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Bellezze d’Italia, la Basilica Cattedrale di San Procolo Martire a Pozzuoli: un’immersione tra arte e natura

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Fra i luoghi da visitare nella Penisola Flegrea in provincia di Napoli è la Basilica Cattedrale di San Procolo Martire e si trova sulla Rocca del Rione Terra a Pozzuoli, qui si fondono bellezza paesaggistica, arte e natura, dando via a uno dei posti più belli e caratteristici d’Italia.

Il Duomo si presenta ai visitatori come l’unione di due realtà opposte: il Tempio classico e la Chiesa tardo barocca

La Cattedrale è un tesoro di per sé e all’interno di essa contiene altri tesori, infatti sulle pareti della Basilica risalente al I secolo a. C. circa in onore all’imperatore Augusto i visitatori possono ammirare i dipinti della pittrice romana Artemisia Gentileschi nata nel 1593, le opere sono tre e occupano circa 18 metri quadrati, le opere furono commissionate quando si trasferì a Napoli. La “Pittora” così chiamata, nei secoli è stata erroneamente quasi sempre ricordata per lo stupro che disgraziatamente subì in giovane età da un certo Agostino Tassi, ma in realtà Artemisia Gentileschi era una valente artista appartenente al filone del nuovo linguaggio pittorico “caravaggesco” degli artisti dell’epoca del seicento, influenzati non solo dal nuovo modo di dipingere, ma anche dalla forte personalità del Merisi. Ad arricchire la visita è anche la stradina che bisogna fare per arrivare alla Cattedrale, infatti affaccia sul porto della citta puteolana dove i visitatori possono ammirare i colori caratteristici delle abitazioni tipiche delle città di mare, il porto che accoglie i turisti da millenni fa da cornice a tutto il panorama, entrare all’interno della Cattedrale è come fare un viaggio nel tempo ed è un’esperienza davvero interessante fatta di bellezza e di cultura, infatti si possono ammirare i resti delle colonne maestose del Tempio augusteo di marmo di colore bianco che dominano e catturano l’attenzione, mentre sullo sfondo delle pareti si possono fruire i dipinti di epoca barocca di Artemisia Gentileschi, ad arricchire la visione si aggiungono al notevole patrimonio della chiesa importanti tele di altri artisti come Ribera detto lo “spagnoletto”, opere dei fratelli Fracanzano, di Agostino Beltrano, Giovanni Lanfranco, Massimo Stanzione, e Paolo Finoglio.

 

Le tre tele in questione di Artemisia Gentileschi le vennero commissionate quando si trovò per la prima volta nel capoluogo partenopeo

Secondo alcuni studiosi però non venne mai a visitare di persona la Cattedrale di Pozzuoli, i dipinti voluti dal Vescovo Martin de Leon y Cardenas sono collocabili tra il 1633 e il 1638 anno della partenza della Gentileschi per l’Inghilterra, i dipinti in questione sono: San Gennaro nell’anfiteatro di Pozzuoli, l’Adorazione dei Magi e Santi Procolo e Nicea. Le opere per il Vescovato puteolano dimostrano che la pittrice romana abbia trovato un ambiente disponibile, che le riconosceva la sua bravura d’artista, infatti finalmente non le venivano solo commissionate opere per privati e molte volte lo facevano anche per ammirare la sua avvenenza, ma finalmente le venivano richieste anche opere importanti destinate a luoghi di culto, per l’artista era per la prima volta che le commissionavano opere da un ente ecclesiastico. Tutte e tre i dipinti dimostrano la grande maestria per il colore che aveva imparato a macinare e a mescolare con gli oli quando era piccola, infatti l’apprendistato lo fece nella bottega del padre Orazio anch’esso artista caravaggesco, il colore giallo-oro è il suo colore identicativo dove lo si può ammirare in tutte le sue opere, gli sguardi dei personaggi di Artemisia catturano il fruitore con delicatezza accentuati ancor di più dal “taglio” di luce che dimostra la grande ammirazione verso le opere del Caravaggio. Queste tre opere sono di grande importanza dal punto di vista storico, ma anche per l’artista, perché non viene più identificata la Gentileschi solo con l’opera “Giuditta e Olofena” che si trova agli Uffizi di Firenze e quindi riconducibile allo stupro di quando era giovanissima, nonostante la forza drammatica del linguaggio pittorico, ma si ha modo di constatare che le opere del Duomo di Pozzuoli dimostrano che aveva un grande talento artistico innato, e con la sua forte personalità non solo aveva reagito verso la violenza subita e le miriadi di umiliazioni e torture durante il processo che dovette subire per ben cinque anni, ma che si era imposta anche verso le discriminazione dei giudizi sessisti verso le artiste, poiché ritenevano che non era una professione adatta alle donne. La Cattedrale di Santo Procolo è davvero ricca di storia e di bellezza visitarla significa fare un salto di duemila anni per poi trovarsi in epoca barocca, ed è un vero scrigno di meraviglie dove vale la pena visitare.

La scena del dipinto di San Gennaro nell’anfiteatro di Pozzuoli racconta il martirio del Santo

Dopo essere stato sottoposto a tormenti venne dato in pasto a leoni e orsi, dietro sullo sfondo si nota l’anfiteatro disposto come un fondale teatrale che qualcuno pensa che sia il Colosseo, tutta la scena è animata all’esterno. La tunica bianca si discosta enormemente dal dipinto mentre il resto dei colori sono il suo linguaggio pittorico ed è consono al tema del dipinto, il contrasto di luce del dipinto dell’opera viene dal fascio di luce proveniente da sinistra creando ombre davvero suggestive.
Nel dipinto “Santi Procolo e Nicea” lo sguardo dei santi sono evidenziati dal contrasto di luce che viene sempre da sinistra e non tradisce il linguaggio caravaggesco che aveva adottato, lo sguardo puro dei santi è rivolto verso l’alto, la prospettiva ha le linee di fuga che convergono verso la colonna esterna agevolando lo sguardo del punto di vista dei fruitori nell’ammirare l’opera evidenziate ancor di più dalle linee del pavimento, ben contestualizzato nell’ambiente e l’altezza della sua collocazione. “L’Adorazione dei Magi” che si colloca a sinistra della Chiesa hanno come particolarità la sproporzione dei re Magi rispetto alla Vergine con in braccio il Bambino Gesù, infatti sono più grandi rispetto alla Madonna, lo sguardo della Vergine è commosso è anch’esso ben evidenziato dall’enorme contrasto del fascio di luce proveniente da sinistra che irradia tutta l’opera mettendo in primo piano il vestiario dei personaggi e la bravura dell’artista.

Giuseppina Ercole

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Isola delle rose e isola dei famosi: due esperimenti sociali agli antipodi

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L’Isola delle Rose e l’Isola dei Famosi rappresentano due realtà molto diverse tra loro, sia dal punto di vista sociologico che motivazionale, che riflettono cambiamenti significativi nella società nel corso del tempo.

L’Isola delle Rose è un’isola artificiale costruita nel 1967 al largo della costa italiana vicino a Rimini. Fu creata come una micronazione autoproclamata dallo scienziato e ingegnere italiano Giorgio Rosa, con l’obiettivo di sfidare la sovranità territoriale italiana e promuovere l’ideale di libertà e indipendenza. L’Isola delle Rose rappresenta una sperimentazione sociale e politica, con l’idea di creare una comunità utopica basata sulla cooperazione e l’autogestione.

D’altra parte, l’Isola dei Famosi è un reality show televisivo in cui un gruppo di persone famose viene portato in un’isola remota e deve affrontare sfide fisiche e mentali per sopravvivere e guadagnare premi. L’Isola dei Famosi è incentrata sull’intrattenimento e sulla competizione, con l’obiettivo di attirare l’attenzione del pubblico e generare interesse attraverso il dramma e le dinamiche interpersonali.

Le differenze sociologiche tra le due realtà sono evidenti:

  1. Finalità e motivazioni: L’Isola delle Rose era motivata da ideali di libertà, indipendenza e sperimentazione sociale, mentre l’Isola dei Famosi è incentrata sull’intrattenimento, la competizione e la celebrità.
  2. Struttura sociale: L’Isola delle Rose aveva una struttura sociale basata sull’autogestione e la cooperazione tra i membri della comunità, mentre l’Isola dei Famosi ha una struttura gerarchica con ruoli definiti e dinamiche di potere.
  3. Approccio alla vita quotidiana: Sull’Isola delle Rose, i residenti dovevano affrontare le sfide della vita quotidiana in un ambiente isolato e autonomo, mentre sull’Isola dei Famosi i concorrenti affrontano sfide create artificialmente per l’intrattenimento televisivo.
  4. Rapporto con il mondo esterno: L’Isola delle Rose era isolata dal resto del mondo e tentava di sfidare le autorità nazionali, mentre l’Isola dei Famosi è un programma televisivo che ha una forte connessione con il mondo esterno attraverso la trasmissione televisiva e i social media.

In conclusione, l’Isola delle Rose e l’Isola dei Famosi rappresentano due esperimenti sociali molto diversi tra loro, che riflettono valori, ideali e obiettivi differenti. Mentre l’Isola delle Rose rappresentava un tentativo di creare una comunità utopica basata sulla libertà e l’autogestione, l’Isola dei Famosi è un programma televisivo che si concentra sull’intrattenimento, la competizione e la celebrità.

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Dalla disco music alla Trap music: il fascino della “Febbre del sabato sera” è ancora vivo e vegeto

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La storia della disco music ha radici profonde nella cultura musicale afroamericana e ha attraversato diverse fasi e influenze nel corso degli anni, influenzando generazioni di appassionati di musica e ballerini.

Negli anni ’70, la disco music ha avuto origine nei club notturni di New York City e Philadelphia, dove DJ come DJ Kool Herc, DJ Afrika Bambaataa e DJ Grandmaster Flash iniziarono a sperimentare con mixaggi elettronici e a suonare registrazioni di musica funk e soul a velocità più elevate. Questa nuova forma di musica da ballo ha catturato l’immaginazione delle persone e ha rapidamente guadagnato popolarità nelle discoteche di tutto il mondo.

Tra i primi artisti che hanno contribuito a definire il suono della disco music ci sono stati i Jackson 5, con hit come “Dancing Machine”, e artisti come Donna Summer, Gloria Gaynor e i Bee Gees, che hanno dominato le classifiche con brani come “Love to Love You Baby”, “I Will Survive” e “Stayin’ Alive”, rispettivamente. Questi brani sono diventati inno della cultura disco e hanno contribuito a definire il suo stile e la sua estetica.

Barry White è stato un altro artista iconico della disco music, noto per le sue canzoni romantiche e sensuali che includevano “Can’t Get Enough of Your Love, Babe” e “You’re the First, the Last, My Everything”. Le sue produzioni orchestrali lussureggianti e la sua voce profonda e sensuale hanno reso le sue canzoni dei classici della disco music.

Negli anni successivi, la disco music ha subito un declino di popolarità verso la fine degli anni ’70, ma il suo impatto sulla cultura musicale è rimasto significativo. Elementi della disco music sono stati incorporati in generi musicali successivi, compresa la dance music degli anni ’80 e ’90 e la musica house e dance pop contemporanea.

Più recentemente, il genere trap music ha guadagnato popolarità, soprattutto tra i giovani, con artisti come Future, Travis Scott e Migos che hanno portato avanti il suono e lo stile della trap music. Anche se la trap music ha radici diverse dalla disco music, entrambi i generi condividono un focus sull’energia e sul ritmo che li rende irresistibili per molti adolescenti e giovani amanti della musica da ballo.

In definitiva, la disco music ha avuto un impatto duraturo sulla cultura musicale e continua a influenzare la musica e la cultura pop contemporanee, dimostrando che il fascino della “febbre del sabato sera” è ancora vivo e vegeto per molte persone di tutte le età.

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Le note disciplinari a scuola: perché?

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Secondo il parere di alcuni docenti, da quando si utilizza il registro elettronico si è più propensi a cliccare sulla voce note per richiamare il comportamento non corretto di alcuni alunni.

Questa modalità è molto più diffusa nelle scuole secondarie di II grado piuttosto che negli altri gradi scolastici. Il perché di questo spartiacque rispetto agli altri gradi d’istruzione dipende dall’età degli alunni.

Nell’immaginario collettivo l’adolescente attua comportamenti più atipici rispetto ad altre età, nonché “degni” di una nota disciplinare in cui viene esplicato l’errore del comportamento dell’alunno da parte del docente.

Perché l’adolescente?

L’adolescente è maggiormente coinvolto nella fragilità del suo cambiamento e pertanto più volubile nel mettere in atto atteggiamenti non coerenti. È un’età di passaggio tra la pubertà e l’adolescenza costellata dai primi amori, le prime relazioni e i primi atteggiamenti di rivalsa sociale.

Un’età in cui il ragazzo/a si pensa in un’ottica di indipendenza da tutto e da tutti, in cui l’ego si esprime in modo alto, pensando di essere leader e di poter assumere comportamenti di ogni tipo. A volte la scaltrezza di un adolescente è peggiore di quella che può assumere un adulto.
In tutto ciò, la genitorialità e, a volte nemmeno la scuola, riesce a scalfire atteggiamenti non congrui alla convivenza sociale da parte di alcuni adolescenti.

È una fase di vita in cui ci si sente “grandi”, in cui ci si oppone alla correttezza e alla presa di coscienza di sé e dell’altro. Un passaggio difficile per la maggioranza dei ragazzi/e: alcuni adolescenti non riescono a darsi una collocazione nel mondo circostante, cadendo spesso in situazioni poco sicure (es. alcool, droga, fumo etc …).

Di concerto tali atteggiamenti vengono riflessi nel contesto domestico e scolastico.
In quest’ultimo caso, il docente è costretto a segnalare, mediante una nota disciplinare, il comportamento incoerente dell’alunno/a.

È in tal senso che il giovane mette in atto comportamenti spesso oppositivi e ribadisce la sua “innocenza”. Qui nascono i dissapori tra alunni e docenti e si spezza una sorta d’incantesimo che segna il percorso dello studente. Nascono raffronti con il docente che ha segnalato una nota disciplinare sia da parte dell’alunno che dei genitori. Quest’ultimi “pretendono” spiegazioni dall’insegnante e spesso sono contrari alla nota assegnata al figlio/a. In casi più sporadici, invece, è lo stesso genitore che chiede aiuto agli insegnanti poiché non riesce a tollerare il comportamento del figlio/a.

In questo contesto, i docenti e i genitori ricoprono un ruolo essenziale per la crescita e l’evoluzione del ragazzo/a. Queste due figure educative devono premunirsi di pazienza, stabilendo le regole da seguire e cercando di accompagnare il giovane verso la strada migliore per lui/lei.

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