CATANIA, STALKING: IN MANETTE DOPO AVER PERSEGUITATO LA EX PER ANNI

Redazione
 

Catania – I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale hanno arrestato in flagranza un 49enne catanese per atti persecutori. La donna, di 56 anni, già dal lontano luglio del 2011, aveva in più occasioni denunciato l'uomo perché reiteratamente l'aveva perseguitata con ogni forma di azione invasiva della sfera privata, senza che la malcapitata avesse mai avuto alcun genere di rapporto sentimentale con lo stesso. In virtù di tale denunce, puntualmente avvalorate dalle indagini dei Carabinieri, il GIP di Catania in data 10.11.2011 emetteva nei confronti dello Stalker una ordinanza ove gli veniva impedito categoricamente di avvicinarsi alla donna in qualsiasi contesto sociale con contemporaneo divieto di comunicare con la stessa attraverso qualsiasi mezzo.
La vittima raccontava ai militari che dal giorno del provvedimento l'uomo, a fasi alterne, l'aveva seguita mantenendosi però sempre ad una certa distanza finché, logorato dall'indifferenza della donna, proprio ieri sera, l'ha avvicinata minacciandola perentoriamente. Fortunatamente la vittima, pur se terrorizzata, ha avuto la forza di chiamare il 112 che in pochi minuti faceva giungere una gazzella del pronto intervento il quale equipaggio bloccava ed arrestava l'uomo. L'arrestato è stato associato al carcere di Piazza Lanza così come concordato con l'Autorità Giudiziaria.




PROVINCE: LA CAMERA "PARTORISCE" IL PRIMO SI ALL’ABOLIZIONE

Redazione

Roma – La Camera ha approvato in nottata il disegno di legge sulle Province e le città metropolitane con 277 voti favorevoli e 11 contrari di Sel. Lega Nord, Forza Italia e il M5S non hanno partecipato alla votazione in segno di protesta.
Il ddl del ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, ora passa al Senato: se diventerà legge, trasformerà i consigli provinciali in assemblee di sindaci.

Le nuove norme prevedono la trasformazione dei consigli provinciali in assemblee dei sindaci, che lavoreranno a titolo gratuito; Saranno istituite nove città metropolitane; la disciplina della fusione dei comuni. Nell’intento del disegno di legge Delrio, le Province comprenderanno aree più vaste di quelle attuali e i loro rappresentanti saranno designati non più dai cittadini, ma dagli amministratori locali, che sceglieranno tra i sindaci dei comuni del territorio.

Rispetto a oggi, non bisognerà pagare gli stipendi a presidenti, consiglieri e assessori. La struttura portante della Repubblica delle autonomie dovrebbe avere il suo perno su due soli livelli territoriali di rappresentanza politica: i comuni e le regioni.

Antonio Saitta presidente dell’Unione delle Province Italiane ha polemizzato contro la decisione, presa con la legge di stabilità, di cancellare le prossime elezioni del 2014 per le 52 province in scadenza e le 20 commissariate: “Presenteremo ricorso alla magistratura contro questa norma che lede un diritto inalienabile dei cittadini”. Di opposto parere il M5S: “Un altro dei disegni di legge truffa scritto dal Pd che finge di abolire le provincie – ribadisce su Facebook la deputata Giulia Grillo – e di fatto cambia solo il nome se possibile peggiorando il groviglio amministrativo contabile e di responsabilità gestionale che già con le province era a livelli di allerta.
 




NAPOLI E ROMA: 13 ARRESTI PER CORRUZIONE E VALORI BOLLATI FALSI. NEL MIRINO NCC E TASSISTI

Redazione

Napoli / Roma – Gli agenti della polizia ferroviaria di Roma li multavano per abusivismo e irregolarità amministrative, con relativo sequestro di mezzi e patenti, ma dopo qualche giorno tassisti e autisti di noleggio con conducente (Ncc) esibivano una sospensiva del giudice di pace che imponeva il dissequestro del veicolo e la restituzione dei documenti di guida e circolazione.

La cosa si ripeteva troppo spesso, tanto da insospettire i poliziotti che, nel marzo scorso, hanno cominciato a indagare mettendo sotto controllo diverse utenze telefoniche ed effettuando molte intercettazioni ambientali.

L'indagine si è conclusa oggi con l'arresto di 13 persone a Roma e Napoli, sei delle quali sono finite in carcere e sette ai domiciliari, mentre 14 sono quelle indagate. Eseguite anche 40 perquisizioni con 30 persone denunciate in stato di libertà. Tra i fermati anche un avvocato, due giudici di pace e un cancelliere del tribunale di Roma.

Gli arresti effettuati a Napoli sono stati eseguiti in collaborazione con gli agenti della Squadra mobile partenopea.

Tutte le persone coinvolte nell'inchiesta sono accusate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione, falso e corruzione.

Gli arrestati "intervenivano" anche in caso di cartelle esattoriali, sinistri stradali e contravvenzioni, e si facevano pagare con una percentuale sulla somma "risparmiata" dal cliente.

Durante le indagini gli investigatori della polizia ferroviaria sono venuti a conoscenza di un'altra attività illegale che gravitava intorno al Tribunale di Roma. È emerso infatti che al suo interno venivano vendute marche da bollo e contributi unificati (tasse sulle cause civili e amministrative, che si pagano all'inizio del procedimento al momento in cui si va a depositare la causa in tribunale), praticamente identici a quelli originali, ma in realtà tutti rigorosamente falsi.

Questo filone d'indagine ha portato gli agenti fino a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, dove è stata sequestrata una vera e propria stamperia illegale dalla quale, ogni settimana, partiva un corriere per Roma carico di valori bollati contraffatti.

All'interno della tipografia improvvisata i poliziotti hanno trovato rotoli di carta della Zecca, precedentemente trafugati da alcuni corrieri, etichettatrici, inchiostri e solventi utilizzati nella falsificazione dei valori, nonché denaro contante per circa 30 mila euro.

È stato calcolato che la truffa ha procurato all'erario un danno per mancati incassi di circa 300 mila euro.




SANT'ARPINO: IL SINDACO EUGENIO DI SANTO COSTRINGE UN IMPRENDITORE A FARSI REGALARE UN BRACCIALE DI DIAMANTI

Redazione

Sant'Arpino (CE) – Voleva un bel regalo di Natale. Si sarebbe accontentato di diamanti ma non avrebbe mai pensato che per questo desiderio sarebbe finito in manette. Con la scusa di discutere dei problemi dei bambini affetti da celiachia avrebbe tentato di costringere un imprenditore a regalargli un braccialetto di diamanti. E' stato arrestato dai Carabinieri per tentata concussione Eugenio Di Santo, sindaco di Sant'Arpino, in provincia di Caserta.

L'indagine che ha portato all'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stata emessa dal gip del tribunale di Napoli Nord, dopo alcuni mesi di indagini. A inchiodare il primo cittadino intercettazioni ambientali e telefoniche e videoriprese, dalle quali emergerebbe la sua condotta nei confronti dell'imprenditore aggiudicatario del servizio di refezione scolastica.

Il sindaco, a quanto rilevato dagli investigatori, avrebbe organizzato diversi incontri con il legale rappresentante della società aggiudicataria, con lo stratagemma di discutere di menu ad hoc per bambini affetti da celiachia, problematica poi rivelatasi inesistente. In particolare il primo cittadino avrebbe giustificato la sua richiesta di ricevere un braccialetto di diamanti del valore di circa 2-3mila euro o l'equivalente in contanti spiegando che avrebbe dovuto farne dono a un fantomatico giudice.

La richiesta è stata ribadita anche nell'ultimo incontro, che è stato intercettato dai Carabinieri, durante il quale il primo cittadino ha tentato di fare leva sull'imprenditore, aggiudicatario del contratto in via provvisoria per gli anni 2013-2014 con offerta al ribasso, rammentandogli di lavorare sempre in prospettiva.




CARABINIERI, NAS. SICUREZZA ALIMENTARE: TUTTO SULL'OPERAZIONE "PULIZIE DI NATALE"

Redazione

Sempre alta l’attenzione dei NAS che, in prossimità del Natale, hanno intensificato le attività di controllo e monitoraggio nel settore della sicurezza alimentare e dei prodotti tipici natalizi. Nelle ultime due settimane, sotto la lente di ingrandimento dei Carabinieri dei NAS sono finite attività di produzione, commercializzazione, consumazione dei prodotti tipici delle festività natalizie, tra cui: dolci, pesce, salumi, formaggi, carne, luminarie, giocattoli.

L’operazione, denominata “Pulizie di Natale” ha visto impegnati oltre 400 Carabinieri dei 38 Nuclei dislocati sul territorio nazionale, che hanno eseguito circa 2.000 ispezioni rilevando violazioni di natura igienico sanitaria, strutturale e/o commerciale. Nel corso delle attività, i militari hanno sottoposto a sequestro circa 250 tonnellate di alimenti, accertato oltre 600 irregolarità, segnalato alle Autorità Giudiziarie, Amministrative e Sanitarie 691 persone, contestato violazioni amministrative per oltre 700.000 euro, chiuso o sequestrato 43 strutture.

In particolare:

– Il NAS di Milano, presso diversi esercizi commerciali cinesi, ha sequestrato oltre 1.000 confezioni di “uova cent’anni” (specialità della cucina cinese dove le uova subiscono un particolare processo di fermentazione in quanto vengono lasciate per circa 3 mesi in un composto di acqua, sale, carbone ed
ossido di calcio) la cui importazione è vietata in Europa e 8 tonnellate di anatre eviscerate (per un valore di circa 90.000 euro) importate dall’Ungheria, in cattivo stato di conservazione perché congelate e stoccate a temperatura ambiente a causa dello spazio insufficiente nelle celle frigorifere. I prodotti erano destinati alla vendita al dettaglio di supermercati, macellerie, ecc;

– I NAS di Bologna, Firenze, Salerno e Bari hanno sequestrato centinaia di panettoni natalizi sprovvisti di etichettatura e fraudolentemente venduti come “artigianali”, ma di fatto prodotti da altre aziende nonché oltre 5 tonnellate di zucchero, cioccolato in scaglie, semifreddi, gelati, frutta congelata, sciroppi, mandorle, marmellate, cannoli, creme per ripieni scaduti anche da oltre 6 anni e rietichettati mediante la progressiva sovrapposizione di etichette e in cattivo stato di conservazione;

– I NAS di Pescara e Caserta hanno sequestrato oltre 25 tonnellate di anelli di totano che rappresentano uno dei prodotti tipici natalizi; alcuni scongelati in assenza delle procedure di autocontrollo e privi di documentazione sulla tracciabilità ed altri di provenienza argentina ed immessi sul territorio nazionale tramite la Spagna senza la prenotifica all’Ufficio Veterinario per gli adempimenti comunitari di Napoli;


– Il NAS di Torino, a seguito di lamentele di cittadini per i cattivi odori provenienti dal banco refrigerato di un supermercato della provincia, hanno sequestrato oltre una tonnellata di insaccati, formaggi e preparazioni gastronomiche (porchetta) in pessime condizioni ed alterati, alcuni scaduti e con data di scadenza cancellata con dei solventi. In particolare, i formaggi erano invasi da muffe perché non correttamente conservati, tagliati da tempo, coperti da cellophane ed ingialliti; i salumi contenevano colonie di larve vive ed insetti – esposti per la vendita e collocati su basi sporche, insudiciate da capelli, escrementi di roditori e sporcizia varia. Inoltre, nell’ambito delle ispezioni relative ai prodotti ittici, i Nuclei hanno sequestrato su tutto il territorio nazionale oltre 2000 litri di sostanze tra cui BAL1000, ALTESA, ALTESA AM3, DOSIPLUS, NOMELAN tutti riconducibili alla famiglia del CAFODOS, contenenti perossido di idrogeno ed utilizzati al fine di ottenere nel pesce fresco un effetto conservante e sbiancante mascherando – così – il reale stato  delle carni che potrebbero essere deteriorate e produrre istamina, molecola che può causare allergie e reazioni anafilattiche. Ulteriori controlli sono stati attivati per verificare la regolarità di giocattoli, luminarie e prodotti tipici natalizi. Il NAS di Roma, infatti, presso un esercizio commerciale cinese ha sequestrato 10.000 giocattoli privi di marcatura CE e presumibilmente pericolosi per la salute, mentre  i NAS di Palermo, di Perugia, di Ancona hanno sequestrato alcune centinaia di prodotti – custodie per cellulari e smart phone, radio fm, binocoli, attrezzi ginnici, decorazioni natalizie, giocattoli di produzione cinese – privi delle indicazioni in lingua italiana o dell’indicazione dell’importatore/distributore o della marchiatura CE.

 




BARI: SGOMINATA BANDA DI NARCOTRAFFICANTI

Redazione

Bari – I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Bari hanno tratto in arresto 5 persone in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. L’accusa è quella di aver importato su canali internazionali attraverso l’asse Colombia – Spagna – Milano – Bari ingenti quantitativi di cocaina ed hashish che venivano riversati sulle piazze di Bari e comuni limitrofi.
Originata dalle attività connesse alla ricerca di uno dei 100 latitanti più pericolosi d’Italia, il 35enne Alessandro De Fronzo esponente di spicco del clan “Palermiti” catturato in Spagna il 14 maggio del 2010, l’indagine ha consentito di individuare e caratterizzare i contorni di un gruppo criminale dedito al traffico internazionale di droga che in diretto contatto con trafficanti spagnoli e colombiani, è riuscito ad introdurre nel territorio pugliese ingenti quantitativi di droga. Alla base del meccanismo di importazione vi era l’apporto di camionisti che, agevolati della propria attività lavorativa “legale”, hanno consapevolmente prestato la loro opera in qualità di “corrieri”.
Nel corso della complessa attività investigativa sono stati sottoposti a sequestro complessivi 4 kg di cocaina importata dal Sud America tramite la Spagna, 450 grammi e 14 piante di hashish, una pistola semiautomatica con una trentina di cartucce e un ordigno esplosivo rudimentale.

ELENCO ARRESTATI:
1.    DICOSOLA Michele, barese cl.57;
2.    CALZOLAIO Francesco, barese cl. 69;
3.    CARLONE Luciano, barese cl. 69;
4.    BORRACCI Donato, di Noicattaro cl. 52;
5.    SGROI Marcello, di Desenzano del Garda cl. 52.
 




ANNUARIO LUCA MARONI 2014: IL "LUSIRA' 2011" E' IL TERZO MIGLIOR VINO ROSSO D'ITALIA

Redazione

Campobello di Licata (AG) – A conclusione degli assaggi di Luca Maroni per l'Annuario i Migliori Vini d'Italia 2014, in cui ogni anno vengono analizzate le migliori aziende vitivinicole italiane e oltre 10.000 vini, Lusirà 2011 è stato valutato con indice di piacevolezza di 96 punti è risultato il 3° MIGLIOR VINO ROSSO D'ITALIA.

La consegna ufficiale del premio avverrà il prossimo 6 febbraio 2014 a Roma, in occasione del Galà di apertura dell’evento “I migliori vini italiani”, in programma presso il Complesso Monumentale del Santo Spirito in Sassia.

LUSIRÀ 2011
Le Sensazioni di Luca Maroni: l'esame visivo rivela la sua consistenza pressoché totale. Eccezionale il suo olfattivosplendore abbinato a un sì poderoso manto estrattivo. Solitamente il rapporto è inverso: tanta maggiore  concentrazione, tanta minor leggiadria. Non qui. Qui ogni fittissimo pigmento recante il suo viola inchiostrato al colore ha profumazione nitida, intonsa, priva d'ogni macchia. Fittezza di colore alimentatore di bagliore, con un dosaggio fra frutto e spezie, un dosaggio fra sviluppo e turgore, che i grandi rossi del mondo raramente porgono impolpate in una tanto integra, mentosa confettura di mora e cassis. Un campione di purezza viticola ed enologica, di tecnica applicativa veramente illibata. Una souplesse gustativa rarissima, di cremosa sofficità suadente. Chapeau a questo vino, fra i migliori rossi in assoluto dell'anno.

Commento Conclusivo di Luca Maroni
Data la piacevolezza delle sue ultime realizzazioni, ancora una volta fra i migliori bicchieri di Sicilia si rivela quello del Baglio del Cristo di Campobello. Nitidezza, morbidezza, fittezza, i comuni denominatori di vini che sempre evocano il nativo aroma varietale con gran purezza, armoniosità e polpa fitta. La suadenza speziata floreale della banana dello Chardonnay Laudàri 2011, la morbidezza palatale del Bianco Sicilia C'D'C' 2012, l'alsaziana fittezza di melone del Lalùci DOC Sicilia Grillo 2012. Si sale decisamente di volume e tenore con i rossi, con tre vini che si rivelano di caratura analitica e sensoriale assolutamente eccezionale. L'Adènzia IGP Sicilia Rosso 2011, la cui ciliegia nera non ha macchia nè aranciata inflessione alcuna. Il Nero d'Avola Lu Patri 2011, di potenza maestosa, rotondità armoniosa, di nitore enologico esecutivo, di linfa inossidata ancor prima. Infine il Syrah Lusirà 2011, pure in questo millesimo semplicemente fra i migliori rossi d'Italia, fra i più ricchi d'una morbidissima, nitidissima e dolcissima mora nera limpidamente speziata. Chapeau.




CALTANISSETTA: LE GIOVANI "FIAMME ORO" DELLA POLIZIA DI STATO HANNO INCONTRATO IL QUESTORE

Redazione

Caltanissetta – Ieri mattina il Questore di Caltanissetta dr Filippo Nicastro ha incontrato 4 atleti della  Sezione Giovanile delle “Fiamme Oro” – settore pesistica – della Polizia di Stato di Caltanissetta: Daniele Galiano, Yuri Augello, Emanuele Thomas Diaria e Luca Parla nonché il poliziotto nisseno Salvatore Parla, Maestro responsabile della Sezione. Il Questore si è congratulato con i ragazzi per gli apprezzabili risultati raggiunti nel corso dell’anno 2013 nelle varie manifestazioni nazionali e internazionali che li hanno visti protagonisti e vincenti, con ben 11 medaglie conquistate e ottimi piazzamenti.

In particolare, Luca Parla ha conquistato 3 medaglie d’oro nel Campionato Italiano Juniores nelle categorie: strappo, slancio e totale; 3 medaglie d’argento nel Campionato Italiano Seniores nelle categorie: strappo, slancio e totale; 2 medaglie di bronzo nel Campionato Italiano Assoluto nelle categorie: strappo e totale.

Emanuele Thomas Di Maria ha conquistato 3 medaglie di bronzo nel Campionato Esordienti nelle categorie: strappo e totale.

Il Questore ha ribadito l’importanza sociale dello sport come mezzo di formazione ed educazione ai valori sociali per i giovani.

La Sezione Giovanile delle “Fiamme Oro” – settore pesistica – della Polizia di Stato di Caltanissetta è stata costituita nell’ottobre del 2011, il suo scopo è quello di dare ai giovani l’opportunità di emergere in ambito sportivo, per una sana crescita psico-fisica e sociale che si sposa perfettamente con il tessuto sociale di questa provincia dell’entroterra siciliano.

I Responsabili della sezione sono i poliziotti nisseni Maestro Salvatore Parla e Maestro Maurizio Sardo, entrambi con un passato nelle FF.OO., già campioni italiani assoluti e con diverse partecipazioni a manifestazioni internazionali. La sede della stessa si trova a Caltanissetta presso la Palestra Comunale, sita a Pian del Lago presso lo Stadio “M. Tomaselli”.

I Maestri Salvatore Parla e Maurizio Sardo e l’atleta Luca Parla nel corso dell’anno 2013 hanno effettuato incontri in diversi Istituti Scolastici nisseni per promuovere la disciplina tra i ragazzi affrontando argomenti quali: la vita di un atleta agonista, la lotta al doping, l’uso dei sovraccarichi e la pesistica olimpica. 
 




REGGIO CALABRIA, DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA: PROSEGUE L'OPERAZIONE ERINNI. ALTRI ARRESTI

Nel corso dell’operazione sono stati impiegati oltre 100 Carabinieri dei Comandi Provinciali di Reggio Calabria, Asti, Catanzaro, Chieti, Cuneo e Frosinone, supportati dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori e dell’8° Nucleo Elicotteri.

 

Redazione

Reggio Calabria – Il 19 dicembre 2013, nelle province di Reggio Calabria, Asti, Catanzaro, Chieti, Cuneo e Frosinone, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 26 soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali denominate cosca “Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo” e cosca “Ferraro-Raccosta”, operanti ad Oppido Mamertina (RC) e territori limitrofi, alle quali, a vario titolo, sono contestati i reati di:
–    associazione di tipo mafioso (artt. 416 bis, commi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6° e art. 61 nr. 6 c.p. e art. 71 d.lvo nr. 159/11);
–    concorso in omicidio, aggravato dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (artt. 110, 112, 575, 577 nr. 3 e 4 e 61 nr. 4 e 6 c.p. e art. 7 d.l. 152/91 conv. in legge 203/1991);
–    concorso in detenzione e porto in luogo pubblico di diverse armi da fuoco anche da guerra e clandestine, aggravati dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (artt. 110, 112, 61 nr. 2 e 81 cpv c.p., artt. 1, 2, 4 e 7 della legge 895/1967, art. 23 comma 3° della legge 110 del 18 aprile 1975 e art. 7 d.l. 152/91 conv. in legge 203/1991);
–    concorso in sequestro di persona, aggravato dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (artt. 110, 112, 605 e 61 nr. 2 e 6 c.p. e art. 7 d.l. 152/91 conv. in legge 203/1991);
–    concorso in intestazione fittizia di beni, aggravata dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (art. 110 c.p., art. 12 quinquies D.L. nr. 306/92, convertito in legge 7 agosto 1992 nr. 356 e art. 7 d.l. 152/91 conv. in L. nr. 203/91);
–    concorso in detenzione, vendita e cessione di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina, aggravati dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (artt. 110 e 81 cpv c.p., artt. 73 e 73 comma 1 bis D.P.R. 309 del 1990 e art. 7 d.l. 152/91 conv. in legge 203/1991);
–    concorso in ricettazione, aggravata dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (art. 110 e 648 c.p. e art. 7 d.l. 152/91 conv. in legge 203/1991);
–    procurata inosservanza di pena, aggravata dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (art. 390 c.p. e art. 7 d.l. 152/91 conv. in L. nr. 203/91);
–    riciclaggio aggravato dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (artt. 81 cpv e 648 bis c.p. e art. 7 d.l. 152/91 conv. in legge 203/1991).

Venerdì 20 dicembre 2013 una nuova operazione è scaturita a seguito della richiesta presentata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria al locale Giudice per le Indagini Preliminari di rinnovazione delle misure cautelari disposte, nei confronti degli indagati destinatari del decreto di fermo eseguito lo scorso 26 novembre 2013, dai GIP di Palmi, Catanzaro, Roma, Velletri e Latina.

Nell’ambito dell’attività investigativa che aveva consentito di portare a termine l’operazione “Erinni” dello scorso 26 novembre, inoltre, venivano acquisiti ulteriori elementi di reità nei confronti di altri indagati non sottoposti a fermo in ordine:
–    all’appartenenza alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo”;
–    al riciclaggio di denaro di provenienza delittuosa ed alla dissimulazione della reale pertinenza dei beni costituenti prodotto diretto ed indiretto delle attività illecite poste in essere, al fine di eludere l’applicazione della normativa in materia di prevenzione patrimoniale;
–    al contributo prestato per aiutare l’allora latitante POLIMENI Domenico a sottrarsi all’esecuzione della pena, fornendo supporto logistico anche ai prossimi congiunti dello stesso, accompagnandoli a fargli visita.
Il Giudice Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, pertanto, su conforme richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, concordando con le risultanze investigative rapportate, nel disporre la rinnovazione delle misure cautelari nei confronti dei citati soggetti già sottoposti a fermo in data 26.11.2013, disponeva l’applicazione di misure cautelari anche nei confronti di POLIMENI Domenico, PEPE Luca, MAZZAGATTI Francesca, CONDINA Maria Chiara, ATTENNI Silvana e FELICIANO Antonina.

Il provvedimento del 20 dicembre 2013 emesso dal G.I.P., nel confermare l’impianto accusatorio della Procura Distrettuale Antimafia, ha disposto la custodia cautelare in carcere dell’allora latitante POLIMENI Domenico e di PEPE Luca, che si trovavano già ristretti in carcere:
–    il primo a seguito della sua cattura avvenuta il 14.07.2012 a Fiumefreddo Bruzio, quando venne arrestato dai Carabinieri di Reggio Calabria;
–    il secondo a seguito dell’arresto in flagranza di reato per produzione e traffico di sostanze stupefacenti, detenzione di arma clandestina, ricettazione e detenzione di munizionamento, avvenuto il 21.02.2013 a Pomezia, quando venne arrestato assieme al cugino PEPE Simone.
Per entrambi l’accusa è di associazione di tipo mafioso, mentre PEPE Luca risponde anche di concorso in detenzione, vendita e cessione di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina, aggravati dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso.

Oltre a POLIMENI Domenico e PEPE Luca, sono state arrestate anche 4 donne: ATTENNI Silvana, accusata di associazione di tipo mafioso e riciclaggio aggravato dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso; CONDINA Maria Chiara, accusata di procurata inosservanza di pena, aggravata dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso; FELICIANO Antonina e MAZZAGATTI Francesca, entrambe accusate di concorso in intestazione fittizia di beni, aggravata dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso.

ATTENNI Silvana è l’ex moglie di SCARFONE Domenico. Questi aveva accumulato, senza avere risorse lecite alla base e, quindi, in modo illecito, ingenti somme di denaro che, come confidava a MAZZAGATTI Rocco, trasferiva all’estero per reintrodurle in Italia in modo da farle sembrare pulite. SCARFONE aveva, in particolare, affidato la gestione di tali somme di denaro alla ex moglie ATTENI Silvana, indicata come colei che aveva la “cassa” (“la cassa la tiene lei… meglio di Silvana… io con Silvana ho la linea d’azione, come lei ce l’ha per me […] ha tutto in mano lei ancora oggi, non c’è distinzione, non c’è cosa”). Infatti, nell’abitazione della ATTENNI, sono stati rinvenuti, al momento della perquisizione contestuale all’esecuzione del fermo in data 26 novembre 2013, oltre 144 mila euro in contanti.

CONDINA Maria Chiara ha aiutato il proprio fidanzato POLIMENI Cosmo ed i suoi familiari a incontrare il latitante POLIMENI Domenico (padre di Cosmo), destinatario di ordine di esecuzione pena. In particolare, in data 8 giugno 2012, alla guida di una autovettura, conduceva la suocera e la cognata POLIMENI Sara (all’epoca neo patentata che aveva espresso difficoltà a guidare in autostrada) presso la sede della TRA.CO.CEM., ove poi le due passeggere proseguivano su altro mezzo. In tale occasione, CONDINA Maria Chiara era chiaramente consapevole della effettiva destinazione della suocera e della cognata che si stavano recando dal latitante.
Ancora, in data 14 luglio 2012, CONDINA forniva un contributo durante il viaggio di andata, controllando che nessuna vettura delle Forze dell’Ordine li avesse visti e li stesse seguendo (“… perché il viaggio hai visto come è stato!… soprattutto l'ultimo pezzo il nulla dietro proprio!… vuoto più totale!… nelle vicinanze qualcuno si doveva vedere!…”; “…per quanto mi riguarda è impossibile!…perché io pure guardavo… giuro!…”) e si recava proprio a Fiumefreddo Bruzio nell’abitazione dove si trovava il latitante.

MAZZAGATTI Francesca e FELICIANO Antonia sono rispettivamente la madre e la moglie di RUSTICO Leone. Le donne, pur non essendo partecipi della “locale” di Oppido Mamertina, hanno consentito che venisse loro intestata la RUSTICO S.n.c., esercente l’attività supermercati e, in concreto, il punto vendita CONAD di Oppido Mamertina, gestito da RUSTICO Leone, ma appartenente di fatto al boss MAZZAGATTI Rocco ed a suo nipote MAZZAGATTI Giuseppe (nel senso che costoro erano almeno soci occulti).
Al riguardo sono espliciti le parole di PEPE Simone, nel dialogo del 5 ottobre del 2012 con il solito SCARPONI Matteo: “Francesco…ha un cognome pesante… il cognome è troppo pesante… Francesco ha un cognome non è che vale… molto di più… Francesco è il nipote del Boss… il fratello (MAZZAGATTI Giuseppe) sta a dare da mangiare a mia madre… lo zio (MAZZAGATTI Rocco) sta dando da mangiare a […] loro hanno anche la Conad … Si, io gli ho sempre fatto… si hanno proprio una Conad… cemento, hanno una fabbrica di cemento”.

Nel corso dell’operazione sono stati impiegati oltre 100 Carabinieri dei Comandi Provinciali di Reggio Calabria, Asti, Catanzaro, Chieti, Cuneo e Frosinone, supportati dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori e dell’8° Nucleo Elicotteri.

LEGGI ANCHE:

26/11/2013 OMICIDI NDRANGHETA: 20 ARRESTI PER L'OPERAZIONE ERINNI


 




SE POTESSI AVERE MILLE LIRE AL MESE

di Emanuel Galea

Contestualizzando la vecchia canzone, magari sostituendo “lire” con “euro”, ci si trova perfettamente d'accordo nel condividere la dichiarazione di Giorgio Squinzi: "Il Paese ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale".

A Squinzi  fa eco  l’ufficio studi degli industriali:"i danni sono commisurabili solo con quelli di una guerra".

La canzone “Se avessi mille lire al mese !”  ricorda lo swing italiano degli anni 30 e 40 e pertanto l’avvicinamento dei due periodi contingenti  non risulta affatto surreale.

Il 15 dicembre, sempre su queste pagine ho scritto un altro articolo intitolato  RENZI E LETTA ED I LORO "VORREI MA NON OSO . La Legge di Stabilità stava ancora in itinere. Si sentivano i tuoni di Renzi seguiti da fumate di pace  dal narghilè di Letta. S’intravedeva il disagio degli Alfaniani, l’inquietudine del vecchio apparato PD ed i segnali con l’alfabeto morse provenienti dalla Germania, tutti ingredienti che non promettevano niente di buono.

Oggi il re è nudo. La legge “Dimensione Italia” è senza veli e sta facendo trasparire tutte le sue vergogne.

I “forconi” non si arrendono e domenica saranno davanti al Papa. Il cardinale Bagnasco benedice la protesta e la giudica più che giusta. Sindacati, partiti, casalinghe, industriali , commercianti e consumatori si alzano in un coro all'unisono un grido d’insoddisfazione.

Da Letta e Renzi ci si aspettava molto di più. Non hanno osato davanti alle lobby che tengono incatenata l’economia del paese. Lo scandalo condono “ slot  machine” è la prova del nove. L’ultimo strappo sulle slot machine, stanziando meno fondi ai Comuni virtuosi è una dichiarazione dell’impotenza della politica.

Ha ragione da vendere Giorgio Squinzi. Da questa classe politica c'e' poco da sperare. E’ stata solo una vana illusione pensare che finalmente si dicesse la parola “fine” all’odioso furto del finanziamento pubblico. La stella nascente Renzi ed il nuovo che avanza Letta hanno dovuto rallentare il passo e seguire i vecchi saggi.

Ahimè, anche su questo fronte c'e' da registrare una completa delusione. Finta e parziale cancellazione, diluita nel tempo. Resiste ancora il finanziamento ai gruppi parlamentari, alle partecipate, all’editoria. C’era da aspettarselo, i partiti sono attaccati a questi privilegi come le telline o meglio le cozze agli scogli che per rimuoverle, il più delle volte, occorre romperle e raschiare bene.

Della legge elettorale ne hanno fatto un campo di battaglia e della spending review non rimane che Carlo Coffarelli con la sua Commissione ed il suo apparato.

Notizie di oggi ci dicono che per il 2014 il Consiglio Superiore della Magistratura ha già preventivato un aumento delle sue spese pari al 34%, questo mentre l’azienda Italia languisce e mette all’asta quel poco che le è rimasto, la Telecom docet.

Alle Camere si dibatte sulla stabilità, sulle riforme, sul lavoro. I burocrati oltr'Alpe preparano altri paletti da sottoporre a Roma. E’ una storia senza fine.

Non c’è più spazio per rimedi palliativi, a mali estremi, estremi  rimedi.  Aggredire la spesa pubblica seriamente è diventata un’emergenza. Chi ignora ciò si assume una grossa responsabilità.




CARCERI ITALIANE: IL DRAMMA DEL SOVRAFFOLAMENTO

di Christian Montagna

"Si entra colpevoli e si esce vittime di reati" è quanto affermato dal cappellano Don Franco Esposito della casa circondariale di Poggioreale lo scorso martedì 17 dicembre durante la trasmissione Linea Gialla in onda su La7. In crescita i pestaggi e le morti sospette all'interno delle carceri. Drammatica la situazione del penitenziario di Napoli che ospita circa 2750 detenuti rispetto alla norma di Legge che ne consentirebbe un terzo.

Una ricerca pubblicata sul sito Linkiesta registra sessanta suicidi nel 2012 e trentotto durante quest'anno. Il carcere dunque non è più un luogo rieducativo ma aggrava le condizioni psichiche di chi lo vive.

Secondo alcuni volontari la mentalità che vige all'interno di queste strutture è deleteria: si parla di vera e propria violenza contro la dignità umana. Guardie carcerarie più stressate dei detenuti stessi, costrette a turni di lavoro estenuanti.

Percosse su asciugamani bagnati per non lasciare segni, vere e proprie spedizioni punitive nei confronti di detenuti irrequieti nelle terribili "celle zero". Nessuno può dimostrare i fatti e i carnefici restano perciò impuniti. La testimonianza di una ex guardia penitenziaria del carcere di Asti rivela una situazione agghiacciante: si parla di torture vere e proprie, privazione di cibo per più giorni ai detenuti, condizioni igieniche pessime, assenza di attività sociali all'interno delle strutture. A questo punto viene da chiedersi: "Quis custodiet ipsos custodes?.

Nessuno. Il consiglio europeo punisce ogni anno l'italia per lo spazio e le condizioni che le carceri riservano ai detenuti. Finalmente il Presidente della Repubblica torna a parlare della questione lanciando un monito al Parlamento. "Il sovraffollamento cronico è incostituzionale, servono amnistia e indulto" afferma Giorgio Napolitano. Troppo lunghi i tempi di un processo. E' l'ennesimo tassello che va a completare il quadro di una Nazione in declino: la giustizia non funziona, spesso incespica e rallenta l'emissione delle sentenze.

Noti alle cronache sono i casi di Stefano Cucchi e Marcello Lonzi entrambi morti in carcere per violenze sospette. I detenuti sono cittadini italiani come tutti gli altri, colpevoli di reati ma non per questo trattabili come bestie. A punirli deve pensarci la legge e nessuno deve ergersi a giudice abusando del potere della propria professione. Una volta scontata la pena dovranno reinserirsi nella società.

In che condizioni possono vessare queste persone che subiscono tutto ciò per mesi e anni? Quanta rabbia possono aver covato? L'aiuto di specialisti e psichiatri è fondamentale in questa fase di recupero ma a quanto pare non sono gli unici a necessitarne.

Almeno chi ricopre una carica istituzionale dovrebbe dare il buon esempio ed essere garante di giustizia e trasparenza. E ciò ahimé non accade.