Canale Monterano (RM) – Non si può dire che l’ultimo consiglio comunale di Canale Monterano di mercoledì 31 luglio non sia stato tumultuoso o meglio, come ha dichiarato il gruppo consiliare Voci di Strada, piuttosto “complesso”. Si è cercato di troncare questa seduta ancora prima che si tenesse. Ma per ovvie ragioni. Infatti prima del Consiglio Comunale, la Regione Laziotramite una ennesima nota [ CLICCARE QUI PER LEGGERE LA NOTA DELLA REGIONE LAZIO ] ha invitato a soprassedere alla discussione dei punti che riguardano la gestione della Riserva di Canale Monterano. Anche perché a tale discussione non è preceduta ne istruttoria ne parere o nulla osta del direttore della riserva stessa (come accaduto per l’approvazione dell’ormai celebre delibera 37).
Per il consigliere Stefano Ciferri si è trattato di una condotta grave riferita alla maggioranza che anche questa volta ha ignorato il monito della Regione Lazio: “La Regione Lazio, ma anche la Provincia di Roma e perfino il Ministero dell’Ambiente – dice Ciferri – suggeriscono procedure in materia di urbanistica e pianificazione diverse all’amministrazione di Canale, censurano atti deliberativi chiedendone la revoca perché illegittimi e privi di valore giuridico, ma tutte le decisioni di questa amministrazione portano nella direzione opposta. Credo che aprire contenziosi su così tanti fronti non possa portare nulla di buono a Canale. Tecnicamente la situazione è chiara, ma nella pratica, quello che ci preoccupa, è che i cittadini di Canale si trovino a non avere certezze amministrative.
Voci di Strada fissa così alcuni punti: Con questo Consiglio fatto anche di altre prese di posizioni si è ben chiarito quale siano le priorità del Sindaco Angelo Stefani: Attaccare ideologicamente la Riserva naturale Monterano. “In un momento di crisi generale si attacca un area Protetta – continua il gruppo consiliare – si occupa un punto all’ordine del giorno di un consiglio comunale per parlare del suo nome, di quanto personale regionale c’è (e che non stabiliamo noi), ma anche per parlare della procedura con la quale mettere nuove tabelle che delimitino il suo perimetro. Tutti argomenti già trattati con la Regione Lazio. Ma facendo finta di nulla si ripropongono come se si dovessero risolvere oggi”. Così l’interrogazione da parte dell’opposizione è sostanzialmente imperniata su quale siano le vere priorità per Canale: “E’ questa la vera priorità oppure sarebbe meglio pensare a programmare azioni per valorizzare la Riserva così da rilanciare il nostro paese. La nostra Riserva è un bene da tutelare ma anche da utilizzare?” E allora che fare?
Ecco cosa si sta facendo: Si revoca il Piano di Assetto della Riserva, eliminando ogni regolamentazione di quell’area protetta, buttando in fumo soldi spesi e tempi…e forze andando ad intaccare un parallelo iter approvativo iniziato ovvero quello di una Variante Urbanistica del 2001
…Revocare il piano anche se ormai datato e mai definitivamente approvato significa iniziare da capo l’iter. Non sarebbe stato meglio, si chiede Voci di Strada, adeguarlo alle reali esigenze della popolazione e portarlo a definitiva approvazione regionale? Ultima priorità prima dell’estate: Togliere con un meccanismo perlomeno discutibile la proprietà di terre che sono da sempre della popolazione di Canale attraverso volture catastali che avranno un costo che pagheremo noi. Serve proprio spendere soldi per questo?
E’ proprio necessaria tale operazione oppure non sarebbe meglio sistemare il demanio civico di Canale riorganizzando semplicemente la sua gestione senza così spendere neanche un euro e magari portando anche qualche frutto?
Ma intanto la maggioranza ha tirato dritto approvando il secondo punto all’ordine del giorno: Riserva Naturale Regionale Monterano. Acquisizione lotto terreno loc. Faggione. Deliberazioni di Consiglio Comunale n. 42 in data 3 agosto 2011 e n. 67 in data 21 dicembre 2012 Modifiche ed integrazioni.
E come successo due anni fa, anche questa volta il Gruppo consiliare Esperienza e Rinnovamento insieme all’opposizione ha votato contrario.
Il consiglieri Antonio Paolo Mascia e Alessandro Bettarelli hanno così motivato il loro voto contrario: “Due anni esatti per l’acquisizione di un terreno e ancora non è finita. Poi ci meravigliamo se per una Variante ci vogliono dieci anni. Un terreno agricolo, già in area protetta, che viene pagato 50.000 euro, con soldi pubblici ovviamente e che non serve a nessuno se non a chi lo ha venduto. Eravamo contrari due anni fa lo siamo anche oggi”.
ROMA – Al termine di un servizio di osservazione, i Carabinieri della Stazione Roma Tor Tre Teste hanno arrestato un 43enne romano ritenuto responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I Carabinieri hanno notato il l’uomo mentre si aggirava con fare sospetto tra i lotti di via Cerignola, al Quarticciolo, e si sono avvicinati per una verifica.
Nelle sue tasche, i militari hanno rinvenuto 7 involucri contenenti tra eroina e cocaina, nonché la somma in contanti di 80 euro, ritenuto il provento dell’illecita attività di spaccio.
Droga e denaro sono stati sequestrati mentre l’arrestato è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, in attesa dell’udienza di convalida.
Un ristorante su due dovrà restare chiuso perché privo degli spazi all’aperto. Questo provocherà una grande disparità di trattamento tra un esercente e l’altro. Nella Capitale sono ben 4.000 i ristoranti sprovvisti di dehors o impossibilitati a chiedere una occupazione di suolo pubblico per motivi legati a mancanza di spazi o a ubicazione del locale. E dovranno aspettare almeno il primo giugno, stando alle indicazioni del governo Draghi, e un nuovo decreto. Il primo giugno, poi, per riaprire soltanto a pranzo perché a cena dovranno comunque restare ancora chiusi fino a non si sa ancora quando. Quindi, a gioire delle riaperture dal prossimo 26 settembre almeno nelle zone gialle, e il Lazio almeno stando ai dati del momento lo sarebbe, non sono certo tutti gli esercenti.
A Roma ci sono tantissimi locali che purtroppo non sono dotati di tavolini fuori e che saranno quindi molto danneggiati. Ma anche chi potrà usufruire di questi spazi sarà penalizzato dalla stagionalità perché maggio non è certo ancora estate e quindi il rischio è che la sera possa fare ancora freddo o addirittura piovere. Decidere senza associazioni di categoria è un errore che potrebbe danneggiare la filiera e l’economia italiana fatta di tante pmi che contribuiscono al tessuto produttivo del Paese.
Per migliaia di esercizi il lockdown continua perché per ragioni logistiche e spesso anche burocratiche non hanno la disponibilità di spazi esterni.
La proposta delle Regioni di riaprire anche all’interno, seppure con misure di sicurezza rafforzata, sarebbe stata più equa perché consentiva a tutti di riaprire.
La nostra richiesta, afferma Daniele De Vito Vice Segretario Nazionale Sanità e Assistenza Sociale, visto il rinnovato provvedimento che consente di ampliare l’occupazione di suolo pubblico almeno fino al prossimo dicembre, è alla sindaca Raggi di essere ancora più flessibile. Che tradotto significherebbe chiudere più di un occhio di fronte a possibili irregolarità.
La Democrazia Cristiana continuerà a monitorare i 15 Municipi da un’amministrazione sorda e distante dalle esigenze dei commercianti!
L’amministrazione Bertucci ci riprova cambiando il nome da “Isola Ecologica” a “Centro di Raccolta dei Rifiuti differenziati comunali-isola ecologica” ma la legge parla chiaro: in presenza di pozzi di acqua potabile è vietata la gestione rifiuti
NEMI (RM) – Sono oltre 200 le persone residenti dellaparte alta di Nemi denominata “I Corsi” che dicono no a un sito di gestione rifiuti in via della Radiosa: una zona residenziale, vincolata in pieno Parco Regionale dei Castelli.
Il neo costituito Comitato di cittadini “I Corsi – via della Radiosa, Nemi” ha raccolto in pochi giorni oltre 200 firme di residenti contrari a qualsiasi forma di gestione di rifiuti in un sito protetto quale è quello del Parco Regionale dei Castelli Romani, in una zona residenziale dove alcune case si trovano anche a 10/20 metri dal sito di raccolta dei rifiuti e dove a soli 60 metri c’è un pozzo che fornisce acqua potabile alla cittadinanza. Inoltre la zona residenziale “I Corsi” a Nemi non ha strade idonee a sostenere il continuo transito di mezzi pesanti e auto oltre ad avere oggettivi problemi di viabilità e sicurezza stradale.
Una rappresentanza di cittadini ha incontrato sabato 17 aprile la Garante Regionale del Servizio Idrico Integrato a Nemi in via della Radiosa durante il sopralluogo di quest’ultima
La presenza di un sito di raccolta e stoccaggio rifiuti causerebbe grossi problemi ai residenti
Inquinamento ambientale e acustico, traffico di auto e mezzi nonché problemi di abbandono rifiuti e quindi di assenza di decoro urbano dovuti al fatto che via della Radiosa si trova anche a pochi passi dai Comuni di Rocca di Papa e di Velletri.
Inoltre il sito dei rifiuti dovrebbe nascere proprio attaccato allo stadio Comunale di Nemi, una struttura dedicata allo sport dei ragazzi che già oggi è destinata a ricovero mezzi della società di raccolta rifiuti Minerva.
Attualmente sono assenti i controlli e l’abbandono indiscriminato dei rifiuti è un fenomkeno diffuso, figurarsi con la presenza di un sito di raccolta in mezzo al patrimonio naturale e boschivo di Nemi: sarebbe a tutti gli effetti una discarica.
I membri del Comitato manifestano la loro più totale contrarietà e si rivolgeranno presso tutte le sedi competenti per denunciare quello che è un vero e proprio golpe all’Ambiente con grosse ripercussioni sulla quotidianità dei residenti: “Non è possibile – dichiarano i portavoce del Comitato Riccardo Amici e Maria Teresa Gianfagna – prevedere alcun tipo di gestione dei rifiuti in via della Radiosa a Nemi: il sito non è idoneo e ci aspettiamo che anche il Parco Regionale dei Castelli esprima pubblicamente la contrarietà a una gestione dei rifiuti in un’area protetta e vincolata. La Regione è già informata, sono pronte azioni e una interrogazione regionale che presto pubblicheremo sui nostri siti d’informazione”. Ieri (sabato 17 Aprile) ha effettuato un sopralluogo il Garante regionale del Servizio Idrico Avvocato Paola Perisi, sollecitata dal Comitato cittadino, la quale preparerà una dettagliata relazione sullo stato dei luoghi che presenterà ai referenti competenti regionali prima del Consiglio comunale di Nemi convocato per questo giovedì che tratterà anche il tema dei rifiuti alla Radiosa. La Garante ha assicurato pieno sostegno ai cittadini.
I FATTI
Il Comune di Nemi intende realizzare un “Centro di raccolta dei rifiuti differenziati comunali – isola ecologica Loc. “I Corsi” in via della Radiosa.
Il Comune di Nemi ha convocato il Consiglio comunale in prima convocazione per giovedì 22 aprile ore 17 e in seconda convocazione per il giorno dopo mettendo tra gli ordini del giorno l’approvazione del progetto definitivo e della variante urbanistica al PRG per la realizzazione di un CENTRO DI RACCOLTA DEI RIFIUTI DIFFERENZIATI COMUNALI – ISOLA ECOLOGICA Loc. “I Corsi”
Nessuno dei residenti di via dei Corsi e dintorni di via della Radiosa era al corrente delle intenzioni del sindaco Bertucci.
Il Gestore idrico ACEA ha già detto NO nel 2016
Nel 2016 il Comune di Nemi ha effettuato il primo tentativo di realizzare l’isola ecologica in via della Radiosa (sempre lo stesso sito) ma in sede di conferenza dei servizi l’Ato2 Acea espresse parere sfavorevole (negativo) a causa della vicinanza del pozzo di acqua che serve acqua potabile alla popolazione che si trova a circa 60 metri da dove si intende realizzare l’isola ecologica.
Dopo 5 anni il Comune di Nemi presenta un nuovo progetto e intende approvare, al prossimo Consiglio Comunale (fissato in prima convocazione il 22 aprile e in seconda convocazione il 23 aprile) la variante al PRG da verde pubblico a servizi pubblici.
La variante al PRG è necessaria per poter realizzare il centro raccolta comunale – isola ecologica (il Comune non chiarisce neppure se vuole realizzare un’isola ecologica o centro di raccolta comunale e nella confusione scrive entrambe le cose negli atti).
Ciononostante, allo stato attuale esiste il parere sfavorevole di Acea Ato2 che dice chiaramente che la legge (D.lgs 3 aprile 2006 n°152 art. 94 comma 4) non consente la gestione rifiuti in presenza di pozzi d’acqua potabile e che comunque esiste una fascia di rispetto determinata in 200 metri.