Petrongolo evidenzia che la richiesta è stata avanzata sulla base di motivazioni che non risultano condivisibili e alla luce di risultanze di natura probatoria acquisiti in corso di istruttoria che non possono certamente deporre a favore di una richiesta di archiviazione. L’Avvocato Petrongolo ci ha spiegato che “con l’opposizione noi confidiamo in una prosecuzione dell’attività d’indagine. Noi abbiamo indicato al Gup i mezzi opportuni per poterlo fare, abbiamo chiesto un’integrazione se non un rinnovo della consulenza peritale redatta dall’ingegnere per quanto concerneva le modalità del decesso di Madalina perché nella consulenza della Procura le prove sono state effettuate non in loco ma presso un magazzino collocato poco fuori Reggio con delle simulazioni con un sacco dello stesso peso di Madalina. Esistono delle metodologie completamente diverse, molto più simili quali per esempio i manichini”.  

Chiede infatti che il Giudice per le indagini preliminari voglia ordinare la prosecuzione delle indagini e viene chiesto al PM lo svolgimento di investigazioni supplementari attraverso la riesumazione della salma di Madalina, dando incarico al medico legale di poter individuare sul corpo elementi riconducibili a terze persone e ciò è possibile attraverso esami nell’apparato vaginale che possono confermare o meno che Madalina possa aver incontrato qualcuno nelle ore antecedenti al decesso e che possano aver lasciato delle tracce sul suo corpo, in tutti questi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante e trovare elementi concreti e senza dubbio più semplice rispetto che all’epoca dei fatti; l’Avvocato chiede inoltre che venga ripetuta la consulenza tecnica effettuata dal consulente della Procura che in precedenza aveva utilizzato un sacco dello stesso peso volumetrico di Madalina e non un manichino delle fattezze della vittima che invece avrebbe reso, probabilmente, esiti molto più verosimili alla realtà; vengono inoltre chiesti ulteriori approfondimenti sugli indumenti della vittima ai fini di ricercare delle tracce ematiche e/o seminali non precedentemente rilevate di persone ad oggi sconosciute.  Viene chiesto inoltre un esame sugli indumenti di Madalina con il fine ultimo di cercare tracce ematiche o seminali non precedentemente rilevate e una verifica sulla vernice presente sullo stivale della vittima in modo tale da poter verificare la compatibilità con quella della vettura 126 o con solventi usati in campo nautico o vernici e smalti che vengono utilizzati per riverniciare gazebi o cabine di spiaggia; si chiede inoltre un esame grafologico sul foglio rinvenuto accanto al cadavere che riportava la scritta “Via Bruno Buozzi”, per appurare se appartiene a Madalina o meno. L’Avvocato Antonio Petrongolo e ci ha riferito inoltre: “ritengo che in sede di opposizione in GUP dovrebbe dare maggiore voce a quelle che sono le richieste stesse”. Nel gennaio scorso c’era stata una svolta nelle indagini non indifferente al team di esperti che indaga da anni e agli inquirenti; allo studio romano dell’Avvocato Antonio Petrongolo, legale rappresentante della famiglia di Madalina, è pervenuta una lettera anonima dove sono riportati elementi che confermano la tesi dell’omicidio ed escludono il suicidio. Il biglietto è pervenuto nello studio dell’Avvocato nel dicembre scorso, ma la notizia non è stata fatta trapelare per ovvie ragioni e la missiva è stata sottoposta alla magistratura. Si tratta di un foglio piegato in quatto dove all’interno vi sono descrizioni dettagliate in merito alla vicenda. Il foglietto pervenuto all’Avvocato non è stato spedito per posta ma è stato fatto recapitare direttamente nella cassetta delle lettere dell’Avvocato Petrongolo.  Ancora non si conosce l’identità del soggetto che ha consegnato la missiva e in merito a tale aspetto  vi sono accertamenti in corso sul sistema di videosorveglianza della zona. Il contenuto del foglietto non è stato reso noto ma si tratta di elementi  importanti che aprono nuovi e ulteriori scenari sulla morte di Madalina. Chi ha spedito quella lettera? 
 
Il caso di Madalina è seguito dal Crime Analysts Team (CAT), un gruppo di consulenti esperti che segue il caso. I consulenti della mamma di Madalina, le dott.sse Mary Petrillo, criminologa, Rossana Putignano, psicoterapeuta esperta in psicodiagnostica forense, Aida Francomacaro, psicoterapeuta esperta in psicologia giuridica e Fabio Calvani tecnico informatico forense affermano “sarebbe uno scandalo non considerare i molti punti evidenziati dallo studio delle carte in possesso dell'avvocato Petrongolo”.
 
Nel corso di un’intervista a Radio Cusano, Psicologa, criminologa, Coordinatrice del Crime Analysts Team, Docente Master Univ. Niccolò Cusano ha parlato del caso “abbiamo presentato, diverso tempo fa, una relazione molto dettagliata e circostanziata con delle criticità evidentissime nel caso della morte di Madalina Pavlov e a quanto pare queste nostre osservazioni non sono state nella piena considerazione. Siamo arrabbiatissimi perché quello che noi stiamo cercando con forza di fare è trovare verità e giustizia per la morte di questa ragazza, una morte misteriosa, anomala, dove appunto abbiamo più volte sottolineato tutti gli aspetti strani di questa morte e adesso ci arriva questa doccia fredda con una richiesta di archiviazione del caso. Non è proprio ammissibile una cosa del genere! Non è proprio possibile! Ci sono delle evidenze che in qualche modo meritano un approfondimento investigativo a quello che magari già è stato fatto, per carità, non voglio mettere in dubbio questo, però comunque non possiamo assolutamente che venga archiviato il caso della morte di questa ragazza, assolutamente!”.

La Dott.ssa Rossana Putignano – Psicologa Clinica- Psicoterapeuta Psicoanalitica- Responsabile della Divisione Sud e della Divisione di Psicodiagnosi Neuropsicologia e Forense del Crime Analysts Team ci ha riferito: “Alla luce della recente novità , e mi riferisco alla missiva pervenuta presso lo studio dell 'Avv. Petrongolo a Roma, ho ipotizzato che Madalina potesse avere degli amici in sede. Questa conferma mi è giunta dalle sorelle di Madalina le quali mi hanno confermato un viaggio della ragazza a Roma, presumibilmente in data 6 luglio 2012 ( informazione convalidata dai post sul social fb di Madalina). Madalina si sarebbe recata a Roma per preparare la documentazione in vista del suo trasferimento in Australia e avrebbe incontrato una persona (di cui conosciamo certamente l'identità). Proprio non si spiega come mai, dopo aver informato la procura di tutto ciò, arriva a ciel sereno questa richiesta di archiviazione. È nostro desiderio che la procura continui a indagare, almeno per accertare la provenienza della lettera, a nostro avviso, abbastanza verosimile. Chi è questa persona amica detentrice dei segreti di Madalina? Ne approfitto per lanciare un appello a questa persona con la raccomandazione che sarà tutelato in tutti i modi se solo decidesse di contattarci in maniera decisa e coraggiosa. Altro dato importante,da non escludere, è che Madalina desiderava trasferirsi in Australia a Sydney dove,abbiamo scoperto, vi è una vera e propria comunità di calabresi che vivono lì;  magari Madalina aveva già preso dei contatti con qualcuno che l'avrebbe accolta ma purtroppo, non essendo in possesso di sufficiente materiale informatico ( e su questo il collega Fabio Calvani potrà essere molto più preciso) non possiamo saperlo! Infine, ribadisco e sottolineo ancora una volta l'importanza di quella sera del 21 settembre 2012: non era una serata qualunque! Poco prima che Madalina perse la vita, sul lungo mare Falcomatà si stava svolgendo la famosa manifestazione di solidarietà "Happy Run" condotta dalla Showgirl e campionessa paraolimpica Giusy Versace. La sua importanza è dovuta al fatto che Madalina, essendo socia Unitalsi ( associazione presente con il suo stand quella sera), è possibile che si sia affacciata poco prima alla manifestazione per incontrare qualche amico, oltretutto, la pizzeria in cui lavorava, si trovava a 300 mt circa in direzione dal palco. Questo è quanto emerge dalle testimonianze raccolte in merito allo svolgimento della serata, senza contare i numerosi sms giunti ai partecipanti alla corsa nei quali si parlava di una "ragazza bellina" che si sarebbe suicidata o che avrebbero ammazzato in Via Bruno Buozzi. Alla luce di tutti i dati raccolti con i colleghi ed evidenziati nel nostro corposo dossier depositato a Reggio, ancora non si spiega come sia possibile questa richiesta di archiviazione. Confidando nel proseguimento delle indagini da parte della procura, sottolineo che noi consulenti della Sig.ra Cutulencu non ci fermeremo davanti alle tante lacune emerse e a carico, purtroppo, delle indagini svolte”
 
Fabio Calvani, Tecnico informatico del Crime Analysts Team , esperto in data ricovery, Docente presso L'Università Niccolò Cusano Roma ci ha inoltre riferito in merito alla richiesta di archiviazione: “la mia reazione non è stata delle più positive” e precisa “abbiamo proposto una relazione veramente approfondita lavorando sulle uniche carte che noi avevamo”. Abbiamo chiesto al Dott. Calvani quali saranno i prossimi obiettivi e ha puntualizzato che “la persona più importante per noi in questo momento è la mamma di Madalina. Quindi la mamma di Madalina sa perfettamente che non ci fermiamo, che non ci arrendiamo. Per quanto mi riguarda io vorrei poter analizzare il telefono di Madalina, la scheda telefonica e il computer. Queste analisi sono state fatte un anno dopo dalla morte con la strumentazione dell’epoca che era quella all’avanguardia, sono passati diversi anni, la tecnologia varia giorno dopo giorno e sicuramente oggi con le nuove tecnologie si potrebbe scoprire molto di più che al’epoca non è stato possibile perché erano quelle le strumentazioni e le conoscenze".

Madalina Pavlov era una ragazza dinamica e attiva nel sociale e nel tempo libero lavorava in una pizzeria  in Corso Vittorio Emanuele. Il 21 settembre del 2012 termina il suo turno di lavoro alle 15.00 e successivamente si incontra in un bar con il suo ex fidanzato, intrattenendosi con esso fino alle 17.45. Successivamente lui si reca a lavoro, rimanendoci fino a tarda serata. Madalina quel pomeriggio chiama anche un’amica che vive a Napoli dicendole che stava per realizzare il suo più grande sogno, quello di trasferirsi in Australia. Ma purtroppo quella telefonata piena di speranze, di prospettive rivolte ad un futuro oltremanica e di illusioni rivolte ad un mondo ancora tutto da scoprire si sono spezzate troppo presto. La dott.ssa Rossana Putignano del Crime Analysts Team afferma di aver raccolto delle testimonianze su quella serata in cui si svolgeva la manifestazione l'Happy Run a Reggio ed è emerso che verso le 20.30 diverse persone che parteciparono alla corsa ricevettero un sms sul cellulare in cui si scriveva di una ragazza “bellina” che si era suicidata o che avevano "buttato giù". Teniamo presente, afferma la dott. Putignano, che il giorno prima dell’omicidio Madalina ha ricevuto una telefonata mentre era con la sorella Elena e si è allontanata un pò e ha fatto intendere all’interlocutore che non poteva parlare. Poi ha declinato l’invito dicendo che avrebbe trascorso la serata con la sorella Elena. Madalina era attesa in pizzeria alle ore 19.00 ma non si presenta sul luogo di lavoro poiché la giovane muore in circostanze anomale in Via Bruno Buozzi alle ore 21.00. La morte di Madalina è sopraggiunta in seguito alla caduta dal tetto che ha determinato lesioni in diverse parti del corpo. Sono stati rinvenuti gli effetti personali della giovane tra cui: la borsa contenente il cellulare, il portafoglio e vari oggetti tra cui un voglio con su scritto “Via Bruno Buozzi” con relativa chiave che consente l’apertura della porta del terrazzo. Dagli accertamenti svolti non risulta in alcun modo che Madalina conoscesse inquilini di quel palazzo, inoltre non è chiaro come la giovane sia entrata all’interno del palazzo. Perché è importante Via Bruno Buozzi? Il 19 marzo 2016 abbiamo intervistato il legale della famiglia di Madalina, l’Avvocato Antonio Petrongolo, che con noi ha chiarito alcuni punti chiave dell’inchiesta, come ad esempio la questione riguardante il biglietto trovato in tasca e le chiavi che aprivano la porta del terrazzo e a tal proposito ci ha riferito: “Di fatto c’è questo equivoco perché, tra i beni che sono stati rinvenuti nella disponibilità di Madalina si parla di questo biglietto ma sembrerebbe che ci si riferisca al biglietto che è allegato alla chiave di accesso di apertura del terrazzo. Quindi non si capisce bene, sembrerebbe formare un corpo unico, anche se poi sembrerebbero a loro volta stati staccati. Quindi ci potrebbero essere due elementi diversi e questo ci deve anche far riflettere sul perché e sul per come Madalina avesse la chiave del terrazzo”.



Maltese, il romanzo del Commissario: in esclusiva le foto del backstage della fiction

 
di Angelo Barraco

GALLERY IN FONDO ALLA PAGINA

 
MARSALA (TP) – Questa sera andrà in onda su Rai 1 la quarta e ultima puntata della fortunata miniserie televisiva “Maltese – Il romanzo del Commissario”, con Kim Rossi Stuart. La terza puntata, andata in onda il 15 maggio, è stata seguita da 6.226.000 spettatori pari al 26.5% di share. La serie tv è ambientata negli anni 70 e diretta da Gianluca Tavarelli e prodotta dalla Palomar, girata tra il mese di Aprile e il mese di Giugno a Trapani, Palermo e Roma, con alcune scene girate a Palermo, Castellammare del Golfo,  all’aeroporto militare Comani di Latina, altre invece sono state girate nelle splendide saline di Mozia che hanno fatto da cornice ad una storia intrigante e coinvolgente che ha catturato i telespettatori sin da subito. La prima puntata infatti –andata in onda l’8 maggio- è stata seguita da 7.433.000 spettatori pari al 30.16% di share; la seconda puntata –andata in onda il 10 maggio- è stata seguita da 5.665.000 spettatori pari al share 23.7%. La serie vede il grande ritorno in tv di Kim Rossi Stuart dopo 12 anni che interpreta il commissario Dario Maltese, che da Roma ritorna a Trapani, la sua terra natia, per fare i conti con il suo passato. Il ritorno avviene in occasione del matrimonio di Gianni, il suo migliore amico, interpretato dall’attore Claudio Castrogiovanni. Una fiction in cui il ricordo rappresenta la componente principale di una regressione al passato attraverso il quale il commissario fa i conti con l’abbattimento delle distanze emozionali che per molto tempo lo avevano tenuto ben lontano da quelle terre. Dopo un vissuto fatto di emozioni soffocate e tenute lontane, il ritorno a casa fa riaffiorare i ricordi dinnanzi ai suoi occhi al calar della sera e Gianni, Dario e Angelica sono i protagonisti dei suoi flashback. I due giovani vivono spensieratamente la loro adolescenza insieme alla giovane Angelica, della quale sono entrambi innamorati. Noi de L’Osservatore D’Italia intervistammo  Fulvio Figuccia. Il suo ruolo all’interno della fiction rientra proprio tra i flashback del Commissario Maltese –Kim Rossi Stuart- e in luoghi suggestivi come San Teodoro è stato ripreso insieme ai suoi colleghi mentre giocavano in acqua, ma anche sul golfo di Bonagia, in una festa anni ’50 presso il Baglio Fontanasalsa e mentre pescano su una piccola barca al largo del porto di Trapani. Nel novembre 2016, quando ancora il film era in fase di realizzazione, noi lo intervistammo e ci spiegò l’inizio di questa sua nuova ed entusiasmante esperienza. Ci ha spiegato com’è stato per lui vedersi in tv per la prima volta e l’emozione che ha provato nell’aver interpretato il Commissario Peralta, amico di Maltese, da giovane. Nel film si parla di lotta alla mafia e in merito a ciò ha detto “Fa riflettere molto anche che Peralta avesse conservato fuori dal commissariato lo schedario con le sue indagini personali sulla mafia a Trapani perché, come diceva il commissario Maltese, o non si fidava nemmeno dei suoi uomini oppure non voleva metterli in pericolo. L'assassinio del commissario Peralta convince Maltese a trasferirsi a Trapani e a prendere il suo posto per indagare sull'omicidio dell'amico di infanzia, ma soprattutto per continuare le indagini iniziate dall'amico, che negli ultimi istanti di vita è come se gli passasse il testimone, informandolo dell'inchiesta che aveva iniziato fuori dal commissariato. Quindi possiamo dire che  Peralta incarna l'eroe dello Stato, vittima della mafia, ma lasciato solo dallo Stato stesso. La differenza importantissima rispetto agli anni in cui è ambientata la fiction è che oggi di mafia si parla ed è cambiata anche la società civile più consapevole ed impegnata”. Vi proponiamo in esclusiva alcune foto del backstage della fiction.



Blue Whale, il gioco che induce al suicidio: parlano gli esperti…

 
di Angelo Barraco

Un nuovo “gioco” molto pericoloso ha cagionato la morte di circa 157 adolescenti in Russia, il suo nome è “Blue Whale” ovvero “Balena Blu”. Un fenomeno talmente preoccupante che le tv e i giornali russi hanno dedicato intere puntate a questo gioco, con interventi di esperti e familiari delle vittime che vorrebbero  trovare una possibile e tempestiva soluzione a questo agghiacciante fenomeno che pian piano si sta diffondendo a macchia d’olio anche in Brasile, Francia, Gran Bretagna e forse anche Italia.


Ma che cos’è “Blue Whale”? Si tratta di pura manipolazione mentale, dove ci sono dei “Curatori” che adescano gli adolescenti sui social per introdurli al gioco. Vi è un’interazione tra i giocatori e gli amministratori o curatori che inducono gli adolescenti –attraverso le regole- a cagionarsi danni fisici fino alla morte. Dopo essere entrati nel gioco non è più possibile uscirne poiché gli amministratori arrecano minacce nei riguardi dei partecipanti e delle loro famiglie.  Tutti devono seguire obbligatoriamente e quotidianamente 50 regole per 50 giorni, che devono essere completate l’ultimo giorno con il suicidio, che avviene solitamente dal palazzo più alto della città.

 

Dietro tutto ciò si cela Philipp Budeikin, un ex studente di Psicologia che è stato arrestato e condannato. A lui sono riconducibili ben 16 suicidi di ragazze, ha inoltre dichiarato che il suo scopo era quello di “ripulire” la società inducendo al suicidio coloro che riteneva indegni di vivere. “Blue Whale” è un gioco malato di pura coercizione psicologica che induce i partecipanti a mantenere l’assoluto silenzio in merito a quanto stanno facendo e obbliga ad ostentare una normalità apparente che non lascia in alcun modo far presagire gli intenti futuri. La trasmissione televisiva “Le Iene” si è occupata di tale inquietante fenomeno e dalle interviste che Matteo Viviani ha realizzato in Russia si apprende chiaramente come l’induzione al suicidio sia stata talmente devastante da stravolgere queste giovani vite che in principio erano serene. I genitori di questi ragazzini hanno raccontato infatti che i loro figli erano allegri, sereni e pieni di interessi e solo dopo aver collegato la morte del proprio figlio a quella di altri ragazzi e al fenomeno “Blue whale” hanno capito che determinati comportamenti che nell’ultimo periodo assumevano i  figli erano dettati dalle assurde regole di un gioco malato. I loro figli per esempio disegnavano balene, le collocavano all’interno di immagini di ogni tipo. In un primo momento i genitori pensavano che fosse un semplice disegno ma non è così poiché la balena collocata in qualsiasi spazio rappresenta l’inizio del gioco stesso che porta i ragazzini a gesti di autolesionismo, all’annullamento del proprio io non parlando con nessuno, guardando film dell’orrore per tutta la notte, alzandosi alle 4 del mattino. Progressiva e lento stress fisico e mentale che disorienta e disturba una giovane mente sana che pian piano cade in uno stato depressivo che si spinge fino al suicidio. Ultima regola del gioco: la morte deve essere documentata attraverso un filmato.

 
La Dott.ssa Rossana Putignano – Psicologa Clinica- Psicoterapeuta Psicoanalitica- Responsabile della Divisione Sud e della Divisione di Psicodiagnosi Neuropsicologia e Forense del Crime Analysts Team ci ha spiegato che “Nel Novembre 2015 scattò il primo arresto per un 21enne, Filip Budejkin, amministratore di 8 “gruppi della morte”, il quale, secondo gli inquirenti, avrebbe istigato al suicidio almeno 15 teenagers tra il 2013 e il 2016. Ora il fenomeno si sarebbe esteso anche in Ucraina, Bielorussa, Azerbaijan, Kazakhistan e Kirgizistan e la Camera civile da sempre a tutela i diritti dei cittadini in Cremlino, ha dovuto porre il divieto di accesso ad internet ai minori sotto i 15 anni” ha aggiunto inoltre “Questo fenomeno sta comparendo anche su instagram: anonimi amministratori affidano alcune “prove” da superare per accedere a gruppi più esclusivi; queste tappe iniziali prevedono una serie di attività come scrivere poesie sulla morte, disegnarsi un cetaceo blu sul polso, decifrare indovinelli o pubblicare foto di vene recise. Man mano che sali nella “scala della morte” vedrai film horror per 24 ore di fila, ti inciderai sul braccio la balena col tuo stesso sangue e poi scatterai il tuo “selfie” finale prima di ucciderti. Secondo i dati che provengono dal Rotsit (Centro pubblico russo sulle tecnologie Internet) si contano almeno 4mila hashtag al giorno associati a queste chat suicide”.
 
L’aspetto più assurdo di questa storia è certamente legato all’indifferenza dei presenti dinnanzi ad un suicidio programmato che viene anche documentato con un video. Una morte annunciata, pianificata e soprattutto imposta da terzi ma che nessuno osa contrastare poiché si tratta del “gioco” a cui nessuno può sottrarsi poichè vi sono minacce continue qualora vi fosse l'intenzione. L’esasperazione del mezzo internet si palesa davanti ai nostri occhi e si tramuta in un mostro amorfo che gioca con la vita degli altri e usa le fragilità di adolescenti nel fiore della loro età  che ancora non hanno sviluppato la possibilità di potersi imporre in autonomia ad un meccanismo psicologico malato e deviato che fa leva su una presunta e illusoria crescita in una scala generazionale attraverso il raggiungimento di obiettivi e prove di forza, come l’autolesionismo e poi il suicidio. C’è un altro gioco che ha già seminato molte vittime e che si chiama “Fata di Fuoco”. E’ un gioco che coinvolge i bambini di 9 anni e li induce al suicidio attraverso un video in cui si vede un bimbo che entra in cucina, accende il gas e si trasforma in una fata di fuoco come nei cartoni animati. Nell’immagine coercitiva c’è scritto “entra in cucina silenziosamente senza farti notare da nessuno altrimenti la magia scomparirà”. Le conseguenze di questa depravata manipolazione ha avuto effetti devastanti sui bambini e numerosi sono stati i casi di suicidio o ustioni. Come contrastare questa follia? Come fermare questa macchina infernale che induce al suicidio centinaia di giovani in Russia e che si sta espandendo? 
 
Abbiamo intervistato la Dott.ssa Mary Petrillo, Psicologa, criminologa, Coordinatrice del Crime Analysts Team, Docente Master Univ. Niccolò Cusano.

– Cosa spinge queste persone a indurre al suicidio i minori?
Cominciamo col dire che in Italia l'istigazione al suicidio è un reato penale, art. 580 c.p. ., il suicidio può essere indotto per svariati motivi da quelli più di natura compassionevole a quelli più abietti, come quelli che avvengono nelle sette o come in questo caso. Purtroppo ci sono persone che affermano la loro personalità e la loro dominanza sugli altri, facendo leva sulle debolezze altrui e spingendo le persone più fragili fino a commettere tale atto non conservativo. Teniamo presente però che, come in questo caso specifico, nel soggetto che subisce questa pressione deve già preesistere il proposito suicida e che egli stesso mette in atto la sua morte, altrimenti dovremmo parlare di omicidio del consenziente e/o di omicidio volontario, quindi il tutto dovrebbe poi assumere un altro "aspetto ". 

– Quali sono i punti deboli su cui fanno leva?
Se parliamo di istigazione, questa può essere perpetrata per motivi disparati quali ad esempio partecipazione emotiva nei confronti di chi vive una situazione di disagio psicologico e/o fisico, si può istigare al suicidio attraverso la minaccia, l' inganno, per odio e violenza. 
 
– Un minore come può contrastare tutto ciò?
Torniamo all'inizio del nostro discorso, ossia se trattasi di omicidio del consenziente o di suicidio vero e proprio perché ovviamente ciò cambia anche il modo in cui un soggetto può far fronte a ciò. In linea di massima un giovane deve imparare ad amare la vita ed in questo noi adulti abbiamo le nostre responsabilità, in quanto i ragazzi vogliono punti di riferimento che facciano capire loro fino a che punto possono spingersi e ovviamente la sana socializzazione tra coetanei è un ottimo antidoto contro il suicidio. Oggi i ragazzi nonostante i social network sono più soli che mai e purtroppo molte volte questi social non fanno che alimentare le invidie e i disagi che alcuni giovani vivono e sentono. 

– Un adulto come può accorgersi di tale coercizione?
 Un adulto attento e che non lascia solo per troppe ore davanti ad un PC o ad uno smartphone un   adolescente, si! Un adulto che privilegia la comunicazione in famiglia può accorgersi di certi segnali coglierli in tempo e quindi con l'aiuto della scuola e dei professionisti della salute psicologica può sicuramente far fronte a questi terribili eventi.

– Un genitore come può capire se il proprio figlio è stato plagiato e cosa può fare? 
Parlare di plagio in un Paese che lo ha eliminato come reato è molto difficile, personalmente lo reintrodurrei con le opportune modifiche che fanno riferimento anche alle più moderne tecniche di interpretazione del disagio psicologico. Logicamente è bene farsi aiutare in questi casi da un professionista

– Che consigli si sente di dare?
Innanzi tutto di fare sempre attenzione a cambiamenti repentini di personalità del ragazzo/a e anche a cambiamenti di vita quotidiana. È importante favorire sempre la comunicazione in famiglia, ma non facendo il "genitore/amico"! È importante far capire quanto la vita sia bella e preziosa e che ogni situazione si può superare, perché è la paura che deve "essere uccisa" e non la persona! È necessario stare vicino a chi vive un momento di panico e/o smarrimento e con la propria vicinanza ed umanità si può far superare il panico che porta poi al compimento anche di gesti inconsulti.




Marsala: grande successo per il concerto di Marco Massa al Baluardo Velasco


GALLERY IN FONDO ALL'ARTICOLO
 
 
di Angelo Barraco
 
MARSALA (TP) – Grande successo per l’Associazione culturale Baluardo Velasco che ha chiuso la rassegna BaluArte con una serata elegante e di assoluto prestigio, portando sul palco il cantautore milanese Marco Massa, accompagnato da  Greg Lamy alle chitarre, Giovanni Mattaliano al clarinetto, Massimiliano Patti al contrabbasso e Giuseppe Urso alla batteria.
 
Cala la sera e la città di Marsala si tinge di rosso, i calici si riempiono di vino e quelle vie ombrose del centro storico si illuminano improvvisamente di luci calde che graffiano le pareti delle antiche costruzioni murarie ricamando riflessi amorfi. L’odore del mare si rincorre tra le vie del centro per poi infrangersi sulle pareti, trovando improvvisamente il suo punto d’incontro con la tradizione culinaria che dolcemente accarezza il palato di turisti e residenti che si fanno  accarezzare dal  forte senso di appartenenza, di storia, miti e ricordi del passato. Un concetto che Marco Massa ha perfettamente espresso nel suo disco “Sono cose delicate”, riportando in musica il ricordo nitido di un bambino che a 10 anni ascolta un disco di Virgilio Savona e si innamora perdutamente di un brano in cui vi è il cantato in siciliano. Non capiva le parole di quel disco ma quei suoni dal sapore mediterraneo lo avevano completamente catturato.  Decide, quindi, di chiedere al padre il senso di quella canzone ma lui non lo sapeva.  Il padre gli disse che avrebbe potuto chiamare Savona  e così fece e Marco Massa ebbe modo di farsi spiegare dal suo artista preferito il significato nudo e crudo di quel brano che tanto lo aveva colpito. Un gesto indelebile nella memoria di Massa che ha deciso di  condividere e di rapportare in musica quel ricordo impresso nella sua anima come un solco nel cemento.  Un’intimità che il raffinato pubblico del Baluardo Velasco ha colto attraverso un divenire di musicisti che riempivano di colori e suoni il palco del Teatro. Patti e Mattaliano hanno aperto la serata con un sinuosi intrecci sonori di Clarinetto e Contrabasso miscelati con estrema perfezioni e incastrati con dovizia. Linee dal sapore antico che sicuramente hanno riportato alla mente dei presenti in sala quei desueti solchi di tradizione che si rincorrono e si rimbalzano lungo le scoscese vie della città. 
 
Un progressivo sviluppo della struttura sonore con l’ingresso di Giuseppe Urso alla Batteria,  successivamente con  Greg Lamy  ed infine la band si è completata con Marco Massa. Un registro stilistico versatile che ha fatto emergere l’indubbia  professionalità dei musicisti che hanno dimostrano classe, eleganza e professionalità. Un concerto che ha avuto un ottimo riscontro da parte del pubblico presente in sala e tra gli ospiti d’eccezione che hanno apprezzato, vi era anche Carmelo Pipitone, il famoso musicista dei Marta Sui Tubi e degli ORK. Ricordiamo che il “Baluardo Velasco – Espacio teatral” non gode di alcun contributo pubblico ma nasce dall’impegno di quattro soci e dal contributo di sponsor privati. Il suo nome deriva da un antico bastione della città di Marsala edificato dagli spagnoli nel XVI secolo. Una roccaforte che per anni rimase coperta dall’oblio e dall’indifferenza e solo negli anni 90 vide una degna valorizzazione. L’Associazione ha scelto proprio questo nome e questa storia per lanciare un segnale forte alla città e voler comunicare ai cittadini che concretamente esiste una realtà che punta alla qualità e alla cultura. Baluardo Velasco è aperto alla musica, al teatro, alla fotografia, alle mostre, alla pittura, alla scultura e a qualsiasi forma d’arte che porta all’interazione e alla fruizione delle espressioni artistiche tra i cittadini.



Marsala e Petrosino, dal risparmio energetico al decoro: due Comuni che valorizzano il territorio

 
di Angelo Barraco

 
Marsala/Petrosino (TP): “Quando piantiamo un albero, stiamo facendo ciò che possiamo per rendere il nostro pianeta un luogo più salutare e vivibile per quelli che verranno dopo di noi, se non per noi stessi” disse il giurista statunitense Oliver Wendell Holmes Jr. Un concetto perfettamente contestualizzabile a quelle realtà urbane che sviluppano progetti concreti che mirano allo sviluppo della polis per migliorare la vivibilità dei suoi abitanti e per lasciare un segno concreto e indelebile per coloro che verranno domani. Esattamente ciò che stanno attuando in modo esemplare i Comuni di Marsala e Petrosino, sviluppando concretamente idee e progetti che portano alla valorizzazione del territorio e alla crescita dello stesso.
 
Il Comune di Petrosino, guidato dal carismatico Sindaco uscente Gaspare Giacalone che ha confermato la sua candidatura alle prossime amministrative, punta ad un uso razionale dell’energia elettrica degli immobili comunali aderendo al progetto “Led negli edifici della pubblica amministrazione”, una campagna per l’ammodernamento tecnologico dei corpi illuminati esistenti con altrettanti ad alta efficienza negli edifici esistenti di proprietà del Comune.  Un’iniziativa che punta all’ammodernamento tecnologico dei gruppi illuminanti già presenti con altri di altissima efficienza. Il Sindaco ha dichiarato che l’iniziativa “è a costo zero per l’Amministrazione e  prevede un adeguamento funzionale, più efficiente e rispettoso alle norme di settore, con un abbattimento dei consumi e minori costi di manutenzione quindi meno costi per la collettività. L’adesione al progetto consentirà all’Amministrazione di ottenere una riduzione dei consumi energetici, negli edifici di proprietà comunale di almeno il 50%”.
 
Le porte all’innovazione come specchio per il futuro si aprono anche a Marsala, con la collocazione di un murales chiamato “Cartolina da Marsala” collocato a Sappusi. L’opera fa parte di un progetto scolastico chiamato “Rigeneriamoci”, sotto la coordinazione dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione diretto da Annamaria Angileri. Nel corso della manifestazione vi era anche il Sindaco Alberto Di Girolamo e gli assessori Ruggieri e Accardi. Il lavoro è stato ideato da Federico Di Girolamo, con il coinvolgimento di diverse scuole. Entusiasta il Sindaco Di Girolamo che ha affermato “Contiamo su giovani per fare di Marsala una città sempre più vivibile e turistica”. L’Assessore Angileri ha dichiarato invece “Un lavoro faticoso, che ha visto impegnati i ragazzi per intere giornate con grande entusiasmo. Nel racchiudere in un colpo d'occhio le peculiarità del nostro territorio, la Cartolina costituisce altresì un esempio di sinergia virtuosa e cittadinanza attiva”. 



Marsala e Petrosino: dal LED negli edifici pubblici al Murales dedicato alla città, due Comuni che valorizzano il territorio

di Angelo Barraco
 
Marsala/Petrosino (TP): “Quando piantiamo un albero, stiamo facendo ciò che possiamo per rendere il nostro pianeta un luogo più salutare e vivibile per quelli che verranno dopo di noi, se non per noi stessi” disse il giurista statunitense Oliver Wendell Holmes Jr. Un concetto perfettamente contestualizzabile a quelle realtà urbane che sviluppano progetti concreti che mirano allo sviluppo della polis per migliorare la vivibilità dei suoi abitanti e per lasciare un segno concreto e indelebile per coloro che verranno domani. Esattamente ciò che stanno attuando in modo esemplare i Comuni di Marsala e Petrosino, sviluppando concretamente idee e progetti che portano alla valorizzazione del territorio e alla crescita dello stesso. Il Comune di Petrosino, guidato dal carismatico Sindaco uscente Gaspare Giacalone che ha confermato la sua candidatura alle prossime amministrative, punta ad un uso razionale dell’energia elettrica degli immobili comunali aderendo al progetto “Led negli edifici della pubblica amministrazione”, una campagna per l’ammodernamento tecnologico dei corpi illuminati esistenti con altrettanti ad alta efficienza negli edifici esistenti di proprietà del Comune.  Un’iniziativa che punta all’ammodernamento tecnologico dei gruppi illuminanti già presenti con altri di altissima efficienza. Il Sindaco ha dichiarato che l’iniziativa “è a costo zero per l’Amministrazione e  prevede un adeguamento funzionale, più efficiente e rispettoso alle norme di settore, con un abbattimento dei consumi e minori costi di manutenzione quindi meno costi per la collettività. L’adesione al progetto consentirà all’Amministrazione di ottenere una riduzione dei consumi energetici, negli edifici di proprietà comunale di almeno il 50%.”. Le porte all’innovazione come specchio per il futuro si aprono anche a Marsala, con la collocazione di un murales chiamato “Cartolina da Marsala” collocato a Sappusi. L’opera fa parte di un progetto scolastico chiamato “Rigeneriamoci”, sotto la coordinazione dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione diretto da Annamaria Angileri. Nel corso della manifestazione vi era anche il Sindaco Alberto Di Girolamo e gli assessori Ruggieri e Accardi. Il lavoro è stato ideato da Federico Di Girolamo, con il coinvolgimento di diverse scuole. Entusiasta il Sindaco Di Girolamo che ha affermato “Contiamo su giovani per fare di Marsala una città sempre più vivibile e turistica”. L’Assessore Angileri ha dichiarato invece “Un lavoro faticoso, che ha visto impegnati i ragazzi per intere giornate con grande entusiasmo. Nel racchiudere in un colpo d'occhio le peculiarità del nostro territorio, la Cartolina costituisce altresì un esempio di sinergia virtuosa e cittadinanza attiva”. 



Caso Angela Celentano, ritrovata Celeste Ruiz: parla l'avvocato della famiglia

 
di Angelo Barraco – Paolino Canzoneri
 
NAPOLI – Importanti novità sul caso della scomparsa di Angela Celentano, avvenuta il 10 agosto del 1996 sul Monte Faito, quando la piccola aveva soltanto 3 anni. E’ stata rintracciata Celeste Ruiz, la misteriosa ragazza che nel 2010 aveva intrapreso delle fitte corrispondenze con la famiglia Celentano, riferendo di essere la loro figlia e inviando loro delle foto che avevano riacceso delle speranze dopo tanti anni di silenzio e di buio. Celeste è stata rintracciata in Messico e dagli accertamenti compiuti è stato escluso qualsiasi legame con la piccola Angela Celentano. Si apprende inoltre che la Ruiz si troverebbe in Italia e molto probabilmente sarà stata sentita in Procura. Una svolta nelle indagini sicuramente determinante, che arriva proprio dopo che il Ministero della Giustizia del Messico ha raddoppiato la ricompensa per tutti coloro che  fornivano informazioni utili su Celeste Ruiz. Una svolta sicuramente determinante sul mistero della piccola Angela Celentano, che lascia però nell’animo di tutti un retrogusto amaro poiché molti hanno vissuto con la certezza che potesse essere lei quella giovane donna. Un’amarezza che certamente apre ulteriori maglie e spunti investigativi, che fissa dei punti fermi su una storia che da molti anni teneva in stallo Italia e Messico e che oggi invece è tutta da riscrivere, una verità da cercare fino in fondo. Bisogna dare una risposta cerca al dolore di un padre e una madre come Catello e Maria, che in questi lunghi anni non si sono mai arresti, hanno sempre sperato e lottato per trovare la verità sulla scomparsa della loro piccola; bisogna dare una risposta agli italiani che hanno sperato con tutto il loro cuore che quella ragazza dagli occhi scuri fosse veramente Angela e che oggi, con il sorriso amaro e le lacrime agli occhi, battono i pugni sul tavolo con rassegnazione; bisogna dare una risposta anche a Celeste Ruiz, che in tutta questa storia non c’entra assolutamente nulla ma che è stata trascinata inconsapevolmente dentro l’oscuro labirinto del web e delle condivisioni fotografiche attuate da soggetti che per motivazioni ignote hanno intrattenuto lunghe conversazioni con la famiglia Celentano, diventando per anni la speranza  di una famiglia che ha sempre lottato con forza e dignità. Oggi tutti si chiedono: dov’è Angela Celentano?
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo parlato di Celeste Ruiz con l’Avvocato Luigi Ferrandino, legale della famiglia.

– Ho letto la notizia in merito al ritrovamento di Celeste Ruiz…
C’è già stato il vertice ai quali hanno partecipato, oltre me, il Procuratore della Repubblica Bernardini con il Procuratore aggiunto Filippelli, il sostituto Raimondi e i signori Celentano in cui ci hanno spiegato che hanno ritrovato quella ragazza della foto, le hanno fatto il DNA, non è Angela. 
 
– Avvocato dove è stata ritrovata Celeste Ruiz e da chi?
In Europa, non posso dire il paese. Questa ragazza è venuta qui a Torre Annunziata e si è incontrata anche con i signori Celentano. 
 
– E’ stata fatta una segnalazione?
Degli amici in Messico hanno visto la foto sui giornali e l’hanno chiamata dicendole “guarda, c’è la tua foto che gira”. Lei si è messa a disposizione dell’autorità giudiziaria perché è una persona per bene, una persona colta.
 
– E’ la stessa persona che mandava i messaggi da quella casa?
No, lei non c’entra niente. Hanno utilizzato solo la sua foto, era arrabbiata con questi signori che hanno utilizzato la sua foto.
 
Uno dei misteri più fitti e tristi degli anni 90 è quello che coinvolge una pacifica e religiosa famiglia di Vico Equense, un comune della penisola sorrentina posta tra il golfo di Napoli, i monti Lattari e il golfo di Salerno. E' sabato 10 Agosto, una giornata calda fortemente soleggiata e ideale per trascorrerla insieme agli amici della comunità Evangelica nel vicino monte Faito facilmente raggiungibile e classica meta per scampagnate e pic-nic. I bimbi delle famiglie del gruppo di amici non stanno nella pelle dalla gioia, è una delle occasioni più belle per giocare e divertirsi nella loro età di spensieratezza e di felicità perenne. In una zona boscosa del monte c'è chi immortala con una telecamera quei momenti di gioia e di congregazione del gruppo festoso di quaranta amici fra adulti e bambini che corrono qua e là sempre con l'occhio vigile dei genitori. Poco dopo le 13 circa Renato, bimbo di 11 anni percorre un breve tratto di strada boscosa per andare a riporre il pallone da gioco nella macchina del padre, crede forse d'essere da solo ma di li a breve si accorge che  Angela, una bimba di soli tre anni figlia della famiglia Celentano lo segue silente a piedi a poca distanza. Undici anni bastano forse per impensierire Renato che invita Angela a tornare subito indietro dagli altri e a non seguirlo ma la bambina non lo ascolta e continua a seguirla fino a che il sentiero si fa più impervio e si intreccia con altri sentieri. Facile perdersi ma Renato ha una età che lo rende più consapevole e più capace ad orientarsi e dopo aver riposto il pallone nella macchina del padre ritorna sui suoi passi ma non vede più Angela. Non passa molto tempo e l'assenza di Angela impensierisce genitori e amici che cominciano a cercarla nelle vicinanze chiamandola a voce ma purtroppo senza risposta. Angela Celentano sparisce lasciando dietro se angoscia e tormento diventando cosi uno dei misteri dell'Italia della seconda metà degli anni 90. Come una tragica prassi da quel momento in poi testimonianze contrastanti e confuse anche dei bambini infittiscono il mistero e le riprese video putroppo non mostrano anomalie o dettagli rilevanti. Una angoscia perenne che prosegue per molti anni di silenzio e di sofferenza per i coniugi Celentano che mai si sono arresi neanche per un attimo. Sofferenza interrotta da una fievole speranza iniziata nel maggio del 2010 dove una giovane ragazza messicana Celeste Ruiz inizia ad intraprendere una corrispondenza tramite invio e ricezione di mail con la famiglia Celentano in cui lei assicura d'essere Angela. Una foto inviata in allegato ad una mail lascia attoniti e perplessi i genitori e l'Italia intera perchè la rassomiglianza è piuttosto evidente e il volto della giovane Celeste sembra proprio avere tutti i connotati del volto della piccola Angela. Le mail e il contatto sembrano infittirsi ma non mancano di suscitare confusione e incredulità in una Italia che si divide fra chi crede che quella ragazza sia in realtà Angela e chi invece reputa possa essere l'ennesimo buco nell'acqua. Il governo messicano a questo punto interviene fissando una grossa ricompensa di circa 80mila euro in pesos per coloro che riusciranno a fornire dettagli e informazioni veramente utili per individuare la ragazza. Un contatto e una speranza che scalda il cuore dei coniugi Celentano che credono nella ragazza fomentati dall'esito positivo del Ris ed esperti vari che non trovano tracce di manomissioni nella foto della ragazza inviata da Celeste Ruiz. Anche l'avvocato Luigi Ferrandino crede fermamente che la ragazza non sia assolutamente una mitomane ma è pur vero che Celeste non rivela mai espressamente dove la si possa trovare e non spiega mai perchè non sia in grado di tornare e spesso lo scambio di mail tende a interrompersi bruscamente per certi periodi per poi riprendere nuovamente. Una linea diretta fra i due paesi in merito al caso Celentano attivo ed intenso oramai da anni fino ad oggi.



Marsala: Attesissimo il concerto del cantautore milanese Marco Massa

 
di Angelo Barraco
 
MARSALA (TP)Sabato 13 maggio, alle ore 21.00, l’Associazione culturale Baluardo Velasco chiude la rassegna BaluArte  con il cantautore milanese Marco Massa. Una serata musicale di grandissimo prestigio artistico e culturale, dove nello spazio teatrale di Via Frisella, 27, il cantautore –giunto in Sicilia con una tournèe promozionale- presenterà il suo nuovo album “Sono cose delicate”,  sesto disco della sua carriera e come spiega lo stesso Massa per raccontare il suo disco "Sono cose delicate tutte quelle cose che non possono mai essere sfiorate…". Un disco che invita l’ascoltatore a riscoprire la poesia, gli spazi, il tempo, la città in cui si hanno ben salde le radici e il tempo dentro il quale poter costruire se stessi. Un disco che articola le si muove pregevolmente nella tradizione cantautorale milanese con un sound maturo, delicato e jazzato. Marco Massa sarà accompagnato da una band d’eccellenza composta da Greg Lamy alle chitarre, Giovanni Mattaliano al clarinetto, Massimiliano Patti al contrabbasso e Giuseppe Urso alla batteria. Lo spettacolo è previsto per sabato 13 maggio alle ore 21 al Teatro Baluardo Velasco. La rassegna è sponsorizzata dalle Cantine Caruso e Minini. La città di Marsala si tingerà di rosso come il vino che riempie i calici al calar della sera, si spegneranno le luci che amabilmente illuminano la strada buia e insidiosa, cala il silenzio e tutto improvvisamente suonerà con una melodia nuova e diversa, impregnata di raffinatezza e armonia spogliata di eccessi e saturazioni. Un mondo di musica e parole che si impone agli altri con garbo, eleganza e semplicità e raccoglie il plauso di una platea sempre pronta a carpire ogni sfumatura sottile. 
 
Baluardo Velasco è un’Associazione culturale che vuole tracciare un segnale forte all’interno di una società che rema contro una crescita che concretamente arranca ad avvenire. Il “Baluardo Velasco – Espacio teatral” non gode di alcun contributo pubblico ma nasce dall’impegno di quattro soci e dal contributo di sponsor privati. Il suo nome deriva da un antico bastione della città di Marsala edificato dagli spagnoli nel XVI secolo. Una roccaforte che per anni rimase coperta dall’oblio e dall’indifferenza e solo negli anni 90 vide una degna valorizzazione. L’Associazione ha scelto proprio questo nome e questa storia per lanciare un segnale forte alla città e voler comunicare ai cittadini che concretamente esiste una realtà che punta alla qualità e alla cultura. Baluardo Velasco è aperto alla musica, al teatro, alla fotografia, alle mostre, alla pittura, alla scultura e a qualsiasi forma d’arte che porta all’interazione e alla fruizione delle espressioni artistiche tra i cittadini.



“Maltese – Il romanzo del Commissario”: questa sera la seconda puntata, parla l'attore Fulvio Figuccia

 
di Angelo Barraco

 
MARSALA (TP) – Questa sera alle ore 21.25 andrà in onda su Rai 1 la seconda puntata della miniserie televisiva “Maltese – Il romanzo del Commissario”, il cui esordio andato in onda lunedì 8 maggio ha registrato il 30.3% di share pari a 7.433.000 spettatori, un successo clamoroso e inaspettato. La serie tv ambientata negli anni 70 è diretta da Gianluca Tavarelli e prodotta dalla Palomar, girata tra il mese di Aprile e il mese di Giugno a Trapani, Palermo e Roma e che vede il ritorno in tv di Kim Rossi Stuart dopo 12 anni  che interpreta il commissario Dario Maltese, che da Roma ritorna a Trapani, la sua terra natia, per fare i conti con il suo passato. Il ritorno avviene in occasione del matrimonio di Gianni, il suo migliore amico, interpretato dall’attore Claudio Castrogiovanni. Una fiction in cui il ricordo rappresenta la componente principale di una regressione al passato attraverso il quale il commissario fa i conti con l’abbattimento delle distanze emozionali che per molto tempo lo avevano tenuto ben lontano da quelle terre. Dopo un vissuto fatto di emozioni soffocate e tenute lontane, il ritorno a casa fa riaffiorare i ricordi dinnanzi ai suoi occhi al calar della sera e Gianni, Dario e Angelica sono i protagonisti dei suoi flashback. I due giovani vivono spensieratamente la loro adolescenza insieme alla giovane Angelica, della quale sono entrambi innamorati. Ricordiamo inoltre che sono quattro le puntate della miniserie: la prima è andata in onda l’8 maggio, la seconda il 10 maggio, la terza andrà in onda il 15 maggio e l’ultima il 16 maggio. 
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo intervistato Fulvio Figuccia. Il suo ruolo all’interno della fiction rientra proprio tra i flashback del Commissario Maltese –Kim Rossi Stuart- e in luoghi suggestivi come San Teodoro è stato ripreso insieme ai suoi colleghi mentre giocavano in acqua, ma anche sul golfo di Bonagia, in una festa anni ’50 presso il Baglio Fontanasalsa e mentre pescano su una piccola barca al largo del porto di Trapani. Nel novembre 2016, quando ancora il film era in fase di realizzazione, noi lo intervistammo e ci spiegò l’inizio di questa sua nuova ed entusiasmante esperienza. Oggi ce ne parla alla luce dell’enorme successo ottenuto dalla prima puntata e a distanza di poche ore dall’inizio della seconda.

Com'è stato vedersi in tv?
Un'emozione indescrivibile per me vedermi per la prima volta in tv, in prima serata, su Rai Uno. Soprattutto perché neanch'io avevo visto in anteprima le scene che ho girato,  quindi, come tutti, mi sono visto lunedì sera e poi è stata grandissima la sorpresa poiché non sapevo quando sarebbe andata in onda la scena in cui sarei comparso. Anche il solo fatto di collaborare insieme ad attori come Kim Rossi Stuart, Francesco Scianna e Valeria Solarino. Comparire nei ricordi, nei flashback del commissario Maltese 
rende tutto piú magico e onirico.

Com’è stato impersonare il Commissario Peralta da giovane, amico di Maltese?
È stato un onore impersonare da giovane il Commissario Peralta, amico di Maltese, ucciso per avere iniziato silenziosamente la sua lotta alla mafia in un periodo in cui si diceva che la mafia non esistesse e in cui i delitti di mafia erano considerati "delitti di fimmine".
 
Si parla di lotta alla mafia, di morti ammazzati in una Sicilia da sempre teatro di una mattanza senza fine…
Fa riflettere molto anche che Peralta avesse conservato fuori dal commissariato lo schedario con le sue indagini personali sulla mafia a Trapani perché, come diceva il commissario Maltese, o non si fidava nemmeno dei suoi uomini oppure non voleva metterli in pericolo.
L'assassinio del commissario Peralta convince Maltese a trasferirsi a Trapani e a prendere il suo posto per indagare sull'omicidio dell'amico di infanzia, ma soprattutto per continuare le indagini iniziate dall'amico, che negli ultimi istanti di vita è come se gli passasse il testimone, informandolo dell'inchiesta che aveva iniziato fuori dal commissariato. Quindi possiamo dire che  Peralta incarna l'eroe dello Stato, vittima della mafia, ma lasciato solo dallo Stato stesso. La differenza importantissima rispetto agli anni in cui è ambientata la fiction è che oggi di mafia si parla ed è cambiata anche la società civile più consapevole ed impegnata.



Università degli studi di Palermo, elezioni organi superiori: ecco i candidati

 
di Angelo Barraco
 
 
PALERMO– Il 16 e 17 Maggio tutti gli studenti Universitari di Trapani e Palermo saranno chiamati ad eleggere i rappresentanti degli studenti per gli Organi Superiori, cioè il Senato Accademico, il Consiglio d’Amministrazione, il Comitato per il potenziamento dell’attività sportiva universitaria (CUS). Ma chi sono i candidati? Per il Senato Accademico c’è Emanuele Cocchiara, classe 1993, originario di Gela ma trasferitosi a Palermo nel 2005. Consegue la maturità scientifica nell’anno 2012 presso il Liceo Scientifico Statale “Benedetto Croce”. Si iscrive all’università e sin da subito inizia a lavorare per gli studenti  con il Foro di Giurisprudenza e viene eletto Presidente nel 2014, quando era studente al secondo anno. Nel dicembre del 2015 si candida al Consiglio di Corso di Studi e viene eletto con un cospicuo numero di voti. Lo staff dell’Associazione Foro di Giurisprudenza decide di rinominarlo Presidente nel Marzo del 2017. Per il CDA la candidata è Antonella Morana, classe 1995, originaria di Marsala (TP). Consegue la maturità al Liceo “Giovanni XXIII” di Marsala nel 2014 e nello stesso anno intraprende la carriera universitaria presso la Facoltà di Giurisprudenza del Polo Universitario di Trapani. Si mostra subito interessata alle problematiche degli studenti universitari e la realtà associativa universitaria, entrando a far parte in qualità di Socio Attivo dell’Associazione Alfaomega diventando nel mese di gennaio 2016 Vicepresidente e Tesoriere. In merito alla sua candidatura dichiara: “Ho scelto di presentare la mia candidatura perché credo nella buona rappresentanza. Quella di candidarmi è stata una scelta voluta e  pensata , avendo anche valutato il grande impegno che comporterebbe ricoprire questa carica. Sono convinta che sia necessario valorizzare ulteriormente il nostro percorso universitario ma ancor di più, da Studentessa di un Polo decentrato,  credo sia giunto il momento di dare una forte e più vicina rappresentanza agli Studenti del Polo Universitario di Trapani che per molto tempo non ha avuto l’opportunità di competere in prima linea”. Per il CUS la candidata è Elisabetta Fiorello, classe 1997 di Palermo. Consegue la maturità classica presso il Liceo “Giuseppe Garibaldi” di Palermo nel 2015 e nello stesso anno si iscrive nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Palermo. Mostra sin da subito interesse alle problematiche degli studenti e partecipa attivamente ad attività di tal genere. Nel 2016 decide di proseguire la sua passione per gli studi umanistici iscrivendosi al corso di Studi storici e filosofici ma non abbandona la passione politica. Si voterà il 16 maggio dalle 08.30 alle 16.30 e il 17 maggio dalle 08.30 alle 14.00. In bocca al lupo!