COMO: E' GIALLO SULLA DONNA UCCISA A COLTELLATE

Redazione

Como – Un giallo che per il momento rimane irrisolto. Una giovane donna di 35 anni è stata uccisa a coltellate ieri sera nel sottopassaggio dei binari della stazione ferroviaria di Mozzate, vicino Como. I carabinieri hanno lavorato tutta la notte per esaminare le riprese delle telecamere dello scalo e di altre zone del paese per individuare l'assassino. Si cerca un uomo, giovane, che avrebbe atteso Lidia Nusdorfi nel sottopassaggio e poi l'ha poi aggredita alle spalle, colpendola con almeno due fendenti.

Uccisa probabilmente per motivi personali e non per rapina – non ha avuto testimoni diretti: l'allarme è stato lanciato da due giovani egiziani che stavano aspettando il treno e hanno sentito un urlo. Quando sono andati verso il sottopassaggio, uno di loro ha notato un uomo, giovane, all'apparenza italiano, che si stava allontanando dalla stazione sotto la pioggia, con l'ombrello aperto. L'altro ha visto la donna ferita e ha chiamato i soccorsi che non hanno potuto salvarle la vita dato che per la gravità delle ferite la donna è praticamente morta dissanguata.

Nata in provincia di Milano, a Garbagnate Milanese, Lidia Nusdorfi si era trasferita e poi aveva vissuto a lungo a Rimini. Disoccupata, era tornata da qualche mese in Lombardia a Mozzate, dove era ospite di parenti. Ieri sera stava tornando verso casa: era scesa dal treno e si stava dirigendo verso il parcheggio dietro la stazione quando è stata aggredita. 




UDINE: SCOPERTO IL GIARDINO DELLA DROGA

Redazione

Udine – Il parco "Lord Baden Powell", nel centro storico di Udine, era diventato il teatro quotidiano dello spaccio di droga cittadino. Così, 14 cittadini africani sono stati arrestati nel corso di un'operazione della Squadra mobile di Udine.

Droga, siringhe gettate in terra, sporcizia varia e un viavai continuo di gente avevavo allarmato un gruppo di cittadini che, stanchi di ciò che accadeva di notte e di giorno, avevano denunciato tutto alla Polizia.

L'attività d'indagine, resa possibile elusivamente dall'installazione di telecamere, visto le modeste dimensioni del luogo, ha permesso di verificare e accertare la quantità di smercio che avveniva all'interno del parchetto.

La posizione strategica del luogo – situato lungo la direttrice percorsa dai numerosi studenti delle scuole superiori, che transitano di lì per recarsi alla stazione delle corriere e alla stazione ferroviaria – lo aveva reso un vero e proprio supermarket a cielo aperto.

Il "giardino della droga" era conosciuto anche da giovanissimi abitanti di Pordenone, che raggiungevano Udine per gli "acquisti".

Nel corso dell'indagine e durante le perquisizioni gli agenti hanno sequestrato circa 2 chili e mezzo di marijuana, 3 mila 500 euro provento dell'attività di spaccio e materiale per il confezionamento e la pesatura.




TORINO: BABY SCIPPATORI RUBAVANO CELLULARI SU BUS

Redazione

Torino – Tre giovani di origine nordafricana, tra i 16 e 18 anni, sono stati arrestati a Torino dalla polizia per scippi e rapine su tram e autobus.

Solitamente sceglievano le linee maggiormente affollate, come quelle per il mercato di Porta Palazzo, che meglio si prestano ai furti.

Uno di loro, dopo aver individuato la possibile vittima che stava parlando al cellulare, approfittando dell'apertura delle porte, le strappava di mano l'apparecchio e fuggiva. I complici avevano il compito di tenere le porte del tram aperte e di facilitare la fuga. In un caso la vittima, dopo essere riuscita a raggiungere la banda, era stata malmenata e rapinata anche del computer che portava con sé.

I tre sono stati individuati grazie ad un filmato registrato dalle telecamere di sorveglianza di un bus dove i tre delinquenti avevano compiuto un "colpo".




FORLI' /CESENA, CENTRI MASSAGGIO A LUCI ROSSE: 4 ARRESTI E 40 PERQUISIZIONI E 19 INDAGATI IN 15 CENTRI ORIENTALI

Redazione

Forlì / Cesena – Con l'operazione "Dummy massage" (massaggi finti) la Polizia di Forlì-Cesena ha eseguito, questa mattina, quattro arresti in flagranza di reato e 40 perquisizioni in 15 centri di massaggi orientali e presso le abitazioni di 19 persone indagate per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e dell'immigrazione clandestina. A finire in manette sono stati quattro cittadini cinesi.

Le indagini, avviate la scorsa estate, hanno consentito di individuare e chiudere, sottoponendoli a sequestro penale, 15 "centri massaggi"; gli indagati, 18 cittadini cinesi e una italiana, sono accusati di favorire la prostituzione di giovani donne spesso in Italia clandestinamente.

L'operazione di oggi che ha impegnato gli uomini della Squadra mobile della questura di Forlì-Cesena, del Commissariato di pubblica sicurezza di Cesena ed agenti del Reparto prevenzione crimine Emilia Romagna, rientra nel progetto "Dragone", coordinato dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, finalizzato a contrastare, sull'intero territorio nazionale, le diverse forme di criminalità riconducibili alle associazioni malavitose cinesi.

In tale contesto, gli investigatori hanno monitorato tutte le attività riconducibili ai centri massaggi, riuscendo a scoprire, attraverso i "clienti" e le "massaggiatrici", che in tali locali si esercitava la prostituzione. Le prestazioni sessuali avvenivano al termine del massaggio ed erano concordate con il cliente che poteva essere un manager di passaggio, un imprenditore o un professionista; ma non mancavano artigiani o operai in pausa-pranzo.




MILANO: RAPINE IN BANCA? UN AFFARE DI FAMIGLIA

Redazione

Milano – Tutti parenti i responsabili delle rapine ad istituti di credito, commesse tra Milano e Torino, arrestati dai poliziotti del commissariato Mecenate della questura di Milano.

"Tutto in famiglia" è l'operazione con cui gli agenti hanno arrestato cinque persone, tutte palermitane, padre, figlio, cognato, cugino ed un amico, con l'accusa di rapina ai danni di banche. Gli arrestati si trasferivano a nord per compiere le rapine sfruttando l'ospitalità di altri familiari.

L'indagine è iniziata lo scorso 23 agosto dopo una rapina alla filiale Unicredit di via Lucania a Milano.

I poliziotti, investigando anche su altre quattro rapine a banche commesse tra Milano e Torino, sono riusciti ad identificare i rapinatori che agivano a volto scoperto e armati di taglierini e coltelli.

Unico incensurato del gruppo è un ventiquattrenne, "il cognato", il cui ruolo nell'organizzazione era quello di mettere il proprio dito sul "biodigit", lo strumento deterrente antirapina con lettore biometrico di impronte digitali, per l'apertura della porta girevole degli istituti di credito.




MERANO: SEQUESTRO DI FUNGHI ALLUCINOGENI

Redazione

Merano (BZ) – Un'operazione condotta dai Carabinieri della Compagnia di Merano ha condotto al sequestro di 30 funghi allucinogeni, ed alla denuncia a piede libero di un giovane del posto che dovrà rispondere di detenzione e produzione di sostanze stupefacenti. La perquisizione è stata effettuata nel pomeriggio di ieri ed ha portato anche al ritrovamento 4 Kg di terreno di coltura contenente semi di funghi allucinogeni, oltre ad un bilancino di precisione.
Il tutto è stato sequestrato ed una campionatura della droga trasmessa al Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti dei Carabinieri di Laives; a loro il compito di stabilire la percentuale di principio attivo contenuta nei funghi sequestrati e, quindi, il loro grado di pericolosità. Il L.A.S.S., composto da militari altamente specializzati, continua infatti ad essere un sicuro punto di riferimento nel settore; numerose le iniziative intraprese da istituti scolastici, associazioni di volontariato e culturali che richiedono, con sempre maggior frequenza, la partecipazione di Carabinieri del Laboratorio per poter illustrare a tutti sia i fattori nocivi derivanti dal consumo degli stupefacenti che le nuove droghe in commercio, soprattutto per evidenziarne sintomi ed effetti collaterali.




MILANO: INDAGINE SU IMBRATTAMENTI E DANNEGGIAMENTI SEDI DEL PD. PERQUISITA ABITAZIONE DI UN MILITANTE DEL MOVIMENTO NO TAV

Redazione

Milano – Questa mattina, a Milano, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Milano (Nucleo Informativo del Reparto Operativo e Compagnia CC Milano – Porta Monforte), nel contesto delle attività investigative finalizzate ad identificare gli autori degli episodi di danneggiamento ed imbrattamento di varie Sedi e Circoli del “Partito Democratico” (10 casi), verificatisi dal novembre al gennaio scorso e riconducibili all’ala radicale del movimento NO-TAV, hanno eseguito un decreto di perquisizione, a firma del Proc. Agg. Maurizio ROMANELLI, Capo IV Dipartimento antiterrorismo della locale Procura della Repubblica, che coordina le indagini, nei confronti di C.E. 23/enne, militante del movimento.

A casa del giovane sono state rinvenute varie bombolette spray, una decina di petardi, una maschera anti-gas e dei prontuari informativi del Movimento NO-TAV, relativi agli accorgimenti da adottare prima dopo e durante le specifiche manifestazioni e finalizzati a scongiurare l’identificazione da parte delle Forze dell’Ordine.
Fra i vari episodi si può ricordare quello più violento, verificatosi alle 2.45 del 21 novembre 2013, ai danni della Sede del Circolo “G. Carminelli” di via Archimede n.13, quando, dopo un tentativo di effrazione della porta d’ingresso, veniva fatto esplodere un ordigno rudimentale, che mandava in frantumi il vetro di una finestra adiacente, vergata la scritta “NO-TAV” sulle delle mura del Circolo e lasciata sul selciato una bandiera del movimento. C.M. è attualmente indagato, per lo specifico episodio, per i reati di danneggiamento ed imbrattamento (Artt. 110 – 635 e 639 C.P.). 
 




TREVISO: GETTA LA MADRE DALL'OTTAVO PIANO

Redazione

Treviso – "Mi chiamo Moreno Coletti. Ho appena ucciso mia madre. Venite a Prendermi". E' questa la telefonata giunta poco dopo le 15.20 al 113.

Moreno Coletti, operaio presso una ditta di cucine, nei pressi di Conegliano, è stato colto da un raptus: ha scaraventato la mamma dall'ottavo piano di un condominio di Via Friuli a Conegliano.

Si erano incontrati per bere un caffè intorno alle 14.30, poi la lite, i toni sono degenerati, i due si sono spostati dalla cucina al terrazzo e la donna è stata scaraventata di spalle verso il parapetto.

Vola dall'ottavo piano della palazzina. Un volo di 27 metri che non le dà scampo.

Poco dopo arriva una seconda telefonata al 113 : " Sono stato io".

Sul posto nel giro di pochi minuti arrivano le Volanti del Commissariato, i poliziotti della Squadra Mobile e personale del SUEM. Sono le 15.20 quando i medici del SUEM accertano il decesso.

I poliziotti salgono nell'appartamento della donna, suonano al campanello ma nessuno risponde.

Dopo qualche minuto si apre la porta, Moreno Coletti si consegna alla Polizia.

Gli agenti gli mettono le manette ai polsi e lo portano negli Uffici del Commissariato per interrogarlo.

Sul terrazzo dell'appartamento ci sono i segni della colluttazione : vetri rotti, un bidone rovesciato, una scarpa e un paio di occhiali.

L'uomo non parla, non sa dare una spiegazione al suo gesto. Si rinchiude nel mutismo più assoluto.

Ora è in carcere a Santa Bona.




STAMINA:CECCHI PAONE E LA SUA ARRINGA VERSO UNA MADRE CHE HA CURATO LA PICCOLA LUDOVICA CON IL METODO DI VANNONI

di Cinzia Marchegiani

Ieri pomeriggio, alla trasmissione “Le amiche del sabato”, presentato dalla bellissima Lorella Landi è andata in onda una puntata davvero sconcertante. Dopo i servizi sull’alluvione che ha flagellato l’Italia degli ultimi due giorni, nello studio di Rai 1 ha accolto alcuni ospiti per approfondire la vicenda stamina, per quel che poco può fare una trasmissione con una manciata di minuti. In questa puntata erano presenti Carmine Vona, uno degli accusatori di Vannoni, Francesca Franchi la mamma della piccola Ludovica che è stata trattata con le infusioni con il metodo stamina agli Spedali Civili di Brescia, Generoso Andria, membro della prima commissione ministeriale per la sperimentazione, Federico Gianni, Direttore Sanitario dell’ospedale Santa Maria Nuova e Alessandro Cecchi Paone.

La conduttrice comincia a dare spazio al primo ospite che è Vona che, come in tutte le trasmissioni riporta la sua esperienza e approccio con Vannoni, dove però stranamente da Matrix in poi non dirà più che ha pagato Vannoni, e che sarà, questo ce lo dovrà confermare il procuratore Raffaele Guariniello, la tesi della sua denuncia.

La trasmissione prende una piega davvero orribile, quando la signora Francesca parlando della malattia di sua figlia, la Tay Sach e la competenza nel saper valutare oggettivamente i pazienti essendo ella stessa una fisioterapista, spiegava alla conduttrice al pubblico come la medicina moderna pur riuscendo a prolungare la vita di questi bambini sfortunati, solo con le infusioni è riuscita a dare quei miglioramenti importanti che permettono una vita degna di essere chiamata tale.

Paoni, ha cominciato a inalberarsi come se avesse scoperto la gaffe della signora Francesca, poiché le infusioni la sua bimba le ha iniziate nel luglio del 2013, e quindi se sua figlia è viva a 7 anni e mezzo, significa per Cecchi Paone che è la medicina tradizionale ad averla aiutata a a vivere.

La mamma di Ludovica cercava di rispiegare e di evidenziare la netta differenza tra essere in vita perché delle macchine e la fisioterapia allungano l’aspettativa della vita ma non la qualità e le condizioni vitali, che ha potuto ottenere dopo il trattamento, e lo ripete, in un ospedale pubblico…Ma evidentemente, Cecchi Paone non potendo dare risposte in merito, ha cominciato ad inalberarsi, e andando fuori controllo ha cominciato ad aggredire la signora Francesca: “prima di luglio sua figlia era ancora viva, non stava malissimo, anche senza l’infusione ha superato l’aspettativa di vita…ed era ancora viva. Lei sta facendo propaganda ad un ciarlatano e finirà in galera per aver rubato (Vona ad es…il primo accusatore, ormai si è accertato che non ha pagato mai nulla!!) e tu.. (rivolgendosi alla madre con tono minaccioso) avrai delle responsabilità per averlo difeso, lei sta difendendo una truffa!” 

Interviene la conduttrice, che giustamente lo redarguisce sul suo comportamento inaccettabile, ma Alessandro Cecchi Paone ammonisce anche Lorella Landi, e accompagnandosi con lo sguardo le intima…”Stai attenta!”

La trasmissione finisce con toni alti, la conduttrice condanna l’atteggiamento del suo collega ricordandogli che sta attaccando e ammonendo una mamma, tra l’altro è una trasmissione e non un tribunale dove i giudici si esprimeranno in tal senso.

Non è la prima volta che Cecchi Paone viene invitato a queste trasmissioni dove si parla di stamina, con un contraddittorio che sta emergendo sempre più inquietante. Facendo poi una ricerca si scopre che lo stesso Paone ha aderito già nel 2007 alla Cellula Luca Coscioni di Milano.

La stessa associazione dove gravitano gli scienziati da Michele De Luca che ora è il presidente, a Giulio Cossu e la senatrice Cattaneo e tanti altri pronti a perorare cause contro stamina, favorendo la sperimentazione animale e tanto altro, a cui alla senatrice Cattaneo, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano le dato la possibilità di portare queste battaglie all’interno del governo, come lei stessa ha dichiarato in un’intervista…ma questa è un’altra storia che presto l’Osservatore d’Italia comincerà a fare luce!

Paone ha molte cose da chiarire e non so a questo punto se sarà anche querelato, in questa trasmissione ha indossato il ruolo di giudice titolare di un processo. Le passate storie amare di tante sentenze giustizialiste vissute sui giornali, sono il monito ad un’etica che sembra non trovare sostenitori. Il giornalismo è diventato opinionismo…anche ieri una pagina da dimenticare! Sulla pagina Facebook sfilano esclusivamente commenti di critiche aspre.

Ieri abbiamo imparato che questa vicenda ha creato tanti magistrati mancati, pronti a decretare sentenza, senza un tribunale ma con molte ombre che minacciano l’onestà intellettuale…Alessandro Cecchi Paone, dovrebbe chiarire la sua posizione e a che titolo partecipa a queste trasmissioni. Un gesto dovuto, soprattutto avere la capacità di mettersi in discussione e chiarirsi con la signora Francesca…ma anche con tutti i telespettatori.

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STAMINA: UNA CONFERENZA STAMPA CHE NESSUNO VUOLE RICORDARE. UN TABU’ TROPPO GRANDE DA SCONFESSARE

di Cinzia Marchegiani

Caso Stamina – La conferenza stampa organizzata dai genitori dei bambini seguiti agli Spedali Civili di Brescia è stata presto dimenticata. La disinformazione di alcuni media che acclaravano mancanze di miglioramenti nelle cartelle cliniche recuperate hanno creato un grande paradosso che neanche i detrattori dell’informazione hanno saputo spiegare.

Le cartelle cliniche esposte con tanto di certificazione dei medici che seguivano i loro piccoli pazienti, prima e dopo le cure non sono state degne di essere valutate e messe a disposizione al pubblico, non c’è gossip da fare, troppo eloquenti da mettere paura anche un Ministro della Salute che con grandi giri di parole fa credere che in quell’ospedale le cartelle cliniche non menzionano nulla. Peccato che in quel nosocomio non c’èra una sperimentazione clinica, e non vengono compilate le annotazioni riguardo la salute e le valutazioni prima e dopo le infusioni.

La conferenza stampa su stamina è stata organizzata in poco tempo ma efficace perché oltre a rilasciare la documentazione cartacea delle cartelle cliniche ai giornalisti in primis, Paolo Russo e Caterina De Bac, ma tanti altri, ha dato la possibilità di consultare i documenti relativi alle analisi sul preparato cellulare che veniva somministrato, dove si legge a chiare lettere, che prodotto è presente (Cellule Staminali), la quantità, i relativi controlli e l’etichette con tanto di codice a barre e identificazione del donatore e paziente ricevente che accompagnavano il preparato che veniva somministrato distinguendo sempre  quello per via endovenosa e quella endorachidea.

Incuriosisce l’atteggiamento di Paolo Russo, che durante la conferenza, nonostante quello che vedeva, era certo della documentazione che aveva consultato, quella relativa al parere della ex-commisione scientifica che su carta diceva che quelle cellule non ci potevano essere. Ancora di più incuriosisce il suo interlocutore telefonico…. la senatrice Elena Cattaneo? Chissà se era lei e se era curiosa di conoscere le evidenze che non ha mai voluto verificare e che lo stesso Tar del Lazio ha dichiarato un dovere consultare?

Iacona, durante la puntata del 13 gennaio 2014di Presa Diretta, condizionando il parere dello spettatore che non conosce, per sua fortuna, la documentazione reale di questa gigantesca bolla mediatica, più volte dipinge grottescamente la sentenza del Tar del Lazio, poiché afferma che  ha applicato un principio della Par Condicio, quando il dovere di un giornalista è raccontare nei fatti e ancor meglio la realtà delle sentenze e non dare un proprio parere personale…eppure il Tar si pronuncia sulla legittimità degli atti amministrativi.

Qui l’analisi della sentenza del Tar del Lazio  http://www.diritto.it/docs/35811-i-profili-giuridici-del-caso-stamina-e-l-ordinanza-del-tar-lazio-n-4728-del-4-dicembre-2013?page=1

Noi de L'osservatore d’Italia abbiamo col precedente articolo [ 12/01/2014 STAMINA: INTRIGO DA PREMIO NOBEL E OCCASIONI SFUMATE ] testimoniato l’essenza del giudizio del Tribunale amministrativo, peccato che una trasmissione che dovrebbe fare servizio pubblico, ha fatto semplicemente un’arringa agli scienziati che sono stati bacchettati da Giudici.

Gli atti documentali presentati al ricorso evidentemente sono pesanti e lo stesso giornalista Iacona sembra non voler approfondire e forse dimentica di mostrarli, mentre articola la sua puntata su un documento dell’ispezione dei Nas alquanto stantio e obsoleto, visto che oltre al comunicato 173 del Ministero della Salute abbia invece confortato sulla buona riuscita dell’ispezione che oltre a certificare vitali le cellule concludeva che il preparato analizzato era adatto per uso terapeutico, c’è una documentazione imbarazzante con cui gli Spedali Civili di Brescia impugnano questo verbale pieno di scorrettezze e palesi omissioni degli ispettori….

Questo il ricorso https://docs.google.com/file/d/0B_Dpd39_0Of5RkpfR2pRbVp1RnM/edit

Nonostante un video inchiodi Paolo Russo sulle sue deficienze in merito alla documentazione ministeriale, continua a preparare tabella che screditano una metodologia che ormai è evidente ha messo in ginocchio gli scienziati che da anni stanno sperimentando su altri fronti, quelle delle embrionali e che non ne riescono a venire a capo. 

Per onore di cronaca mostreremo il video integrale della conferenza, una gentile concessione di Stefano Pecchia a L'osservatore d'Italia, e l’imbarazzante e ormai virale video della confutazione dell’impreparazione di Paolo Russo, intervistato da Andrea Sciaretta,  non conosce e mette anche in dubbio l’esistenza di questo documento….n.173 http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_4_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=salastampa&p=comunicatistampa&id=3696

Qui il video della prova non superata, secondo noi, del giornalista alle domande del genitore della piccola Noemi, arrabbiatissimo poiché un’ordinanza di un Giudice imponga la somministrazione dell’infuzione agli Spedali di Brescia alla figlia, viene ancora disattesa e deve bacchettare il giornalista… sprovveduto! http://www.youtube.com/watch?v=GzhzvlYkfQk&sns=fb

Alla conferenza un grande assente Luca Merlino, un dirigente del nosocomio di Brescia che ha usufruito della metodica  Stamina, e che solo grazie alle Iene abbiamo questa documentazione..
Qui il video delle Iene: http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/387414/golia-staminali-un-medico-le-prova-su-di-se.html

Iacona, ricordi,  esiste giornalismo di serie A e serie B, ma solo quando si omettono testimonianze e documentazione per favorirne il processo infamatorio e processuale mediatico 

Ringraziando la direzione di questo giornale, che si è sempre distinto per una ricerca oggettiva documentale di questo immenso bluff… troppe ormai le note stonate, troppe omissioni del Ministro Lorenzin… troppe mistificazioni, e "Presa Indiretta" ha seguito questo filone, mi imbarazza anche doverne parlare.

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“Soldi sparsi”: il film ancora non uscito sulla strage di Acca Larenzia

Ci chiediamo, tra proclami e annunci, quando uscirà veramente il film “Sangue Sparso”. Un film girato nell’estate del 2011 per essere distribuito gratuitamente anche alle scuole tramite la Regione Lazio.

Una storia che ripercorre la strage di Acca Larenzia del 1978, fino ad arrivare all’uccisione di Paolo Di Nella del 1983. E’ stato presentato nel 2012 presso la sede della Croce Rossa Italiana a Roma e in quell’occasione è stato mandato in onda il trailer. Si tratta di un lungometraggio che racconta le vicende avvenute tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, i così detti “anni di piombo”.

Siamo appena entrati nel 2014 ma il film ancora non è uscito nelle sale cinematografiche. C’è grande attesa per questo debutto ma anche un grande silenzio. Eccezion fatta per le dichiarazioni dell’autrice, Emma Moriconi, e la produttrice, Sabrina Virgili che di recente hanno precisato di aver ritirato la domanda di contributo avanzata alla Fondazione An dopo i cicloni della Magistratura e lo scandalo che ha investito la stessa fondazione. I soldi sarebbero serviti per una più ampia distribuzione sul territorio nazionale del film Sangue Sparso.

Comunque il film ha goduto di finanziamenti pubblici. Il progetto è stato approvato dalla Regione Lazio, Assessorato alla Cultura Settore Audiovisivi sotto la giunta Polverini. Dell’uscita nel 2014 ne danno notizia il Giornale d’Italia di Storace e altre testate tra cui il quotidiano Il Tempo.
La produttrice Emma Moriconi è anche redattrice del Giornale d’Italia e moglie di Roberto Buonasorte.

Sul suo blog Andrea Manicone, uno tra gli attori di “Sangue Sparso” scriveva il 25 luglio 2011 che il film vedrà la luce il prossimo gennaio del 2012 e sarà distribuito in tutti i cinema d’Italia. Quando ieri, il 6 gennaio 2014, abbiamo raggiunto al telefono Andrea Manicone, tra i registi e attori più di spicco nel centro sud, lo stesso sentendo che volevamo parlare di “Sangue Sparso” ha così esordito: “Pensavo di avere da voi qualche notizia riferita alla data di uscita del film. – Ha detto Manicone, il quale ha però sottolineato che il film è un prodotto di grande spessore e incuriosito ha chiesto se ci fosse un trailer da visionare – Non sento Emma Moriconi da qualche tempo, sinceramente penso di non sentirla da luglio del 2012”. Insomma Manicone ci è sembrato sorpreso che si stesse parlando di un progetto di diversi anni fa di cui adesso se ne sono perse le tracce. Quando a Manicone è stato chiesto se almeno fosse stato retribuito per la parte da attore nel film Sangue Sparso, quest’ultimo ha risposto con molta onestà: “Non ho mai chiesto compensi – ha detto – ne reclamato nulla e per questo non posso avanzare alcuna pretesa. Certo sinceramente eravamo rimasti con Emma che ci saremmo sentiti in merito. Avevo capito che comunque avremmo definito un compenso con tutta calma. Ma comunque ripeto ho partecipato al film perché lo ritengo di spessore, poi parliamo di diversi anni fa quindi non ricordo di preciso i particolari”.

Sorprende però che l’attore non sia stato invitato alla presentazione del film presso la Croce Rossa e non abbia neppure visionato il trailer. Il 31 ottobre del 2012 Emma Moriconi dichiarava alla giornalista Giovanna Serricchio che il film sarebbe uscito col nuovo anno e quindi nel 2013. Perché questo film da quando è stato girato, non ha visto ancora luce? “Lo sfondo sociale della pacificazione sociale” del 10 luglio 2011 come disse Emma Moriconi ad Agorà Tv ancora non lo si è percepito.

Intanto meglio sapere di più sulla Legge Regionale e finanziamenti per l’audiovisivo nel Lazio Il 14 marzo 2012 è stata approvata dal Consiglio Regionale. Gli strumenti principali della Legge, che prevede una dotazione di 45 milioni di euro, sono il Centro Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo e il Fondo Regionale, nati proprio con l’obiettivo di assorbire e sostituire le competenze della costellazione di interventi del passato. Il metodo di assegnazione dei fondi è indirizzato verso coloro che hanno indirizzato nel Lazio una certa percentuale della propria opera cinematografica o audiovisiva qualificata come prodotto culturale. Grazie al Fondo la produzione dell’opera potrà beneficiare di una sovvenzione determinata in misura percentuale delle spese sotto la linea sostenute nella nostra regione, dietro presentazione delle relative fatture quietanzate.

Ora la legge la conosciamo, sappiamo che questo film è stato girato, sappiamo che qualcuno ha prestato il proprio “ingegno” senza percepire compensi e sappiamo che finora oltre agli annunci non è uscito nulla.

L’attenzione e l’attesa sono sempre alte, ma per adesso più che sangue sparso sembrano “soldi sparsi” nel senso sembrano finanziamenti che ancora non hanno trovato “concretezza” nel panorama cinematografico culturale italiano.

E per di più, lo diciamo oggi, 7 gennaio 2014, che ricorre il 36 esimo anniversario della strage di Acca Larenzia, se non dovesse uscire o dovessero emergere ombre sulla gestione della produzione del film si rivelerebbe come una totale mancanza di rispetto nei confronti di ragazzi morti ammazzati per degli ideali politici.

di Chiara Rai