EMPOLI: TENTANO RAPINA CON PISTOLA GIOCATTOLO. ARRESTATI DAI CARABINIERI

Redazione

Empoli (FI) – La mattina di lunedì 9 dicembre 2013, verso le 12,30, due italiani, rispettivamente, di anni 30 e 38, entrambi abitanti a San Miniato (PI), al termine di breve e tempestiva attività investigativa condotta e portata a termine da personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Empoli, sono stati tratti in arresto in flagranza di reato per tentata rapina in concorso, ai danni della tabaccheria “Fumo e Profumo, situata in Empoli via Carraia nr. 34.
La tentata rapina era stata pianificata ed eseguita dai due malviventi con un modus operandi ormai consolidato, ossia un esecutore materiale che irrompe nell’esercizio commerciale, in questo caso anche armato di una pistola poi risultata essere giocattolo, e l’altro che faceva da “palo” ed “autista” che attendeva il complice fuori a pochi metri dalla tabaccheria a bordo di una Volkswagen Golf.
Quello che non era stato pianificato e preveduto dai due sanminiatesi, è stata l’energica reazione del proprietario della tabaccheria, che ha messo in fuga il malvivente, e la testimonianza di un Maresciallo dei Carabinieri in servizio al Comando Provinciale CC di Prato, il quale, transitando libero dal servizio in via Carraia, aveva notato il rapinatore appena uscito dalla tabaccheria, che di tutta fretta saliva a bordo della Golf, poi partita a tutta velocità.
L’annotazione degli elementi identificativi della vettura e la segnalazione alla Centrale Operativa, dava spunto per la successiva attività di indagine che in tempi strettissimi, consentiva ai militari del Norm di rintracciare ed arrestare i due rapinatori, che ritenevano di aver eluso le ricerche, nelle pertinenze  delle rispettive abitazioni.
Le prove acquisite contro i due arrestati venivano dai sequestri eseguiti a seguito di perquisizioni effettuate nei confronti dei due. In particolare sulla Golf veniva rinvenuto un passamontagna, un cappellino, ed un cacciavite, mentre nella disponibilità dell’altro veniva rinvenuta la pistola giocattolo con la quale era stata perpetrata la rapina. La stessa era stata celata in una siepe a bordo strada nei pressi della tabaccheria.
Per uno dei,  si tratta di recidiva, considerato il precedente specifico per analogo reato, per il quale veniva arrestato a San Felice a Circeo nel 2009, mentre per l’altro si tratta del primo reato.
I due attenderanno il processo presso le rispettive abitazioni dove sono stati tradotti in regime di arresti domiciliari 
 




ROMA: IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO FRANCESE IN VISITA ALLA PRIMA UNITA' DI CAVALLERIA PARACADUTISTI DELL'ESERCITO

Redazione

Roma – Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Francese, Général d'Armée, Bertrand Ract Madoux, ha concluso oggi la sua visita in Italia, nel corso della quale ha assistito ad attività addestrative e visitato alcuni reparti dell’Esercito Italiano.
 
Giunto a Roma nei giorni scorsi, è stato ricevuto dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano, che dopo un breve colloquio ha consegnato al Generale Madoux l’onorificenza di Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per l’impegno profuso nell’intensificazione dei rapporti bilaterali, nel settore della Difesa, tra l’Italia e la Francia. In particolare, lo sviluppo della cooperazione tra gli eserciti italiano e francese non riguarda solo l’addestramento dei reparti ma anche la condivisione della componente tecnica dello strumento militare terrestre.
 
Il Generale Madoux, nel corso del suo soggiorno in Italia, ha visitato il “Reggimento Savoia cavalleria” (3°) di Grosseto, prima unità di Cavalleria Paracadutisti dell’esercito italiano, dove è stato accolto dal Comandante della Brigata paracadutisti “Folgore”, Generale di Brigata Lorenzo D’Addario, e il Comandante di “Savoia”, Colonnello Enrico Barduani.
 
Poi, accompagnato dal Generale Graziano, ha visitato una mostra statica allestita con i principali mezzi e materiali in dotazione al Reparto, tra questi, gli equipaggiamenti e le tecnologie più avanzate in dotazione all’Esercito Italiano.
 




VAL DI SUSA: ASSALTI AL CANTIERE TAV, QUATTRO PERSONE IN MANETTE

Redazione

Val di Susa – Sono accusate di gravi reati le quattro persone arrestate dalle Digos di Milano e Torino per l'attacco al cantiere della linea alta velocità in Val Susa nella notte tra il 13 ed il 14 maggio scorso.

Davanti al giudice dovranno rispondere di attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione di armi da guerra, danneggiamento.

Quella notte i quattro attivisti, riconducibili all'area anarco-insurrezionalista, insieme ad una trentina di altre persone, si resero responsabili di un violento attacco al cantiere e alle forze dell'ordine. Alcuni forzarono un cancello di ingresso al cantiere entrando e lanciando bottiglie incendiarie verso le forze dell'ordine; un altro gruppo invece bloccò gli altri accessi con cavi d'acciaio per impedire alle forze dell'ordine di uscire dal cantiere. Un terzo gruppo, invece, lancò all'interno del cantiere razzi, fuochi artificiali e bombe carta.

Le indagini sono state coordinate dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione del Dipartimento della pubblica sicurezza.




STAMINA, MANIFESTAZIONE: SCOPPIA IL CASO DIPLOMATICO CON GLI USA

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Stefano Moretti dell’ Osservatorio Antimafia d’Inchiesta della regione Abruzzo invia all’Ambasciata Americana, al Prefetto e al Questore  di Roma  una lettera per chiarire l’episodio di sopruso che ha subito una cittadina straniera da parte di un agente di polizia


di Cinzia Marchegiani

E’ stata da poco notificata la lettera all’Ambasciata Americana presso la sede italiana, al Prefetto e al Questore di Roma, in merito ad un episodio ancora non chiarito che ha aperto un caso diplomatico nel giorno della manifestazione pro stamina a Roma del 25 novembre scorso.

Stefano Moretti, dell’Osservatorio Antimafia d’Inchiesta della Regione Abruzzo che ha fatto aprire un’indagine da parte della magistratura della Procura di Napoli in merito alle responsabilità istituzionali sulla mancata autorizzazione della sperimentazione del metodo Stamina, ha accolto la denuncia della signora Josephine Mary Murena, cittadina statunitense residente in Italia, malata di Sclerosi Multipla, che è stata pesantemente offesa e maltrattata da un agente della polizia italiana. La testimonianza di un cittadino italiano:"il poliziotto ha umiliato Josephine dicendole che come era arrivata lì se ne poteva tornare da dove era arrivata. Oltre a tutto questo continuava a spingere sempre di più al punto che, grazie a me, Josephine non è caduta".

Dal racconto della teste si evince chiaramente come l’agente di polizia abbia usato violenza fisica in modo inaccettabile, vergognoso ed oltretutto vigliacco perché indirizzato nei confronti di una donna, per giunta affetta da patologia incurabile.

Si legge nell’invito a risolvere questo caso diplomatico:

“Siamo in possesso di foto dell’agente che del video che forniremo qualora necessario alla Procura della Repubblica di Roma. All’episodio hanno assistito dei testimoni le cui generalità verranno rese note solo all’Ambasciatore Statunitense ed alla Magistratura italiana qualora dovesse essere adita. 
Non è intenzione della Signora Murena, almeno per il momento, sporgere denuncia presso la Procura della Repubblica ma si chiedono ufficialmente le scuse da parte sia dell’agente che del Prefetto e del Questore di Roma.

Si sottolinea che la Signora non vuole che venga applicato nessun provvedimento disciplinare e nessun richiamo nei confronti dell’agente ma chiede solo le scuse. Inoltre si chiede all’Ambasciatore Statunitense a Roma di intervenire nei confronti del Governo Italiano chiedendo immediatamente spiegazioni sull’accaduto al Ministro dell’Interno in quanto è assolutamente assurdo che una cittadina americana in Italia per curarsi e per manifestare al fine di ottenere un diritto ed una garanzia di libertà normalmente riconosciuta negli Stati Uniti d’America venga trattata come una criminale tanto da indurre un uomo, che dovrebbe garantire, tutelare e proteggere le persone, ad usare violenza verbale e fisica nei confronti di una donna malata ed indifesa.

Questo atteggiamento cozza con gli ultimi provvedimenti del Governo Italiano tesi a reprimere la violenza sulle donne.Ma come ormai è noto in Italia si predica bene e si razzola male. Da un lato si vogliono proteggere le donne e dall’altro è lo Stato stesso che le maltratta. Per essere più dettagliati il poliziotto testualmente affermava “non ci si nasconde dietro la malattia”. La Signora Murena ha ribadito di non nascondersi dietro la malattia ma di essere davanti a Montecitorio per chiedere il Diritto alla vita per tutti i bambini.

Cosa che potrà sembrare strana al Signor Ambasciatore ma in Italia i cittadini devono fare anche questo: chiedere il Diritto di vivere.

L’Agente, nonostante le spiegazioni fornite dalla Signora, continuava a dire che lei non capiva e nonostante la stessa cercava di fargli intendere che era malata lui ignorava le spiegazioni a tal punto da indurre un malore fisico ed anche psichico. La Signora Josephine, da buona cittadina Statunitense, si è recata al Consolato Americano di Firenze dove le hanno detto di informare immediatamente l'Ambasciatore a Roma. Si attende un contatto da parte del Signor Ambasciatore e da parte delle autorità italiane per chiarire questo spiacevole episodio senza dover ricorrere alla Magistratura. Tra l’altro la Signora Murena è l'autrice del libro "La ruota della mia vita con la sclerosi multipla", un testo autobiografico in cui racconta la convivenza con la sua malattia. Il poliziotto che l'ha umiliata dovrebbe leggerlo.”

La protesta del 25 novembre lascia ancora segni crudeli che rimangono impressi nei solchi dell’anima e negli occhi, in chi quella giornata l’ha vissuta e amata come il vero senso profondo della giustizia.

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BOLOGNA, LOTTA AL DEGRADO URBANO A PIAZZA VERDI: BLITZ DEI CARABINIERI E DELLA POLIZIA MUNICIPALE.

Redazione

Bologna – Tra venerdì sera e sabato notte, i Carabinieri della Stazione Bologna, unitamente al personale della locale Polizia Municipale, hanno svolto un servizio finalizzato al contrasto del degrado urbano che da diverso tempo si sta manifestando tra piazza Verdi e le vie limitrofe.

Un marocchino 51enne, senza fissa dimora, un indiano 41enne, residente a San Lazzaro di Savena e un croato 21enne, residente a Bologna, sono stati denunciati per atti contrari alla pubblica decenza. I tre soggetti sono stati sorpresi in via del Guasto, adiacenze con via Zamboni, mentre orinavano lungo la strada, alla vista dei passanti. A parte il più giovane che è incensurato, gli altri due fermati hanno precedenti di polizia per furto in abitazione, minaccia, ingiuria e invasione di terreni.

Un barista 42enne, residente a Bologna, con precedenti di polizia per reati in materia di gioco d’azzardo, è stato denunciato ai sensi dell’art. 689 del c.p. (Legge 189/12). Il commerciante, socio di un locale ubicato in via Petroni, è stato visto dagli operanti, che sono entrati nel suo locale, mentre somministrava una bevanda alcolica a un 15enne del luogo. Il minore è stato accompagnato in caserma e affidato ai genitori.

Altri tre giovani, sulla ventina, due spagnoli e un italiano, sono stati sanzionati per un importo pari a 150 euro ciascuno (art. 4 e 29 del Regolamento di Polizia Urbana), perché sorpresi ad orinare dietro il Teatro Comunale, in un luogo “meno visibile” ai passanti.

Un bengalese 33enne, domiciliato a Bologna, è stato sanzionato per un importo pari a 5.164 euro, perché è stato visto in piazza Verdi mentre esercitava la professione abusiva di venditore di bottiglie di birra. Nel corso della serata sono state rinvenute e sequestrate 23 bottiglie di birra destinate alla vendita da parte di soggetti, non ancora identificati, che alla vista delle forze dell’ordine si sono allontanati.

 




FROSINONE, CAMORRA: CROLLA IL "SISTEMA PERFETTO", IN MANETTE ANCHE LA DONNA DI RENATO VALLANZASCA

Redazione

Frosinone – C'è anche la donna di Renato Vallanzasca tra i 18 arrestati di questa mattina dagli agenti della Squadra mobile di Frosinone insieme a quelli di Caserta e Latina, durante un'operazione anticamorra denominata "Sistema perfetto".

La donna aveva un ruolo di primaria importanza nella riscossione degli interessi applicati ai commercianti che erano caduti nelle maglie dell'organizzazione di usurai ed estorsori.

Tutti gli arrestati, affiliati al gruppo camorristico "Perfetto", diretta espressione del clan "La Torre",

sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso nonché di usura ed estorsione, nelle province di Caserta, Latina, Milano, Napoli e Terni.

Le indagini partono nel 2011 dal commissariato di Cassino dopo di episodi di usura ed estorsione a danno di alcuni imprenditori operanti tra Cassino ed il basso Lazio.

Intimiditi dagli atteggiamenti mafiosi dei camorristi, nessun imprenditore ha voluto collaborare con la Polizia di Stato che ha avviato una riservata attività investigativa durata oltre due anni.

I poliziotti del commissariato di Cassino hanno intercettato una donna imprenditore mentre veniva minacciata dal "contabile" dell'organizzazione incaricato della riscossione del denaro: "domani mattina devo avere tutti i soldi, sennò andiamo a finire malamente".

Ulteriori episodi intercettati dimostrano il coinvolgimento di altri imprenditori ed esercenti attività commerciali che, in un periodo di crisi economica, accettavano le proposte dell'organizzazione di accedere a somme di denaro e poi venivano costretti a cedere beni personali e attività imprenditoriali per far fronte ai debiti contratti: un giro da milioni di euro che ha messo in ginocchio molte attività imprenditoriali nel basso Lazio. I soldi provenienti da questa attività criminale venivano reinvestiti nel settore della ristorazione.

Il gruppo camorristico approfittava, quindi, dello stato di bisogno delle vittime concedendo prestiti per i quali poi pretendeva oltre alla restituzione del capitale, maggiorazioni con interessi usurari, ottenendoli grazie alla forte intimidazione esercitata ricorrendo a minacce che andavano dalla sottrazione dei beni e cessione dell'attività fino ad arrivare a quelle di morte.

Durante l'operazione sono state sequestrate cinque società, bar, ristoranti e tutti i beni mobili ed immobili degli indagati per un valore di milioni di euro.




OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA: CONOSCERLO PER NON ESSERE INGANNATI

di Antonella Avantaggiato

L’olio, presente fin da tempi antichi nella nostra tradizione, è un solido riferimento nella cultura mediterranea. L’olivo ha remota fama come emblema di longevità, saggezza e tradizione. Simbolo di pace, fecondità e forza, è ricco di elementi naturali salutari che ci elargisce nel miglior prodotto dei suoi frutti, l’olio extravergine di oliva. Sempre più spesso è utilizzato anche nei cosmetici per le virtù che possiede, conosciute sin dai tempi antichi finanche come medicamento.

Per l’uso che ne facciamo e per la sua importanza nella dieta mediterranea, questo straordinario prodotto meriterebbe di essere conosciuto meglio. Non è soltanto un componente necessario per ungere le preparazioni culinarie, è soprattutto un ingrediente di basilare importanza che apporta gusto e aromi ai nostri piatti. È sconcertante pensare che alimenti di questa rilevanza, basilari nella nostra cultura, cibi icone di genuinità come l’acqua, il pane e appunto l’olio possano essere, come in realtà sono, tra i più frodati. E’ così che l’olio extravergine di oliva è uno dei prodotti d’eccellenza del nostro Paese, ma anche quello a maggior rischio di frodi. La conservazione inadeguata delle olive può dare origine a prodotti della fermentazione che declassano l’olio. L’olio extra vergine di oliva è anche uno degli alimenti più sofisticati in Europa. Lo afferma un rapporto pubblicato dall’UE. Dietro a marchi sedicenti italiani ed etichette ingannevoli, vengono spesso proposti oli di oliva di bassissima qualità, ottenuti attraverso la raffinazione di oli importati a basso costo e frequentemente difettati. Le anomalie sono perfino sottostimate, ad esempio, gli oli deodorati possono sfuggire facilmente ai controlli. Imparare a scegliere un olio di qualità è auspicabile in questa situazione.

Conoscere l’olio extravergine di oliva per non essere ingannati.

Se pensate che una degustazione di olio extravergine sia qualcosa di strettamente riservato agli addetti ai lavori, poco interessante per delle semplici “buone forchette”, potrete scoprire un mondo finora insospettabile. I meno esperti, che non gradiscono l’assaggio con il tipico bicchierino blu cobalto da degustazione tecnica, possono sempre assaggiarlo con un pezzetto di pane nel connubio gastronomico più semplice e buono che ci sia.

Anche per loro, è appena stata pubblicata la nuova edizione della guida agli oli di tutto il mondo “Flos Olei 2014”, la prima guida internazionale dedicata alle aziende di produzione olearia di tutto il mondo. Chi poteva realizzarla se non l’Italia? Un gruppo di esperti degustatori svolge le analisi sensoriali basate sui metodi di degustazione ufficiali secondo canoni dettati dal Consiglio Oleicolo Internazionale, istituito a Madrid nel 1959 dalle Nazioni Unite. La guida comprende oli sia di zone olivicole a maggiore vocazione sia di quelle a denominazione di origine DOP. A ogni realtà produttiva è dedicata una scheda con note di degustazione, descrizione accurata degli oli e abbinamenti gastronomici. Sono proposti 47 paesi  selezionati  da tutto il mondo, comprese alcune realtà emergenti e nuove in questo ambito. La parte del leone la fanno, da sempre la Spagna e l’Italia con i loro eccellenti prodotti. Di facile consultazione, la guida, oltre ad assegnare un punteggio tra zero e cento ad ogni olio, valuta tutti gli aspetti del processo di produzione, tra cui il possesso di ulivi e di un proprio frantoio e la variazione di qualità della produzione negli anni. Classifica gli oli leggeri, fruttati medi e i più intensi. Un ottimo punto di riferimento per tutti i consumatori attenti, per gli operatori del settore e per gli addetti ai lavori della cucina di qualità. Consultare la guida e ricercare gli oli secondo le descrizioni apprese, è un'ottima occasione per scoprire alcune varietà di olive tradizionali e appagare la voglia di conoscerne altre poco note che, nella loro particolarità, esprimono la ricchezza del patrimonio olivicolo mondiale. Disponibili anche delle utili istruzioni per la degustazione, che non possono certo sostituire la pratica di analisi sensoriale, ma che sono pur ottime indicazioni per un buon inizio. Attraverso l’utilizzo di semplici simboli è intuitivo identificare le aziende agricole e oli di oliva: la tazza blu da degustazione per l'olio tra i migliori 20 del mondo, una stella d'oro per i punteggi superiori, un cuore rosso per chi produce con particolare dedizione e altri simboli per la categoria di degustazione, prezzi e ulteriori utili informazioni. Una chiara cartografia mostra sia le zone olivicole a maggiore vocazione, sia quelle a denominazione di origine. Nella scheda sono accuratamente descritte note di degustazione e abbinamenti gastronomici consigliati. Insomma, molte le indicazioni che possono indirizzarci nella scelta a noi gradita.
 
Il podio dell'edizione 2014 è stato conquistato dall'Italia. Numerose le aziende italiane che già in passato hanno ottenuto importanti riconoscimenti, molte eccellenze anche dalla Spagna, ma non mancano ottime realtà emergenti, un pezzetto di mondo da assaggiare. Solo 20 oli sono stati scelti come i migliori al mondo. Ideata dieci anni fa, quando anche in Italia si parlava pochissimo di olio, la guida di Marco Oreggia e Laura Marinelli ha oggi raggiunto un ottimo livello dopo anni di crescente studio. Le zone olivicole, divise in regioni e analizzate nel dettaglio sono, oltre le più produttive Italia e Spagna, anche la Francia e gli altri paesi del Mediterraneo come Croazia, Portogallo, Slovenia e Marocco. Inoltre paesi lontani come il Cile, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda. Sono state introdotte anche delle nuove realtà come la Cina, il Giappone e il Brasile. Alla premiazione dei migliori 20 oli del mondo, domenica 1 dicembre 2013 presso i saloni del “Westin Excelsior” di Roma in via Veneto, erano presenti rappresentanze istituzionali da tutto il mondo. Peccato nessuna presenza ufficiale delle istituzioni italiane.

La guida è scaricabile anche come app direttamente da iTunes in diverse versioni, dagli oli di tutto il Mondo, a quelli Europei agli Italiani, fino alla più “essenziale” guida “best 20”  quest’ultima scaricabile gratuitamente. Un buon pretesto per iniziare a scegliere la qualità. Il gusto personale e la progressiva abitudine al buon sapore faranno il resto. Anche se non siamo degustatori professionisti, non possiamo permetterci di sbagliare la scelta del prodotto nazionale più famoso e qualitativamente tra i migliori del mondo …e se produciamo un buon olio, possiamo anche diventare “Flos Olei Point” e promuovere la nostra produzione di qualità.
 




PESCARA, TRUFFA MILIONARIA: NEL MIRINO IOR E A BANCHE SVIZZERE

di Alberto De Marchis

Si dilettavano a commercializzare falsi titoli di stato. Una vera e propria banda che è riuscita a truffare sia lo Ior che alcune banche svizzere. Di mezzo ci sarebbe anche un Monsignore che al momento non ha i fari puntati addosso. La polizia ha sventato una serie di truffe al riguardo. Sono state denunciate sette persone appartenenti a una presunta organizzazione criminale internazionale, con base a Pescara, che, secondo le indagini, commerciava falsi titoli di Stato esteri per un valore totale sulla carta di 900 milioni di dollari. Nel mirino della banda, a cui capo c'era un pescarese, S.A.E., 43enne nato in Argentina e residente nel capoluogo adriatico, è finito anche Mons. Francesco Cuccarese (non indagato), già Arcivescovo di Pescara e Penne, quale legale rappresentante della Fondazione benefica I.V.E.C. (In Veritate et Charitate), al quale sono stati donati il primo aprile 2010 venti titoli messicani della Deuda Bancaria Publica de la Tesoreria de la Federacion Mexicana, emessi nel 1930. Attraverso una serie di documenti falsi, i titoli donati alla Fondazione sono stati spacciati per milionari: ciascuno aveva, ma solo sulla carta, un valore di oltre 45 milioni di dollari americani, per un totale di oltre 900 milioni di dollari. I titoli, secondo le indagini condotte sotto la direzione del pm Gennaro Varine, sarebbero stati utilizzati dalla Fondazione come garanzia per ottenere un finanziamento dallo I.O.R. per dar vita a opere umanitarie, tra cui un ospedale pediatrico in Palestina. E questo viene dimostrato con una lettera del 23 marzo 2010, in cui mons. Cuccarese informava il Presidente ed il Direttore dello I.O.R. (anche loro del tutto estranei all'indagine) che alcuni amici benefattori avevano donato alla Fondazione dei titoli del tesoro messicani, del valore di alcune decine di milioni di dollari.




ASCOLI PICENO: FURTO IN UNA DITTA DI PRODOTTI ITTICI, SETTE PREGIUDICATI DI CERIGNOLA IN MANETTE

Redazione

Ascoli Piceno – I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, impegnati da tempo nell'esecuzione di specifici servizi, attuati allo scopo di infrenare il fenomeno dei furti in genere, ed intensificati in questo periodo con l'approssimarsi delle festività natalizie, traevano in arresto sette pregiudicati di Cerignola (FG). Questi con l'ausilio di due autovetture ed un autocarro, perpetravano un furto in danno di una ditta ubicata nel Comune di Montecassiano (MC), asportando prodotti ittici per un valore di circa 200.000 Euro, merce già restituita al legittimo proprietario. Tutti gli arrestati venivano intercettati e fermati, dopo lungo e complicato servizio di osservazione e controllo, all'altezza del casello autostradale di Porto S.Giorgio.




RICCIONE, OPERAZIONE ANTIDROGA: UNA FAMIGLIA DI QUATTRO "STUPEFACENTI"

Redazione

Riccione (RN) – Il Comando Stazione dipendente dalla Compagnia Carabinieri di Riccione ha eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare di cui 2 in carcere e 2 agli arresti domiciliari a carico di un 42enne, di una 43enne, di un 21enne ed un 20enne; tutti resesi responsabili di reati predatori nonché di reati inerenti gli stupefacenti. L'operazione ha visto coinvolte 6 persone tutte di origine campana tra cui, un'intera famiglia composta dai genitori e dal figlio. L'attività investigativa è stata diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rimini ed eseguita dai Carabinieri di Riccione, impegnati per un trimestre alla fine dello scorso anno a documentare la fitta rete di attività criminosa, posta in essere dai soggetti indagati, in tutta la perla verde. L'indagine ha avuto inizio a seguito di una serie di segnalazioni di spaccio, fatte dai cittadini ai Carabinieri, che davano come punto di riferimento, per il consumo di droghe, piazzale Allende. L'acume investigativo e la sensibilità dei Carabinieri, che avevano raccolto le segnalazioni, consentivano l'avvio di un'articolata e complessa attività d'indagine svolta con captazioni tecniche, pedinamenti e servizi di osservazione. Tutto ciò, protrattosi per oltre un trimestre, ha consentito di raccogliere inconfutabili indizi di colpevolezza a carico degli attuali indagati, che avevano creato nel tempo una vera e propria fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti in tutta la città di Riccione, con particolare riferimento alla zona centrale nonché dediti a furti in genere. I soggetti, particolarmente scaltri ed attenti, utilizzavano durante le loro conversazioni finalizzate ad ordinare dosi, frasi e parole in codice, parlando di volta in volta di pane o di altri generi alimentari o di pacchetti cercando di sviare eventuali attività d'ascolto. Gli arrestati venivano tradotti presso il carcere di Rimini e Forlì, nonché presso i propri domicili a disposizione della locale autorità Giudiziaria.




SONDRIO, VIOLENZA INAUDITA IN FAMIGLIA: IN MANETTE MARITO PER MALTRATTAMENTI

Redazione

Sondrio – Si è presentata in caserma scalza e sotto shock, e ha raccontato, tra le lacrime, di essere stata percossa e offesa dal coniuge. E' successo ad una 28enne, che ha chiesto aiuto ai Carabinieri. E' scattato così l'intervento dei militari del NORM della Compagnia di Sondrio che hanno subito rintracciato e fermato il marito violento. Dalle testimonianze acquisite e dai primi accertamenti svolti, si è potuto appurare che non si è trattato di un caso isolato, ma che l'episodio si inserisce in una reiterata condotta violenta già concretizzatasi in passato in analoghe aggressioni verbali, psicologiche e fisiche. A questo punto, sentito anche il magistrato di turno presso la locale Procura, l'uomo, un 36enne di origine sudamericana residente nella zona, è stato tratto in arresto in flagranza di reato per "maltrattamenti in famiglia" ed accompagnato al carcere di Sondrio. La donna, immediatamente soccorsa è stata accompagnata al Pronto Soccorso.