Guidonia, Saltamartini (Lega): “Città è discarica a cielo aperto, incapacità M5S”

GUIDONIA (RM) – “Guidonia Montecelio come una discarica a cielo aperto. Così l’ha ridotta la giunta M5S. Girando oggi tra i mercati della città, durante il mio tour elettorale, tanti cittadini mi hanno raccontato indignati, facendomi vedere video e immagini, di intere piazzole adibite alla raccolta del vetro ridotte a un vero scempio. Io stessa ho potuto appurare personalmente questa vergogna”. Lo dichiara la deputata Barbara Saltamartini, candidata alla Camera per il centrodestra nel collegio uninominale di Guidonia Montecelio.

“Sembra che l’assessore competente si sia dimenticata di rinnovare il contratto con la ditta incaricata per lo smaltimento del vetro e se ne sia accorta solo dopo due settimane. Sembra una barzelletta, ma purtroppo non lo è. Sciatteria, incompetenza e incapacità. A pagarne il prezzo sono soltanto i cittadini. Ma quale credibilità e affidabilità possono avere queste persone? Nel frattempo – prosegue Saltamartini – ieri a Roma un altro Municipio a guida grillina è crollato. Questa è l’ennesima conferma che chi non sa amministrare le città non può pensare di governare il Paese. Il centrodestra e la Lega, nelle città, nelle regioni e alla guida dell’Esecutivo nazionale sono sempre stati garanzia ed esempio di buon governo. Il 4 marzo non ci sono alternative”.




Ardea, una casa per Filippo e Rosa: Simone Carabella ancora una volta in pole position con la solidarietà

ARDEA (RM) – Un prefabbricato in legno per Filippo e Rosa, la coppia di anziani di Ardea costretti, fino ad oggi, a vivere in una baracca. A darne la buona notizia è Simone Carabella, candidato consigliere regionale con FDI. Carabella aveva fatto visita alla coppia di anziani la scorsa settimana dove constatava la gravosa situazione che perdurava “nell’indifferenza più totale”.

Appresa la notizia una ditta di Velletri -Roberto Trulli – contattava quindi Carabella mostrando solidarietà e collaborazione. Così oggi il candidato e la sua squadra sono tornati sul posto e stavolta, per consegnare alla coppia le chiavi della loro nuova casa, un prefabbricato in legno che rappresenta un primo passo verso una vita più dignitosa.
“Si è messa in moto la macchina del cuore degli italiani – ha detto emozionato Carabella in diretta da Ardea – ancora una volta a perdere sono state le Istituzioni. Noi abbiamo dato prova di come le soluzioni si riescono a trovare anche solo attivando una rete di sostegno tra i cittadini.




M5s, ancora un “onesto” condannato

Ancora bufera in casa pentastellati dove successivamente alla vicenda Caiata a Potenza, spunta un nuovo “caso” di incompatibilità con le regole del M5s tra i candidati esterni.

Antonio Tasso, candidato all’uninominale di Cerignola-Mafredonia, è stato condannato in primo grado nel 2007 per violazione di diritto d’autore

Secondo “Il Foglio”, “il giudice ha concesso le attenuanti generiche, e lo ha condannato alla pena di sei mesi di reclusione e 2.000 euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali. La pena è stata sospesa perché Tasso non aveva precedenti penali”. Il processo è finito poi in prescrizione. Nei confronti del “passato giudiziario” di Tasso, nei giorni scorsi si era scagliato anche il candidato avversario Pd Michele Bordo. E su Facebook questa mattina Tasso afferma di “aver inviato tutti i certificati giudiziari al M5S, che sono risultati puliti”.

Una vicenda che ricorda quella della sindaca di Anguillara, all’epoca dei fatti in quota M5s

Sabrina Anselmo è stata infatti condannata ad un anno di reclusione, pena patteggiata e dichiarata estinta per indulto, per aver denunciato “falsamente” lo smarrimento di tre assegni incolpando del reato di cui all’art. 648 cp (ndr ricettazione) i successivi prenditori sapendoli innocenti”. Così è scritto nella sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Civitavecchia Giovanni Giorgianni depositata a dicembre del 2008 nei confronti dell’attuale sindaca di Anguillara Sabazia Sabrina Anselmo, che ad oggi non è dato sapere, almeno con comunicati ufficiali, se ancora in quota M5s.

Tasso, nel post, non parla della condanna in primo grado del 2007 ma di una denuncia ricevuta tra il 1999 e il 2000: “non c’è stata alcuna condanna”, spiega. Salvatore Caiata è “assolutamente sereno” per la “totale infondatezza delle cose che sono state dette” sull’inchiesta di Siena in cui è indagato per riciclaggio. “Sono tranquillo che in pochissimo e brevissimo tempo si farà luce su questa cosa e in quel momento chiederò la riammissione al Movimento”.

Caiata è candidato con i pentastellati nel collegio uninominale della Camera Potenza-Lauria. “Qualora dovessi essere eletto sosterrò il programma e il Movimento” cinque stelle, ha detto Caiata, avvicinato stamani dai giornalisti allo stadio Viviani dove si sta allenando il Potenza calcio (serie D) squadra di cui è presidente. “Io – ha aggiunto – continuo a correre, rimango coerente al Movimento cinque stelle, ho sposato il progetto del M5S e per cui continuo la mia competizione elettorale”. Ieri, in seguito alla notizia che Caiata è indagato a Siena per riciclaggio, il Movimento ne ha annunciato l’espulsione.




Berlusconi su corteo antifascista a Milano: “Chiudere i centri sociali, le vittime sono i nostri ragazzi della polizia e carabinieri”

“Credo, dopo quello che è successo, che bisognerebbe pensare di fare delle indagini sui singoli centri sociali e pensare di chiuderne qualcuno”. Così il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi a Tgcom24 commentando gli scontri a Milano. “Era da tanto tempo che non vedevamo di queste cose, sono tornate ad esserci queste dimostrazioni di piazza dei centri sociali” e “le vittime – aggiunge – sono i nostri ragazzi della polizia e dei carabinieri”.

a Milano, dove, dopo un breve tafferuglio si fronteggiano i manifestanti antifascisti e le forze dell’ordine che hanno ‘blindato’ la piazza. I promotori del presidio e alcuni esponenti della sinistra hanno cercato di parlare con i dirigenti dell’ordine pubblico per avere il permesso di fare un breve corteo “anche in una direzione non pericolosa” ma, secondo quanto si è appreso, l’ordine è rimasto quello di tenere la piazza chiusa con all’interno i partecipanti. “Non ci sono più motivi di ordine pubblico – dice uno degli organizzatori – al comizio di CasaPound se ne sono tutti andati“. Ma le forze dell’ordine mantengono la loro linea, preoccupate del fatto che piccole frange di manifestanti possano incrociare militanti dell’area politica opposta per le strade del centro. In questo momento in Largo La Foppa volteggia anche un elicottero della polizia.

A Milano un gruppo di partecipanti ha tentato di forzare un cordone di polizia al limitare di largo La Foppa per entrare in via Volta dando vita ad un corteo. Ne è nato un tafferuglio, durante il quale la polizia ha messo in atto una carica di alleggerimento, che avrebbe causato alcuni contusi. Dietro allo striscione che apre lo schieramento degli antifascisti, i manifestanti si proteggono con alcuni gommoni gonfiabili di plastica. Alla manifestazione degli antifascisti, che non aveva il permesso di muoversi da largo La Foppa, sono anche presenti alcuni esponenti dei centri sociali.

In piazza Cairoli il comizio di CasaPound con la partecipazione del leader Simone Di Stefano, atteso da alcune centinaia di militanti. “Sono sconcertato dal clima di tensione e violenza che sta segnando questa campagna elettorale – ha detto Di Stefano prima di salire sul palco montato davanti al Castello Sforzesco – il nostro è un programma sociale avanzato che prevede il recupero della sovranità di questo Paese. Non vogliamo uno stato totalitario, difendiamo a spada tratta la Costituzione, vogliamo governare seguendo le regole”.




Elezioni politiche 2018, cari Italiani non v’affannate: le jeux sont fait

È noto ormai anche ai bambini delle elementari – quelli nei cui libri di scuola si descrivono i migranti come ‘risorse indispensabili’ per la Nazione – che il maggiore sponsor in Italia dell’Unione Europea, fin da tempi che sospetti non erano, è sempre stato Re Giorgio Napolitano, il fautore di un ‘Nuovo Ordine Mondiale’; il presidente emerito che ha inaugurato una nuova figura politica, il ‘richiamato’ alle armi, nonostante avesse più volte dichiarato fuor dai denti che il suo compito era esaurito. Stabilito così un precedente – inconsueto come le dimissioni di Ratzinger da Vicario di Cristo – una nuova stagione si schiuse così ai futuri presidenti della Repubblica italiana, i quali, com’è noto, non possono – o non avrebbero potuto – essere adibiti ad un secondo mandato, come invece succede negli USA. Ma tant’è, contro ogni regola – tanto se le fanno loro, e se non le rispettano tutto rimane in famiglia – l’esausto presidente Napolitano fu ‘ricaricato’, come si fa con gli accendini, e rimesso in campo. Anche se, a dir la verità, esaurita la temporanea bisogna, diede regolari dimissioni. In realtà, il suo compito europeista non era terminato, e tutti lo avevamo capito; anche se di lui non si leggeva più quasi nulla sui giornali. Tenere un profilo basso è sempre una buona soluzione, in certi casi: come in altri.

L’ex presidente della Repubblica Napolitano ha consegnato il premio ISPI a Gentiloni

L’occasione propizia per rivedere il nostro amato ex-presidente si è presentata quando ha consegnato al premier Paolo Gentiloni il premio ISPI, un premio – davvero, bisogna dirlo, poco noto al grosso pubblico – istituito in memoria di Boris Biancheri, diplomatico e scrittore, editorialista de La Stampa, nipote di Tomasi di Lampedusa, e vincitore, fra l’altro, del Premio letterario Grinzane Cavour, scomparso nel 2011. Ai più non è apparsa chiara la motivazione della consegna del premio, ma questo non rileva. L’occasione è stata ghiotta per uno dei soliti sornioni colpi di mano di Napolitano, il quale, con un doppio bacio fraterno immortalato dal fotoreporter di turno, ha definito Paolo Gentiloni “Essenziale per la governabilità. Con lui, l’Italia più influente nel mondo.” E continuando: “Paolo Gentiloni è diventato punto essenziale di riferimento per il futuro prossimo, e non solo nel breve periodo della governabilità e della stabilità politica dell’Italia.” Punto.

Gentiloni e l’investitura in piena regola

Insomma, un’investitura in piena regola, anche prima che siano reperite le urne in cui ognuno di noi andrà a deporre il proprio onesto, doveroso, illusorio contributo ad una democrazia che è tale ormai solo nella fantasia del 1948. L’omelia continua poi con sperticati elogi all’uomo Gentiloni, secondo Napolitano “Coerente, leale, disciplinato – ma a chi obbedisce? – improntato alla libertà e allo spirito di ricerca. Dotato di un’attitudine all’ascolto e al dialogo che diventerà dote decisiva da ministro degli Esteri e poi da Presidente del Consiglio.” E bla, bla, bla. Ricambia Gentiloni con altrettanti apprezzamenti, che elogiano – di Napolitano – il senso delle istituzioni e la sua generosità. “Da ministro degli Esteri e premier, se c’è una cosa che ho visto con chiarezza – ha aggiunto – è a livello internazionale quanto l’autorevolezza di Napolitano sia considerata un asset per l’Italia”. Fra le righe possiamo leggere che, esaurito lo spoglio delle schede elettorali, i cui risultati, a causa dei sondaggi ampi e frequenti, ormai non riservano più sorprese, avremo un PD che secondo le ultime notizie dovrebbe essere attorno al 20%; una coalizione di Centrodestra piuttosto più in alto, e un M5S al terzo, o secondo, posto. Le rimanenze se le dividono ‘cespugli’ più o meno frondosi, tranne Salvini che cespuglio non è, ma piuttosto in crescita. I risultati non sono concordanti, ma ogni società d’indagine dice la sua. Una cosa però è certa, e non da ora, che nessuno dei tre maggiori partiti avrà la maggioranza necessaria per formare un governo autonomamente. Per cui, dato per assunto che Di Maio non farà alleanze, il panorama che ci si presenta è desolante. Verosimilmente, Sergio Mattarella, dopo aver incontrato come d’obbligo tutti e tre i leader di partito, affiderà l’incarico a Gentiloni, il cui inciucio, pardon, accordo con Berlusconi, in nome di quella governabilità che l’UE chiede a gran voce, pena lo spread alle stelle, ha già ricevuto la benedizione, non solo di Napolitano, ma anche quella di Juncker, che, nella sua gaffe freudiana, ha espresso quello che è il timore della UE. Cioè un governo non europeista, che cambi qualcosa rispetto a quello che finora ha regnato, e che è stato accuratamente, a suo tempo, preparato, formato, condotto e protetto al limite della decenza – e qualche volta anche oltre.

Insomma, fatti i conti, non cambierà nulla

Inutili le speranze di chi avrebbe voluto spezzare la dittatura europea delle banche e delle lobby commerciali; inutili le speranze di chi avrebbe voluto più ordine, specialmente nell’immigrazione selvaggia e incontrollata; inutili le speranze di chi avrebbe visto con favore finalmente al loro posto dei ministri competenti e capaci, invece che scelti per lobby politica. Inutili le speranze di chi avrebbe voluto che finalmente l’Italia assumesse una politica più vicina ai cittadini, e recuperasse la sua sovranità storica. Gli occupati a tempo indeterminato sono diminuiti, nonostante gli sforzi per non pubblicizzare la notizia, di 117.000 elementi negli ultimi tempi. Il milione e passa dei ‘nuovi occupati’ appartengono alla categoria dei mordi e fuggi. Più giusto ed equo sarebbe conteggiare lo ore lavorate, piuttosto che i lavoratori. Le aziende scappano – vedi caso emblematico Embraco-Whirlpool, o FCA, ma ce ne sono altre – da un’Italia che pretende di pagare il pareggio di bilancio con un avanzo primario ricavato dalle tasse e dalle riscossioni non sempre chiare dell’Agenzia delle Entrate – ex Iniquitalia. I nostri giovani cercano all’estero soluzioni alla propria vita, almeno i migliori, sostituiti, come auspicato dalla Boldrini, da ‘risorse’ di colore, che troppo spesso vanno ad alimentare l’esercito degli spacciatori. Eccetera eccetera. La spada di Damocle sulla nostra testa sono i titoli di Stato, in mano a chi già li ha manovrati almeno una volta, per avere le dimissioni del governo Berlusconi. Ci auguriamo che le nostre previsioni pessimistiche, proprio perché scontate, non abbiano riscontro nella realtà, tanto da queste si può soltanto migliorare. E mentre i nostri pensionati vanno a godere il sole del Portogallo esentasse, sottraendo al mercato italiano centinaia di milioni di consumo, chi rimane dovrà continuare a sopportare, e ancora molti a rovistare negli avanzi del mercato rionale, a bancarelle chiuse. A meno che non decida di abbandonare le proprie radici e approdare in un altro paradiso per pensionati, ma per pensionati al minimo: la Bulgaria. A quando il Bangladesh?

Roberto Ragone




Elezioni Regione Lazio, Sergio Pirozzi: “Non ho paura di niente io”

CIAMPINO (RM) – Ieri al Palacavicchi di Ciampino, l’ultimo incontro della campagna elettorale del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, candidato alla presidenza della Regione Lazio. Al suo fianco Lorenza Alessandrini consigliera regionale di Nettuno e Roberto Buonasorte già nel Comitato regionale di controllo contabile. Tra il pubblico Francesco Storace che ha portato il suo sostegno sin dall’inizio al primo cittadino di Amatrice. L’evento è iniziato con qualche minuto di ritardo, complice il tempo e un incidente sul G.R.A., ma, comunque, tante le persone (quasi 400) e molte con la famosa felpa.

Lorenza Alessandrini insiste sulla responsabilità politica e il territorio

La consigliera di Nettuno ha parlato di problematiche ai confini della realtà come carenza d’acqua e di servizi primari, le tratte ferroviarie troppo lunghe, – “Siamo in Italia” – il coprifuoco alle 22 effige della mancanza di prospettiva e fiducia nel futuro, nonché la sanità: tutti gli ospedali ravvisano gli stessi problemi. Alessandrini ha ricordato, che la salute è un diritto inalienabile sancito dalla nostra Costituzione. “Ma la colpa – ha detto Alessandrini – è anche degli italiani che hanno creduto al “libro delle favole e hanno perduto la Bibbia politica”. È necessario “tornare alla normalità” partendo dall’importanza della democrazia e allontanandosi dai vecchi partiti in eterna perpetuazione di loro stessi. Alessandrini ha poi terminato ricordando i 200 comitati spontanei a sostegno di Pirozzi Presidente e sottolineando, in relazione alla centralità del territorio, che Sergio Pirozzi non sarà un Presidente ma il sindaco di tutti.

Successivamente, ha preso la parola Roberto Buonasorte

Laconico ha definito chiaramente cosa significa candidarsi e cosa comporti stare al fianco di Pirozzi. “In questi mesi abbiamo fatto tanti piccoli incontri, abbiamo potuto guardare la gente negli occhi. – Ha detto – Bisogna trasformare la politica in umanità” ha poi concluso Buonasorte che ha spiegato come la candidatura sia una reale messa in discussione: “Ci sono i nominati che rispondono solo al padrone e gli eletti che rispondono ai cittadini e qualora non rispondessero vuol dire che sono in Commissione a lavorare per loro”. “Pirozzi? E’ un fenomeno sociale e politico destinato ad allargarsi, come testimonia la molta gente che lo ascolta – ha proseguito il consigliere – mi ha insegnato il coraggio contro una stampa che non ti dà spazio, la lealtà di chi non è in vendita, l’onestà di sapere quello che si fa”. Il discorso è poi terminato con l’abbraccio a Francesco Storace accompagnato dalle lacrime della Alessandrini.

Spinto da un’orda di applausi Sergio Pirozzi, con la solita mano in tasca, è apparso fin da subito più aggressivo rispetto alle altre apparizioni

Pirozzi ha ricordato i suoi 23 anni spesi tra campi di calcio e amministrazione, entrambe condotte con passione e veemenza. Tra i suoi successi ha rivendicato la presidenza della comunità montana ottenuta con 24 voti su 27 e la presidenza dei comuni dimenticati contro una “politica nazionale miope che sacrifica i piccoli a vantaggio dei grandi per difendere i poteri forti”.
Gli ultimi tre mesi di campagna elettorale hanno visto tante “persone serie ma anche troppi traditori”. Il sindaco chiarisce per la prima volta la posizione di Francesco Storace che secondo innumerevoli rumors sarebbe il precursore della sua candidatura: “Lo dico e lo affermo adesso, chi non ha mai tradito la propria idea è Storace che ha portato la Tac ad Amatrice nel 2005, – ha sottolineato Pirozzi – anche se dietro la dietrologia della politica, quella sporca, si pensa sempre che dietro a qualcuno ci sia qualcosa e chi dice questo significa che l’ha sempre fatto”.

 

La risposta di Pirozzi ai “calci in culo” di Berlusconi

La seconda parte del comizio è stata incentrata sulla risposta all’ex cavaliere Berlusconi che due giorni fa si è riferito a Pirozzi con toni definiti “poco educati” avvertendolo che dopo il dialogo sarebbero seguiti i “calci nel culo”. Il candidato alla presidenza del Lazio ha risposto ricordando le proposte per comprarsi il suo silenzio e la sua corsa alla Pisana: sottosegretariato, un seggio blindato e la telefonata di Berlusconi. Tutte rispedite al mittente con un sonoro no. “Berlusconi è un maleducato, e nessun partito ha fatto una lettera di diffida rispetto le sue affermazioni. Un sindaco guadagna 660 euro e rischia il culo e vuole rispetto! – riferendosi all’aggressione a una non specificata ragazza e ad atti mafiosi Pirozzi chiarisce – Non ho paura di niente io, ma ho paura per i miei figli e mia moglie, giù le mani dalla famiglia”

Non poteva mancare poi qualche parola in riferimento al suo avversario Zingaretti che

“Risponde ai partiti e viene dal Nord. Scommetto che se viene qua gli serve il GPS” Ha detto Sergio Pirozzi rivolgendosi all’attuale Presidente della Regione Lazio. Riguardo al tema della sanità il sindaco spiega come non dovrebbe essere possibile per un presidente della Regione nominare il direttore generale. Si dovrebbero creare tre organismi indipendenti ed infine solo due le proposte da presentare al Presidente che sceglierà quella che predilige la decentralizzazione. Col riferimento al Senatus popolusque romanus, Pirozzi ha salutato il pubblico dicendo “andiamo a vincere”.

Gianpaolo Plini




Fascismo e antifascismo, radicalizzare gli opposti estremismi fa gioco a chi rimane al centro: nuovi partigiani, una regia precisa?

A quanto pare, come ad un segnale, tutti i ‘centri sociali’, si sono mobilitati per contrastare, in piazza e altrove, quei partiti, pur legittimamente sulla scena politica, che esprimono idee di un colore diverso dal rosso. L’aggressione a Giorgia Meloni, impedita da una piccola compagine di esagitati, a parlare a Livorno, ne è una propaggine, al grido di ‘Livorno è rossa’. Rossa o nera, chi mette in atto tali iniziative dovrebbe vergognarsi, ‘Senza se e senza ma’. È di ieri la notizia che, da parte dello staff di vigilanza di Matteo Salvini, è stato sventato un tentativo di contestazione, in occasione del suo intervento all’Hotel Carlton di Bologna, a distanza pericolosamente ravvicinata. Insospettiti dall’insolito numero di persone che chiedevano l’accredito per l’ingresso, i collaboratori di Salvini hanno scoperto che tra quelli erano presenti finti giornalisti, che altro obiettivo non avrebbero avuto se non quello di disturbare da vicino l’oratore. Inutile dire che a quel punto ogni nominativo è stato passato allo scanner.

E come sempre, quando accade qualcosa del genere, ci chiediamo a chi conviene

Creare disordini e insicurezza sociale – lo abbiamo scoperto con le Brigate Rosse, ma lo sapevamo già a causa del fallito golpe Borghese, o dalle bombe di Bologna, Italicus, Banca Nazionale dell’Agricoltura, Brescia eccetera, – fa gioco soltanto a chi vuole coagulare intorno a sé gente disorientata. Insomma, crea il disordine e poi fai vedere che aggiusti tutto. Cosa non si farebbe per un voto in più! In realtà, radicalizzare gli opposti estremismi fa gioco a chi rimane al centro. Sappiamo bene, invece, che la signora Boldrini non fa mistero delle sue idee, secondo le quali i ‘covi fascisti’ andrebbero chiusi, e i movimenti, o i partiti, sciolti, nella più schietta espressione di quello stesso fascismo che lei tanto dichiara di voler combattere. Finchè non ne adotta i metodi. Ma già, gli opposti, chiuso il cerchio, si toccano, e il comunismo boldriniano va a somigliare tanto a quel fascismo che lei vorrebbe cancellare non solo dalla faccia della terra, ma anche oscurando un ventennio di storia italiana. Dimenticando che in democrazia – posto che l’Italia sia una nazione che si trova in tale situazione, ma purtroppo la ‘democrazia’, o ‘governo del popolo’, non si vede da nessuna parte – le idee non si possono combattere. Oppure dovremmo tornare ai campi di confino. Anche se magari a qualcuno piacerebbe di più, vista la veemenza delle sue sparate in pubblico, proprio l’eliminazione fisica. La frase attribuita a Voltaire, secondo la quale il filosofo avrebbe detto: “Non sono d’accordo su quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”, da molti sconfessata come da lui non pronunciata, non avrà magari una paternità così prestigiosa, anche se in tale guisa ci è stata tramandata. Ma esprime comunque un grande principio di civiltà. E soprattutto di quella democrazia che nel ventunesimo secolo viene da tutti sbandierata, ma mai realmente messa in atto, a vantaggio invece di una dittatura strisciante, subdola e occulta.
La sollevazione dei Centri Sociali – che non molto tempo fa pareva che dovessero essere chiusi, se non altro perché ‘okkupavano’ abusivamente case e sedi sociali – è avvenuta come un sol uomo, in seguito a qualcosa che è parso a molti un segnale convenuto. Ragazzotti ai margini della vita civile e tante volte anche della legalità – uno di questi era Casarini, il quale s’è ‘ripulito’ e s’è messo in politica – si sono intruppati, e come seguendo un programma ben organizzato, stanno creando disordini e violenze ovunque siano presenti in folto e ben nutrito gruppo. Ma, e questo è indicativo, specialmente dove c’è da ‘punire’ un fascista, da creare una contromanifestazione, pur se ordinata, – ma con bandiere tricolori che a loro non piacciono, – da contestare la commemorazione delle foibe, a cui inneggiano, come se i relativi martiri non fossero italiani, da disturbare parlamentari legittimamente eletti e segretari di partiti a loro non graditi; eccetera eccetera.

Mentre Boldrini & Co. soffiano su un fuoco che rischia di causare un incendio. L’aggressione di Palermo ne è un sintomo.

Massimiliano Ursino non è un angioletto, e la sua fedina penale ne fa fede. Ma la ‘giustizia fai da te, quella deprecata da alcune parti politiche quando un onesto cittadino si difende da un’aggressione, se non vale per una parte, non deve valere neanche per l’altra. Gli episodi attribuiti ad Ursino, per i quali è stato condannato, e si presume abbia scontato la relativa pena, si riferiscono al 2005 e al 2006, e quindi non è pensabile che questa aggressione riguardi proprio quegli episodi. È in atto un’intimidazione fisica contro chi coltiva idee ‘non di sinistra’, per usare un eufemismo.

Ma le Forze dell’ordine, che fanno, quando non sono impegnate a farsi bastonare in piazza o dai clandestini spacciatori?

Se siamo arrivati a questi estremi, la responsabilità è del governo, di un governo Piddino troppo debole, che ha sfacciataggine di rivendicare ancora la guida della Nazione, dopo averla ridotta in braghe di tela, nonostante i poco sinceri proclami pubblici: ieri la Whirlpool ha mandato a casa quasi 500 lavoratori, per andare a produrre dove i costi sono meno della metà, e dove l’azienda godrà di prebende che in Italia non riceverebbe – tipo 30.000 euro ad operaio assunto – da parte di un’Europa che distribuisce lo stesso denaro che succhia dalle italiche tasche: giusto per farci chiudere. Mentre un Gentiloni sempre più nel pallone va proclamando che in Italia non ci sono mai state circostanze così favorevoli per investimenti esteri. Cioè tutto il contrario della realtà.
Chi adotta la flat tax va a gonfie vele, altro che abbassare le tasse ai ricchi: quando i balzelli dello Stato sono troppo alti, oggi si fa presto, si va a produrre all’estero, dove tutto costa meno. E ti saluto core. Abbiamo un governo debole, che ad arte approfitta che in questo clima di violenza che si va creando per le strade si torni agli anni ’70, e tutti insieme si vada a votare compatti per chi mentendo asserisce d’aver la panacea per tutti i mali – cioè l’Europa – e di poter dare all’Italia un governo stabile, senza guardare alleanze spurie e contro natura, ma soltanto in nome della governabilità e a vantaggio di una Unione Europea – leggi banche e Germania – che minaccia rappresaglie in caso di risultato elettorale sfavorevole. È una trappola in cui non dobbiamo più cadere. I delinquenti di strada di qualsiasi colore vanno arrestati e messi in condizioni di non nuocere. I rappresentanti dei partiti politici devono essere messi in grado di esprimere le loro proposte. Il caos conviene soltanto a chi vuole ciurlare nel manico, e magari recuperare quel terreno che sente scivolargli sotto. Non sarà che il PD è alle corde?

Roberto Ragone




Elezioni 4 marzo e possibili scenari politici: le signore della politica discutono su alleanze e larghe intese

Laura Boldrini attacca il Pd e la coalizione di centrosinistra. Nel mirino dell’esponente di Leu finiscono due donne, Emma Bonino, leader di +Europa, e Beatrice Lorenzin, che guida la lista Civica popolare, entrambe disponibili a dar vita a un governo di larghe intese. Il che tradotto, per Boldrini, significa aprire la strada a Silvio Berlusconi. Il quale, a sua volta, non disdegna i voti dei fuoriusciti o espulsi dal Movimento 5 Stelle in vista di un esecutivo targato centrodestra. A meno di due settimane dal voto, si alza ulteriormente il livello di scontro tra le forze politiche, con lo sguardo rivolto alle possibili soluzioni alternative, qualora nessun partito o coalizione ottenga i numeri necessari per poter governare.

La prima a disegnare un possibile scenario futuro è Bonino:

“Gentiloni è un premier che potrebbe restare”, spiega, alla guida di un governo da cui però sarebbero esclusi i 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia. “Finalmente Emma Bonino ha avuto il coraggio di dire chiaramente qual è l’obiettivo della sedicente coalizione di centrosinistra: un bel governo delle larghe intese con Forza Italia in perfetto stile radicale”, attacca Arturo Scotto di Leu. E Boldrini rincara la dose: “Quello al Pd e ai suoi alleati è il voto utile per riabilitare Berlusconi”.

+Europa si difende e ribatte:

“È proprio il voto a Grasso quello pro-Salvini, pro-Cav e pro-Di Maio e ai loro candidati all’uninominale antieuropei, nazionalisti e xenofobi”, spiega Benedetto Della Vedova. La diatriba sul ‘voto utile’ coinvolge tutti i partiti: anche per i pentastellati il voto al centrosinistra – o al centrodestra – è un voto valido solo “per l’inciucio”, scandisce Alessandro Di Battista.

Di tutt’altro avviso Lorenzin:

“Al di là di quello che tutti dicono, vedo altissimo il rischio di un’alleanza tra Salvini e Di Maio”.

Il leader di Forza Italia, però, si dice convinto che sarà il centrodestra a vincere e lui sarà in campo:

“Io non so se entrerò nel governo, se arriverà in tempo la possibilità di farlo: farò l’allenatore, il regista”, garantisce Berlusconi, che apre agli ex grillini: i candidati che saranno eletti ma che sono già fuori dal Movimento per la vicenda rimborsopoli​ potrebbero essere i ‘responsabili’ della prossima legislatura, perché, spiega l’ex premier, “non si dice mai di no a chi dice ‘sottoscrivo il vostro programma’”.

Torna a farsi sentire anche il cofondatore del Movimento, Beppe Grillo

Rinviato di un mese lo spettacolo previsto a Roma, e che quindi si terrà proprio in concomitanza con la prima seduta delle nuove Camere, il 23 marzo. L’ex comico genovese sembra rivolgersi agli elettori, e in un post sul suo blog scrive: “Non arrendiamoci a questa stupida new age fatta di psiconani e telegiornali taroccati, perché la percezione della realtà sarà pure un argomento della neurofisiologia, ma non è un delirio da pubblicitari: la scelta è sempre vostra”.

Ai 5 Stelle e al loro fondatore replica Matteo Renzi:

“Ai grillini” che “dicono che loro sono il partito degli onesti, ricordo che il Pd non prende lezioni da nessuno. Non le prende soprattutto da un partito fondato da un pregiudicato, che ha qualche problema di troppo con l’evasione fiscale e che ha inventato la sceneggiata dei rimborsi ma dimentica di dire che i cinque stelle hanno rinunciato (forse) a 23 milioni in 6 anni”.




Palermo, pestaggio Massimo Ursino: quando la violenza è perdita della ragione, ma la presunzione di imporre la propria volontà è patologia

PALERMO – Chi conosce la città di Palermo sa perfettamente che via Dante dista poche centinaia di metri dalla centralissima piazza Politeama dove il famoso teatro omonimo si erge in tutta la sua bellezza e possanza tale da rappresentare spesso l’immagine fotografica legata al capoluogo siciliano. Ogni strada del centro o della periferia diviene, nel bene o nel male, scenario del nostro quotidiano in un presente che mostra i segni dello scorrere del tempo visibile nelle mura e nei manifesti che mostrano nei bordi i soliti segni di usura. Un silente testimone che racconta senza proferir parola quello che accade intorno.

Martedì scorso via Dante è stata lo scenario per un episodio di pestaggio ai danni di Massimo Ursino militante dirigente responsabile provinciale dell’organizzazione neofascista Forza Nuova

Il militante è stato pestato da alcuni individui con il viso coperto da sciarpe che lo hanno fermato, legato e, come si dice in dialetto palermitano “fracchiato di legnate” ossia pestato a sangue e mandato all’ospedale ma senza pericolo per la sua vita. Il fatto a pochi giorni dal previsto comizio del leader che dovrebbe tenersi sabato prossimo ma che quasi sicuramente centri sociali anarchici e non solo faranno di tutto per non consentirlo. Ed è proprio questo il punto che fa riflettere. Condannare ogni manifestazione di violenza appare oramai scontato. Ma viene da se comprendere che forze pseudo-politiche che inneggiano, simpatizzano e si riferiscono ai trascorsi storici del fascismo in “salsa” nostalgica e in parodia anacronistica e patologica, siano elementi di instabilità sociale dovuta soprattutto ai modi oltranzisti di condurre la militanza pregna di presunzione assoluta e mancanza di rispetto per ogni forma di democrazia. L’irruzione di un pugno di ragazzotti pelati di estrema destra durante una riunione di “Como senza frontiere” con la lettura di un comunicato avvenuto a fine novembre dello scorso anno e che a parere di scrive non aveva nessuna valenza seria ed era solo un pretesto per la scena che è stata messa in atto, appare come un esordio di quelli che nessuno avrebbe voluto vedere.

Il paese a contatto con una evidente mancanza di rispetto delle regole della democrazia pone se stesso a rischio di un processo di involuzione sociale che mina pericolosamente al futuro e al mantenimento della democrazia dei paesi moderni

I rappresentati politici della destra italiana che non hanno mai condannato apertamente e pubblicamente questi gruppi di formazione estremista, in caso di vittoria nelle prossime elezioni, hanno aperto una breccia possibilista per coinvolgere Forza Nuova, Casa Pound e altre associazioni della stessa linea in una partecipazione attiva e in un ruolo politico “consociato”; e questo ha comportato un richiamo massiccio di voti indirizzati a giovani spesso disconoscenti della storia e senza la piena consapevolezza della “sacralità” di un ordine istituzionale che ha consentito all’Italia di sbarazzarsi di retaggi monarchici grazie ad elezioni dove gli italiani scelsero di voltare le spalle ad un passato dittatoriale e sanguinoso. La responsabilità storica va attribuita a coloro che oggi con arroganza e presupponenza sfruttano i canali mediatici per condurre un revisionismo storico teso a ribaltare la storia e a far apparire le vittime come diretti colpevoli o parzialmente responsabili del loro tremendo destino. Sembra esser venuto meno il rispetto e la gratitudine per le migliaia di persone perite nei monti e nelle campagne d’Italia nella lotta contro gli invasori per scongiurare sia l’ipotesi di governi totalitari che dell’aberrante e possibile infiltrazione del tedesco nella lingua italiana.

La stampa da sempre rappresenta per eccellenza un veicolo di espressione di umori e considerazioni ma deve essere foriera di verità inoppugnabili, sempre

Si leggono articoli dove si percepisce l’immane sforzo mentale e fisico di trovare qualche “elemento positivo” del periodo storico del fascismo in italia ed ecco che compaiono i meriti del duce riferiti ad opere di bonifica in parti del territorio italiano, costruzioni di edifici sontuosi a dimostrazione di una forza manifesta come se il sangue versato per una fatale entrata in guerra fosse un elemento che ne rappresenti il male minore. Non meno risibili certi accostamenti e paragoni alle organizzazioni terroristiche del cupo periodo degli anni di piombo citate come se la matrice fosse stata solo “rossa”, e come se non fossero esistite le organizzazioni neofasciste di colore nero che a colpi di bombe ammazzavano alla cieca chi aveva la sventura di entrare in una banca a piazza Fontana o prendere un treno che si chiama Italicus, o assistere ad un comizio a piazza della Loggia o andare in vacanza prendendo un treno alla stazione di Bologna.

Oggi come non mai è basilare che il proprio punto di vista comprenda tutti i fatti ad esso relativi

in modo da consentire la semplice consapevolezza che dietro ogni atto di violenza esiste una forma di intransigenza e intolleranza le cui origini si manifestano quando stupidamente e vigliaccamente si crede di poter condizionare gli altri al proprio volere. Chi appartiene a forze estremiste che non tollerano chi la pensa diversamente e che non hanno rispetto per le regole e per la Costituzione, sà e si accolla di vivere una vita in costante conflitto e pericolo e dovrebbe essere consapevole di seguire una direzione che conduce ad una capitolazione per volontà del popolo e putroppo devono aspettarsi atti violenti al pari del loro modo di porsi agli altri. Porre l’altra guancia non è una condizione certa su cui mettere la mano sul fuoco e se si è privi di esigenze legate al considerare il parere altrui come forma positiva e di perfezionamento ed arricchimento delle proprie idee, allora non si è pronti per il futuro. Il gesto violento contro il militante di Forza Nuova è un passo indietro da condannare ma lo è ancora di più un atteggiamento assoluto di chi pensa di avere sempre campo libero a sprezzo degli altri. La saggezza del detto “chi semina vento raccoglie tempesta” forse in questo caso gioca un ruolo tristemente veritiero. La violenza è perdita della ragione ma la presunzione di imporre la propria volontà è patologia.

Paolino Canzoneri




Fascismo e antifascismo: chi mette benzina sul fuoco? Non ricadiamo nella trappola come negli anni 70

E l’Italia si risveglia in un clima da anni di piombo. Sembra che il tempo si sia fermato, o meglio sia tornato indietro di 40 anni. Come ieri, si cerca di portare allo scontro ideologico una generazione. Gli ultimi fatti di cronaca vedono a Palermo l’aggressione al leader provinciale di Forza Nuova Massimo Ursino, avvenuta ieri sera nei pressi della centralissima via Dante di Palermo. Il militante è stato legato per poi essere picchiato violentemente. Mentre, sempre ieri un esponente di Potere al Popolo ha denunciato di essere stato aggredito mentre affiggeva manifesti a Ponte Felcino, alla periferia di Perugia. L’uomo, che è stato accoltellato in maniera non grave, ha riferito alla polizia di essere stato aggredito da un gruppo di uomini con il volto coperto da cappucci e sciarpe. Secondo quanto emerso, attorno alle 23 di ieri sera è arrivata la segnalazione di una rissa in corso a Ponte Felcino, ma quando sono arrivati gli agenti della squadra volante non c’era già più nessuno. Poco dopo è arrivata la richiesta di aiuto di un 37enne che ha riferito di essere stato accoltellato da un gruppo di uomini vestiti di nero mentre stava affiggendo manifesti elettorali di Potere al Popolo. Assieme a lui anche un altro ragazzo che ha riportato delle contusioni. Dopo essere stati portati in ospedale e medicati sono stati entrambi dimessi in nottata. Sul fatto indaga la Digos di Perugia.

Mentre, all’indomani dell’aggressione ad un dirigente di Forza nuova, sta facendo il giro della rete il volantino firmato Torino Antifascista che lancia la ‘caccia’ a Casapound

“Giovedì alle 21 il candidato premier di Casapound Italia sarà a Torino per un tour di presentazione elettorale… anche se ha paura a dirci dove si terrà l’incontro prepariamoci a stanarlo e ad accoglierlo come merita!”, si legge sulla locandina in cui campeggia il simbolo degli “Antifa” che sovrasta quello di Casapound messo sottosopra e con la tartaruga rovesciata e una grande scritta “Staniamo Di Stefano”. Torino antifascista dà poi appuntamento per la ‘caccia’ giovedì alle 19 “in luogo da definirsi”.

Era nell’aria che prima o poi la tensione sarebbe arrivata alle stelle

A soffiare sul fuoco sempre la stessa regia, gli stessi che vogliono portare allo scontro una generazione, per distogliere l’attenzione sui problemi seri e reali del paese. La storia non cambia. In continuo si parla di fascismo ed antifascismo, come che fossimo nel 1947. I drammi del bel Paese sono tanti. La sanità sprofonda e basta fare un giro negli ospedali per rendersene conto, i rifiuti, il lavoro, l’aumento di morti per tumore, ecc. Ma quello che conta è se qualcuno ha visto a Piazza Venezia a Roma qualche gerarca fascista. Chi detiene il potere indirizza il pericolo dove vuole, distogliendo così le persone dai problemi reali. E’ una storia vecchia. Ad un intera generazione è stato tolto ogni diritto (quello alla famiglia, al lavoro, alla casa e quello più importante al domani….). Un intera generazione deve unirsi per creare nuove idee, nuovi progetti. Perchè nessuno dovrà suicidarsi a 30 anni perchè non trova lavoro. Non lasciamoci incastrare nel vortice dell’odio. Non ricadiamo nella trappola come negli anni 70.

Marco Staffiero




Scomparsa Irene Cristinzio: archiviato procedimento contro ignoti

Il GIP del Tribunale di Nuoro ha archiviato il procedimento contro ignoti in merito alla scomparsa di Irene Cristinzio, la professoressa 64enne in pensione di cui si sono perse le tracce l’11 luglio del 2013, mentre stava facendo la consueta passeggiata mattutina. Una notizia che arriva come un fulmine a ciel sereno per la famiglia, nonostante vi fossero innumerevoli ipotesi formulate e percorribili e nonostante le innumerevoli richieste della famiglia.

Esattamente quattro mesi fa, il GIP di Nuoro aveva accolto l’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dall’Associazione Penelope, rappresentata dall’Avvocato Nicodemo Gentile

Il Gip aveva disposto nuove ispezioni e ricerche lungo il tratto di strada in cui è sparita misteriosamente l’insegnante, ovvero Via Europa.  Il Gip procederà alla riapertura delle indagini qualora dovessero emergere nuovi elementi. Che fine ha fatto Irene Cristinzio? Qualcuno è in possesso di informazioni e notizie utili da far pervenire, anche in forma anonima, agli inquirenti per la riapertura del caso? Ogni elemento, seppur piccolo, può risultare fondamentale.

Nicoletta Nanni, figlia di Irene e Vicepresidente dell’Associazione Penelope Sardegna Onlus ha scritto il seguente messaggio sulla pagina facebook dedicata alla madre: “Mamma, ti hanno archiviato. Vuol dire che smettono di cercarti. Eppure Tu, mamma, non ci sei. Come si può archiviare una persona…una vita.  Perché tu mamma non sei un fascicolo, sei una persona, una donna. Sei una figlia, una sorella, una moglie, sei una mamma e una nonna. Sei stata una insegnante amata e stimata da tutti. E ora ti archiviano. Hanno archiviato una vita, la tua e anche la nostra. Non è solo un pugno nello stomaco per noi familiari che aggiunge dolore ad un dolore già infinito e alle nostre vite spezzate e sospese. E’ una sconfitta ,per la società civile intera, per la comunità, per la legge e per la giustizia che archivia senza avere trovato risposte. Non si archiviano le persone scomparse, anche se scomparse sono delle persone….Non si smette mai di cercarle”.

L’Avvocato Nicodemo Gentile, legale dell’Associazione Penelope attiva nella tutela delle persone scomparse che segue il caso ha scritto su facebook “una sconfitta per tutti, caso archiviato. La giustizia si è arresa. Toccanti i pensieri dei familiari. Loro non riescono ad archiviare il dolore per la scomparsa”.

Noi lo abbiamo intervistato in esclusiva e ci ha riferito che: “noi ci siamo battuti come i leoni, siamo riusciti per due volte a non farla chiudere perché la richiesta di archiviazione risale a un po’ di tempo fa. Nonostante siano stati accolti gli approfondimenti che noi avevamo chiesto, purtroppo poi non c’è stato questo disperato filo che portava a dare ulteriori elementi e aggiungerli. Io come legale, i familiari, hanno fatto appello alla popolazione; se c’è qualcosa, se riescono a ricordarsi qualcosa magari insignificante ma che potrebbe riaprire le indagini”.

La vicenda:

Quella mattina Irene Cristinzio si era svegliata alle 6.40, era uscita di casa prima del solito poichè aveva tante cose da fare in vista del tanto atteso rientro della figlia e dell’amato nipotino. Quei primi giorni di luglio 2013 erano stati per lei carichi di gioia e intense emozioni perché i suoi figli, che vivono al nord, erano tornati per trascorrere le vacanze nella villa di famiglia e questo clima di assoluta serenità e armonia, traspariva anche agli occhi dei suoi amici. “Ci vediamo alle 8.30”, disse prima di uscire di casa per andare a fare jogging lungo una strada di campagna; un percorso di circa sei chilometri che faceva tutte le mattine sotto consiglio del medico perché soffriva di ernia. Tutte le mattine percorreva da sola quel tratto di strada, ma si sentiva comunque al sicuro perché conosceva bene coloro che abitano lungo quel percorso.

Ma la consuetudine si è trasformata improvvisamente in assenza, silenzio e mistero: Irene Cristinzio scompare misteriosamente. Cosa è successo? Dov’è Irene? Tanti i testimoni che l’hanno vista percorrere il tratto di strada di andata e di ritorno, tanti che l’hanno salutata ma poi? Le tracce di Irene si perdono con certezza all’incrocio tra Via Europa e Via Giovanni Porru. Aveva con se una pochette, due cellulari che risultano irraggiungibili, il portafoglio con i documenti lo ha lasciato a casa. I suoi due cellulari, alle 9, risultano già spenti e dai tabulati non emerge nulla di concreto. Immediate le ricerche da parte degli inquirenti che setacciano in lungo e in largo tutto le zone circostanti, ma di Irene nessuna traccia.

L’ipotesi più accreditata è che la donna possa essere stata portata via con la forza, rapita. Ma da chi? Soprattutto: perché? Dalle indagini è emerso che in paese vi sono altre donne somiglianti ad Irene, una di loro abita proprio lungo il tratto di strada che ogni giorno la professoressa percorreva per fare jogging: c’è stato forse uno scambio di persona? Irene è stata scambiata per un’altra donna che si vestiva come lei e che percorreva il medesimo tratto di strada? Interrogativi che ancora oggi non trovano risposta. La famiglia vive anni di angoscia ma soprattutto si batte per la verità. Nicoletta Nanni, figlia di Irene Cristinzio e Vice Presidentessa dell’Associazione Penelope Sardegna Onlus ha rivolto quest’anno ai soci, un toccante messaggio sul tema degli scomparsi: “l’unico obiettivo di Penelope è quello benefico di prestare aiuto e sostegno alle famiglie delle persone scomparse. E’ il perseguimento di tale obiettivo che deve essere il motore dell’associazione, non bisogna dimenticarlo! Buon lavoro”.

Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo parlato la Dottoressa Mary Petrillo, Psicologa, criminologa, Coordinatrice del Crime Analysts Team, Docente Master Univ. Niccolò Cusano e ci ha dato il suo punto di vista in merito alla vicenda.

Il problema delle persone scomparse è purtroppo, attualmente, un argomento diffuso e noto, ci sono trasmissioni televisive dedicate a tale problematica, libri e spesso molti articoli di giornale. La questione degli scomparsi è in Italia un argomento di dibattito anche parlamentare, infatti, grazie all’associazione Penelope, organo attendibile e serio che tratta tale tematica, si è riusciti ad ottenere un Commissario straordinario del Governo, facente capo al Ministero dell’interno, che tratta specificatamente tale questione.

L’associazione Penelope è una organizzazione formata da famiglie ed amici delle persone scomparse, grazie alla solidarietà tra gli aderenti e simpatizzanti della associazione stessa ed anche con l’aiuto di esperti delle scienze forensi, si propone di promuovere iniziative, anche a livello pubblico, che sostengano coloro che si trovano nella condizione di avere una persona cara scomparsa. L’associazione Penelope si pone tra l’altro come interlocutore tra gli organi competenti e le famiglie degli scomparsi a sostegno di queste ultime. Personalmente ho avuto modo, con grande piacere, di partecipare alle riunioni della sede di Penelope Lazio, qualche anno fa, ed ho partecipato anche alle loro iniziative, mi ha insegnato molto su questo argomento ed ho avuto modo di constatare a quali problematiche vanno incontro le famiglie e gli amici delle persone scomparse.

Oltre a problemi di natura burocratica, queste persone lottano ogni giorno col dramma che li ha colpiti e sono molto provati a livello psicologico. Credo sia fondamentale aiutare amici e parenti delle persone scomparse a sentirsi meno soli. Il Commissario Straordinario per le persone scomparse è, invece, un organo del Governo, che fa capo al Ministero dell’Interno, e che coordina a livello operativo le amministrazioni dello Stato interessate a vario titolo alla questione delle persone scomparse mediante l’utilizzo di uomini e mezzi. L’ufficio del Commissario straordinario, inoltre, è preposto a monitorare le attività istituzionali dei soggetti impegnati nella ricerca delle persone scomparse, quindi analizzare le informazioni acquisite al fine di proporre alle autorità competenti eventuali soluzioni volte a migliorare l’azione amministrativa e l’informazione di settore.

A livello territoriale il Commissario straordinario si avvale dell’ausilio delle Prefetture. Nell’ambito dell’ufficio del Commissario Straordinario per le persone scomparse è attualmente utilizzato a sostegno della ricerca di queste persone il cosiddetto sistema informatico RiSc, ossia schede che servono al riconoscimento biometrico dei cadaveri che non hanno nome sulla base di parametri biometrici, l’eventuale riconoscimento di un individuo che risulta scomparso attraverso il censimento dei cadaveri non identificati, ovvero la misurazione delle variabili fisiologiche che permettono di identificare un individuo. La procedura prevede l’inserimento nel Ri.Sc. della scheda sulla persona scomparsa, che viene poi confrontata con quelle contenenti i dati dei cadaveri non identificati, producendo una lista di compatibilità, ossia una serie di ipotesi di corrispondenza secondo una scala di valori che va da scarso a ottimo.

Il sistema contiene anche le schede degli scomparsi del passato. Riguardo la ricerca di persone scomparse la sottoscritta ha, invece, elaborato un report da far redigere ai familiari e /o gli amici del soggetto scomparso, al fine di rendere più veloci le procedure investigative. In relazione anche agli ultimi avvenimenti di cronaca ed ascoltando le famiglie e gli amici delle persone scomparse mi sono resa conto che il primo problema cui queste persone si trovano ad affrontare è quello di sentirsi dire che il proprio caro/a si sia allontanato volontariamente e consapevolmente. Grazie al profilo che emerge da questa mia tecnica, invece, si mira ad ottenere un approfondimento caratteriale e comportamentale di base del soggetto scomparso, che dovrebbe aiutare gli inquirenti a fare chiarezza sulla scomparsa stessa. Il report, da me elaborato, si serve di una metodologia secondo cui la ricerca di una persona scomparsa viene effettuata analizzando e verificando alcuni dati e mi sono rifatta a livello scientifico ad un paio di tecniche più che consolidate. Per quanto concerne la tecnica da me elaborata, essa consiste nello studio della persona scomparsa e rappresenta un elemento centrale che serve a chiarire la sequenza degli eventi, al fine di spiegare le modalità ed i motivi dell’accaduto, ed eventualmente il perché la persona scomparsa potrebbe essere, invece, considerata una vittima al fine di scoprire l’eventuale nesso causale tra “vittima ed aggressore”.

Chiaramente nel caso di una scomparsa, non sappiamo se il soggetto sia vivo o morto, non sappiamo se è stato rapito, quindi il report deve prevedere la raccolta dei dati informativi sulla “persona scomparsa” per ricostruirne il profilo psicologico, considerando l’individuo scomparso come un soggetto vivo e vegeto, fino a prova contraria, ossia il ritrovamento del corpo. Il report permette di ricostruire la personalità ed il comportamento della persona scomparsa. Il tutto è incentrato al fine di costituire un protocollo di ricerca che darebbe modo di semplificare e velocizzare la ricerca. Il protocollo da me elaborato, a mio parere, dovrebbe essere previsto fin dall’inizio dell’indagine investigativa, appena si presenta la denuncia di scomparsa, quindi facendolo compilare immediatamente ad amici e parenti e comunque a persone vicine al soggetto scomparso. Un altro fattore importante sarebbe quello di prevedere la somministrazione di test specifici per l’attendibilità di eventuali testimoni, chiaramente, sono fondamentali le ricerche sul Territorio, mediante uomini, mezzi e cani addestrati.

La ricerca spesso parte fin da subito, grazie ad amici e parenti dello scomparso, attraverso un “tamtam” sui mezzi di informazione e su Internet, oltre che coll’affissione di foto della persona scomparsa nella zona di appartenenza. A proposito dei parenti ed amici della persona scomparsa, la sottoscritta, ha anche elaborato un protocollo di sostegno psicologico, in quanto parenti ed amici sono soggetti a reazioni emotive che col tempo possono comportare problemi anche di natura psicofisiologica. Mi sento di consigliare alle persone che si trovano in una situazione in cui è scomparso un loro caro di affidarsi in primis alle Forze dell’Ordine e a professionisti preparati, non improvvisati, è fondamentale, infatti, informarsi in modo accurato ed approfondito circa le persone con cui si ha a che fare.

L’aiuto professionale nei casi di scomparsa è fondamentale, è necessario un sostegno psicologico, in quanto, a volte, parlare in un ambiente sicuro su come stanno andando le cose, può dare la forza per andare avanti. Molti familiari ed amici di persone scomparse, infatti, cercano di rendersi attivi nelle ricerche specialmente se c’è il sospetto che possa trattarsi di un omicidio e tentano, con ogni mezzo, di tenere sempre alta l’attenzione sul caso. Consideriamo anche l’eventualità favorevole che la persona scomparsa venga ritrovata, ebbene le famiglie e gli amici possono prendere in considerazione di avvalersi di una consulenza professionale, di mediazione e riconciliazione per aiutare a prevenire la situazione che si è venuta a creare. Ulteriore supporto può anche essere utile se la persona scomparsa è stata, invece, vittima di un reato, ciò potrebbe aiutare a comprendere la loro esperienza e fornire loro sostegno, se ne sono usciti vivi, mentre se nella infausta ipotesi questo non accade, allora è molto importante aiutare parenti ed amici ad elaborare l’accaduto.

Angelo Barraco