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Blue Whale: non chiamatelo gioco

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Tempo di lettura 3 minuti Per prevenire questo scempio bisogna essere edotti su tutti i minimi campanelli d'allarme

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di Cristiana Zarneri

Solo in Russia (la patria del Blue Whale) 157 i ragazzini morti per suicidio nell'ultimo anno ed ora si sente parlare di casi sospetti anche i Italia. Cose'è la blue whale ? La blue whale si ispira ad un fenomeno naturale lo spiaggiamento delle balene: questi cetacei, infatti sappiamo che per svariati motivi possono finire per spiaggiarsi sulle coste andando a morire per asfissia e disidratazione.

E' un fenomeno di massa poichè riguarda gruppi interi di balene, come fenomeno di massa è qesto maledetto gioco che coinvolge adolescenti (mediamente fra i 12 ed i 16 anni). Lo scempio consiste nell’attuare 50 azioni (una al giorno) come ‘preparazione alla morte’, e si concretizza con il gesto ultimo di lanciarsi nel vuoto da un edificio.

Il maledetto rituale si compone di 50 regole dettate ai ragazzi da un "tutor" che prima li contatta tramite internet (in genere yuotube) e poi passa ad un contatto esclusivamente telefonico con whatsup. Ecco le regole : 1) Incidetevi sulla mano con il rasoio "f57" e inviate una foto al curator. 2) Alzatevi alle 4.20 del mattino e guardate video psichedelici e dell'orrore che il curatore vi invia direttamente. 3) Tagliatevi il braccio con un rasoio lungo le vene, ma non tagli troppo profondi. Solo tre tagli, poi inviate la foto al curatore. 4 ) Disegnate una balena su un pezzo di carta e inviate una foto al curatore. 5) Se siete pronti a "diventare una balena" incidetevi "yes" su una gamba. Se non lo siete tagliatevi molte volte. Dovete punirvi. 6) Sfida misteriosa. 7) Incidetevi sulla mano con il rasoio "f57" e inviate una foto al curatore. 8) Scrivete "#i_am_whale" nel vostro status di VKontakte (VKontakte è il Facebook russo). 9) Dovete superare la vostra paura. 10) Dovete svegliarvi alle 4.20 del mattino e andare sul tetto di un palazzo altissimo. 11) Incidetevi con il rasoio una balena sulla mano e inviate la foto al curatore. 12) Guardate video psichedelici e dell'orrore tutto il giorno. 13 ) Ascoltate la musica che vi inviano i curatori. 14) Tagliatevi il labbro. 15) Passate un ago sulla vostra mano più volte. 16 )Procuratevi del dolore, fatevi del male. 17) Andate sul tetto del palazzo più alto e state sul cornicione per un po' di tempo. 18) Andate su un ponte e state sul bordo. 19) Salite su una gru o almeno cercate di farlo. 20) Il curatore controlla se siete affidabili. 21)Abbiate una conversazione "con una balena" (con un altro giocatore come voi o con un curatore) su Skype. 22) Andate su un tetto e sedetevi sul bordo con le gambe a penzoloni. 23) Un'altra sfida misteriosa. 24) Compito segreto. 25 ) Abbiate un incontro con una "balena." 26) Il curatore vi dirà la data della vostra morte e voi dovrete accettarla. 27 ) Alzatevi alle 4.20 del mattino e andate a visitare i binari di una stazione ferroviaria. 28) non parlate con nessuno per tutto il giorno. 29)Fate un vocale dove dite che siete una balena. Dalla 30) alla 49) "ogni giorno svegliatevi alle 4. 20 del mattino, guardate i video horror, ascoltate la musica che il curatore vi mandi, fatevi un taglio sul corpo al giorno, parlate a "una balena". 50) Saltate da un edificio alto. Prendetevi la vostra vita.

Raccapriciante, fa venire la pelle d'oca leggere queste regole ma è giusto che genitori ed insegnanti le conoscano perchè, per prevenire questo scempio bisogna essere edotti su tutti i minimi campanelli d'allarme , dobbiamo essere pronti ed attuare la pratica del controllo, ci piaccia o meno, controllare gli accessi internet dei nostri figli , i loro contatti whatsup ed osservare ogni minimo dettaglio. Chi ha creato la blue whale? Il creatore del è Philip Budeikin, un giovane di 21 anni, studente di Psicologia, peraltro rinchiuso in un carcere russo dal 2016, ha confessato di aver istigato almeno 17 adolescenti connazionali al suicidio per "purificare la società". Ora il fenomeno della blue whale ha oltrepassato i confini della Russia e ci sono i primi casi sospetti anche in Italia. Controllo e prevenzione non guastano mai ed è quello che dobbiamo e possiamo fare per salvare i nostri ragazzi.

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  1. Pingback: Cos'è la BLUE WHALE CHALLENGE che spinge i minorenni al suicidio - Quootip

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Cronaca

Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Editoriali

19 luglio 1992: un maledetto pomeriggio

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Lo ricordo come allora quel tragico 19 luglio 1992.
Un caldo improponibile, come quello di questi giorni.
Ma era sabato e con gli storici amici del paese l’appuntamento era fisso: “… ci vediamo più tardi al chiosco, verso le 5, e poi decidiamo dove passare pomeriggio e serata …“.
E cosi facemmo!
Arrivammo un po’ alla spicciolata (cellulari, WhatsApp ed altro sarebbero arrivati anni dopo).
Per ultimo, ma non per questo meno importante, uno dei nostri amici, all’epoca cadetto alla scuola sottufficiali dei Carabinieri.
Lo sguardo basso, ferito oserei dire.
Il passo lento, non era il suo solito passo.
Gli occhi lucidi che facevano presagire che qualcosa di grave era successo.
“Hanno ammazzato pure Paolo”, furono le sue uniche indimenticabili parole.
In un momento i nostri sorrisi, la nostra voglia di festeggiare quel sabato si ruppe.
Non erano passati neanche due mesi dell’attentato di Capaci in cui Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta erano stati ammazzati per ordine della Mafia ed ora anche Paolo Borsellino e la sua scorta erano lì dilaniati dall’ennesimo atto vigliacco di Cosa Nostra.
Giovanni e Paolo incarnavano i sogni di quella nostra generazione pronta a scendere in piazza per dire “NO ALLA MAFIA”.
Una generazione che aveva fatto dell’impegno politico e sociale la propria stella polare.
Quei due uomini seppero farci capire quanto l’impegno dovesse essere sempre animato da uno spirito di sacrificio personale.
Ci fecero capire che per cambiare il mondo il primo impegno era mettersi in gioco.
Quel pomeriggio i nostri sogni di ragazzi che volevano un mondo migliore saltarono in aria come quella maledetta bomba in via d’Amelio.
Ma capimmo, anni dopo, che dalla loro morte sarebbe germogliato quel seme che avrebbe fatto crescere la pianta rigogliosa della legalità.
Oggi a più di 30 anni dalla loro morte tengo in mente due loro pensieri:

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

L’ importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza (Giovanni Falcone)
La paura è umana, ma combattetela con il coraggio (Paolo Borsellino)


Ecco paura e coraggio … le loro vite, il loro impegno, il loro sacrificio ci hanno insegnato che possono convivere e farci essere grandi uomini.

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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