Cambiamenti climatici, a Copenaghen i sindaci delle metropoli mondiali per il C40: Sala e Raggi in rappresentanza dell’Italia

Roma ha partecipato al C40 World Mayor Summit, a Copenaghen, dove le principali città del mondo condividono strategie e buone pratiche per contrastare i cambiamenti climatici. Il vertice dei sindaci del C40 a
Copenaghen ha lo scopo di edificare una coalizione globale di città, imprese e
cittadini che si raduna attorno all’azione radicale e ambiziosa sul clima di
cui il nostro pianeta ha bisogno.

Il vertice ha mostrato esempi di
come le città stiano già rispettando i loro forti impegni e accelerando le
soluzioni climatiche audaci necessarie per un futuro sostenibile, più sano,
resistente e inclusivo. C40 Cities collega oltre 90 delle principali città del
mondo per intraprendere iniziative concrete sul clima e costruire un futuro più
sano e sostenibile. In rappresentanza di oltre 700 milioni di cittadini e un
quarto dell’economia globale, i sindaci delle città C40 si impegnano a
raggiungere gli obiettivi più ambiziosi dell’Accordo di Parigi a livello
locale, nonché a ripulire l’aria che respiriamo.

La sindaca di Roma Virginia Raggi si
è detta “orgogliosa di rappresentare la
Capitale d’Italia proprio nel giorno in cui il nostro Governo si apprestava ad
approvare il disegno di legge sul clima, un Green New Deal che promuoverà
concretamente i principi della sostenibilità e dell’economia circolare; insieme
ad altri sindaci delle più grandi aree metropolitane del mondo ho incontrato Al
Gore, ex vice presidente Usa, Nobel per la Pace e uno dei massimi leader
mondiali nel contrasto agli effetti dei cambiamenti climatici: un confronto che
ci ha confermato il ruolo fondamentale delle città nell’elaborazione di
politiche di sostenibilità ambientale che possano essere poi accolte a livello
nazionale. Questo è il futuro che ci chiedono a gran voce i nostri figli,
quando scendono nelle piazze di tutto il mondo ispirati da Greta Thunberg.
Questo è il futuro che vogliam
o”.

Al Gore ha e spronato a diventare leader di un cambiamento. Ha indicato i
rischi che il pianeta corre a causa dei cambiamenti climatici ma anche i grandi
progressi degli ultimi anni in tema di resilienza e sfruttamento delle energie
rinnovabili, e le prospettive del prossimo futuro.

Il cambiamento parte dalle città. E’ questa la convinzione che Roma ha
condiviso con le altre principali metropoli mondiali, al C40 Summit di
Copenhagen. E’ quindi importante rafforzare la collaborazione, il confronto e
lo scambio di buone pratiche tra i sindaci delle più grandi capitali del mondo,
sui temi della sostenibilità e della lotta ai cambiamenti climatici.

Un’attività che  saprà portare avanti
con perizia il nuovo presidente del C40, Eric Garcetti, sindaco di Los Angeles,
I delegati hanno ringraziato la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, per il grande
lavoro svolto in questi anni alla guida del C40, grazie al quale questa
esperienza e’ cresciuta in termini di contenuti e di partecipazione, con la
presenza quest’anno di circa 70 sindaci.

Tra questi anche Beppe Sala sindaco di Milano, con il quale la Raggi ha rappresentato l’Italia al summit

Nel suo discorso in perfetto inglese, la sindaca Virginia Raggi, ha
sottolineato gli sforzi della capitale italiana per far fronte agli effetti del
cambiamento climatico. Ha detto che Roma “è
la prima città italiana ad avere un piano d’azione reale e solido per prevenire
i rischi legati ai cambiamenti climatici e reagire con azioni efficaci per
affrontare una crisi potenziando le reti ecologiche esistenti e promuovendo un
progetto di rigenerazione urbana,trasformando ogni problema in opportunità
”.

Ha aggiunto di essere molto orgogliosa del piano di mobilità urbana sostenibile di Roma elaborato anche con le consultazioni dei cittadini. “Dal prossimo 1 novembre vieteremo il diesel dal centro di Roma, un’area di circa 48 chilometri quadrati. L’importanza di una città piena di storia e di ricchezze d’arte è una sfida molto interessante tra le nuove opere che devono essere fatte e la necessità di proteggere l’identità di Roma e della nostra storia, il che non è facile ma ce la faremo perché Papa Francesco ha detto che questa è l’unica casa che abbiamo e spetta a noi fare tutto il possibile per proteggerla ”.




Tre opere idrauliche italiane nel patrimonio mondiale dell’ICID: soddisfazione del presidente ANBI

Tre opere idrauliche italiane sono entrate nel patrimonio mondiale delle opere irrigue per decisione dell’ICID (International Commission on Irrigation and Drainage) nel corso del World Irrigation Forum, tenutosi a Bali, in Indonesia; la cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento è avvenuta Roma nella sede del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

A diventare “bene dell’umanità” sono due impianti gestiti dal Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara ed uno dal milanese Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi.

Alle Prese di Migliaro, in comune di Fiscaglia, il riconoscimento è stato attribuito quale “esempio squisito delle capacità tecniche e ingegneristiche italiane, volte a realizzare strutture di diversione dell’acqua per il raggiungimento dello sviluppo economico e della sicurezza alimentare nella regione” Emilia Romagna; analoga la motivazione per l’altra infrastruttura ferrarese: i Sifoni di Berra sono stati riconosciuti come “eccezionali opere di irrigazione che hanno consentito lo sviluppo agricolo ed economico nella regione”.

“Uno straordinario esempio di diga che ha portato alla creazione di un paesaggio agricolo artificiale, indispensabile allo sviluppo agricolo ed economico nella regione”: è questo, invece, il motivo per cui l’International Commission on Irrigation and Drainage ha conferito l’importante riconoscimento anche all’impianto idraulico del Panperduto a Somma Lombardo, in provincia di Varese. Tale impianto irriguo ha cambiato il destino economico di una vasta area giunta a simboleggiare l’evoluzione multifunzionale dell’acqua distribuita dai Consorzi di bonifica ed irrigazione; attraverso un reticolo vasto e ramificato sul territorio, l’impianto di Panperduto rappresenta la perfetta sintesi tra funzionalità e pregio paesaggistico.

“E’ un grande onore vedere riconosciuti, a livello mondiale, tre impianti idraulici italiani – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Sono strutture efficienti, che affondano le radici nella storia a conferma di enti consortili, che tramandano la cultura idraulica, facendola evolvere verso nuovi orizzonti.”

“E’ un’esperienza, che fa parte del DNA dei Consorzi di bonifica ed irrigazione – completa Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Non è un caso, infatti, che la recente attribuzione di lavori per oltre un miliardo di euro dipenda dalla straordinaria capacità progettuale messa in campo a servizio del territorio.”




Bracciano, maneggi nel mirino: maxi multa a due attività

BRACCIANO (RM) – I Carabinieri della Compagnia di Bracciano hanno eseguito un servizio straordinario di controllo del territorio, predisposto dal Gruppo di Ostia.
Al termine dei controlli sono finite in manette 2 persone, mentre 7 sono state denunciate a piede libero ed altre 4 sono state segnalate all’Ufficio Territoriale del Governo per abituale assunzione di droga.
Nello specifico, i Carabinieri della Stazione di Castelnuovo di Porto hanno arrestato due cittadini italiani su cui pendeva un ordine di carcerazione, rispettivamente per i reati di ricettazione, porto abusivo di arma e violazione di sigilli.

Entrambi sono stati accompagnati presso il carcere di Rebibbia.
Con l’ausilio dei Carabinieri del NAS di Roma, delle ASL locali ed il supporto aereo del Nucleo Elicotteri Carabinieri, continua il serrato controllo ai maneggi/aziende agricole, presenti sul territorio.
In particolare, sono state elevate contravvenzioni per un ammontare totale di circa euro 8.000 a due maneggi, ove sono state riscontrate difformità sul registro di carico degli equidi e dei trattamenti farmacologici, nonché sui dati identificativi di 3 equidi, sprovvisti sia di microchip che di passaporto.
Inoltre, un autotrasportatore è stato fermato e multato poiché trasportava alcuni cavalli senza le prescritte autorizzazioni di viaggio.
Nel corso dei controlli stradali effettuati nei comuni prospicenti il lago di Bracciano, i Carabinieri hanno denunciato tre cittadini italiani, per detenzione ai fini di spaccio, in quanto trovati in possesso di varie dosi di differenti sostanze stupefacenti. Inoltre, due persone sono state deferite per porto di oggetti atti ad offendere, poiché in possesso di un coltello di 23 cm ed una sciabola artigianale, occultati nelle rispettive autovetture.
Infine 3 giovani sono stati denunciati per guida in stato di ebbrezza.
Sono 4 invece gli automobilisti trovati in possesso di hashish e cocaina. Oltre alle sanzioni per loro è scattata anche la sospensione della patente di guida.




Rocca di Papa, gestione illecita rifiuti speciali: 5 denunce e sequestri

Sequestrati il 01 ottobre 2019, dai carabinieri forestale
• un’area nel comune di albano laziale di circa 3.200 m2 ove erano accumulati e Abbandonati, sul suolo e nel sottosuolo rifiuti speciali costituiti da imballaggi per Ortofrutta – cassette in legno e plastica – rifiuti ingombranti in ferro e legno – Divani, materassi, frigoriferi, televisori, lavatrici ecc.. Due veicoli fuori uso quali un camper caravan ed un cassone per camion e due veicoli Marcianti utilizzati per il trasporto dei rifiuti abbandonati. Denunciate all’a. G. 5 persone di cui 3 italiani e 2 stranieri coinvolti a vario titolo Nelle operazioni di trasporto e gestione illecita dei rifiuti speciali;

L’attività, nata dal continuo e costante controllo del territorio da parte dei carabinieri Forestale, ha consentito di individuare l’attività illecita resa ancor più grave dalla Combustione dei rifiuti abbandonati sul suolo.
Dalle prime stime si calcola che siano stati accumulati circa 7.000 m cubi
di rifiuti.

Gli indagati avevano messo in piedi un vero e proprio sistema di gestione illecita di rifiuti i quali se non più utilizzabili venivano sepolti o combusti e se recuperabili venivano rivenduti Conseguendo così un doppio introito sia per lo smaltimento che per la rivendita degli Imballagli riutilizzabili
L’intervento ha consentito di interrompere l’attività illecita ed avviare tutte le procedure amministrative per la rimozione dei rifiuti dall’area.




Milano, le spose del futuro scelgono il matrimonio green

Presentato a Milano “Yes I Do”, il progetto che porta in Italia il trend del noleggio di abiti da sposa di lusso. Il servizio permetterà, inoltre, di trovare in un unico luogo tutti i professionisti necessari per una cerimonia da favola, dalla “bridal fashion renter” fino all’insegnante di wedding yoga. Un’idea innovativa che permetterà di ridurre lo stress, evitare perdite di tempo e rendere più sostenibili le nozze.

Organizzare tutti i dettagli di un matrimonio perfetto in poco tempo, senza correre da una parte all’altra della città, tenendo lontani attacchi d’ansia, fastidiose perdite di tempo e, soprattutto, strizzando un occhio alla sostenibilità. Un sogno? Non più, dal momento che a realizzarlo ci ha pensato DressYouCan, la startup milanese che ha portato in Italia il fenomeno del bridal fashion renting, un trend già in voga dall’altra parte dell’Oceano. Se fino ad ora con DressYouCan Bridal era possibile noleggiare favolosi abiti firmati dagli stilisti più prestigiosi, sia classici, bianchi e vaporosi sia fuori dagli schemi, divertenti e moderni, da oggi il progetto si amplia grazie all’innovativa idea di “Yes I do”. Sarà, infatti, possibile trovare in un unico spazio tutti i professionisti di cui hanno bisogno le future spose per organizzare un matrimonio unico in ogni dettaglio, lasciando da parte lo stress che spesso precede il grande giorno. Il progetto, presentato a Milano nella sede di DressYouCan Bridal, in corso di porta Ticinese, nasce dalla necessità di soddisfare un’esigenza che fino ad oggi non trovava espressione, quella trovare un abito da sposa di lusso a noleggio. Non solo, le future spose potranno anche concentrare l’intera organizzazione dell’evento in unico luogo, un bisogno avvertito soprattutto dalle donne che lavorano fino a tardi e vivono in una grande città. “Si sta diffondendo anche in Italia una nuova tendenza, quella del noleggio degli abiti da sposa – spiega Caterina Maestro, fondatrice di DressYouCan – a scegliere il fashion renting per il giorno del sì sono soprattutto donne che prestano particolare attenzione alle scelte consapevoli, che decidono di non acquistare un vestito che verrà indossato una sola volta nella vita. Grazie al nostro servizio, inoltre, le spose possono ricevere l’abito sul luogo della cerimonia, in tutta comodità, con un processo semplice e veloce. Con “Yes I do” vogliamo rendere ancor più facile la vita alle donne che stanno per fare il grande passo e offrire loro un’esperienza a 360 gradi”.

Le bride to be che si rivolgeranno al servizio “Yes I Do” troveranno negli spazi di DressYouCan, nel cuore di Milano e a due passi dalle Colonne di San Lorenzo, un wedding team pronto a soddisfare ogni loro esigenza e ad accontentare anche il più difficile desiderio. Le bridal fashion renter aiuteranno la futura sposa a trovare il vestito bianco perfetto, attingendo da una vasta gamma di modelli a noleggio, che include anche abiti da sposa curvy. Completano l’infallibile squadra, scelta con cura e precisione dalla startup milanese, professionisti del settore quali il wedding photographer “Ordine della Giarrettiera”, il flower designer “Dahlia design”, gli esperti di bomboniere e stationary “TheLight Factory”, le insegnanti di wedding yoga dell’ACADance Marry Me”, la make up artist Fabienne Rea e persino una location da sogno, la Masseria San Nicola Savelletri di Brindisi. Inoltre, per far vivere alla futura bride to be un’esperienza ancor più emozionale, potranno essere inseriti all’interno dell’appuntamento servizi personalizzati come, ad esempio, la consulenza d’immagine. Gli spazi di DressYouCan Bridal potranno poi diventare il luogo perfetto per un divertente addio al nubilato, realizzato ad hoc secondo esigenze e gusti. Ad allietare la presentazione del progetto “Yes I Do” ci ha pensato il DJ Lele di Mitri, mentre il catering dell’evento è stato curato da Smart Cooking della pasticceria “Le torte son desideri”.




Bracciano, assemblea pubblica dopo il taglio degli alberi

BRACCIANO (RM) – “Partecipazione dei cittadini sul taglio degli alberi a Bracciano”. Sabato 12 ottobre alle ore 17 in Aula consiliare del Comune di Bracciano è promosso un incontro pubblico. A darne notizia è GASP – Associazione Antifascista di Promozione Sociale

https://www.facebook.com/GASPantifascista/photos/a.2309427856007316/2448063955477038/?type=3&eid=ARCJMAOd84kvxb_wAmh_vQ1GNm90zVA944jfXJ2atbEKo2zbpiXiVn0wENZb9iOq4TbPrVs-bhYwlOcT&xts%5B0%5D=68.ARCcCSVDccAGNxMvegw8ytZ3GHMDEWl6fZ16gAM61bnEHcZsYXJat6TyfJXbCQg_To_1f4PBjIqCuaT3Uc-4D-e47lvJWNFVzvsyMY3_QXvCMTdgKhI-buNqaELkiC7Pwnxg_e5T4ALg8IH5x-4hLWJF2Ui9ZsOOQTtmNWafuu7WBQIWnfaZWBUmmSryXa8FlugcosD5vWJXKBBT8UHGVFAD2eyL-Ddi0U18ao5C-9wCfhIoqH-rngJKW9yn4wwyMDlZsKZfQLOQSh73eS0Wj0GV8fR71qWkCN-A4ttm70F-UymDucdhXPu_lPA4Y99BBwuigpIk0uO0rE7UDti_QNY3c2CH&tn=EHH-R

Dopo l’esposto e la richiesta di accesso civico presentati lo scorso 18 settembre dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – Lazio in merito al taglio alberature in via Odescalchi a Bracciano, il Capo Gabinetto del Ministero per i Beni Culturali, prof. Lorenzo Casini, aveva invitato, con nota Prot. 0025505-24/09/2019 la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana, provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale a garantire l’accesso alla documentazione in suo possesso.

A seguito della nota, la Soprintendenza ha invitato il Gruppo di Intervento Giuridico alla presa visione e acquisizione dei documenti per il giorno 27 settembre 2019 presso gli Uffici di via Cavalletti 2, Roma.

Dall’esame del fascicolo queste alcune delle informazioni ottenute

“A seguito del nostro esposto – dichiarano dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – Lazio – la Soprintendenza si è rivolta (20 settembre 2019) al Sindaco di Bracciano chiedendo di fornire con urgenza informazioni sugli interventi di abbattimento alberi in via Odescalchi. Con tale lettera la Soprintendenza chiede al Sindaco di “relazionare nel merito delle azioni intraprese e della normativa di riferimento applicata”, chiarendo che non risultava pervenuta dal Comune di Bracciano nessuna comunicazione o attivazione di procedimento. Da ciò – proseguono – si desume che il Comune di Bracciano ha compiuto un intervento programmato di taglio alberi senza munirsi dell’autorizzazione paesaggistica richiesta dal D.P.R. n. 31/2017 (Allegato A, punto A 14) per aree sottoposte a vincolo paesaggistico quali il Lungolago e via Odescalchi. La Soprintendenza, fra l’altro, ha chiesto al Sindaco se sia stata valutata la possibilità di misure alternative al taglio (presidi strutturali di supporto), quindi invitandolo a considerare l’adozione di interventi in sostituzione dei previsti abbattimenti.

Il Comune di Bracciano ha risposto con nota prot. 34036 del 25 settembre 2019, ricordando una Determinazione dell’Area Manutenzioni del 14 maggio 2019 che ha incaricato un dottore forestale di effettuare indagini con monitaoraggio del patrimonio arboreo della città. Tutti gli alberi risultano esser stati identificati e numerati a fini di schedatura per l’analisi di rischio. Presso la Soprintendenza sono visionabili, alla data del 27 settembre, 132 schede riguardanti 20 alberi del Parco di via del lago (abbattimento valutato per gli alberi n. 7 e 17), 20 alberi nel Parco di via Cavour (abbattimento valutato per gli alberi n. 27, 28, 29, 39), 34 alberi in via Odescalchi (abbattimento valutato per gli alberi n. 53, 61, 64, 67, 73), 5 alberi in viale Regina d’Italia (destinato all’abbattimento il n. 75), 36 alberi in via Principe di Napoli (destinati ad abbattimento i n. 83, 86, 90, 91, 94, 97, 98, 102, 109, 114 e 115, alcuni con prescrizioni aggiuntive), 1 albero nel parcheggio via U. Bombieri, 3 in via S. Lucia (abbattimento per il n. 118) e 13 alberi in via Claudia (abbattimento per i n. 120, 122 e 132). Il Comune non ha sinora comunicato alla Soprintendenza le schede degli alberi del Lungolago, per cui risulta presentato un esposto da un soggetto privato a seguito degli interventi avvenuti già prima di quelli in via Odescalchi.
Allegata alla nota del Comune di Bracciano è l’Ordinanza del Sindaco n. 128 del 2 agosto 2019, che pone il termine di 30 giorni per l’abbattimento degli alberi presenti sul territorio di Bracciano come individuati nella relazione tecnica del dottore forestale depositata agli atti d’ufficio.
L’Ordinanza n. 128 stabilisce che all’abbattimento “dovrà seguire la conseguente idonea piantumazione da effettuarsi nei periodi consoni all’attecchimento ed alla vegetazione previa progettazione che dovrà ottenere l’autorizzazione paesaggistica”. Dunque, il Sindaco di Bracciano ha ritenuto che solo la progettazione di una nuova piantumazione sia soggetta al procedimento di autorizzazione paesaggistica.

Ciò contrasta palesemente con la strada che sarebbe stata più ragionevole (se non più legittima!) proprio alla luce della presa di posizione della Soprintendenza. Se, infatti, proprio quest’ultima chiede al Sindaco di Bracciano di considerare l’adozione di interventi sostitutivi all’abbattimento, ove possibile, non è forse vero che la via scelta dal Sindaco di procedere senza previa consultazione con la Soprintendenza, motivata (prot. 34065 inviato al Gruppo di Intervento Giuridico) con l’art. 54 TUEL, ha impedito una più approfondita ponderazione di tutti gli interessi in gioco, specialmente quelli tutelati dal vincolo paesaggistico? Ci sono leggi e buon senso da osservare. Nessun sindaco – concludono dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – Lazio – può fare quello che vuole. Ora il coinvolgimento della Soprintendenza sia di beneficio per il patrimonio arboreo della città.”




Il premier Conte incontra i consorzi di bonifica delle acque irrigue: pronti 11 mila posti di lavoro nel Meridione

“Dobbiamo garantire le stesse chance di crescita al Sud del Paese e le infrastrutture irrigue sono e saranno, sempre più, un indispensabile asse strategico; basti pensare che un ettaro, raggiunto regolarmente dall’acqua, vale 14 volte di più. I Consorzi di bonifica stanno aprendo, in tutta Italia, cantieri per oltre 1 miliardo di euro per migliorare la gestione idraulica, incrementando la resilienza dei territori ai cambiamenti climatici.”

Riparte da Bologna, dove il Premier, Giuseppe Conte, ha visitato lo stand ANBI al Villaggio degli Agricoltori Coldiretti, la sfida dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), nelle parole del Presidente, Francesco Vincenzi.

In Italia, la superficie irrigata è pari a 3.300.000 ettari, dove nasce l’85% del made in Italy agroalimentare, che garantisce oltre tre milioni di posti di lavoro.

In piena sintonia con ANBI è Paolo De Castro, componente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo: “Gli interessi attorno alle disponibilità idriche sono in aumento soprattutto nella prospettiva della crescente pressione alimentare, ma l’agricoltura non è parte del problema, ma della soluzione. Il futuro dell’agroalimentare italiano dipende dalla disponibilità d’acqua La sua qualità e sostenibilità d’uso saranno centrali nella prossima Politica Agricola Comune.”

Anche Renzo Piraccini, Presidente di Macfrut , l’importante salone internazionale dell’ortofrutta organizzato da CesenaFiere, è sulla stessa lunghezza d’onda: “La crisi di alcune filiere ortofrutticole italiane è vicina al punto di non ritorno; per dare soluzione alla difficile congiuntura serve pragmatismo sul modello di quanto già fatto all’estero e la disponibilità idrica è centrale per ogni politica di rilancio.”

Gli obbiettivi di ANBI sono condivisi anche dai sindacati: Onofrio Rota, Segretario Generale FAI-CISL, rilancia la necessità di approvare la Legge contro il consumo del suolo, salvaguardando così i terreni agricoli; Gabriele De Gasperis, Segretario Generale FILBI-UIL, sottolinea la funzione di “sentinelle del territorio”, svolta dai Consorzi di bonifica ed irrigazione; Andrea Coinu, per il Dipartimento Agricoltura di FLAI-CGIL, evidenzia la capacità tecnologica presente nei Consorzi di bonifica.

“Grazie ad uno sforzo comune – conclude il Presidente di ANBI – abbiamo rimesso la gestione del territorio al centro delle politiche del Paese. Non solo stiamo aprendo nuovi cantieri, garantendo oltre 3.000 posti di lavoro ma, grazie alle professionalità presenti nei Consorzi di bonifica, abbiamo pronti oltre 4000 progetti per oltre 10 miliardi di euro, capaci di attivare circa 50.000 posti di lavoro; di questi 683 interessano le regioni meridionali, dove potrebbero garantire occupazione a circa 11.000 persone. La parola adesso è alla politica.”




“Ci siamo rotti i polmoni”: i giovani di tutto il mondo scesi in piazza per dire no ai cambiamenti climatici

Non sappiamo se il problema del cambiamento climatico verrà affrontato con la dovuta diligenza ma una cosa ci è chiara: mai si erano visti scendere in piazza così tanti giovani per reclamare un loro sacrosanto diritto, quello di avere un pianeta nel quale poter vivere nei prossimi cento anni.

Sono 173 i presidi nelle strade italiane più le assemblee tematiche che si svolgeranno nelle aziende. Presenti il movimento Fridays for future, associazioni ma anche politici che hanno deciso, forse spinti dalla grande eco mediatica prodotta dalle manifestazioni, di imbracciare il tema ambientalistico.

Le richieste a livello nazionale passano dall’abolizione dei sussidi alle fonti fossili, alla dichiarazione di emergenza climatica da parte di Comuni ed Enti locali ma anche la decarbonizzazione dell’economia e la giustizia climatica per i popoli più esposti. Tali rivendicazioni vengono tradotte anche a livello locale: a Roma i comitati parleranno di trasporto pubblico e piste ciclabili, a Napoli di rifiuti e roghi mentre a Milano della riduzione del consumo del suolo.

Mentre il Planpincieux del Monte Bianco collassa e i dati Onu prospettano la riduzione al 20% dei ghiacciai in Europa per il 2100, critici come Vittorio Feltri bollano come “bufala” quella del climate change. Il direttore di Libero asserisce: “Qui più che il cuore manca il cervello, ho i conati di vomito. Ci rassegniamo a constatare che questa ragazzetta – Greta Thunberg ndr – ha un seguito popolare vastissimo. Preferisco ascoltare il Premio Nobel per la Fisica Rubbia sui cambiamenti climatici”. Tolto il fatto che la parabola della sedicenne svedese può essere anche messa sotto una diversa lente di ingrandimento, le va comunque riconosciuta la forza di aprire gli occhi a molti giovani. Sono infatti le nuove generazioni che si devono e evidentemente si stanno ponendo il problema di dove vivranno tra qualche decennio. L’anagrafe impedisce a Feltri di impegnarsi in un’elucubrazione che interessa il futuro dove molto probabilmente lui non sarà e se, nel contempo, decide di rifarsi ad un premio Nobel per la fisica invece che ad esperti di climatologia restituisce immediatamente la cifra del suo ragionamento privo di qualsiasi tipo di fondamento.

Bisogna intendere con una certa celerità che il mondo nel quale ci ritroviamo a vivere ha a disposizioni risorse sempre più limitate anche considerando l’aumento costante della popolazione mondiale. Pensare che il modello capitalistico dell’usa e getta sia ancora possibile è da incoscienti. Ritenere che solamente fonti fossili possano produrre energia è da ignoranti. Occorre uno sforzo a livello globale per indirizzare una nuova forma di sviluppo e fornire alla ricerca scientifica (l’unica in grado di salvarci) un indirizzo agli antipodi rispetto quello finora utilizzato.

Non bastano pannelli fotovoltaici, pale eoliche e lo sfruttamento del moto ondoso, è urgente trovare un sistema energetico che soddisfi il fabbisogno di città o addirittura continenti sempre più informatizzati ed energicamente dispendiosi.

Per esempio, Bill Gates ha finanziato una ricerca in tal senso ed è riuscito ad elaborare con un think tank di scienziati una innovativa centrale nucleare in grado di utilizzare l’uranio impoverito al posto di quello arricchito riducendo al minimo la possibilità di incidenti che sono, quasi nella totalità, ricollegabili ad una manchevolezza umana. Le emissioni di CO2 di questa centrale sono pari a zero. La guerra economica tra Cina e Usa ne ha reso, però, impossibile la costruzione in diversi siti. In questi giorni il ministro dell’ambiente Costa ha dichiarato: “Una grande proposta dell’Italia è stata quella di scorporare dal debito gli impegni green: spendiamo delle risorse, i fondi ci sono ma non vincoliamo al sistema finanziario attuale. La situazione richiede soluzioni emergenziali: l’Italia e la Germania hanno fatto questa proposta, mi auguro che l’Unione Europea e altri Paesi la facciano propria. Una risposta che possa andare incontro a questo grido di dolore dei giovani è quella di cambiare il paradigma”.

Il 25% delle malattie e delle morti nel mondo sono dovuto al cambiamento climatico

Muoiono ogni anno 7 milioni di persone per lo smog. Per poter parlare di sovranismo, populismo, destra, sinistra, relazioni internazionali, benessere, c’è necessità innanzitutto di un luogo dove vivere in salute. Questa necessità è diventata la sfida più rilevante del nostro tempo, una sfida che esige la risposta più urgente e meditata possibile.. Per questo tutte le critiche costruttive sono ben accette mentre posizioni come quelle di un Feltri qualsiasi vanno assolutamente evitate.




Puglia, allarme batterio Xylella: nuovi ulivi contagiati

Il batterio della Xylella va diffondendosi in maniera non indifferente in diverse zone della Puglia. In seguito al monitoraggio avvenuto lo scorso mese di agosto, sono stati ritrovati ben 61 nuovi alberi d’ulivo infetti, nelle province di Taranto e Brindisi. Un risultato alquanto preoccupante, che testimonia come il batterio sia diventata una concreta minaccia per gli agricoltori.
“Da sempre sosteniamo che la Xylella non avrebbe atteso i tempi della politica, della burocrazia e della giustizia”. – sottolinea il vicepresidente della Cia Agricoltori Italiani di Puglia, Giannicola D’Amico– aggiungendo che “i nuovi focolai ritrovati a Montemesola e San Marzano, purtroppo, confermano come anche in provincia di Taranto vi sia un consolidamento delle infezioni.”
A riguardo si è espresso anche il Presidente della Commissione Regionale bilancio, Fabiano Amati: “Per evitare la diffusione del batterio, auspico che i sindaci dei comuni interessati, a cui sono stati notificati gli atti d’estirpazione, collaborino con la Regione Puglia, assistendo i proprietari delle piante infette nella più rapida e preferibile esecuzione volontaria dei provvedimenti”.
Il procedimento per abbattere la minaccia prevede l’estirpazione volontaria degli alberi infetti, previo compilazione di un modulo scaricabile da internet, per autorizzare l’estirpazione degli alberi; effettuazione dei trattamenti fitosanitari preventivi autorizzati; infine, distruzione in loco della parte frondosa dell’albero, separata dal tronco, mediante trinciatura o (se consentito) bruciatura.

Giampiero Laera




Cambiamenti climatici, oceani sempre più caldi: danni in aumento

Nel 21/o secolo, a causa del riscaldamento globale, gli oceani vedranno un aumento senza precedenti della temperature e della acidificazione, un calo dell’ossigeno, ondate di calore, piogge e cicloni più frequenti e devastanti, aumento del livello delle acque, diminuzione degli animali marini. Lo scioglimento dei ghiacciai montani metterà a rischio le forniture idriche e le coltivazioni. Lo scrive il rapporto dell’Ipcc, il comitato scientifico sul clima dell’Onu, dedicato a oceani e ghiacci e diffuso stamani. “La perdita di massa globale dei ghiacciai, la fusione del permafrost e il declino nella copertura nevosa e nell’estensione dei ghiacci artici è destinata a continuare nel periodo 2031-2050, a causa degli aumenti della temperatura di superficie, con conseguenze inevitabili per straripamenti di fiumi e rischi locali”, si legge nel rapporto “Oceano e criosfera in un clima che cambia” (la criosfera è l’estensione dei ghiacci).

Il rapporto diffuso oggi dal Principato di Monaco (dove sono riuniti da giorni i ricercatori per la stesura finale) va ad integrare quello uscito a maggio (“Cambiamento climatico e territorio”), e quello su “Riscaldamento globale a 1,5 gradi” uscito nell’ottobre del 2018.

Nel 21/o secolo secondo l’Ipcc gli oceani sono destinati a “condizioni senza precedenti di aumento di temperature, maggiore stratificazione dei livelli superficiali, ulteriore acidificazione, declino dell’ossigeno e alterata produzione primaria netta (la produzione di pesci e alghe, n.d.r.). Ondate di calore marine ed eventi estremi come El Nino e La Nina sono destinati a diventare più frequenti. Eventi estremi di livello del mare che erano storicamente rari (uno al secolo nel passato) sono destinati ad avvenire più di frequente (almeno una volta all’anno) in molte zone al 2050, specialmente nelle regioni tropicali. L’aumento del livello del mare continuerà anche oltre il 2100”.

Per l’Ipcc “una diminuzione nella biomassa globale degli animali marini, nella loro produzione e nel potenziale di pesca, e un cambiamento nella composizione delle specie è previsto nel 21/o secolo negli ecosistemi oceanici. I cambiamenti futuri nella criosfera sulla terraferma (i ghiacciai montani e le coperture polari) sono destinati a colpire le risorse idriche e i loro usi, come l’idroelettrico e l’agricoltura. Gli incendi si prevede che aumenteranno in modo significativo per il resto del secolo nella tundra e nelle regioni boreali, così come in alcune regioni montane”.

Scioglimento ghiacciai destinato a crescere
“La perdita globale dei ghiacciai, la fusione del permafrost e il declino nella copertura della neve e nella estensione dei ghiacci artici sono destinati a continuare, a causa dell’aumento della temperatura dell’aria in superficie, con inevitabili conseguenze per straripamenti di fiumi e rischi locali. La grandezza di questi cambiamenti della criosfera è destinata ad aumentare ulteriormente nella seconda metà del 21/o secolo”. Lo scrive l’Ipcc, il comitato scientifico dell’Onu, nel rapporto su oceani e ghiacci.




Monte Bianco, ghiacciaio di 250 mila metri cubi a rischio crollo: chiusa la strada per Val Ferret, a Courmayeur

Potrebbe crollare a breve una parte del ghiaccio Planpincieux, sulle Grandes Jorasses, lungo il versante italiano del massiccio del Monte Bianco. La massa a rischio collasso è di circa 250 mila metri cubi. A dare l’allarme oggi sono state le strutture tecniche della Regione Valle d’Aosta e della Fondazione Montagna sicura, registrando un’accelerazione del movimento che ha raggiunto la velocità di 50-60 centimetri al giorno. Il comune di Courmayeur ha disposto la chiusura della strada comunale della Val Ferret.

L’area che potrebbe essere interessata dal maxi-crollo della porzione di ghiacciaio Planpicieux, nella Val Ferret, “non riguarda centri abitati e nemmeno strutture turistiche” ha spiegato all’ANSA il sindaco di Courmayeur, Stefano Miserocchi. Il primo cittadino ha comunque disposto, in via precauzionale, l’evacuazione di alcune baite in quota nella frazione Rochefort. In alcune fasce orarie giornaliere sarà anche possibile per i residenti, i proprietari di immobili e i titolari di attività percorrere la strada comunale “con monitoraggio in tempo reale del mantenimento di ragionevoli condizioni di sicurezza”.

“Tali fenomeni testimoniano ancora una volta come la montagna sia in una fase di forte cambiamento dovuto ai fattori climatici, pertanto è particolarmente vulnerabile”, spiega il sindaco di Courmayeur. Il ghiacciaio Planpincieux è oggetto di studi sperimentali fin dal 2013 da parte della Fondazione Montagna sicura in collaborazione con il Geohazard Monitoring Group del CNR-IRPI di Torino, centro di competenza nazionale allo scopo di studiare i crolli di ghiaccio che avvengono con frequenza dalla fronte glaciale. Nella stessa zona, un altro ghiacciaio, il Whymper, è sotto osservazione perché ci si attende un imminente cedimento del seracco terminale. Anche in questo caso il sindaco ha emanato a inizio settembre un’ordinanza con cui ha disposto la chiusura dei sentieri sottostanti