QUELLA RABBIOSA E IGNOBILE BELVA DA CONDANNARE

di Chiara Rai

Mentre noi giornalisti siamo continuamente minacciati e querelati per il diritto di cronaca e critica che continuiamo a manifestare nonostante tutto, ci sono esseri che hanno facoltà di scrivere affermazioni ignobili e miserevoli, come il consigliere di circoscrizione del Carroccio a Verona Francesco Vartolo il quale non vedeva l’ora di sputare volgarità e spregevolezze nei confronti di un uomo universalmente riconosciuto come un “grande uomo”, Nelson Mandela. E nonostante abbia chiesto scusa, Vartolo ormai ha parlato: “Finalmente il terrorista Mandela, belva assetata di sangue bianco trasformato in eroe dalla propaganda mondialista, si troverà di fronte a tutta la gente che ha fatto ammazzare – ha scritto sulla bacheca del social network -. Con le bombe nelle chiese o con i copertoni incendiati intorno al collo”. Il presidente del Veneto Luca Zaia, fortunatamente ha condannato il gesto al punto di espellere dal partito il consigliere assetato di protagonismo mediatico e talmente condannabile da non meritare più attenzione dopo questo gesto. Vartolo, è lo stesso che pochi mesi fa, aveva anche espresso solidarietà a Erich Priebke. Prima intervenendo su radio Padania, l’emittente radiofonica della Lega: “Tutti quelli che sono odiati da tutti, a me stanno simpatici, perché se sei odiato da tutti un motivo di domandarsi il perché c’è, e, probabilmente, se sei così odiato, forse è perché può anche venire il dubbio che tu sia dalla parte giusta”. Poi in un gruppo chiuso su Facebook: “Capitano Priebke, presente!”. Mentre qualcuno sputa sul simbolo della lotta per i diritti umani, ci sono miliardi di persone in commozione che parteciperanno ai funerali di Mandela che dureranno dieci giorni. Non ho nient’altro da dire se non: Nelson! Nelson! Nelson!

 




LA CONSULTA PROPONE E MONTECITORIO DISPONE

di Emanuel Galea

E’ una storia senza fine. Una storia di inettitudine, corruzioni, inefficienza, disinteresse. Una classe politica sorda, muta ed assente. “Mentre Roma brucia si rifugia ad Anzio”.
E’ una magra dopo l’altra. Concorsi universitari truccati. Tra i 35 docenti indagati figurano i 5 “saggi” scelti da Letta e Napolitano. Corruzione, truffa aggravata, falso. Da Bari a Trento, da Sassari a Valle d’Aosta, da Milano Bicocca a Roma Tre. Si fa prima ad elencare gli esclusi. Che ne sarà di quei concorsi? A fine 2010  l’Istituto indice un concorso per titoli e colloquio per quattro posti di primo ricercatore. Gli ammessi sono otto. Gli esclusi fanno ricorso contro l’invalsi al Consiglio di Stato. Il ricorso viene accolto. Il 7 marzo scorso il Presidente Napolitano annulla con decreto la prova orale e gli atti conseguenti. Il concorso è da rifare.Altro giro, altra magra. Il 6 settembre scorso,  la Facoltà di professioni sanitarie di Pavia, ventiquattr'ore dopo l'esame, ha comunicato: "Prova annullata" Le risposte possibili (tra cui il candidato avrebbe dovuto sceglierne una) erano quattro invece che cinque (come richiesto dal bando pubblico) Anche questa volta il concorso è da rifare.

L’Italia, ahimè, è diventata come un castello di sabbia attorniato da acque stagnanti, lente a ricambiare la propria linfa. Un castello che si sgretola persino dalle acque dolcemente smosse da una brezza leggera. Un Italia , resa fragile ed orfana da politici improvvisati che hanno fatto di lei lo zimbello di quella parte civilizzata del mondo abitato. Proprio in questi ultimi giorni  le sono state inferte una raffica di bocciature dei suoi leggi cardini, pregiudicando ancora una volta  la sua già umiliata e fragile democrazia.Lo stato avanzato dell’inettitudine, inefficienza ed impotenza della sua classe politica l’ha certificata la Corte Costituzionale. L’attuale legge elettorale , secondo i giudici, è incostituzionale sia per il premio di maggioranza , sia per le liste bloccate.Napolitano si è precipitato a difendere la  legittimità delle  Camere e dice no al proporzionale.Pietro Alberto Capotosti, presidente emerito della Corte costituzionale, dice “Parlamento esautorato, serve il voto” Altri costituzionalisti esprimono pareri diversi. Il mondo politico si divide. Si riapre dibattito su l’Elettorale e nelle Camere si recita l’eterna tragedia ai danni degli italiani

La bocciatura, come era d’aspettarsi, ha sollevato un vespaio. Il porcellum” decade con effetto domino. Lasciamo i costituzionalisti dibattere fra di loro se camere legittime o non. L’elettore interpreta la bocciatura della Consulta come un atto  politico. Per il cittadino la bocciatura del “porcellum”,  il concorso scolastico,quello  universitario oppure quello statale per il “ricercatore” sono “esautorazioni” di pari gravità e meritano pari trattamenti.Per il cittadino la pronuncia della Consulta rende le Camere politicamente illegittime. Ne consegue che da un corpo illegittimo scaturiscono atti illegittimi, dicasi l’elezione dello stesso Capo dello Stato. A sua volta, sempre politicamente,  vengono considerati invalidati gli atti compiuti da chi ha ricevuto l’investitura da mani illegittimi e perciò  anche qui si mette in dubbio la validità della nomina di 5 membri della Corte Costituzionale nominati dal Presidente. Il tutto va a finire nel più assurdo dei paradossi, e cioè, la  Corte Costituzionale, avendo nel suo quorum 5 membri invalidati perché nominati da un Presidente privo del consenso politico, essa stessa vien esautorata ,  per cui la tanto chiacchierata bocciatura del “porcellum” vien invalidata e tutto torni come prima. Abbiamo voluto, ovviamente, dare largo sfogo alla nostra fantasia .  È 'na canzone senza titolo/tanto pe' cantà/,pe' fà quarche cosa…  Non cambierà niente, vedrai che troveranno il modo di lasciare tutto come stava! Il mondo politico ha avuto più che tempo sufficiente a sua disposizione per fare una buona legge elettorale. I partiti si sono persi nei soliti litigi perché anziché cercare gli interessi dei cittadini cercano sempre di fare quelli propri, Questa volta il tempo non li aiuta.  Le motivazioni della Consulta bussano alla porta, una settimana, massimo due e poi? Tanti di loro rischiano “meritatamente” di sloggiare. Se ciò accada, nessuno sprecherà lacrime perché, per fortuna,  Dio non paga il sabato.        




MADONNA DEL DIVINO AMORE: AL VIA IL CICLOPELLEGRINAGGIO

Redazione

Roma – A Roma l’8 dicembre è una data molto sentita nel panorama ciclistico capitolino: chi è in possesso di una bicicletta, chi ama lo sport delle due ruote ma è “devoto” alla Madonna del Divino Amore, risponde “presente” al tradizionale ciclopellegrinaggio in occasione della giornata del ringraziamento alla Santa Patrona del ciclismo del Centro-Sud Italia.

La manifestazione, sotto l’egida della Federciclismo Lazio e del Coni, è allestita per mano del Bici Club Divino Amore in ricordo del presidente del comitato regionale Domenico Maurizi che ha dedicato anima e corpo all’organizzazione del
ciclo-pellegrinaggio nelle prime 25 edizioni.

Dal 1988, il Bici Club Divino Amore, in seno all’omonima polisportiva, ha ereditato la macchina organizzativa dell’evento cicloturistico come sempre aperto a tutti gli appassionati, sportivi, vecchie e nuove glo
rie del ciclismo romano, laziale e non solo. L’appuntamento per tutti i “ciclopellegrini” è fissato alle 8:30 presso l’ex Velodromo Olimpico all’Eur in viale della Tecnica. Partenza prevista alle 9:45, si attraverseranno in successione Viale dell'Oceano Pacifico, il PalaLottomatica, il Laghetto dell’Eur, Viale Cristoforo Colombo, Piazza dei Navigatori, Porta Ardeatina, Piazzale Numa Pompilio, Porta San Sebastiano, Via Appia Antica, la Chiesa del Domine Quo Vadis, Via Ardeatina, Fosse Ardeatine e conclusione al Santuario del Divino Amore dopo 25 chilometri.

Prima del via, ciascun responsabile delle società presenti al raduno di partenza, è tenuto a segnalare al personale dell’organizzazione l’elenco e il numero dei ciclisti per la classifica finale di merito. L’arrivo dei partecipanti, previsto nel piazzale dell’oratorio, all’ingresso della Torre del Primo Miracolo, sarà allietato da un caldo ristoro.Sarà un’edizione particolare per il romano Leonardo Giordani che fino a quest’anno ha vestito la casacca della Vini Fantini-Selle Italia: l’ex iridato under 23 su strada e vincitore del Giro delle Regioni nel 1999, molto devoto alla Madonna del Divino Amore e alla quale aveva già donato la maglia di campione del mondo conquistata a Verona, ha ufficializzato il ritiro dall’attività professionistica e nel contesto del ciclo-pellegrinaggio è pronto a donare il casco indossato nella stagione appena conclusa con la formazione giallo-fluo di Luca Scinto e Angelo Citracca.
Il neo Rettore del Santuario, Don Fernando Altieri, ha annunciato la sua presenza per impartire a tutti partecipanti e agli ospiti una benedizione augurale oltre a celebrare la Santa Messa prevista per le 11:00 nel nuovo santuario. Al termine della funzione, ci saranno le premiazioni che riguarderanno la società più numerosa, l’atleta più giovane e meno giovane tra i partecipanti.

Il comitato organizzatore del Bici Club Divino Amore intende ringraziare l’VIII Municipio, il Comando Vigili Roma Capitale, il servizio di scorta tecnica Vessella coordinata con la direzione di corsa a cura di Agildo Mascitti, l’Associazione Europea degli Operatori di Polizia e i partner Cicli Lazzaretti, Cicli Capobianchi, New York Bar Pasticceria, Banca Credito Cooperativo di Roma, Arti Grafiche Cittadino, Officina Fratelli Silvestri, Ristorante-Pizzeria Al Molino e Carrozzeria Sergio Rossi&Figli.
 




TERMINI IMERESE (PA): DROGA NEL COMO’.

Redazione

Termini Imerese (PA) – Nell’ambito dei servizi disposti dal Comando Compagnia Carabinieri di Termini Imerese, finalizzati al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, diffuso tra i giovani termitani, i Carabinieri della Stazione cittadina, traevano in arresto, in flagranza del reato di illecita detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, due giovani di Termini Imerese, Panzeca Roberto, classe ’67, e Candura Myroslav, classe ’94,  di origine ucraina.
Durante lo svolgimento di un normale posto di controllo, una pattuglia di militari della locale Stazione imponeva l’alt alla Fiat Punto di colore grigio condotta e di proprietà del Panzeca Roberto, che aveva attirato l’attenzione poiché a bordo della stessa vi erano anche altri tre giovani della zona, ben noti ai Carabinieri, tra cui anche il Candura Miroslav.
Insospettiti dal comportamento dei quattro occupanti l’autovettura ed in particolar modo dal nervosismo palesato dagli stessi al momento del controllo, venivano sottoposti a perquisizione personale.
I militari rinvenivano nella disponibilità del Panzeca Roberto una stecchetta del peso di grammi 4 di sostanza stupefacente del tipo “hashish”.
La successiva perquisizione domiciliare effettuata presso l’abitazione del predetto, all’interno della quale vi risiede anche il Candura Miroslav, permetteva ai militari della Stazione di Termini Imerese di rinvenire, occultati all’interno di un cassetto del comò della camera da letto, ulteriori grammi 47 di sostanza stupefacente del tipo “hashish”, già confezionata in 46 dosi, con carta d’alluminio per confezionamento, n.5 semi di cannabis indica, un taglierino e del materiale vario atto al confezionamento in dosi dello stupefacente.
I due giovani arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati tradotti presso il proprio domicilio in attesa del giudizio con rito per  direttissima disposto dall’Autorità Giudiziaria di Termini Imerese.
Nel corso dell’udienza di convalida, tenutasi presso il Tribunale di Termini Imerese, il Giudice ha disposto la convalida dell’arresto e l’applicazione dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per il Candura Miroslav e la rimessione in libertà per il Panzeca Roberto, rinviando l’udienza al 16 del mese di dicembre.
La sostanza stupefacente recuperata è stata sottoposta a sequestro e  inviata presso il L.A.S.S. Carabinieri (Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti) del Comando Provinciale di Palermo, al fine di accertare l’esatto principio attivo e per la campionatura della stesso.
 




NARNI, CARABINIERI: OPERAZIONE "BIANCO NATALE". ARRESTATE TRE PERSONE E SEQUESTRATO MEZZO CHILO DI COCAINA

Redazione

Narni (TR) – I Carabinieri di Narni Scalo nella decorsa nottata hanno tratto in arresto tre persone per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, sequestrando nel corso dell’operazione complessivi 552 grammi di cocaina.
Le manette sono scattate ai polsi di C.S.  37enne narnese titolare di una officina ad Amelia, incensurato, C.L. 55enne di Amelia, trasportatore di salumi, incensurato e di F.D.  37enne muratore albanese pluripregiudicato, residente a Narni da oltre venti anni.
L’indagine denominata “BIANCO NATALE”, durata più di un mese, si sviluppava dopo aver eseguito alcuni controlli di giovani consumatori della movida narnese. Tali attività consentivano di focalizzare l’attenzione su  C.S. e C.L. che in più occasioni venivano osservati mentre singolarmente si incontravano con vari giovani Ternani e/o dell’amerino. I successivi riscontri consentivano di sorprendere alcuni dei predetti giovani in possesso di modiche quantità di cocaina per uso personale e quindi ipotizzare di averle ricevute dai due soggetti su cui si investigava.
Dopo numerosi pedinamenti si apprendeva che sia C.S. che C.L. periodicamente si recavano, singolarmente, presso l’abitazione del muratore albanese F.D. sul conto del quale venivano raccolte informazioni da cui emergeva il suo possibile coinvolgimento in un consistente traffico di stupefacenti.
Visti gli elementi raccolti nel corso della notte scorsa, con l’ausilio di unità cinofile, si procedeva alle perquisizioni domiciliari a carico dei tre soggetti emersi nell’indagine.

Nel corso della perquisizione dell’officina meccanica e dell’abitazione  di C.S. venivano rinvenuti e sequestrati complessivi trenta (30) grammi di cocaina, bilancino di precisione e materiale utile al confezionamento della sostanza.
La perquisizione effettuata nei confronti di C.L. consentiva il recupero di ulteriori 12 grammi di cocaina e altro materiale utile per il confezionamento della sostanza stupefacente.
Nel corso della terza perquisizione domiciliare a carico del cittadino albanese venivano rinvenuti 510 grammi di sostanza stupefacente tipo cocaina in parte già confezionata per la vendita al dettaglio ed in parte ancora da tagliare e confezionare.
Nel complesso sono stati sequestrati 552 gr. di “cocaina” che avrebbero potuto fruttare sul mercato circa 60.000 euro e 400 euro in contante quale provento dell’attività illecite.
Gli arrestati sono stati associati alla casa circondariale di Terni a disposizione della competente A.G..
 




CALTANISSETTA, GIUSEPPE FASCETTO DAI DOMICILIARI FINISCE IN CARCERE

Redazione

Caltanissetta – Nella mattinata di ieri, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Fascetto Giuseppe, classe 1968, residente a Leonforte (EN), c.da Bozzetta, in sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari cui era sottoposto.

Il provvedimento di aggravamento della misura cautelare è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Caltanissetta, a seguito delle violazioni delle prescrizioni cui era sottoposto il Fascetto. Lo stesso, infatti, lo scorso 7 ottobre 2013 era stato notato da una pattuglia dei Carabinieri operante su quel territorio, mentre era a bordo della sua autovettura in compagnia di due persone, diverse da quelle del suo nucleo familiare, violando in tal modo le prescrizioni impostegli con il provvedimento restrittivo degli arresti domiciliari.

Fascetto Giuseppe era stato tratto colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere in data 20 luglio 2012, nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Sole Nero”, condotta da questa Squadra Mobile, congiuntamente a quella di Enna, unitamente a Nicosia Maurizio Giuseppe (cl. 1963), Torrisi Giuseppe (cl. 1966) e Cammarata Michele (cl. 1964), tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di usura ed estorsioni nel territorio della provincia di Enna, con l’aggravante di avere agito  avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p.

A capeggiare il suddetto gruppo criminoso era il suddetto Nicosia Maurizio Giuseppe, al quale, nell’ambito della predetta operazione di polizia era stato anche contestato il delitto di associazione a delinquere di stampo mafioso, operando quale referente a Villarosa della famiglia di Gela e dei fratelli Emmanuello, facendo parte dell’associazione denominata “Cosa Nostra”, con l’aggravante di avere fatto parte di un’associazione armata avente disponibilità di armi ed esplosivi per il conseguimento delle finalità associative, nonché di aver finanziato le attività economiche assunte o controllate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto e il profitto dei delitti commessi. Dopo le formalità di rito Fascetto Giuseppe è stato associato alla Casa Circondariale di Caltanissetta, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
 




GELLO, ROBERTA RAGUSA: CUOCO CONFUSO E SPUNTA UNA NUOVA TESTIMONE

Redazione

Gello (LU) – Ancora colpi di scena nel giallo sulla morte di Roberta Ragusa. Gli inquirenti stanno verificando la testimonianza di una donna che la notte della scomparsa avrebbe assistito, da una diversa angolazione, alla stessa descritta scena descritta da Loris Gozi. La nuova testimone avrebbe visto una coppia discutere animatamente e una terza persona più distante, forse proprio Gozi. A un certo punta la donna avrebbe tentato di scappare, venendo colpita alla schiena. A darne notizia il noto programma inchiesta Tv Chi l'ha visto?

Intanto cala il sipario sul cuoco italiano che ha sostenuto di aver visto la donna scomparsa a Cannes. Gli inquirenti hanno chiesto al programma la registrazione della telefonata in cui ha indicato una data diversa da quella detta in altre trasmissioni. Lo stesso cuoco, Pasquale Davi, ha chiamato lasciando un altro messaggio: “Mi posso sbagliare sulla data ma, per me, la persona che ho visto era Roberta Ragusa”.

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MONTESILVANO: SALVIAMO LE SPIAGGE!

Redazione

Montesilvano (PE) – “A causa dei violenti eventi atmosferici che la scorsa settimana hanno interessato la nostra citta’ le condizioni dell’arenile montesilvanese destano preoccupazione. La violenza degli eventi ha trasformato la spiaggia in un deposito di materiale legnoso e non solo!”

Così Adriano Tocco, del consorzio grandi Alberghi Montesilvano

“Urge una pulizia di tutto l’arenile- aggiunge Tocco- in quanto detto materiale con il passare del tempo e quindi con le successive mareggiate verrà interrato procurando un danno notevole per la futura stagione balneare. Sarà sicuramente impossibile effettuare una accurata pulizia prima della stagione estiva.”

“La spiaggia- sottolinea Tocco- deve essere considerata come l’elemento principale dell’economia di Montesilvano, occorre quindi salvaguardarla, tanto più dopo il caso vissuto di calamità naturale davvero devastante.”

“Occorre un’attenzione maggiore da parte di tutti gli enti –continua Tocco- ed è necessario , ad esempio, un riposizionamento delle barriere flangi flutto al fine di rendere ancora piu’ ampio e accessibile l’arenile. Il turista che sceglie Montesilvano lo fa’ in primis per la nostra spiaggia (bassa, sabbiosa, accessibile) salvaguardiamo il nostro “Tesoro!”

Dalla parte del Consorzio Grandi Alberghi ed a supporto delle affermazioni di Tocco, anche il circuito associativo CIIS (Coordinamento Italiano Impresa Sociale), che raggruppa 23 enti sul territorio abruzzese.

“Scendiamo al fianco di Adriano Tocco e del Consorzio, a difesa dell’arenile, vero valore aggiunto di Montesilvano in termini turistici e di qualità della vita. Questo patrimonio va salvaguardato, a maggior ragione dopo quanto accaduto e va fatto subito per non compromettere la prossima stagione turistica. Diamo mandato al nostro ufficio legale (studio legale Di Alberti) per intraprendere azioni a tutela di un bene comune, portatore assoluto di benessere diretto o indiretto per tutti i montesilvanesi”.

Così Donato Fioriti, segretario nazionale ed ad interim per l’Abruzzo di C.I.I.S. (Coordinamento Italiano Impresa Sociale).




ACQUAVIVA DELLE FONTI: SORPRESI A RUBARE OLIVE DI PREGIATA QUALITA'

Redazione

Acquaviva delle Fonti (BA) – I Carabinieri dell'Aliquota Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Gioia del Colle, durante un servizio di controllo del territorio mirato a contrastare i reati predatori nelle zone rurali, hanno tratto in arresto un 25enne, due 23enni e un 20enne, tutti di Sannicandro di Bari, con l'accusa di furto aggravato in concorso. All'interno di un fondo agricolo ubicato nella periferia di Acquaviva delle Fonti, i quattro sono stati sorpresi mentre erano intenti a raccogliere olive della pregiata qualità "Cime di Corato". Gli stessi erano anche muniti di 4 teli in nylon, ove avevano già raccolto circa 80 kg di "merce", e di vari attrezzi utilizzati per lo scuotimento degli alberi. La refurtiva interamente recuperata è stata restituita all'avente diritto mentre i quattro, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, sono stati collocati ai domiciliari.




GALLIPOLI: DUE FURFANTI DI CASARANO ACCIUFFATI MENTRE RUBAVANO IL RAME

Redazione

Gallipoli (LE) – I Carabinieri della Stazione di Gallipoli hanno oggi tratto in arresto in flagranza di reato due persone responsabili di furto aggravato. I due uomini, di 53 e 24 anni entrambi di Casarano, sono stati fermati dai militari perché responsabili del furto di ben 120 kg tra cavi di rame e tubi in ferro. Nella mattinata odierna una pattuglia della dipendente Stazione di Gallipoli, durante il suo normale servizio, si è spinta fin quasi alla Marina di Mancaversa, in una zona poco frequentata e poco abitata nella stagione invernale. Per questo, quando i militari hanno visto un camion fermo all'interno di una Stazione di servizio in dismissione, hanno ritenuto opportuno controllare. A quel punto, la sorpresa: nascosti dall'automezzo, i due uomini intenti ad estrarre cavi di rame da una centralina elettrica. Questi ultimi, presi dal loro lavoro, non si erano nemmeno accorti dell'arrivo dei militari e non hanno nemmeno accennato a fuggire. Sul camion, oltretutto ben visibili, i 120 kg di cavi e materiale ferroso appena asportati, probabilmente dalla medesima centralina. Arrestati e portati in caserma, dopo le formalità di rito, i due uomini sono stati portati nelle proprie abitazioni in regime di arresti domiciliari.




STAMINA IL TAR DEL LAZIO SCONFESSA LA LORENZIN

 

Senza il ricorso tutto sarebbe stato insabbiato…. la vita (altrui) deve valere proprio poco. Una sentenza che non lascia dubbi. Pesanti le responsabilità in virtù anche delle ammissioni perpetrate dopo la bocciatura, neanche le interrogazioni parlamentari hanno sortito l’effetto di una verifica…

 

di Cinzia Marchegiani

Non vi è dubbio che qualcosa di grave è accaduto. La cosa che amareggia e pervade i sentimenti di chi questa battaglia l’ha vissuta sulle proprie vite è la mancanza di onestà e di riflessioni che sono mancate anche dopo una sentenza del Tar del Lazio, che ora non solo getta ombre ma attribuisce responsabilità pesanti. Incredibile poi come i membri di questo comitato scientifico trovino il coraggio ancora di sparare sentenze…

Un atto dovuto che si sarebbe atteso era di profondo silenzio e importanti prese d’atto. Un ministro della salute, deve essere un ministro di tutti i malati… ma così non è stato.

Riecheggiano come spade infuocate quelle parole scandite in tv, La Vita in Diretta dello scorso 14 ottobre “Se avessimo avuto anche soltanto un appiglio per poterla realizzare questa sperimentazione, anche solo uno, io l’avrei fatta fare.

Purtroppo non c’è” La sentenza appena pubblicata non solo fa luce sui conflitti d’interesse di alcuni membri del comitato scientifico ma anche della mancata verifica della Lorenzin di fronte anche alle interrogazioni parlamentari nel Question Time dell’On Totaro Achille di Fratelli d’Italia e On. Marco Rondini della Lega Nord che avevano chiesto non solo la necessità di continuare la sperimentazione e soprattutto le cure compassionevoli viste le mancanze degli effetti collaterali, ma avevano sollevato gli stessi dubbi espressi nel ricorso, il comitato scientifico si è attribuito un ruolo che non doveva, quello di giudicare la scientificità del metodo.

Dalla sentenza del Tar si legge: “Considerato che il Comitato scientifico ha ravvisato elementi tali da far ritenere non sicuro il Metodo Stamina per gli effetti collaterali dannosi che lo stesso provocherebbe e ha quindi escluso la possibilità di procedere alla sperimentazione, considerato che quand'anche fosse stato, come afferma il Ministero, proprio il prof. Vannoni a non consentire la ripetibilità della terapia e a chiedere che non fosse modificato il Metodo presentato, il Comitato avrebbe dovuto convocare nuovamente la Fondazione Stamina per comunicare che le preclusioni imposte dal prof. Vannoni avrebbero portato all'impossibilità di procedere alla sperimentazione e al fine di verificare se dubbi e carenze riscontrate potessero essere colmate con l'ausilio di chi, su tale Metodo aveva lavorato, e solo successivamente, ove le carenze fossero rimaste, esprimere parere negativo.”

La Lorenzin dovendo conferire in parlamento la sua presa d’atto, non è stata in grado di illuminare sui quesiti richiesti, risposte che ora aggravano le sue responsabilità poichè era stata invitata a chiarire.

Ogni considerazione della sentenza è un pugno nello stomaco, emergono irregolarità spaventose, quelle che in realtà i familiari dei piccoli bambini e tutti i malati avevano gridato e chiesto, urla che sono state inascoltate, ma  ancora ad oggi la Lorenzin ribadisce  la sua volontà di di dare risposte alle famiglie: "Non si possono aspettare mesi perché ci sono persone che per le loro gravi patologie sono condannate a morte". Dov’era la ministra quando il 25 novembre la manifestazione prostamina chiedeva ascolto al Parlamento? La delegazione dei malati è stata rifiutata, e solo nel tardo pomeriggio, tra scene che danno segni di una decadenza di uno stato sordo e assente, sono stati invitati a conferire con il prefetto di Roma, come se quella manifestazione avesse colore di una protesta sconosciuta. La sua volontà di accelerare la bocciatura della sperimentazione è agli atti con una richiesta all’Avvocatura di Stato in forma urgente, perché, come cita il documento, doveva avere risposta immediata, vista la presentazione al Tar del Lazio del ricorso della Stamina Foundation per valutare la validità delle nomine del comitato scientifico…in merito a questa posizione il Tribunale ricorda: Vista l’eccezione di inammissibilità dell’atto introduttivo del giudizio (ed estesa poi, con la memoria depositata il 30 novembre 2013, all’atto di motivi aggiunti), sollevata dal Ministero della salute sul rilievo che lo stesso non è stato notificato né all’Aifa né all’ISS.”

Ieri alla Vita in Diretta, al telefono  Andrea Sciaretta, papà della piccola Noemi che proprio pochi giorni fa ha avuto paura di perderla, ha detto con la sua semplicità una verità che nessuno può replicare.. se non ci fosse stato chi avesse messo le mani nel portafoglio… il diritto e la giustizia non ci sarebbero stati. Senza ricorso presentato tutto sarebbe stato messo a tacere. Lo Stato, senza un garante,  ha imposto con la sua immobilità , il compito alle vittime di chiedere  giustizia quando  le istituzioni stesse hanno mancato di trasparenza e legalità.

Stefano Moretti dell’Osservatore Antimafia d’Inchiesta della Regione Abbruzzo, che ha  presentato alla Procura di Napoli tutta la documentazione che ha fatto aprire una procedura d’inchiesta, espone una riflessione amara: “Nei passaggi del dispositivo della sentenza emessa dai Giudici del Tar emerge chiaramente il profilo del reato di omissione in atti d'ufficio commesso dai membri del comitato scientifico.

Ancor più il dolo del loro atteggiamento viene avvalorato dal passaggio in cui i magistrati mettono in evidenza l'assoluta mancanza di imparzialità dei Signori Luca Pani, Alessandro Nanni Costa, Maria Grazia Roncarolo, Bruno Dallapiccola, Generoso Andria, Amedeo Santossuo e Patrizia Popoli.

Infatti questi signori, difendendo esclusivamente interessi di parte, hanno deliberatamente accettato l'incarico di membri della commissione, nonostante il D.M. 18 giugno 2013 all'art. 5 menziona il requisito di indipendenza come punto essenziale, rivestendo un incarico di pubblico ufficio pur non essendo nelle condizioni di poterlo assumere. Questo loro comportamento ed atteggiamento premeditato e non rispettoso non solo delle leggi ma anche delle normali regole di moralità ha determinato il blocco della sperimentazione producendo da un lato una serie di rigetti di domanda di accesso alle compassionevoli e dall'altro sia il blocco delle liste d'attese a Brescia che il rallentamento dell'apertura a detta terapia da parte di altre strutture ospedaliere italiane. Da qui è scaturito l'aggravamento delle condizioni di salute di coloro che sono in attesa di potersi curare ed addirittura la morte di diversi tra loro.

In questo quadro si configura il reato di lesioni ed omicidio. Leggendo il dispositivo della sentenza del Tar posso affermare che ripercorre passo passo la denuncia costituita dal faldone di oltre 500 pagine da me presentata presso la Procura della Repubblica di Napoli e per la quale è tuttora pendente un procedimento penale con indagini in corso. I membri del comitato scientifico nel momento in cui si sono espressi sfavorevolmente in merito alla sperimentazione lo hanno fatto in malafede che viene ancor più messa in evidenza dalla scelta dolosa di omettere la presa visione delle certificazioni mediche e delle analisi strumentali che attestano senza ombra di dubbio i miglioramenti di tutti coloro che hanno già potuto effettuare le infusioni. Il reato di omissione in atti d'ufficio commesso da questi signori ha di seguito prodotto altri reati che arrivano fino alle lesioni continuate ed all'omicidio. Inoltre in questa sfera delittuosa rientra anche il palese ostruzionismo e l'istigazione a non rispettare una legge dello Stato quale la Turco-Fazio sulle cure compassionevoli. Comunque ci sono le indagini in corso avviate dalla Procura della Repubblica di Napoli e condotte dalla Dott.ssa Valentina Rametta.”

Una documentazione che sembra non finire mai è stata prodotta e ancora contiuna ad ampliarsi dopo le ultime considerazioni emerse,  un impegno immenso ma necessario per il giornalista Felice Massaro, nonno di Federico Mezzina, il bimbo affetto dal Morbo di Kragge in cura agli Spedali Civili di Brescia che però non gli è stata autorizzata la possibilità di continuare le infusioni  da un giudice di Pesaro. Felice Massaro ha realizzato un’opera incredibile di documenti non solo cartacei, interviste, affermazioni, testi legilsativi che ora serviranno a produrre rilevanze penali di questa tragistoria, ma soprattutto un invito alle dimissioni della ministra Lorenzin e all’annullamento del provvedimento inibitorio idoneo a tutelare la salute pubblica emanato il 15 maggio 2012 dall'AIFA, in persona del Direttore Generale. L’Avv. Desirèe Sampognaro del Movimento Vite Sospese, esprime orgoglio nell’essere intervenuti ad adiuvandum, insieme ad altre associazioni in difesa dei malati, nel processo innanzi al TAR del Lazio e così aver contribuito ad avere questo risultato, confida: “anzi aspettavamo questo tipo di risposta prima ancora che il prof. Vannoni consegnasse il protocollo all’I.S.S., ma solo in questo modo i detrattori sarebbero usciti allo scoperto, dandoci la possibilità di impugnare la bocciatura del metodo stamina. La sentenza ha ritenuto prive di pregio tutte le eccesioni di ammissibilità sollevate dall’Avvocatura di Stato in favore del Ministero, riteniamo altrettanto inutili le affermazioni con le quali la Lorenzin ha dichiarato di voler provvedere al più presto in merito alla nomina di un nuovo comitato, forse dimentica che è stata lei a nominare il comitato dei detrattori, dimostrando di essere una pedina nelle mani delle lobby che osteggiano il metodo stamina.

Finchè ci sarà la Lorenzin come ministro della salute, che ha dimostrato tutta la sua incompetenza, non potrà esserci  nessun comitato scientifico imparziale. A tal punto la riteniamo capace di nominare, la Cattaneo, Brustle, De Luca e altri detrattori. Non solo una trasmissione televisiva l’ha sbugiardata, ma ora anche un autorevole tribunale..organo superpartes.”

La mattanza non cessa neanche dopo questa deplorevole vicenda che ha fatto perdere la credibilità in quelle istituzioni che dovrebbero garantire equità, tutela e obiettività. Il Dott. Marcello Villanova, neurologo esperto della Sma1, sembra parlare ancora a chi chiede ma poi fa finta di non capire. Ieri alla Vita in Diretta ha ribadito con quella semplicità degna di essere promotrice di ricerca e verifica che i miglioramenti in questa malattia non ci sono e non ci sono neanche le fluttuazioni. La malattia non produce miglioramenti, le infusioni invece hanno dato oggettivi riscontri positivi, degni di essere studiati, in virtù di queste brutali patologie: “La scienza è delegittimata solo quando non riesce a dare risposte esaurienti per chi vive drammi quotidiani come quelli di cui parliamo. Cerchiamo, allora, di lavorare in modo costruttivo, facciamolo per loro e per noi tutti. Solo una verifica sul campo, seria, trasparente, non pregiudizievole riuscirà ad estirpare anche i minimi dubbi. Mettere da parte chi non la pensa allo stesso modo non porta da nessuna parte, non produce risposte chiare alla battaglia che queste famiglie hanno intrapreso per difendere i loro diritti e quello dei loro bambini. Se cerchiamo solo di avere ragione rischieremo di non comprendere ancora una volta che dietro questi atti si celano drammi umani. La sentenza del TAR per tutto questo è stata illuminante.” Un medico è quel patrimonio non solo umano, ma concreto nel rispetto della scienza ma anche dei valori dei malati, che riesce a captare le immense risorse e le potenzialità che una terapia può dare, sarebbe davvero un contributo d’eccellenza poterlo nominare nel nuovo comitato scientifico, dottori che hanno un’esperienza notevole a diretto contatto con i malati, potrebbe guidare la giusta esposizione e valutazione di questo metodo che ad ora ha ribaltato la sperimentazione clinica, le evidenze sono degne di essere studiate, perchè nessun scienziato sa cosa avvenga, ci sono processi biochimici e biomolecolari che devono essere studiati in virtù delle annotazioni oggettive. La farmacologia, ha studiato fin dalla notte dei tempi i rimedi atavici, cercando di scoprire quale fosse il principio attivo di un preparato naturale, indirizzato dalle proprietà teraupetiche….

Ad oggi le associazioni e i malati chiedono le dimissioni della ministra Lorenzin… e una nuova pagina che restituisca etica e credibilità, ad oggi scippate con superficialità disarmanti.

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