Marsala: trafugata statua di Gesù Bambino dal presepe di San Girolamo

 
di Angelo Barraco

Marsala (TP) – Trafugata  la statua di Gesù Bambino dal presepe di San Girolamo collocato nella fascinosa e suggestiva cornice dell’area archeologica in pieno centro storico. La notizia è stata resa nota dal Conigliere Comunale Calogero Ferreri (PD) che sul suo profilo social ha scritto il seguente messaggio: “Sono rimasto senza parole. Non ci sono scuse. Non si fa neanche per scherzo. Hanno rubato Gesù Bambino dal presepe di san Girolamo. Semplicemente vergognoso! Ho appena avvisato la polizia municipale e l'amministrazione comunale. Spero che dalla videosorveglianza, si possa risalire l'autore di questo vile gesto”. L’area era stata sottoposta a monitoraggio mediante un sistema di videosorveglianza onde evitare proprio atti vandalici ai danni del presepe: chi ha compiuto tale azione e perché? Saranno le forze dell’ordine a svolgere gli accertamenti di rito e verificare se il sistema di videosorveglianza abbia effettivamente registrato l’azione sottrattiva compiuta all’interno dell’area archeologica. L’iniziativa del Presepe all’interno dell’area archeologica di San Girolamo è ritornata in auge quest’anno, dopo un periodo di stallo e ha visto una concitata partecipazione di tutta la comunità. Un progetto fortemente voluto dall’amministrazione comunale sostenuta dall’Associazione “Amici di Nuovi Orizzonti Marsala” in collaborazione con i “Cavalieri della Luce di Marsala” appartenenti alla Comunità Nuovi Orizzonti fondata da Chiara Amirante. Un’opera artistica suggestiva che è stata inaugurata dal Sindaco Alberto Di Girolamo e che ha attirato numerosi cittadini che incuriositi, si sono prodigati nell’osservare la bellezza delle statue che rappresentano la natività. Le opere sono state realizzate dall’architetto Zizzo su iniziativa del Sindaco Carini nel 2012, per diversi anni però l’iniziativa ha subito uno stop anche a causa di atti vandalici che nel corso dell’ultima rappresentazione hanno portato al danneggiamento di alcune statue. Adesso le Associazioni e le l’Amministrazione Comunale hanno dato  vigore alle statue, ricostruendo parsimoniosamente quelle in terracotta danneggiate  e utilizzando materiale di vario genere. La particolarità del nuovo restyling – come ha riferito il Consigliere Comunale Calogero Ferreri che si è prodigato per la messa a punto dell’iniziativa – è stata quella dell’inserimento di prodotti tipici della tradizione siciliana nel presepe. Si punta quindi alla valorizzazione del culto della natività e della sacralità religiosa in un contesto storico e culturale di prestigio quale lo scavo archeologico, al contempo si punta anche alla valorizzazione della tradizione.



Palermo, aggredito davanti ai genitori: attimi di paura per don Miguel Angel Pertini

 

di Paolino Canzoneri

 
PALERMO – Una aggressione e rapina nel quartiere Zen del capoluogo siciliano ai danni del parroco Miguel Angel Pertini, nipote del fu presidente della Repubblica Alessandro Pertini uno dei presidenti più amati della storia del nostro paese, e ai suoi genitori. L'agguato è avvenuto nella chiesa San Filippo Neri del rione in via Fausto Coppi. Il parroco ha denunciato ai Carabinieri accorsi sul posto che nel mattino quattro individui, fra cui uno armato di rivoltella,  sono giunti in chiesa e si sono avventati dapprima sulla madre del parroco strattonandola e subito dopo sul sacerdote per rubargli la coppa in metallo prezioso che custodisce le ecaurestie all'interno del tabernacolo (la pisside) e si solo dileguati. Sotto schock i familiari del parroco sono stati poi condotti all'ospedale per controlli da personale sanitario. La notizia ha suscitato enorme scalpore e solidarietà da parte di fedeli e dal vicario episcolape e parroco della Cappella Palatina don Michele Polizzi che ha mandato messaggi alla gente del quartiere Zen per pregare per la famiglia e per il collega parroco vittime di questa angosciante vicissitudine. Minacce e intimidazioni erano già avvenute nel 2009 quando il parroco Miguel Angel Pertini nel giorno del 16esimo anniversario dell'uccisione di Padre Pino Puglisi, durante una messa, vide entrare in chiesa una trentina di individui che fecero irruzione con spranghe e bastoni spaventando i presenti. La situazione non è assolutamente facile e lui stesso ha dichiarato: "A volte è meglio tacere anche una verità per il bene del quartiere. Non sono il parroco del centro di Milano, basta una parola sbagliata". Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, consapevole della situazione grave, ha commentato amaramente: "La vile aggressione di cui è stato vittima padre Pertini con la sua famiglia all'interno della parrocchia di San Filippo Neri è un fatto gravissimo che segna un salto di qualità per violenza e contenuto. L'impegno di padre Pertini, in prima fila con al fianco l'Amministrazione, ha evidentemente dato fastidio e dà fastidio a quanti per anni hanno avuto il controllo sul territorio ed oggi hanno perso terreno. Il Comune è e sarà sempre a fianco di padre Pertini e di tutti coloro che allo Zen lavorano ogni giorno per costruire un futuro migliore per quel quartiere, che significa un futuro migliore per tutta Palermo".



Bari, messa al boss: un plauso all'arcivescovo che ha fermato il parroco


di Vincenzo Giardino


BARI – L'arcivescovo di Bari, Monsignor Cacucci, merita un plauso per essersi espresso ed opposto con fermezza nei confronti del parroco della chiesa Santa Maria Assunta di Grumo Appula, Don Michele Delle Foglie, il quale avrebbe dovuto officiare una messa pubblica a suffragio di un presunto boss della 'ndrangheta, Rocco Sollecito, ucciso in Canada.

Il sentire comune della società civile dovrebbe indurre ad aborrire qualunque manifestazione, simbolismo o linguaggio, riconducibile alla cultura mafiosa e chi rappresenta le istituzioni non può esimersi dal prendere posizioni nette ed inequivocabili, senza opporre teoremi artefatti per dare giustificazioni ad eventuali azioni o affermazioni che generano delle interpretazioni ambigue.

Sul manifesto funerario si legge testualmente: – Il Parroco Don Michele Delle Foglie, spiritualmente unito ai familiari residenti in Canada e con il figlio Franco, venuto in visita nella nostra cittadina, invita la comunità dei fedeli alla celebrazione di un Santa Messa in memoria del loro congiunto.- Sembra che il suddetto parroco abbia polemizzato energicamente sul polverone che ha suscitato questa vicenda e che addirittura si aspetterebbe una udienza dal Santo Padre.

Questo episodio conduce inevitabilmente al ricordo di un altro tipo di parroci, che per la loro posizione nei confronti delle mafie hanno addirittura immolato la propria vita.
Don Giuseppe Diana e Don Pino Puglisi non potevano essere privi di carità cristiana e non avrebbero sicuramente rifiutato i sacramenti neanche al peggiore dei peccatori, ma non si sarebbero sottratti dal giudicare con severità coloro che nella loro vita hanno seminato paura e morte.

L'appello sul manifesto funerario di Don Michele Delle Foglie risulta essere quantomeno acritico nei confronti di un personaggio giudicato sia dalla legge che dalla pubblica opinione. La sua decisione di celebrare la messa pubblica avrebbe dovuto essere illuminata dal buon senso e non dalla coercizione della gerarchia ecclesiastica.

Purtroppo il numero di parroci ancora tolleranti e silenti in analoghe situazioni è ancora diffusa in molte zone del sud Italia. Non è raro, soprattutto nei piccoli paesini, assistere al fatidico inchino nelle processioni del santo patrono davanti alla casa del boss locale.

Il parroco di una comunità cattolica rappresenta l'autorità religiosa e non può subordinare l'etica e il giudizio della società civile.

Sarebbe auspicabile che anche in futuro ci siano sempre delle posizioni ferme da parte delle autorità ecclesiastiche nei confronti di quei parroci che si rendono protagonisti di episodi analoghi, al fine di definire un confine netto tra il bene e il male sia in chiave cristiana che in quella giudiziaria.




Bologna, sequestrate 17 tonnellate di tortellini avariati


Redazione

 

BOLOGNA – Diciassette tonnellate di tortellini prodotti in presenza di gravi carenze igienico sanitarie sono state sequestrate dai carabinieri del Nas di Bologna in varie aziende dell' Emilia Romagna. Due attività commerciali, una in provincia di Bologna e l'altra nel Ravennate, sono state chiuse, e sei imprenditori sono stati denunciati. In occasione delle festività il Nas ha intensificato i controlli su aziende e laboratori di pasta fresca ripiena, pasticceria, panificazione, per verificare la corretta filiera dei prodotti tipici alimentari natalizi. Sono state ispezionate 71 aziende alimentari, dislocate nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, riscontrando irregolarità, anche gravi, in 15 aziende. In particolare, per gravi carenze igienico sanitarie, sono state sospese 2 attività commerciali (1 in provincia di Bologna ed 1 in provincia di Ravenna), sequestrate 17 tonnellate di impasti di carne e formaggio per pasta ripiena e tortellini per un valore di circa 400.000 euro. Chiusa anche una struttura abusiva adibita a deposito alimentari, del valore di circa 100.000 euro. Nella provincia di Bologna, presso una ditta attiva nella produzione di pane per usi industriali, sono state sequestrate una tonnellata di farine e lieviti con scadenza superata anche da molto tempo e 7 tonnellate di pane e prodotti da forno, appena realizzati con le materie prime scadute. I controlli hanno portato alla denuncia di 6 imprenditori del settore alimentare per le gravi carenze riscontrate. Diciassette le sanzioni amministrative elevate per un importo complessivo di 23.500 euro. 




Orrore a Gela, uccide due figlie e tenta il suicidio

 

Redazione

GELA – Una donna di Gela, Giuseppa Savatta, 41 anni, ha ucciso le sue due figlie, Maria Sofia di 9 anni e Gaia di 7 e poi ha tentato di suicidarsi scavalcando il balcone della sua casa, al secondo piano di un edificio di via Passaniti, nel centro storico della città. La donna avrebbe ucciso le figlie facendogli ingerire candeggina.
Subito dopo avrebbe ingerito anche lei il liquido cominciando a gridare e tentando di scavalcare il balcone di casa. I corpi delle bambine sono stati trovati dal marito della donna, Vincenzo Trainito, 48 anni, ingegnere che insegna in un istituto scolastico privato, rientrato in casa ha pure bloccato la moglie mentre tentava di lanciarsi dal balcone. L'uomo ha poi chiamato polizia e carabinieri. Alcuni vicini dicono che la donna soffrisse di depressione ma l'indiscrezione non è confermata, al momento, da alcun atto ufficiale.




Carbonia: due ubriachi dell'est fuggono senza pagare e aggrediscono i carabinieri

 

di Paolino Canzoneri

 
CARBONIA – Una sciocca scorribanda "etilica" finita in manette per un ucraino e un russo che nel centrosud della Sardegna, in una serata balorda, sono riusciti a compiere una serie di reati come danneggiamento aggravato, insolvenza fraduolenta, ubriachezza e resistenza a pubblico ufficiale. L'ucraino di 26 anni  Kostiantyn Ivashchenko e il russo di 34 anni  Levkovicho Stanislav, entrambi domiciliati ad Iglesias a sud-ovest della regione sarda, in stato di ebbrezza ne hanno combinate una peggio dell'altra. In un bar sembrano abbiano chiuso i rubinetti centralizzati dell'acqua prima di fuggire senza pagare i numerosi drink in direzione di un altro locale. Nel corso della fuga hanno danneggiato una vettura in sosta e per concludere la serata, come se non bastasse, hanno pure provato ad aggredire i carabinieri intervenuti per fermare la folle corsa "etilica". La chiamata ai Carabinieri era giunta per mano del gestore del bar che aveva difatti segnalato la fuga dei due balordi in un furgone; nella fuga il furgone aveva urtato una Opel posteggiata in via Brigata Sassari senza fermarsi per appurarne i danni subiti e inferti. Una volta raggiunti e fermati dai Carabinieri, i due ubriachi, in un tentativo disperato di farla franca, hanno tentato di fuggire a piedi ma sono stati prontamente bloccati e portati in caserma. Dopo pochi minuti il proprietario della vettura danneggiata e il titolare del locale hanno raggiunto la caserma per le necessarie deposizioni e denuncia.



Napoli, omicidio del pregiudicato Giuseppe Di Marzo: fermato un noto imprenditore

 
di Angelo Barraco
 
Napoli – Svolta nell’omicidio di Giuseppe Di Marzo, pregiudicato di 35 anni ucciso con un colpo di pistola alla tempia sinistra mentre si trovava in strada nella notte tra il 23 e il 24 dicembre in Via Pratola a Pomigliano D’Arco. I Carabinieri hanno fermato il noto imprenditore del settore di componenti aeronautici Vincenzo La Gatta, 47enne accusato di essere la mano che ha messo fine alla vita di Giuseppe Di Marzo. Le indagini sono state condotte dai Carabinieri di Castello di Cisterna, che hanno provveduto a fermare La Gatta, che adesso si trova agli arresti domiciliari. Secondo una ricostruzione degli inquirenti basata sulle testimonianze raccolte, la vittima sarebbe entrata all’interno di un resort arrecando fastidio ai clienti presenti, prontamente sarebbe stato allontanato dai dipendenti della struttura  ma ad un certo punto, all’esterno della struttura, avrebbe incrociato il titolare che era in compagnia di La Gatta.  Sarebbe scaturita una lite tra il titolare e Di Marzo e La Gatta si sarebbe messo in mezzo tirando fuori una pistola che deteneva regolarmente. Vincenzo La Gatta riferisce che il colpo dalla semiautomatica sarebbe partito in maniera accidentale ma gli inquirenti non hanno creduto a tale versione dei fatti. Dal sopralluogo effettuato sono stati repertati un bossolo e un’ogiva. Le indagini continuano senza sosta per far luce su quanto accaduto, gli inquirenti sentiranno quanto prima La Gatta e ricostruiranno nei dettagli l’omicidio attraverso il racconto dei testimoni. 



Palermo: sventata rapina dal personale del supermarket

 

di Paolino Canzoneri

 
PALERMO – Nel quartiere Pallavicino del capoluogo siciliano intorno alle ore 14 di ieri due malviventi hanno cercato di rapinare un supermercato in via Padre Rosario da Partanna. Entrambi i malviventi, armi in pugno e volto coperto da scaldacollo, sono entrati nel supermercato. Uno dei due si è diretto dai cassieri per farsi dare tutto il contante disponibile mentre il secondo teneva sotto controllo clienti e personale del supermarket. La rapina sembrava stesse per riuscire ma i due criminali non si sarebbero mai aspettato l'ira e l'indignazione del responsabile del supermarket e di alcuni dipendenti che tempestivamente si sono lanciati contro i malviventi riuscendo a mobilizzarne uno mentre il secondo dimenandosi riusciva a darsi alla fuga. Nella colluttazione il malvivente aveva perso il cellulare e la pistola "giocattolo" a cui aveva sottratto il tappo rosso. Chiamato il 113, gli agenti della Polizia, giunti in pochissimo tempo, hanno potuto immobilizzare e ammanettare il dicannovenne del quartiere Zen Ivan Barbato. Un epilogo clamoroso, coraggioso e vincente che ha spiazzato i due malviventi che certamente non si aspettavano una reazione cosi forte e improvvisa. Gli inquirenti hanno aperto le indagini e interrogheranno il malvivente per acquisire informazioni sul complice ancora in fuga.



Bari, scandalo messa al boss Rocco Sollecito: tuona l'arcivescovo per la condotta del parroco

 
di Angelo Barraco
 
Bari – Non verrà celebrata nessuna messa per il funerale del presunto boss della ‘ndrangheta Rocco Sollecito. La funzione religiosa doveva svolgersi questa mattina alle ore sei  ma l’arcivescovo di Bari Mons. Francesco Cacucci ha posto il divieto a seguito dello scandalo suscitato nell’opinione pubblica per i  manifesti apparsi per le vie della città dove Don Michele Delle Foglie invitava la cittadinanza a partecipare calorosamente  alla funzione e sull’effige si legge in alto: “Chiunque crede in me, non morrà in eterno. -Dalla Liturgia-” in basso invece è riportata la seguente dicitura “Il Parroco Don Michele Delle Foglie, spiritualmente unito ai familiari residenti in Canada e con il figlio Franco venuto in visita nella nostra cittadina, invita la comunità dei fedeli alla celebrazione di una Santa Messa in memoria del loro congiunto”.
 
Inizialmente il rito era previsto per oggi, 27 dicembre, alle ore 18.30 ma il Questore di Bari ha successivamente disposto lo svolgimento della funzione in forma privata per motivi di ordine e sicurezza pubblica, l’Arcivescovo inoltre ha inviato una lettera a Don Michele Delle Foglie in cui scrive che questa sua decisione è stata “presa peraltro in modo arbitrario e senza consultare l'Ordinario Diocesano”. Ma viste le polemiche scatenate e il marasma che si sarebbe ulteriormente mosso, la Questura ha deciso che non ci sarà nessuna messa ponendo il divieto, giunto dopo l’ulteriore opposizione dell’Arcivescovo Francesco Casucci e qualora le disposizioni non venissero rispettate verranno presi i provvedimenti disciplinati previsti dalle norme giuridiche.
 
L’Arcivescovo ha sottolineato che “il grave scandalo che questa tua decisione, presa per altro in modo arbitrario e senza consultare l'ordinario diocesano, sta provocando”. Don Michele Delle Foglie dal suo canto si è pronunciato in merito alla questione evidenziando che la messa non verrà celebrata,  lanciando però un appello a Papa Francesco “La famiglia Sollecito ha revocato la prenotazione della messa a suffragio di Rocco Sollecito che, quindi, non si terrà alle 18:30 né si è tenuta stamattina alle sei, come stabilito dal Questore e come da divieto dell'arcivescovo. Penso di far giungere un appello a Papa Francesco affinché mi riceva come il padre accoglie un figlio nel dolore” parole scritte in un messaggio a Radionorba e aggiunge inoltre “Le sante messe on si celebrano in onore dei defunti, le sante messe si celebrano a suffragio dei defunti e quanto più si è peccatori tanto si chiede la misericordia di Dio”. Ma chi è Rocco Sollecito? Come mai tutta questa polemica? Il 28 maggio venne ucciso alla luce del sole mentre guidava la sua Bmw a Laval, nel Quebec. Un agguato in pieno stile mafioso che rappresentò per gli investigatori un duro colpo al potentissimo Clan Rizzuto poiché l’uomo era considerato un elemento di spicco del crimine organizzato e legato alla famiglia Rizzuto, una delle famiglie mafiose più potenti del Canada. La Polizia d’oltremanica seguì subito la pista mafiosa ma emerge inoltre che il nome dell’uomo spunta in un’indagine della Dia del 2004. 



Messina: controlli serrati dei carabinieri nel ponte natalizio

 

di Vincenzo Giardino

 

MESSINA – A cavallo tra Natale e S.Stefano è stato dispiegato un ampio dispositivo di controllo delle aree maggiormente frequentate dai cittadini, ove sono stati dislocati i mezzi e gli uomini del Nucleo Radiomobile e delle Compagnie dei Carabinieri di Messina Centro e Sud. A conclusione del servizio sono stati deferiti complessivamente 14 persone all’Autorità Giudiziaria e segnalate alla Prefettura di Messina, quali, assuntori di stupefacenti 13 soggetti, a cui sono stati sequestrati complessivamente 26 grammi tra marijuana.


In particolare, non sono mancati i conducenti colti in stato di ebbrezza, 8 giovani di cui uno straniero controllati con tassi alcoolemici particolarmente elevati, con punte di 1,80 g/l. A costoro si è aggiunto un 32/enne che nonostante presentasse un evidente stato di ebbrezza, si rifiutava di sottoporsi agli accertamenti.
In tutti questi casi, agli interessati è stata impedito di continuare la guida e i mezzi sono stati affidati a conoscenti dopo che anche costoro sono stati sottoposti all’accertamento con etilometro al fine di appurarne la sobrietà.


Ad essere denunciati anche un 30/enne sorpreso in possesso di un coltello a serramanico da quasi 20 cm, un giovane uomo colto alla guida nonostante non avesse mai conseguito la patente e fosse stato già sanzionato, nonché un “fracassone” ed uno straniero per commercio di merce contraffatta.
Il “fracassone” gironzolava per le vie della città diffondendo musica ad altissimo volume grazie ad un impianto capace di sviluppare ben 2000 watt, mentre lo straniero vendeva scarpe sportive riproducenti i marchi più famosi.


All’approssimarsi della mezzanotte i Carabinieri, hanno inoltre proceduto alla rimozione forzata di tutti i veicoli, ben 11, che sostavano nell’incrocio tra la via I Settembre e la via Garibaldi, ostruendo il passaggio degli autobus, ricevendo la palese gratitudine delle persone, alcune delle quali hanno anche telefonato al Numero Unico 112 manifestando la propria riconoscenza ai militari dell’Arma.
 




Crotone: maestra sospesa dal tribunale per continui maltrattamenti ai bambini

 

Red. Cronaca


CROTONE – Ripetuti maltrattamenti in una scuola materna a Crotone sono stati scoperti dagli uomini della Squadra mobile che hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di una maestra. L’ordinanza emessa dal tribunale di Crotone sospende la donna dall´esercizio di un pubblico ufficio con divieto di svolgere l´attività d´insegnamento.Le indagini, scaturite dalle denunce dei genitori dei bambini presentate recentemente in Questura, hanno messo in moto una procedura d’urgenza che ha confermato i sospetti derivati dalle testimonianze dei bambini e dei genitori.

I piccoli manifestavano incubi e pianti notturni, nervosismo e ostinazione nel non voler andare a scuola. Dalle indagini effettuate anche con intercettazioni e riprese video sono emersi gravi indizi di colpevolezza a carico della maestra che esercitava violenze fisiche e psicologiche nei confronti dei bambini con schiaffi alla nuca ed in pieno viso, percosse alle gambe e strattoni, tanto da farli cadere a terra dalla sedia.