Secondo i dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità, il 10 per cento circa dei 41.500 nuovi casi di carcinoma polmonare che si registrano ogni anno in Italia è attribuibile al radon un gas incolore, insapore e inodore. Il radon è un gas naturale presente nel suolo e in quasi tutti gli edifici ed è considerato responsabile di metà delle radiazioni che assorbiamo nell’arco della vita. Quando dal suolo fuoriesce all’aperto si disperde in aria rimanendo quindi a concentrazioni molto basse (pochi Becquerel al metro cubo, Bq/m3, l’unità di misura della radioattività). Quando invece penetra in un edificio, si concentra e può raggiungere anche valori di centinaia o, più raramente, di migliaia di Bq/m3. Secondo gli esperti il radon è presente, sia pur in diverse quantità, in tutti gli edifici. In Italia le regioni che presentano i valori più elevati di concentrazione sono Lazio, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Campania, ma in quasi tutte le regioni ci sono zone più o meno estese, in relazione alle caratteristiche dei suoli e degli edifici.
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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 20/6/2019
La direttiva europea 2013/59/Euratom sulle norme di sicurezza, ancora non recepita in Italia nonostante il termine fosse fissato al 6 febbraio del 2018, introduce per la prima volta degli obblighi, per i paesi dell’Unione Europea, per quanto riguarda la protezione dal radon nelle abitazioni civili oltre all’inasprimento delle norme per i luoghi di lavoro. Lo scorso mese di gennaio la Commissione europea ha sollecitato il nostro governo nel voler recepire la nuova direttiva entro due mesi, termine oltre il quale l’Italia rischia di finire di fronte alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.